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LE PAROLE DELL’IMMIGRAZIONE

1. Abilitazione all’esercizio della/e Professione/i sanitaria/e


La legge italiana riconosce la possibilità ai cittadini stranieri extracomunitari di esercitare professioni che richiedono
iscrizioni ad albi professionali, previo il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti all’estero. È stata stabilita la
parità retributiva e previdenziale con i cittadini italiani per quanto riguarda il lavoro subordinato. Per le professioni
sanitarie è possibile accedere solo ai contratti a tempo determinato della durata di due anni rinnovabili. Alle altre
professioni non è possibile accedere perché viene richiesta la cittadinanza italiana.
2. Accordi bilaterali, multilaterali di riammissione
L’Italia ha previsto di stipulare accordi di riammissione con i paesi di maggior affluenza di immigrati. Sono stipulati
per ottenere la collaborazione delle autorità del paese straniero nelle operazioni di rimpatrio dei migranti non regolari
espulsi dall’Italia o respinti al momento dell’attraversamento della frontiera. Gli accordi sono di varia natura e
potrebbero essere suddivisi in due tipologie:
1. afferenti al controllo dell'immigrazione e delle frontiere (riammissione dei clandestini, di quanti hanno
commesso un reato);
2. afferenti all’inserimento nel mercato del lavoro e alle tutele sociali (accordi di sicurezza sociale, nel mercato
del lavoro italiano lavoratori stagionali e dipendenti, lavoro autonomo).
3. Accordo di integrazione
L’accordo di integrazione è previsto all’art. 4 del Testo unico delle leggi sull’immigrazione. È un accordo fra lo Stato
Italiano ed il cittadino straniero che entra in Italia per la prima volta. Nasce dall’esigenza di coniugare integrazione e
legalità. È entrato in vigore il 10 marzo del 2012 e viene sottoscritto dal cittadino straniero al momento del rilascio del
primo soggiorno. Ha la durata di 2 anni e lo devono sottoscrivere tutti gli stranieri non comunitari dai 16+. Per i
minori l’Accordo è sottoscritto da chi ha la potestà genitoriale. Sono esclusi dalla sottoscrizione coloro che che hanno
un permesso di soggiorno inferiore ad un anno, che ha patologie di disabilità e che limitano gravemente
l’autosufficienza, coloro che sono vittime di tratta. Per i rifugiati e per coloro che hanno un permesso di soggiorno per
protezione umanitaria o ricongiungimento familiare, l’accordo viene sottoscritto ma non incide sul rinnovo del
soggiorno. Impegni dello straniero: acquisire la conoscenza della lingua italiana e una sufficiente conoscenza della
cultura civica e della vita civile in Italia, assolvere il dovere di istruzione dei figli minori, conoscere l’organizzazione
delle istituzioni pubbliche. Se non si assolvono gli impegni si perdono i crediti, il che può comportare la revoca del
permesso di soggiorno e in alcuni casi l’espulsione del cittadino straniero.
4. Apolide/Apolidia
Per il diritto internazionale, ai sensi dell’art. 10 relativa allo status giuridico degli apolidi, è “apolide chi non è
considerato da nessuno Stato, ai sensi della propria legislazione, come cittadino”. Ci sono molte persone definite
“apolidi de facto”, si tratta di coloro che non sono in grado di far riconoscere la propria nazionalità, oppure coloro la
cui cittadinanza è contestata da uno o più paesi. Ad es. negli Stati Baltici con l’indipendenza dall’Unione Sovietica,
consistenti gruppi di russi si sono ritrovati apolidi.
Procedure per chiedere l’apolidia
Lo status di apolidia si può chiedere in via giudiziale davanti a un giudice ordinario ed il procedimento può durare
circa 3 anni. Il richiedente dopo le prime udienze in tribunale può richiedere il permesso di soggiorno con la
motivazione “attesa apolidia”. Una ipotesi di richiesta di “apolidia” può essere fatta al Ministero dell’interno. I tempi
di attesa sono simili a quelli per via giudiziale.
5. Assimilazione
Termine usato per riferirsi ad alcune politiche adottate nei confronti degli immigrati da parte degli Stati di inserimento.
Il modello assimilazionista parte dall’idea che l’appartenenza alla comunità nazionale debba fondarsi sulla
condivisione di ideali e tradizioni comuni. Il percorso di inserimento degli immigrati ha come fine la completa
assimilazione, la piena e totale accettazione da parte dell’immigrato ad agire nella sfera pubblica secondo le regole
valide nel paese ospitante. In questo modo si vogliono riconoscere a tutti alcuni principi comuni, secondo un criterio
di uguaglianza, allora nel termine assimilazione non si ritrova alcun concetto di superiorità.
6. Assistenza sociale per stranieri
Per il d.lg n. 286/1998, art. 41, gli stranieri in possesso di carta o permesso di soggiorno di durata non inferiore ad un
anno sono equiparati ai cittadini italiani per quanto riguarda le provvidenze, le prestazioni anche economiche di
assistenza sociale. Dal 2001 possono aver diritto alla pensione di invalidità e ad altre provvidenze di natura
assistenziale solo gli stranieri ch hanno la carta di soggiorno o permesso di soggiorno CE per lungoresidenti. Gli
stranieri con regolare permesso di soggiorno possono usufruire di alcune altre prestazioni di assistenza sociale.
L’accesso ai servizi sociali è subordinato al requisito della residenza anagrafica.
7. Attività degli enti locali, Regioni e Province autonome
Devono ai sensi del Testo unico delle leggi sull’immigrazione:
• favorire attività per effettuare corsi di lingua e cultura di origine degli stranieri;
• diffondere informazioni utili per facilitare l’inserimento positivo nella società italiana;
• favorire la conoscenza e la valorizzazione delle espressioni culturali, sociali degli immigrati presenti in Italia;
• fare convenzioni con associazioni per utilizzare all’interno dei propri uffici i mediatori interculturali;
• organizzare corsi di formazione, destinati agli operatori di uffici pubblici e privati che hanno rapporti abituali
con gli stranieri, per prevenire comportamenti discriminatori e fornire elementi di conoscenza sul fenomeno
migratorio.
