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MACCHINE OPERATRICI

ED

ATTREZZI

per le LAVORAZIONI DEL TERRENO

per la SEMINA e la RACCOLTA

per la FIENAGIONE

per la DIFESA DELLE COLTURE


MACCHINE ED ATTREZZI
PER LE LAVORAZIONI DEL TERRENO

ARATRO
L’aratro è l’attrezzo di lavorazione del suolo che ha la storia più antica e che pur con qualche cambiamento ha
mantenuto una struttura inalterata nel tempo. Anni fa la forza motrice per il traino di questo attrezzo era fornita da
una forza animale (cavalli, buoi, ecc…), che con la meccanizzazione sono stati sostituiti da trattrici sempre più
potenti. L’aratro nella sua forma più tipica è costituito da più parti:

ARATRO MONOVOMERE FISSO


ARATRO POLIVOMERE VOLTINO
1)BURE 2)DISPOSITIVO DI ATTACCO
3)DISPOSITIVO DI REGOLAZIONE 4)COLTRO
O COLTELLO 5)SCALPELLO 6)VOMERE
7)VERSOIO

VANGATRICI

La vangatrice è un attrezzo portato che viene azionata dalla potenza ottenuta dalla trattrice attraverso il giunto
cardanico, viene utilizzata per la lavorazione principale del terreno, precisamente per dissodare il terreno quando
viene rimossa la coltura.

Il lavoro è possibile tramite le VANGHE o VANGHEGGIE che sono presenti in


numero variabile tra 4 e 32, e sono mosse da braccia che si “impernano” alle
estremità delle manovelle all' albero a gomiti,inoltre possono essere sostituite
in base alla tipologia di terreno che si va ad operare,in pratica queste vanghe
tagliano il terreno in zolle che vengono sollevate e rovesciate parzialmente all'
indietro.

La profondità di lavoro
varia tra i 20 ed i 45 cm.
RIPUNTATORI – ESTIRPATORI (RIPPER)

Sono attrezzature portate, dotate di denti rigidi con le estremità a vomere atte a dissodare il terreno più o meno in
profondità (40-50 cm) e richiedono uno sforzo di trazione maggiore.

A differenza dell’aratura non avviene il rovesciamento del terreno e si evita la formazione della così detta suola di
lavorazione (dovuta allo schiacciamento del terreno sottostante l’aratro) prevenendo così possibili fenomeni di
ristagno idrico.

Esistono anche ripper dotati posteriormente di dischi come nell’immagine:

ERPICE A DISCHI

L’erpice a dischi è un attrezzatura agricola portata, ma anche trainata, detta anche frangizolle ed impiegata
generalmente nei lavori complementari.

Esso è costituito da un telaio rigido su cui sono inseriti, per mezzo di appositi sostegni, gli organi lavoranti a forma
proprio di disco inseriti sul telaio generalmente su due livelli ad inclinazioni diverse al fine di migliorare l’azione
frantumatrice.

I dischi possono essere di diversi tipi, generalmente sono lisci


o dentellati.

Posteriormente è possibile dotare l’erpice a dischi di un rullo al fine di


omogeneizzare il lavoro svolto.

L’erpice può essere utilizzato in seguito all’aratura per sminuzzare le


zolle in vista della semina,o a volte anche per interrare il concime
precedentemente distribuito.
ERPICI ROTANTI

L’erpice rotante detto anche rototerra è un attrezzo agricolo portato ,simile alla fresa, atto allo sminuzzamento più
accurato delle zolle di terra in seguito all’aratura, in vista della semina.

Esso è costituito da un telaio esterno ,ricoperto da una scocca metallica, in cui sono inseriti i così detti coltelli che,
a differenza della fresa, ruotano su di un asse verticale.

Il moto dei suddetti organi lavoranti è garantito dal giunto cardanico collegato alla presa di potenza del trattore che
trasmette il movimento.

Un vantaggio del rototerra è sicuramente il tipo di rotazione dei coltelli, che, ruotando su di un asse verticale
evitano un eccessivo rimescolamento del terreno, lasciando in superficie la terra rivoltata precedentemente con
l’aratura.

FRESATRICI
La fresatrice è una macchina operatrice applicata all'attacco a tre punti del trattore. Gli organi lavoranti sono
composti da una serie di lame sagomate, dette coltelli, fissate su un asse orizzontale ruotante mosso, tramite una
trasmissione dalla presa di potenza del trattore. Sul telaio della macchina è applicato un carter posteriore che ha
lo scopo d'impedire che le zollette erose siano scagliate a distanza, facendo in modo che si stratifichino subito
dopo l'organo lavorante.

La lavorazione richiede lo sviluppo di una potenza non trascurabile da parte del trattore, in funzione della
profondità e della larghezza di lavoro. La fresatura è un lavoro molto energico e un solo intervento è sufficiente a
preparare il letto di semina
SARCHIATRICI
Le sarchiatrici sono attrezzature agricole portate che offrono la possibilità di controllare meccanicamente le erbe
infestanti post-emergenza consentendo di ridurre in questo modo l’utilizzo di erbicidi chimici e agevolano il passaggio
dell’aria nel terreno.

Sono dotate di un telaio rigido a cui sono collegati gli organi lavoranti, generalmente fissi a forma di ancora ma anche
rotanti, che agiscono sull’interfila andando ad estirpare le erbe infestanti.

