GIORNALE DI PORDENONE
QUOTIDIANO D’INFORMAZIONE GIOVEDÌ 13 GIUGNO 2019
€ 1,10 DIREZIONE, REDAZIONE,AMMINISTRAZIONE
ANNO 74-N° 139 33170PORDENONE, VIA MOLINARI, 41
A PIEDI ALL’ADUNATA DI TOLMEZZO
Conto alla rovescia per il raduno Triveneto degli alpini. Il saluto del sindaco Brollo
ARIIS E PATAT /PAGINE 2, 3, 4 E 5
il caso
Gemona apripista
niente telefonini
prima dei 13 anni
“Patto per il benessere digitale” tra scuole, famiglie e associazioni
Password comunicata ai genitori e stop agli smartphone di notte
Bambini troppo distratti dai cellula-
ri? Genitori ancora impreparati per
affrontare social network e applica-
zioni? Un prima risposta ai dubbi e
alle perplessità arriva da Gemona.
CARGNELUTTI / PAG. 18
dossier istat
In Fvg crolla la spesa
al Nord siamo gli ultimi
Ripresa già finita? Se le imprese
hanno incominciato a dirlo dagli ul-
timi mesi del 2018, le famiglie, for-
se, hanno fiutato il vento già prima.
Questo almeno è ciò che sembrano
dire i numeri dell’Istat sulla spesa
celso costantini e papa pio xii
Gli scritti inediti
del cardinale
LISETTO / PAG. 19
TEL. 0434/238811 www.messaggeroveneto.it POSTEITALIANE SPA - SPEDIZIONEIN ABBONAMENTO
POSTALE - D.L. 353/2003 CONVERTITO IN LEGGE y(7HB1C0*QKSOLO( +}!"!.!#!@
27/02/2004 N. 46 ART.1 C. 1 DCBUDINE
ESCURSIONI
ALESSANDRA BELTRAME
I LETTORI MV
IN MONTAGNA
CON LA SAF
S i ricomincia a camminare, a
scoprire il Fvg a piedi. Quat-
tro gite, quattro escursioni da
non perdere riservate ai lettori
del Messaggero Veneto in com-
pagnia degli esperti della Socie-
tà Alpina Friulana, storica sezio-
ne del Cai. Cominciamo dome-
nica, poi ci vedremo in luglio e quando eravamo noi
settembre. Tenete d’occhio il si- ad emigrare: i diari
to del quotidiano per iscrivervi. dei friulani all’estero
/ PAG. 31 BUFFA E LAROCCA / PAGINE 14 E 15
IL TURISMO E GLI STAGIONALI LAVORO E SICUREZZA SOCIALE
PAOLO ERMANO / PAG. 21 MARINA BROLLO / PAG. 21
SVOGLIATI E VIZIATI MENO DEMAGOGIA
O SOTTOPAGATI? E PIÙ DIGNITÀ
brugnera
Auto distrutta
Neopatentato
positivo ad alcol
Ospedale, è caos parcheggi
in consumi degli italiani, che al ter- e cocaina Intero quartiere sotto assedio
mine dello scorso anno ha fatto se- Il caos permanente del quartiere dell’ospedale non si risolverà a meno che non
gnare, per la prima volta dopo quat- Neopatentato la distrugge in un in- si trovi un’altra area di sosta. E l’unica strada possibile è il recupero dell’area
tro annate consecutive con il segno cidente un’auto non sua e risulta dei vecchi padiglioni. Questa la sintesi di un acceso dibattito, in consiglio comu-
più, una flessione in termini reali. positivo ad alcol e cocaina. nale, sul quartiere di via Montereale. MILIA / PAG. 24
DE TOMA / PAG. 22 / PAG. 37
dt all’udinese al posto di pradÈ
acqua fun
Dove la famiglia è al primo posto.
Colpo di scena:
è tornato Marino
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MEROI / PAG. 48
14 ATTUALITÀ
La memoria
Sul web le storie di chi tra ’800 e ’900 ha lasciato il nostro Paese
Dall’Archivio di Pieve Santo Stefano nasce un sito di testimonianze
Quando eravamo noi
i migranti nel mondo
I diari degli italiani
da rileggere e rivivere
L’INIZIATIVA
PIER VITTORIO BUFFA
C
i sono i transatlanti-
ci entrati nella sto-
ria della navigazio-
ne e le banchine di
porti che oggi vedono solo
container. C’è il coraggio di
partire e c’è la voglia di rac-
contare come, alla fine, si è
riusciti a farcela, a garantire
un futuro a sé stessi e ai pro-
pri figli. C’è sofferenza e di-
sperazione, ma anche spe-
ranza e spregiudicatezza. Ci
sono generosità ed egoismo,
amore e violenza. Sono mil-
le storie di italiani che al di là
dei confini della penisola
hanno cercato un po’ di quel
benessere che in patria non
trovavano. O che hanno sod-
disfatto il loro desidero di
aiutare il prossimo, di vivere
un’avventura, di arricchire il
proprio bagaglio di esperien-
ze. Mille storie che sono a di-
sposizione di tutti su un sito
dal titolo semplice e diretto:
“Italiani all’estero. I diari rac-
contano” (www.idiarirac-
contano.org/).
