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sciamanesimourbano.it/index.php/lo-sciamanismo
Il Corvo vola davanti al Sole, luminosa oscurità: è l’appello del Grande Mistero, i cui territori
sono accessibili con mutamenti di coscienza, con stati di consapevolezza non comuni.
Gli sciamani e le sciamane viaggiano, volano in immaginazione per entrare in contatto con il
mondo dello Spirito, con dimensioni virtuali – ma quanto reali! – generalmente separate
dalla consapevolezza ordinaria della vita di tutti i giorni.
Lo sciamano è l’artista, l’artigiano che manipola le innumerevoli interzone esistenti tra il noto
e l’ignoto, il caos e l’ordine, il fisico e lo psichico, il sociale e il cosmico.
Facendo questo, egli si concentra su una domanda o su una difficoltà che crea qualche
problema; il viaggio estatico gli porterà una risposta che permetterà di aggirare o superare
gli ostacoli posti dai limiti del mondo materiale e di avere a disposizione una visione più
ampia dei fatti e delle cose.
Il personaggio mitologico tolteco Kokopelli narra in una leggenda del popolo Pueblo di un
tempo anteriore alla Creazione in cui ogni persona era una scintilla di Fuoco proveniente
dalla Fiamma Eterna del Grande Mistero, caduta sulla Terra per impregnare la Madre di
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pensieri, idee ed azioni fertili. Egli disse che un giorno tutti gli esseri umani sarebbero
diventati come Lucciole nella Grande Nazione delle Stelle.
La gratitudine per ciò che si è ricevuto, l’umiltà nel riconoscere la sacralità di ogni sentiero di
vita – sebbene diverso dal proprio – la compassione nell’onorare e nel pregare per tutti gli
esseri senzienti sono valori basilari nella vita dello sciamano.
Questo non significa comunque che gli uomini e le donne contemporanei devono diventare
simili agli sciamani tribali appartenenti a società tradizionali.
Molti sono interessati oggi allo studio e alla pratica dello sciamanismo per quello che può
apportare al mondo attuale.
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Ingredienti provenienti da differenti tradizioni sono mescolate e fuse in uno stesso crogiolo,
ed è ciò che ne risulta a costituire una “ via che ha un cuore “ adatta alla donna e all’uomo
di oggi.
I nativi amerindiani sostengono che la saggezza deriva dal ricordare i sentieri che ciascuno
ha percorso nei mocassini altrui. Detto in altro modo ciò significa due cose.
La prima ci dice di onorare la saggezza degli Antenati, degli Alleati spirituali e dei Maestri
illuminati, di essere riconoscenti nei loro riguardi.
Questo ci ricorda che non siamo soli nell’universo, ma allo stesso tempo ci indica
nell’esperienza del superamento dell’ego e nella scoperta che siamo parte attiva di un noi
più vasto uno dei presupposti irrinunciabili per accedere a stati profondi di benessere.
Questa ricerca non è fine a se stessa e non ha come scopo quello di scrivere altri voluminosi
libri da destinare alla curiosità di pochi eruditi; mira al contrario a disegnare mappe
operative che possano orientare i cercatori di libertà e di luce di oggi.
E’ nel Paleolitico che nasce lo sciamanismo e vengono individuati gli archetipi originari di
ogni successiva religione o psicologia.
Questi archetipi bio-psichici sono: l’esistenza di mondi – compreso il luogo dove i morti
continuano a vivere di un’esistenza post-mortem – al di là della realtà fisica e la possibilità di
visitarli tramite l’uso della transe; la presenza di una parte spirituale costitutiva dell’essere
umano ( il doppio o l’anima ); la credenza in guide ed alleati spirituali con i quali entriamo in
giochi di reciproche trasformazioni tramite esperienze di mutamento della consapevolezza;
l’esistenza di un Essere Supremo ( spesso Signore degli Animali ) e di Poteri celesti.
A questi archetipi primordiali il periodo del Neolitico aggiungerà la solidarietà mistica con il
mondo vegetale, la venerazione della Terra Madre, la credenza in un tempo ciclico di
nascita-morte-rinascita ( tanto per i singoli che per le collettività ) e l’importanza dell’Albero
del Mondo nei Miti sulle Origini.
Tornando al Paleolitico, vi è una affascinante teoria che ipotizza la nascita delle prime
esperienze mistiche e la scoperta di ciò che possiamo a buon diritto chiamare un proto-
yoga nella pratica della caccia da parte dei nostri lontani antenati.
