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Un antico amuleto

C’è un po’ di Italia nell’ultima scoperta che ha destato l’interesse di specialisti e


appassionati in tutto il mondo.

La ricercatrice Roberta Mazza (University of Manchester) ha individuato


un papiro del VI secolo contenente uno dei più antichi riferimenti all’ultima
cena finora noti. Il documento, rinvenuto nei locali della John Rylands Library ,
potrebbe provenire da un sito egiziano nei pressi diErmopoli. Si tratta, infatti, di
un papiro “riciclato”, precedentemente usato per una ricevuta di pagamento
nella quale viene citata proprio questa località.
Il testo individuato dalla Mazza è scritto in greco antico. Non si tratta, però, di un
semplice estratto dei Vangeli, ma di un vero e proprio patchwork di brani tratti
dall’Antico e dal Nuovo Testamento (tra cui Salmi 70:23-24 e Matteo 26:28-30),
rielaborati e assemblati assieme per creare un unico incantesimo. La gente del
tempo doveva attribuire un significato magico a questi versi e lo stesso fatto che
il papiro sia stato piegato più volte su se stesso dimostra che venne
probabilmente usato come un amuleto, da custodire in casa, o da appendere al
collo con una cordicella.
Tale pratica, in parte attestata ancor oggi (si pensi ai santini della tradizione
cattolica spesso portati attorno al collo o cuciti nei vestiti), affonda le sue radici
nelle usanze religiose dell’antica civiltà egizia, testimoniando il permanere di
pratiche pagane (opportunamente rielaborate) in ambito cristiano. Come ha
evidenziato la stessa Mazza, inoltre, il reperto lascia intuire quanto e,
soprattutto, come la conoscenza della Bibbia si fosse diffusa nel cristianesimo
dei primordi. Il testo, infatti, piuttosto che essere stato copiato sembrerebbe
composto attraverso uno sforzo mnemonico: l’ordine delle parole è spesso
sbagliato e sono presenti diversi errori e persino qualche fraintendimento.

È probabile, dunque, che l’autore, o l’autrice, del testo abbia riportato dei brani
frequentemente ascoltati durante le liturgie, un dato che aiuta a comprendere
l’importanza della diffusione orale del Vecchio e del Nuovo Testamento tra i
primi cristiani d’Egitto.

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