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Politecnico di Torino

Facoltà di Architettura - Design e Comunicazione visiva


Corso: Luce, Suono, Clima
A.A. 2018-2019

Luce: Lezione 1
Politecnico di Torino
Facoltà di Architettura - Design e Comunicazione visiva
Corso: Luce, Suono, Clima
A.A. 2018-2019

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1 Cenni di colorimetria

2 Interazione luce materia

3 Comfort visivo

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LUCE COME FENOMENO FISICO

LUCE: Energia raggiante emessa in quantità


discrete (quantum o fotone di energia) la cui
propagazione avviene per onde
elettromagnetiche.

La luce è l’unico tipo di radiazione


elettromagnetica in grado di stimolare
l’apparato visivo dell’uomo determinando
una sensazione visiva.

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LUCE COME FENOMENO FISICO

Lunghezza d’onda: Distanza percorsa dall’onda durante un’oscillazione completa


l [m] generalmente espressa in [nm] o [mm]

Frequenza: Numero di oscillazioni complete effettuate nell’unità di tempo


f [Hz]

Velocità di propagazione: Velocità con cui si propaga l’onda elettromagnetica

c = l ⋅ f [m/s] nel vuoto à c0 = l ⋅ f = 3 ⋅ 108 [m/s]


$%
negli altri mezzi materiali à c = &
con n = indice di rifrazione del mezzo

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LUCE COME FENOMENO FISICO

L’insieme delle radiazioni elettromagnetiche conosciute è rappresentato nello


SPETTRO ELETTROMAGNETICO E SPETTRO VISIBILE

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LUCE COME FENOMENO FISICO

Flusso energetico: Energia emessa, trasportata o ricevuta sotto forma di radiazione


nell’unità di tempo.
fe [W]
Intensità energetica: Flusso energetico emesso da una sorgente puntiforme in un
angolo solido dw attorno ad una data direzione.
!f e "
Ie = [ ]
dw SR

Angolo solido: spazio racchiuso da un cono, che ha il vertice nel


%
centro di una sfera di raggio R e che intercetta sulla stessa sfera w= [sr]
un’area di estensione A. &'
Radianza energetica: Flusso energetico emesso da una sorgente (estesa) in una
direzione, per unità di angolo solido dw e per unità di area proiettata su un piano
normale alla direzione considerata.
! ' fe "
Le = [ ]
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d Ap dw m2 -. Exhibit Design – Luce, suono, clima
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LUCE COME FENOMENO PERCETTIVO

L’energia raggiante luminosa stimola l’organo sensoriale della visione


determinando nel soggetto una sensazione visiva

1. Cornea
2. Iride
3. Cristallino
4. Retina
5. Fovea
6. Nervo ottico

RECETTORI
- CONI: reagiscono a stimoli di una certa intensità e permettono la percezione dei
colori
- BASTONCELLI: reagiscono a stimoli di bassa intensità ma sono insensibili al
colore
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LUCE COME FENOMENO PERCETTIVO

L’organo visivo è stimolato differentemente a seconda


della lunghezza d’onda della radiazione incidente

LUCE BIANCA:
Miscela di radiazioni
monocromatiche

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LUCE COME FENOMENO PERCETTIVO

Nello spettro della radiazione visibile, tra 380 nm e 780 nm, la risposta del sistema
visivo non è costante al variare della lunghezza d’onda
(SENSIBILITA’ SPETTRALE DELL’OCCHIO UMANO)

EQUIVALENZA PERCETTIVA:
Kl1 Rl1 = Kl2 Rl2
R = radianza

K = fattore di visibilità
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LUCE COME FENOMENO PERCETTIVO

Curva di visibilità relativa dell’occhio umano


Vl (fattore di visibilità relativa) è
l’efficienza spettrale delle diverse
lunghezze d’onda nel produrre la
stessa percezione di luminosità
(sensibilità relativa).
$"
!" =
$ %&'
Kmax è il valore massimo del
fattore di visibilità, riferito alla
lunghezza d’onda per la quale si
Visione fotopica: in presenza di luce di una certa intensità ha la massima luminosità percepita
(luce diurna) à Kmax : 555nm in condizioni di radianza costante
Visione scotopica: in presenza di una quantità di luce molto
limitata (luce notturna) à Kmax : 510nm
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LE GRANDEZZE FOTOMETRICHE