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I nostri più antichi modi di guadagnarci da vivere, le nostre più antiche tradizioni di vita
antecedenti all’agricoltura richiesero migliaia di anni di grande attenzione e concentrazione,
lunghissime ore di immobilità.
Caratteristiche queste ultime peculiari sia delle tecniche sciamaniche che delle posizioni
dello yoga o delle meditazioni di tipo zen.
La caccia, per i popoli tradizionali, significa prima di tutto usare la mente, e solo in un
secondo tempo, utilizzare degli strumenti. I cacciatori paleolitici ( e quelli tradizionali che
ancora vivono in quel modo ) facevano cose che rendevano superflui gli strumenti:
apprendevano il comportamento degli animali. Per imparare il comportamento degli
animali, è necessario diventare degli ottimi osservatori, bisogna entrare nella mente degli
animali.
Non è casuale se in tutte le culture sciamaniche troviamo la danza degli animali quale
cerimonia centrale.
Nella società moderna, ci si sposta prevalentemente lungo linee rette, lungo un percorso
prestabilito fra un punto A e un punto B. Questo vale per le strade, autostrade, linee ferrate,
metropolitane, viaggi per cielo e per mare…ma vale anche per il pensiero ( che quasi sempre
è lineare ), per il tempo ( dagli orari di lavoro al tempo esistenziale segnato dalla retta
nascita-vita-morte in cui si svolge l’avventura umana dell’uomo sociale ). Questa dimensione
prende in considerazione gli aspetti esterni della caccia, la sua tecnologia.
La parte più importante della caccia ed anche la più difficile da imparare riguarda però il
fatto che, per prendere in trappola la selvaggina, il cacciatore stesso non deve avere
abitudini.
E’ questo il suo grande vantaggio. Non è come tutti gli animali cui dà la caccia. Fissati da
comportamenti regolari, pesanti abitudini e balzi prevedibili; egli è – invece – fluido e
imprevedibile.
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Sono prima di tutto le proprie debolezze, la tendenza presente in ognuno di noi di lasciarsi
andare alle abitudini dei propri simili. Sono i nostri stereotipi, i nostri comportamenti
ripetitivi, i nostri modelli abituali di condotta e di pensiero che definiscono la nostra
personalità sociale.
Ed è questa a renderci controllabili dagli altri, presi come singoli, come collettività, o come
idee
Chi vuole diventare veggente, chi vuole essere in grado di percepire le strutture della realtà
– e non accontentarsi di guardare soltanto la superficie delle cose e dei giorni – deve
abbandonare la propria identità sociale, culturale, psicologica o religiosa e focalizzare la
propria consapevolezza sul Vuoto, grembo e dimora di tutto ciò che non ha ancora preso
forma e che contiene tutta l’energia della Vita.
Il Vuoto è anche chiamato Grande Mistero, ed esso esisteva già prima che tutte le cose
fossero create. Il Grande Spirito vive dentro al Vuoto ed è emerso dal Grande Mistero; per
gli indiani nativi nord-americani il Corvo è il Messaggero del Vuoto.
Per il maestro-sciamano credere che il mondo sia soltanto come si è stati abituati a pensarlo
è una cosa terribilmente limitata. Il mondo è un luogo misterioso e la vita non è ciò che si
crede comunemente. E in questo mondo, l’intelligenza “ ragionevole “ non porta per forza
alla felicità.
La vita può essere un gioco pericoloso le cui regole non sono state scritte dagli uomini.
Non serve interpretare i fatti, ciò porterebbe solo a deformarli, condizionati dalla propria
cultura ed educazione.
E’ in questo momento che l’apprendista sciamano si trova alla prima biforcazione del
sentiero della medicina: una pista conduce alla comoda accettazione e conferma del sentire
e del comportarsi comune del gregge sociale; l’altra direzione chiama a camminare
all’interno del Grande Mistero e verso i confini del tempo e dello spazio noti, con l’intenzione
di oltrepassarli.
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E’ l’ora di esplorare i mutamenti della coscienza e i territori di realtà non ordinarie, e
disegnarne nuove cartografie.
Gli stati di transe sono i veicoli che permettono l’uscita dagli stati di coscienza cosiddetti
ordinari verso quelli che la storia della psichiatria denomina comunemente alterati.
