Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Ad ogni funzione di questo tipo è possibile associare due funzioni reali di due variabili reali. Infatti,
se si identifica il piano complesso con \ 2 mediante la relazione (x, y) = x + iy:
u : ( x, y ) 6 u ( x, y )
f :z x iy 6 f ( z ) u ( x, y ) iv( x, y ) con ( x, y ) : \ 2
v : ( x , y ) 6 v ( x, y )
Esempi:
x f ( z) z x iy u ( x, y ) x , v ( x, y ) y
x f ( z) P( z ) an z n an 1 z n 1 ... a0 , con ai ^
P( z )
x f ( z) , dove Q ( z ) z 0
Q( z )
x f ( z) z u ( x, y ) x 2 y 2 , v ( x, y ) 0
x f ( z) Re( z ) u ( x, y ) x, v ( x , y ) 0
x f ( z) Im(z ) u ( x, y ) y , v ( x, y ) 0
Si definiscono anche in questo caso le più importanti funzioni elementari, che risulteranno essere
estensioni nel campo complesso di quelle di variabile reale.
1. Funzione esponenziale: e z e x iy : e x eiy e x (cos y i sin y )
Le principali proprietà di questa funzione sono:
x ez ex
x e z z 0 z ^
x e z 2Si e x i ( y 2S ) e x [cos( y 2S ) i sin( y 2S )] e x (cos y i sin y ) e z
La funzione esponenziale in campo complesso è quindi periodica di periodo T=2ʌi. Ciò implica
quindi che essa non è biunivoca e per questa ragione non esiste globalmente la sua funzione inversa.
2. Funzioni iperboliche:
cosh z : 1 e z e z
2
sinh z : 1 e z e z
2
3. Funzioni circolari:
cos z : 1 eiz e iz
2
sin z : 1 eiz e iz
2i
Le principali proprietà della funzione coseno sono:
x cos z \ cos x cos(Re( z ))
i ( z 2S ) i ( z 2S ) iz 2Si iz 2Si iz iz
x cos( z 2S ) e e e e e e cos z
2 2 2
Anche in campo complesso la funzione coseno è periodica di periodo T=2ʌ.
i ( x iy ) i ( x iy ) ix y ix y
x cos z cos( x iy ) e e e e e e 1 (cos x i sin x)e y 1 (cos x i sin x)e y
2 2 2 2
1 cos x(e y e y ) 1 i sin x(e y e y ) cos x cosh y i sin x sinh y
2 2
1
Alla funzione coseno in campo complesso possiamo quindi associare le seguenti due funzioni di va-
riabile reale:
u ( x, y ) cos x cosh y
cos( x iy ) cos x cosh y i sin x sinh y ®
¯v( x, y ) sin x sinh y
iz iz
x cosh(iz ) e e cos z cos(iy ) cosh( y ), y \
2
Le funzioni circolari sull’asse immaginario corrispondono quindi alle funzioni iperboliche (al più
con un cambiamento di segno) sull’asse reale. Le funzioni circolari non sono quindi in generale li-
mitate (lo sono solo le loro restrizioni all’asse reale).
S kS
cos x cosh y 0 x
x cos z cos( x iy ) 0® , ® 2 cos x 0
¯sin x sinh y 0 ¯y 0
NB: Per le altre tre funzioni valgono proprietà del tutto simili che si ricavano allo stesso modo.
I.2 - LIMITI
Si consideri una funzione f : ȍ C ^ W ^ , con ȍ aperto, e sia z0 un punto di accumulazione per ȍ.
Si dice che l F ^ è limite di f(z) per z W z0 se:
lim f ( z ) l V (l ) U ( z0 ) : z U ( z0 ) \ {z0 } f ( z ) V (l )
zoz 0
z0
y0
l2
l
x0 l1
Tale definizione può essere espressa anche in termini delle funzioni u e v. Siano dunque a tale pro-
posito z0 = x0 + iy0, f = u + iv, l = l1 + il2 :
lim f ( z ) l lim u ( x, y ) l1 , lim v ( x, y ) l 2
zoz 0
( x, y ) o ( x , y )
0 0
( x, y ) o( x , y )
0 0
Si può ora estendere il concetto di continuità alle funzioni di variabile complessa: una funzione f(z)
si dice continua in un punto z0 se esiste il limite per z W z0 di f(z) e tale limite è uguale a f(z0):
lim f ( z ) f ( z0 )
zo z 0
Osservazioni:
x Sono continue nel loro dominio tutte le funzioni elementari
x Vale l’algebra dei limiti e il teorema del limite della funzione composta
x Si indica con ^ ^ {f} l’ampliamento del campo complesso con il “punto all’infinito”, che è
definito mediante un suo intorno, cioè il complementare di una palla di raggio R centrata in 0:
U (f) ^ z d R`C ^ z ! R` U()
È quindi possibile dare un senso alle seguenti espressioni:
zof z o f
f ( z) o f f ( z ) o f
I.3 - DERIVABILITÀ
Sia f : ȍ W ^ , con ȍ aperto di ^ . Si dice che f è derivabile in z0 se esiste finito per z W z0 il limi-
te del rapporto incrementale di f :
f ( z ) f ( z0 )
finito lim : f '( z0 ) ^
zoz 0
z z0
f ( z0 h) f ( z0 )
finito lim
h o0 h
O ^ : f ( z0 h) f ( z0 ) O h o(h), dove O f '( z0 )
Osservazioni:
x Vale l’algebra della derivazione e il teorema della derivata di una funzione composta.
x Sono derivabili tutte le funzioni elementari, i polinomi di grado n e le funzioni razionali fratte
(considerate nel loro dominio).
Richiamo di analisi B: differenziabilità per le funzioni di \ 2
Una funzione f : ȍ C \ 2 W \ 2 si dice differenziabile in (x0, y0) se e solo se esiste un’applicazione
df(x0, y0): \ 2 W \ 2 tale che:
f ( x0 h1 , y0 h2 ) f ( x0 , y0 ) df ( x0 , y0 )<( h1 , h2 )
lim 0
( h1 , h2 ) o 0 (h1 , h2 )
Abbiamo quindi che v è differenziabile e che il suo gradiente è (vx, vy) = (ȕ, Į)
Sia u che v sono quindi differenziabili ed inoltre abbiamo che Į = ux = vy, ȕ = -uy = vx, che
sono proprio le condizioni di Cauchy-Riemann.
2. Siano u e v differenziabili, con ux = vy, uy = -vx. Dobbiamo dimostrare che f è derivabile.
u ( x0 h1 , y0 h2 ) u ( x0 , y0 ) (u x , u y )<(h1 , h2 ) o( h )
v( x0 h1 , y0 h2 ) v( x0 , y0 ) (vx , v y )<(h1 , h2 ) o( h )
Abbiamo quindi che f è derivabile e che la sua derivata è f’(z0) = ux – iuy = vy + ivx
Esempi:
x Im z non è derivabile in z = 0:
u ( x, y ) y sono differenziabili
®
¯v( x, y ) 0 u x v y 0; u y 1 z vx 0
dz
> @
d ez e x cos y ie x sin y e x (cos y i sin y ) ez