Grandezze utili a valutare il fenomeno


luminoso in termini oggettivi:
• FLUSSO LUMINOSO

• INTENSITA’ LUMINOSA

• ILLUMINAMENTO

• EMETTENZA LUMINOSA

• LUMINANZA

• TEMPERATURA DI COLORE
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FLUSSO LUMINOSO

Quantità di energia luminosa emessa da una sorgente


nell’unità di tempo.

LUCE MONOCROMATICA (radiazione emessa ad


una determinata lunghezza d’onda l)

LUCE ETEROCROMATICA (radiazione composta) Kmax = 683 lm/W


Fattore di conversione da
grandezze energetiche a grandezze
luminose

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INTENSITA’ LUMINOSA
Flusso luminoso emesso da una sorgente
puntiforme, per unità di angolo solido, in una
determinata direzione (densità angolare del
flusso).
!f
I = w [cd]
d
L’intersezione del
solido fotometrico con
SOLIDO FOTOMETRICO un piano passante per
l’asse verticale della
Superficie chiusa delimitata dal
sorgente individua una
luogo dei punti estremi dei
curva denominata
segmenti di lunghezza
“indicatrice di
proporzionale all’intensità della
emissione”.
sorgente nelle diverse direzioni.
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ILLUMINAMENTO
Rapporto tra il flusso luminoso incidente su !f "#
una superficie elementare e l’area della E = A [ $ = lx]
superficie stessa. d #

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EMETTENZA
Rapporto tra il flusso luminoso emesso da un !f "#
elemento di superficie e l’area dell’elemento M = A [ $]
stesso. d #

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LUMINANZA
Rapporto tra il flusso luminoso emesso
! 2f
o riflesso da una superficie luminosa,
%&
per unità di angolo solido in una L= [ (=nit]
determinata direzione, e la superficie dA"cos#"d$ '
emettente proiettata su un piano
perpendicolare alla direzione stessa.

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LUMINANZA

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TEMPERATURA DI COLORE CORRELATA


Esprime la tonalità di colore della luce confrontandola in modo diretto con la
temperatura assoluta di un corpo nero che irradia luce con la stessa tonalità di
colore emessa dalla sorgente in esame.

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1 Cenni di colorimetria

COLORE:
Ø Interpretazione cerebrale del
segnale prodotto dai ricettori
dell’occhio stimolati da una
radiazione luminosa
Ø Attributo di una luce prodotta da
una sorgente
Ø Attributo di una superficie
illuminata

COLORIMETRIA:
Ø Tecnica per misurare il colore
Ø Tecnica per valutare le uguaglianze
di colore

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1 Cenni di colorimetria

SINTESI ADDITIVA

PER LUCI COLORATE

COLORI PRIMARI ADDITIVI


Ø ROSSO (R)

Ø VERDE (G)

Ø BLU (B)

LUCE BIANCA: miscelazione di rosso + verde + blu in uguali proporzioni

Qualsiasi sensazione cromatica può essere riprodotta miscelando in opportune


proporzioni luci corrispondenti ai COLORI PRIMARI ADDITIVI.

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1 Cenni di colorimetria

SISTEMA TRICROMATICO CIE 1931

PROPRIETA’ DEL SISTEMA

Tutti i colori percepibili


dall’occhio umano sono contenuti
nello spazio di coordinate XYZ.

XYZ non sono colori reali ma


STIMOLI IMMAGINARI DI
RIFERIMENTO.

A sinistra è riportata la rappresentazione tridimensionale dello spazio CIE 1931


(coordinate XYZ).
A destra è riportata la vista perpendicolare al piano X+Y+Z=1, a destra in basso
la proiezione sul piano (X,Y).
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1 Cenni di colorimetria

SISTEMA TRICROMATICO CIE 1931

DIAGRAMMA DELLE
CROMATICITA’

Nel triangolo con coordinate x,y


sono contenute tutte le tinte e
saturazioni dei colori percepibili
dall’occhio umano.