È un sito nato dalla collabo-
razione tra un ministero e un
luogo dove da decenni si con-
servano i diari, le memorie e
le lettere che, a oggi, novemi-
la italiani hanno deciso di
non tenere per sé ma di met-
tere a disposizione di chi vo-
glia conoscere, attraverso i
percorsi individuali, pezzi di
storia del nostro paese.
Il ministero è quello degli
Affari esteri, la Farnesina, in
particolare la direzione gene-
TOLMEZZO 2019 - Raduno Triveneto degli ALPINI
GLI ALPINI
del quotidiano
rale che si occupa degli italia-
ni all’estero e delle politiche
migratorie. Il luogo dei diari
è l’Archivio diaristico di Pie-
ve Santo Stefano fondato
nel 1984 dal giornalista Sa-
verio Tutino, per dieci anni
inviato di Repubblica.
Aprendo il sito, ma verreb-
be da chiamarlo scrigno per
il senso di intimità e di prezio-
sità trasmesso dai testi che
contiene, ci si imbatte subito
in quello che è senz’altro il
principale strumento di navi-
gazione. La carta geografica
del mondo cosparsa di tanti
pallini verdi che sono le chia-
vi per entrare nelle mille sto-
rie dello scrigno. Centinaia
in Europa e Sud America.
Pagine fatte anche
di discriminazioni,
dolore, coraggio e
forza di risalire la china
Poi il Canada e gli Stati Uniti,
l’Australia, l’Estremo orien-
te, l’Africa, non solo i paesi
occupati nel passato dall’Ita-
lia, ma anche Congo, Ruan-
da, Burundi. E ancora: Ye-
men, Arabia Saudita, Tur-
chia, India, Pakistan...
Per iniziare ci si può la-
sciar guidare, nel viaggio di
scoperta che si inizia apren-
do “I diari raccontano”, dalla
densità delle storie. Si arriva
subito nel cuore dell’Europa,
nel quadrilatero più famoso
e più dolente dell’emigrazio-
ne italiana: Francia, Belgio,
Germania e Svizzera. I brani
selezionati tra migliaia e mi-
STORIA DELL’A.N.A.
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In edicola con il
gliaia di pagine conservate a
Pieve raccontano le parten-
ze in treni speciali dopo aver
fatto tutta la trafila burocrati-
ca necessaria per ottenere
un posto di lavoro. Una volta
arrivati si annotano le discri-
minazioni subite, le piccole e
grandi umiliazioni. Ma an-
che i successi che a molti han-
no consentito di tornare a ca-
sa meno poveri. Si annotano
sul quaderno o solo dentro
di sé per ritirarle fuori anni
dopo, quando si deciderà di
scrivere la storia della pro-
pria vita.
Poi le miniere, il sentiero
di sudore e sangue che ha
unito l’Italia alle viscere dei
paesi ricchi di carbone. Pri-
ma di tutto il Belgio, il sentie-
ro più recente, e di cui è em-
blema la tragedia di Marci-
nelle, la miniera in cui, nel
1956, morirono, tra gli altri,
136 immigrati italiani. Ludo-
vico Molari era lì e racconta
quando si trova davanti alla
bara del fratello “dove in un
biglietto sopra il coperchio
c’è il nome di Molari Antonio
riconosciuto per la mancan-
za della prima falange del di-
to anulare della mano sini-
stra e dall’abbigliamento”.
Quasi 50 anni prima un’altra
miniera e altri morti, al di là
dell’Atlantico, a Cherry, Illi-
nois, Stati Uniti d’America.