Ma queste alterazioni che definiscono quelli che si chiamano “ stati secondi “ o A.S.C.,
altered states of consciuosness ( stati di coscienza modificati ) non sono assolutamente una
modificazione secondaria.
La coscienza “ esplodente “ è anche la coscienza poetica alla ricerca del suo linguaggio, è la
mente dello scienziato che è libero di fare nuove scoperte, è la sovversione rivoluzionaria
dell’innamoramento.
E’ l’ esplodere delle forme nella creazione che, in quelle regioni nelle quali il creatore fa
l’esperienza dell’ “ altra “ coscienza, porta verso gli straordinari viaggi dello sciamano-
veggente.
Ma come uscire dai solchi dei condizionamenti quotidiani? Quali sono i pilastri che è
necessario minare per iniziare a “ vedere “ i territori diversi dalla solita rappresentazione
del mondo che ci è stata inculcata sin dall’infanzia?
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Le prime pietre angolari da smuovere sono costituite dal pensiero e dal dialogo interiore.
Sin da quando era un bambino, l’uomo ha imparato a pensare su tutto, a nominare tutto;
addestrando i propri occhi a guardare le cose che percepisce, nel modo in cui le pensa.
L’uomo pensa e parla troppo, conduce un interminabile dialogo interiore. Discorso interno
che parla del mondo conosciuto, appreso, limitato e abitudinario di un topo cieco nella sua
gabbia.
Parlare del proprio mondo significa mantenerlo nel proprio discorso interiore. Non solo, ma
mentre parliamo a noi stessi scegliamo anche i nostri sentieri, le nostre direzioni. Perciò
ripetiamo continuamente le stesse scelte fino al giorno della nostra morte.
Questo permette di “ vedere “ in luogo di guardare, l’illusione cade lasciando spazio alla
realtà
Vi è un’apertura nelle nostri menti che normalmente resta nascosta e segreta sino al
momento della morte. La parola Huichol ( indigeni del Messico ) che la definisce è Nierìka.
La Nierìka è il passaggio cosmico, o interfaccia, fra realtà cosiddette ordinarie e quelle non
ordinarie. E’ un corridoio e, allo stesso tempo, una barriera fra mondi.
Passo essenziale per iniziare il viaggio alla ricerca di saggezza e nuove comprensioni è “
fermare il mondo “.
Ciò significa prima di ogni altra cosa smettere di guardare il mondo come la gente ci ha
detto che è.
Vuole dire mettere fine al condizionamento che ci ha impedito di entrare in contatto con la
Creazione attorno a noi, isolandoci da essa, e di conseguenza perdendo anche la
connessione con il Creatore.
La storia, gli avvenimenti,le persone e le cose non sono presentate come sono in realtà ma
come altri vogliono che le vediamo.
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“ Fermare il mondo “, “ interrompere il dialogo interiore “ significa fare tacere il
chiacchiericcio e la confusione dentro e intorno a noi permettendo di percepire la totalità
del mondo attraverso la totalità di noi stessi.
1. Il viaggio sciamanico
Da millenni l’essere umano sperimenta stati di consapevolezza differenti rispetto alla
coscienza ordinaria e convenzionale, che utilizziamo per muoverci nelle attività della vita
quotidiana. Le sperimentazioni di peak experiences ( esperienze di vetta ), definite così
dallo psicologo Abraham Maslow, ci permettono di trascendere i limiti normali del nostro
stare al mondo e ci fanno accedere a livelli estatici e mistici che ci mettono in contatto con i
piani del Divino. La pratica delle transe sciamaniche rende possibile per ogni essere umano
la scoperta diretta della propria visione e missione nella vita, con illuminazioni, rivelazioni,
oracoli vissuti in prima persona, senza la necessità di intermediari che controllino e
spieghino l’evoluzione spirituale di ogni singolo essere.
Il viaggio sciamanico
Il viaggio sciamanico, effettuato con l’ausilio di percussioni tradizionali, sonagli, e altri
strumenti induttori di transe, permette di entrare con semplicità ed efficacia nella realtà non
ordinaria o spirituale, conosciuta solitamente in altro modo attraverso i miti, le leggende, le
grandi narrazioni mistiche e religiose.