Le sarchiatrici sono utilizzate nelle così dette “colture sarchiate” come il mais; a queste macchine è possibile applicare
degli attrezzi ( tramoggia del concime, tubi per la distribuzione localizzata del fertilizzante..) che consentono di svolgere
ulteriori operazioni in un unico passaggio.

SARCHIATRICE PORTATA SARCHIATRICE PORTATA DOTATA DI


SPANDICONCIME

RINCALZATRICI
Le rincalzatrici sono macchine di norma collegate alla presa di potenza che hanno il compito di smuovere il terreno
nell’interfilare adossandone una certa quantità alla base delle piante lungo il filare. Di conseguenza ci sarà un’
organo discissore che sminuzza il terreno nei primi 10-15 cm seguito da piccoli vomeri o da dei dischi che
convogliano la terra alla base delle piante.
MACCHINE ED ATTREZZI
PER LA SEMINA E LA RACCOLTA
SEMINATRICI
La seminatrice è un attrezzo costituito da un intelaiatura sul quale è presente una vasca (tramoggia) per contenere
il seme, un apparato per la distribuzione, organi di adduzione del seme nel terreno, solcatori (coltri) per l’apertura
dei solchi nei quali cadrà il seme e organi per la copertura dei semi stessi (rincalzatori).Completano la macchina
gli organi di regolazioni che consentono di regolare sia la dose di seme che la profondità,di comando e di
direzione che indicano l’orma da seguire per mantenere uniformi le distanze tra le file (marca solco o segna file).
Sul mercato sono presenti diverse tipologie di seminatrici:

• Seminatrici a RIGHE: non consentono un controllo preciso della distanza dei semi sulla fila,ma solamente
sulla dose distribuita .

• Seminatrici di PRECISIONE:permettono la deposizione di semi singoli a intervalle regolari sulla fila.

Ogni seminatrice può comunque essere portata o semi-portata.

SEMINATRICE DA MAIS IN FASE DI SEMINA PARTICOLARE ORGANI SEMINATRICE DA MAIS

TRAPIANTATRICE
Le trapiantatrici sono macchine costituite da un' intelaiatura,e da due ruote che durante le lavorazioni vengono
appoggiate sul terreno. normalmente però questo attrezzo e sorretto dall' attacco a tre punti.
In commercio sono presenti due tipologie di macchine trapiantatrici:
• AGEVOLATRICI nelle quali il prelievo della pianta, il
trasporto e la deposizione nel terreno avviene manualmente
dall' operatore, lasciando alla macchina il compito di
apertura e chiusura del solco di deposizione.
Questa tipologia è dotata di postazioni per consentire all'
operatore di lavorare stando seduto. Gli organi
fondamentali sono: l'assolcatore (disco o vomere) ed il
rincalzatore per chiudere il solco
• -SEMI AUTOMATICHE sono le più diffuse e a differenza
delle prime oltre agli organi visti presenta un distributore ( a pinza, tazza o a bicchiere) per il deposito
della piantina nel solco. In questo caso l' operatore deve soltanto provvedere all' alimentazione del
distributore.
MIETITREBBIE

Le mietitrebbiatrici o più comunemente chiamate mietitrebbie,sono delle particolari attrezzature semoventi


utilizzate per la raccolta dei principali cereali (mais,frumento,orzo,avena,ecc..) ; delle principali oleaginose
(soia,girasole,colza,ecc..) e talvolta anche delle principali leguminose usate in ambito zootecnico (favino,pisello
proteico,ecc..) .

Queste sono particolari macchine che sono in grado di realizzare l’intero ciclo di lavoro, dal taglio dell’ intera pianta
alla trebbiatura,alla separazione e pulizia della granella;esse provvedono in oltre all’ immagazzinamento
temporaneo del prodotto in apposite tramogge periodicamente svuotate, lasciando la biomassa residuale in
campo.

Il mercato di queste macchine da raccolta al giorno d oggi offre essenzialmente tre tipologie di mietitrebbiatrici
ovvero:

- mietitrebbie convenzionali;
- mietitrebbie ibride;
- mietitrebbie assiali.
Come vedremo in seguito la diversità tra questi tipi sta essenzialmente nel diverso sistema di trebbiatura che esse
offrono in quanto i sistemi di pulizia sono uguali in tutte e tre le tipologie.

MIETITREBBIE CONVENZIONALI

I sistemi di separazione della granella offerti da questi tipi di macchine sono costituiti essenzialmente da un
battitore a flusso tangenziale che svolge la separazione primaria; in seguito a seconda del modello di
mietitrebbiatrice vi possono essere due o più organi che completano la battitura ed infine vi sono gli scuotipaglia
compresi in numero tra 4-6 che effettuano la separazione totale.

Il battitore è costituito da un rotore,provvisto di barre trasversali, rotante all’ interno di una griglia fissa o
comunemente chiamata controbattitore.

Il prodotto una volta separato grazie all’azione dei vari organi sopra citati giunge agli scuotipaglia.

Gli scuotipaglia consistono in una serie di cassetti longitudinali in lamiera,inclinati di 20/30° e rivestiti
superiormente da griglie. Essi sono fissati ad alberi a gomiti, che li scuotono in modo da rimescolare il materiale
per aumentare la separazione della granella dai prodotti di scarto.
Vi sono poi gli organi di pulizia che cannolo scopo di pulire la granella separata dal controbattitore e dagli
scuotipaglia e sono costituiti da: un piano preparatore, crivelli e ventilatore.