8. Autorizzazione nominativa al lavoro/richiesta nominativa di nulla osta al lavoro
Viene rilasciata dal datore di lavoro che ha fatto la richiesta nominativa di uno straniero non comunitario che è
residente all’estero. I datori possono rifare richiesta allo sportello unico per l’immigrazione della provincia di
residenza. Dovrà compilare una domanda in cui dovrà:
• fare richiesta nominativa di nulla osta al lavoro, indicare i dati anagrafici del lavoratore che si intende
assumere, portare fotocopia del passaporto del lavoratore;
• fornire idonea documentazione relativa alle modalità di sistemazione alloggiativa per il lavoratore straniero;
• formulare la proposta di contratto di soggiorno con le relative condizioni e l’impegno del datore di lavoro a
pagare le spese di ritorno nel paese di provenienza dello straniero;
• impegnarsi a comunicare ogni variazione concernente il rapporto di lavoro.
L’Ufficio del lavoro o lo sportello unico inviano la richiesta al Centro per l’impiego che provvede a diffonderla per via
telematica e a renderla disponibile sui siti internet. I Centri per l’impiego devono dare risposta entro 20 giorni
dall’invio della richiesta. Lo sportello unico deve fornire una risposta ai datori di lavoro entro 40 giorni dalla
presentazione della domanda nominativa al lavoro, dopo aver sentito le Questure che verificano se vi siano dei motivi
ostativi all’ingresso in Italia del cittadino extracomunitario richiesto. Il nulla osta viene rilasciato se ci sono i numeri
previsti dalle quote di ingresso annuali. Viene inviato per via telematica ai consolati italiani all’estero e per posta viene
mandato dai datori di lavoro al lavoratore straniero. Gli uffici consolari italiani dopo una ulteriore verifica rilasciano il
visto di ingresso per motivi di lavoro allo straniero.
9. Autorizzazione speciale all’ingresso
L’autorizzazione speciale all’ingresso viene rilasciata dal Ministero dell’interno agli stranieri che sono stati espulsi
dall’Italia e che non vi possono rientrare se non dopo 10 anni. Gli stranieri espulsi possono richiedere al Ministero
dell’interno la speciale autorizzazione per entrare prima del tempo previsto: la domanda dovrà essere inoltrata alla
rappresentanza consolare italiana del paese di provenienza dello straniero, questa viene successivamente inoltrata al
Ministero degli esteri e al Ministero dell’interno che provvede a valutarla discrezionalmente. La domanda viene presa
in considerazione se lo straniero è all’estero e si presenta personalmente al consolato italiano.
10. Carta di soggiorno o permesso di soggiorno CE per lungoresidenti
La carta di soggiorno è stata introdotta nella normativa sull’immigrazione nel 1998. Vengono concessi a chi è
regolarmente presente da almeno 5 anni in Italia e risponde ad alcuni requisiti, particolarmente lavoro e abitazione
regolari. Si richiede la vidimazione ogni 10 anni del permesso o carta.
Procedure per la richiesta
La carta di soggiorno va richiesta nelle Questure di residenza degli stranieri. Lo straniero deve dimostrare di avere un
regolare permesso di soggiorno da almeno 5 anni; al momento della richiesta deve essere residente in un Comune;
deve avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato o un lavoro autonomo di cui deve dimostrare il reddito
annuale, che deve essere non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale. L’abitazione deve essere dimostrata
attraverso un regolare contratto di affitto ed è richiesta una autorizzazione dell’Ufficio tecnico del Comune o della
ASL che attesti la metratura del domicilio in base ai parametri regionali per l’edilizia residenziale pubblica.
11. Casi particolari di ingresso per lavoro, sport, spettacolo, dirigenti ed altro
Nella legge sono stati previsti alcuni casi particolari di ingresso in Italia per determinati tipi di lavoro. Sono state
individuate alcune procedure ad hoc per il rilascio dei visti di ingresso al di fuori delle quote annuali di ingresso che
riguardano:
• dirigenti o personale altamente specializzato di società aventi sede o filiali in Italia; possono essere autorizzati
solo quei lavoratori che risultano assunti almeno 12 mesi prima della richiesta di ingresso in Italia;
• lettori universitari di scambio o di madre lingua;
• professori universitari e ricercatori destinati a svolgere un incarico accademico o altro;
• traduttori e interpreti;
• ecc.
12. Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE), ex Centro di permanenza Temporanea (CPT)
Sono centri che ospitano gli stranieri in attesa dell’esecuzione dell’espulsione dal territorio italiano. Il trattenimento
presso i CIE è disposto dal Questore:
• quando non è possibile eseguire immediatamente l’espulsione o il respingimento dalla frontiera;
• quando non è possibile identificare lo straniero;
• quando non è a disposizione un mezzo di trasporto;
• quando non sono disponibili i documenti di viaggio dello straniero.
Sono luoghi di detenzione amministrativa, gli stranieri non possono uscire e sono controllati esternamente dalle forze
di polizia. Possono ricevere le visite dei parenti conviventi, degli avvocati, e dei ministri di culto. Ha diritto di essere
difeso, se non nomina un difensore di fiducia gli viene nominato quello d’ufficio, può accedere al patrocinio a spese
dello Stato. La durata massima del trattenimento di norma è di 18 mesi. Allo straniero è grantita la libertà di
corrispondenza e di comunicazione anche telefonica. L’attività di prima assistenza e soccorso dello straniero trattenuto
nei CIE può essere effettuata anche al di fuori dei centri, chiedendo il permesso al giudice competente e per il tempo
strettamente necessario. Le forze di polizia devono garantire l’accompagnamento.
13. Certificati e attestazioni per gli stranieri
I certificati e titoli conseguiti all’estero devono essere tradotti e legalizzati dalle rappresentanze consolari italiane nel
paese di origine dello straniero. Avere il certificato originale, tradotto e timbrato dall’autorità consolare del paese dello
straniero non è sufficiente, deve essere in ogni caso legalizzato dall’ambasciata italiana nel paese di provenienza. È
possibile superare questa difficoltà solo se il paese di provenienza dello straniero ha aderito alla Convenzione
internazionale dell’Aia del 5 ottobre 1951 relativa all’abolizione della legalizzazione di atti pubblici stranieri. Questa
convenzione prevede che non sia necessario procedere alla legalizzazione dei certificati, potendo la stessa essere
sostituita dalla apostille (postilla).
14. Cittadinanza/Diritti di cittadinanza
Per i cittadini stranieri regolarmente presenti che sono in Italia vengono richiesti, oltre al permesso di soggiorno, 10
anni di residenza ininterrotta comprovata dall’iscrizione anagrafica. Tra i requisiti richiesti c’è anche il reddito. I tempi
medi di attesa, dal momento della deposizione della richiesta di cittadinanza sono 3 anni. Per i minori nati in Italia da
genitori stranieri, l’acquisto della cittadinanza non è automatico, ed essi restano fino al 18esimo anno di età cittadini
del paese di appartenenza dei genitori; tra il 18esimo e il 19esimo anno di età il cittadino straniero può richiedere la
cittadinanza italiana senza dover fornire tutti i requisiti richiesti per gli adulti.
