FONDATA DA
V. PISANI e G. SCARPAT
ESTRATTO
2012
Anno LXVII - Volume LXVII
STILGRAF EDITRICE
CESENA 2012
IUCUNDUM AMOREM:
IL CARME 109 DI CATULLO
Abstract
In carm. 109, Lesbia’s proposal of iucundus and perpetuus amor is accepted
by Catullus, but at the same time it is turned into a strong promise of aeter-
nus mutual love, granted by the gods, like an ideal marriage pact, which
foreshadowes the elegists’ attitude towards their mistresses: furthermore,
there are close connnections with Plautus’ and Terence’s language. The paper
discusses in detail the syntax of ll. 1-2.
1 H.P. SYNDIKUS, Catull. Eine Interpretation. Dritter Teil. Die Epigramme (69-116), Darm-
stadt 1987, p. 126. Indico di seguito alcuni dei principali commenti che verranno successiva-
mente citati con il solo nome dell’autore: BAEHRENS, Leipzig 1885; DELLA CORTE, Milano
1990; DE VERGER-PEREZ VEGA, Huelva 2005; ELLIS, Oxford 18892; FORDYCE, Oxford 1978;
GODWIN, Warminster 1999; GOOLD, London 19892; KROLL, Stuttgart 19685; LENCHANTIN,
Torino 19333; QUINN, London 1970; RIESE, Leipzig 1884; SYNDIKUS, Darmstadt 1990;
THOMSON, Toronto 1997; TROMARAS, Thessaloniki 2001.
2 Così L.O.A.M. LYNE, The Latin Love Poets. From Catullus to Horace, Oxford 1980, p. 36;
cfr. O. SCHÖNBERGER, Interpretation eines Catulls Epigramms, «Helikon» 20-21, 1980-1981,
pp. 329-334: p. 330; F.O. COPLEY, Emotional Conflict and its Significance in the Lesbia
Poems of Catullus, «AJPh» 70, 1949, pp. 22-40: pp. 24 ss.
624 Paideia LXVII (2012)
3 Si veda soprattutto D.O. ROSS Jr., Style and Tradition in Catullus, Cambridge 1969, pp. 76-80;
A. AGNESINI, Il carme 62 di Catullo, Cesena 2007, pp. 301 s.
4 Di “semantica della primavera” parla AGNESINI, Il carme 62, cit. n. 3, p. 301.
5 AGNESINI, Il carme 62, cit. n. 3, p. 301.
6 B. AXELSON, Unpoetische Wörter: ein Beitrag zur Kenntnis der Lateinischen Dichterspra-
che, Lund 1945, p. 35, n. 18.
7 È noto che l’etimologia popolare ha accostato iucundus a iocus: di qui la grafia iocundus
(cf. Ernout Meillet, s. v. iocus.) Possiamo azzardare – mi suggerisce G. Biondi – che l’amor
A. MINARINI, Iucundum amorem: il carme 109 di Catullo 625
menti di grazia l’amante pensa che tutto durerà per sempre, l’amore di
Lesbia non può essere che perpetuus, non conoscerà interruzione8.
Una nota ancora più intensa nei primi due versi del c. 109 si avverte
in hunc nostrum inter nos, che non è semplicemente un pleonasmo da
ricondurre al linguaggio familiare9, ma si carica di un senso profon-
do10: l’insistente ripetizione, l’uso del pronome personale e del dimo-
strativo di prima persona, la collocazione marcata a occupare tutto il
primo emistichio insinuano nelle parole di Lesbia l’idea di un amore
intenso e particolare, da cui gli altri debbono restare esclusi11. L’offer-
ta iniziale di Lesbia – questo il senso del proponis del primo verso,
che non è equivalente a promittis, come vorrebbero molti commen
ti12 – , gioiosamente accettata dal poeta13, viene gradualmente ad assu-
mere nelle intenzioni di Catullo una portata più ampia, quella di una
vera promessa (promittere v. 3) e la speranza che ciò possa realizzarsi
si appoggia a un’invocazione agli dèi, di magni, in cui l’esclamazione
non esprime semplicemente sorpresa, o paura, o indignazione, come
spesso in latino14, ma – così anche nel finale del c. 76 – ha la forza
della preghiera e da essa prende solennità e profondità15.
iucundus sia l’amore di quei ioca, cui indulgono Lesbia e Catullo (cfr. multa iocosa fiebant
del carme 8,6).