Il piano preparatore consiste in una lamiera inclinata oscillante che regolarizza il flusso della granella e lo invia a
due crivelli sovrapposti. Questi ultimi vibrano per effetto di un meccanismo a eccentrici. I sistemi di pulizia attuali
funzionano in modo ottimale solo quando operano in condizioni di perfetta orizzontalità; per ovviare a questo
inconveniente sono state messe a punto soluzioni che prevedono il montaggio dell’ intero cassone di pulizia su un
sistema autolivellante che lo mantiene orizzontale fino a pendenze del 20% o l’ adozione di sistemi di
autolivellamento automatico dell’intera mietitrebbiatrice basato sull’ impiego di pistoni idraulici in corrispondenza
delle singole ruote. Le pendenze superabili in perfetta orizzontalità sono del 20% e dell’ 8% procedendo
rispettivamente secondo le linee di livello o a ritocchino.

Fra i due crivelli agisce un ventilatore centrifugo con portata d’ aria regolabile tramite comando elettroidaulico dalla
cabina, che asporta le particelle più leggere lasciando cadere la granella,più pesante.

La geometria di trebbiatura di queste macchine operatrici consente di avere altissime produzioni ma nel contempo
un trattamento delicato e rispettoso dell’integrità paglia. Ecco uno schema di mietitrebbia convenzionale:

MIETITREBBIE IBRIDE

Queste macchine sono dotate di un particolare sistema di trebbiatura che è essenzialmente la fusione tra il
sistema trebbiante convenzionale e quello assiale (che descriveremo in seguito).
Esso è composto da un acceleratore il quale crea una decisa accelerazione del prodotto da 3 m/s a 20 m/sec si
deduce quindi che genera un vantaggio effettivo sulle sequenze successive:

grazie all’acceleratore il prodotto viene allargato meglio; il flusso prodotto risulta particolarmente omogeneo e più
veloce del 33% grazie alla maggiore forza centrifuga aumenta la separazione della granella

fino al 30% della granella passa attraverso la griglia di preseparazione: una notevole riduzione di lavoro per il
controbattitore.

Come risultato si ottiene un incremento della produzione

fino al 20 % a parità di consumo di carburante.


In seguito vi è il battitore a spranghe aperto ed oltre a questo è disponibile anche un battitore chiuso o lanciatore
che trova un impiego universale e si distingue per il flusso di prodotto ottimizzato. E così garantito un trattamento
ancora più delicato del materiale raccolto. Questi tre organi trebbianti formano l’ APS ma

seguito vi è il sistema ROTOPLUS che termina l’ operazione di trebbiatura.

Il principio ROTO PLUS è semplice, ma estremamente efficace. Il

lanciatore del sistema di trebbiatura APS separa la paglia in

due flussi di prodotto che convoglia ai due rotori controrotanti ad alto rendimento.

I rotori sono alloggiati in gabbie di forma eccentrica e sviluppano una forza centrifuga di enorme intensità. Aventi
ciascuno un diametro di 445 mm e una lunghezza di 4.200 mm.

Attraverso il piano di ritorno il miscuglio di granella-paglia-pula arriva a un piano preparatore prima di raggiungere
il cassone crivellante attraverso i gradini di caduta.

Ciò consente di facilitare notevolmente il lavoro del cassone crivellante.

Ecco in seguito uno schema di mietitrebbia ibrida:


MIETITREBBIE ASSIALI

Le mietitrebbie appartenenti a questa tipologia sono dotate di un particolare sistema di trebbiatura costituito da
una griglia all’ interno della quale ruota un tamburo longitudinale, dotato di rilievi in grado di far avanzare il
prodotto verso l’ uscita, chiamato rotore avente lunghezza elevata e diametro sostenuto. Nella prima sezione del
battitore avviene la trebbiatura, mentre nella seconda si realizza la separazione. Il prodotto una volta separato
termina sulla superficie crivellante posta al di sotto del rotore che permette un’ ulteriore pulizia del prodotto ed una
sua successiva ventilazione.
Poiché la trebbiatura avviene più per frizione che per impatto, la richiesta di energia è circa doppia rispetto a
quella necessaria per un sistema di
trebbiatura convenzionale,
determinando in oltre un’ azione
meccanica più intensa sui residui
colturali.
D’ altra parte ,nei modelli assiali si
verifica una notevole riduzione delle
rotture di granella mentre la produttività
per unità di volume della macchina
risulta incrementata rispetto a quella dei
modelli convenzionali.
In termini generali,quindi, se i rotori
assiali presentano alcune limitazioni per
la raccolta dei cereali a paglia, offrono
indubbi vantaggi nella trebbiatura del
mais.