15. Cittadini di paesi terzi
Per cittadino di paese terso s’intende chiunque non sia cittadino dell’Unione, quindi coloro che non appartengono per
nazionalità ad un paese dell’Unione europea, gli extracomunitari.
16. Clandestino, irregolare, regolare
Il clandestino è colui che è entrato all’interno del paese eludendo il controllo di frontiera, sprovvisto dei documenti
previsti e privo del visto d’ingresso se richiesto. L’irregolare è colui che è entrato regolarmente nel territorio di uno
Stato ma si è fermato più del tempo dovuto e non possiede il permesso di soggiorno o i documenti richiesti dalla
legislazione dello Stato. Lo straniero regolare è colui che nello Stato in cui si trova è in possesso del “permesso di
soggiorno”, della residenza od altro.
17. Comunitario/Extracomunitario
Con il termine comunitario si intende un cittadino Anche i comunitari hanno l’obbligo di effettuare la dichiarazione di
residenza se rimangono 3+. Con il termine extracomunitario sono indicati i cittadini di paesi non appartenenti
all’Unione europea.
18. Comitato per minori stranieri
È stato istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per vigilare sulle modalità di soggiorno dei minori
stranieri temporaneamente autorizzati ad entrare in Italia e per coordinare le attività delle amministrazioni interessate
al fenomeno. È composti da rappresentanti dei Ministeri degli affari esteri, dell’interno, della giustizia, del welfare, da
due rappresentanti dell’Anci, da un rappresentate delle Province d’Italia e da due rappresentanti di organizzazioni del
volontariato che si occupano dei problemi di famiglia. Il Comitato si occupa:
• di determinare le regole per l’ingresso in Italia di minori 6+ anni che fanno parte di programmi solidaristici
organizzati da enti e associazioni present in Italia;
• delle modalità di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati presenti in Italia;
• di adottare il provvedimento di rimpatrio per il minore straniero non accompagnato.
Il Comitato dovrebbe operare con il fine prioritario di tutelar i diritti dei minori presenti in Italia non accompagnati e
dei minori accolti. Per minore non accompagnato s’intende “il minorenne non avente cittadinanza italiana o di altri
stati appartenenti all’UE che non avendo presentato domanda di asilo politico, si trova per qualsiasi causa nel territorio
dello Stato privo di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili in
base alle leggi vigenti nell’ordinamento italiano”. Il Comitato deve accertare lo status di non accompagnato e questo
accertamento avviene in base alla documentazione fornita dalle autorità competenti. Deve curare il censimento dei
minori presenti non accompagnati.
19. Commissione interministeriale per la protezione sociale
È istituita dal regolamento di attuazione del Testo unico delle leggi sull’immigrazione. È stata istituita per attuare i
programmi di inserimento e di tutela per gli stranieri che intendono sottrarsi “ai condizionamento di un’associazione
dedita a taluni delitti”. La Commissione deve esprimere pareri in merito:
• alla selezione dei programmi di assistenza da finanziarie;
• alle richieste avanzate dalle associazioni per l’iscrizione al registro;
• alla verifica dello stato di attuazione e dell’efficacia dei programmi.
I programmi possono essere suddivisi in due sezioni:
1. Azioni di sistema, progetti di rilevanza nazionale con interventi volti all’informazione;
2. Programmi di protezione sociale, che sono rivolti ad assicurare un percorso di assistenza e protezione.
20. Consigli territoriali per l’immigrazione
Sono organismi collegiali che operano sul territorio provinciale. Il compito è quello di condurre analisi delle esigenze
e di promuovere interventi da attuare a livello locale. È presieduto dal Prefetto che ne ha la responsabilità della
formazione e del funzionamento. I Consigli sono composti:
• dai rappresentanti dei competenti uffici periferici delle amministrazioni dello Stato;
• dal Presidente della Provincia;
• da un rappresentante della Regione;
• dal Sindaco del Comune capoluogo, o di quelli interessati;
• dal presidente della Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura;
• da almeno due rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro;
• da almeno due rappresentanti delle associazioni più rappresentative degli stranieri extracomunitari operanti
nel territorio;
• da almeno due rappresentanti degli enti e delle associazioni localmente attivi nel soccorso e nell’assistenza
agli immigrati.
21. Consulta per i problemi degli stranieri immigrati e le loro famiglie
È un organo nazionale ed è istituita con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Ha il compito di
“acquisire delle osservazioni degli enti e delle associazioni nazionali maggiormente attivi nell’assistenza e
nell’integrazione degli immigrati”. I membri della Consulta sono nominato con un decreto del Presidente del
Consiglio e restano in carica per 3 anni. La Consulta è composta da:
• rappresentanti delle associazioni che svolgono attività particolarmente significative in numero 10+;
• rappresentati degli stranieri designati dalle associazioni più rappresentative operanti in Italia, in numero 6+;
• 4 rappresentanti dei sindacati nazionali dei lavoratori;
• 3 rappresentati dei sindacati nazionali dei datori di lavoro;
• 8 esperti designati dal Ministro del lavoro, della pubblica istruzione, interno, ecc;
• 8 rappresentati delle autonomie locali, di cui 2 designati dalle Regioni, 1 dall’Anci, 1 delle Province e 4 della
Conferenza Unificata,
• 2 rappresentati del CNEL;
• 10 esperti dei problemi dell’immigrazione.
Per ogni membro effettivo della Consulta viene nominato un membro supplente. La partecipazione alla Consulta è
gratuita, possono essere rimborsate le spese di viaggio. Dovrebbe esser convocata almeno ogni 6 mesi.
