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Curiosa invece la reazione dei tassi di interesse. Quelli in Europa scendono leggermente, ma visto che si
tratta dei tassi tedeschi, l'effetto può essere dovuto a rinnovate paure sui periferici Irlanda, Portogallo e
Grecia che hanno visto i propri tassi alzarsi, mentre quelli sugli USA, in fondo, sono rimasti costanti e anche
andando a vedere il movimento a 1 mese, lo spostamento si misura in centesimi di punto percentuale.
Le paure di chi considera la manovra inutile si vedono già sui mercati. L'effetto della nuova liquidità non
sembra viaggiare verso l'economia reale (anche se ieri sera il credito al consumo USA è aumentato di 2 mia
su un'attesa di una discesa di 3 mia, anche se il dato precedente è stato aggiustato da -3.3 mia a -4.9, dai
massimi è comunque sceso del 6.6%), quanto piuttosto viene spostato verso asset finanziari, soprattutto
commodities e mercati emergenti che in fondo sono le classi di investimento che si stanno muovendo
meglio.
Il punto è che, dagli ultimi dati macroeconomici, la ripresa USA sembra comunque in atto e un ulteriore
intervento potrebbe fare più male che bene, distorcendo il prezzo degli asset finanziari.
Settimana prossima solo poco più di 50 società pubblicheranno i risultati, mentre in Europa si entra nel vivo
con quasi 150 società.
Dal punto di vista macro sono invece attesi soprattutto diversi dati di GDP si nazioni europee.
Matteo Nobile 20101106
Il mondo degli analisti si polarizza (di nuovo). Chi dichiara che l'operazione FED è solo un disperato
tentativo, inutile, di migliorare la competitività degli USA deprezzando il dollaro, e chi invece vede questa
operazione come la vera ancora di salvezza per rilanciare un'economia che non riesce ancora a riassorbire i
posti di lavoro persi durante la crisi finanziaria.
Certamente l'operazione non si ferma a comprare bond, almeno spero, altrimenti si corre il rischio di ottenere
lo stesso effetto ottenuto da Greenspan: una bolla micidiale da qualche parte (immobiliare per Greenspan,
emergenti per Bernanke?) che poi quando scoppia fa un disastro.
I dubbi però sono davvero tanti e se anche non portano all'apocalisse c'è da chiedersi se i paesi periferici
europei sapranno sopravvivere ad una ripresa dell'EUR. Sulla Germania non ci sono molti dubbi, ma che gli
altri possano andare tranquilli senza il supporto dell'EUR a 1.20 contro USD non è facile dirlo.
La disoccupazione USA, il grande problema della FED, sta via via diventando strutturale e non ciclica: anche
se le aziende creeranno posti di lavoro, i lavoratori rischiano di non essere più formati a sufficienza per
rientrare in modo consistente nel mondo del lavoro.
I paesi emergenti temono che il flusso in entrata di capitali possa destabilizzare le loro economie che sono in
crescita ma non sono sicuramente così grandi da sostenere gli enormi capitali. In entrata il problema si
presenta meno forte, ma in uscita sarebbe un disastro (ed ecco quindi il motivo di tasse e limiti).
Soprattutto, è difficile pensare che il mondo possa continuare a vivere di credito al consumo, il quale, ormai è
dimostrato, non fa altro che spostare la crescita di domani ad oggi... ma la crescita di domani come la
finanzio ? Con altro credito ? Dopo un po' evidentemente qualcosa nel meccanismo si rompe.
Matteo Nobile 20101106
Dollar In Inflation