TESTATE PER LA RACCOLTA DEI CEREALI

La testata standard è in genere


quella da frumento (utilizzabile anche
per tutti i cereali minori, il riso, il colza,
la soia ecc.) ed è costituita da una
barra falciante. Sopra la barra ruota
l'aspo abbattitore che deve
accompagnare le piante sulla lama e
verso l'interno della testata evitando
che cadano anteriormente. Un
convogliatore a coclea fa affluire le
piante al centro della testata, dove
vengono afferrate da appositi diti
retrattili e fatte affluire verso l'interno
della macchina mediante un trasportatore - elevatore.
La testata è provvista di pistoni idraulici che permettono di sollevarla, e anche di regolarne l'altezza in fase di
lavoro. Ciò è importante soprattutto per raccogliere cereali allettati, quando bisogna tagliare molto basso.
Le testate inoltre possono suddividersi in base alla loro larghezza:
Fino a 7 mt possono essere sia fisse che pieghevoli , mentre dai 7 ai 12 mt sono esclusivamente fisse per cui
necessitano di apposito carrello per il trasporto stradale.
TESTATE PER LA RACCOLTA DEL MAIS DA GRANELLA

LO SPANNOCCHIATORE (detto anche barra, testata o piattaforma) è caratterizzato da una serie di spartitori
carenati che delimitano le file di raccolta; fra ciascuna coppia di spartitori si trova una coppia di rulli orizzontali
scanalati e controrotanti al di sopra dei quali vi sono i piatti spannocchiatori. In alcuni modelli, ai lati della testata vi
sono delle coclee coniche che agevolano l’operazione ed evitano il ribaltamento delle piante all’esterno.
Sopra ai piatti spannocchiatori scorre una coppia di catene dentate che portano le spighe verso il
convogliatore a coclea, posto trasversalmente alla testata e dotato di profili contrapposti, che fa affluire il prodotto
al centro della testata , dove mediante l’apposito elevatore a dita retrattili, vengono trasportate agli organi
trebbianti della trebbia.
In caso d’ingolfamento degli organi trebbianti è inoltre possibile invertire il moto della coclea.
Tutti i dispositivi che costituiscono la testata di raccolta sono assemblati in una piattaforma metallica,
incernierata al telaio e sostenuta da pistoni idraulici che consentono di variarne l’altezza rispetto al terreno,
adeguandola all’altezza di taglio e allo stato della coltura.
È ormai generalizzato l’impiego di sistemi elettronici di controllo automatico della posizione longitudinale e
trasversale della testata, che viene costantemente adeguata alla conformazione del terreno nonché di sensori
posti all’estremità degli spartitori che rilevano la posizione degli stocchi e “guidano” la mietitrebbiatrice tra le file.
Dato che le larghezze superano abbondantemente quelle consentite dal Codice della Strada, durante il
trasferimento su strada, la testata viene ripiegata idraulicamente in tre sezioni come si può vedere nel caso
dell’immagine riportata in seguito dove una volta finita l’operazione di raccolta del mais, la testata è stata ripiegata
idraulicamente in tre sezioni ed è quindi pronta per la circolazione su strada in sicurezza.
TRINCIACARICATRICI
MACCHINE PER LA RACCOLTA DEL MAIS CEROSO ED ALTRI FORAGGI O COLTURE ENERGETICHE

Tali macchine operatrici sono costituite da una macchina base per la trinciatura e il caricamento, alla quale
possono essere accoppiate specifiche testate per la raccolta a seconda del modello e della coltura che si deve
raccogliere.
Inoltre si possono avere modelli portati, trainati o semoventi.