22. Controlli di frontiera e modalità di ingresso
I controlli di frontiera sono previsti per consentire l’ingresso in Italia di cittadini stranieri. Nei principi generali della
legge si prevede che allo straniero presente in frontiera siano riconosciuti i diritti fondamentali. L’ingresso sul
territorio dello stato italiano viene consentito a chi è in possesso di un passaporto valido o di un documento
equipollente. Per documento equipollente si intende;
• titolo di viaggio per apolidi;
• titolo di viaggio per rifugiati;
• titolo di viaggio per stranieri;
• libretto di navigazione, documento professionale rilasciato ai marittimi per l'esercizio delle loro attività;
• documento di navigazione aera, rilasciato ai politi e al personale di bordo delle compagnie aeree civili per
l’esercizio delle loro attività;
• lasciapassare delle Nazioni Unite, rilasciato dal Segretario Generale al personale ONU;
• documento rilasciato da un Quartier generale della NATO al personale;
• carta d'identità per i cittadini degli Stati dell’Unione europea;
• carta d’identità per i cittadini degli Stati aderenti all’Accordo europeo sull'abolizione del passaporto;
• elenco di partecipanti a viaggi scolastici all’interno dell’UE;
• lasciapassare, foglio sostitutivo del passaporto rilasciato allo straniero che non dispone di u titolo di viaggio
valido;
• lasciapassare o tessera di frontiera, concesso ai cittadini domiciliati in zone di frontiera.
Oltre al documento valido, lo straniero deve avere il visto se richiesto e la disponibilità dei mezzi di sussistenza per la
durata del soggiorno. I mezzi di sussistenza possono essere dimostrati con denaro in contante, fideiussioni bancarie,
ecc. Una volta entrato deve fornire un indirizzo e un alloggio. Se non sono stati forniti i requisiti richiesti la polizia di
frontiera più negare l’ingresso ed emettere un provvedimento di respingimento in frontiera. Il personale addetto ai
controlli di frontiera deve apporre sul passaporto dello straniero il timbro di ingresso con l’indicazione della data.
23. Convenzione di Dublino
È una Convenzione a cui possono aderire i soli paesi dell’Unione europea. È stata firmata a Dublino il 15 giugno del
1990 ed è entrata in vigore il 1° settembre del 1997. Lo scopo è quello di determinare lo Stato competente per l’esame
di una domanda d’asilo presentata in uno degli Stati membri dell’Unione. Tra gli obiettivi specifici:
• ridurre il numero delle domande di asilo “multiple”;
• ridurre il fenomeno dei “rifugiati in orbita”, profughi che vengono rinviati da un paese all’altro.
La determinazione dello Stato competente dovrebbe essere fatta tenendo presente alcuni criteri, come legame
familiare, permesso di soggiorno, ecc. Gli Stati aderenti alla Convenzione per determinare lo Stato competente
applicano lo scambio di informazioni, che avviene attraverso l’invio dei rilievi fotodattiloscopici (impronte digitali).
Nel 2003 è stato adottato dal Consiglio dell’Unione europea il “Regolamento Dublino” entrato in vigore in tutti i paesi
dell’Unione europea il 17 marzo 2003. Nel regolamento è recepito tutto l’impianto della Convenzione mentre vengono
introdotti alcuni miglioramenti sui tempi e sulle procedure per la determinazione dello Stato responsabile e maggiori
garanzie per mantenere l’unità familiare.
24. Convenzione di Ginevra sui rifugiati
Fu redatta nel 1951 per volontà dell’Assemblea delle Nazioni Unite. Il testo definitivo stabilisce la definizione
universale del rifugiato e fissa gli standard minimi per il trattamento delle persone riconosciute rifugiate o richiedenti
asilo. AI sensi della Convenzione il rifugiato è colui che: “Ha fondato motivo di temere la persecuzione a motivo della
sua razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un particolare gruppo sociale, opinione politica. Si trova al di fuori
del suo paese d’origine e non può o non vuole avvalersi della protezione di quel paese per timore di essere
perseguitato”. Gli Stati che hanno aderito alla Convenzione e al Protocollo del 1967 sono 145, al novembre del 2012.
25. Convenzione di Schengen
La Convenzione di Schengen nasce da un accordo tra alcuni Stati europei nel 1985. La Convenzione fu firmata il 19
giugno 1990 ed entrata in vigore nel 1995 (13 paesi europei). La Convenzione prevede l’eliminazione delle frontiere
tra i paesi aderenti e la creazione di una frontiera esterna unica luogo la quale i controlli vengono effettuati con
procedure omogenee. Si è creato un sistema informativo comune detto SIS per consentire lo scambio di informazioni e
dati sull’identità dell persone e sulla descrizione degli oggetti ricercati. Il sistema informativo è stato istituito per
garantire la sicurezza interna dei paesi. Tra le misure che i paesi hanno adottato segnaliamo:
• l’abolizione dei controlli alle frontiere comuni e il loro trasferimento alle frontiere esterne;
• l’armonizzazione delle condizioni di ingresso e di concessione dei visti per i brevi soggiorni (90-);
• la definizione di norme sulla responsabilità delle domande di asilo;
• la definizione del ruolo dei trasportatori nella lotta contro l’immigrazione clandestina.
Successivamente i paesi firmatari hanno formato l’Acquis Schengen che è entrato a far parte pienamente dell’Unione
europea, attraverso la sua integrazione nel trattato di Amsterdam mediante un protocollo addizionale. I diritti libera
circolazione nello spazio Schengen coinvolgono i cittadini dell’Unione europea, mentre per i cittadini di paesi non
europei residenti in uno dei paesi dell’Unione sono previste alcune limitazioni:
• lo scopo del viaggio deve essere un soggiorno di breve durata non superiore a 3 mesi;
• gli stranieri devono avere un titolo di soggiorno valido rilasciato da uno degli Stati membri;
• devono avere un documento di viaggio valido;
• non devono essere segnalati ai fini della non ammissione nel SIS.
Le stesse norme valgono per i rifugiati riconosciuti in uno dei paesi membri.
26. Difesa in giudizio e patrocinio a spese dello Stato
Frammentazione delle competenze tra giudice ordinario, amministrativo e minorile riguardo allo scrutinio
giurisdizionale sui diversi provvedimenti capaci di incidere sulla posizione e gli interessi del cittadino straniero. È
stata negata la giurisdizione del giudice ordinario minorile sui provvedimenti di rimpatrio relativi ai minori stranieri
non accompagnati (attribuita al g. amm.). Al g. amm. è stata attribuita la competenza per i ricorsi relativi ai dinieghi di
soggiorno e al g. ordinario quella relativa ai dinieghi di ricongiungimento familiare, nonché quella relativa ai ricorsi
contro le espulsioni e contro i dinieghi di revoca delle stesse. Il patrocinio a spese dello stato permette anche allo
dover pagare le spese di difesa e le altre spese processuali. È ammesso nel processo penale, civile, amministrativo,
contabile, tributario e di volontaria giurisdizione. L’ammissione al gratuito patrocinio vale per ogni grado e per ogni
fase del processo e per tutte le procedure, derivate ed accidentali. Può essere ammesso al patrocinio a spede dello
Stato chi è considerato non abbiente. Hanno diritto al patrocinio a spese dello stato sia i cittadini italiani che gli
stranieri o gli apolidi.