8 Anche se «hier ist eine – wenn man so sagen darf – begrenzte Dauer, keine Ewigkeit ge-
meint» (SCHÖNBERGER, Interpretation, cit. n. 2, p. 330).
9 Così in genere i commenti. Sull’espressività della ridondanza in Catullo in generale si veda
H. TRÄNKLE, Ausdrucksfülle bei Catull, «Philologus» 111, 1967, pp. 198-211 (p. 206 per il
carme 109), e cfr. anche L. TAKÁCS, Catullus c. 109, in AA.VV., Studia Catulliana in memo-
riam Stephani Caroli Horváth, Szeged 2005, pp. 44-49.
10 «Tieferen Sinn» per TAKÁCS, Catullus c.109, cit. n. 9, p. 46.
11 T.P. WISEMAN, Catullus and his World. A Reappraisal, Cambridge 1985, p. 70; A. GHI-
SELLLI, Catullo. Il passer di Lesbia e altri scritti catulliani, Bologna 2005, p. 43: «convinzio-
ne assoluta della singolarità esistenziale del loro amore».
12 «La palabra promittere parece estar solo en boca de Catulo»: così RAMÍREZ DE VERGER,
p. 645. Proponis = promittis sostiene invece anche D. KONSTAN, Two Kinds of Love in Ca-
tullus, «CJ» 68, 1972, pp. 102-106: p. 103.
13 SYNDIKUS, p. 125 vede invece freddezza nell’uso di proponis in riferimento a una promes-
sa d’amore.
14 «Si noti come espressioni irrigidite in formule (cfr. di magni ...) restino disponibili a esse-
re risemantizzate, rivitalizzate dal contesto»: GHISELLI, Catullo. Il passer di Lesbia, cit. n. 11,
p. 35.
15 «It conveys the hopelessness of the request, and the prayer is made by adding to the ex-
clamation a petition for that very thing the impossibility of which evoked the exclamation.
So the prayer takes its tone from the exclamation, but it also lends a depth and suggestion of
solemnity to the exclamation»: G. WILLIAMS, Tradition and Originality in Roman Poetry,
Oxford 1968, p. 411.
626 Paideia LXVII (2012)
16 Così J.K. NEWMAN, Roman Catullus and the Modification of the Alexandrian Sensibility,
Hildesheim 1990, p.7 (ma lo notano tutti i commenti).
17 «Vere bezieht sich auf das objektive Eintreten der versprochenen Handlung, sincere und
ex animo auf die subjektive Aufrichtigkeit des Versprechens»: SCHÖNBERGER, Interpretation,
cit. n. 2, p. 332.
18 «Nor is possit otiose – C. suspects his mistress is incapable of a serious promise» QUINN,
p. 448. Cfr. inoltre SYNDIKUS, p. 126; GODWIN, p. 218 (che sottolinea in proposito la posi-
zione marcata di possit in allitterazione e a fine verso).
19 Sulla diversa connotazione delle invocazioni agli dèi nei carmi brevi e nei carmina docta
cfr. G.G. BIONDI, Catullo in AA.VV., Storia della civiltà letteraria greca e latina, vol. II, To-
rino 1998, p. 477.
20 QUINN, p. 448, SCHÖNBERGER, Interpretation, cit. n. 2, p. 332: altri lo intendono finale (es.
SYNDIKUS, p. 126).
A. MINARINI, Iucundum amorem: il carme 109 di Catullo 627
21 R. REITZENSTEIN, Zur Sprache der lateinischen Erotik, Heidelberg 1912, pp. 1-33 (ripub-
blicato in Das foedus in der römischen Erotik, in AA.VV., Catull, hrsg. von R. HEINE, Darm-
stadt 1975, pp. 153-180). Buona panoramica al riguardo in J. GRANAROLO, L’ oeuvre de Ca-
tulle: aspects religieux, éthiques et stylistiques, Paris 1967, pp. 218 s. e Saara LILJA, The Ro-
man Elegists’ Attitude to Women, Helsinki 1965, pp. 72 s.
22 «Aeternus ... è espressione metafisica indicante ciò che è senza limiti di tempo ... quindi
denota ciòche è imperituro, indistruttibile, sublime. Perpetuus ... denota la continuazione, la
successione di una cosa nel tempo e nello spazio, senza interruzione» (D. FAVA, I sinonimi
latini, Milano 1910 = 1984, pp. 45 s.).