Sulla macchina base sono montati un gruppo trinciatore - soffiatore e un apparato di alimentazione. L'organo
trinciatore può essere del tipo a rotore o a volano. Questa ultima soluzione, tuttavia, è stata pressoché
abbandonata per diversi motivi e in particolare per il maggiore assorbimento di potenza ( addirittura del 15-20 % in
più), per la minore uniformità di taglio e per la difficoltà che tale sistema presenta nell'affilatura delle lame. I
trinciatori a rotore, provvisti di 8-24 lame disposte a V (16-24 nella maggior parte dei modelli), sono caratterizzati
da un diametro dell'ordine dei 600- 800 mm e da regimi di rotazione compresi fra i 1000 e i 1500 giri/min. Le lame
possono presentare profilo rettilineo, di maggiore semplicità costruttiva, o elicoidale. In quest'ultimo caso si ottiene
una maggiore regolarità di trinciatura e un assorbimento di potenza più uniforme.
L'azione di taglio avviene fra le lame rotanti del rotore e una controlama fissa montata alla bocca
dell'alimentazione. Fondamentale ai fini della regolarità e qualità del lavoro (nettezza di taglio) sono l'affilatura
delle lame e la distanza fra lame e controlama. Infatti lame poco affilate danno luogo a una sfilacciatura del
prodotto e a un elevato incremento dell'energia spesa. Per questo motivo, oggigiorno, tutte le macchine sono
equipaggiate con un dispositivo con il quale è possibile effettuare l'affilatura sulla macchina stessa, durante il
lavoro.
Il trinciatore, sia pur esso quello a rotore, come pure quello a volano, funge anche da dispositivo di
ventilazione e di trasporto pneumatico attraverso il tubo di lancio. Nelle macchine di maggiori prestazioni o in
quelle adibite alla raccolta di prodotti diversi, si impone però la presenza di uno specifico soffiatore destinato al
trasporto pneumatico del prodotto trinciato.
L'apparato di alimentazione è solitamente costituito da due coppie di rulli sovrapposte, delle quali la coppia
inferiore è fissa, mentre quella superiore è montata su supporti mobili, contrastati da molle, in modo da consentire
il passaggio di quantità diverse di prodotto. L'apparato di alimentazione può essere infine equipaggiato di un
dispositivo per l'individuazione di corpi estranei (rivelatore magnetico di metalli), nonché di un sistema di
inversione del moto cui ricorrere nel caso di ingolfamento. Per variare la velocità di rotazione dei rulli, e quindi la
lunghezza di trinciatura, sulla trasmissione a catena sono presenti due o più pignoni intercambiabili in modo da
ottenere diversi rapporti di trasmissione. Alcuni modelli di macchine semoventi, in luogo della tradizionale
trasmissione a catena, presentano una trasmissione di tipo idrostatico che consente una variazione continua e
immediata del moto direttamente dal posto di guida durante il lavoro.
La lunghezza di trinciatura, ovviamente, influisce sull'assorbimento di potenza e di conseguenza anche sulle
capacità di lavoro. La spesa di energia varia mediamente, in funzione della lunghezza di trinciatura.
Posteriormente al trinciatore, alcune macchine presentano un dispositivo frantumatore a rulli ( chiamato
anche rompigranella), che consente appunto di ottenere una rottura pressoché completa della granella (1-2 % di
granella intera nell'insilato, contro il 20 % circa nel prodotto raccolto senza frantumatore). Ricerche svolte da Istituti
di ricerca francesi hanno peraltro evidenziato come, a fronte di un aumento del 6-9 % nella spesa energetica,
l'impiego del frantumatore consenta di migliorare apprezzabilmente (+ 6 %) gli indici di conversione zootecnica
solo nel caso di trinciatura lunga (13 mm) del foraggio, mentre nessun miglioramento è stato registrato nel caso di
silomais trinciato fine (6 mm).
Le testate, nel caso della raccolta del mais ceroso possono essere a quattro o più file e sono caratterizzate
dalla presenza di una o due coppie di catene dentate per ciascuna fila. A queste è affidata la funzione di afferrare
il prodotto, tagliato inferiormente da lame rotanti o a moto alternativo, e di convogliarlo all'apparato di
alimentazione. Ovviamente la presenza di due coppie di catene si dimostra più efficace specie in condizioni non
ottimali (piante allettate). In qualche modello, le catene sono rivestite o sostituite da nastri ondulati in gomma.
Generalmente la velocità di movimento delle catene è fissa, ma in qualche caso può essere variata in funzione
della velocità di avanzamento della macchina. Gli organi sopra descritti sono presenti nei diversi tipi di macchine
trainate e semoventi. Ovviamente queste ultime sono caratterizzate da una maggiore completezza e sofisticazione
dei medesimi.
A causa delle esigenze di tempestività nella formazione del silo, si è diffuso il fenomeno del contoterzismo
che fa ricorso alle macchine semoventi a 6-12 file, con le quali è possibile ottenere una capacità giornaliera di
lavoro dell'ordine delle 200-250 t/h. Al contrario, con le macchine trainate o portate, a una o due file, raramente è
possibile superare le 10 t/ha per fila. Queste ultime presentano, poi, inconvenienti nella fase iniziale del lavoro,
rendendosi necessario l'intervento preliminare manuale o con semoventi per l'apertura delle strade.
Per risolvere tali problemi senza dovere ricorrere alle macchine semoventi, sono disponibili diverse soluzioni,
quali:
- le cosiddette falciatrinciacaricatrici "retroverse", cioè applicate posteriormente alla trattrice; questa deve
però essere adeguatamente predisposta, mediante posto di guida reversibile e possibilità di invertire la
trasmissione, o comunque di lavorare agevolmente in retromarcia;
- alcuni particolari modelli di macchine semiportate, a due file, le quali possono essere ruotate di 180° e così
operare normalmente come trainata, e come retroversa sulle capezzagne per l'apertura delle strade;
- applicazione della falciatrinciacaricatrice in posizione frontale, che richiede un attacco anteriore peraltro
sempre più facilmente disponibile sulle moderne trattrici.
Per quanto la manovrabilità e l'affidabilità di tali soluzioni non siano paragonabili con quelle delle operatrici
semoventi, esse possono essere interessanti per l'impiego aziendale, consentendo anche di aumentare
l'utilizzazione delle trattrici di grossa potenza.
Va in oltre ricordato che il cantiere di trasporto va correttamente dimensionati sulla base delle caratteristiche
operative (capacità di lavoro) della falciatrinciacaricatrice utilizzata per la raccolta; ciò, allo scopo di ottenere la
massima tempestività di intervento, presupposto fondamentale per la buona riuscita dell'insilato. La congruenza
fra le macchine costituenti i diversi anelli della catena di raccolta e insilamento è inoltre fondamentale ai fini
dell'impiego ottimale delle medesime e, quindi, del contenimento dei costi.
Cantieri per la raccolta del mais ceroso da insilare basto su una falcia-trincia-caricatrice semovente

Schema di funzionamento di una falciatrinciacaricatrice.

Il mais preventivamente tagliato dalla testata (non in figura)


arriva all’apparato di alimentazione (impaccatore) costituito
da 4 rulli, in due serie, controrotanti. Passa poi al rotore a
tamburo con lame oblique, al rompi-granella e al lanciatore
che lo invia nel tubo di scarico che lo lancerà sul carro.

Particolare dell’apparato di alimentazione e del rotore a


tamburo con in evidenza i coltelli di taglio e
funzionamento dei rompigranella
Testata classica da mais a tre file carenate. In questo caso tutta
la pianta viene tagliata alla base, contrariamente a ciò che
avviene con la testata da mais della mietitrebbia dove viene
munta la sola spiga.

