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Comitato di Pilotaggio di

Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale

Presidente Leoluca Orlando


Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia
Presidente Giovanni Puglisi

A cura di
Aurelio ANGELINI

Elaborazione dei testi


Marco FAILLA, Deborah PISHVA, Lidia SCIMEMI
Progetto Grafico e Impaginazione
tundrastudio.it
Illustrazioni
Jacopo VALSANIA
Ufficio Stampa
Simonetta TROVATO
Coordinamento operativo
Rachele RAMO
Fotografie
Centro Regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione dei
beni culturali; Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia; Soprintendenza per
i Beni Culturali e Ambientali di Palermo; Gruppo Speleologico CAI - Club
Alpino Italiano - Sezione di Palermo.

Finito di stampare nel mese di giugno 2019 da Officine Grafiche Soc. Coop.
Copyright © 2019 Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia, Palermo, Italy

Itinerario ARABO_NORMANNO Patrimonio Mondiale


ll sollazzo
per chi si diletta
di girare il mondo.
Muhammad al-Idrisi, XII sec. d.C.
INDICE

07. Tesori Arabo Normanni


12. Posizione dei siti
14. Criteri di iscrizione alla
World Heritage List

18. PALERMO
44. Palazzo Reale 144. La Cuba
e Cappella Palatina 154. Chiesa della SS. Trinità
62. Chiesa di San Giovanni alla Magione
degli Eremiti 160. La Cuba Soprana
70. Chiesa di Santa Maria e la Piccola Cuba
dell'Ammiraglio 168. Cappella di Santa Maria
80. Chiesa di San Cataldo dell'Incoronata
88. Cattedrale di Palermo 176. Chiesa di San Giovanni
100. Palazzo della Zisa dei Lebbrosi
112. Ponte dell'Ammiraglio 182. Chiesa di Santo Spirito
120. Castello a Mare o dei Vespri
128. Palazzo e parco della 190. Chiesa di Santa Cristina
Favara o di Maredolce la Vetere
136. Chiesa di Santa Maria 196. Palazzo dell'Uscibene
Maddalena 204. Qanat
216. CEFALÙ
226. Cattedrale di Cefalù

236. MONREALE
244. Cattedrale di Monreale

254. CEFALÀ DIANA


260. Bagni di Cefalà Diana

270. Fondazione Patrimonio


Unesco Sicilia
271. Comitato di pilotaggio
TESORI ARABO-NORMANNI

Il binomio “arabo-normanno”
è stato coniato dagli studiosi dell’800
in riferimento alla particolarissima
produzione artistico-architettonica
elaborata nella Sicilia di epoca
normanna.

In questo periodo la Sicilia raccoglie in sé tre


macro-componenti linguistiche e culturali: quella
islamica, quella bizantina e quella romanico-
latina, dal cui sincretismo culturale scaturì una
serie di testimonianze monumentali e artistiche 7

uniche nel loro genere, portatrici di un linguaggio


originalissimo. Non una città o un luogo geografico
dunque, né soltanto un insieme di monumenti,
bensì uno “strato”, una dimensione socio-culturale
tipica di un luogo e di un tempo, conservata nella
memoria delle pietre che strutturano gli edifici
e nelle tessere dei mosaici che li decorano.
Il complesso insieme di elementi culturali, materiali
e immateriali, costituenti la facies storica, politica,
sociale, culturale e artistica denominata
arabo-normanna, si riflette in un numeroso gruppo
di monumenti che riflettono una varietà multi
sfaccettata di micro-componenti culturali, parte
integrante del complesso mosaico del mediterraneo
medievale. La committenza normanna favorì

Itinerario arabo-normanno
forme di unioni e interscambi culturali, divenendo
allora ambasciatrice di un linguaggio nuovo,
capace di combinare e a volte anche fondere
l’elemento bizantino e islamico anche con quello
romanico d’oltralpe. Il sincretismo socio-culturale
dell’epoca normanna diviene così anima della città
stessa, destinato a proliferare e a lasciare solchi
profondi anche nei secoli a venire, modellando
il carattere poliedrico di Palermo attraverso un
linguaggio nuovo e molto originale. Questa varietà
multiforme che, di fatto, costituisce la specificità
dello strato culturale arabo-normanno, capace di
assorbire in sé diversi patrimoni di civiltà - l’arabo,
il latino, il greco, l’ebraico - all’insegna della
pacifica convivenza, non poteva non riflettersi
8 nell’urbanistica e nelle manifestazioni artistiche
e architettoniche.

Il risultato fu un vero e proprio unicum, che


intellettuali, studiosi e viaggiatori europei del ‘700
e dell‘800 come Dominique Vivant Denon e Guy
de Maupassant (per citarne soltanto alcuni) hanno
esaltato e reso celebre attraverso i loro resoconti
di viaggio, spesso densi di stupore e meraviglia per
queste architetture curiose eppure meravigliose,
ma anche di loro pittoresche raffigurazioni, che
prima dell’esordio della fotografia restituirono
un’immagine fascinosa, dal carattere sensibilmente
esotico, del capoluogo siciliano.
Fu Palermo - capitale del regnum fondato nel

Itinerario arabo-normanno
9

Lapide quadrilingue Palazzo della Zisa, Palermo

1130 - e il territorio ad essa limitrofo, a godere del


massimo impulso creativo che coinvolse le arti e
l’architettura di questo periodo, nel corso del quale
videro la luce quei particolarissimi monumenti che
ancora oggi diffondono e irradiano l’atmosfera del
calore dell’anima arabo-normanna, senza dubbio
alcuno meritevole di essere tutelata e valorizzata.
Qui sono custoditi infatti il maggior numero dei
più rappresentativi monumenti che s’illustrano
in questa guida, cui si aggiungono le cittadine di
Cefalù e Monreale e il piccolo centro di Cefalà Diana.

Itinerario arabo-normanno
SITO SERIALE

Palazzo Reale e Cappella Palatina


Chiesa di San Giovanni degli Eremiti
Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio
Chiesa di San Cataldo
Cattedrale di Palermo
Palazzo della Zisa
Ponte dell’Ammiraglio
Cattedrale di Cefalù
Cattedrale di Monreale

ITINERARIO CULTURALE
10

Castello a Mare
Palazzo e Parco di Maredolce
(o della Favara)
Chiesa di Santa Maria Maddalena
La Cuba
Chiesa della SS. Trinità alla Magione
La Cuba Soprana (Villa Napoli)
e la Piccola Cuba (Cubula)
Cappella di Santa Maria dell’Incoronata
Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi
Chiesa di Santo Spirito (Chiesa dei Vespri)
Chiesa di Santa Cristina la Vetere
Uscibene
Bagni di Cefalà Diana
Qanat

Itinerario arabo-normanno
Tra questi, i primi nove rappresentano
le testimonianze più rilevanti del patrimonio
architettonico e artistico generato dal sincretismo
culturale del regno normanno della Sicilia (1130-
1194). Si tratta di edifici civili e religiosi, opere
di grande ingegno e valore artistico che con
i loro caratteri unici ed eccezionali, frutto della
commistione di linguaggi artistici ed eterogenei
(islamici, bizantini, latini), sono ognuno in grado
di rappresentare aspetti peculiari dell’arte arabo-
normanna e di fornire elementi indispensabili per
esprimere l’eccezionale valore universale.

Per la loro rilevanza storico-architettonica e per


il loro stato di conservazione, che presenta un alto
grado di integrità e di autenticità, questi monumenti 11

compongono il sito seriale “Palermo arabo-


normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale” che
è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale
dell’Umanità dell’UNESCO il 5 luglio del 2015.

Itinerario arabo-normanno
POSIZIONE DEI SITI

12

Itinerario arabo-normanno
Itinerario arabo-normanno
CRITERI DI ISCRIZIONE
ALLA WORLD
HERITAGE LIST

CRITERIO (II)
“Palermo arabo-normanna e le Cattedrali
di Cefalù e Monreale è la materiale testimonianza
una particolare condizione politica e culturale
caratterizzata dalla feconda convivenza di persone
di diversa provenienza (musulmana, bizantina,
latina, ebraica, lombarda e francese). Questo
scambio generò una combinazione consapevole
e unica di elementi derivati dalle tecniche
14 architettoniche e artistiche delle tradizioni
bizantine, islamiche e occidentali. Questo nuovo
stile ha contribuito allo sviluppo dell’architettura
del versante Tirrenico dell’Italia meridionale
e si è diffuso ampiamente in tutta la regione
medievale del Mediterraneo”.

CRITERIO (IV)

“Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù


e Monreale è un eccezionale esempio di sintesi
stilistica che ha creato nuovi concetti spaziali,
costruttivi e decorativi attraverso la rielaborazione
innovativa e coerente di elementi di culture
diverse”.

Itinerario arabo-normanno
“ Situata sulla costa settentrionale
della Sicilia, Palermo arabo-
normanna e le Cattedrali di Cefalù
e Monreale è una serie di nove
edifici religiosi e civili risalenti
all'epoca del Regno normanno
di Sicilia (1130-1194).

Due palazzi, tre chiese, una


cattedrale e un ponte si trovano
a Palermo, la capitale dell’antico
regno, e due cattedrali si trovano
nei comuni di Monreale e Cefalù. 15

Collettivamente, sono un esempio


eccezionale di sincretismo socio-
culturale tra le culture occidentali,
islamiche e bizantine.

Questo interscambio diede origine


ad un’espressione architettonica
e artistica basata su nuovi concetti
di spazio, struttura e decorazione
che si diffusero ampiamente
in tutta la regione mediterranea.

Itinerario arabo-normanno
I monumenti che comprendono
questo sito seriale (di 6.235 ettari)
includono il Palazzo Reale e la
Cappella Palatina; il Palazzo della
Zisa; la Cattedrale di Palermo;
la Cattedrale di Monreale;
la Cattedrale di Cefalù; la Chiesa
di San Giovanni degli Eremiti;
la Chiesa di Santa Maria
dell’Ammiraglio; la Chiesa di San
Cataldo; il Ponte dell’Ammiraglio.
Ciascuno illustra aspetti importanti
del sincretismo multiculturale
16
occidentale-islamico-bizantino che
caratterizzò il regno normanno della
Sicilia durante il XII secolo.

La rielaborazione innovativa di forme


architettoniche, strutture e materiali
e i loro elementi artistici, decorativi
e iconografici - i più vasti e ricchi
mosaici, i pavimenti in opus sectile,
le opere ad intarsio, gli elementi
scultorei, i dipinti e gli allestimenti -
celebrano la proficua coesistenza
di persone di provenienze diverse”.
Dichiarazione di Eccezionale Valore Universale proclamata dall’UNESCO

Itinerario arabo-normanno
Tutti i monumenti presentati in questa
guida mantengono viva la memoria
di un contesto aperto e multietnico.

ci ricordano che Palermo, Cefalù, Monreale, Cefalà


Diana (e, in generale, tutto il territorio della Sicilia)
in quell’epoca furono centri d’incontro privilegiati
ed esclusivi tra l’occidente cristiano, il mondo
orientale bizantino e quello islamico: un singolare
polo magnetico del mezzogiorno mediterraneo
medievale, unico nella sua specificità.

17

Itinerario arabo-normanno
18

38°07'N 13°22'E
PA
LER 19

MO
IL TERRITORIO

La città di Palermo, capoluogo della provincia


omonima e della regione Sicilia, quinto Comune
italiano per popolazione dopo Roma, Milano, Napoli
e Torino, si affaccia sull'omonimo golfo
e costituisce con i comuni vicini un vero e proprio
nodo metropolitano. La città si estende lungo
l’intera fascia costiera, con una penetrazione
nell’entroterra caratterizzata dalla presenza di
monti dai quali discendono, fino a mare, delle
vallate create nel corso dei secoli dall'erosione delle
acque; tra queste la principale è la valle dell’Oreto
che attraversa, ancora oggi, la città e che delimita
20 una linea
di demarcazione tra la periferia est e il centro della
città. Il fiume Oreto è lungo circa 20 Km,
ha la sorgente a sud di Palermo, nella cosiddetta
Conca d'Oro; da qui in poi scorre verso la periferia
sud del capoluogo siciliano per andare a sfociare
nel Mar Tirreno. La foce è visibile dal ponte del
lungomare Sant'Erasmo. I monti che circondano
Palermo sono principalmente di origine calcarea
e suddividono le diverse parti della città di Palermo
secondo una propria disposizione sul territorio che
non ha permesso, nel tempo, uno sviluppo regolare
della città moderna. Il resto dei monti di Palermo
delimita l'estensione della città verso l'entroterra.
Tra questi monti si estendono alcune grandi
piane e vallate, come la Piana dei Colli nella zona

Itinerario arabo-normanno
settentrionale della città, la Valle dell'Oreto a sud
e, appunto, la Conca d'Oro sulla quale si estende gran
parte del tessuto urbano.

Il sistema territoriale della città di Palermo


è caratterizzato da un rilevante patrimonio
naturale: aree protette, riserve regionali, la valle del
Fiume Oreto, la Riserva Naturale orientata di Monte
Pellegrino, (estesa 1.050 ha) che comprende Monte
Pellegrino e la Real Tenuta della Favorita, le aree
marine protette di Ustica e Isola delle Femmine-Capo
Gallo. Monte Pellegrino conserva diverse grotte al
cui interno sono stati rivenuti resti della presenza
umana risalenti al periodo delle guerre puniche.

Il patrimonio culturale della città 21

di Palermo è molto ricco e diversificato,


testimonianza tangibile di quei tanti “strati”
storici sedimentatisi nel corso dei secoli
in questa grande metropoli del Mediterraneo,
da sempre aperta ad ogni nuovo apporto
in termini culturali.

Tale patrimonio, in alcuni suoi tratti, raggiunge


livelli molto elevati, addirittura unici ed eccezionali,
come nel caso del sito seriale “Palermo arabo-
normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale”,
riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità
dall’UNESCO nel 2015 comprendente il Palazzo
Reale e la Cappella Palatina; la Chiesa di San

Itinerario arabo-normanno
22
23

Palermo Vista sulla Cattedrale e Palazzo Reale


Giovanni degli Eremiti; la Chiesa di Santa Maria
dell’Ammiraglio; la Chiesa di San Cataldo;
la Cattedrale di Palermo; il Palazzo della Zisa;
il Ponte dell’Ammiraglio; la Cattedrale di Cefalù
e la Cattedrale di Monreale. Oltre ai nove monumenti
componenti il sito seriale UNESCO, arricchiscono
l’itinerario arabo-normanno di Palermo anche altre
testimonianze architettoniche: il Castello a Mare,
il Palazzo e il Parco della Favara o di Maredolce,
la Chiesa di Santa Maria della Maddalena, la Cuba,
la Chiesa della SS. Trinità alla Magione, la Cuba
Soprana e la piccola Cuba, la Cappella di Santa
Maria dell’Incoronata, la Chiesa di San Giovanni dei
Lebbrosi, la Chiesa di Santo Spirito, la Chiesa di Santa
Cristina la Vetere, il Palazzo dell’Uscibene e i Qanat.
24

Il polo museale ed espositivo cittadino è molto


ricco e variegato. Palermo presenta un’offerta
museale molto ricca e diversificata, rappresentata
da decine di istituzioni differenti sia sotto il profilo
tipologico (archeologiche, d’arte, scientifiche,
storico-tematiche, etnografiche) che della natura
delle collezioni conservate (raccolte archeologiche;
raccolte d’arte figurativa e decorativa; raccolte
di testimonianze inerenti la storia naturale;
raccolte di manufatti storici; raccolte di carattere
eterogeneo; raccolte di testimonianze di carattere
etno-antropologico, sia materiali che immateriali)
oltre a diversi spazi destinati a mostre ed
esposizioni temporanee. Tra le diverse realtà
museali ed espositive comunali, la più rilevante

Itinerario arabo-normanno
è costituita sicuramente dalla Galleria d’Arte
Moderna, ubicata all’interno del complesso
conventuale di S. Anna, con il bellissimo chiostro
e l’attiguo quattrocentesco Palazzo Bonet, al cui
interno è conservata un’importante collezione
di opere di artisti del XIX e del XX secolo quali
Renato Guttuso, Giuseppe Sciuti, Giuseppe Patania,
Francesco Lojacono.

Anche il polo teatrale di Palermo è molto rilevante.


Esso è composto sia dai teatri storici (Teatro
Massimo, Teatro Politeama Garibaldi, Teatro Biondo
Stabile, Teatro Garibaldi), sia dagli spazi teatrali,
realizzati recentemente all’interno di strutture
storiche di proprietà comunale, recuperate dal
degrado (Nuovo Teatro Montevergini, Cantieri 25

Culturali della Zisa, Complesso di Santa Maria


dello Spasimo, ex chiesa dei SS. Euno e Giuliano,
Complesso dei SS. Crispino e Crispiniano); la città
dispone infine anche di due spazi teatrali all’aperto
(Teatro del Sole e Teatro di Verdura).

Nel campo etno-antropologico rientrano,


invece, diversi musei cittadini che conservano
le testimonianze legate alla cultura materiale
e immateriale tradizionale siciliana, tra cui il Museo
etnografico siciliano “Giuseppe Pitrè” e il Museo
internazionale delle Marionette “Antonino
Pasqualino” che conserva circa 4.000 pezzi tra
marionette, pupi, burattini, ombre, attrezzature
sceniche e cartelloni provenienti da tutto il mondo.

Itinerario arabo-normanno
Il polo archivistico-bibliotecario comunale
è composto da numerose istituzioni bibliotecarie
e archivi, appartenenti a Enti e Fondazioni sia
pubblici sia privati.
Tra le istituzioni pubbliche si ricordano la Biblioteca
comunale di Casa Professa, che rappresenta la più
antica istituzione bibliotecaria pubblica cittadina,
la Biblioteca Centrale della Regione siciliana, che
con il suo patrimonio librario di circa un milione
di unità, rappresenta la più grande raccolta libraria
dell’isola; le biblioteche del Museo archeologico
regionale “Antonio Salinas” e della Galleria
regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis.
Tra le più importanti raccolte documentarie della
città vi è l’Archivio storico comunale, ubicato
26 all’interno della monumentale sede dell’ex
convento di San Nicolò da Tolentino, ove sono
conservati i più importanti documenti relativi alla
storia della città di Palermo dalla fine del XIII secolo
fino al 1957.
Palermo, città cosmopolita da sempre aperta
ad ogni componente culturale e credo religioso,
ospita al suo interno testimonianze materiali molto
peculiari relative ai luoghi dediti ai diversi culti
religiosi praticati in città, che attestano la sua
naturale vocazione multiculturale: chiese cristiane
per la liturgia del culto sia latino che greco-
ortodosso, moschee e sinagoghe erano presenti
già nella Palermo normanna. In tempi recenti una
nuova moschea e una nuova sinagoga sono rinate
all’interno di luoghi di culto cristiani. Mentre il culto

Itinerario arabo-normanno
cristiano greco-bizantino, presente ancora oggi nella
chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, Concattedrale
dell’Eparchia di Piana degli Albanesi. Numerosi sono
gli oratori presenti in città, come l’Oratorio di San
Lorenzo presso la chiesa di San Francesco d’Assisi,
l’Oratorio del SS. Rosario presso la chiesa di San
Domenico, l’Oratorio del SS. Rosario presso la chiesa
di Santa Cita, l’Oratorio di San Mercurio.