23 Lo nota anche SYNDIKUS, p. 126, n. 17 che vi accosta anche Ter. Eun. 872 at nunc dehinc
spero aeternam inter nos gratiam / fore Thais (passo molto diverso, in cui il giovane Cherea
confida in una futura benevolenza di Taide, a prescindere da sfumature erotiche).
24 SYNDIKUS, p. 126, TAKÁCS, Catullus c. 109, cit. n. 9, p. 48.
25 Anche se l’uso è forse ironico, come sottolinea Donato. Negli altri casi terenziani, relati-
vi all’Hecyra, l’avverbio sancte rimanda all’inviolabilità del giuramento (vv. 61, 268, 751
sanctius), mentre in Rhet. Her. 4,33 si parla di sanctimonia nuptiarum. Per sanctus nel lessi-
co erotico si veda R. PICHON, Index verborum amatoriorum, Paris 1902 = Hildesheim 1966,
p. 238.
628 Paideia LXVII (2012)
lo saldo delle donne oneste, sancito da un vincolo nuziale (vv. 394 s.: hoc
beneficio utrique ab utrisque vero devincimini / ut numquam ulla
amori vostro incidere possit calamitas).
Certo Catullo non può e non vuole aspirare realmente a un matri-
monio: è il primo a riconoscere di non aver ricevuto Lesbia, pura e
trepidante, dalle mani del padre (68, 143). Ma si legge nei suoi versi
l’aspirazione a qualcosa che va addirittura oltre: la santificazione, la le-
gittimazione, dis adnuentibus, di un amore extra coniugale entro ed
oltre i vincoli del matrimonio26, la possibilità di unire gli aspetti gioio-
si di un eros lieto e appassionato, l’amor iucundus, prerogativa in ge-
nere di effimeri flirt, con la forza del foedus, del patto coniugale. Qui
veramente, come nel c. 68, Catullo è precursore dell’elegia latina, an-
ticipa la concezione di un Tibullo, di un Properzio, che chiedono alle
loro dominae una passione non disgiunta da forme impossibili di to-
tale dedizione e fedeltà27.
Un’attenta lettura del breve epigramma chiarisce così l’interno mo-
vimento che lo anima. L’offerta di Lesbia di un amore iucundus viene
recepita dal poeta, ma gradualmente spostata nell’ottica personale del-
la promessa di un rapporto esclusivo, che aspira alle caratteristiche di
un vincolo matrimoniale permanente e anzi le supera. Dopo lo slancio
iniziale il carme, apertosi con note festose, si chiude con toni più pa-
cati e profondi28, da cui non è forse esente un’ombra di malinconia29.
Nel carme si ritrovano, si è visto, consonanze con la commedia sia
di Plauto sia, soprattutto, di Terenzio. Muovendo dalle considerazio-
ni fatte sopra sull’uso plautino di iucundus, possiamo dire che lo spo-
stamento dell’amor dall’ottica di Lesbia a quella di Catullo sembra
configurarsi come lo spostamento da un’ottica plautina a una teren-
ziana. Gli amanti di Plauto rivendicano un amore iucundus, gioioso,
ma effimero e superficiale, quelli terenziani (vedi le esclamazioni di
Fedria confrontabili con i versi 3 e 4, la sacralità del vincolo matri-
moniale) un amore che non conosce distrazioni e resta saldo nel tem-
26 Per questo aspetto, specie in riferimento al carme 68, cfr. AGNESINI, Il carme 62, cit. n. 3,
pp. 490 ss., G. MAGGIALI, Il carme 68 di Catullo, Cesena 2008, pp. 69 ss.
27 Sul foedus amicitiae di Catullo in correlazione con il foedus amoris dei poeti elegiaci si ve-
da P. FEDELI, Introduzione a Catullo, Bari 1990, p. 52: «esso diviene una proiezione ideale
del patto matrimoniale, perché la passione che unisce gli amanti viene posta allo stesso livel-
lo di quella fra i coniugi».
28 SCHÖNBERGER, Interpretation, cit. n. 2, p. 380.
29 «etwas Illusionäres» SYNDIKUS, p. 127.
A. MINARINI, Iucundum amorem: il carme 109 di Catullo 629
po. Una riprova di come il rapporto con Plauto sia un rapporto di re-
cupero, ma a un tempo di ribaltamento, in primo luogo linguistica-
mente, il rapporto con Terenzio sia piuttosto nel segno della conti-
nuità, tanto nelle tematiche che nel linguaggio30.
