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ANALISI COMPLESSA

I.1 - FUNZIONI ELEMENTARI


Si chiama funzione di variabile complessa una relazione che associa ad ogni elemento di un do-
minio ȍ, sottoinsieme di ^ , un numero complesso:
f :: Ž ^ o ^ f : z 6 f ( z ), z  ^

Ad ogni funzione di questo tipo è possibile associare due funzioni reali di due variabili reali. Infatti,
se si identifica il piano complesso con \ 2 mediante la relazione (x, y) = x + iy:
u : ( x, y ) 6 u ( x, y )
f :z x  iy 6 f ( z ) u ( x, y )  iv( x, y ) œ con ( x, y )  : Ž \ 2
v : ( x , y ) 6 v ( x, y )

Esempi:
x f ( z) z x  iy œ u ( x, y ) x , v ( x, y ) y
x f ( z) P( z ) an z n  an 1 z n 1  ...  a0 , con ai  ^
P( z )
x f ( z) , dove Q ( z ) z 0
Q( z )
x f ( z) z œ u ( x, y ) x 2  y 2 , v ( x, y ) 0
x f ( z) Re( z ) œ u ( x, y ) x, v ( x , y ) 0
x f ( z) Im(z ) œ u ( x, y ) y , v ( x, y ) 0
Si definiscono anche in questo caso le più importanti funzioni elementari, che risulteranno essere
estensioni nel campo complesso di quelle di variabile reale.
1. Funzione esponenziale: e z e x  iy : e x eiy e x (cos y  i sin y )
Le principali proprietà di questa funzione sono:
x ez ex
ƒ

x ez e x (cos x  i sin y ) ex e Re( z )

x e z z 0 z  ^
x e z  2Si e x  i ( y  2S ) e x [cos( y  2S )  i sin( y  2S )] e x (cos y  i sin y ) e z
La funzione esponenziale in campo complesso è quindi periodica di periodo T=2ʌi. Ciò implica
quindi che essa non è biunivoca e per questa ragione non esiste globalmente la sua funzione inversa.

2. Funzioni iperboliche:
cosh z : 1 e z  e  z
2

sinh z : 1 e z  e  z
2

3. Funzioni circolari:
cos z : 1 eiz  e  iz
2

sin z : 1 eiz  e  iz
2i

Le principali proprietà della funzione coseno sono:
x cos z \ cos x cos(Re( z ))
i ( z  2S ) i ( z  2S ) iz  2Si iz  2Si iz iz
x cos( z  2S ) e  e e  e e  e cos z
2 2 2
Anche in campo complesso la funzione coseno è periodica di periodo T=2ʌ.

i ( x  iy ) i ( x  iy ) ix  y ix y
x cos z cos( x  iy ) e  e e e  e e 1 (cos x  i sin x)e  y  1 (cos x  i sin x)e y
2 2 2 2
1 cos x(e  y  e y )  1 i sin x(e  y  e y ) cos x cosh y  i sin x sinh y
2 2

1
Alla funzione coseno in campo complesso possiamo quindi associare le seguenti due funzioni di va-
riabile reale:
­u ( x, y ) cos x cosh y
cos( x  iy ) cos x cosh y  i sin x sinh y œ ®
¯v( x, y )  sin x sinh y

iz  iz
x cosh(iz ) e  e cos z Ÿ cos(iy ) cosh( y ), y  \
2
Le funzioni circolari sull’asse immaginario corrispondono quindi alle funzioni iperboliche (al più
con un cambiamento di segno) sull’asse reale. Le funzioni circolari non sono quindi in generale li-
mitate (lo sono solo le loro restrizioni all’asse reale).

