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LA NATALITÀ

La popolazione è un'entità dinamica, in continuo mutamento sotto la spinta di forze endogene ed esogene. Le dimensioni e le
caratteristiche compositive di una popolazione variano nel tempo. L'evoluzione di essa dipende dall'azione diretta delle nascite,
delle morti, delle immigrazioni e delle emigrazioni. I quali rappresentano i determinati fondamentali della dinamica demografica.
Le prime due sono processi di natura endogena e non rinnovabili mentre le ultime due sono di natura esogena e rinnovabile, in
quanto le popolazioni sono soggette a possibili fenomeni migratori poiché entrano in contatto con altre popolazioni. I valori di
questi quattro parametri sono registrati dagli uffici anagrafici e danno origine al bilancio demografico della popolazione
residente.
L'analisi della natalità permette di valutare la capacità di una popolazione di perpetuarsi nel tempo. Lo studio delle nascite
consente di riflettere sulle conseguenze economiche e sociali che avvengono con il rallentamento della riproduzione. Viene
utilizzato il tasso generico di natalità che mette in relazione il numero dei bambini nati vivi con la popolazione media in un
determinato periodo di tempo. Il tasso di natalità dell'Italia relativo al 2016 presenta un valore del 7,8permille (ogni 1000
bambini sono nati 7,8 bambini). Per rendere le analisi più accurate si può utilizzare il tasso specifico di natalità, il quale ha la
funzione di analizzare la natalità in singoli sottogruppi della popolazione costituiti da individui che condividono una
caratteristica, che possono essere di tipo localizzativo o qualitativo. Tuttavia presenta dei limiti, poiché mette in relazione il
totale della popolazione con il numero dei nati senza tener conto che solo una parte può aver contribuito a generare dei figli.
LA FECONDITÀ
La fertilità è l'abilità di procreare che varia da individuo a individuo. Essa può essere inficiata da problemi di sterilità. La fecondità
è la manifestazione concreta della capacità fisiologica potenziale di procreare. La propensione femminile la riproduzione non è
costante. I valori della fecondità variano distribuendosi su una forma a campana. Per conoscere la capacità riproduttiva di una
data popolazione si utilizza il tasso di fecondità totale, il quale indica un ipotetico numero di figli che una donna dovrebbe avere
durante la sua vita feconda.
Per avere una diversa prospettiva si possono utilizzare il tasso di fecondità per generazioni/coorti o il tasso di fecondità per
contemporanei. Il primo osserva il comportamento di ciascuna generazione durante tutto il periodo fertile led evidenzia le
differenze nella propensione ad avere figli da parte di donne nate in momenti diversi. Tuttavia occorre aspettare che le donne
prese in esame abbiamo raggiunto i 49 anni, ovvero abbiano concluso il periodo riproduttivo. Il secondo misura il livello medio
della fecondità in un dato periodo storico, solitamente di durata un anno. Coglie l'andamento congiunturale delle nascite
risentendo dei fattori favorevoli o sfavorevoli.
È importante il tasso di fecondità totale, il quale evidenzia la capacità di una popolazione di garantire r rigenerare il ricambio
generazionale. Tuttavia il rapporto tra maschi e femmine alla nascita non è mai del 50%, ma risulta sfavorevole per le donne in
quanto il valore si aggira attorno ai 104 maschi nati ogni 100 femmine. Una donna per sostituire sé stessa deve avere un TFT
superiore o uguale a 2,05. (Detto tasso di sostituzione). Se dovesse essere inferiore a 1, il numero delle neonate è inferiore a
quello delle donne che le hanno generate. Se dovesse essere superiore a 1 significherebbe una possibilità di ampliamento delle
madri nella generazione successiva.
I FATTORI CHE INFLUENZANO LA FECONDITÀ
In teoria il TFT raggiungibile da una popolazione che non fa uso di anticoncezionali è di 15 figli per donna, tuttavia è un dato ben
lontano dalla realtà. La riproduzione umana non è determinata solo da fattori di tipo biologico ma anche dipendenti dal contesto
economico, culturale e storico della donna. Esisto quindi diversi fattori, tra i quali:
Fattori biologici, come ad esempio l'infecondità dopo il parto che varia a seconda della durante dell'allattamento, il periodo della
gravidanza e la possibilità che essa si interrompa prima del termine.