Antenore Quartaroli ha se-
guito il sentiero del carbone
ed è lì nel novembre del
1909 quando un incendio
nelle gallerie uccide 259 mi-
natori tra cui 73 italiani, per
buona parte emiliani come
Antenore che è arrivato
nell’Illinois dalla provincia
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di Reggio Emilia. Antenore
resta sepolto vivo per otto
giorni e racconta così il suo ri-
torno alla vita: “Sempre all’o-
scuro si siamo incaminati di
nuovo fatto una cinquantina
di metri vi era una volta via e
arrivati in quella posizione
con gran gioia abbiamo sco-
perto che vicino al pozzo d’u-
sita vi era Gente che lavora-
va... il primo che io conobi fu
mio Cognato Giulio Castelli
che quel giorno era a lavora-
re nel lavoro di Salvattag-
gio”.
Lasciarsi trasportare dai
pallini verdi della mappa dei
“Diari raccontano” porta an-
che ai giorni e ai luoghi se-
gnati nel calendario della sto-
ria. A piazza Tienanmen il
giorno della rivolta contro il
regime. In Kuwait nei giorni
dell’invasione irachena. A
Bruxelles quando i tedeschi
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GIOVEDÌ 13 GIUGNO 2019
MESSAGGERO VENETO
il progetto
Piattaforma
digitale
da consultare
e condividere
Storie di donne e uomini che
sono partiti e tornati, o che
hanno lasciato l’Italia per sem-
pre. Una mappa, il nome degli
autori, le regioni d’origine, i te-
mi: sono i modi per navigare
“Italiani all’estero, i diari rac-
contano”. La piattaforma con-
sente anche di inviare la pro-
pria storia, per poter aggiunge-
re un tassello al progetto, a cu-
ra di Nicola Maranesi, partito
dai testi dell’archivio diaristi-
co di Pieve Santo Stefano. Dal
sito www.idiariracconta-
no.org sarà tratta una webse-
rie su Instagram in sei episodi.
la invadono nel 1914. In na Lario.
Francia il 10 giugno del Prima di “Gli italiani all’e-
1940 quando gli italiani che stero. I diari raccontano”,
lavoravano là da amici diven- ideato da Nicola Maranesi e
tano, in un minuto, i “nemi- di cui chi scrive è consulente
ci”. In Vietnam con la divisa editoriale, l’archivio di Pieve
della Legione straniera. Ma Santo Stefano aveva realiz-
anche più indietro nel tem- zato, con L’Espresso e i quoti-
po. Tutto da leggere il rac- diani locali del gruppo, un si-
conto di un garibaldino nato to che ne è sicuramente il ge-
a Vicenza che si imbarca per nitore, o il prototipo: “La
gli Stati Uniti e combatte la Grande Guerra 1914-1918”.
guerra di secessione ameri- E così come quello dedica-
cana in un reggimento di ca- to alla guerra anche questo
valleria. dà il via a un progetto aper-
La storia di emigrazione to. Utilizzando un’apposita
più antica conservata a Pieve pagina del sito si potrà arric-
è quella di Angelo Rebay, na- chirlo inviando le testimo-
to sulla riva del lago di Como nianze di emigrazione perso-
nel 1788. Di lui non ci sono nali o di propri antenati. Te-
fotografie ma un ritratto fat- stimonianze che verranno
to da una nuora. Per 11 anni, pubblicate ed entreranno a
dal 1800 al 1811 cercò fortu- far parte del patrimonio
na in Germania insieme a dell’archivio diaristico di Pie-
suo fratello per poi tornare a ve Santo Stefano. —
vivere nel suo paese, Pogna- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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GIOVEDÌ 13 GIUGNO 2019
MESSAGGERO VENETO
La memoria - Dal Friuli Venezia Giulia
I ricordi e le speranze negli scritti dei friulani
Un viaggio a ritroso nel tempo: centinaia di aneddoti e immagini di chi ha lasciato la nostra terra per cercare fortuna altrove
LUCA PELLEGRINI
Mestiere: capitano di marina
Paesi di emigrazione:
Turchia, Brasile, Francia
Data di partenza: 1822
Periodo storico:
emigrazione pre-unitaria
DANIELA LAROCCA
C
i sono ricordi e ci so-
no speranze. Ci so-
no paure e ci sono
viaggi verso terre
lontane. Tra le memorie rac-
colte dall’archivio diaristico
nazionale di Pieve Santo Ste-
fano, tra la grafia stretta stret-
ta di una pagina vergata a ma-
no, ci sono attimi di “vita qua-
lunque” di cinque friulani
emigrati all’estero. Argenti-
na, Turchia, Stati Uniti, Cana-
da... i loro spostamenti sulla
mappa possono essere quasi
tracciati con il dito mentre le
pagine originali, digitalizza-
te, ci guidano lungo una li-
nea del tempo lunga secoli.
IL CAPITANO DI MARINA
La prima fermata in questo
viaggio nella Storia è la Pal-
manova del XIX secolo. È qui
che nasce Luca Pellegrini,
giovane capitano di marina.