S  kS
­cos x cosh y 0 ­ x
x cos z cos( x  iy ) 0Ÿ® , ® 2 Ÿ cos x 0
¯sin x sinh y 0 ¯y 0

NB: Per le altre tre funzioni valgono proprietà del tutto simili che si ricavano allo stesso modo.
I.2 - LIMITI
Si consideri una funzione f : ȍ C ^ W ^ , con ȍ aperto, e sia z0 un punto di accumulazione per ȍ.
Si dice che l F ^ è limite di f(z) per z W z0 se:
lim f ( z ) l œ V (l ) U ( z0 ) : z  U ( z0 ) \ {z0 } Ÿ f ( z )  V (l )
zoz 0

z0
y0

l2
l

x0 l1

Tale definizione può essere espressa anche in termini delle funzioni u e v. Siano dunque a tale pro-
posito z0 = x0 + iy0, f = u + iv, l = l1 + il2 :
lim f ( z ) l œ lim u ( x, y ) l1 , lim v ( x, y ) l 2
zoz 0
( x, y ) o ( x , y )
0 0
( x, y ) o( x , y )
0 0
Si può ora estendere il concetto di continuità alle funzioni di variabile complessa: una funzione f(z)
si dice continua in un punto z0 se esiste il limite per z W z0 di f(z) e tale limite è uguale a f(z0):
lim f ( z ) f ( z0 )
zo z 0

In particolare si dimostra che una funzione f = u + iv è continua in z0 = x0 + iy0 se sono continue in


(x0, y0) le funzioni u(x, y) e v(x, y). Si dirà poi che f(z) è continua in un insieme ȍ se è continua in
ogni punto z0 di ȍ.

Osservazioni:
x Sono continue nel loro dominio tutte le funzioni elementari
x Vale l’algebra dei limiti e il teorema del limite della funzione composta
x Si indica con ^ ^ ‰ {f} l’ampliamento del campo complesso con il “punto all’infinito”, che è
definito mediante un suo intorno, cioè il complementare di una palla di raggio R centrata in 0:
U (f) ^ z d R`C ^ z ! R` U(’)
È quindi possibile dare un senso alle seguenti espressioni:
zof œ z o f
f ( z) o f œ f ( z ) o f
I.3 - DERIVABILITÀ
Sia f : ȍ W ^ , con ȍ aperto di ^ . Si dice che f è derivabile in z0 se esiste finito per z W z0 il limi-
te del rapporto incrementale di f :
f ( z )  f ( z0 )
finito lim : f '( z0 )  ^
zoz 0
z  z0
f ( z0  h)  f ( z0 )
finito lim
h o0 h
O  ^ : f ( z0  h) f ( z0 )  O h  o(h), dove O f '( z0 )

Le tre condizioni precedenti sono equivalenti. L’ultima, in particolare, è propriamente la definizione


di differenziabilità per f.
Esempi:
x f ( z ) z 3 , z0 : (z 0  h)3 z 03  3z 0 2 h  3z 0 h 2  h3 z 03  3z 0 2 h  o(h) Ÿ O f ' (z 0 ) 3z 0 2
Tale funzione è quindi derivabile in ogni punto z0 F ^ .

Im(h) 0 lungo l ' asse reale (h x)


x f ( z) Im( z ), z0 0 : lim
h o0 h 1 lungo l ' asse immaginario (h iy )
La funzione Im(z) non è quindi derivabile in 0.

Osservazioni:
x Vale l’algebra della derivazione e il teorema della derivata di una funzione composta.
x Sono derivabili tutte le funzioni elementari, i polinomi di grado n e le funzioni razionali fratte
(considerate nel loro dominio).
Richiamo di analisi B: differenziabilità per le funzioni di \ 2
Una funzione f : ȍ C \ 2 W \ 2 si dice differenziabile in (x0, y0) se e solo se esiste un’applicazione
df(x0, y0): \ 2 W \ 2 tale che:

f ( x0  h1 , y0  h2 )  f ( x0 , y0 )  df ( x0 , y0 )<( h1 , h2 )
lim 0
( h1 , h2 ) o 0 (h1 , h2 )

Ciò implica in particolare che:


wf
ƒ  ( x0 , y0 ) df ( x0 , y0 )<Q , Q direzione
wQ
ƒ df ( x0 , y0 )<(h1 , h2 ) f x ( x0 , y0 )h1  f y ( x0 , y0 )h2
I.4 - CONDIZIONI DI CAUCHY-RIEMANN
Teorema: sia f : ȍ W ^ , con ȍ aperto di ^ , z0 F ^ , con f = u + iv, z0 = x0 + iy0, allora f è deriva-
bile in z0 se e solo se valgono le seguenti due condizioni:
1. u e v sono differenziabili in (x0, y0).
2. u e v soddisfano le condizioni di Cauchy-Riemann:
­u x ( x0 , y0 ) v y ( x0 , y0 )
®
¯u y ( x0 , y0 ) v x ( x0 , y0 )

In tal caso la derivata di f si può calcolare a partire da u e v con la seguente formula:


f ' ( z0 ) u x ( x0 , y0 )  iu y ( x0 , y0 ) v y ( x0 , y0 )  iv x ( x0 , y0 )

Una funzione f viene detta olomorfa su ȍ se è derivabile in z0 z0 : .