27. Diritti e doveri dello straniero
È un principio ispiratore della normativa del Testo unico delle leggi sull’immigrazione. Tra i diritti previsti c’è il
riconoscimento dei diritti fondamentali della persona umana per gli stranieri presenti in frontiera. Viene riconosciuta la
parità di trattamento e piena eguaglianza con i lavori italiani. Lo straniero può avvalersi della protezione diplomatica.
È obbligatorio per l’autorità giudiziaria e per la polizia informare l’autorità diplomatica quando nei confronti dello
straniero sono stati presi provvedimenti in materia di restrizione della libertà personale, ecc. Per ciò che riguarda i
doveri dello straniero si prevede che egli debba rispettare gli obblighi che derivano dalle leggi vigenti.
28. Diritto all’unità familiare
Il diritto a mantenere e a riacquistare l’unità familiare viene riconosciuto ai cittadini stranieri. Possono esercitare
questo diritto gli stranieri che hanno la carta di soggiorno/permesso di soggiorno CE per lungoresidenti, quelli che
hanno il permesso di soggiorno per motivi di lavoro autonomo e subordinato, per motivi di studio, per motivi religiosi
e per asilo. All’interno del diritto si inserisce l’istituto del ricongiungimento familiare che lo straniero può richiedere
per il coniuge non separato, per i figli minori a carico o nati fuori dal matrimonio, ecc.

Requisiti richiesti:
• dimostrare di aver un alloggio che rientra nei parametri minimi previsti dalle leggi regionali per l’edilizia
residenziale pubblica;
• avere un reddito annuo derivante da lavoro o da fonti lecite non inferiore all’importo annuo dell’assegno
sociale se si ricongiunge con un solo familiare, e così via;
La domanda per chiedere il nulla osta al ricongiungimento va presentata allo sportello unico per l’immigrazione
presso la prefettura-ufficio territoriale del Governo. Dopo 90 giorni dalla presentazione del nulla osta l’interessato può
ottenere il visto di ingresso per ricongiungimento presso le rappresentanze diplomatiche italiane. Il genitore straniero
di un cittadino italiano minore può ottenere il permesso di soggiorno per motivi familiari anche se è irregolare.
29. Sfollati
Si tratta di persone che, a seguito di persecuzioni, conflitti armati o violenze, sono costretti ad abbandonare le loro
case e ad andar via dal loro domicilio abituale, ma che rimangono entro i confini del loro paese, e quindi sono soggetti
alla sovranità dello Stato di cui sono cittadini.
30. Emigrato/Emigrazione
Per emigrato ed emigrazione nella corrente dizione si intendono i cittadini italiani che sono emigrati per motivi di
lavoro. Ai sensi della legge n. 23 del 31 gennaio 1901 poteva considerarsi emigrante solo colui che emigrava
oltreoceano.
31. Espulsione
L’allontanamento dello straniero dà luogo a tre diverse figure:
1. l’espulsione: espulsione amministrativa riguarda gli stranieri già presenti sul territorio nazionale in modo
irregolare; espulsione giudiziaria riguarda quegli stranieri che, provvisti o non provvisti del permesso, siano
destinatari di una misura di sicurezza disposta dall’autorità giudiziaria in considerazione della pericolosità
sociale da essi dimostrata nella commissione di un reato;
2. il respingimento;
3. il rimpatrio.
L’esecuzione dell’espulsione non è sempre immediata. Il provvedimento questorile di trattenimento nel centro è
soggetto alla convalida del giudice ma l’estrema sommarietà del procedimento e la possibilità che lo straniero venga
condotto in centri anche molto lontani dal luogo di dimora abituale rendono più che aleatoria e del tutto eventuale la
garanzia giurisdizionale del diritto a non essere illegittimamente trattenuto.
32. Identità
Tra le molte definizioni, interessante è quella di Baumann: “Le affiliazioni sociali che vengono tradizionalmente
attribuite agli individui come definizione di identità – razza, genere, paese, famiglia e classe sociale- stanno ora
diventando meno importanti, diluite e alterate, nei paesi tecnologicamente ed economicamente più avanzati. Al tempo
stesso si assiste ad un forte desiderio e a tentativi di trovare o fondare nuovi gruppi che possano dare ai membri un
senso di appartenenza e facilitare la fabbricazione di una identità. Ne deriva un crescente sentimento di insicurezza”.
Identità razziale: identità culturale intesa come quell’insieme di valori, orientamenti atteggiamenti che generano
sentimenti e convinzioni alla base di comportamenti per cui un soggetto sente di appartenere ad una realtà con ciò
escludendo l’appartenenza ad un’altra realtà secondo un sistema ordinato di rappresentazioni, l’identità razziale fonda
i contenuti e i sentimenti di appartenenza sul concetto di razza. Il termine identità culturale unisce in sé due significati
molto importanti. L'Identità si riferisce alla percezione che ogni individuo ha di sé; il termine culturale è inteso come
patrimonio complessivo dell’individuo, ma soprattutto dei gruppi sociali cui l’individuo appartiene.
33. Immigrato/Immigrazione
Si intende colui che proviene da un paese straniero o da un’altra Regione dello stesso paese, che si insedia in maniera
definitiva o temporanea in una determinata zona o paese.
34. Immigrazioni clandestine, sanzioni
La legge prevede delle norme molto severe nei confronti di chi aiuta ad entrare in Italia clandestinamente. Il minimo
della pena prevista à la reclusione fino a 3 anni e una multa fino 15.000€ per persona fatta entrare. Si passa a una pena
da 5 a 15 anni di detenzione se il traffico di persone è fatto con lo scopo di sfruttamento di minori e della
prostituzione. Non sono un reato tutte le attività di soccorso e di assistenza umanitaria nei confronti di persone
comunque presenti sul territorio italiano, anche irregolarmente. È stato anche introdotto nella normativa la possibilità
di pattugliamento in mare da parte delle navi della Marina militare e della Polizia di frontiera. In caso di navi
sospettate di trasportare irregolare, le navi in pattugliamento possono fermare e ispezionare le suddette.
35. Integrazione
Con decreto del Presidente della Repubblica il 5 agosto 1998 viene definito il termine integrazione: per “integrazione
si intende un processo di non discriminazione e di inclusione delle differenze, quindi di contaminazione e di
sperimentazione di nuove forme di rapporti e comportamenti, nel costante e quotidiano tentativo di tenere insieme
principi universali e particolarismi”. Tra le priorità previste dal documento programmatico sull’integrazione si
suggerisce come politica sociale di istituire ed incentivare corsi di lingua italiana per tutti gli immigrati, fornire
formazione sul funzionamento delle istituzioni e sulla cultura italiana.