Palermo vanta anche una notevole e variegata


presenza di parchi e giardini storici ricchi di una
vegetazione che in gran parte trova, in condizioni
climatiche favorevoli, il giusto contesto di sviluppo.
Se, in generale, la cultura del giardino in Sicilia e a
Palermo è riconducibile alla presenza musulmana
nell’isola, poi estesa in forme monumentali in età 27

normanna (come il Parco Reale del Genoardo), il


vero sviluppo di gran parte delle attuali grandi aree
verdi di Palermo ebbe inizio partire dalla seconda
metà del ‘700, con la realizzazione delle grandi ville
da parte della nobiltà palermitana, come ad esempio
Villa Trabia, il Parco d’Orléans e l’Orto Botanico
e del Parco reale della Favorita.
Nella seconda metà dell’800, saranno realizzati
Giardino Inglese e Villa Garibaldi.
La più grande area verde di Palermo, con i suoi circa
400 ettari, è costituita dal Parco della Favorita
o Real tenuta della Favorita, che sorge a ovest della
città, all'interno della Riserva naturale orientata di
Monte Pellegrino. Nel Parco è presente la Palazzina
Cinese, in stile orientaleggiante. La costruzione

Itinerario arabo-normanno
adiacente, realizzata pure nello stesso stile, ospita
dal 1935 il Museo Etnografico «Giuseppe Pitrè».
Nel Parco si trova, inoltre, la Villa Niscemi,
residenza nobiliare ricca di arredi e opere d'arte
d’epoca, oggi sede di rappresentanza del Comune
di Palermo.
L’Orto Botanico di Palermo è un’istituzione
museale, didattica e di ricerca dell’Università degli
Studi di Palermo, che conserva oltre 12.000 specie
differenti di piante.

Concorrono, in ultimo, ad arricchire il ricco


patrimonio culturale materiale di Palermo,
i numerosi palazzi, le ville e le dimore storiche
cittadine, espressione tra le più tangibili e vistose
28 della nobiltà palermitana dal XV al XIX secolo.

I palazzi storici nobiliari sono concentrati


prevalentemente lungo i due assi viari ortogonali
di Corso Vittorio Emanuele (Palazzo Asmundo,
Palazzo Alliata di Villafranca) e di via Maqueda
(Palazzo Gravina di Comitini, Palazzo Trigona di
S. Elia, Palazzo Guggino - Chiaramonte Bordonaro,
Palazzo Bonocore). A questi si aggiungono i palazzi
a ridosso dell’area costiera (Palazzo Lanza Tomasi
di Lampedusa, Palazzo Ajutamicristo, Palazzo
Branciforte di Butera) e quelli che sorgono nella
grande area attorno la città (Villa Chiaramonte
Bordonaro, Villa Scalea, Villa de Simone Achates -
Wirz, Villa Tasca). Con le loro facciate, espressione
del grado di agiatezza dei committenti, ma

Itinerario arabo-normanno
29
Palazzo Alliata Palermo

Itinerario arabo-normanno
soprattutto con i loro ricchi (a volte, ricchissimi)
interni, impreziositi da pavimenti in maioliche,
affreschi, stucchi, mobili e arredi d’epoca, oltre a
pregiate opere d’arte, i palazzi di Palermo sono la
manifestazione più eloquente e monumentale della
potenza e della magnificenza della nobiltà cittadina.

Il contesto “Waterfront del centro storico”


è caratterizzato da un forte addensamento di
testimonianze storiche di rilevante interesse,
di spazi sia aperti che chiusi per eventi e da una
forte presenza di servizi culturali, al punto che
l’area costituita dal triangolo Piazza Marina - Kalsa
- via Alloro, costituisce in sé un vero e proprio
distretto culturale. Qui la concentrazione dei beni
30 monumentali e degli spazi per la fruizione culturale è
molto alta e diversificata: da Piazza Santo Spirito con
Porta Felice, la Chiesa di Santa Maria della Catena e
il Loggiato di San Bartolomeo, Piazza Marina con lo
Steri, la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, Palazzo
Mirto e Villa Garibaldi; dal quattrocentesco Palazzo
Abatellis, sede della Galleria regionale della Sicilia
dove si conserva, tra le altre pregevoli opere d’arte,
la straordinaria Vergine Annunciata di Antonello
da Messina, al complesso di San Francesco d’Assisi
con l’annesso oratorio di San Lorenzo con gli stucchi
serpottiani e il grande convento con i due chiostri.
Il waterfront di Palermo è uno spazio cittadino che si
pone come un rilevante polo di attrazione turistica
vario e diversificato. Tra le istituzioni culturali-
museali presenti nell’area, rientrano, infatti,

Itinerario arabo-normanno
il Museo Regionale di Palazzo Mirto, l’Archivio
di Stato di Palermo, la citata Galleria Regionale
di Palazzo Abatellis, il Museo dell’Inquisizione con
il complesso delle “carceri dei penitenziati” presso
Palazzo Chiaramonte Steri; le Stanze al Genio,
interessante raccolta di maiolica d’epoca dipinte,
e il Museo internazionale delle Marionette
“Antonino Pasqualino”.

Il waterfront della città di Palermo è, infine,


un centro d’intrattenimento di vario tipo,
che permette di vivere la città sotto diversi
e interessanti punti di vista: il mercatino
dell’antiquariato e dell’usato di Piazza Marina,
un vero e proprio sūq, ricco di bancarelle, colori
e voci, tappa obbligata per gli amanti del vintage 31

o il Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini”,


che ospita spesso interessanti eventi musicali.
Tutta la zona del waterfront, ricca di strutture
ricettive adatte a tutte le tipologie di turisti,
è un centro culturale anche notturno, grazie
alla presenza del rinomato Teatro Libero, che
propone innovative produzioni teatrali di livello
internazionale. Di sera - e sino a tarda notte -
è piacevole passeggiare lungo tutte le vie di questa
zona del centro storico di Palermo, animate sia
dai numerosi e affollati locali presenti lungo
il porticciolo della Cala, sul Foro Italico, su Piazza
Marina e lungo Corso Vittorio Emanuele, sia dai
ristoranti tipici, alcuni dei quali molto famosi per
la loro produzione dello street food locale.

Itinerario arabo-normanno
Le borgate marinare caratterizzano gran parte
del paesaggio e dell’urbanistica di Palermo.
La costa nord di Palermo con le borgate marinare
dell’Acquasanta, Arenella e Vergine Maria ospitano
grandi servizi e infrastrutture storiche quali il Grand
Hotel Villa Igiea, l’Ospizio Marino, la Tonnara Florio
e la Tonnara Bordonaro.
La borgata dell’Acquasanta, situata alle falde del
Monte Pellegrino, deve il suo nome a una sorgente
situata in una grotta in riva al mare. L’acqua che
vi sgorgava era ritenuta di grandissima qualità
terapeutica, tanto da essere nominata, appunto,
“acqua santa”. Nella zona dell’Acquasanta
si trovano dimore storiche importanti: la magnifica
Villa Belmonte, la straordinaria Villa Igiea, fatta
32 edificare da Ignazio Florio, esponente di spicco della
facoltosa famiglia Florio, pregevole opera in stile
Liberty dell’architetto Ernesto Basile realizzata
sul finire dell’800, che conserva ancora le memorie
dei fasti della Belle Époque.

All’Arenella il monumento storico più suggestivo


è la splendida “Villa dei quattro Pizzi” (così detta
per le quattro guglie che la coronano), interessante
esempio di architettura ispirata al gotico inglese,
opera dell’architetto Carlo Giachery realizzata tra
il 1840 e il 1844.

La borgata marinara di Mondello è incastonata


come un gioiello all’estremità di un golfo compreso
tra il Monte Gallo e il Monte Pellegrino. Mondello

Itinerario arabo-normanno
presenta molte strutture ricettive, numerosi
club nautici e circoli esclusivi, ristoranti, negozi
e un porticciolo.

Grazie alla prossimità con le Riserva Naturale


Orientata di Capo Gallo, con l’Area naturale marina
protetta di Capo Gallo-Isola delle Femmine, con
la Riserva naturale orientata Monte Pellegrino
e con il Parco della Favorita, Mondello permette
di accedere a una serie di poli di attrazione con
differenti tipologie di bellezze inedite da scoprire
e risorse da offrire: la biodiversità dei fondali
marini, la fauna e la flora delle riserve naturali,
le attività ricreative e sportive. Inoltre, da Mondello
è possibile accedere a una serie di itinerari
naturalistico-culturali di grande prestigio, come 33

l’accesso al Santuario di Santa Rosalia, il gorgo


di Santa Rosalia.

Posta anch’essa tra la linea di costa e il Monte


Pellegrino, l’Addaura è contrassegnata da spiagge
e complessi attrezzati per la balneazione
e da un’importante presenza a valenza culturale
e turistica rappresentata alle grotte dell’Addaura,
contrassegnate dalla presenza di incisioni rupestri
databili al Paleolitico Superiore (12.000 anni fa),
che costituiscono un caso unico nel panorama
dell’arte rupestre preistorica.

Antico borgo marinaro, Sferracavallo è una frazione


di Palermo. Di notevole importanza paesaggistica

Itinerario arabo-normanno
34
35

Mondello Palermo
e naturalistica la vicina zona di Barcarello, oggi
area protetta nei cui pressi si trova la famosa grotta
marina “dell’Olio”. Dal suo litorale si ha accesso
alla riserva integrata di Capo Gallo, che unisce
in un unico luogo e in un unico paesaggio la pratica
della balneazione con quella delle escursioni
naturalistiche.

A sud del centro storico, a partire dalla zona


del Foro Italico, si estende un’area dall’alto valore
paesaggistico che comprende le borgate marinare
e le architetture della costa. Nell’area della Costa Sud
sono presenti, inoltre, numerosi poli di attrazione
culturale: lo straordinario Ponte dell'Ammiraglio,
facente parte del sito seriale UNESCO
36 “Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù
e Monreale”; il complesso normanno di Maredolce
o della Favara, comprendente il Palazzo e il Parco;
lo “Stand Florio” o Tavernetta del tiro al piccione,
commissionato nel 1906 dalla Famiglia Florio
all’architetto Ernesto Basile, considerata un’opera
minore ma comunque di pregio, nella vasta
produzione del Basile.

Il centro storico di Palermo manifesta dei volti


nettamente diversi tra di loro: da quella solenne
dell’architettura arabo-normanna, delle chiese
e dei palazzi cinque-settecenteschi, si passa,
infatti, a un una realtà più popolare, manifesta

Itinerario arabo-normanno
soprattutto nel sistema dei grandi mercati storici
all’aperto.

I mercati del centro storico di Palermo - la Vucciria,


il Capo, il Ballarò e il mercato del Borgo Vecchio,
sono tradizionali spazi della comunicazione e dello
scambio, non soltanto economico e merceologico.
Caotici e pittoreschi di giorno, con la loro notevole
concentrazione di attività commerciali, esprimono
tutta la tradizione culturale mediorientale. Nel
caso della Vucciria e di Ballarò, è documentata
la presenza di aree di mercato negli stessi luoghi
attuali già in età normanna, e la loro tradizione
storico-culturale è talmente radicata da essere
divenuti da tempo una tappa obbligata degli
itinerari turistici. 37

Qui è facile perdersi in un susseguirsi di colori


e voci di strada: del resto, girare per i vicoli di
questi mercati significa lasciare per un attimo
l'itinerario classico delle vie del centro, per scoprire
le radici più genuine dei sapori palermitani.
Per chi ama lo street food siciliano, insieme
ad un'atmosfera festosa, complici i bar aperti fino
a tarda notte, sono questi i luoghi da non perdere.
I mercati di Palermo sono accomunati dalla stessa
caratteristica: l’essere rimasti immutati nel tempo,
così da apparire agli occhi del visitatore moderno
con la stessa atmosfera, gli stessi profumi, gli stessi
colori che offrivano al mercante arabo del X secolo.

Itinerario arabo-normanno
38

Itinerario arabo-normanno
Ballarò Palermo
AEROPORTO
FALCONE E POLITEAMA
BORSELLINO

VIALE DELLA REG


IONE SICIALIAN

I
LIGHIER
TEA
DAN
VIA
A NORD OVEST

PALAZZO
DELLA ZISA S.CRISTINA
LA VETERE
S.MARIA INCORONATA
CATTEDRALE

S.MARIA MADDALENA

PALAZZO REALE

40 S.GIOVANNI
DEGLI EREMITI

LA CUBA
USCIBENE
VILLA NAPOLI
QANAT

I
FIM
TA
LA
CA
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CO

SILE
BA
A
VI

Itinerario arabo-normanno
CASTELLO
A MARE

la
Ca
La

S.MARIA
DELL’AMMIRAGLIO

S.CATALDO
LA MAGIONE

PALERMO 41
CENTRALE

PONTE AMMIRAGLIO
VIA
ME
S. GIOVANNI SS
INA
DEI LEBBROSI MA
RIN
E
VIA
OR
ETO

S. SPIRITO

CO
PALERMO

RSO
DEI
MIL
LE

CASTELLO DI
MAREDOLCE
PALAZZO
REALE E CAPPELLA
PALATINA
È il cuore antico
di Palermo, passato indenne
attraverso le diverse epoche
che hanno lasciato tracce
ancora visibili.
01

Palazzo Reale (sec. XI-XII)


si sfoglia e racconta
la sua storia, basta saperlo
ascoltare.
Sorge sopra i primi insediamenti punici, come
narrano i sotterranei della fabbrica, sotto la sala
Duca di Montalto, ma fu anche edificato sui resti
di una precedente struttura di età islamica, e ha
subito importanti ampliamenti e trasformazioni
tra il XVI e il XVII secolo. Il complesso è posto nel
luogo più elevato dell’antica città, dai Normanni
trasformato fin da loro primo stanziamento in un
centro dirigenziale e residenziale, quindi simbolo
del potere della monarchia. Al suo interno Palazzo
Reale custodisce nuclei architettonici di epoca
normanna, originali e rare combinazioni di stile
islamico e romanico, esempio di convivenza
pacifica e sincretismo. Fu Ruggero II, incoronato
re di Sicilia nel 1130, a ordinarne la costruzione
e l’abbellimento per farne la propria reggia: a lui
si devono i corpi di fabbrica più rappresentativi
come la Torre Greca, la Torre Pisana, la Joharia
e la Cappella Palatina. Nel periodo compreso tra
la metà del XIII secolo e la seconda metà del XVI
secolo, segnato da turbolente vicende politiche, il
Palazzo Reale perse il suo ruolo di sede privilegiata
dei sovrani che gli preferirono altre sedi, come il
Palazzo Chiaramonte (noto più comunemente come
lo “Steri) o la fortezza del Castello a Mare, posti
entrambi verso la costa. A causa dell’abbandono,
in questo lungo arco di tempo il Palazzo attraversa
46 una fase di degrado e di abbandono.

Divenuto sede dei viceré di Spagna a partire


dalla metà del Cinquecento, il complesso
subì importanti ampliamenti e trasformazioni
soprattutto tra il XVI e il XVII secolo, a seguito
dei quali il Palazzo muta quasi del tutto
l’aspetto originario che aveva mantenuto per
quattro secoli.
In questo periodo vengono abbattuti gli antichi
corpi di fabbrica della Torre Rossa, della Chirimbri
e l’Aula Verde, un’ampia aula porticata un tempo
collocata sull’attuale Piazza del Parlamento,
e vengono edificati il Cortile della Fontana,

Itinerario arabo-normanno
Palazzo Reale Palermo

Palazzo Reale
47
48
49

Palazzo Reale Stanza di Ruggero, Palermo


il Cortile Maqeda, la Sala d’Ercole, l’ala Maqueda
e realizzata l’attuale facciata principale.
I rimaneggiamenti continuarono durante il regno
borbonico (1734-1860), quando nella Grande Galleria
del Palazzo posta lungo l’ala Maqeda vennero create
delle sale di rappresentanza (Sala Rossa,
Sala Gialla, Sala Verde) e successivamente realizzato
il rivestimento esterno in stile neogotico del fronte
ovest del complesso.

Pur nella complessità delle stratificazioni


che il monumento ha subito nel corso
dei secoli, il Palazzo Reale custodisce
al suo interno nuclei architettonici di epoca
50 normanna che rappresentano originali e rare
combinazioni di stile islamico e romanico,
frutto dell’interazione e della convivenza
tra diverse componenti culturali.

Tra questi, i più rappresentativi sono certamente


la Torre Pisana, ancora esistente, adibita in origine
alla custodia dei tesori e nella quale si conserva una
sala di rappresentanza regale (un alto ambiente
a pianta rettangolare, in cui rimangono alle pareti
alcuni brani di mosaico e un lacerto di decorazione
marmorea parietale) o la Joharia (dall’arabo
al-jawhariyya, “l’ingioiellata”), nella quale
è possibile ammirare la Sala dei Venti e la cosiddetta
“Stanza di Ruggero”, una sala-belvedere decorata
con straordinari mosaici che costituiscono

Itinerario arabo-normanno
Palazzo Reale Stanza di Ruggero, Palermo

Palazzo Reale
51
52
Palazzo Reale Sala dei Venti, Palermo
un rarissimo esempio di raffigurazione musiva
bizantina di carattere profano, oltre che,
naturalmente, la splendida Cappella Palatina.
Per la ricercatezza delle decorazioni si ritiene che
la Torre Pisana e la Joharia, che più presentano
caratteri prettamente islamici, abbiano ospitato
gli appartamenti dei sovrani normanni e deputate
anche a momenti di svago e di rappresentanza.
Attualmente non tutti gli spazi del palazzo di età
normanna sono fruibili, essendo aree palatine quali
la Torre Pisana, la cosiddetta “Sala del Tesoro”
ed altre ancora non comprese nell’attuale percorso
turistico. Il valore culturale del Palazzo Reale
di Palermo consiste nella sua continuità d’uso:
sede del potere in età normanna, il Palazzo
54 ha mantenuto inalterate le sue funzioni
di rappresentanza e oggi è sede dell’Assemblea
Regionale Siciliana.

All’interno di Palazzo dei Normanni


c’è il massimo esempio di sincretismo del
Mediterraneo: la Cappella Palatina, il sogno
di re Ruggero. Racchiude le mille e più anime
del Mare Nostrum, e non solo: parla ai popoli
con un linguaggio visivo immediato,
straordinario, unico.
La Cappella, consacrata nel 1140, è oggi tra
i monumenti medievali meglio preservati tanto nella
parte architettonica quanto in quella decorativa.

Itinerario arabo-normanno
Cappella Palatina Palermo

Cappella Palatina
55
Per arrivarvi bisogna accedere al Cortile Maqueda
(primi decenni del secolo XVII), attraversando
il portico di epoca normanna, sul lato meridionale.
E’ un vero colpo d’occhio: a impianto basilicale a tre
navate divise da archi acuti su alti piedritti, sorretti
da colonne e capitelli di spoglio, e un presbiterio
con tre absidi e cupola, a pianta centrale, di chiara
matrice bizantina.