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La ricerca dell’anima perduta
Viaggio sciamanico in realtà non ordinaria, a volte nell’Arcobaleno, alla ricerca di una anima
smarrita. È un processo di scoperta, riappropriazione e ricomposizione di una parte
nascosta, dimenticata o rimossa della psiche. La perdita – o congelamento, isolamento,
ritiro - di una parte del Sé avviene solitamente in seguito a gravi e profondi traumatismi, dai
quali ci si può salvare separandosi dalla realtà interiore più esposta alla violenza e a volte al
pericolo dell’annientamento.
Lo spirito-canoa
Cerimonia collettiva di guarigione, in cui un gruppo di persone esplora la realtà non
ordinaria, allo scopo di aiutare una persona o un altro essere vivente a superare una sfida,
una malattia o una difficoltà di qualsiasi natura. Uno dei partecipanti avrà il compito di
focalizzare la ricerca, coadiuvato e protetto dall’energia del gruppo.
Il processo si compie con l’ausilio di percussioni tradizionali.
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nocivi sono penetrati nella bolla energetica dell’individuo, ed in questi casi si effettua
l’estrazione degli spiriti intrusi, che è una pratica avanzata dello sciamanismo
contemporaneo.
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Samhain (vigilia del 31 ottobre), inizio dell’anno.
Yule (solstizio d’inverno, 21 dicembre).
Imbolc o anche Imbolg, Imbolic, Oimelc, Brigid o Bride (2 febbraio e vigilia).
Ostara o anche Eostre o Eostar (equinozio di primavera, 21 marzo).
Beltane o Beltaine (1º maggio e vigilia).
Litha (solstizio d’estate, 21 giugno).
Lughnasadh, oppure Lammas (1º agosto e vigilia).
Mabon o Modron (equinozio d’autunno, 21 settembre).
Le date indicate sono valide per l’emisfero nord, dove queste feste hanno avuto origine,
coloro che abitano a sud dell’equatore dovrebbero cambiare le date di conseguenza, per
riflettere l’andamento stagionale del loro emisfero (in pratica traslando ogni ricorrenza di sei
mesi). Ad esempio, in Nuova Zelanda Samhain andrebbe celebrato il primo maggio, mentre
in Olanda si celebrerebbe contemporaneamente Beltane.
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Il praticante lo sciamanismo è l’uomo – o la donna – la cui mente percepisce e si apre
facilmente ad altre forme, altre vite, l’essere che canta i sogni. La società civilizzata e
strutturata in classi è una forma di ego di massa. Trascendere l’ego significa andare anche
oltre la propria comunità di appartenenza. E “ di là “, verso l’interno, c’è l’inconscio. Verso
l’esterno, l’equivalente dell’inconscio è il mondo selvatico, la wilderness: questi due termini
si incontrano, ancora un passo più in là e diventano una cosa sola. Questo è il senso della
pratica selvaggia contemporanea. Esperienze proposte qui sono la Tenda del Sudore, rito
collettivo di purificazione; la Notte nella Caverna della Ricapitolazione, percorso energetico
di liberazione psicogenealogica; la Camminata Notturna, meditazione di apertura sensoriale
e psichica alla Foresta.
L’amore
È l’energia motrice dell’universo, il Verbo di Dio, la Luce dei Raggi che emanano dal Cuore
del Grande Mistero per dare la vita in Tutto Ciò Che C’è. È la Luce d’Amore di La’a kea, o Luce
Sacra della tradizione sciamanica hawaiana. Portiamo questa vibrazione in tutte le
dimensioni della nostra esistenza. Impariamo a benedire con la Luce d’Amore. Nel
Buddhismo, esiste la nozione di Bodhicitta, e cioè lo sviluppo del pensiero altruista di voler
raggiungere l’illuminazione per poter essere di beneficio a tutti gli esseri senzienti.
L’intento
È quell’energia che ci rende capaci di effettuare cose che sembravano impossibili.
È una forza pervasiva che interviene in ogni aspetto del tempo e dello spazio, ed è
intimamente legata all’essere umano. È la spinta vitale che sta alla base di tutto. Il
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comportamento impeccabile del guerriero-sciamano rende l’intento manipolabile dall’uomo,
e gli permette di uscire dai solchi tracciati dai condizionamenti psico-sociali dominanti ed
aprire le ali della percezione.
L’ immaginazione
Possiamo immaginare il mondo in cui vogliamo vivere, ed i modi in cui vogliamo realizzarlo.