Pellegrini dedica la sua vita
al mare. Batte palmo a pal-
mo i principali porti e le loca-
lità più recondite del Medi-
terraneo. Il suo acuto spirito
di osservazione gli permette
di vedere oltre le carte marit-
time ed entrare in sintonia
con quelle «popolazioni fore-
stiere» di Smirne e Costanti-
nopoli. Proprio nella capita-
le dell’impero ottomano tro-
va l’imbarco come secondo a
bordo del “Quirino” e, veleg-
giando verso Amsterdam, vi-
ve l’esperienza del naufra-
gio. Che non lo lascia a terra.
Il futuro capitano Pellegrini
salpa ancora alla volta del
Sud America.
IL SOGNO ARGENTINO
Mezzo secolo più tardi appro-
da in Argentina Raimondo
Parutto, giovane friulano
partito dalla sua Claut alla ri-
cerca di fortuna. La miseria e
il suo pellegrinaggio tra le
pampas, alla ricerca di un la-
voro da bracciante, vengono
cristallizzate nelle pagine
del suo diario, scritto con un
italiano accidentato. Fissa,
tra il luglio del 1927 e l’ago-
sto del 1931, ogni suo sposta-
mento, ogni sua sensazione
e ogni suo pensiero. Soprat-
tutto quelli rivolti al suo pae-
se, Claut, al quale farà ritor-
no: «Per aprire li ochi biso-
gna caminare il mondo biso-
gna sofrire bisogna provare
ATTUALITÀ 15
RAIMONDO PARUTTO ANTONIO DE PIERO VLADIMIRO PAHOR ARNALDO CANCIANI
Mestiere: boscaiolo Mestiere: operaio Mestiere: medico Mestiere: impiegato
Livello di scolarizzazione: Livello di scolarizzazione: Livello di scolarizzazione: Livello di scolarizzazione:
frequenza elementare frequenza elementare laurea diploma di scuola media
Paesi di emigrazione: Argentina Paesi di emigrazione: Paesi di emigrazione: Paesi di emigrazione: Albania
Data di partenza: 1927 Stati Uniti d’America Croazia, Libia Data di partenza: 1928
Data di ritorno: 1931 Data di partenza: 1919 Data di partenza: 1946 Data di ritorno: 1949
il bene e il male».
LA FAME CHE MORDE
C’è una fame che non si può
spegnere. È quella della ricer-
ca, continua e stancante, del
proprio posto nel mondo. Le
pagine di Antonio De Piero,
nato a Cordenons, nel 1875
sono un esercizio di apnea.
Nato svantaggiato e rimasto
orfano sin da bambino, nel
1912 attraversa l’oceano in
cerca di guadagni facili sen-
za successo. Le ore trascorse
in miniera lo debilitano. Co-
sa fare? Tornare in Europa
dove la crisi brucia i risparmi
di una vita? Il suo destino è
nel Nuovo continente, prigio-
niero dei confini di Ellis
Island, l’isola dove sbarcava-
no gli emigranti diretti a
New York.
PERSEGUITATO IN CASA
Vladimiro Pahor nasce nel
1923, a Savogna d’Isonzo, in
provincia di Gorizia. Il suo de-
stino si cementifica in quella
lingua di terra tra Italia e Slo-
venia, bottino di conquiste
durante la Prima e la Secon-
da guerra mondiale. Nelle pa-
gine del suo diario racconta
la guerra, le lotte con il batta-
glione piemontese e quello
con le formazioni slovene an-
tifasciste. Alla fine del conflit-
to si trasferisce nella Jugosla-
via del maresciallo Tito. Ma
presto entra in conflitto an-
che con il regime comunista.
I suoi viaggi lo portano a Ro-
ma dove trova il suo “antido-
to” nella medicina.
TRE GIORNI DI VIAGGIO
Sfollata e divisa, minacciata
dai bombardamenti e dagli
scontri armati che si consu-
mano in Albania. La vita del-
la famiglia Canciani fa i conti
direttamente con la storia,
quella dell’Albania. Il giova-
ne Arnaldo Canciani nasce
nel 1923 a Gemona del Friu-
li. A sette anni segue tutta la
famiglia a Tirana dove suo
papà Giovanni si era già tra-
sferito per lavoro. Sotto le
bombe si diventa grandi subi-
to: Arnaldo descrive con at-
tenzione le vicende politiche
e racconta di quella perma-
nenza in Albania, resa già
complessa dalla guerra, e di-
ventata impraticabile con
l’avvento di Hoxha nel 1944.
—
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI