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PAOLA QUARANTA = PRISCILLA ARMELLIN PAVIMENTI INEDITI DALL’AREA ARCHEOLOGICA DELLA CHIESA DI S. PRISCA SULL’'AVENTINO A ROMA AISCOM Atti del XII Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico Padova, 14-15 e 17 febbraio 2006 Brescia, 16 febbraio 2006 EDIZIONI SCRIPTA MANENT ‘TIVOLI 2007 PAOLA QUARANTA ~ PRISCILLA ARMELLIN PAVIMENTI INEDITI DALL’AREA ARCHEOLOGICA, DELLA CHIESA DI S. PRISCA SULL’AVENTINO A ROMA La Soprintendenza Archeologica di Roma ha recentemente awiato lavori di manutenzione ¢ restauro del complesso di ambienti antichi, comprendenti anche il noto Mitreo, sottostanti la chiesa di S. Prisca. Il progetto, condotto € coordinate da Alessandra Capodiferro ed ormai giunto a conclusione, ha offerto occasion per un riesame dellintera area archeologica i cui risultati sono in corso di pub- blicazione!. Un aggiornamento dello stato degli studi @ sembrato necessario an- che in ragione della frammentarieti della documentazione relativa agli seavi che si sono succeduti nell’area e di cui sembra opportuno ricordare in particolare i saggi che nel 1935 furono effettuati dai Padri Agostiniani®. Venti anni pid tardi, nel 1952, le indagini ripresero a cura dell'Istituto Storico Olandese e si protrasse- ro fino alla meta degli anni °60, espandendosi dall’area del mitreo all’intero giar- dino a Sud della chiesa’. L’area archeologica (fig. 1) si estende al di sotto della chiesa di XII secolo*, adagiata lungo il versante meridionale della pendice Aventina. Questa sua collo- cazione sembra aver determinato, sin dai primi insediamenti di cui si ha waccia, una costante condizione di precarieta strutturale che ne ha vincolato Io svilup- po. L’edificio di piena eta imperiale conserva nel settore settentrionale Ia prima- ria collocazione ipogea o semi-ipogea che formava il supporto strutturale dell’in- tero complesso € nulla finora sembrava essere emerso relativamente a fasi crono- logicamente precedenti Solo recentemente ¢ proprio in relazione allo studio di alcune delle pavi- mentazioni che vengono presentate in questa sede®, sono state evidenziate strut * Lo studio dell'area archeologica, condowto oltre che dalle antici di questo contribuco anche da Miriam Taviani e Tommaso Bertoldi, ha posto in evidenza la particolare complessitastratigrafica c 'as- senza di una adeguata ¢ complessiva edizione del sito ® Gli scavi, di cui abbiamo notizia da padre Ferrua, portarono alla luce diversi ambienti di etiam periale, fra cui aula mitraica ed alcuni vani ad essa annessi. A. FERRUA, “Il mitreo sotto la chiesa di Santa Prisca’ in BulfCom, LXVIL, 1940, pp. 5996, tavy. HI; Ines, “Recent ritrovamenti a S. Prisca’, in PAGsist, 17, 1940, pp. 271-2 $1 risuitati delle campagne degli anni ‘50, svolte sotto la direzione di Maarten J, Vermaseren € rel G. van Essen ¢ sostanzialmente limitate agli ambienti posti a Nord del mitreo, sono stati publi i da Vermaseren nel 1965, dopo la morte del collega avvenuta nel 1963 (cfr, MJ. VERMASEREN, C.C. WAN ESSEN, The Excavations in the Milhvaeum of the Church of Santa Prisca in Rome, Leiden 1965), mentre le campagne di scavo degli anni “60 non videro mai una loro edizione, se si esclide un brevissimo ac- cenno fornito da Vermaseren nel 1975 in MJ. VERMASEREN, "Nuove indagini nell'area della Basilica di 8. Prisca a Roma’, in MedNIRome, 37, 1975, pp. 876, taw. 28-29 * Sulla basilica paleocristiana e sulla datazione della chiesa attuale al XIV cfr, R. RRAUTHEMER, W. FRANKL, S. CORKETT, Corpus Basiticarum Christianarem Romae, xol. II, Citta eel Vaticano 1937-1980 pp. 263-279; da ultimo G. LEPORE, S. Prisca, in Material e treniche del eilisia palecrstiana a Roma, a cura di M, Cecchelli, Roma 2001, pp. 389-34, tav. XXXVIIL 8 Si é scclto di pacventare alcune delle pavimentasioni presenti nell’area archeologica le quali ri sultano inedite © di cui viene fornito solo un breve cenno nella citata pubblicazione del 1965. 