Dimostrazione:
1. Sia f derivabile: f ' ( z0 ) D  iE , f u  iv, h h1  ih2 . Dobbiamo dimostrare che u e v sono
differenziabili e che valgono le condizioni di Cauchy-Riemann.
Prima di iniziare la dimostrazione scomponiamo il termine o(h), in generale complesso, nel mo-
do seguente: o(h) = g1 + ig2
o( h) g1  ig 2 g1 g
o 0; o 0; Ÿ o 0 e 2 o 0, per h o 0
h h h h

f ( z0  h ) f ( z0 )  f ' ( z0 ) h  o ( h ) f ( z0 )  (D  iE )(h1  ih2 )  g1  ig 2 (per la derivabilità di f)

u ( x0  h1, y0  h2 )  iv ( x0  h1, y0  h2 ) u ( x0 , y0 )  iv ( x0 , y0 )  (Dh1  Eh2 )  i (Dh2  Eh1 )  g1  ig 2


Consideriamo ora separatamente i termini con le i e quelli senza:
x u ( x0  h1, y0  h2 ) u ( x0 , y0 )  (Dh1  Eh2 )  g1
u ( x0  h1, y0  h2 )  u ( x0 , y0 )  (D , E ) ˜ ( h1 , h2 ) g1
lim lim 0
ho0 h h o0 h
Abbiamo quindi che u è differenziabile e che il suo gradiente è (ux, uy) = (Į, -ȕ)

x v( x0  h1, y0  h2 ) v( x0 , y0 )  (Dh1  Eh2 )  g 2


v( x0  h1, y0  h2 )  v( x0 , y0 )  ( E ,D ) ˜ (h1 , h2 ) g2
lim lim 0
ho0 h ho0 h

Abbiamo quindi che v è differenziabile e che il suo gradiente è (vx, vy) = (ȕ, Į)

Sia u che v sono quindi differenziabili ed inoltre abbiamo che Į = ux = vy, ȕ = -uy = vx, che
sono proprio le condizioni di Cauchy-Riemann.
2. Siano u e v differenziabili, con ux = vy, uy = -vx. Dobbiamo dimostrare che f è derivabile.
u ( x0  h1 , y0  h2 )  u ( x0 , y0 ) (u x , u y )<(h1 , h2 )  o( h )
v( x0  h1 , y0  h2 )  v( x0 , y0 ) (vx , v y )<(h1 , h2 )  o( h )

f ( z0  h)  f ( z0 ) u ( x0  h1, y0  h2 )  iv( x0  h1, y0  h2 )  u ( x0 , y0 )  iv( x0 , y0 )


(u x , u y ) ˜ (h1 , h2 )  i (vx , v y ) ˜ (h1 , h2 )  o( h )  io( h ) u x h1  u y h2  iu y h1  iu x h2  o( h )  io( h )
(u x  iu y )(h1  ih2 )  o(h) Oh  o(h), con O u x  iu y

Abbiamo quindi che f è derivabile e che la sua derivata è f’(z0) = ux – iuy = vy + ivx
Esempi:
x Im z non è derivabile in z = 0:
­u ( x, y ) y sono differenziabili
®
¯v( x, y ) 0 u x v y 0; u y 1 z vx 0

x ez è derivabile nel suo dominio


­°u ( x, y ) e x cos y sono differenziabili
®
°̄v( x, y ) e x sin y ux e x cos y vy ; u y e x sin y v x

Inoltre, la derivata di ez è sempre ez. Infatti:

dz
> @
d ez e x cos y  ie x sin y e x (cos y  i sin y ) ez

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