Tra le raccomandazioni previste dall’Agenda europea viene invece chiesto agli stati di:
• organizzare corsi di lingua che rispondano alle esigenze evolutive degli immigrati nelle diverse fasi del
processo di integrazione;
• predisporre programmi introduttivi per i nuovi arrivati, come corsi di lingua e di educazione civica;
• prendere provvedimenti diretti a rilevare e valutare le esigenze dei singoli e a convalidare qualifiche e
esperienze professionali;
• favorire la partecipazione degli immigrati con politiche attive del mercato del lavoro;
• ecc.
36. Iscrizione nelle liste di collocamento
I cittadini stranieri regolarmente presenti, con un permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, autonomo,
familiari, ecc, possono iscriversi nelle liste di collocamento come i cittadini italiani. Quando un cittadino straniero
viene licenziato o si dimette il datore di lavoro deve darne comunicazione entro cinque giorni alla Direzione
provinciale del lavoro, che provvede all’iscrizione dello stesso nelle liste di collocamento per il tempo residuo del
permesso di soggiorno. Per la nuova normativa relativa alla riforma del lavoro il tempo massimo di disoccupazione
concesso ad uno straniero è di 1 anno.
37. Mediatore Interculturale
Il mediatore interculturale è inserito nelle Pubbliche Amministrazioni, attraverso specifiche convenzioni, “al fine di
agevolare i rapporti tra le singole amministrazioni e gli stranieri appartenenti ai diversi gruppi etnici, nazionali,
linguistici, religiosi”. Il mediatore dovrebbe essere colui che conosce abbastanza bene la realtà del paese ospitante. La
legge prevede che il mediatore interculturale sia un cittadino straniero, proprio per la sua funzione di mediazione tra
cittadini italiani e comunità di immigrati.
38. Melting Pot
Questo termine è stato coniato negli Stati Uniti per intendere che persone di diverse provenienza si devono fondere
nella realtà americana per dar vita a qualcosa di nuovo.
39. Meticciato
Con questo termine si intende misto. Si riferisce sempre più alla contaminazione tra generi, etnie e stili.
40. Migrante
Il termine lavoratore migrante si riferisce a una persona che sarà occupata, è occupata o è stata occupata i un’attività
remunerata in uno Stato del quale non è cittadino nazionale. Nella stessa Convenzione vengono definiti i vari tipi di
lavoratori migranti:
• lavoratore frontaliero: mantiene la sua residenza abituale in uno Stato vicino nel quale fa normalmente ritorno
ogni giorno o almeno una volta a settimana;
• lavoratore stagionale: il suo lavoro dipende da condizioni stagionali ed è svolto solo per una parte dell’anno
(max 9 mesi);
• lavoratore marittimo: utilizzato a bordo di una nave registrata in uno Stato del quale egli non è cittadino
nazionale;
• lavoratore itinerante: mantiene la sua residenza abituale in uno Stato, deve viaggiare in un altro o in altri Stati
per brevi periodi, a causa della sua occupazione;
• lavoratore con un’occupazione determinata: che si trova nelle seguenti condizioni:
-inviato dal suo datore di lavoro per un periodo di tempo limitato e definito;
-occupato per un periodo di tempo limitato e definito in un lavoro che richiede una competenza professionale;
-occupato, su richiesta del datore di lavoro, nello Stato di arrivo, la cui natura è transitoria o breve;
• lavoratore in proprio: lavoratore che trova occupazione in un’attività remunerata in condizioni che non
prevedono un contratto di assunzione e che si guadagna da vivere tramite questa attività.
41. Minori stranieri
La normativa prevede che i figli minori di stranieri regolarmente soggiornanti in Italia sono iscritti sul permesso di
soggiorno o sulla carta di soggiorno dei genitori fino al 14eimo anno di età. Da 14 anni in poi i minori avranno un loro
personale permesso di soggiorno per motivi familiari, che seguirà la durata del permesso dei genitori. I minori al
momento del compimento della maggiore età possono avere un permesso di soggiorno per motivi di studio, di lavoro,
per motivi familiari, per esigenze sanitarie o di cura. Per i minori non accompagnati si possono avere questi tipi di
soggiorno solo se gli stessi hanno partecipato in un progetto di integrazione sociale per non meno di due anni ed erano
presenti sul territorio italiano da almeno tre anni prima della maggiore età. La decisione in merito al rilascio del
permesso di soggiorno per i maggiorenni viene presa dal Comitato Minori Stranieri.
42. Nomade/Rom/Sinti/Zingaro
L’espressione “nomadi” significa persone che per ragioni storiche conducono abitualmente un modo di vita itinerante.
La definizione del termine “Rom” comprende i Rom, Sinti, Kalès e i gruppi di popolazioni appartenenti all’Europa,
con i viaggiatori (nomadi) e i gruppi orientali. Si autodefiniscono Tsiganes e vengono designate come “Genti di
viaggio”. I Rom non hanno mai cercato di creare un loro Stato e non sono registrati presso le autorità o non sono
identificati come tali nei censimenti nazionali. Gli zingari sono considerati i veri cittadini europei. Quelli che
chiamiamo zingari hanno la possibilità della mobilità transfrontaliera.

43. Ospitalità/Obblighi
Chi ospita un cittadino straniero deve darne comunicazione scritta, entro 48 ore, alla Polizia. Nella comunicazione
devono essere indicate le generalità dello straniero e gli estremi del documento di riconoscimento, deve pure essere
indicata l’esatta ubicazione del immobile dove vive lo straniero. Per i cittadini italiani e stranieri che non fanno la
dichiarazione di ospitalità si incorre una multa che va da 160 a 1100€.
44. Organismo Nazionale di Coordinamento-CNEL
Presso il CNEL è stato istituito un organismo che coordina a livello nazionale le attività svolte da Regioni, Province e
Comuni per favorire attività che consentano l’integrazione a vari livelli dei cittadini stranieri in Italia. Il CNEL svolge
attività di studio e di ricerca e promuove attività volte a favorire la partecipazione degli stranieri alla vita pubblica e a
far circolare tutte le informazioni utili per far applicare il Testo unico delle leggi sull’immigrazione.
