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I PROMESSI SPOSI

di Alessandro Manzoni

La sera del 7 novembre 1628 don Abbondio, curato d'un borgo montano sulle rive del lago di
Como, rientra dalla passeggiata serale. Due bravi di don Rodrigo, signorotto del luogo, lo
fermano e gli comandano di non celebrare il previsto matrimonio tra Lucia Mondella e Renzo
Tramaglino. Don Rodrigo s'è invaghito di Lucia e ha scommesso con il cugino conte Attilio che
la fanciulla sarebbe stata sua. Don Abbondio, che è un uomo pauroso e servile, si dichiara
pronto all'ubbidienza e, quando il mattino seguente Renzo si presenta a lui per le ultime
formalità, oppone una serie di impedimenti. Il giovane, interrogata Perpetua, serva di don
Abbondio, riesce a sapere la verità. Renzo comunica subito il fatto a Lucia e a sua madre
Agnese. Quest'ultima consiglia a Renzo di rivolgersi all'avvocato Azzeccagarbugli, che al nome
di don Rodrigo allontana il giovane. I due promessi tentano allora un matrimonio a sorpresa,
ma il tentativo fallisce per la reazione di don Abbondio che sveglia l'intero paese. Nello stesso
momento i bravi di don Rodrigo, guidati dal Griso, falliscono il rapimento di Lucia. Per salvarsi
ai due giovani non resta che la fuga. Con l'aiuto di padre Cristoforo, il frate cappuccino
confessore di Lucia, lasciano il paese, Lucia diretta a Monza e Renzo a Milano. Da questo
momento trascorreranno due anni prima che possano ritrovarsi. Raggiunto il convento di
Monza, Lucia è affidata alle cure di Gertrude. Gertrude, che è diventata monaca a forza,
costretta dalla volontà paterna, ha da tempo una relazione con Egidio, un nobile legato
all'Innominato, potente e malvagio signore. Quest'ultimo, con l'aiuto di Egidio e Gertrude,
rapisce per don Rodrigo Lucia, che viene condotta nel suo castello. Al cospetto di lei, della sua
disperazione e dignità, alle sue parole che invocano anche per lui, colpevole di orrendi misfatti,
la misericordia di Dio, l’Innominato, già da tempo turbato da un intimo conflitto, vive una notte
di crisi profonda. Tutto gli appare insensato e la vita solo una rapida corsa verso la morte. Al
mattino, informato dell’arrivo in paese del cardinale Federigo Borromeo, a festeggiare il quale
dalle campagne e dai borghi vicini arrivava tanta gente, si reca da lui. Spinto dalle parole
affettuose del cardinale, l’Innominato piange, lo abbraccia e si sente pronto ad affrontare un
radicale cambiamento di vita. L'uomo rinnovato dalla Grazia prevale in lui sull'uomo antico.
Decide di aiutare Lucia. L'affida a donna Prassede, moglie del dotto don Ferrante. Renzo, che
avrebbe dovuto trovare rifugio in un convento di cappuccini a Milano, giunto in città è rimasto
coinvolto nei tumulti di San Martino. Scambiato per uno dei capi della rivolta, mentre veniva
condotto in carcere è stato salvato dall'intervento della folla. Sfuggito alla giustizia si è
rifugiato a Bergamo dal cugino Bortolo e, dietro suo suggerimento, ha preso il nome di Antonio
Rivolta. La guerra per la successione del ducato di Mantova strazia intanto l'Italia
settentrionale coinvolta nella Guerra dei Trent'anni. La carestia e la peste, diffusa dall'esercito
dei lanzichenecchi, cominciano a mietere vittime. Renzo, informato che Lucia è a Milano da
donna Prassede, lascia Bergamo. Arriva in città quando il contagio è al colmo. Scambiato per
un untore si salva saltando su un carro di monatti che lo portano al Lazzaretto. Qui ritrova
padre Cristoforo, che si prodiga per i malati nonostante sia anch'egli vicino alla fine, don
Rodrigo morente e finalmente Lucia. L'ultimo ostacolo alla felicità dei due giovani è il voto di
castità pronunciato da Lucia nel terrore della prigionia al castello dell'Innominato. Padre
Cristoforo scioglie la giovane dalla sua promessa, che per quanto nobile e sincera, era stata
fatta in un momento di grande agitazione e senza tener conto che lei s'era già promessa a
Renzo. Una pioggia purificatrice segna la fine dell'epidemia. Tornati al paese, Renzo e Lucia
sono sposati da don Abbondio. Dopo il matrimonio si trasferiscono altrove. Li attendono le
normali difficoltà della vita, che più maturi e consapevoli sapranno affrontare.

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