Fattori economici, in quanto la presenza di figli incide sul bilancio familiare e costringe a limitarne il numero.
Movimenti migratori, i quali interessano principalmente i giovani. L'emigrazione porta alla posticipazione dei matrimoni e una
conseguente riduzione delle nascite.
Eventi contingenti, come malattie, pestilenze, catastrofi naturali, guerre.
Culturali o religiosi, come l'uso dei contraccettivi, l'influenza della religione o il livello di istruzione femminile.
Interventi governativi, i quali mettono in atto misure legislative che incoraggiano o disincentivano le coppie ad avere figli.
LA SALUTE RIPRODUTTIVA
Lo studio della riproduttività consente di mettere in evidenza le caratteristiche culturali, l'organizzazione politico-sociale e il
livello di sviluppo economico della popolazione. L'osservazione della salute riproduttiva riguarda la sopravvivenza delle donne
che vi sono coinvolte e consente di mettere in luce il livello di sviluppo di un determinato paese. Essa e strettamente collegata
con la diffusione dei programmi di contraccezione e pianificazione familiare. La diffusione del family planning, istituito nel 1960
ha svolto un ruolo fondamentale per la diffusione della pratica contraccettiva e evitare molte morti materne e infantili, diffuse
soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Mentre nei paesi avanzati il cammino al parto è medicalizzato, nei paesi più poveri molte
donne non ricevono nemmeno una visita ginecologica. Purtroppo il Child marriage è un fenomeno ancora diffuso, tale fenomeno
è molto pericoloso per le ragazze, in quanto le espone ad elevati rischi di morte per vari fattori di tipo psicologico e sociale. Un
altro indicatore di salute riguarda all'aborto, il quale può essere spontaneo, quando la gravidanza si interrompe
indipendentemente dalla volontà della madre e indotto, il quale in molti paesi non è legalmente permesso.
LA MORTALITÀ
Le morti sono una delle componenti negative della popolazione che agiscono insieme alle nascite, nella dinamica naturale della
popolazione. Essa può falcidiare intere popolazioni e può avvenire per molteplici cause. Dato che è ineluttabile, la durata della
vita è variabile.
In Italia i tassi specifici di mortalità per età seguono l'evoluzione dei paesi a sviluppo avanzato: dopo la nascita si hanno valori
relativamente elevati i quali si attenuano con l'infanzia. Durante l'adolescenza, i maschi a differenza delle femmine, registrano
tassi più elevati. Nelle età successive si ha una sovramortalitá maschile.
Nei paesi in via di sviluppo, come l'Africa, i dati mostrano un aumento della mortalità femminile durante le gravidanze.
Per la mortalità materna viene utilizzato l'indicatore Maternal Mortality, ovvero la morte che sopravviene durante il parto o
entro 42 giorni da esso.
I bambini sono i più vulnerabili di fronte alla morte, i tassi di mortalità presentano un valore molto elevato nei primi anni di vita,
ovvero dalla nascita al quinto anno di vita. Esistono ulteriori indicatori, come la natimortalità (morte fetale) ovvero i bambini nati
morti. Le morti neonatali sono i decessi dei bambini nati vivi che avvengono nei primi 28 giorni di vita e può essere suddiviso in
morti precoci (durante i primi 7 giorni) e le morti tardive (dopo il settimo giorno).
Circa 15 milioni di bambini ogni anno nascono pretermine e questo numero continua ad aumentare. Questi bambini devono
affrontare enormi difficoltà, in quanto nascere prima del tempo è una delle principali cause di morte neonatale.
Sono importanti le condizioni di salute della madre durante la gravidanza e dopo il parto. Fondamentali sono le cure che il
bambino riceve, l'ambiente e le condizioni igieniche.
Tuttavia la morte colpisce tutta la popolazione per varie relazioni cause-effetto, tra le quali si distinguono: -Malattie non
trasmissibili, come malattia cardiache, ictus, cancro che sono la principale causa di morte dal 2000 in poi.