La Cappella Palatina è anche un viaggio


nelle culture: islamica, bizantina,
occidentale, già dalla pavimentazione che
conserva quasi inalterata la straordinaria
decorazione marmorea in opus sectile,
56 dove la tecnica musiva di tradizione
bizantina accoglie forme e stilemi
di gusto islamico.
Decorazioni geometriche in opus sectile
caratterizzate anch’esse da motivi ornamentali
di tradizione islamica arricchiscono anche l’ordine
inferiore delle pareti, mentre l’ordine superiore
è decorato con mosaici figurativi realizzati da
maestranze bizantine. E’ tutta la Cappella a essere
straordinaria: i mosaici bizantini del presbiterio,
realizzati sotto Ruggero II, raffiguranti scene della
vita di Cristo, santi, profeti ed Evangelisti
e l’immagine del Cristo Pantocratore che emerge
nell’abside e nella cupola); le navate, che risalgono

Itinerario arabo-normanno
invece al regno di Guglielmo I e di Guglielmo II
e che illustrano episodi dell’Antico Testamento nella
navata centrale e scene della vita dei Santi Pietro
e Paolo in quelle laterali.

Conserva al suo interno generi diversi


per origine e cultura figurativa – islamica,
bizantina, occidentale – che fanno della
Cappella l’esempio più rappresentativo
delle arti mediterranee nell’ambito della
Sicilia normanna.

La parete occidentale ospita il soglio reale,


rialzato di cinque gradini e decorato con marmi 57

in opus sectile; al di sopra si trova il mosaico con


l’imponente figura di Cristo in trono tra i santi
Pietro e Paolo, datata al regno di Guglielmo II
(1166-1189). Le tre navate sono coperte da soffitti
lignei, dipinti da artisti musulmani. Veramente
unica nel suo genere è anche la macchina lignea
a muqarnas, senza dubbio il più vasto complesso
di pittura islamica di età medievale che si sia
mai conservato: poligoni stellati e cupolette
della navata centrale, le cui decorazioni dipinte
raccontano scene e personaggi di soggetto profano
da ricondurre al cosiddetto “ciclo della vita del
principe e dei piaceri della vita di corte”, tipico
della cultura figurativa dell’Islam.

Cappella Palatina
58
Cappella Palatina Palermo
60

Complesso Monumentale di Palazzo Reale


e Cappella Palatina
Piazza del Parlamento, 1 - 90134 Palermo

COME ARRIVARE

Dall’aeroporto in auto: A29 dir/E933 – Viale Regione Siciliana –


Corso Calatafimi – Piazza Indipendenza.

Dal porto: Bus Linea 107 fermata Crispi-Capitaneria


fino alla Stazione Centrale.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Bus Linea 109 o la navetta gratuita fermata
Piazza Indipendenza. Metro A fermata Palazzo Reale-Orleans.

Dal Politeama: Bus Linea 108 da Via Turati fino a fermata Piazza
Indipendenza, oppure bus Linea 104 da fermata Piazza Politeama fino
a fermata Piazza Indipendenza.

ORARI DI VISITA

Dal lunedì al sabato: 8.15 – 17.40 (ultimo biglietto ore 16.40)


Domenica e festivi: 8.15 – 13.00 (ultimo biglietto ore 12.00)

APPARTAMENTI REALI
Venerdì, sabato e lunedì: 8.15 – 17.40 (ultimo biglietto ore 16.40)
Domenica e festivi: 8.15 – 13.00 (ultimo biglietto ore 12.00)
Ingresso a pagamento.

N.B. Per motivi istituzionali gli Appartamenti Reali possono essere 61


interdetti in modo imprevisto.

GIARDINI REALI
Dal lunedì al sabato: 8.15 – 17.40 (ultimo biglietto ore 16.40)
Domenica e festivi: 8.15 – 13.00 (ultimo biglietto ore 12.00)
Ingresso a pagamento.

INFO E PRENOTAZIONI

www.federicosecondo.org Accessibilità.
fondazione@federicosecondo.org
+39 091 7055611

Palazzo Reale e Cappella Palatina


CHIESA DI SAN
GIOVANNI DEGLI
EREMITI
Per raccontare San Giovanni
degli Eremiti bisogna sfatare
innanzitutto il mito delle sue
cupole rosse:
02

non sono originali dell’epoca


ruggeriana (1130-1154),
quando fu costruita la chiesa,
ma si devono agli interventi
di restauro di Giuseppe
Patricolo tra il 1877 e il 1882.

L’architetto intervenne anche sul chiostro e sulle


poche strutture residue del convento, oggi accolte
in un vero giardino mediterraneo realizzato a fine
‘800. San Giovanni degli Eremiti sorge appena
sotto le mura del Palazzo Reale, possiede una
pianta a croce commissa e una volumetria compatta
e regolare, cui fanno da contrappunto, a diverse
altezze, le cinque caratteristiche cupole (oggi)
rosse, che creano un articolato gioco di volumi
d’impronta decisamente islamica. All’esterno
l’edificio si presenta con una regolare stereometria
dell’apparato murario, formato da conci squadrati
di calcare che contrastano con la vivace coloritura
delle cupole, innalzate su tamburi cilindrici con
trombe angolari e ghiere archiacute a triplice
rincasso. All’interno la navata si srotola su due
ampie campate quadrate, separate da un possente
arco ogivale; il transetto è triabsidato con abside
centrale sporgente all’esterno. Sul volume
dell’abside di sinistra (prothesis) si erge una torre
campanaria quadrangolare con cupola.

Dall’interno della chiesa, attraverso


un piccolo vano ricavato nel muro del
64 diaconicon, si accede alla “sala araba”,
che alcuni studiosi fanno risalire a una
preesistente moschea islamica.

In questo ambiente, oggi coperto da tre grandi


volte a crociera cinquecentesche, è visibile un
interessante affresco di fattura bizantina della
seconda metà del XII secolo, raccolto in una nicchia
archiacuta al centro della parete occidentale: una
delicata Madonna in trono col bambino (la testa è
andata dispersa), affiancata da due santi, forse San
Giovanni e Sant’Ermete. Non bisogna dimenticare
di visitare il chiostro a pianta quadrata, con una
sequenza continua di arcate ogivali a doppia ghiera
su colonnine binate, addossato a un tratto delle
mura di Palermo normanna.

Itinerario arabo-normanno
Chiesa di San Giovanni degli Eremiti Palermo

Chiesa di San Giovanni degli Eremiti


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66
67

Chiesa di San Giovanni degli Eremiti Palermo


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Chiesa di San Giovanni degli Eremiti


Via dei Benedettini, 20 - 90134 Palermo

COME ARRIVARE

Dall’aeroporto in auto: A29 dir/E933 – Viale Regione Siciliana –


Corso Calatafimi – Piazza Indipendenza.

Dal porto: Bus Linea 107 fermata Crispi – Capitaneria


fino alla Stazione Centrale.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Bus Linea 109 o la navetta gratuita fino
a fermata Tukory – Filiciuzza.

Dal Politeama: Bus Linea 108 da Via Turati fino a fermata Piazza
Indipendenza, oppure Linea 104 da fermata Piazza Politeama fino
a fermata Piazza Indipendenza.

ORARI DI VISITA

Dal lunedì al sabato: 9.00 – 19.00


Domenica e festivi: 9.00 – 13.30

ITINERARIO MONUMENTALE (CHIOSTRO – CHIESA – SALA ARABA)


Ingresso a pagamento.

69
INFO E PRENOTAZIONI

www.regione.sicilia.it/beniculturali
+39 091 6515019

Accessibilità.

Chiesa di San Giovanni degli Eremiti


CHIESA
DI SANTA MARIA
DELL'AMMIRAGLIO
Santa Maria dell’Ammiraglio
è di certo l’esempio più
bizantino calato tra elementi
autenticamente islamici.
03

La chiesa venne edificata


prima del 1143 da Giorgio
d’Antiochia (morto nel
1151), Grande Ammiraglio
del Regno di Sicilia sotto
Ruggero II.

La parte originaria è a pianta a croce inscritta


triabsidata, coperta da una cupola centrale su tamburo
ottagonale, retto da quattro colonne collegate da
archi. I bracci della croce sono coperti da volte a botte,
e le quattro campate angolari quadrate da volte
a crociera. In origine si accedeva alla chiesa da un
portico e dal campanile, visibile ancora oggi, che
presenta due ordini inferiori ornati da tarsie in pietra
lavica con poligoni stellati di derivazione islamica,
e due ordini superiori arricchiti
da numerose colonnine che creano un delicato
effetto di chiaroscuri. L’interno della chiesa antica
è decorato da mosaici di squisita fattura: il ciclo
pittorico (realizzato tra il 1143 e il 1148) è uno
dei migliori esempi di mosaico bizantino sotto
la dinastia regnante dei Comneni.

Nella sommità della cupola,


il Cristo Pantocratore, circondato da quattro
angeli in adorazione.

Alla base della cupola si trova un fregio in legno


di abete con dipinta un’iscrizione in arabo, la
lingua madre del committente dell’opera, che reca
72 un inno della liturgia bizantina. Nel tamburo sono
gli otto profeti e nelle nicchie angolari i quattro
evangelisti. Il tamburo ospita gli otto Profeti e le
nicchie angolari, i quattro Evangelisti. Il resto della
decorazione celebra la Vergine, alla quale la chiesa
è dedicata. I due pannelli a mosaico che raffigurano
Giorgio di Antiochia ai piedi della Vergine e
Ruggero II incoronato da Cristo, in origine erano
situati nel Nartece (parte riservata ai catecumeni),
distrutto nel 1588, mentre agli ultimi decenni
del ‘600 risale, invece, l’abbattimento dell’abside
centrale, sostituita dall’attuale cappellone
quadrato coperto dalla cupola.

Itinerario arabo-normanno
Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio Palermo

Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio


73
74
Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio Palermo
76

Itinerario arabo-normanno
Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio Campanile, Palermo
Il pavimento in marmo in opus sectile,
ben conservato, rispecchia fedelmente
i modelli bizantini, pur sotto
l’influenza islamica.

La chiesa, restaurata tra il 1870 e il 1873 da


Giuseppe Patricolo, è oggi intitolata a San Nicolò
dei Greci, sede della concattedrale dell’Eparchia
di Piana degli Albanesi e punto di riferimento della
comunità di fedeli di rito greco-ortodosso.

77

Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio


78

Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio


Piazza Bellini - 90133 Palermo

COME ARRIVARE

Dall’aeroporto in auto: A29 dir/E933 – Viale Regione Siciliana –


Corso Calatafimi – Piazza Verdi Teatro Massimo.

Dal porto: Bus Linea 107 fermata Crispi-Capitaneria


fino alla Stazione Centrale.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Navetta gratuita fino a fermata Piazza
Pretoria o le Linee 101, 102 fino a fermata Roma-Lattarini.
Proseguire a piedi verso Discesa dei Giudici.

Dal Politeama: Bus Linea 101 o 102 fermata Roma-Lattarini.


Proseguire a piedi verso Discesa dei Giudici.

ORARI DI VISITA

Dal lunedì al sabato: 9.30 – 13.00 / 15.30 – 17.30


Domenica: 9.00 – 10.30
Festivi infrasettimanali: 10.30 – 13.00

Ingresso a pagamento.

79
INFO E PRENOTAZIONI

www.museodiocesanopa.it
+39 345 828 8231

Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio


CHIESA
DI SAN CATALDO
La chiesa di San Cataldo
è un capolavoro
architettonico e simbolico,
a cui lavorarono maestranze
islamiche, ma secondo criteri
romanico-occidentali.
04

In origine era la cappella


di un complesso di edifici,
oggi scomparsi, di Maione
da Bari, Gran Cancelliere e in
seguito Grande Ammiraglio
del regno sotto re Guglielmo I,
dal 1154 al 1160.
Pura ed elegante, si presenta animata da arcate cieche
a rincasso che inquadrano le tre monofore aperte
su ciascun lato. La sola abside maggiore è sporgente
e alta quanto tutto l’edificio. Il coronamento della
chiesa è costituito da una cimasa a traforo di tipo
82

Itinerario arabo-normanno
Chiesa di SanCataldo Palermo
fatimide al di sopra della quale spiccano le tre
cupolette che coprono la nave centrale, impostate
su di un basso tamburo continuo in cui si aprono
piccole finestre. L’interno rettangolare, dove sono
presenti quattro colonne, è scandito dalle tre cupole
che individuano le tre campate quadrate della navata
centrale. Le brevi navatelle laterali sono coperte da
volte a crociera.

Le pareti nude, prive di qualsiasi decorazione,


esaltano la nitidezza architettonica della
chiesa, ingentilita dalle colonnine angolari
del santuario e dagli archi a sesto acuto retti
da colonne e capitelli.
83

A rendere ancor più preziosa la chiesetta, contribuisce


il pavimento in opus sectile: unico esempio dell’epoca
di Guglielmo I, racconta virtualmente la nuova
corrente promossa da Ruggero II, che volle artigiani
islamici capaci di interpretare in modo nuovo ed
originale la tradizione orientale di matrice bizantina.
La chiesa, inglobata nel corso dei primi anni del XIX
secolo in una struttura neoclassica, sede della Regia
Posta cittadina, tra il 1881 e il 1885 venne restaurata
dall’architetto Giuseppe Patricolo che, seguendo
i criteri di un restauro filologico, decise di “liberare”
l’edificio originario dai volumi aggiunti nel tempo.
Divenuta uno dei posti più visitati dai turisti, dal
1937 San Cataldo appartiene all’Ordine Equestre dei
Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Chiesa di San Cataldo


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Chiesa di San Cataldo e Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio Palermo


86

Chiesa di San Cataldo


Piazza Bellini - 90133 Palermo

COME ARRIVARE

Dall’aeroporto in auto: A29 dir/E933 – Viale Regione Siciliana –


Corso Calatafimi – Piazza Verdi Teatro Massimo.

Dal porto: Bus Linea 107 fermata Crispi-Capitaneria


fino alla Stazione Centrale.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Navetta gratuita fino a fermata Piazza
Pretoria o le Linee 101, 102 fino a fermata Roma-Lattarini.
Proseguire a piedi verso Discesa dei Giudici.

Dal Politeama: Bus Linea 101 o 102 fermata Roma-Lattarini.


Proseguire a piedi verso Discesa dei Giudici.

ORARI DI VISITA

Orario estivo / tutti i giorni: 9.00 – 19.00


Orario invernale / tutti i giorni: 9.00 – 18.00

Ingresso a pagamento.

INFO E PRENOTAZIONI 87

www.museodiocesanopa.it
+39 091 7853197

Chiesa di San Cataldo


CATTEDRALE
DI PALERMO
Tradizione vuole che
la Cattedrale di Palermo,
dedicata alla Vergine
Assunta, sorga su una
prima basilica cristiana
del VI sec.
05

Trasformata poi in moschea


sotto la dominazione
islamica, nel 1072 venne
restituita al culto cristiano
da Roberto e Ruggero
d’Altavilla.
All’arcivescovo Gualtiero si deve la ricostruzione
dell’edificio normanno, tra il 1169 e il 1185, anno
della consacrazione. L’edificio ha un impianto
basilicale a tre navate sul quale s’innesta un ampio
santuario, ampliato da una spaziosa campata
antistante. All’esterno, sul fianco meridionale,
un ampio portico in stile gotico-catalano eretto
intorno al 1465. La facciata sud-occidentale risale
ai secoli XIV-XV, mentre il gruppo di campanili
neogotici che svettano sulla torre campanaria,
sono stati realizzati tra il 1840 e il 1844.

Il sistema decorativo a tarsie laviche,


con motivi ornamentali di gusto islamico,
ricopre sia i muri esterni della Cattedrale
che le absidi, ed è in buona parte originale
del XII secolo.

La chiesa risulta oggi divisa in tre navate


da pilastri che sostengono volte a botte, con una
cupola nel punto di incrocio tra il transetto
90 e la navata centrale, realizzata dal regio architetto
Ferdinando Fuga tra il 1781 e il 1801.
Nelle prime due cappelle della navata meridionale
si trovano le tombe degli imperatori e dei reali
normanno-svevi di Sicilia: Costanza II d’Aragona,
moglie di Federico II; Enrico VI; Federico II;
Pietro II d’Aragona; Ruggero II.
A differenza di altri esempi di costruzioni normanne,
l’interno della Cattedrale voluta da Gualtiero
è spoglio, senza decorazioni, sia pittoriche
sia musive.

Itinerario arabo-normanno
Cattedrale di Palermo Tomba a baldacchino di Federico II

Cattedrale di Palermo
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93

Cattedrale di Palermo Prospetto esterno, lato meridionale


94

Itinerario arabo-normanno
Cattedrale di Palermo Mosaico della Vergine con il bambino
Dietro il lato destro del transetto,
è visitabile il Tesoro della Cattedrale:
tra i pezzi più preziosi, la corona
di Costanza d’Aragona.

Dal lato sinistro si accede invece alla cripta, che


secondo alcuni studiosi risale al sec. VI e soltanto
in seguito fu modificata dai normanni. Le uniche
testimonianze pittoriche superstiti della fabbrica
gualteriana consistono in un mosaico raffigurante
la Vergine con il bambino tra angeli, posto nella
nicchia al di sopra del portale lungo il fianco
meridionale della Cattedrale, e nei residui della
decorazione pittorica di fattura islamica del soffitto
ligneo originario, confinato nel sottotetto dopo 95

le ristrutturazioni tardo settecentesche, con motivi


decorativi ad andamento geometrico, animali
fantastici e croci inscritte in un clipeo.
Divisa in due navate con volte a crociera sostenute
da quattordici colonne, quasi tutte in granito egizio,
ospita ventitré tombe di età romana e medievale
con le spoglie degli arcivescovi della cattedrale.

Cattedrale di Palermo
96
97

Cattedrale di Palermo Prospetto esterno, lato meridionale


98

Cattedrale di Palermo
Via Vittorio Emanuele, 90040 Palermo

COME ARRIVARE

Dall’aeroporto in auto: A29 dir/E933 – Viale Regione Siciliana –


Corso Calatafimi – Piazza Indipendenza.

Dal porto: Bus Linea 107 fermata Crispi-Capitaneria


fino alla Stazione Centrale.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Navetta gratuita fino a fermata
Bonello-Cattedrale; oppure bus Linea 109 fino alla fermata
Piazza Indipendenza.

Dal Politeama: Bus Linea 108 da via Turati o Linea 104


da Piazza Politeama fino a fermata Piazza Indipendenza.

ORARI DI VISITA

CATTEDRALE
Orario estivo / dal lunedì alla domenica: 7.00 – 19.00
Orario invernale / dal lunedì al sabato: 7.00 – 19.00; domenica:
8.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00

Ingresso chiesa gratuito.

AREA MONUMENTALE (TOMBE REALI, TESORO, ABSIDE SETTENTRIONALE


E SOTTERRANEI, CRIPTA E TETTI) 99
Orario estivo / dal lunedì al sabato: 9.00 – 18.00; domenica: 10.00 – 18.00
Orario invernale / dal lunedì al sabato: 9.00 – 14.00; domenica: 9.00 – 13.00

Ingresso a pagamento.

