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Prima degli anni novanta, i teorici delle stringhe ritenevano che ci fossero cinque tipi diversi di
superstringhe: tipo I (aperte e chiuse), tipo IIA e tipo IIB (entrambe chiuse), e le due teorie di
stringhe eterotiche (SO(32) e E8×E8). Si pensava che tra queste cinque teorie candidate, solo una
fosse la corretta teoria del tutto, e che fosse la teoria il cui basso limite energetico, con dieci
dimensioni spaziotemporali compattate a quattro, si armonizzava con la fisica che osserviamo nel
nostro mondo. Ma ora si sa che questa ingenua rappresentazione è sbagliata e che le cinque teorie
delle superstringhe sono connesse ad una ulteriore teoria, come se fossero ognuna un caso speciale
di una teoria più generale.
Queste teorie sono collegate da trasformazioni che sono chiamate dualità. Se due teorie sono messe
in relazione da una trasformazione di dualità, significa che la prima teoria può essere trasformata in
qualche modo così da finire per essere uguale alla seconda teoria. Le due teorie sono dette essere tra
loro duali sotto quel tipo di trasformazione. Detto con altre parole, le due teorie sono differenti
descrizioni matematiche dello stesso fenomeno.
Queste dualità legano quantità che si pensavano separate. Scale di distanza grandi e piccole, come
pure forze d'accoppiamento forti e deboli, sono quantità che hanno sempre sottolineato limiti molto
distinti nel comportamento di un sistema fisico, sia nella teoria classica che nella fisica quantistica
delle particelle. Ma le stringhe possono eliminare le differenze tra grande e piccolo, forte e debole
ed è così che le cinque teorie in apparenza molto diverse finiscono per essere correlate l'una con
l'altra.
Supponendo di essere in uno spazio-tempo in dieci dimensioni, una di queste è temporale e le altre
nove sono spaziali. Facendo in una di queste nove dimensioni un cerchio di raggio R, muovendosi
in una direzione per una distanza L = 2πR si fa un giro attorno al cerchio e si torna al punto di
partenza. Una particella che si muove lungo questo cerchio avrà un momento quantizzato attorno al
cerchio, e questo contribuirà all'energia totale della particella. Ma una stringa è molto diversa,
perché può avvolgersi intorno al cerchio. Il numero di volte che la stringa si avviluppa al cerchio è
chiamato numero di avvolgimento, anch'esso quantizzato.
Nella teoria delle stringhe il momento e il numero di avvolgimento possono essere scambiati purché
si scambi anche il raggio R del cerchio con la grandezza , dove è la lunghezza della
stringa. Se R è molto più piccolo della lunghezza della stringa, allora la grandezza sarà molto
grande. Così si scambia la piccola scala di grandezza con quella grande.
Questo tipo di dualità, tra scale grandi e piccole, è chiamata T-dualità. La T-dualità relaziona la
superstringa di tipo IIA con la superstringa di tipo IIB. Ciò significa che se si prende il tipo IIA e il
tipo IIB e le si compatta su un cerchio, invertendo il momento e il numero di avvolgimento e
invertendo la scala di distanza, una teoria cambia in un'altra. Vale la stessa regola per le due teorie
eterotiche.
Le teorie delle superstringhe relazionate dalla S-dualità sono: la teoria di superstringhe di tipo I con
la superstringa eterotica SO32, e la teoria di tipo II con sé stessa.
Dimensioni Extra
Una caratteristica interessante della teoria delle stringhe è che essa predice il numero di dimensioni
che l'Universo dovrebbe avere. Né la teoria dell'elettromagnetismo di Maxwell né la teoria della
relatività di Einstein dicono nulla sull'argomento: entrambe le teorie richiedono che i fisici
inseriscano "a mano" il numero delle dimensioni.
Invece, la teoria delle stringhe consente di calcolare il numero di dimensioni dello spazio-tempo dai
suoi principi base.[4] Tecnicamente, questo accade perché il principio di invarianza di Lorentz può
essere soddisfatto solo in un certo numero di dimensioni. Più o meno questo equivale a dire che se
misuriamo la distanza fra due punti e poi ruotiamo il nostro osservatore di un certo angolo e
misuriamo di nuovo, la distanza osservata rimane la stessa solo se l'universo ha un ben preciso
numero di dimensioni.
Il problema è che quando si esegue questo calcolo, il numero di dimensioni dell'universo non è
quattro, come ci si potrebbe attendere (tre assi spaziali e uno temporale), ma ventisei. Più
precisamente, le teorie bosoniche implicano 26 dimensioni, mentre le superstringhe la M-teoria
richiede 10 o 11 dimensioni.[5] Nelle teorie di stringa bosonica, le 26 dimensioni risultano
dall'equazione di Poljakov
Una analogia molto usata è di considerare lo spazio multidimensionale come un tubo di gomma. Se
guardiamo il tubo da una certa distanza sembra a una sola dimensione, la lunghezza. Questo
corrisponde alle quattro dimensioni macroscopiche cui siamo abituati normalmente. Se però ci
avviciniamo al tubo, scopriamo che ha anche una seconda dimensione, la circonferenza, visibile
solo se siamo vicini al tubo, proprio come le dimensioni extra degli spazi di Calabi-Yau sono
visibili solo su lunghezze estremamente piccole, non facilmente osservabili.
(Ovviamente, un normale tubo per il giardino esiste nelle tre dimensioni spaziali, ma per consentire
l'analogia si trascura il suo spessore e si considera solo il moto sulla superficie del tubo. Un punto
sulla superficie del tubo può essere individuato con due numeri, la distanza da una delle estremità e
una distanza sulla circonferenza, proprio come un punto sulla superficie terrestre può essere
individuato univocamente dalla latitudine e dalla longitudine. In entrambi i casi l'oggetto ha due
dimensioni spaziali. Come la Terra, i tubi da giardino hanno un interno, una regione che richiede
una dimensione extra; però, a differenza della Terra, uno spazio di Calabi-Yau non ha un interno).
Un'altra possibilità è che noi siamo bloccati in un sottospazio a "3+1" dimensioni dell'intero
universo, ove il 3+1 ci ricorda che il tempo è una dimensione di tipo diverso dallo spazio. Siccome
questa idea implica oggetti matematici chiamati D-brane, essa è nota come mondo-brana.
In entrambi i casi la gravità, agendo nelle dimensioni nascoste, produce altre forze non
gravitazionali, come l'elettromagnetismo. In linea di principio, quindi, è possibile dedurre la natura
di queste dimensioni extra imponendo la congruenza con il modello standard, ma questa non è
ancora una possibilità pratica.