Iucundus amor vs. foedus amicitiae: i termini chiave del rapporto
Lesbia Catullo incorniciano il carme e lo chiudono in una sorta di
‘Ringkomposition’ all’interno della quale la struttura tripartita è evi-
dente nell’articolarsi dei tre distici, unitari per senso e sintassi. 1° di-
stico: offerta d’amore di Lesbia; 2° distico: invocazione agli dèi e spe-
ranza di Catullo; 3° distico: la promessa di amore eterno da parte del
poeta31.
***
30 È la “liricizzazione del quotidiano” di cui parla BIONDI, Catullo, cit. n. 19, p. 468.
31 Sulla struttura del carme cfr. soprattutto SYNDIKUS, pp. 124-127; SCHÖNBERGER, Interpre-
tation, cit. n. 2, p. 333; TAKÁCS, Catullus c. 109, cit. n. 9, p. 45. L’ipotesi di una struttura bi-
partita (2+4), sostenuta ad esempio dal THOMSON, p. 545 è discussa soprattutto da TAKÁCS
(Catullus c. 109, cit. n. 9), che conclude comunque a favore della tripartizione.
32 Es. QUINN, p. 448.
33 FORDYCE, p. 397.
630 Paideia LXVII (2012)
34 Cfr. F. CUPAIUOLO, Metrica latina classica, in AA.VV., Introduzione allo studio della cul-
tura classica, II, Milano 1973, p. 566. Sull’uso raro, anche se non impossibile, dell’enjambe-
ment in Catullo, cfr. K. BÜCHNER, Beobachtungen über Vers- und Gedankengang bei
Lukrez, Berlin 1936, p. 84.
35 H. PATZER, Zum Sprachstil des neoterischen Hexameters, «MH» 12, 1955, pp. 77-95 =
Wege der Forschung, Darmstadt 1975, pp. 447-474: pp. 450-453.
36 QUINN, p. 448.
37 Zur Sprache, cit. n. 21, p. 28 = 175. Cfr. LENCHANTIN, p. 265.
38 Che invece può ben essere banalizzazione scaturita dalla vicinanza con lessemi che indi-
cano durata.
A. MINARINI, Iucundum amorem: il carme 109 di Catullo 631
39 LENCHANTIN, p. 265.
40 CUPAIUOLO, Metrica latina classica, cit. n. 34, p. 577. Per C. CONRAD, Traditional Pat-
terns of Word-Order in Latin Epic from Ennius to Virgil, «HSCPh» 69, 1965, pp. 195-288:
p. 195 (con bibliografia precedente), è questa la struttura più frequente sia nell’esametro sia
nel pentametro elegiaco. Non di rado aggettivo e sostantivo sono concordati in omeoptoto
(di rima interna parla M. PLATNAUER, Latin Elegiac Verse: a Study of the Metrical Usages of
Tibullus, Propertius & Ovid, Cambridge 1971, p. 49).
41 Percentuali già in M. MONBRUN, A propos du poème 68 de Catulle: quelques considera-
tions sur la métrique et l’ordre des mots, «Pallas» 22, 1975, pp. 23-42: p. 38 s.
42 PLATNAUER, Latin Elegiac Verse, cit. n. 40, p. 49.
43 «Quod ex sua parte numquam hoc foedus rupturum iri bene ille sentit» BAEHRENS,
p. 599.
632 Paideia LXVII (2012)
44 Dello stile dei distici elegiaci catulliani si è molto discusso, trovando in essi ora eccessivo
ossequio ai modelli greci (ELLIS, pp. XXVI ss.), ora eccessiva libertà (J.P. POSTGATE, Select
Elegies of Propertius, London 18852, p. CCXVI). Rivalutazione in N.B. SEGDWICK, Catullus’
Elegiacs, «Mnemosyne» 3, 1950, pp. 64-69; D.A. WEST, The Metre of Catullus’ Elegiacs,
«CQ» 51, 1957, pp. 98-102; J. DUHIGG, The Elegiac Metre of Catullus, «Antichton» 5, 1975,
pp. 57-67.
45 DUHIGG, The Elegiac Metre, cit. n. 44, p. 67.
INDICE DEL VOLUME
AUGUSTANA
ALICE BONANDINI
Augusto tra realtà storica e funzione satirica.