La curva al centro del diagramma


rappresenta la cromaticità della
luce emessa da un corpo nero al
variare della sua temperatura.

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2 Interazione luce materia

L’interazione tra la luce


e la materia dipende
dalle caratteristiche
fisiche della luce, dalla
composizione fisica e
dalle caratteristiche
della materia.

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2 Interazione luce materia

Il flusso luminoso incidente su una superficie viene


assorbito, in parte riflesso e in parte trasmesso.

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO SPETTRALE
FATTORE DI RIFLESSIONE
SPETTRALE

FATTORE DI ASSORBIMENTO FATTORE DI TRASMISSIONE


SPETTRALE SPETTRALE

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO SPETTRALE

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO SPETTRALE

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO SPETTRALE
La sensazione cromatica prodotta da un oggetto dipende da:
• Composizione spettrale della sorgente
• Fattore di riflessione/trasmissione spettrale dell’oggetto illuminato
• Risposte cromatiche dell’osservatore umano

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO ANGOLARE

FATTORE DI RIFLESSIONE
ANGOLARE

FATTORE DI TRASMISSIONE
ANGOLARE

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO ANGOLARE
RIFLESSIONE
Le leggi della riflessione (Snellius-Cartesio):
• Il raggio incidente, la normale alla superficie riflettente nel punto di incidenza
e il raggio riflesso giacciono sullo stesso piano.
• L’angolo di incidenza q è uguale all’angolo di riflessione q’.
Se la superficie è perfettamente liscia:

RIFLESSIONE SPECULARE

Se la superficie è scabra:

RIFLESSIONE DIFFUSA

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO ANGOLARE
RIFLESSIONE
RIFLESSIONE DI UNA SORGENTE
PUNTIFORME

S = sorgente puntiforme

S’ = immagine virtuale della sorgente S

S’ = punto simmetrico di S rispetto alla


superficie dello specchio

NOTA: per un osservatore dalla parte di S è come


se i raggi provenissero da S’, ossia da dietro il
piano riflettente

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO ANGOLARE
RIFLESSIONE
RIFLESSIONE DI UN OGGETTO
ILLUMINATO

AB = oggetto reale

A’B’ = immagine virtuale dell’oggetto


reale AB

NOTA: l’oggetto reale e l’immagine virtuale sono


inversamente uguali

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO ANGOLARE
RIFLESSIONE

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO ANGOLARE
RIFLESSIONE_esempi

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO ANGOLARE
TRASMISSIONE - RIFRAZIONE
Variazione della traiettoria di propagazione della radiazione luminosa che si
verifica in corrispondenza dell’interfaccia di separazione di due mezzi trasparenti.
Legge di Snellius-Cartesio:
• Il raggio incidente, la normale
alla superficie di separazione nel
punto di incidenza e il raggio
rifratto giacciono sullo stesso
piano.

n = INDICE DI RIFRAZIONE ASSOLUTO DEL MEZZO


n1,2 = INDICE DI RIFRAZIONE RELATIVO del 2° mezzo rispetto al 1°
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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO ANGOLARE
TRASMISSIONE - RIFRAZIONE

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO ANGOLARE
TRASMISSIONE - RIFRAZIONE
n1 > n2
Esiste un angolo critico q1,C
tale per cui q2,C = 90°.

Se q1,i > q1,C à si annulla la componente di luce trasmessa nel mezzo 2 à


RIFLESSIONE TOTALE

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO ANGOLARE
TRASMISSIONE - RIFRAZIONE
In un mezzo trasparente
limitato da facce piane non
parallele un raggio di luce
eterocromatica viene
scomposto in tanti raggi
colorati quante sono le
lunghezze d’onda presenti nella
luce incidente.

La luce viene percepita nelle sue singole componenti poiché l’indice di rifrazione
varia al variare della lunghezza d’onda.
n aumenta al diminuire della lunghezza d’onda.