Testa montata “retroversa”, per aprire le capezzagne


Testate di tipo particolare che funzionano anche nel caso della raccolta di mais seminato fitto

Testata di tipo particolare specifica per la raccolta di mais


seminato fitto, come si può vedere dalla figura, può raccogliere
anche trasversalmente rispetto alle file
VENDEMMIATRICI

La vendemmia meccanica viene effettuata con macchine vendemmiatrici che possono essere: a scuotimento
verticale adatte ai sistemi di allevamento a doppia cortina,e quelle a scuotimento orizzontale utilizzate nei sistemi
di allevamento a contro spalliera guyot e cordone speronato .Quest’ultima tipologia si suddivide a sua volta in
vendemmiatrici trainate, le quali per operare necessitano di una trattrice, e vendemmiatrici semoventi dotate di
una sistema di trasmissione proprio. In tutte e due i casi le macchine utilizzano dei battitori che scuotono il filare
sia da destra che sinistra per più volte favorendo il distacco del peduncolo del grappolo che cade con tutti gli acini
nell’organo di raccolta.
Queste macchine sono dotate di sistema di autolivellamento idraulico per permettere la giusta operazione dei
sistemi di lavoro.
La vendemmiatrice è costituita essenzialmente da un gruppo di raccolta(battitori), un gruppo che intercetta l’uva
che si stacca dalla pianta,un sistema di trasporto e pulizia e un gruppo di stoccaggio o scarico diretto(serbatoio)
del raccolto.
MACCHINE ED ATTREZZATURE
PER
LA FIENAGIONE

Per poter effettuare una buona conservazione del foraggio (in modo particolare del fieno) è al giorno d’ oggi
indispensabile l’ utilizzo di sempre più sofisticate attrezzature che siano in grado di mantenere quasi del tutto
invariate le caratteristiche organolettiche dei foraggi affienati, dal momento della raccolta fino all’ utilizzo nella
stagione invernale.

Lo sfalcio
L’ attrezzatura che maggiormente viene utilizzata per lo sfalcio, prende il nome di FALCIA-CONDIZIONATRICE.
Questa tipologia di attrezzo ha ormai del tutto soppiantato l’ utilizzo dei sui “antenati”(motofalciatrici,rotative,ecc..)
Le falciatrici e le falciacondizionatrici.

Le falciacondizionatrici sono macchinari che consentono di abbreviare notevolmente i tempi della fienagione e
migliorare la qualità del fieno: infatti riducono i rischi legati a umidità e pioggia, che alle nostre latitudini sono molto
frequenti soprattutto nel mese di maggio, garantendo così condizioni ottimali nella conservazione del prodotto.
Esse oggigiorno raggiungono livelli di produttività inimmaginabili fino a pochi anni fa.
Sono dotate di tamburi o anche di dischi rotanti muniti ciascuno di coltelli di taglio.
I dischi di appoggio girano liberamente durante la falciatura ad evitare il danneggiamento della cotica erbosa
ottenendo un prodotto pulito e di alto valore nutritivo. Le falciacondizionatrici sono dotate di un gruppo piroettante
e snodato che consente alla macchina di eseguire qualsiasi manovra del trattore con perfetta adattabilità su
qualsiasi tipo di terreno.
La caratteristica che distingue le falciacondizionatrici dalle semplici falciatrici, è un rullo chiamato appunto
condizionatore e serve a “schiacciare” le parti verdi favorendo la strizzatura (proprio come i rulli usati negli
autolavaggi per asciugare le pelli).

Il rullo condizionatore
Vengono differenziate due diverse tecnologie di condizionatori:
- Condizionatore a rulli in gomma elicoidali; particolarmente adatto per il condizionamento dell’erba medica,
trifogli e leguminose. L’ intersecazione delle nervature dei rulli è regolare, il sistema di rotazione
convergente consente un ottimo condizionamento del prodotto in modo tale che la velocità di
essiccazione degli steli sia pari a quella delle foglie. Il foraggio secca prima e uniformemente, il prodotto
viene depositato in soffici andane. L’ intensità del condizionamento è regolata da due molloni posizionati
all’ esterno dei due rulli.
- Condizionatore a flagelli; particolarmente adatto per il condizionamento delle graminacee. Il foraggio
viene spinto nel condizionatore dove avviene l’ impatto con le dita del rotore: dopo questo passaggio
obbligato,l’ erba strofina contro la protezione in lamiera dove avviene il condizionamento, facilitando l’
evaporazione dell’ umidità. L’ intensità del condizionamento è regolata dalla posizione del pannello.
Tipologie di falciacondizionatrici:

Le falciacondizionatrici possono essere portate anteriormente o posteriormente tramite l’ attacco a tre


punti oppure trainate.
- Ad attacco frontale: collegate tramite l’ attacco a tre punti anteriore della trattrice che con l’ apposita pdp
(presa di potenza) è in grado di farle funzionare.
- Ad attacco posteriore portate: collegate alla trattrice con l’ attacco a tre punti posteriore con annessa la
rispettiva pdp.
- Ad attacco posteriore trainate: collegate alla trattrice tramite il gancio traino di quest’ ultima.

L’ essiccazione
L’ essiccazione delle foraggere, un tempo era effettuata manualmente con dei semplici rastrelli. Al giorno d’ oggi
si ricorre ai cosiddetti girelli spandivoltafieno, attrezzi che consentono di spandere, arieggiare e voltare qualsiasi
tipo di foraggio, attraverso un lavoro veloce e delicato ai fini della conservazione ottimale del foraggio.