-Malattie trasmissibili, HIV/AIDS, tubercolosi, malaria in alcune zone. A questo gruppo sono legate le cause che possono portare
alla morte una donna in gravidanza. La sopravvivenza della donna dipende da determinanti di contesto correlate a livello del
reddito, mancato soddisfacimento dei bisogni primari. Inoltre esistono anche malattie specifiche come l'anemia, disturbi
cerebrali ecc.
-Cause esterne di mortalità, come guerre, catastrofi naturali, incidenti.
Il tasso di mortalità è influenzato dalle caratteristiche compositive della popolazione, a seconda del numero degli anziani e dei
giovani.
L'incidenza della mortalità infantile sulla mortalità generale ha un ruolo importante nel determinare il valore della speranza di
vita alla nascita. La longevità delle persone non soggette a eventi epidemici e senza cure mediche è circa di 40 anni. Tuttavia il
cambiamento delle condizioni e dei modi di vita consente di porre un freno alla morte. La longevità è aumentata senza
interruzioni negli anni 60 e si prevede un ulteriore aumento.
LE MIGRAZIONI/IMMIGRAZIONI
Le immigrazioni e migrazioni sono responsabili dei movimenti evoluti del paese e della popolazione. Tuttavia spesso risulta
difficoltoso registrare gli spostamenti dei singoli e misurarne l'intensità.
Per prima cosa occorre distinguere le migrazioni dalle circolazioni. Le prime consistono in un cambiamento di residenza di una
persona, purché ciò implichi un superamento di un confine amministrativo. La circolazione si tratta di uno spostamento
temporaneo che comporta un cambiamento di residenza per un determinato periodo di tempo, come il pendolarismo o i viaggi.
I movimenti migratori presentano una grande varietà di forme, di motivazioni e di modalità.
[Aspetti]Le migrazioni possono essere: temporanee, ovvero prevedono un ritorno al luogo di appartenenza; permanenti,
costituiscono un cambiamento di lunga durata e infine definitive.
[Caratteri]Le relazioni che si instaurano tra la popolazione migrante e quella accogliente varia a seconda dei caratteri delle
migrazioni. Possono presentarsi migrazioni di spopolamento, quando avviene un inserimento della popolazione. Migrazione per
invasione, quando viene occupato un territorio violandone i confini. Conquista, caratterizzata da azioni militari. Colonialismo,
finalizzato allo sfruttamento dei giacimenti economici. Migrazione pacifica, quando non ha elementi di aggressività.
Le Migrazioni non sempre sono volontarie o libere, possono verificarsi delle migrazioni indotte o involontari a seconda della
pressione esercitata.
[Cause]Viarie sono le motivazioni che inducono un individuo, una famiglia o un'intera popolazione a lasciare la terra di origine.
Le cause sono condizionate da fattori di tipo economico, come impossibilità lavorativa o le pessime condizioni di vita e per
fattori psicologici e sociali. Altre cause provocano le migrazioni come le guerre, catastrofi naturali, degrado ambientale ecc.
[Conseguenze]Le migrazioni portano cambiamenti nel paese accogliente. I migranti tendono ad occupare i posti poco ambiti
dalla popolazione autoctona supportando così la produzione industriale. Con i guadagni degli emigranti, il tenore di vita delle
famiglie di origine aumenta con una crescita dei consumi e degli investimenti. Tuttavia le migrazioni rappresentano anche un
impoverimento per il paese di origine, in quanto si ha una carenza di persone. Essa porta anche un positivo arricchimento
culturale o emergono atteggiamenti intolleranti. Le migrazioni inoltre hanno un influsso sulla determinazione dei tassi di natalità
e mortalità della popolazione accogliente.
L’Italia è al centro di una fitta rete di relazioni migratorie. Gli stranieri residenti in italia dal primo gennaio 2019 sono 5 milioni e
rappresentano l’8,6% della popolazione residente totale. Oggigiorno sono in aumento sia le immigrazioni sia le emigrazioni.
Tuttavia tra i cittadini italiani continuano a essere più numerose le partenze dei ritorni. Le comunità più consistenti provengono
da Romania, Pakistan, Nigeria, Marocco. Mentre le principali mete degli emigrati italiani sono Regno unito, svizzera e Germania.