45. Permesso di soggiorno
È l’autorizzazione che lo Stato italiano concede agli stranieri presenti sul territorio. La richiesta di detto documento
deve essere fatta dallo straniero entro 8 giorni dall’ingresso in Italia. Sono previsti vari tipi di permessi a seconda delle
motivazioni e dei visti di ingresso concessi dalle Ambasciate. Il rinnovo del permesso di soggiorno va chiesto anche
due mesi prima della scadenza, e in ogni caso mai oltre il mese successivo la scadenza del permesso stesso. Se un
immigrato è in Italia regolarmente anche da oltre 20 anni, ma non rispetta i termini descritti corre il rischio di essere
espulso.
46. Politiche migratorie, documento programmatico
La legge prevede che ogni tre anni venga elaborato un documento programmatico sulle politiche migratorie in Italia.
Alla stesura del documento devono partecipare il CNEL, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
Regioni e gli altri enti locali, gli enti e le associazioni nazionali maggiormente rappresentative sul piano
dell’assistenza e dell’integrazione degli immigrati, le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro. Il documento
viene approvato dal Governo e viene trasmesso al Parlamento che esprime il suo parere; successivamente viene
pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Nel documento vengono indicate le azioni e gli interventi che lo Stato intende attuare
nei confronti dell’immigrazione a livello economico, di determinazione dei flussi di ingresso, di politica migratoria
europea e vengono delineati gli interventi pubblici rivolti all'integrazione dei cittadini stranieri.
47. Prefetture/Ufficio territoriale del Governo
La Prefettura ha varie competenze in materia di immigrazione:
• fanno riferimento richiedenti asilo politico e rifugiati, per assistenza e contribui economici;
• ha la responsabilità di stipulare convenzioni per la gestione dei Centri di identificazione ed espulsione e dei
CIE;
• i Consigli territoriali dell’immigrazione sono sotto la sua competenza;
• dispone delle espulsioni amministrative;
• viene istituito lo Sportello unico dell’immigrazione che è responsabile dell’intero procedimento
amministrativo relativo all’assunzione di lavoratori subordinati stranieri a tempo determinato e indeterminato;
• competenza dei ricongiungimenti familiari;
• sono istituiti gli uffici della Cittadinanza;
• applicazione e monitoraggio degli Accordi di integrazione.
48. Protezione sociale
È una particolare tipologia di permesso di soggiorno che viene rilasciato agli stranieri che collaborano con la Giustizia
denunciando situazioni di sfruttamento o subiscono accertate situazioni di violenza. Il Questore su proposta del
Procuratore della Repubblica o sentito il suo parere può rilasciare il permesso di soggiorno per protezione sociale che
la prima volta ha la durata di sei mesi e può essere rinnovato anche per un anno se ne sussistono le motivazioni. Allo
straniero viene proposto di entrare in un programma di reinserimento, attraverso una rete di case famiglia dedicate alla
sua protezione. Se lo straniero non partecipa al programma non avrà il soggiorno rinnovato.
49. Protezione Umanitaria
Provvedimenti che hanno riguardato persone provenienti da determinati paesi dove si stavano verificando situazioni
problematiche ed emergenziali. I permessi di soggiorno sono stati di norma di un anno, con possibilità di lavoro.
50. Razzismo/Xenofobia
Può essere definito come razzismo, in senso scientista, ogni teoria la quale ritenga possibile distinguere nettamente
l’umanità in gruppi biologicamente differenti, qualitativamente diverse gerarchicamente ordinabili. Nel nuovo ordine
politico e culturale del dopoguerra sopravvivono forme di razzismo meno sistemiche e tuttavia insidiose, come il
razzismo genetico, culturale e differenzialista.
51. Registro delle Associazioni
Presso il Ministero del lavoro ci si può iscrivere nel registro nazionale delle associazioni che svolgono assistenza per i
cittadini stranieri; esistono varie sezioni;
• attività per favorire l’integrazione sociale degli stranieri;
• garanzie per l’ingresso in Italia per motivi di lavoro;
• attività di assistenza per coloro che usufruiscono del programma di reinserimento e protezione sociale.
Per iscriversi, le associazioni dovranno produrre documentazione inerente al carattere giuridico della stessa e offrire
un curriculum dell’associazione.
52. Regolamento di attuazione del Testo unico delle leggi sull’immigrazione
Costituisce normativa secondaria integrativa delle disposizioni contenute nella legislazione primaria ed è stato
emanato con d.P.R. del 31 agosto 1999, n. 394.
53. Richiedente asilo/Profugo/Rifugiato
In Italia viene riconosciuto rifugiato colui che teme a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione,
nazionalità ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche e si trova al di fuori del paese di cui ha la
cittadinanza e non può avvalersi della protezione di tale paese. Il profugo è equiparato al rifugiato, per intendere
persone più numerose costrette ad abbandonare il proprio paese. Richiedente asilo è colui che è in attesa di
riconoscimento dello status di rifugiato. Chi intende fare domanda di asilo politico deve rivolgersi alle Questure o ai
posti di Polizia di frontiera, dove presenta domanda di asilo politico e gli sarà concesso un permesso di soggiorno per
richiesta di asilo politico. Questo soggiorno non dà diritto di svolgere attività lavorativa. Il richiedente asilo motiverà
la sua richiesta per scritto e verrà ascoltato da una Commissione, che deciderà della sua domanda. Si attende
mediamente tra i 6 e gli 8 mesi.
54. Riconoscimento titolo di studio
Il riconoscimento dei titoli di studio viene regolati dalle università o dagli istituti di istruzione universitaria per quanto
attiene l’iscrizione ai corsi universitari. Per conseguire il riconoscimento di un diploma di istruzione superiore
conseguito all’estero occorre presentare il diploma, tradotto, alle rappresentanze diplomatiche italiane che,
verificatene l’autenticità, dovranno con autonoma dichiarazione attestarne la durata e l’equipollenza con un titolo
nazionale.
55. Ricorso al giudice amministrativo
Deve essere proposto nel termine di 60 giorni dal momento in cui il provvedimento amministrativo è stato notificato
all’immigrato ed è possibile, prima del giudizio di merito, richiedere in via d’urgenza la sospensione degli effetti del
provvedimento impugnato. Sono di competenza del giudice amministrativo:
• la decisione sul rifiuto dell'amministrazione di rilasciare la carta di soggiorno o sulla revoca della carta in
precedenza rilasciata;
• la decisione sul rifiuto dell'amministrazione di rilasciare il visto di ingresso o il permesso di soggiorno oppure
il rinnovo dello stesso;
• la decisione sul ricorso contro il provvedimento di espulsione.