Valore simbolico del ritratto di un princeps nel
prosimetro seriocomico, tra l’Apocolocyntosis
e Giuliano l’Apostata 9
ANTONELLA BORGO
Res nova et inusitata, supplicium de studiis sumi
(Sen. contr. 10 praef. 5). A proposito dei roghi di libri
a Roma 33
ALBERTO CANOBBIO
Virgilio e Germanico nel proemio di Valerio Flacco:
il retroscena augusteo della Laus Flaviorum 55
VALERIO CASADIO
L’ira di Augusto (Plut. Mor. 194a-208a) 77
FABRIZIO CONCA
Augusto nella storiografia bizantina 91
RITA DEGL’INNOCENTI PIERINI
Magnitudinem exuere. Augusto privato in Seneca,
brev. vit. 4,2 ss. 107
GUILLAUME FLAMERIE DE LACHAPELLE
Les prises de parole d’Antiochus III dans l’œuvre
de Tite-Live, ou l’impuissance d’un contre-modèle 123
762 Paideia LXVII (2012)
ENRICO FLORES
Cesare, Augusto e Virgilio 135
FRANCESCA GHEDINI
Ovidio e il pantheon augusteo:
Apollo nelle Metamorfosi 145
DOMENICA LAVALLE
Il potere delle azioni dissidenti:
Augusto e i suoi oppositori 187
GIUSEPPINA MATINO
Giustiniano e la retorica del potere 203
PAOLA PINOTTI
Prop. 3,18. Marcello e il discorso del princeps 223
C.J. SIMPSON
Julius Caesar and His Son.
The First Two Julian Principes and Their New
Terminologies of Power 279
LUIGI SPINA
“The glory of a next Augustan age”:
fra Grecia e Roma nell’era dei Kennedy 295
ÉTIENNE WOLFF
Auguste et son siècle d’après les poètes de l’époque
flavienne: le cas de Martial 317
Indice del volume 763
ARTICOLI E NOTE
ALEX AGNESINI
Osservazioni sulla prefazione al libro decimo
della res rustica di Columella 333
GIUSEPPINA ALLEGRI
La Lettera 68 di Seneca: l’otium del filosofo
tra sospetto e invidia 343
FRANCIS CAIRNS
Caesar fr. 1 Courtney: The Etymologies 371
FEDERICO CONDELLO
Incesti (anche) in sogno: Soph. OT 977-983 379
SILVIA CONDORELLI
Dal parassita della commedia all’ impudicus
di Sidonio (epist. 3,13,1-4) 409
PAOLO DI MEO
Properzio “più vile di un lago secco”?
A proposito di 2,14,12 429
PAOLO DI MEO
Sul significato di tornus in Verg. ecl. 3,38,
Prop. 2,34,43 e Laus Pisonis 96 433
SIMONE GIBERTINI
Su Petrarca sen. 1,6,25: Lethe o Lethes?
Per la storia di un grecismo nel latino medievale 443
ALFREDO MARIO MORELLI
Prostrati in gramine molli. Il locus amoenus come
modello di comunità ideale in Lucrezio e nell’Ovidio
dei Fasti 459
ROSARIO MORENO SOLDEVILA
Hércules y el toro: en torno a Mart. Spect. 18 y 19 483
764 Paideia LXVII (2012)
ALESSIA MORIGI
A carte scoperte: documenti d’archivio e topografia
tardoantica tra Sarsina e Monte Sorbo 503
LEONARDO PAGANELLI
Hedyphagetica pascoliana 525
GUALTIERO ROTA
In margine a Sir. 26,7 LXX: la “donna-giogo”
tra espressionismo linguistico e gnµmh 531
SAMANTA TRIVELLINI
Two Ovidian rewritings: the myth of Philomela
on the contemporary English stage 545
JOSÉ LUIS VIDAL
Fragmenta poeticae: poesía narrativa de Ennio a Virgilio 571
CATULLIANA
FORUM
GIANCARLO MAZZOLI
Sulla recente edizione Scivoletto-Zurli delle Satire di Persio 649
RICCARDO SCARCIA
Librum imperfectum reliquit: rileggendo Persio 659
LORIANO ZURLI
Pegaseum melos (Chol. 14) è citazione di Cesio Basso 699
APPROFONDIMENTI
MARIELLA BONVICINI
A proposito di un nuovo volume pascoliano di
Alfonso Traina 715
PAOLA PAOLUCCI
Riflessioni a margine di una nuova antologia latina 727
RECENSIONI
www.paideia-rivista.it