Nell’ultimo decennio la popolazione immigrata in italia è stata caratterizzata da tre componenti: presenza regolare, ingressi non
autorizzati via mare di immigrati in fuga da persecuzioni e guerre e infine nuovi cittadini, ovvero coloro che hanno maturato i
requisiti di cittadinanza italiana. Sono state svolte indagini sull’integrazione delle seconde generazioni dall’Istat.
LA POPOLAZIONE
[Età e sesso]Importante è l'eterogeneità della popolazione per le molte caratteristiche che la distinguono. Per esempio le
persone tendono a unirsi in gruppi familiari, variano per sesso, età, etnia, religione, professione, luogo di resistenza, lingua, tipo
di abitazione, abitudini e stile di vita. Età e sesso rappresentano le principali caratteristiche, in quando da esse dipendono molti
indicatori, tra i quali si utilizzano: l'età media, l'età mediana r la speranza di vita alla nascita.
Il processo di eliminazione della specie umana è regolato da cause endogene ed esogene, questo fenomeno è conseguenza di
complessi meccanismi sociali, economici, culturali. E dipende anche da eventi contingenti incontrollabili e imprevedibili. Tuttavia
l'aumento progressivo della speranza di vita alla nascita è il risultato del cambiamento delle condizioni e dei modi di vita della
popolazione che consentono un rallentamento alla morte. Per analizzare la popolazione, quest'ultima viene suddivisa in tre
gruppi: i giovani con meno di 15 anni, coloro che stanno completando il periodo scolastico. Gli adulti con un'età che va dai 15 ai
64, ovvero la popolazione produttiva e riproduttiva. Gli individui con più di 65 anni che hanno lasciato il mondo del lavoro. La
dimensione delle fasce varia con il passare del tempo riflettendo il cambiamenti. Una pop con alti tassi di natalità tende ad avere
una maggiore percentuale di giovani. Inoltre con mortalità contenuta si ha una speranza di vita molto elevata e un aumento
dell'invecchiamento. Quest'ultimo può avvenire dall'alto, quando si ha un calo progressivo della fecondità e mortalità associato
a un miglioramento delle condizioni di vita o dal basso, quando la percentuale degli anziani aumenta a causa della diminuzione
dei giovani. Il fatto che una popolazione invecchi non significa che si viva più a lungo, ma semplicemente che le vecchie
generazioni hanno una consistenza numerica maggiore.
[Maschi e femmine]La quantità dei maschi e femmine in una popolazione influenza la formazione delle coppie e determina
l'andamento della fecondità. Utilizzando la Sex Ratio è possibile conoscere il rapporto tra il numero delle femmine e quello dei
maschi. La sex ratio è sempre sbilanciata in favore dei maschi con un valore relativamente stabile pari a 104/106 maschi ogni
100 femmine. Varie sono le ipotesi sulle cause di tale fenomeno, come un progressivo adattamento a una maggiore sensibilità
dei maschi ad alcune patologie, maggiore vulnerabilità dei bambini maschi alle malattie, una preferenza culturale per i figli
maschi e addirittura aborti selettivi.
LA PIRAMIDE DELLE ETÀ
Serve per rappresentare graficamente la popolazione. È un istogramma a rettangoli con uma simmetria speculare.
Sull'asse delle ordinate si rappresentano le età della popolazione mentre sull'asse delle ascisse la consistenza della
popolazione. Nella parte sinistra viene raffigurata la struttura della popolazione maschile e a destra quella
femminile. Esistono diverse tipologie di piramide a seconda della struttura della popolazione rappresentata.
-Piramide ad accento circonflesso: presenta una base larga, una curvatura concava e un marcato restringimento
verso l'alto. A un'alta natalità corrisponde un'alta mortalità infantile (61per mille) e una mortalità che falcidia tutte le
età. Ci sono molti giovani e pochi anziani.
-Piramide a campana: le classi giovanili hanno la stessa consistenza mentre i tassi dei più anziani inizia ad
arrotondarsi (solo 6% di over 65). La speranza di vita inizia a crescere e la mortalità infantile è sotto controllo.
-Piramide a botte: presenta una parte centrale più larga e parte superiore. La popolazione è in fase di
invecchiamento e un calo demografico, i giovani sono uguali o inferiori agli anziani. Si ha un declino del TFT, mentre
la parte superiore è arrotondata per l'aumento della speranza di vita alla nascita.
