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Premessa
Una recente analisi dell’agenzia di rating Moody’s sulle implicazioni finanziarie
dell’investimento nucleare ci permette alcune riflessioni e confronti con la situazione
italiana, dove Enel, in accordo con il governo e insieme con EDF (Electricité de France),
ha proposto la realizzazione di ben quattro reattori nucleari da 1,6 GW a tecnologia EPR
francese.
La decisione del governo italiano di tornare al nucleare è in contrasto con molte
analisi secondo cui non solo il nucleare è troppo costoso ma è anche rischioso sia
per l’ambiente che per la salute dei cittadini.
Per valutare su scala finanziaria ed economica gli effetti del nucleare in Italia siamo partiti
da uno studio di Moody’s.
Moody’s sviluppa la sua analisi definendo un'azienda elettrica “modello” statunitense,
solida, denominata genericamente ‘NukeCo.’ e ha valutato gli effetti sui suoi conti della
decisione di costruire un nuovo impianto nucleare.
Nel documento di Moody's si evidenziano le problematiche dell'investimento nucleare, sia
per gli effetti sul rating dell'azienda elettrica, che tende a peggiorare, sia, più in generale,
per la reale convenienza di un investimento ingente, rischioso e a lungo termine.
Le conclusioni di Moody's confermano tutte le perplessità del mercato ad investire sul
nucleare. Tuttavia, riportando l'analisi al caso del possibile rilancio del nucleare in Italia,
l’analisi puramente economica-finanziaria va integrata con considerazioni sul contesto nel
quale Enel ed EdF si muovono. In Italia e in Francia, infatti, il peso della decisione politica
è ancora in grado di incidere profondamente sulle scelte industriali dei due colossi
dell’energia.
• EOLICO 125 $
• NUCLEARE151 $
Da questo risultato emerge che, a pari redditività, Il prezzo medio dell’energia nucleare
risulta più costoso non solo di gas (+26%) ma anche dell’eolico (+21%).
Il vero problema del nucleare rimane l’elevato costo del capitale e dell’indebitamento.
Secondo un rapporto del M.I.T. (Massachusetts Istitute of Technology) del 2009 ‘dal 2003 i
costi di costruzione per tutti i tipi di progetti di ingegneria a grande scala sono cresciuti
enormemente. I costi stimati per la costruzione di un impianto nucleare sono cresciuti al
tasso del 15% all’anno, sino all’attuale crisi economica’.
Questo significa che il costo di un impianto nucleare negli ultimi 5 anni è
raddoppiato.
Il M.I.T. ammette che per le altre fonti, come il gas, il trend di crescita è stato inferiore.
Infatti, dalla comparazione delle tabelle del MIT si osserva che il costo di costruzione
“secco”, overnight in inglese (come se si pagasse in un’unica notte), ossia senza
considerare i costi di interessi e oneri finanziari, è passato dal 2002 al 2007 per il nucleare
da 2000 a 4000 $ al kW (+100%), mentre per il gas è passato da 500 a 850 $ al kW
(+70%).
Anche il MIT ha comparato il costo al kWh tra il nucleare e le fonti fossili, giungendo a
conclusioni non dissimili da quelle di Moody’s: nucleare 8,4 $c/kWh, carbone 6,2 $c/kWh,
gas 6,5 $c/kWh – da cui si ricava che il kilowattora nucleare è più caro del 29% rispetto al
gas e del 35% rispetto al carbone.
Bisogna evidenziare che tale confronto non tiene conto di eventuali addizionali, come la
carbon-tax, che dovrebbero penalizzare le fonti fossili (soprattutto carbone e petrolio, in
misura minore il gas) a causa delle emissioni di CO2 che contribuiscono ai cambiamenti
climatici.
Dallo studio del MIT risulta che l’eventuale applicazione di un’addizionale pari a 25$
per tonnellata di CO2 emessa porterebbe il costo del carbone pari al nucleare,
mentre gas (ed eolico) resterebbero più convenienti.
Moody’s ribadisce che il problema del nucleare è l’obsolescenza tecnica e i costi in
continua ascesa, mentre le tecnologie rinnovabili, al contrario, procedono velocemente
verso tecnologie sempre più efficienti e riduzione dei costi.
Secondo i piani di Enel ed EdF si inizierebbe a costruire la prima centrale nel 2015, e
poi le successive a distanza di 18 mesi ciascuna, con un tempo di costruzione pari a
10 anni.
Sviluppando il costo dei 4 reattori da 9 miliardi secondo il modello dei costi di
Moody’s risulta che per 11 anni l’esposizione finanziaria supera il miliardo di
euro/anno, con picchi oltre i 3 miliardi di euro per ben 7 anni consecutivi, e anche
oltre i 4 miliardi.
Esposizione rilevante che dovrebbe essere coperta in parte dal debito ma in parte dal
capitale proprio. L'effetto sui parametri economici, come il rapporto CFO/D (flusso di cassa
da operazioni/debito) è significativo, anche dividendo in due i costi con EDF.