I girelli spandivoltafieno a prescindere dalla marca possono essere allestiti con varie larghezze di lavoro (da un
minimo di 2,5m fino a 8m) e possono essere: trainati e portati, aventi sistema di chiusura idraulica o manuale
(mediante tiranti a molle).

SPANDIVOLTAFIENO
Gli spandi voltafieno sono attrezzi agricoli utilizzati durante la fasi di fienagione successivamente al taglio dei
foraggi. L’azione di queste macchine, che corrisponde ad un rivoltamento dell’erba dopo alcuni giorni al taglio, è
fondamentale in quanto garantisce un’essicazione migliore di tutto il foraggio.

Sono macchine portate costituite da un telaio portante, collegato alla trattrice tramite l’attacco a tre punti, su cui
sono inseriti gli organi lavoranti o rotori, costituiti da dei “ pettini “ che ruotando mescolano il fieno.

Questi attrezzi lavorano leggermente inclinati anteriormente(verso il trattore) in modo che il fieno possa essere
sparso e distribuito sul terreno in modo non uniforme proprio per migliorare l’efficacia dell’essicazione.
Gli interventi di pre-raccolta e di raccolta
Il pre-raccolta viene effettuato tramite l’ utilizzo di quelle attrezzature che un tempo venivano chiamate
volgarmente “giostre da fieno” e che ora sono chiamate andanatori in quanto vanno a costituire le andane.

Gli andanatori di ultima generazione rispetto a quelli utilizzati


precedentemente, sono in grado di darci risultati molto simili a
quelli ottenuti manualmente (in termini qualitativi) ovvero un
foraggio pulito,senza né pietre né terra, di alta qualità e valore
nutritivo. Le andane ottenute risultano inoltre regolari e ben areate,
facilitando il successivo raccoglimento con la pressa. Anch’ essi
possono essere di varie dimensioni (da 2,20m a 7,20m di
larghezza di lavoro e operare con rotore semplice o doppio. Quelli
a doppio rotore, per la loro larghezza di lavoro e la notevole
capacità di avanzamento,sono macchine ideali per le grandi
aziende zootecniche e contoterziste. Durante la fase di trasporto i
due rotori vengono chiusi idraulicamente in senso verticale,
riducendo così l’ ingombro stradale a soli 2,5m e favorendo gli
spostamenti su strada.

E’ ancora nell’ immaginario della gente la raccolta manuale del fieno, che ci riporta al profumo del fieno e a
bucoliche scene di contadini con il “forcone” che gettavano i “balot” sul carro.
Infatti come la maggior parte dei lavori agricoli, la raccolta del fieno un tempo era del tutto manuale: veniva
caricato sui carri (le carà) alla rinfusa, occupando enormi spazi. Con il passare del tempo vennero costruite le
prime imballatrici che erano in grado di pressare il foraggio e di stoccarne molto di più pur mantenendo gli stessi
spazi.
Nacquero poi ne gli anni ‘70–‘80, le prime rotopresse e le cosiddette presse giganti o “big balers”.
PRESSE
Le rotopresse e le “Big balers”

Le ROTOPRESSE sono speciali attrezzature che tramite un convogliatore chiamato pick up convogliano il
foraggio all’ interno della camera di pressatura,una volta giunto lì il prodotto viene pressato e fasciato o legato a
seconda del materiale utilizzato, se si tratta di spago sarà legato e se si tratta di rete sarà fasciato.
Le rotopresse si trovano sul mercato sia in versione a cuore tenero che a cuore duro, a camera fissa, a camera
semivariabile e in allestimento a camera variabile, con queste ultime che ormai dominano il mercato risultando
vendute in misura di sei su dieci,dispongono di varie larghezze per il pick up, altrettanti sistemi di legatura e
generalmente di due sistemi di taglio.
I pick up di nuova generazione operano in assenza di camme,quindi con movimenti rotatori e non alterni; in oltre il
loro assetto rispetto al terreno è regolabile in base alle esigenze che l’ operatore ha sul momento.
Questi sistemi insieme con i rotori di taglio e in abbinamento ai vari gruppi di alimentazione, costituiscono un vero
e proprio centro di preparazione del foraggio che permette di indiziare verso le camere di compressione solo un
prodotto già organizzato ad hoc e quindi pronto per l’ imballaggio finale.
I rotori di taglio a 17-26 lame, se installati durante la raccolta, danno origine a rotopresse in grado oltre che di
raccogliere e imballare, anche di pre-trattare il foraggio tagliandolo nelle dimensioni ritenute più idonee al
successivo riutilizzo. I rotori da 26 coltelli riescono a tagliare il prodotto fino a lunghezze minime di 42mm, mentre
quelli con 17 coltelli tagliano più lungo, circa 47mm.
Per quanto riguarda imballaggio vero e proprio, è di ultima generazione il sistema novogrip della Krone, messo a
punto per operare rapidamente e con precisione ma nel rispetto dell’ integrità del prodotto. Di fatto accade che
questi sia manipolato, pressato e avvolto su se stesso mediante barre trasversali metalliche trascinate in rotazione
da due cinghie laterali di materiale sintetico.ne deriva che il raccolto è compresso a dovere dalle barre
metalliche,la cui sezione tondeggiante non va mai a creare tagli o fessurazioni, ma senza che ciò dia origine ad
assorbimenti di potenza anomali.
Le “BIG BALERS” ,anch’ esse con rotori per il taglio e per il convogliamento del foraggio, sono invece in grado di
creare balloni parallelepipedi con una densità molto più elevata rispetto alle semplici imballatrici o anche solo
rispetto alle rotopresse. Possono avere due diverse
tipologie di assale ovvero l’ assale semplice o quello
“tandem” che riduce il compattamento del terreno. Queste
presse sono quelle più idonee per contoterzisti e grandi
aziende zootecniche in quanto i tempi di raccolta si
riducono molto rispetto alle altre due tipologie di presse.
ATTREZZATURE
PER
LA DIFESA DELLE COLTURE