INFO E PRENOTAZIONI

www.cattedrale.palermo.it Accessibilità.
tourcattedrale@diocesipa.it
+39 329 3977513 / +39 091 334373

Cattedrale di Palermo
PALAZZO
DELLA ZISA
al-Azīz, “il glorioso”,
“lo splendido”, il palazzo
che era il cuore sontuoso
del Genoardo.
06

Il meraviglioso parco colmo


di alberi da frutto, peschiere,
padiglioni, bacini d’acqua,
che si estendeva
da Altofonte alle mura
di Palazzo Reale

Fondata da re Guglielmo I il Malo nel 1165


e completato dal figlio, Guglielmo II, il Buono, la Zisa
è un sorprendente esempio di architettura palaziale
islamica-fatimide. Fuori le mura dell’antica Palermo,
faceva parte del Genoardo (dall’arabo Jannat al-ar,
“giardino” o “paradiso della terra”) che, ispirandosi
ai giardini islamica, abbracciava dall’esterno la città
normanna. Nel tardo medioevo fu trasformata in
fortezza e restò abbastanza simile fino al 1635-36,
quando Giovanni de Sandoval e Platamone, cavaliere
dell'Alcantara, marchese di San Giovanni la Mendola,
príncipe di Castelreale, signore della Mezzagrana
e della Zisa, acquistò il palazzo normanno e lo
rimaneggio’ pesantemente, aggiungendo un altro
piano. Passerà nell’Ottocento ai principi Notarbartolo,
poi a metà Novecento sarà espropriata dallo Stato. Nel
1971 il famoso crollo e l’inizio del recupero dovuto
alla passione di Giuseppe Caronia.

L’edificio, a pianta rettangolare con


due avancorpi turriti, si sviluppa su tre livelli,
marcati da sottili cornici e da archi ciechi
a rincasso che inquadrano le finestre
(oggi rettangolari, originariamente bifore).
102

Chiude il palazzo, in alto, una fascia con epigrafe in


arabo, oggi frammentaria a causa dei tagli realizzati
in epoca moderna per ottenere la merlatura.
Al pianterreno, la «sala della fontana», a iwan di
tipo islamico, è aperta sul lungo vestibolo attraverso
un ampio arco ogivale sorretto da colonne. Tutta
la sala è decorata con mosaici e tarsie marmoree in
opus sectile. Sul lato occidentale, sopra la fontana
si trova un pannello musivo che raffigura arcieri
e pavoni, raro esempio di mosaico bizantino con
temi profani e iconografie islamiche. Al di sotto
del mosaico si trova una nicchia da cui un tempo
sgorgava l’acqua della fontana, che scivolava lungo
una lastra marmorea (sadirwan) decorata con un
motivo achevron e si riversava in una canaletta

Itinerario arabo-normanno
Palazzo della Zisa (dettaglio) Palermo

Palazzo della Zisa


103
104
105

Palazzo della Zisa Prospetto orientale, Palermo


106

Itinerario arabo-normanno
Palazzo della Zisa Sala della Fontana, Palermo
aperta sul pavimento; in origine ospitava un atrio
quadrato scoperto con al centro un impluvium, di cui
si conservano ancora le tracce.

A settentrione del Palazzo sorge isolata


la cappella, oggi inglobata in edifici moderni:
dedicata alla SS. Trinità, è ad un’unica navata
coperta con volte a crociera e un presbiterio
sovrastato da una cupola.

All’interno della Zisa, oggi Museo d’Arte Islamica,


è conservata la “Lapide Quadrilingue”, una lapide
marmorea di forma esagonale con una croce centrale
in opus sectile che riporta un’iscrizione in tre diverse
lingue (latina, greca, araba) eseguita per il sepolcro 107

di Anna (morta nel 1149), madre di Grisanto, prelato


di corte: una testimonianza unica al mondo di quel
sincretismo.

Palazzo della Zisa


108
Palazzo della Zisa (dettaglio) Palermo
110

Palazzo della Zisa


 Piazza Guglielmo il Buono, 90135 Palermo

COME ARRIVARE

Dall’aeroporto in auto: A29 dir/E933 – Viale Regione Siciliana –


Piazza Noce – Palazzo della Zisa.

Dal porto: Bus Linea 107 da fermata Crispi-Capitaneria


fino alla Stazione Centrale.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Bus Linea 124 fino a fermata
L’Emiro – Guerrazzi.

Dal Politeama: Bus Linea 124 dalla fermata Sturzo-Politeama


fino alla fermata L’Emiro-Guerrazzi.

ORARI DI VISITA

Dal lunedì al sabato: 9.00 – 19.00


Domenica e festivi: 9.00 – 13.30

Ingresso a pagamento.

INFO E PRENOTAZIONI
111
www.coopculture.it
palazzodellazisa@coopculture.it
+39 091 7489995

Palazzo della Zisa


PONTE
DELL'AMMIRAGLIO
Il Ponte dell’Ammiraglio,
edificato sotto Ruggero
II (1130-1154), è una
importante testimonianza
di architettura civile di età
normanna.
07

Allo stesso tempo è anche


uno dei massimi prodotti
d’ingegneria medievale
in area mediterranea.

Il Ponte dell'Ammiraglio è interamente costruito


in pietra da taglio, notevole per le dimensioni,
straordinarie per l’epoca. Deve il suo nome al
fondatore Giorgio di Antiochia, ammiraglio del regno
al servizio del re Ruggero II dal 1125 e fondatore
della chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio.
Il ponte - che in origine attraversava il fiume Oreto
- fu eretto fuori dalla cinta muraria della città
normanna, in prossimità della porta di Termini.
Nel 1938, a causa dei continui straripamenti,
il corso del fiume venne definitivamente deviato
lasciando il ponte all’asciutto. Oggi l’alveo originale
è sostituito da un giardino.
La costruzione, parzialmente interrata, è circoscritta
in un’area recintata, circa tre metri sotto l’attuale
piano stradale. Presenta una configurazione
a “schiena d’asino”, con due rampe simmetriche
rette da sette campate ad arco ogivale e ghiere
a rincasso. Le arcate sono scandite da sei massicci
piloni dotati a loro volta di aperture a sesto acuto
in modo da ridurre la spinta del fiume in piena.

L’intera struttura è realizzata in conci regolari


114 di calcarenite, e richiama per tecnica
costruttiva e morfologica, una tipologia
diffusa in area maghrebina e presente in Sicilia
in altri ponti similari di età medievale ancora
oggi esistenti.

Sul Ponte dell’Ammiraglio, il 27 maggio dell'anno


1860, le truppe garibaldine provenienti da Gibilrossa
si scontrarono con le armate borboniche, che
dovevano impedire l’accesso dei Mille in città.
Lo scontro passò alla storia come la famosa
“Battaglia di Ponte dell’Ammiraglio”.

Itinerario arabo-normanno
Ponte dell'Ammiraglio Palermo

Ponte dell'Ammiraglio
115
116
117

Ponte dell'Ammiraglio Palermo


118

Ponte dell'Ammiraglio
Corso dei Mille (civico dal 399 al 409) - 90123 Palermo

COME ARRIVARE

Dall’aeroporto in auto: A29 dir/E933 – Viale Regione Siciliana –


Via Belgio – Foro Italico Umberto I – Ponte dell'Ammiraglio.

Dal porto: Bus Linea 107 dalla fermata Crispi-Capitaneria


fino alla Stazione Centrale.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Tram Linea 1 fino a fermata
Ponte dell'Ammiraglio.

Dal Politeama: Bus Linea 101 o 102 dalla fermata di via Turati fino alla
Stazione Centrale.

Luogo pubblico. Ingresso gratuito senza limiti di orario.

119

Ponte dell'Ammiraglio
CASTELLO A MARE
Nei pressi del porto della
città di Palermo, sul molo
trapezoidale settentrionale
della Cala, sorgono i resti
del Castello a Mare.
08

Si tratta del più importante


baluardo difensivo
del porto di Palermo fino
al XX secolo.

La sua esistenza è ampiamente attestata dalle fonti


di epoca normanna, che descrivono il Castellum
Maris ricco di muraglie e torri, ricordandolo con
l’attributo di “antico” (vetus) e “inferiore” (inferior)
per distinguerlo dal “nuovo” e “superiore”Palazzo
Reale. La costruzione, tuttavia, non è da escludere
possa risalire o essere sorta su preesistenze di età
islamica, ipotesi che, tuttavia, rimane ancora da
verificare. Recenti indagini archeologiche, condotte
nei pressi del cosiddetto “mastio arabo-normanno”,
hanno riportato alla luce alcuni resti di sepolture
di tipo musulmano, che lascerebbero supporre
l’esistenza di un insediamento in questo luogo
in epoca pre-normanna; inoltre, appare molto
significativa in tal senso la presenza di una torre
settentrionale a guardia del porto di Palermo in
una carta risalente alla prima metà del secolo XI,
dove esso è difeso a settentrione e a meridione da
due torri indicate con l’appellativo di “torri della
catena” per l’uso di tendere tra le due torri una
grande catena a chiusura del porto.

Fino al 1923 la fortezza presentava una cinta


muraria quadrangolare bagnata dal mare
su due lati, che racchiudeva al suo interno
122 un vasto complesso architettonico composto
da una torre Mastra e dai cinquecenteschi
bastioni a punti di lancia.
Tra questi si trovava la quattrocentesca porta
d’accesso principale rinserrata tra due torri a pianta
poligonale, oltre a un palazzetto e a una chiesa
cinquecenteschi.
Quest’ultima, verosimilmente edificata in età
normanna, fu elevata a parrocchia a partire dal
1580 sotto il titolo di San Giovanni Battista e di San
Silvestro e andata distrutta nel 1922.
Altre due chiese sorgevano nelle immediate
vicinanze della fortezza: la chiesa di San Pietro
la Bagnara - situata verso la città ed edificata
da Roberto il Guiscardo dopo la presa di Palermo

Itinerario arabo-normanno
Castello a Mare Palermo

Castello a Mare
123
da parte dei Normanni (demolita nel 1834 per
esigenze strategico-militari) - e la chiesa di Santa
Maria di Piedigrotta, situata dal lato della Cala
e fondata nel 1564 (distrutta, invece, a causa dei
bombardamenti alleati di Palermo nel 1943).
Tra il 1922 e il 1923l’intera struttura fu oggetto
di pesanti demolizioni, realizzate al fine di
recuperare terreno per l’ampliamento delle strutture
del porto di Palermo. Rimasero in piedi soltanto
il corpo d’ingresso quattrocentesco, le basi dei
bastioni cinquecenteschi e parte della torre mastra.
Quest’ultima venne restaurata e consolidata ad
opera di Francesco Valenti tra il 1924 e il 1935. Si
tratta di un torrione, probabilmente il mastio, con
un vano centrale quadrato che presenta delle nicchie
124 semicilindriche su tre lati. Il muro a scarpa nella
parte inferiore della torre venne costruito a scopi
difensivi presumibilmente nel XIII secolo, durante
il regno dell’imperatore Federico II di Svevia, insieme
a due garitte, una sul fronte settentrionale e una
su quello occidentale, ancora oggi esistenti.

Le porzioni medievali delle murature


si distinguono per la presenza di piccoli
conci e di un arco ogivale sul fronte orientale,
oggi murato.

Le porzioni moderne sono caratterizzate, invece,


dall’impiego di grandi conci. La cinta muraria
quadrangolare, più ampia rispetto a quella

Itinerario arabo-normanno
medievale, fu realizzata nel XVI secolo, quando
la torre subì la demolizione della porzione superiore
e fu inglobata in una più grande struttura
turriforme. In seguito ai bombardamenti della
Seconda Guerra Mondiale, la torre subì il crollo
parziale di una parte delle strutture superiori.
Si trattava di un arco a rincasso con ghiera
a raggiera che racchiudeva una finestra ogivale
in alto e una porta con architrave in basso, secondo
una soluzione già presente in altri edifici palaziale
palermitani quali il castello della Favara, lo Scibene,
la Zisa e la Cuba.

125

Castello a Mare
126

Castello a Mare
Via Crispi (ingresso via Filippo Patti) 5 90133 – Palermo

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana – uscita


via Belgio – via Del Fante (Stadio) – via Sampolo – Via Francesco
Crispi – Castello a Mare

Dalla Stazione Centrale: Bus Linea 107 fino a fermata


Crispi – XIII Vittime.

Itinerario arabo-normanno
Dal Politeama: Bus Linea 812 da fermata Politeama fino a fermata
Crispi – Piazza XII Vittime.

ORARI DI VISITA

Dal martedì al sabato: 9.00 – 19.00


Lunedì: chiuso

Ingresso a pagamento.

INFO E PRENOTAZIONI

www.regione.sicilia.it/beniculturali
poloarcheologico.pa@regione.sicilia.it

127

Castello a Mare
PALAZZO E PARCO
DELLA FAVARA
O DI MAREDOLCE
Già nel nome,
“Maredolce”, il Palazzo della
Favara è affascinante.
09

Sollazzo dei re, luogo


in cui la natura abbracciava
la corte, che spesso
soggiornava in riva alla
delicata peschiera dove
abitavano esemplari
provenienti dai luoghi
più diversi.

Il palazzo sorge a sud-est di Palermo alle pendici


del monte Grifone e prende il nome da una sorgente
che scaturiva dalle falde, in arabo fawwarah
(sorgente d’acqua). Il palazzo sorgeva al centro
di splendidi giardini che facevano parte del
cosiddetto “Parcus Vetus” (Parco Vecchio), tra
numerosi corsi d’acqua, alimentati dalle sorgenti
del Grifone. Maredolce è una rara testimonianza
storico-ambientale di parco suburbano su modello
arabo-persiano, affine alla tipologia dell’àgdal.

Fantasticamente cantato dal poeta arabo


Abd-al-Rahman, descritto da Beniamino
da Tudela, citato da Ibn Giubayr e poi descritto
dal Fazello, il complesso di Maredolce, edificato
da Ruggero II nel corso del suo regno
(1130-1154), fu certamente il più decantato
tra i “sollazzi” regi palermitani, un giardino-
paradiso dove l’equilibrio tra il verde,
l’acqua e l’architettura raggiungeva
una perfetta armonia.
130

Acquisito a partire degli anni ’90 del secolo scorso


dalla Regione Siciliana, il palazzo è stato via via
restaurato per liberare le strutture medievali dalle
moderne costruzioni abusive che ne avevano
occultato il cortile interno. Indagini archeologiche
realizzate nell’area del palazzo, hanno permesso
di accertare preesistenze di età islamica (X-XI
secolo). Il palazzo di Maredolce costituisce uno dei
capisaldi dell’architettura arabo normanna in Sicilia
e rappresenta l’unico complesso normanno in cui
si può ancora riconoscere il rapporto architettura-
paesaggio: ha forma rettangolare e presenta una
rientranza nell’angolo est. L’intera costruzione
si sviluppa attorno a un cortile pressoché
quadrangolare, in origine circondato sui lati da un

Itinerario arabo-normanno
portico di cui rimangono le tracce delle volte lungo
le pareti. L’esterno del palazzo è, invece, un blocco
volumetrico costituito da un basamento di grossi
blocchi in tufo disposti su otto filari nel prospetto
nord-ovest e tre negli altri. Il lato d’ingresso al
palazzo è situato sul fronte nord-ovest, ove si
aprono quattro porte che permettono di accedere al
cortile interno, alla cappella del palazzo e a quella
che si ritiene essere la Sala del Trono: un ambiente
vasto che presenta nella parete di fondo un leggero
restringimento con un rincasso agli angoli mentre,
alla sommità, una cornice sporgente sormontata da
resti di muqarnas.
Il fronte sud-est un grande varco che si apriva
verosimilmente sulla peschiera di Maredolce,
un grande bacino, arginato a nord e ad est da una 131

diga realizzata con grossi conci di tufo rivestiti


con una malta idraulica a cocciopesto, ancora oggi
visibile; al centro un’isola coltivata ad agrumi,
che con l’azzurro delle acque del lago creavano
particolari effetti cromatici.

Palazzo e Parco della Favara


132
133

Castello della Favara Palermo


134

Palazzo e Parco della Favara


Vicolo del castellaccio 21/23 (traversa via Giafar) 90123
Palermo

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana – uscita


via Emiro Giafar vicolo del Castellaccio – Castello di Maredolce

Dal porto: Bus Linea 107 fino a fermata Crispi – Capitaneria fino
alla Stazione Centrale.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Tram Linea 1 fino a fermata Missori, poi
cambio con Linea 212 da fermata D'Aosta – Dei Mille fino a fermata Conte
Federico – Giafar.

Dal Politeama: Bus Linea 101 o 102 fino alla Stazione Centrale.

ORARI DI VISITA

Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato: 9.00 – 13.00


Martedì: 9.00 – 18.30
Domenica: chiuso

Ingresso gratuito.

INFO E PRENOTAZIONI 135

www.regione.sicilia.it/beniculturali Accessibilità.
+39 333 153 1785

Palazzo e Parco della Favara


CHIESA
DI SANTA MARIA
MADDALENA
La chiesa, dedicata oggi
ai carabinieri morti durante
i conflitti, fu voluta
dall’arcivescovo Gualtiero.
10

Sorge nel cuore del Cassaro,


all’interno dell’antica
Galka, in cui dal XVII secolo
venne impiantato un vasto
complesso militare,
la Caserma Bonsignore, oggi
sede del Comando della
Legione Carabinieri Sicilia
in Corso Vittorio Emanuele.

La chiesetta, di modeste dimensioni, presenta


un’architettura cristallina che risponde perfettamente
ai canoni dello stile arabo-normanno del XII secolo. La
sua nascita è connessa ai lavori di costruzione
della nuova Cattedrale, voluta dall’arcivescovo
Gualtiero: il prelato pensò di edificare la piccola
cappella per ospitare, durante i lavori della nuova
fabbrica, le tombe reali fino ad allora inserite
nella cappella della Maddalena dell’antica
cattedrale. Santa Maria Maddalena nascerebbe
quindi tra il 1184 (richiesta avanzata
dall’arcivescovo alla Corona per l’abbattimento
della cappella nella Cattedrale) e il 1187 (prima
attestazione della chiesa).

Nel 1891, grazie ad un decreto regio


venne dichiarata “monumento nazionale”
e quindi restaurata dall’architetto
138 Giuseppe Patricolo.

Ulteriori restauri sull’edificio furono condotti


negli anni ’40 del secolo scorso,quando venne
liberato dalle strutture moderne restituendo
la piena leggibilità della sua facies medievale.

All’esterno la chiesa presenta


forme ben definite, caratterizzate
da apparecchi murari ottenuti mediante l’uso
di piccoli conci isodomi ben squadrati.
La facciata, alterata rispetto all’aspetto originario, presenta
un portale di accesso cinquecentesco, che in origine doveva
essere a sesto acuto, verosimilmente marcato dai caratteristici

Itinerario arabo-normanno
Chiesa di Santa Maria Maddalena Palermo

Chiesa di Santa Maria Maddalena


139
140

Itinerario arabo-normanno
Chiesa di Santa Maria Maddalena Palermo
rincassi, e conserva la torre campanaria medievale,
cui si accede attraverso una porticina sul muro
meridionale, vicino la controfacciata.

L’interno richiama la planimetria della


chiesa di San Cataldo ed è ottenuto mediante
quattro colonne che reggono le arcate
archiacute che separano la navata centrale
dalle laterali.

Notevoli sono i capitelli, esempio raffinato della


plastica scultorea del XII secolo, così come
l’espediente dell’accorciamento del passo delle
arcate procedendo dalla facciata verso l’abside, 141

per creare un effetto di lunghezza delle navate.


Quest'ultime, coperte da un soffitto ligneo
a travatura (quello della navata centrale più alto)
e concluse da tre absidi, sono caratterizzate dalle
consuete colonnine entro nicchie angolari.
Le navate sono divise dal presbiterio triabsidato
da un transetto che in origine presentava una cupola,
oggi sostituita da un soffitto piano. Il sistema del
tamburo posto sotto la cupola è ottenuto mediante
nicchie angolari semplici, senza ghiere degradanti a
rincasso. Dalla fine degli anni ’40 del secolo scorso
la chiesa di Santa Maria Maddalena è stata dedicata
a tempio commemorativo dei Carabinieri siciliani
caduti in guerra.

Chiesa di Santa Maria Maddalena


142

Chiesa di Santa Maria Maddalena


Via Vittorio Emanuele, 469, 90134 Palermo
Presso la Caserma Bonsignore, sede del Comando della Legione
Carabinieri Sicilia.

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana – uscita


Corso Calatafimi – Via Vittorio Emanuele – Chiesa di Santa Maria
Maddalena

Dal porto: Bus Linea 107 fino a fermata Crispi – Capitaneria fino
alla Stazione Centrale.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Bus Linea 109 fermata Piazza Indipendenza.
o navetta gratuita fino a fermata Corso Vittorio Emanuele
(Villa Bonanno).

Dal Politeama: Bus Linea 108 da via Turati fino alla fermata Piazza
Indipendenza. Linea 104 da fermata Politeama fino alla fermata Piazza
Indipendenza.

INFO E PRENOTAZIONI

+39 091 588 333 / +39 091 261 111 Accessibilità.

Sito in zona militare, è aperto e visitabile


in occasione di eventi celebrativi.

143

Chiesa di Santa Maria Maddalena


LA CUBA
All’interno del parco del
Genoardo, c’era un piccolo
e freschissimo padiglione
dove il re normanno
trascorreva brevi soggiorni
di riposo.
11

Lì assisteva a feste, danze


ed altre cerimonie.

La Cuba è stata per molto tempo ritenuta una


costruzione di epoca araba, tesi smentita dalla
traduzione di Michele Amari, avvenuta nel 1849,
dell’iscrizione araba scolpita a coronamento del
palazzo dove si riporta il nome di re Guglielmo II -
indicato come costruttore dell’edificio - e la data
del 1180: è quindi una delle ultime architetture
dell’età normanna.
La costruzione si presenta come un compatto
parallelepipedo a pianta rettangolare, lungo
31 metri, largo 16,80 metri e alto altrettanto,
orientato sull’asse ovest-est e caratterizzato
da quattro corpi aggettanti al centro di ogni lato.
146

Itinerario arabo-normanno
La Cuba Palermo
All’esterno è scandita da slanciate arcate cieche
a forma leggermente acuta ricavate all’interno della
muratura con precisi ritmi, alternate e segnate dalla
presenza di monofore e bifore, aperte nella zona
inferiore, chiuse in quella superiore. Un sistema,
questo, pensato per permettere la circolazione
interna di aria fresca.

L’ingresso dell’edificio, che era bagnato per


tre lati da un ampio bacino d’acqua di forma
rettangolare, attestato ancora nel XVI secolo,
doveva trovarsi sul lato occidentale.

148 All’interno, tre ambienti allineati e comunicanti tra


loro, di cui uno centrale più ampio e due laterali.
La sala centrale doveva presentare in origine
quattro colonne poste agli angoli, sulle quali
poggiavano quattro alte arcate a sesto acuto che
delimitavano un cortile centrale aperto, di forma
quadrata. Gli scavi condotti nel 1936 hanno
riportato alla luce i resti di un impluvium a forma
di stella a otto punte, parte di un pavimento
originario, e un frammento di mosaico pavimentale.
Nella nicchia della parete meridionale della sala
si trovano, invece, i resti della decorazione
a muqarnas in stucco, che presenta un motivo con
un fitto intreccio di fettucce ed elementi fitomorfi.
Alla sala centrale si affiancano in simmetria i due
ambienti laterali ad iwan, di cui quello occidentale

Itinerario arabo-normanno
articolato in tre sezioni, una centrale di forma
quadrata coperta con volta a crociera, due vani
rettangolari, in origine con colonnine entro
nicchie angolari, oggi scomparse. Nel corso del
tempo l’edificio ha subito diverse manomissioni
e trasformazioni, conseguenza delle sue diverse
destinazioni d’uso, ma anche diversi restauri,
di cui quelli più consistenti dell’architetto Francesco
Valenti negli anni Trenta del secolo scorso.

149

La Cuba
150
La Cuba Palermo
152

La Cuba
Corso Calatafimi 100, 90129 Palermo

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana – uscita


corso Calatafimi – La Cuba.

Dal porto: Bus Linea 107 da fermata Crispi – Capitaneria fino


alla Stazione Centrale.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Bus Linea 109 o navetta gratuita fino
a fermata Piazza Indipendenza, cambio con linea 389 o 309 fermata
Cuba.

Dal Politeama: Bus Linea 101 o 102 da fermata Politeama fino


alla Stazione Centrale.

ORARI DI VISITA:
Dal martedì al sabato: 9:30 – 18:00
Domenica e festivi: 9:30 – 13:30

Ingresso a pagamento.

INFO E PRENOTAZIONI
153
www.regione.sicilia.it/beniculturali
+39 091 7071425

La Cuba
CHIESA DELLA
SS. TRINITÀ
ALLA MAGIONE
Dimora dei cavalieri Teutonici,
la chiesa deve il suo
nome all’essere stata Mansio
dell’Ordine.
12

Venne fondata intorno al 1191


sui resti di una preesistente
fabbrica, come confermano
ritrovamenti archeologici.

Furono gli interventi dell'architetto Valenti, tra il 1920


e il 1925, a recuperare l’aspetto originario dell’edificio,
malgrado il sacrificio di alcuni elementi originali.
Gli ultimi restauri giunsero per riparare i danni dei
bombardamenti americani del ‘43 che la danneggiarono
pesantemente. La chiesa della Santissima Trinità
rappresenta uno degli ultimi prodotti dell’architettura
arabo-normanna e risente della grande esperienza della
Cattedrale, da poco compiuta. L’esterno è caratterizzato
da un rigoroso ordine stereometrico ravvivato
da nicchie cieche con ghiere degradanti che incorniciano
le monofore. La facciata, estesamente restaurata,
conserva tre portali archiacuti decorati. La pianta ha
156

Itinerario arabo-normanno
Chiesa dElla SS. Trinità alla Magione Palermo
forma basilicale a tre navate, di cui quella centrale si
chiude su un’abside semicircolare che si pronuncia
anche all’esterno, mentre le absidi laterali della protesi
e del diaconico restano quasi inglobate nello spessore
murario. La zona presbiteriale è leggermente rialzata
rispetto al corpo delle navate, e dotata di grandi archi
acuti impostati su pilastri, ai quali sono appoggiate
colonnine. Le absidi sono introdotte da colonnine entro
nicchie angolari, che in quella centrale si sovrappongono
in triplice ordine.

Alcuni studiosi hanno messo in evidenza


come, pur essendo la chiesa risultato
di influenze artistiche locali, si sviluppa in
altezza in una maniera accentuata e insolita 157
rispetto alla tradizione arabo-normanna.

La copertura a capriate è oggi ricostruita secondo


la conformazione originaria, conservando parti lignee
originali decorate con pitture islamiche e iscrizioni
augurali. Nel locale adiacente alla chiesa, battistero
fino a tempi recenti, si conserva nella muratura
una bifora del secolo XII, alla quale è adattato un
fusto di colonna con iscrizioni coraniche. A sinistra
dell’edificio restano visibili alcune parti del monastero
e del chiostro. Di quest’ultimo si conservano le
corsie meridionale e settentrionale: deriva infatti
dal chiostro monrealese, ed è caratterizzato dal
rigoroso ordine delle arcate ogivali a doppia ghiera su
colonnine binate fregiate da eleganti capitelli.

Chiesa della SS. Trinità alla Magione


158

Chiesa della SS. Trinità alla Magione


Via Magione 44, 90133 Palermo

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana – uscita via


Belgio – via Del Fante (STADIO) – via Sampolo – via Francesco Crispi –
Foro Italico Umberto I – via Lincoln – via Carlo Rao – via Magione.

Dal porto: Bus Linea 107 da fermata Crispi – Capitaneria fino


a fermata Lincoln-Archirafi. Proseguire a piedi per Via Lincoln.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Proseguire a piedi per Via Lincoln
(tempo di percorrenza: 5/10 minuti).

Dal Politeama: Bus Linea 101 o 102 da fermata Politeama fino


alla fermata Stazione Centrale. Proseguire a piedi per Via Lincoln.

ORARI DI VISITA

Dal lunedì alla domenica 10:00 – 18:00

Ingresso a gratuito chiesa.


Visita itinerario monumentale a pagamento.

INFO E PRENOTAZIONI
159
www.museodiocesanopa.it Accessibilità.
basilicamagione@diocesipa.it
+39 091 6170596

Chiesa della SS. Trinità alla Magione


LA CUBA SOPRANA
E LA PICCOLA CUBA
Erano i padiglioni in cui
il sovrano si riposava,
di notte e di giorno.
13

Per combattere le afose


serate estive, era stato
allestito un complicato
sistema di canalizzazione
che portava le acque
della sorgente del Gabriele
alle fontane e ai bacini
del Genoardo.

Nota almeno a partire degli inizi del Cinquecento


come Cuba Soprana o Torre Alfaina («turridirupt,
quaeruinam in totumminabatur, vocata Alfainaseu
Cuba Suprana»), la struttura dovrebbe risalire alla
seconda metà del XII secolo, verosimilmente agli
stessi anni della Cuba (1180). Dopo essere passata
prima nella mani dei Ventimiglia, poi dei Rao
e infine dei Torres, nel 1758 fu acquistata dal giurista
Don Carlo Napoli, che fece apportare considerevoli
modifiche alla struttura originaria, tanto da far
scomparire la Cuba Soprana per dare vita aduna
tipica villa settecentesca con scala a duplice
rampa contrapposta. Della costruzione originale
si conservano, nella facciata orientale della Villa
(che costituiva forse la facciata principale della
costruzione normanna) un grande fornice ogivale
a doppia ghiera, attualmente murato, come anche
le nicchie cieche a doppia ghiera che incorniciano
monofore ogivali.

Ma la vera sorpresa sta sottoterra,


dove è stato scoperto un complesso sistema
162
di canalizzazioni delle acque
della sorgente del Gabriele, che sembra
alimentasse una fontana del palazzo
(salsabil) le cui acque fuoriuscivano
dal fornice orientale per riversarsi
in un bacino esterno.

A circa 200 metri di distanza, si scopre anche


un chiosco, detto Piccola Cuba, in asse con
la facciata orientale della villa: è rimasto immutato
nei secoli, e doveva essere utilizzato dal sovrano
normanno per il riposo durante il giorno.
Si tratta di un piccolo edificio a pianta quadrata

Itinerario arabo-normanno
sormontato da cupola, con archi a sesto acuto
su ogni lato, incorniciati con bugne a guancialetto,
motivo decorativo diffuso nelle costruzioni
degli ultimi decenni del regno normanno (si ritrova
nel campanile di Santa Maria dell’Ammiraglio,
nella chiesa di Santo Spirito e alla Magione).
La cupola al suo interno presenta uno degli elementi
peculiari dell’architettura arabo-normanna, ovvero
il raccordo angolare con nicchie degradanti.

Anche la Cuba Soprana e la Piccola


Cuba si trovavano dentro il parco reale
normanno del Genoardo, il “Paradiso in Terra”,
probabilmente già esistente
all’epoca di Ruggero II, arricchito in epoca 163

Guglielmina da palazzi, chioschi,


padiglioni, fontane, bacini d’acqua
e alberi di ogni varietà.

Dopo l’acquisto nel 1991 da parte della Regione


Siciliana, Villa Napoli è stata interessata da una
serie di interventi di restauro che hanno consentito
il recupero delle coperture e dei corpi annessi.
Soltanto di recente sono stati recuperati il giardino,
l’agrumeto storico ed è stato recuperato il sistema
originario d’irrigazione.

La Cuba Soprana e la Piccola Cuba


164

Itinerario arabo-normanno
Piccola Cuba Palermo
166

La Cuba Soprana a la Piccola Cuba


Via Francesco Speciale, 90129 Palermo

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana – uscita


corso Calatafimi –via Giuseppe Arcoleo – via Francesco Speciale.

Dal porto: Bus Linea 107 dalla fermata Crispi – Capitaneria fino alla
Stazione Centrale. Dalla Stazione Centrale cambio con la metro
e scendere alla fermata Palazzo Reale-Orleans, oppure prendere
la Linea 309 o 389 fino alla fermata Calatafimi – Marinuzzi.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Navetta gratuita o bus Linea 109 fino alla
fermata Piazza Indipendenza, da qui cambio con la Linea 309 fino
alla fermata Calatafimi – Marinuzzi.

Dal Politeama: Bus Linea 108 fino alla fermata Piazza Indipendenza,
cambio Linea 389 o 309 fino alla fermata Calatafimi – Marinuzzi.

ORARI DI VISITA:

Dal lunedì al sabato: 9:00 – 13:30


Domenica: chiuso

Ingresso a pagamento.

INFO E PRENOTAZIONI
167
www.regione.sicilia.it/beniculturali Accessibilità.
0917071425 / +39 3346001743

La Cuba Soprana e la Piccola Cuba


CAPPELLA
DI SANTA MARIA
DELL'INCORONATA
In questo luogo
si abbigliavano i sovrani per
la cerimonia d’incoronazione
in Cattedrale.
14

Di certo, la Cappella di Santa


Maria Incoronata, che risale
ùa metà del XII secolo,
era connessa alla chiesa.

Quando l’arcivescovo Gualtiero volle fosse costruita


la nuova cattedrale, la cappella fu staccata.
E’ un ambiente rettangolare absidato, preceduto
da un vestibolo; sulle sue pareti si aprono otto
finestre per lato, distribuite su due livelli (tre
in quello superiore e cinque in quello inferiore)
ed è coperta da un moderno soffitto ligneo a doppia
falda. E’ un edificio normanno che sorge su strutture
preesistenti, di cui si conservano pilastri e porzioni
murarie visibili nell’ambiente ipogeo sotto
il pavimento della cappella, accessibile attraverso
una scala aperta in corrispondenza dell’abside.
Le strutture, forse di epoca aghlabide (prima del
937), raccontano dell’antica moschea, esistente già
prima della riconfigurazione della Cattedrale
operata al tempo della conquista normanna per
volere di Roberto il Guiscardo.

L’originale portico esterno occidentale,


detto “Loggia dell’Incoronazione”,
era per tradizione il luogo dal
quale i re si mostravano al popolo che
li acclamava.

Divenne quindi prima loggia, poi alla fine del


Cinquecento fu trasformato in oratorio; restò
danneggiato dai bombardamenti dell’artiglieria
170 borbonica del 1860. I restauri hanno restituito
alla cappella le forme antiche, mantenendo però
alcuni elementi cinquecenteschi della loggia.

Itinerario arabo-normanno
Cappella di Santa Maria dell'Incoronata Palermo

171

Cappella di Santa Maria dell'Incoronata


172
173

Loggia dell'Incoronazione Palermo


174

Cappella di Santa Maria dell'Incoronata


Via Incoronazione 11, 90134 Palermo

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana – uscita


corso Calatafimi – Corso Vittorio Emanuele – via Matteo Bonello –
via Incoronazione.

Dal porto: Bus Linea 107 da fermata Crispi – Capitaneria fino


alla Stazione Centrale.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Navetta gratuita fino a fermata
Via Matteo Bonello.

Dal Politeama: Bus Linea 104 da fermata Politeama fino a fermata


A. Amedeo – Mercato delle Pulci. Proseguire a piedi verso via Matteo
Bonello.

ORARI DI VISITA

Dal martedì alla domenica: 9:00 – 13:30


Lunedì: chiuso

Ingresso a pagamento.

INFO E PRENOTAZIONI 175

www.poloartecontemporanea.it
poloartemoderna@regione.sicilia.it
+39 091 320532

Cappella di Santa Maria dell'Incoronata


CHIESA
DI SAN GIOVANNI
DEI LEBBROSI
Non esistono notizie certe
sulla fondazione della chiesa
di San Giovanni, detta
“dei Lebbrosi”.
15

Secondo Tommaso Fazello


(1558) e altri storici più
recenti, la chiesa fu fondata
da Roberto il Guiscardo e dal
fratello Ruggero d’Altavilla
all’indomani dell’assedio
di Palermo (1071-72) nel sito
accanto al fiume Oreto
e a un rigoglioso dattereto.
In quei pressi esisteva un castello islamico di cui
rimangono resti murari e frammenti di pavimentazione.
Il nome attuale è dovuto a un lebbrosario che vi fu
annesso oltre la metà del XII secolo. È probabile che
durante il periodo della conquista di Palermo,
178

Itinerario arabo-normanno
Chisa di San Giovanni dei Lebbrosi Palermo
i normanni abbiano soltanto iniziato la costruzione
della chiesa, completata successivamente.
Oggi è proprietà del demanio regionale e sede
di parrocchia. Sia l’interno sia l’esterno, sono molto
sobri. L’apparecchio murario in conci ben squadrati
di calcarenite è articolato tramite le monofore ogivali
a doppia ghiera. Queste ultime presentano transenne
traforate, rifatte sulla base dell’unica transenna
in stucco superstite proveniente dalla chiesa di San
Giovanni degli Eremiti, esposta all’interno del Palazzo
della Zisa. In facciata, il volume aggettante che
introduce alla chiesa è affiancato a destra dal corpo della
scala che conduce al campanile, eseguito in sostituzione
di quello più antico durante i restauri di Francesco
Valenti tra il 1925 e il 1930. È possibile che in origine
il portico/campanile fosse un ingresso-torre campanaria 179

simile a quello di Santa Maria dell’Ammiraglio.

La pianta mostra uno schema basilicale


a tre navate divise da tre coppie di pilastri
a pianta ottagonale sui quali s’impostano
quattro arcate a sesto acuto.

L’area presbiteriale, sopraelevata rispetto al piano di


calpestio, è introdotta da una coppia di pilastri a pianta
cruciforme. Le campate del presbiterio sono concluse
da altrettante absidi delimitate da colonnine angolari.
La campata centrale è sovrastata da una cupola il cui
raccordo col quadrato d’imposta è operato mediante
le consuete nicchie angolari con ghiere a rincasso.

Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi


180

Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi


Via Salvatore Cappello 38, 90123 Palermo

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana – uscita


via Oreto – Via Buonriposo– Corso dei Mille– via Salvatore Cappello.

Dal porto: Bus Linea 107 dalla fermata Crispi-Capitaneria fino


a fermata San Giovanni dei Lebbrosi.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Tram Linea 1 fino a fermata San Giovanni
dei Lebbrosi.

Dal Politeama: Bus Linea 101 fino a Stazione Centrale, poi prendere
Tram Linea 1 fino a fermata San Giovanni dei Lebbrosi.

ORARI DI VISITA:

Dal lunedì al sabato: 9:00 – 11:00 / 16.00 – 19.00


Domenica e festivi : 8.30 – 12.30

Ingresso gratuito.

INFO E PRENOTAZIONI
181
www.museodiocesanopa.it Accessibilità.
+39 091 475 024

Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi


CHIESA
DI SANTO SPIRITO
O DEI VESPRI
Da qui partì la famosa
rivolta che portò alla Guerra
dei Vespri.
16

Ufficialmente si volle punire


un soldato francese che
aveva offeso una donna
siciliana. Ma sotto la cenere
covava ben altro.

La Chiesa di Santo Spirito sorge all’interno del


cimitero di Sant’Orsola. Connessa a un convento,
fu edificata tra il 1173 e il 1178 dall’arcivescovo
Gualtiero e consacrata nel 1179, come si scopre
da un’iscrizione nel presbiterio. Abitata dai monaci
cistercensi dell’abbazia di Sambucina in Calabria
e legata alla chiesa madre di Clairvaux, nel 1232 passò
alle dipendenze dell’abbazia cistercense di Casamari,
vicino Roma. L’edificio si contraddistingue pertanto
per la semplicità dell’interno affine alle prime chiese
cistercensi, ma arricchito all’esterno, sui muri laterali
e sulle absidi, da archi ogivali incrociati e da ghiere
e inserzioni a tarsie bicrome, elementi tipici dell’arte
normanna. Nel 1573 i beni dell’abbazia furono
concessi ai padri Olivetani, che ne detennero il
possesso fino al 1748. Tra il 1782 e il 1783 la chiesa
fu pesantemente modificata e l’abbazia demolita
per costruirvi il cimitero di Sant’Orsola, voluto
dal viceré Domenico Caracciolo. A partire dal
1882, la basilica venne drasticamente restaurata
da Giuseppe Patricolo che tentò di ripristinare
l’assetto originario della fabbrica normanna,
eliminando il pesante apparato aggiunto in epoca
barocca. Presenta una facciata a salienti, purtroppo
incompleta. L’interno, nudo e semplice, è a tre
navate divise da archi ogivali sorretti da pilastri
cilindrici nelle navate che divengono quadrati
nel presbiterio.
184

La concezione planimetrica, caratterizzata


dal corpo presbiteriale sporgente lungo
i muri longitudinali, sembra improntata
su quella delle grandi cattedrali di Palermo
e Monreale.
La navata centrale è circa due volte e mezzo
più ampia rispetto a quelle laterali. Tali elementi
potrebbero anche essere ricondotti ai criteri
proporzionali dell’architettura cistercense.
Pertanto assistiamo alla fusione tra modelli
cistercensi e concezioni tipiche dell’architettura
arabo-normanna. La chiesa di Santo Spirito
divenne molto famosa a partire dal 31 marzo

Itinerario arabo-normanno
1282 quando, durante la recita dei Vespri, un soldato
francese offese una giovane siciliana; il marito
e gli altri uomini presenti diedero il via alla
celeberrima rivolta contro il dominio angioino.
L’episodio fu solo il pretesto: l’odio per gli invasori
d’oltralpe era già radicato, ci volle un nulla per farlo
scoppiare. Fu l’inizio della “Guerra dei Vespri” (1282-
1302), al termine della quale i siciliani scacciarono
i francesi dall’isola.

185

Chiesa di Santo Spirito


186
187

Chiesa di Santo Spirito Palermo


188

Chiesa di Santo Spirito o dei Vespri


Piazza S. Orsola, Cimitero di Santo Spirito, 90127 Palermo

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana –


uscita via Ernesto Basile- via Gaetano Lodato – via del Vespro – Piazza
Sant’Orsola.

Dal porto: Bus Linea 107 dalla fermata Crispi – Capitaneria fino alla
Stazione Centrale.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Bus Linea 246 fino a fermata Del Vespro – Delle
Cliniche.

Dal Politeama: Bus Linea 101 da fermata Politeama fino alla Stazione
Centrale, poi cambio con Linea 246 fino a fermata Del Vespro – Delle
Cliniche.

ORARI DI VISITA:

Dal lunedì alla domenica: 9:00 – 12:00

Ingresso gratuito.

INFO E PRENOTAZIONI
189
www.museodiocesanopa.it Accessibilità.
+39 091 422691

Chiesa di Santo Spirito


CHIESA DI SANTA
CRISTINA
LA VETERE
A pochi passi dalla Loggia
dell’Incoronazione e dalla
Cattedrale, c’è uno dei
segreti meglio conservati
della Palermo normanna.
17

In fondo al cortile dei


Pellegrini, si trova la chiesa
di Santa Cristina La Vetere.

La chiesa, secondo la tradizione, è stata costruita tra


il 1171 e il 1174 dall’arcivescovo Gualtiero per conservare
le spoglie di una delle sante protettrici di Palermo prima
dell’avvento di Santa Rosalia, nel luogo in cui erano
approdate al loro arrivo in città. La chiesa fu affidata
per breve tempo ai Cistercensi, ma in seguito alla sua
espropriazione da parte di Enrico VI, Imperatore e Re
di Sicilia, entrò a far parte dei beni della Cattedrale.
Accanto a Santa Cristina La Vetere sorse l’edificio
conventuale, poi Ospizio per i pellegrini, ed un oratorio,
che offrivano ristoro e cure a viaggiatori. Appartenuta in
seguito al vicino monastero delle Olivetane, oggi fa parte
del complesso del seminario arcivescovile.
L’edificio, costruito in blocchetti di calcarenite ben
squadrati, è a pianta centrale e di forma cubica. Dei
quattro archi a sesto acuto e doppia ghiera esistenti
in origine sui lati della chiesa, è rimasto nella sua
forma originaria solo quello occidentale, benché
attualmente murato. L’attuale ingresso dell’edificio
è sul lato meridionale, marcato da un portale
in pietra del XVI secolo.

Per molte delle sue caratteristiche


(lo spessore delle mura, la concezione austera
e pesante e la mancanza di una cupola
centrale), è stato ipotizzato che la chiesa
potrebbe essere stata ricavata dal primo
192
livello di una torre, parte delle mura
medievali, di cui si conserva un trattonelle
immediate vicinanze.

All’interno, quattro pilastri reggono archi


a sesto acuto sui quali poggiano la volta centrale
e le piccole volte angolari a crociera, mentre
le volte laterali sono a botte. La volumetria
richiama da vicino la struttura delle torri di Palazzo
Reale e in particolare quella della cosiddetta “Sala
degli Armigeri”, al pian terreno della Joharia.

L’abside originaria fu distrutta da un incendio


nel 1586 e sostituita dall’attuale cappellone
a pianta rettangolare.

Itinerario arabo-normanno
Chiesa di Santa Cristina la Vetere Palermo

Chiesa di Santa Cristina la Vetere


193
194

Chiesa di Santa Cristina la Vetere


Cortile dei Pellegrini 6, 90134 Palermo

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana – uscita


corso Calatafimi – Corso Vittorio Emanuele – via Matteo Bonello –
Cortile Pellegrini.

Dal porto: da fermata Crispi – Capitaneria bus Linea 107, fino alla
Stazione Centrale.

Itinerario arabo-normanno
Dalla Stazione Centrale: Navetta gratuita fino a fermata Via Matteo
Bonello. Proseguire a piedi per Santa Cristina La Vetere.

Dal Politeama: Linea 101 o 102 fino alla Stazione Centrale.

ORARI DI VISITA

Da aprile a ottobre e periodo natalizio, domenica: 10.00 – 13.00

Possibile visitare su prenotazione per gruppi di minimo 10 persone

Visita a pagamento.

195
INFO E PRENOTAZIONI

www.itimed.org
info@itimed.org
+39 091 348728 – 348 3394617

Chiesa di Santa Cristina la Vetere


PALAZZO
DELL'USCIBENE
L’ultimo palazzo del
Genoardo deve il suo nome
allo Scibene, corso d’acqua
che bagnava una contrada
(chiamata Sipene) concessa
nel 1177 da Guglielmo II
all’Arcivescovo di Palermo.
18

«Un nobile giardino


dell’Arcivescovo di Palermo
a mezzo miglio dalla Zisa».

Siamo nella contrada di Altarello di Baida, a Fondo


De Caro, dove si scoprono i resti di un palazzo che
corrisponde allo Xibeneo Sirbene degli antichi
documenti. L’edificio dell’Uscibene, riscoperto da
Giovan Battista Filippo Basile nel 1856, descritto da
Gioacchino Di Marzo a metà Ottocento e rilevato
dallo studioso Adolph Goldschmidt nel 1898, fu
restaurato da Francesco Valenti nel 1928. Oggi versa
in stato di abbandono e il parziale occultamento delle
fabbriche ne compromette la lettura.
Le caratteristiche tipologiche e stilistiche lo fanno
risalire al XII secolo e indicano nella costruzione
un edificio da giardino di delizie, forse della
tipologia del riyàd. In un documento del 1681 si
cita lo Scibene: «Xibene cum stantiis, cappella et
alliisterris viridario, parietibus circum circa dictum
viridarium, si velo cum et cum acquis fluentibus
ex flumine Gabrielis». In prossimità dell’edificio
esisteva dunque un “viridario” (giardino romano),
circondato da un muro e ricco di acqua, che doveva
far parte dei padiglioni e “sollazzi”del Genoardo.
L’edificio sorge su quote altimetriche differenti,
seguendo l’inclinazione del pendio sul quale
è costruito: la porzione superiore è occupata dalla
198 cappella a pianta rettangolare priva di abside,
il cui involucro esterno presenta nicchie cieche
ogivali prive di modanature. L’interno, deteriorato,
conserva ancora sulla parete meridionale i resti
di un affresco tardo-gotico e uno stipite superstite
del portale, entrambi riconducibili a interventi
quattrocenteschi.

Sulla balza di terreno sottostante, da dove scaturiva,


un tempo, la sorgente, sorge il nucleo principale
del palazzo, costituito da una sala centrale a iwan
coperta con volta a crociera e due sale adiacenti,
ciascuna coperta con due volte a crociera
che si susseguono, collegate tra loro da uno stretto

Itinerario arabo-normanno
corridoio collocato posteriormente all’iwan,
la cui concezione volumetrica e decorativa rimanda
all’architettura islamica-fatimide. Le tre nicchie
rettangolari hanno morfologie diverse: ai lati
si trovano rari muqarnas a conchiglia con
scanalature a sezione triangolare, simili a quelli
dei castelli della Favara e di Caronia.

Nella nicchia di fondo si trovano invece esigue


tracce dei più consueti muqarnas a stalattiti,
realizzati in conci di calcarenite e stucco.

Un grande arco ogivale metteva in comunicazione 199

in origine la sala a iwan con l’esterno. Sulla parete


di fondo è presente una frattura nel muro che
farebbe pensare a una fontana: secondo i disegni
di Goldschmidt, da qui l’acqua scorreva verso un
bacino esterno per mezzo di una canaletta sul
pavimento, seguendo il modello della sala della
fontana nel Palazzo della Zisa. Ai lati degli ambienti
inferiori si trovano da una parte due sale attigue
di forma quadrata, di cui rimangono solo i muri
perimetrali; dall’altra, al di sotto della Cappella,
si trova invece un unico ambiente rettangolare
con le volte a botte, collegato direttamente con gli
ambienti dell’iwan e con un ipogeo carsico naturale.

Palazzo dell'Uscibene
200
201

Uscibene Palermo
202

PALAZZO DELL’USCIBENE
Via Nave 6, 90135 Palermo

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana – dir/Villa


Tasca – via Nave.

Dalla Stazione Centrale: Metro A, fino alla fermata Palermo


Notarbartolo; poi cambio alla Stazione Notarbartolo con tram Linea
4 fino alla fermata Uscibene.

Itinerario arabo-normanno
Dal Politeama: Bus Linea 102 fino alla fermata Piazza Boiardo; poi
cambio alla Stazione Notarbartolo con tram Linea 4 fino alla fermata
Uscibene.

ORARI DI VISITA

Visitabile sempre solo dall’esterno. Accessibilità.

203

Palazzo dell'Uscibene
QANAT
I qanat di Palermo sono
una straordinaria opera
d’ingegneria idraulica,
costruita sottoterra a partire
dalla dominazione islamica
in Sicilia.
19

E sono loro i “responsabili”


dei rigogliosi giardini, delle
peschiere e delle fontane,
tanto amate in periodo
arabo normanno.
Nella piana di Palermo i musulmani sperimentarono
con successo le loro conoscenze d’ingegneria
idraulica, ereditate dai persiani, adattandole alle
specifiche condizioni idrologiche e climatiche
che offriva l’ambiente palermitano. Il sottosuolo
della piana di Palermo è costituito soprattutto da
calcarenite, roccia molto friabile, facile da lavorare,
che permise la realizzazione della fitta rete di gallerie
che dovevano servire alla canalizzazione dell’acqua.
I qanat, canali sotterranei di tipo persiano,
sono quindi delle strette gallerie scavate dai
muqanni, “maestri d'acqua”, con delle
semplici zappe.

Attingono l’acqua direttamente dalla falda acquifera


e la trasportano fino al punto di utilizzo coprendo
anche distanze lunghissime. Individuata la falda e
stabilito il tracciato del qanat, s’iniziava lo scavo
procedendo da valle verso monte per evitare
il deflusso delle acque. Il cunicolo procedeva
lungo il sottosuolo con una pendenza minima,
inferiore allo 0,5%, garantendo un flusso lento e
costante dell’acqua senza causare l’erosione delle
206 pareti del canale. L’acqua, grazie a questa tecnica
mantiene la purezza e la temperatura della falda.
Lungo lo sviluppo del qanat si aprivano dei pozzi
verticali che comunicavano con la superficie:
servivano, oltre a facilitare le operazioni di scavo,
all’approvvigionamento idrico degli edifici, pubblici
e privati e all’irrigazione dei campi. È interessante
notare nelle canalizzazioni palermitane, la presenza
di due differenti tipi di pozzi: un primo tipo,
circolare o quadrato, trovato nell’agro palermitano,
ha le dimensioni di circa un metro quadrato; una
seconda tipologia di pozzi possiede, invece, una
sezione rettangolare di circa 1x2 metri.

Itinerario arabo-normanno
Chiesa dElla SS. Trinità alla Magione Palermo

207

Qanat
In corrispondenza di questi ultimi, il fondo dei
qanat si abbassa e si allarga per dare spazio a una
sorta di vasca sotterranea.
La caratteristica tecnica di alcuni qanat palermitani,
che li distingue da quelli orientali più antichi, è la
mancanza di un vero e proprio pozzo alimentatore
principale che spesso è sostituito da un’estesa
galleria drenante trasversale ubicata a monte.
Questo elemento innovativo attesta una sensibile
evoluzione dei principi e delle tecniche costruttive
che il tema degli acquedotti ha raggiunto in Sicilia.

Si deve proprio a queste condotte


sotterranee, nonostante la natura arida
208
del territorio, il proliferare nella Palermo
araba e normanna di fontane, peschiere,
bagni pubblici, canali d’acqua e giardini
lussureggianti.

Di questi canali, oggi sono solo tre quelli


percorribili e visitabili con visite guidate degli
speleologi: Il Gesuitico basso (o della Vignicella),
largo circa 80 cm; il Gesuitico alto (costruito
nel XVI secolo), quello dell’Uscibene, con la sua
magnifica Camera dello Scirocco. Allo sviluppo dei
qanat sono anche associati altri ambienti ipogei

Itinerario arabo-normanno
come i bagni ebraici (“miqweh”), sotterranei
di riunione, serbatoi, ecc. Sicuramente tra tutti,
i più affascinanti sono la “Camere dello Scirocco”,
singolari ipogei che destano molta curiosità e sono
esempi di architettura del raffreddamento passivo;
spesso erano il corredo architettonico
di ville e casene di caccia della cosiddetta “grande
villeggiatura” che raggiunse la massima diffusione
nel XVIII secolo, un periodo molto fiorente
per l’economia di Palermo. Si tratta di spaziosi
ambienti, finemente decorati a piastrelle, intagliati
ad arte nella roccia calcarenitica, attraversati e resi
freschi dai qanat medievali. Alcune presentano
vere e proprie “torri del vento”, di forma tronco-
conica, che racchiudono alla base una camera con
sedili dove circolava aria fresca, espellendo 209

quella calda.

Qanat
210

Qanat
Via Gaetano La Loggia 5, 90135 Palermo

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana – corso


Calatafimi– viale Regione Siciliana nord-ovest – via Giuseppe Pitrè –
Via Pindemonte – Via Gaetano la Loggia.

Itinerario arabo-normanno
Dal porto: da fermata “Crispi-Capitaneria” prendere la linea 107 fino alla
Stazione Centrale. Poi cambio con la navetta gratuita o prendere la linea
109 fino alla fermata “Piazza Indipendenza”; da qui cambio con la linea
309 fino alla fermata “Ragusa Moleti”. Da qui proseguire a piedi verso
via Pindemonte.

Dalla Stazione Centrale: navetta gratuita o linea 109 fino alla fermata
“Piazza Indipendenza”. Poi cambio con la linea 309 fino alla fermata
“Ragusa Moleti”; da qui proseguire a piedi verso via Pindemonte.

Dal Politeama: da fermata “Sturzo-Politeama” prendere la Linea 108


fino alla fermata “Piazza Indipendenza”. Da qui cambio con la linea 327
fino alla fermata “Pitrè-Pindemonte”.

ENTE GESTORE: CLUB ALPINO ITALIANO SEZIONE DI PALERMO

Visite a pagamento su prenotazione.


211

INFO E PRENOTAZIONI

www.clubalpinoitaliano.org
palermo@clubalpinoitaliano.org
Telefono: +39 091 329407

Qanat
212

Palazzo Branciforte
UNESCO PATRIMONIO IMMATERIALE
OPERA DEI PUPI SICILIANI - COLLEZIONE CUTICCHIO

Largo Gae Aulenti 2, 90133 Palermo

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana - uscita


via Belgio – via Del Fante (STADIO) – via Sampolo – via Francesco
Crispi – via Cavour – Largo Gae Aulenti.

Dalla Stazione Centrale: Navetta gratuita fino alla fermata Cavour;


oppure, bus Linea 101 dalla Stazione Centrale fino alla fermata
Roma-Poste. Da qui proseguire a piedi verso Via Bara All’Olivella.

Luoghi d'interesse
Dal porto: A piedi, procedere per Via Crispi fino a Piazza XIII
Vittime. Girare a destra per Via Cavour. Girare a sinistra per Via
Nicola Calipari. (Tempo di percorrenza: 15 minuti).

Dal Politeama: Bus Linea 101-102 da fermata Politeama fino alla


fermata Roma-Poste. Da qui, proseguire a piedi verso Via Bara
All’Olivella.

ORARI DI VISITA:

Dal 1 Marzo al 31 Ottobre:


dal martedì alla domenica / 9.30 - 19.30
Dal 1 Novembre al 28 Febbraio:
dal martedì alla domenica / 9.30 - 14.30

Ingresso a pagamento.
213

INFO E PRENOTAZIONI

www.palazzobranciforte.it Accessibilità.
info@palazzobranciforte.it
+39 091 7657621

Luoghi d'interesse
214

Museo Internazionale delle Marionette


Antonio Pasqualino
ASSOCIAZIONE PER LA CONSERVAZIONE DELLE TRADIZIONI POPOLARI

Piazzetta Antonio Pasqualino 5, 90133 Palermo

COME ARRIVARE

Dall'aeroporto in auto: A29 dir/E90 – Viale Regione Siciliana - uscita


via Belgio – via Del Fante (STADIO) – via Sampolo – via Francesco
Crispi – via Cala – Via Vittorio Emanuele – Piazza Marina – Salita
dell’Intendenza – Piazzetta Antonio Pasqualino.

Luoghi d'interesse
Dalla Stazione Centrale: Navetta gratuita fino alla fermata
Piazza S. Spirito (Porta Felice). Poi proseguire a piedi verso via
Butera.

Dal porto: Bus Linea 107 fino alla fermata Vittorio Emanuele –
Istituto Nautico. Proseguire a piedi verso via Butera.

Dal Politeama: Bus Linea 103 da fermata Ruggero Settimo –


Stabile fino alla fermata Porta Felice. Poi proseguire a piedi
verso via Butera.

ORARI DI VISITA:

Domenica, lunedì e nei giorni festivi: 10.00 – 14.00


Da martedì a sabato: 10.00 – 18.00

215
Ingresso a pagamento.

INFO E PRENOTAZIONI

www.museodellemarionette.it Accessibilità.
mimap@museomarionettepalermo.it
+39 091 328060

Luoghi d'interesse
216

38°02'N 14°01'E
CEF
ALÙ
217
IL TERRITORIO

Situata sul litorale tirrenico, la cittadina di Cefalù dista


74 Km da Palermo.
L’abitato sorge in un contesto paesaggistico di grande
pregio: adagiato sulla costa a ridosso di una rupe
scoscesa, la Rocca, sulla quale si trovano rilevanti
testimonianze architettoniche e archeologiche
risalenti sino al Neolitico (insediamento di Grotta delle
Giumente) questa, insieme al Duomo normanno, 
ne caratterizza così fortemente il panorama tanto
da renderlo unico e perfettamente distinguibile.
Cefalù (dal greco kepha o kephalé, ovvero “testa, capo”)
venne insediata dai Greci nel IV sec. a.C.
218 e conquistata dapprima dai Siracusani nel 307 a.C., 
e successivamente dai Romani nel 254 a.C., i quali le
diedero il nome latino di Cephaloedium. Sede di diocesi
in età bizantina, fu conquistata dai musulmani nell‘858.
L‘attuale centro è invece di fondazione normanna: si
deve infatti a re Ruggero II, dopo la sua incoronazione
a re di Sicilia (1130), la rifondazione della città,
avvenuta contestualmente all’inizio della costruzione
del Duomo e all’istituzione della Diocesi (1131).

L‘impianto urbanistico della cittadina è articolato


su un asse principale (Corso Ruggero) discendente
verso il mare, con una trama di strette viuzze
ortogonali che si susseguono lungo di esso. Il suo
centro storico è caratterizzato dalla presenza
di emergenze monumentali di grande pregio risalenti

Itinerario arabo-normanno
soprattutto ad età medievale, come l’Osterio Magno,
residenza urbana della potente famiglia feudale dei
Ventimiglia, signori delle Madonie prevalentemente
tra il XII e il XV secolo, l’Osterio piccolo, la Cattedrale
con l’annesso chiostro e l’adiacente, trecentesco
Palazzo Maria, ma anche da palazzi, chiese ed oratori
del ‘500 e del ‘600, piccoli gioielli architettonici che
nel loro insieme donano al centro storico di Cefalù
quel suo particolare fascino fuori dal tempo.

Dal punto di vista dei beni e dei servizi culturali il


sistema Madonie-Cefalù è uno dei più potenti e vitali
della provincia di Palermo e costituisce uno dei nodi
forti di sviluppo dell'intera provincia: mette a sistema
il grande patrimonio culturale e quello dalle aree ad
alta naturalità. 219

Cefalù, unitamente all‘intera zona costiera (Pollina,


Campofelice di Roccella, Lascari e Termini Imerese)
si pone come un importante epicentro attrattivo a
livello regionale, nazionale e internazionale sia in
virtù del valore paesaggistico e legato alla costa e alla
balneazione sia, soprattutto, grazie alla presenza di
un ricco patrimonio culturale che trova nel Duomo
l’elemento di maggiore rilievo.
Altri importanti elementi del patrimonio culturale
si trovano sull’imponente Rocca che domina la
cittadina (268 m. s.l.m.), da cui si gode di un panorama
spettacolare, caratterizzata dalle mura merlate
medievali che ne cingono tutto il perimetro lungo
l’orlo dello strapiombo e dalla presenza di costruzioni

Itinerario arabo-normanno
220
221

Cefalù Vista sul Molo


222

Itinerario arabo-normanno
Cefalù Vista panoramica dalla Rocca
appartenenti a epoche diverse, come il cosiddetto
Tempio di Diana, costruzione megalitica di epoca
pre-ellenica (IX sec. a.C.) sul quale in età bizantina
venne costruita una chiesa, ma anche i resti di forni,
magazzini e cisterne di età medievale e le strutture
residue del castello normanno posto sulla sommità,
risalente al XII secolo.

Tra i più importanti servizi culturali vi è il Museo


Mandralisca che ha sede nella storica dimora del suo
fondatore, il Barone Enrico Pirajno di Mandralisca, e
custodisce collezioni di dipinti e oggetti d’arte, libri
antichi, reperti archeologici e monete di età greco-
romana. Il Museo è universalmente conosciuto per due
famosi capolavori: il celebre dipinto su tavola Ritratto
d‘uomo di Antonello da Messina e il cratere attico del 223

IV secolo a.C. detto “del Venditore di tonno”.

Tutto il territorio di Cefalù è interessato da diverse


aree S.I.C. (Siti d’Interesse Comunitario), da Z.P.S.
(zone di protezione speciale) e da Riserve nate con
l'obiettivo di costruire e sviluppare una rete ecologica
europea (Natura 2000) per la conservazione degli
elementi più importanti per la biodiversità.
Tra queste, in particolare i SIC del bosco e della Rocca
di Cefalù.

Cefalù è uno dei quindici Comuni siciliani


(Caltavuturo, Castelbuono, Castellana Sicula, Cefalù,
Collesano, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Petralia
Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina,

Itinerario arabo-normanno
San Mauro Castelverde, Scillato e Sclafani Bagni)
rientranti nel “Parco regionale delle Madonie”
istituito nel 1989 e che comprende il massiccio
montuoso delle Madonie. La geologia delle Madonie
è al centro di studi e ricerche avviate fin dagli anni
Sessanta. Proprio per l'interesse geologico del
complesso montuoso madonita dal 2003 il Parco delle
Madonie è entrato a far parte del Network European
Geopark, a cui aderiscono più di venti parchi geologici
e non, di tutta Europa.
Il Parco delle Madonie, il 17 novembre 2015,
è stato inserito nella Lista dell’UNESCO Global
Geoparks.
Le azioni più rilevanti attuate dall’Ente Parco delle
Madonie riguardano l’animazione territoriale
224 attraverso attività di fruizione, informazione,
formazione ed Educazione Ambientale dedicata
al Geopark.

I centri delle Madonie, spesso chiamati “gemme


in natura”, conservano un patrimonio ampio
e ricco di bellezze artistiche e monumentali: non
si tratta spesso, infatti, di manufatti architettonici
che s’impongono per la loro maestosità anche al
turista frettoloso, ma di piccoli tesori architettonici
o d’arte figurativa seminascosti. Visitare i beni
culturali dell’area madonita è, in qualche modo,
una sorta di lenta e affascinante esplorazione,
che riserva continuamente il grande piacere della
scoperta: muoversi per paesi e contrade, alla
scoperta di veri e propri tesori d’arte e di storia.

Itinerario arabo-normanno
225

CEFALÙ
CATTEDRALE
DI CEFALÙ
Dietro la Cattedrale di
Cefalù, dedicata al Salvatore,
ci sono vicende travagliate.
20

Il suo progetto originario


infatti non fu mai realizzato
interamente.

Fu fondata insieme alla diocesi da re Ruggero II


nel 1131: la costruzione guarda dall’alto di una
scalinata costruita nel 1851 ed è preceduta da un
ampio sagrato a terrazzo che un tempo ospitava
il cimitero. Le due torri che la abbracciano sono
il suo segno distintivo: alleggerite da eleganti
bifore e monofore e sormontate da cuspidi
piramidali, furono aggiunte nel ‘400, una a pianta
quadrata, l’altra a pianta ottagonale. Nella parte
superiore (completata nel 1240) la decorazione
ad archetti ciechi e ad archi intrecciati, è interrotta
da una finestra centrale; in quella inferiore,
il portale in marmo scolpito con motivi figurati
e decorativi, è preceduto da un portico a tre arcate
coperto da volte a crociera costolonate, la cui
costruzione venne iniziata intorno al 1471 dal
magister lombardo Ambrogio da Como.
L’interno presenta un impianto basilicale a tre
navate, scandite da sedici colonne di granito (otto
per lato) che sostengono slanciati archi a sesto
acuto a doppia ghiera; sono coperte da soffitti
lignei, di cui quello centrale conserva alcuni
resti dell’originaria decorazione pittorica con
motivi vegetali e figurativi, opera di maestranze
islamiche del XII secolo. Due grandi colonne con
capitelli figurati sorreggono l’arco trionfale ogivale
che collega la navata al transetto. Il coro, molto
profondo, si sviluppa in altezza ed è coperto da due
volte a crociera a ogiva di ascendenza anglo
e franco-normanna.

228
L’abside centrale, le pareti del presbiterio
e la volta del coro sono rivestite da mosaici
realizzati da maestranze bizantine tra il regno
di Ruggero II (tra 1145 e il 1154) e il regno
di Guglielmo I (tra il 1154 e il 1166).

Bellissima processione di figure ieratiche che


seguono un preciso ordine gerarchico: nel catino
dell’abside centrale, la figura del Cristo Pantocratore
benedicente; nella fascia sottostante, la Vergine
e quattro Arcangeli; nelle due zone inferiori, ai lati
della finestra, i Dodici Apostoli. Sulle due pareti
del bema (la zona della chiesa riservata al clero
e ai ministri) figure di Santi e Profeti, allineati
su quattro fasce sovrapposte; nella volta a crociera,
chiudono gli angeli e i Serafini.

Itinerario arabo-normanno
229
Cattedrale di Cefalù

Cattedrale di Cefalù
230
231

Cattedrale di Cefalù
Tutte le figure sono accompagnate dal nome del
personaggio in greco o in latino, mentre altre due
iscrizioni si trovano a corredo dell’intero complesso
figurativo absidale: la prima corre lungo l’arco del
catino e riguarda il Pantocratore; la seconda si trova
in basso, al termine della decorazione absidale, con
il nome di Ruggero II e la data 1148.

Sul fianco settentrionale della Cattedrale


si apre il chiostro del XII secolo.

A pianta quadrata, è circondato per due lati da


un portico con arcate ogivali su capitelli figurati
232 e istoriati (i colonnati delle altre due corsie sono
andati distrutti tra il XVI e il XX secolo), opera
di maestranze romaniche della metà circa del XII
secolo, sorretti da colonne binate.

Itinerario arabo-normanno
Cattedrale di Cefalù Chiostro

Cattedrale di Cefalù
233
234

Cattedrale di Cefalù e chiostro canonicale


Piazza Duomo 1 – 90015 Cefalù (PA)

COME ARRIVARE

Dall’aeroporto di Palermo in auto: A29 dir/E933 – Viale


Regione Siciliana - direzione Messina – uscita Cefalù.

Dalla Stazione Centrale di Palermo: Treno “Intercity”


o "Regionale Veloce" direzione Messina – fermata Stazione
ferroviaria di Cefalù.

Itinerario arabo-normanno
Dalla stazione ferroviaria di Cefalù a piedi: circa 13 minuti seguendo
le indicazioni per via Passafiume.

ORARI DI VISITA

Da aprile ad ottobre, dal lunedì alla domenica (festivi inclusi): 8.30 - 18.30
Da novembre a marzo, dal lunedì alla domenica: 8.30 - 13.00 / 15.30-17.00

Ingresso chiesa gratuito.

ITINERARIO MONUMENTALE (TORRI, PRESBITERIO, SAGRESTIA, IL TESORO,


CAPPELLA DEL PALAZZO VESCOVILE E CHIOSTRO)

Da novembre a febbraio: 10.00 - 13.00


Da marzo a luglio ed ottobre: 10.00 - 13.00 / 14.00 – 18.00
Agosto e settembre: 10.00 – 13.00 / 17.30 – 21.30

Ingresso a pagamento.
235

INFO E PRENOTAZIONI

www.itinerarium.org
itinerarium@diocesicefalu.org Accessibilità
+39 0921 926366 / +39 338 5925353

Cattedrale di Cefalù
236

38°04'N 13°17'E
MON
RE 237

ALE
IL TERRITORIO

Vivace cittadina situata a 8 km a sud-ovest di


Palermo, adagiata alle falde del Monte Cuccio, su
uno sperone dominante la valle dell'Oreto e la Conca
d'Oro, Monreale è il principale centro turistico nei
dintorni del capoluogo, noto per la bellezza dei suoi
panorami e, soprattutto, per il suo superbo Duomo.
L'abitato si formò a partire dal XIII secolo intorno
all'abbazia benedettina, divenuta sede, dal 1183, di
un arcivescovado tra i più vasti e ricchi dell'isola. Lo
sviluppo successivo del centro si consolidò nel corso
del XVI secolo con l'insediamento di numerosi ordini
religiosi, seguito dall'edificazione, tra il ‘600 e il ‘700,
di diverse strutture ecclesiastiche (chiese, conventi,
238 istituti educativi) che tuttora conferiscono alla
cittadina una spiccata fisionomia barocca.
Sin dalla fine del XII sec. Monreale fu circondata da
alte mura, inframmezzate da dodici torri, col preciso
intento di difenderne il complesso abbaziale; di
esse oggi ne sopravvivono soltanto due, inglobate
nel complesso di Guglielmo II, mentre delle mura
medievali non rimane più nulla.

Tra gli altri beni di valenza culturale presenti


nel centro storico di Monreale si annoverano la
prestigiosa Biblioteca Comunale di Santa Maria la
Nuova; il settecentesco Collegio di Maria, sede della
“Fondazione Greco Carlino”; l’antico Ospedale di
Santa Caterina, oggi ribattezzato “Casa della Cultura
di Santa Caterina”, che ospita il fondo moderno della

Itinerario arabo-normanno
biblioteca comunale e l’archivio storico comunale; il
Palazzo municipale, con la sua facciata settecentesca,
che ingloba le strutture dell’antico Palazzo normanno
di Guglielmo II in origine collegato alla Cattedrale;
la bellissima Fontana del Tritone, posta di fronte al
Palazzo municipale, opera dello scultore palermitano
Mario Rutelli del 1881, che simboleggia la vittoria
dell’uomo sulle forze brute; l’imponente struttura
dell’ex “Convitto Guglielmo” (1747), che con la sua
imponente facciata barocca domina sull’antistante
piazza Guglielmo II, oggi sede della Civica Galleria
d’arte moderna “Giuseppe Sciortino” che ospita
opere di pittura e scultura di artisti moderni e
contemporanei. Da questo edificio, attraversando
un’arcata ci si immette in un grande cortile a pianta
rettangolare, oltre il quale si accede al Belvedere, un 239

giardino pubblico con vista sulla Valle dell’Oreto e su


Palermo.

Elementi monumentali degni di nota in prossimità


della città di Monreale sono le numerose fontane
che costeggiano l’attuale strada panoramica che da
Palermo conduce a Monreale, costruita nella seconda
metà del Settecento per volere dell’Arcivescovo
Francesco Testa. Tra queste vi sono la Fontana del
Pescatore, opera dello scultore Ignazio Marabitti
del 1768, che presenta una vasca in pietra di forma
poligonale con al centro uno scoglio di pietra sulla cui
sommità si trovano tre putti avviluppati con quattro
pesci, sostenuti da una grande conchiglia. Poco oltre
si trova la Fontana del Drago, così chiamata per via
240

Itinerario arabo-normanno
Monreale Vista sulla Cattedrale
della testa di drago che spunta dalla roccia e sopra
il quale sono disposti dei putti, opera realizzata
anch’essa dallo scultore Ignazio Marabitti, preceduta
da un’elegante scalinata chiusa da un lungo sedile
con spalliera.

Ancora oltre è situata infine la settecentesca Fontana


ad Emiciclo, in stile Neoclassico, comunemente
conosciuta come la Fontana dell’Albergo dei Poveri
(un edificio realizzato nel 1834 su commissione
dell’Arcivescovo Benedetto Balsamo per ospitare
i poveri della città), costituita da una edicola centrale
che contiene un "mascherone" dal quale sgorga
l'acqua, che poi scende in una grande vasca abbellita
da fregi floreali e fiancheggiata da una panca ad
242 emiciclo, nella cui spalliera sono presenti una teoria
di decorazioni dipinte.

Itinerario arabo-normanno
243

MONREALE
CATTEDRALE
DI MONREALE
Un altro straordinario
colpo d’occhio che rende
esterrefatti.
21

Entrare nella cattedrale


di Monreale fa mancare
il respiro, visto che
ci si trova avvolti nei mosaici
- seimila metri quadri
in tutto - che il mondo
ci invidia.

E la visita continua tra i capitelli del chiostro, uno


diverso dall’altro. Il complesso monumentale
di Monreale, composto dalla chiesa, dal convento
benedettino e dal palazzo reale, fu edificato per
volere di re Guglielmo II (1166-1189) tra il 1172 e
il 1183. La Cattedrale si srotola tra le due massicce
torri, tra le quali si estende il portico centrale
edificato nel 1770 in sostituzione di uno precedente
di età medievale. Al centro si trova il portale
marmoreo di accesso cuspidato, con quattro ghiere
ogivali a rincasso, arricchite da uno splendido
partito decorativo con motivi figurati e astratti
a rilievo, misti a tarsie in opus sectile geometrico
con poligoni stellati. Qui si apre la porta bronzea
di Bonanno Pisano, composta da 48 formelle
con scene bibliche, firmata e datata 1186. Il lato
settentrionale della chiesa, coperto da un portico
in undici arcate a tutto sesto realizzato tra il 1546
ed il 1569, reca invece la porta bronzea realizzata
nel 1179 da Barisano da Trani, costituita da 28
formelle con figure di santi ed evangelisti. Una
decorazione ad archi intrecciati su colonne e
tarsie laviche con motivi geometrici trionfa
compiutamente nelle absidi, sviluppandosi sui
tre ordini. A pianta longitudinale a tre navate,
246 d’impronta basilicale-paleocristiana, con archi
acuti sollevati da pulvini e retti da colonne
granitiche e capitelli classici: al santuario
si entra tramite un arco trionfale, sopraelevato
e triabsidato.

Il pavimento a marmi commessi delle


navate viene realizzato nel 1559 per volere
dell’arcivescovo Ludovico Torres, mentre
il pavimento in opus sectile del santuario
è in parte originale ed in parte rifatto durante
la prima metà del secolo XIX.

Gli straordinari mosaici che ricoprono le pareti


interne dell’edificio rappresentano uno dei cicli più

Itinerario arabo-normanno
Cattedrale di Monreale Pantocratore

Cattedrale di Monreale
247
vasti del mondo medievale, coprono una superficie
di oltre seimila metri quadri, con storie dell’Antico
e del Nuovo Testamento rispettivamente nelle
pareti della navata centrale e in quelle delle navate
laterali e del transetto; nelle absidi laterali sinistra
e destra sono raffigurate invece le storie dei santi
Paolo e Pietro. Tuttavia, è l’abside centrale
ad attirare lo sguardo: qui sono il Cristo
Pantocratore e la Vergine col Bambino tra angeli
e santi. Di particolare interesse i due mosaici con
Guglielmo II incoronato da Cristo e Guglielmo
II, che offre il modello della chiesa alla Vergine,
collocati rispettivamente sul trono regale
e sul soglio arcivescovile, nelle pareti meridionale
e settentrionale del santuario.
248 Nel braccio meridionale del transetto, il sarcofago
originario in porfido di Guglielmo I e quello
in marmo di Guglielmo II, eseguito nel 1575
in sostituzione di quello medievale distrutto
in un incendio.
Dello stesso periodo e organicamente legato
al resto del complesso architettonico, è il chiostro,
giunto intatto dall’antico convento benedettino.

Per la grandezza e la ricchezza


delle sue forme, rappresenta un esempio
straordinario di questo tipo di costruzione,
che sembra evocare i cortili porticati
delle dimore signorili islamiche.

Itinerario arabo-normanno
Entro la grandiosa cornice delle sue quattro ali,
ritmate da colonne binate poggianti su di un basso
parapetto e archi ogivali, una ricchezza e diversità
di forme difficilmente confrontabili a progetti simili:
l’alternarsi di colonne lisce e a intarsio policromo,
i rilievi che decorano i fusti delle quadruplici colonne
angolari, ma soprattutto l’enorme varietà
e lo splendore dei capitelli e degli abachi, dove
i soggetti sacri si confondono con quelli secolari, tra
animali e figure simboliche e fantastiche.

Nell’angolo sud-occidentale è collocata


la loggia con la fontana: l’acqua
sgorga da una colonnina a forma di palma
stilizzata con figure di baccanti tra musici 249
nel bocciolo in alto.

Annesso all’ala meridionale del chiostro è anche


il cosiddetto “Dormitorio dei benedettini”, un
edificio a pianta rettangolare molto allungata, che
presenta soprattutto all’esterno i caratteri distintivi
dell’architettura arabo-normanna nella lunga serie
di finestre ad arco acuto della facciata esterna
della parete settentrionale, alternate ad alte arcate
cieche: l’effetto è molto particolare perché sembra
essere la continuazione visiva delle arcate del
chiostro sottostante. Oggetto di un lungo restauro,
ospita lo spazio espositivo.

Cattedrale di Monreale
250
251

Cattedrale di Monreale Chiostro


252

Complesso monumentale di Monreale


Piazza Guglielmo II, 1 90046 - Monreale (PA)

COME ARRIVARE

Dall’aeroporto di Palermo in auto: A29 dir/E933 – Viale Regione


Siciliana – Corso Calatafimi – Monreale.

Dal porto: da fermata Crispi – Capitaneria linea 107, fino alla


Stazione Centrale, poi cambio con BUS AST Palermo-Monreale.

Dalla Stazione Centrale di Palermo: Bus Linea 109 oppure la navetta


gratuita fino alla fermata Piazza Indipendenza, poi cambio con la

Itinerario arabo-normanno
Linea 389, Capolinea Indipendenza – Pisani fino alla fermata Fontana del Drago
– Cannolicchio.

Dal Politeama: Bus Linea 108 da via Turati fino alla fermata Piazza
Indipendenza; cambio con Linea 389 fino a Fontana del Drago-Cannolicchio.

ORARI DI VISITA

Orario estivo / dal lunedì al sabato: 8.30 – 13.00 / 14.30 – 17.00


domenica e festivi: 8.00 – 9.30 / 14.30 – 17.00
Orario invernale / dal lunedì al sabato: 8.30 – 12.30 / 15.30 – 17.00
domenica e festivi: 8.00 – 9.30 / 15.30 – 17.00
Ingresso chiesa gratuito

MUSEO DIOCESANO
Orario estivo / dal lunedì al sabato: 9.30 – 15.30
Orario invernale / dal lunedì al sabato: 9.00 – 15.00
Ingresso al museo diocesano a pagamento.

CHIOSTRO E DORMITORIO DEI BENEDETTINI


Dal lunedì al sabato: 9.00 – 19.00 253
Dal lunedì al sabato: 9.00 – 13.30 (ultimo ingresso alle 13.00)
Ingresso al chiostro e al dormitorio dei benedettini a pagamento.
Ingresso itinerario monumentale (Cappella Roano – Terrazze della
Cattedrale – Chiostro e dormitorio) a pagamento.

INFO E PRENOTAZIONI

Museo Diocesano e Cappella Roano


www.enteoperemonreale.it / enteopere@eorc.eu / +39 327 3510886

Terrazze Parrocchia Santa Maria Nuova


www.diocesimonreale.it / curiamonreale@gmail.com / +39 0916402424 

Complesso Monumentale
www.coopculture.it / info@coopculture.it / +39 091 7489995

Accessibilità.

Cattedrale di Monreale
254

37°55'N 13°28'E
CEF
ALÀ
DIA
255

NA
IL TERRITORIO

Cefalà Diana è un piccolo centro adagiato su un declive a


ridosso di una rupe dominata dal castello, e comprende
un territorio che si estende su una superficie che supera
di poco i nove chilometri quadrati. Il nome del paese
deriva dal greco kephalé (testa, capo), e ricade in una
zona antropizzata sin dall'età romana e frequentata
anche in epoca bizantina. Il centro, citato dal geografo
arabo Idrisi nel XII secolo, nel corso del XIV e del XV
secolo fu feudo di importanti famiglie aristocratiche,
come i Chiaramonte e gli Abatellis. L’attuale abitato
venne fondato invece a partire dal 1684, in virtù della
licentia populandi concessa in quell’anno a Don Nicolò
Diana, esponente di una nobile famiglia di origine ligure
256 il cui ricordo è legato all’attuale denominazione del
centro, il cui discendente Giuseppe Nicolò Diana, poco
dopo la metà del XVIII secolo, avviava la costruzione del
nuovo insediamento, che presenta ancora oggi l’originale
pianta a maglie ortogonali imperniata sulla centrale
piazza quadrata.
Cefalà Diana è famosa soprattutto per il superbo castello
trecentesco e per le terme arabe che sono incluse
nella Riserva naturale Bagni di Cefalà Diana e Pizzo
Chiarastella, un rilievo di calcare carbonatico di 668
metri di altezza, dal quale sgorgano una serie di sorgenti
che alimentano i bagni, ubicati proprio alle sue pendici.

La riserva naturale orientata Bagni di Cefalà Diana


e Chiarastella è un'area naturale protetta istituita nel
1997, situata nei territori di Cefalà Diana e Villafrati, che

Itinerario arabo-normanno
Cefalà Diana Vista panoramica

Itinerario arabo-normanno
257
comprende un territorio di più di 136 ettari.
La Riserva è nata soprattutto a tutela del particolare
universo idrogeologico ipogeo che da molti
secoli è alimentato da sorgenti di acqua che
si ripresentano in superficie a valle a una
temperatura che raggiunge i 37 gradi centigradi.

Il Castello di Cefalà si erge su una rupe (657 metri


s.l.m.) che domina la valle del corso iniziale del
fiume Milicia, alle cui pendici si sviluppa l’abitato
settecentesco. Il castello, edificato direttamente
sulla roccia, è costituito da una cinta interna che
riproduce la configurazione del terreno, delimitando
quindi un cortile di pianta triangolare. L'ingresso
al castello avveniva originariamente attraverso una
258 torre, situata a sud, con due vani porta, solo uno
dei quali è giunto fino a oggi. Nel punto più alto
del sito sorge l’imponente torre mastra a pianta
rettangolare (12,60 metri di lunghezza, 8,40 metri
di larghezza ed un’altezza pari a 20 metri), che
si eleva su tre livelli con una terrazza coronata
da merli ghibellini. Originariamente la porta
d'ingresso alla torre si apriva nel muro nord del
primo piano, a cinque metri di altezza e si accedeva
tramite una scala esterna in pietra, in parte ancora
visibile.

Itinerario arabo-normanno
Palazzo Reale Sala dei Venti, Palermo
259

CEFALÀ DIANA
BAGNI
DI CEFALÀ DIANA
Anche i Bagni di Cefalà
Diana sono unici: è l’unico
complesso termale di tipo
islamico in Sicilia.
22

L’edificio fu costruito
a ridosso di uno sperone
di roccia da cui sgorgava
un’acqua termale calda
(35,8°-38°) utilizzata
nel corso dei secoli per
scopi terapeutici.
Oggi si trova all’interno di un suggestivo baglio
del ‘500. I Bagni sono ospitati in una massiccia
costruzione in muratura di pietrame informe
di spessore notevole (m. 1,60), con un’epigrafe
in arabo che corre sui tre lati Ovest, Nord ed Est,
di cui rimane leggibile solamente il consueto
incipit: “In nome di Dio clemente e misericordioso”.
Scolpita in blocchi di arenaria, l’iscrizione
a caratteri cufici è inserita tra due cornici decorate
con girali di palmette. L’interno dei Bagni, a pianta
rettangolare, è coperto da una volta a botte con
fori per l’aerazione. La sala è divisa in due zone
da un setto in mattoni con tre archi a sesto acuto
che poggiano su due esili colonnine di marmo con
capitelli in arenaria locale: la prima, più piccola
e a una sola vasca, è a ridosso della sorgente
di acqua calda, mentre la seconda, più grande,
è dotata di tre vasche, che in origine erano un’unica
grande vasca di forma rettangolare.
La parte più piccola oltre gli archi, rimasta quasi
del tutto originale, è rialzata rispetto alla prima
e comprende una vasca che serviva come raccolta
delle acque termali che sgorgavano dal terreno
e venivano poi incanalate nella grande vasca.
262

Gli ultimi scavi archeologici condotti


all’interno dell’edificio termale, tra il 1992
e il 2006, ipotizzano che l’edificio normanno
sia nato sotto Guglielmo II (1166-1189),
su una struttura di epoca islamica.

Recenti lavori di restauro e di consolidamento


dell’edificio, condotti dalla Soprintendenza dei Beni
Culturali e Ambientali di Palermo, hanno reso la
struttura sicura e ne hanno consentito l’apertura
per le visite e nelle vasche è tornata l’acqua che
giunge da un vicino pozzo artificiale.

Itinerario arabo-normanno
Bagni di Cefalà Diana Particolare della fascia epigrafica

Bagni di Cefalà Diana


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Bagni di Cefalà Diana


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Bagni di Cefalà Diana


Bagni di Cefalà, 90030 Cefala' Diana (PA)

COME ARRIVARE

Da Palermo in auto: Da Palermo E90 - Viale Regione Siciliana /


Villabate SS121 direzione Bolognetta – Cefalà Diana.

Itinerario arabo-normanno
ORARI DI VISITA

Tutti i giorni festivi inclusi: 8.30 – 13.30


Giovedì e sabato: 8.30 – 19.00

Ingresso gratuito.

INFO E PRENOTAZIONI

www.regione.sicilia.it/beniculturali/sopripa/ Accessibilità
+39 091 8291551

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Bagni di Cefalà Diana


INFORMAZIONI UTILI

Per ulteriori approfondimenti sul sito seriale


UNESCO “Palermo arabo-normanna e le Cattedrali
di Cefalù e Monreale”, sull’itinerario arabo-normanno
e sul ricco patrimonio storico-culturale che interessa
Palermo, Cefalù, Monreale e Cefalà Diana, nonché
sulle singole specifiche modalità di visita dei singoli
monumenti, è possibile visitare il sito web
www. arabonormannaunesco.it

Sul sito web www.unescoarabonormanna.it è possibile


scaricare l’app UNESCO PALERMO che presenta una
268 mappa interattiva del sito Unesco, dell’itinerario
storico-monumentale arabo-normanno, dei diversi
itinerari turistici, gli approfondimenti sul patrimonio
culturale delle città, sulle valenze culturali dei singoli
monumenti, le informazioni aggiornate per la visita
ai monumenti e il calendario degli eventi culturali più
importanti.

NAVETTE GRATUITE A PALERMO


A Palermo sono disponibili le navette gratuite Free
Centro Storico e Free Express.
Per informazioni su percorsi e orari delle corse e
possibile consultare il sito dell’azienda trasporti AMAT
PALERMO S.P.A. www.amat.pa.it

Itinerario arabo-normanno
CENTRI DI INFORMAZIONE TURISTICA (INFO POINT)

Porto: via del Mare (ingresso Imbarco Passeggeri).


Aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle ore 13:30.

Bellini: piazza Bellini (Largo dei Cavalieri del S. Sepolcro) /


Tel. 091 7408020.
Aperto dal lunedì al giovedì dalle ore 8:15 alle ore 19:00;
Venerdì dalle ore 8:30 alle 18:30; Sabato dalle 9:30 alle 17:00
(solo quando c’è lo straordinario); Domenica dalle ore 09:00
alle ore 19:00.

Galletti: piazza Marina, 46 / Tel. 091 7406344.


Aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle ore 13:30.

Teatro Massimo: Aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00


alle ore 13:30.

Cavour: via Cavour (accanto alla Feltrinelli).


Aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle ore 13:30*.
269
*Dal lunedì al venerdì dalle 13,30 alle 18,30 e sabato e domenica
dalle ore 9,00 alle ore 19,00 con personale Amat per solo vendita
biglietti.

Itinerario arabo-normanno
FONDAZIONE PATRIMONIO
UNESCO SICILIA
Presidente Prof. Giovanni Puglisi

La Fondazione è stata costituita nel 2005 dalla Regione


Siciliana e dalla Commissione Nazionale Italiana per
l’UNESCO. La sua missione è quella di contribuire
alla tutela e alla valorizzazione dei siti culturali
e naturali e dei beni immateriali siciliani iscritti nelle
Liste del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, nonchè
di promuovere e sostenere nuove candidature.

270 PATRIMONIO UNESCO SICILIA

Patrimonio Culturale • AREA ARCHEOLOGICA DI AGRIGENTO (1997)


e Naturale iscritto • VILLA ROMANA DEL CASALE (1997)
nella World Heritage • ISOLE EOLIE (2000)
List (WHL) • CITTÀ BAROCCHE DEL VAL DI NOTO (2002)
• SIRACUSA E LE NECROPOLI RUPESTRI DI PANTALICA (2005)
• MONTE ETNA (2012)
• PALERMO ARABO-NORMANNA E LE CATTEDRALI
DI CEFALÙ E MONREALE (2015)

Patrimonio Culturale • L’OPERA DEI PUPI (2008)


Immateriale iscritto • LA VITE AD ALBERELLO DI PANTELLERIA (2014)
nella Intangible Cultural • DIETA MEDITERRANEA (Sicilia Regione
Heritage (ICH) Rappresentativa 2010)

Geoparchi inseriti tra • MADONIE (2001)


gli UNESCO Global • ROCCA DI CERERE (2001)
Geoparks

Itinerario arabo-normanno
COMITATO
DI PILOTAGGIO
PALERMO ARABO NORMANNA
E LE CATTEDRALI DI CEFALÙ E MONREALE

Presidente Prof. Leoluca Orlando

Il Comitato di Pilotaggio è l’organismo responsabile


dell’attuazione e dell’aggiornamento del Piano
di Gestione del sito UNESCO “Palermo arabo-
normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale”,
supportato dalla Fondazione patrimonio UNESCO
Sicilia quale struttura operativa. E’ stato costituito
nel 2015 tra i proprietari, i principali gestori e dai
soggetti istituzionali che a vario titolo sono coinvolti 271

nella gestione, con le finalità di correlarne le attività


e di incrementare la collaborazione ai fini della
tutela e riqualificazione urbanistica, paesaggistica
e della valorizzazione socio-economica dei territori
interessati, attraverso la promozione del patrimonio
artisti, architettonico e paesaggistico, nonché
di quello immateriale.

Componenti del Comitato di Pilotaggio: Ministero dei Beni e per


le Attività culturali e del Turismo, Assemblea Regionale Siciliana,
Regione Siciliana Assessorato dei Beni Culturali e dell'Identità
siciliana – Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo,
Ministero dell’Interno - Direzione Centrale per l’Amministrazione
del Fondo Edifici di Culto, Comune di Palermo, Comune di Cefalù,
Comune di Monreale, Arcidiocesi di Palermo, Arcidiocesi di Monreale,
Diocesi di Cefalù, Eparchia di Piana degli Albanesi, Fondazione Sicilia,
Fondazione Federico II, Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia

Itinerario arabo-normanno
Comitato di Pilotaggio

I testi relativi alle schede dei monumenti sono tratte


dal Dossier di Candidatura per l’iscrizione nella World Heritage List
del sito seriale “Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale”.

Le immagini relative ai monumenti Palazzo Reale e Cappella Palatina;


Chiesa di San Giovanni degli Eremiti; Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio;
Chiesa di San Cataldo; Cattedrale di Palermo; Palazzo della Zisa;
Ponte dell’Ammiraglio; Cattedrale e chiostro di Cefalù;
Cattedrale e chiostro di Monreale; Castello a Mare, della Fondazione Patrimonio
UNESCO Sicilia, sono state realizzate da Rosellina Garbo.

Le immagini relative ai monumenti Palazzo della Favara - Maredolce; Chiesa di Santa Maria
Maddalena; la Cuba; Chiesa della SS. Trinità (Magione); Cuba Soprana e Piccola Cuba;
Cappella di Santa Maria dell’Incoronata; Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi;
Chiesa di Santo Spirito; Chiesa di Santa Cristina la Vetere; l’Uscibene e la foto panoramica
di Palermo sono state gentilmente concesse dal Centro Regionale per l'inventario,
la catalogazione e la documentazione dei beni culturali (CRicd).

Le immagini relative ai Qanat sono state gentilmente concesse


dal Gruppo Speleologico CAI - Club Alpino Italiano - Sezione di Palermo.
L'immagine panoramica di Cefalà Diana è stata gentilmente concessa dal Comune
di Cefalà Diana.
Le immagini relative ai Bagni di Cefalà Diana sono state gentilmente concesse
dalla Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo.
L'immagine di Palazzo Alliata è stata gentilmente concessa da CoopCulture.

La foto a pp. 34-35 è di Vasily-kotlyarov (Fonte ww.unsplash.com)


La foto a pp. 38-39 è di Tomas Anton Escobar (Fonte ww.unsplash.com)
La foto a pp. 220-221 è di Runzi-Zhu (Fonte ww.unsplash.com)
La foto a pp. 222 è di Jacek-Dylag (Fonte ww.unsplash.com)

È vietata la riproduzione parziale e totale senza autorizzazione dei testi


e delle immagini contenuti nella presente guida.

VISITOR CENTER UNESCO


Palazzo Gulì, Via Vittorio Emanuele, 353 - Palermo;
Corso Ruggero, 79 - 90015 Cefalù

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