-Piramide a torre: caratteristica dei paesi di vita elevato. Si ha una fecondità vicina al livello di sostituzione e la
speranza di vita alla nascita è elevata, in cui quella femminile supera quella maschile.
-Piramide a salvadanaio: presenta una base larga e un restringimento nelle età giovanili e infine un rigonfiamento in
quelle adulte. Il calo demografico non è sufficiente a contenere il numero delle nascite. Tale grafico e tipico dei paesi
in cui sono presenti programmi finalizzati al calo delle nascite.
-Piramide irregolare: ha caratteristiche strutturali uniche in cui la popolazione è influenzata da eventi esogeni di
dimensioni tali da generare deformazioni vistose.
'la piramide permette di evidenziare gli effetti che le dinamiche hanno sulla struttura del gruppo umano.
L'andamento di essa può presentare sbalzi o irregolarità dovuti a eventi particolari. Nel grafico appaiono un
centinaio di generazioni in modo tale da mostrare la storia della popolazione. Man mano che il tempo passa la cima
della piramide tende ad assottigliarsi e si aggiungono le nuove generazioni alla base.
CAMBIAMENTI/TRANSAZIONI
La popolazione è un'entità mutevole e fluida. Non esiste un periodo in cui una popolazione è uguale a se stessa. I due
elementi fondamentali per analizzare tali cambiamenti sono: la variazione, ovvero il cambiamento dimensionale
subito dalla popolazione e il tempo.
Conoscendo l'ammontare della popolazione durante due date successive è possibile determinare l'incremento o
decremento che essa ha subito. In questo modo si può ricostruire l'evoluzione storica della popolazione.
La curva di crescita logistica rappresenta l'evoluzione umana. La popolazione ha visto fasi di equilibrio di crescita
alternate con fasi di mutamento. Questi processi si realizzano attraverso il regime demografico alla transizione. Il
primo cambiamento avvenuto fu durante il paleolitico, alla fine di un lungo periodo di variabilità climatica, la
popolazione inizia ad aumentare per poi rallentare e arrestarsi fini all'inizio del neolitico. Con l'ultima glaciazione la
popolazione sperimenta un cambiamento grazie all'utilizzo dell'agricoltura e alla sedentarizzazione. Comincia così ad
aumentare con ritmo sostenuto. Tuttavia la popolazione ha tassi di natalità e mortalità elevatissimi. L'evento che
cambia in modo definitivo il regime demografico tradizionale è la rivoluzione industriale. La transazione demografica
moderna ha avvio in Inghilterra alla fine del 700, essa causa un nuovo equilibrio alla natalità e mortalità, le quali
sono caratterizzate da valori molto contenuti. Questa transazione so articola in 4 fasi: - 1° pre transazione, la quale si
caratterizza da una natalità e mortalità molto elevati e la fecondità naturale. La speranza di vita è di 30 anni e
elevatissimo è il tasso di mortalità infantile. -2° inizia con il calo sistematico della.mortalità ma non della natalità. In
EU la popolazione aumenta rapidamente grazie al progressivo rallentamento della mortalità dovuta al miglioramento
della vita e dei fattori economici e dall'introduzione dei vaccini. -3° caratterizzato dal continuo calo della mortalità
affiancato dal calo della natalità. -4° post transizione in essa la natalità e la mortalità sono molto contenuti, e
l'incremento demografico è quasi negativo. La transizione si conclude quando il tasso di incremento neutrale della
popolazione è pari a quello iniziale. Nei paesi a sviluppo avanzato la transazione è ormai conclusa a differenza dei
paesi a basso reddito.
Nei prossimi decenni ci si aspetta un aumento della pop mondiale. Prima della fine del secolo si aggiungeranno 3/4
miliardi di individui. Tuttavia non si ripeterà una crescita come quella della transazione demografica moderna. Gli
aumenti più consistenti avverranno nelle terre in cui i processi di transazione sono ancora in atto. A questi si
contrappone il Reclining spots in cui la popolazione sarà caratterizzata da una bassa fecondità e un alto fenomeno
dell'invecchiamento.

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