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2 Interazione luce materia

COMPORTAMENTO ANGOLARE
TRASMISSIONE

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3 Comfort visivo

COMFORT VISIVO:

Condizione di soddisfazione delle esigenze di ordine visivo espresse dall’utente

Determinato essenzialmente da:

GRADO DI PRESTAZIONE VISIVA

GRADEVOLEZZA DELL’AMBIENTE LUMINOSO

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3 Comfort visivo

PRESTAZIONE VISIVA:
Velocità e accuratezza nello svolgimento di un compito visivo
Compito visivo è l’osservazione di dettagli e oggetti in relazione allo svolgimento di
una determinata attività.

Leggere e scrivere Osservare le Percepire spazi e ingombri


caratteristiche generali e i
dettagli di un oggetto
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3 Comfort visivo
PRESTAZIONE VISIVA:
Fattori influenti sul grado di prestazione visiva

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3 Comfort visivo
GRADEVOLEZZA DELL’AMBIENTE:

La gradevolezza dell’ambiente
risulta dal rapporto tra:

LUCE
(NATURALE E ARTIFICIALE)

AMBIENTE
(CARATTERISTICHE DELLO
SPAZIO E DELLE SUPERFICI)

SOGGETTO
(ATTITUDINI, PREFERENZE,
ASPETTI PSICOLOGICI)

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3 Comfort visivo
GRADEVOLEZZA DELL’AMBIENTE:

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3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:

ILLUMINAMENTO

DISTRIBUZIONE DI LUMINANZA

ABBAGLIAMENTO

CONTRASTO E DIREZIONALITA’ DELLA LUCE

COLORE DELLA LUCE

RESA E COLORE DELLA LUCE

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3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
ILLUMINAMENTO

Illuminamento sul piano di lavoro:


• Caratteristiche dell’attività
• Caratteristiche del compito visivo
• Attitudine visiva del soggetto
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3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
DISTRIBUZIONE DI LUMINANZA
L’occhio percepisce l’ambiente e gli oggetti in ragione della loro luminanza

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3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
DISTRIBUZIONE DI LUMINANZA
La distribuzione delle luminanze dipende anche dai FATTORI DI RIFLESSIONE (r)
delle superfici.

Fattori di riflessione consigliati per le superfici dell’ambiente:

Generalmente l’occhio umano predilige una distribuzione delle luminanze


in ambiente decrescente dall’alto verso il basso

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3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
ABBAGLIAMENTO
Disturbo dovuto alla presenza nel campo visivo di sorgenti o superfici luminose con
luminanza molto maggiore rispetto a quella di adattamento.

Si distinguono fenomeni di:

• ABBAGLIAMENTO MOLESTO

• ABBAGLIAMENTO PERTURBATORE

• ABBAGLIAMENTO DA SATURAZIONE

• ABBAGLIAMENTO DA ADATTAMENTO

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3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
ABBAGLIAMENTO
Disturbo dovuto alla presenza nel campo visivo di sorgenti o superfici luminose con
luminanza molto maggiore rispetto a quella di adattamento.

Si distinguono fenomeni di: Si verifica in presenza di sorgenti di luce


(lampade, apparecchi, finestre…) molto
luminose e che determinano una
• ABBAGLIAMENTO MOLESTO situazione di elevato contrasto di
luminanza nel campo visivo. Non è
• ABBAGLIAMENTO PERTURBATORE impedita la visione ma si ha un disagio
visivo.

• ABBAGLIAMENTO DA SATURAZIONE

• ABBAGLIAMENTO DA ADATTAMENTO

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3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
ABBAGLIAMENTO
Disturbo dovuto alla presenza nel campo visivo di sorgenti o superfici luminose con
luminanza molto maggiore rispetto a quella di adattamento.

Si distinguono fenomeni di: Si verifica quando la luminanza della


sorgente è talmente elevata da produrre
un velo di luce sulla retina e impedire
• ABBAGLIAMENTO MOLESTO temporaneamente la visione.