IMPOLVERATRICI
Sono attrezzi che si utilizzano per la distribuzione di prodotti in polvere tipo lo zolfo: essi funzionano con la
creazione di una corrente d’aria da parte di un ventilatore. Pur essendo vantaggiose perché non richiedono acqua
(minor peso, minor consumo idrico, ecc…) non sono molto utilizzate per la scarsa aderenza del prodotto in polvere
sulla superficie fogliare e per la facilità di “deriva” provocata dal vento (dispersione nelle zone circostanti alla
pianta da trattare).

TUBO DI EROGAZIONE

ATOMIZZATORI E BARRE PER DISERBO


L’atomizzatore è una macchina moderna utilizzata per la difesa delle coltivazioni (trattamenti insetticidi,
anticrittogamici e di diserbo), che si basa sulla nebulizzazione del liquido.

La nebulizzazione è utile al fine di frantumare il più possibile le gocce di prodotto per garantire una maggiore
uniformità di copertura sulla vegetazione e anche un minor spreco di acqua: basta pensare che si passa dai
volumi delle vecchie botti (1500 l/ha) a volumi bassi ed ultrabassi ( 100-200 l/ha).

Da non sottovalutare anche il minor gocciolamento della soluzione con conseguente minor impatto ambientale e
minor spreco di prodotto.

In commercio ci sono atomizzatori portati, trainati e semoventi.

La caratteristica che gli accomuna è la presenza di una pompa attivata tramite la PDP tramite il giunto cardanico
ed una ventola per l’aspirazione dell’aria.
La quantità di prodotto erogato dipende dalla velocità di avanzamento,dalla pressione e dal diametro del foro degli
ugelli; quindi più si va veloce e più prodotto viene erogato in quanto aumenta la pressione negli ugelli, ma
contemporaneamente si riduce il tempo di distribuzione per unità di superficie fogliare.

A norma di legge ( DGR n. 44 – 2346 del 26/2/2001 -regione Piemonte) gli ugelli devono essere controllati e
omologati per evitare rischi di sgocciolamenti indesiderati, inquinamento, cattiva distribuzione, ecc…

La barra da diserbo è un’ organo di distribuzione dei prodotti liquidi che consiste appunto in una barra rigida, in
genere orizzontale, su cui sono posizionati gli ugelli erogatori. Il tipo di apertura di ciascun ugello e le distanze fra
un’ ugello e l’altro determinano il dosaggio e l’uniformità di distribuzione del prodotto. A tale scopo conta l’altezza
della barra durante il trattamento, oltre alla pressione e alla velocità di avanzamento come visto in precedenza. La
larghezza di lavoro varia per le barre da diserbo da 7 a 12 metri per quelle portate ed arriva a 16 metri (42 metri
per quelle in alluminio e fibra di carbonio per quelle trainate)

TRATTAMENTI AEREI

I trattamenti aerei si effettuano con l’utilizzo di elicotteri o aerei ultra leggeri modificati in modo da trasportare
serbatoi supplementari, per il trasporto di concimi e prodotti fitosanitari, e ugelli per una distribuzione omogenea
del prodotto.

I trattamenti aerei possono LIQUIDI O GRANULARI

• I trattamenti aerei liquidi sulle colture , ad esempio, culture erbacee come grano, granoturco, riso e
arboree come viti, melo, pero, susino, contro le varie malattie sono possibili in dosi variabili da 35 litri/Ha
fino a raggiungere, in certi casi, anche i 100 litri/Ha

• Per quanto riguarda la distribuzione di prodotti solidi, come concimi, vengono distribuiti con uno spandi
concime che permette una copertura di circa 50 metri ad ogni passaggio, distribuendo il prodotto in
modo omogeneo; le quantità distribuibili possono variare da 60 kg//Ha e 400 Kg/Ha.
Il ricorso ai trattamenti aerei,
dopo una certa diffusione negli anni '70/80, si è
ridimensionato ed è ormai limitato a tutte quelle realtà
in cui non sono possibili altre modalità di intervento.
I principali motivi sono:

• la mancanza di piloti e/o personale qualificato


per fare effettuare tali trattamenti

• l’elevato costo dei veicoli

• i vincoli molto rigidi imposti dalla vigente normativa in materia (ad es. per la regione Piemonte il
relativo regolamento consente i trattamenti solo nel periodo 30 aprile - 27 agosto, previa
autorizzazione; inoltre, gli stessi sono vietati in vicinanza dei centri abitati e richiedono
preliminarmente un'accurata analisi del territorio, al fine di verificare la presenza di corsi d'acqua,
ecc...)

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