Per rendere più efficace la proiezione della nostra visione, abbiamo la possibilità di utilizzare
i nostri cinque sensi. Lo possiamo visualizzare in una serie di immagini, ma lo possiamo
anche udire, con i rumori della natura, il canto degli uccelli, il rumore della metropolitana in
arrivo. Il mondo ce lo possiamo immaginare anche attraverso i profumi, o gli odori – le
foglie morte d’autunno nel bosco - e ne possiamo gustare i sapori. Lo possiamo sentire
attraverso la pelle, scaldata dai raggi del sole, o accarezzata dalla brezza dell’alba marina. È
la più grande alleata per sviluppare cose nuove, scoprire modi originali per aprire nuove
piste, per miscelare ed intersecare cose all’apparenza inconciliabili, impensabili, inaccettabili.
La concentrazione
Questa qualità ci mette in contatto con il qui ed ora. È lo stato della presenza di cui parla lo
Dzogchen. È anche la necessità di essere connessi con noi stessi, con il nostro intento, con il
nostro Grande Spirito Interiore. L’energia segue l’attenzione, e quando siamo in grado di
mantenere a lungo il timone della nostra nave nella direzione di un intento di Bellezza,
raggiungiamo Terre Pure e Fertili.
L’armonia
La disciplina spirituale dell’armonia crea benessere, amore e armonia dentro e fuori di noi.
Quando azioni, pensieri ed emozioni danzano in armonia con i nostri Desideri e la nostra
Via che ha un Cuore lasciano dietro a noi soltanto orme di Bellezza, e trasmettiamo anche
all’esterno frequenze e risonanze di energia fine e positiva. Conquistiamo in questo modo
l’abilità di diffondere energia leggera, di guarigione, di libertà in tutte le Direzioni.
L’unione
Mitakuye Oyasin, “ siamo tutti parenti “, e ancora “ agiamo pensando al benessere delle
prossime 7 generazioni future “, dicono i nostri fratelli lakota.
“ Il mio futuro è intimamente legato al benessere degli altri. Il mio benessere dipende da
quello degli altri. La loro felicità è la mia Ci si rende conto allora che l’idea di
interconnessione fra gli esseri e le cose è tutt’altro che astratta. “
Ho parafrasato alcune parole del Dalai Lama sull’ecologia del vivente.
La runa Feho, nella tradizione nordica, indica l’abbondanza e la circolazione dell’energia.
Sentirsi uniti ci permette di creare delle azioni con potenza. Agire da soli, guidati dall’ego
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chiude in un orizzonte di limitazione e scarsità. Feho insegna che agire in unione e sintonia
con il Grande Spirito ci porta in una realtà di abbondanza, in uno stato di serenità e rende
possibile l’impossibile.
La focalizzazione o focus
Effettuiamo la Ricerca di Visione per scoprire la Direzione che vogliamo dare nella nostra
vita. Quando conosciamo la meta, anche la Mission più ardua diventa realizzabile. Essere
focalizzati sullo scopo, e mantenere l’intenzione nel tempo porta forza, chiarezza e armonia
al nostro viaggio.
Il Vuoto.
È dal Vuoto primordiale che è generato l’Universo. È dal silenzio interiore che nasce la
parola ispirata dal Grande Spirito.
Il silenzio
penetra nella roccia
un canto di cicale
(Haiku di Bashō)
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6. L’arte dell’agguato, muoversi con i ritmi del Tao
L’arte della caccia e dell’agguato, le pratiche del cercatore di tracce, esperienze di
mimetismo e di guerriglia psichica, la via del guerriero ci aprono nuove piste da esplorare.
Il mondo fenomenico che si può percepire a questi livelli è totalmente vivo, eccitante,
misterioso, ci si riempie di tremante meraviglia, ci lascia in uno stato d’animo di gratitudine
e umiltà.
Selvaticità è lo stato di completa consapevolezza. Per questo ne abbiamo bisogno.
Esistono forme di apprendimento e di training che seguono l’essenza delle cose.
Nel taoismo, addestramento non significa estirpare da sé il selvatico, ma invece liberarsi dai
condizionamenti arbitrari e illusori: i falsi valori sociali che distorcono una natura umana
essenzialmente libera e corretta.
L’avidità espone l’uomo stolto, come del resto la gallina stolta, al vigile occhio del falco nella
catena alimentare, e ad una precoce impermanenza.
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