• ABBAGLIAMENTO PERTURBATORE

• ABBAGLIAMENTO DA SATURAZIONE

• ABBAGLIAMENTO DA ADATTAMENTO

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3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
ABBAGLIAMENTO
Disturbo dovuto alla presenza nel campo visivo di sorgenti o superfici luminose con
luminanza molto maggiore rispetto a quella di adattamento.

Si distinguono fenomeni di: Si verifica quando una parte


considerevole del campo visivo è
occupata da una superficie con una
• ABBAGLIAMENTO MOLESTO luminanza molto elevata (situazione che
ci costringe a portare gli occhiali da sole)
• ABBAGLIAMENTO PERTURBATORE

• ABBAGLIAMENTO DA SATURAZIONE

• ABBAGLIAMENTO DA ADATTAMENTO

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3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
ABBAGLIAMENTO
Disturbo dovuto alla presenza nel campo visivo di sorgenti o superfici luminose con
luminanza molto maggiore rispetto a quella di adattamento.

Si distinguono fenomeni di: Si verifica quando si passa da un


ambiente molto buio ad uno molto
luminoso
• ABBAGLIAMENTO MOLESTO

• ABBAGLIAMENTO PERTURBATORE

• ABBAGLIAMENTO DA SATURAZIONE

• ABBAGLIAMENTO DA ADATTAMENTO

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3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
ABBAGLIAMENTO
ABBAGLIAMENTO MOLESTO

Sensazione di abbagliamento
per una singola sorgente

LS = luminanza della sorgente abbagliante


w = angolo solido sotteso all’occhio dalla sorgente
Lb = luminanza dello sfondo
p = deviazione della sorgente abbagliante rispetto alla linea di osservazione

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3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
ABBAGLIAMENTO
ABBAGLIAMENTO MOLESTO: indice di valutazione europeo

UGR = unified glare rating


Lsj = luminanza della j-esima sorgente abbagliante
wj = angolo solido sotteso all’occhio dalla j-esima sorgente
Lb = luminanza dello sfondo
Pj = deviazione della j-esima sorgente abbagliante rispetto alla linea di osservazione

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3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
CONTRASTO DI LUMINANZA

Il comfort visivo connesso allo svolgimento di attività di lettura e scrittura dipende in


modo particolare dal CONTRASTO DI LUMINANZA.

Lf = luminanza dello sfondo


Lc= luminanza del carattere

Ad un abbassamento eccessivo del contrasto relativo corrisponde una diminuzione della


prestazione visiva.

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3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
CONTRASTO DI LUMINANZA

La resa del contrasto dipende:


• Dal tipo di superficie dell’oggetto osservato
• Dalla direzione di incidenza della luce
• Dall’indicatrice di emissione dell’apparecchio

POLITECNICO DI TORINO Exhibit Design – Luce, suono, clima


Facoltà di Architettura a.a. 2018-2019
Corso di studi: Design e comunicazione visiva DOCENTE: Silvia Cammarano
3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
CONTRASTO DI LUMINANZA

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Facoltà di Architettura a.a. 2018-2019
Corso di studi: Design e comunicazione visiva DOCENTE: Silvia Cammarano
3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
DIREZIONALITA’ DELLA LUCE
Anche la direzionalità della luce
influisce sul comfort visivo.

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Corso di studi: Design e comunicazione visiva DOCENTE: Silvia Cammarano
3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
COLORE DELLA LUCE
Il colore della luce percepita agisce
a livello fisiologico e psicologico
influenzando la gradevolezza globale
di un ambiente illuminato

Diagramma di Kruitoff

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Facoltà di Architettura a.a. 2018-2019
Corso di studi: Design e comunicazione visiva DOCENTE: Silvia Cammarano
3 Comfort visivo
Parametri e criteri di valutazione del comfort visivo:
RESA DEL COLORE DELLA LUCE
La resa cromatica di una sorgente esprime il grado di fedeltà con cui essa restituisce,
ovvero consente di percepire, i colori degli oggetti illuminati.

A livello inconscio si determina un disagio qualora una sorgente non sia in grado di
restituire fedelmente i colori presenti in ambiente.

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Facoltà di Architettura a.a. 2018-2019
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