253, ture pertinenti ad edifici di eta repubblicana e primo imperiale le quali, oblitera- te dai successivi interventi di sostruzione, originariamente non sembrano aver avu- to carattere ipogeo. Liedificio di I secolo dC. Il primo pavimento che si presenta @ emerso durante la pulizia del piano di calpestio del vano posto nell’angolo nord-ovest del complesso mitraico (fig. 1, A), dove @ stata rimessa in luce la preparazione di un pavimento che conserva le im- pronte di una decorazione in opus sectile (fig, 2), Nella relazione di scavo pubbli- cata da Vermaseren viene genericamente riferito per questo ambiente un piano pavimentale in “concretum” di cui non viene fornita alcuna descrizione ¢ non risul- ta, a chi scrive, alcuna comunicazione successiva in. merito®. Il pavimento conserva in parte le impression delle lastre da cui si rieava un motivo a schema quadrato-reticolare di un piede € mezzo di modulo contenente un motivo a Q2 all’interno della maglia (fig. 3). In base a quanto conservato, il pavimento doveva avere originariamente una estensione non inferiore am 4,20 x 2,85 ca. (fig. 4). Il motivo decorativo doveva essere realizzato con lastrine di mar- mi diversi, allettate direttamente nella malta pavimentale. L’uso del marmo @ te~ stimoniato dalla presenza di tasselli marmorei nel sottofondo € lastre di bardiglio sono state rinvenute sporadiche all’interno di una ampia fossa quadrangolare pra- ticata nella preparazione del pavimento®. Inoltre una scheggia di giallo antico, re- sto del’operazione di spoglio, @ ancora in situ allinterno di uno degli incavi trian- golari ¢ la sua presenza rafforza Vipotesi di una realizzazione con lastre di marmo vario fra cui bardiglio e giallo antico. II motivo decorativo @ ben attestato per tut- ta eta imperiale. In redazione non marmorea, con lastre di palombino ¢ di ar desia, @ gia presente in eta augustea a Roma, nell’Auditorium di Mecenate © ad Ercolano, nella casa dello Scheletro (III, 3, oecus 10)®. La sua affermazione in re- dazione marmorea, con un modulo per lo pitt medio, si ha in etd giulio-claudia, di cui sono noti gli esemplari dalla casa degli Affreschi di Luni! e, con Q3 iserit- © Liunica menzione della presenza nell'ambiente di una payimentazione in “conerttan’ © di una i ‘mosaico & in VERMASEREN, VAN ESSEN 1965, cit. a nota 3, pp. 7976. 7'Il modulo quadratorreticokare, identifieato in base alle impronte conservate nella malta, misara un piede e mezzo (il quadrato Q2 misura cm 30 di lato, mentre la magia reticolare & formata da la stre retangolari di em 14,5/15 x 30 ¢ formelle quadrate di cm 15 x 15), rientrando nella tipologia 4 medio modulo individuata da Guidobaldi in GUIDORALDI 1985, pp. 180-182 e pp. 196:200, fig. 18c La presenza di rombi all'interno del reticolo rimane dubbia in quanto attestata con sicurezza solo in tun'impronta, in posizione marginale rispeto allo schema, che pud fornire presumibilmente i limite nord della decorazione pavimentale. ® La larga fossa quadrangolare, attualmente in corso di seavo, misura m 1,60 x 1,70 ed @ stata in- dagata per c2. em 63 di profondit. Realizzata mediante il aglio del piano pavimentale ha intaccato anche i livelli precedenti mediante Masportazione di parte di un muro realizzato con un unico filare di Blocehi di tufo e della sua fondazione. Tl riempimento della fossa ha restituito materiale ceramico che, benché ancora incomplete e in corso di studio, pud essere preliminarmente riferito ad una ero- nologia posta tra la fine del II ¢ Vinizio del II secoto a. Per In datazione ad eta augustea delle pavimentazione a modulo quadrato-reticolare/Q2 in red zione non marmorea, con elementi in palombino ¢ ardesia, ct. GutpoBALD! «ali 1994, p. 129, ove si potra trovare la bibliografia relativa agli esempi di Roma ed Ercolano sopra citati © In particolare il modulo quadrato-eticolare/Q2 presente nel triclinio invernale deta Casa de- sli Affreschi di Luni & realizzato con elementi marmorei fra cui giallo antico e bardiglio, ed & rifer agli anni 50-70 d.C. (AP. ZACcARIA RUGGIU, ‘La Casa degli Alfreschi, in. QuadLuni, 8, 1988, pp. $38, in part. p. 13 esfig, 8: EADEM, ‘La Casa degli Aflreschi, im Luni. Guida archeologica, a cura del i Studi Lunensi, Sarzana 1993, pp. 7894. 254

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