56. Ricorso al giudice ordinario
Il ricorso può essere presentato personalmente dallo straniero, che questi debba essere assistito dal giudizio da un
difensore, che possa accedere al patrocinio a spese dello Stato, che il ricorso debba essere notificato a cura della
cancelleria del giudice all’amministrazione che ha emesso il provvedimento contestato, che nel corso del giudizio
possa essere svolta attività istruttoria con acquisizione di informazioni, che infine la decisione sia emessa con un
decreto. Le ipotesi di competenza del giudice ordinario riguardano in particolare:
• la convalida dei provvedimenti che incidono sulla libertà personale dello straniero, gli atti relativi sono
trasmessi nel termine massimo di 48 ore e che a sua volta entro lo stesso termine deve pronunciarsi sulla
convalida. Se la pronuncia non avviene nei termini indicati o non convalida, allora il provvedimento restrittivo
perde efficacia;
• la decisione sul ricorso contro il provvedimento di espulsione nei casi in cui lo straniero sia privo di valido
permesso di soggiorno. Il ricorso deve essere proposto dallo straniero nel termine di 60 giorni dal momento in
cui gli è stato notificato il provvedimento e la decisione deve essere adottata nei successivi 20 giorni. È
possibile solo il ricorso in Cassazione;
• la decisione sul diniego del nulla osta al ricongiungimento familiare e al permesso di soggiorno per motivi
familiare.
57. Rifugiati ambientali
Si tratta di rilevanti strati di popolazione che non possono più garantire i mezzi di sussistenza in patria a causa di
fattori ambientali avversi. Non tutti espatriano ma abbandonano il luogo di origine a causa della sopravvenuta
inospitalità in cerca di rifugio altrove.
58. Rimesse
Sono i soldi che gli immigrati inviano nei loro paesi, alle loro famiglie. Gli immigrati rappresentano uno dei fili più
importanti che legano i paesi ricchi ai paesi poveri in un rapporto di interdipendenza.
59. Rimpatrio, rimpatrio assistito e volontario
Per rimpatrio si intende la possibilità che uno straniero rientri nel suo paese. Per i cittadini stranieri che sono divenuti
irregolari sul territorio di un paese di accoglienza può prevedere il rimpatrio e non l’espulsione amministrativa. In
alcune situazioni è imposto dai governi dei paesi di accoglienza. Vari tipi di rimpatrio: rimpatrio forzato, rimpatrio
assistito: sostenuto economicamente dai paesi ospitanti o dalle organizzazioni internazionali, prevista per i profughi, e
rimpatrio volontario, previsto per i profughi.

60. Rinnovo/Revoca/Rifiuto/Conversione permesso di soggiorno


Il rinnovo del permesso di soggiorno deve essere chiesto 90 giorni prima della scadenza se è un soggiorno biennale,
60 giorni prima se è annuale e 30 giorni prima per tutti gli altri casi. Non si possono superare i 30 giorni dopo la
scadenza. Per chiedere il rinnovo si deve avere la certificazione attestante il reddito sufficiente per sé e per i familiari a
carico. Il rinnovo del permesso di soggiorno deve essere rilasciato entro 20 gironi dalla deposizione della richiesta di
rinnovo. Con il solo attestato di richiesta di rinnovo non possono svolgere molte attività (cambiare lavoro, prendere la
patente, ecc.). Revoca e rifiuto del permesso di soggiorno sono attuati quando vengono a mancare i requisiti che hanno
consentito il rilascio del soggiorno. Conversione del permesso di soggiorno: il permesso di soggiorno rilasciato per
motivi di lavoro subordinato e autonomo e per motivi familiari può essere utilizzato per varie attività. Al momento del
rinnovo si potrà mettere nel documento la dizione esatta della motivazione.
61. Servizi di accoglienza alla frontiera
Nei valichi di frontiera debbono essere istituiti servizi di accoglienza per fornire informazioni ai richiedenti asilo e a
tutti gli stranieri che desiderano rimanere in Italia più di 3 mesi. Attualmente sono presenti negli aeroporti di Milano e
di Roma. Per la gestione di questi servizi si può ricorrere a delle convenzioni con organismi non governativi o
associazioni di volontariato o cooperative sociali.
62. Straniero
Si indica generale un cittadino appartenente a uno Stato estero. È usato per indicare una presenza generica di persone
che non sono di nazionalità italiana. All’interno dell’universo straniero ci sono cittadini comunitari, extracomunitari,
rifugiati, ecc.
63. Tratta degli essere umani
La tratta degli essere umani è un reato che prevede la compravendita di essere umani destinati allo sfruttamento. Le
persone vengono prese con l’inganno attraverso il miraggio di un lavoro o vengono comprate e sottratte alle loro
famiglie nei paesi di origine. La maggioranza di queste sono donne che vengono avviate alla prostituzione. I paesi che
sono più coinvolti nel traffico di donne sono l’Albania, l’Ucraina, la Moldavia e la Romania. In Africa la Nigeria.
64. Visto di ingresso/Visto di reingresso/Tipologie di visti
La funzione del visto di ingresso è quella di consentire il regolare ingresso nel territorio nazionale dello straniero. È
rilasciato dalle rappresentanze diplomatiche o consolari italiane nello Stato di origine o di stabile residenza dello
straniero. Contestualmente al rilascio del visto, allo straniero deve essere consegnata una comunicazione scritta
esplicativa dei diritti e doveri relativi all’ingresso ed al soggiorno nel paese; di particolare importanza i doveri relativi
ai tempi e alle modalità con cui lo straniero regolarmente entrato in Italia, deve richiedere il permesso di soggiorno. La
durata deve essere stabilita in relazione ai motivi della richiesta ed alla documentazione prodotta dallo straniero. Visto
di reingresso: quando lo straniero, al momento di rientrare in Italia, è fornito di permesso di soggiorno in corso di
validità, non è necessario alcun visto per il reingresso. Diversa la situazione quando lo straniero non disponga del
titolo di soggiorno in corso di validità: in questi casi viene indispensabile il visto per il regolare reingresso in Italia. Se
invece il permesso di soggiorno è scaduto da 60+ giorni non può considerarsi sufficiente neppure il visto di reingresso,
con la conseguenze che in tutti questi casi lo straniero non può uscire dall’Italia prima che il permesso sia rinnovato.
Diverse tipologie di visto: lavoro subordinato, lavoro autonomo, ricongiungimento familiare, studio, inserimento nel
mercato del lavoro, cure mediche, gara sportiva, affari, ecc.

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