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IRENE DELIEGE La percezione della musica Bisognera attendere la fine degli anni Cinquanta del Novecento per as- sistere alla comparsa dei primi studi sistematici sulla percezione della musi- cacon i lavori di Paul Fraisse, Les structures rythmiques [1956] e di Robert Francés La perception de la musique [1958]. Il nostro inventario si situera dunque in rapporto ai contributi della ricerca di questi ultimi quarant’anni, vale a dire agli studi provenienti dal settore della psicologia cognitiva nel periodo pit fertile in questa materia. Tuttavia nulla viene mai fuori intem- pestivamente; é bene dunque, in via preventiva, consultarne i preliminari cosi come sono stati affrontati dalle diverse scuole e filosofie a confronto. 1. Eredita remote. Ancora una volta dovremo fare riferimento a Pitagora? E poco proba- bile che l’esattezza dei rapporti da lui studiati soddisfacesse la soggettivita. Certe ricerche hanno osservato che l’ottava é oggetto di una percezione pre- ferenziale in funzione del registro nel quale l’intervallo si situa. Cosi, l’ot- tava “preferita” sara leggermente pit larga nell’acuto e piti stretta nel gra- ve [Ward 1954]. Popolazioni non acculturate, secondo i nostri criteri occi- dentali, presentano la stessa “preferenza” [Harwood 1976], motivo che potrebbe far pensare che questo tipo di fenomeno sia una costante psicolo- gica, in altri termini un “universale”. Un’altra eredita della Grecia & passata attraverso i secoli e ha resistito: gli aspetti simbolici associati all’ethos modale. Si possono leggere riflessio- nia questo riguardo in Platone e in Aristotele; essi avevano osservato che la musica esercitava un potere particolare sul comportamento dell’indivi- duo, le sue reazioni, le sue disposizioni mentali, le sue emozioni, e ne at- tribuivano l’origine all’organizzazione modale. In funzione di tale consta- tazione, i differenti modi erano stati catalogati - lamentoso per il modo mi- solidio, effemminati per il lidio ¢ lo ionico, energico e sobrio per il dorico e il frigio - ¢ il loro uso, tenendo in considerazione questi supposti poteri, era riservato a delle circostanze ben determinate (Platone, La Repubblica, I, 398b-399a). 306 La musica, il corpo e lo spirito A circa venti secoli di distanza, questi aspetti hanno trovato nuova eco, Cosf, il modo maggiore si vede oggi correntemente associato a un effetto dj gioia e d’allegria; per contro, sara un effetto di tristezza e malinconia a es. sere attribuito al modo minore; alcuni ricercatori si dedicano persino a og. gettivare sperimentalmente la fondatezza di simili sensazioni, laddove altri vi vedono solo delle banalita. 2. Evoluzione delle teorie e approcci sperimentali. Lo studio della percezione della musica, lungo tutto il corso della sua evoluzione, seguira le vie stabilite dalla psicologia sperimentale e ne sfrut- tera i paradigmi, i modelli e i metodi. Tale settore di ricerca attendera dun. que la fondazione dei primi laboratori di Wilhelm Wundt a Lipsia, nel 1879, per vedere accettate totalmente le sue preoccupazioni come ricerca scien- tifica. Dopo che la psicologia sperimentale é stata ammessa come discipli- na universitaria verso la fine del x1x secolo, in Germania, dei discepoli di Waundt l’introducono in numerose universita americane e francesi. A que- sto punto si assistera al formarsi abbastanza rapido di divergenze, relative alle opzioni filosofiche da privilegiare, fra le diverse scuole in via di for- mazione. 2.1. La percezione basata sull’introspezione. La via tracciata da Wundt (1832-1920) verte su un’investigazione de- gli elementi costitutivi della coscienza. I fatti mentali vengono ormai esplo- rati sperimentalmente, e da questo momento ammessi al rango di «oggetti scientifici possibili» [Parot e Richelle 1992, p. 170]. Comunque, il fatto di sperimentare solleva delle esigenze e la messa in atto di metodi ripetibili, tali da garantire il carattere di scientificita della ricerca. Trattandosi di fat- ti mentali, fuori portata per definizione, sorgono alcune difficolti. Come fare ad attestare i fenomeni psichici che ci si propone di studiare? A quel punto viene proposta una rigorosa quantificazione dei rapporti fra sensa- zione e coscienza basata sull’introspezione. Le procedure sperimentali con- sistono nell’interrogare i soggetti sulle sensazioni provate in occasione di una situazione data, una tecnica che presuppone dunque che l’individuo ab- bia un certo accesso alla propria vita mentale e sia in grado d’interpretarne il contenuto con obiettivita. In materia di percezione della musica, la tec- nica dell’introspezione produrra pochi studi significativi ed & fuori dal la- boratorio di Wundt che i lavori pitt notevoli saranno prodotti dai suoi in- segnanti e contemporanei. 2.1.1. La percezione della musica ai tempi dell’ introspezionismo. Alla fi- ne del x1x secolo, i lavori riservati alla percezione della musica erano ope- ra di eminenti filosofi, fisiologi, o medici. Lavori che suscitano un interess¢ Delitge La percezione della musica 307 ancor oggi vivo sono stati pubblicati in Germania a quell’epoca: Die Lehre von den Tonempfindungen als physiologische Grundlage fiir die Theorie der Musik di Hermann Helmholtz [1885], Vorschule der Aesthetik di Gustav Fechner [1876] e Tonpsychologie di Carl Stumpf [1883 e 1890]. a) Il ruolo di Weber e Fechner. Gustav Fechner (1801-887), un prede- cessore di Wundt, aveva aperto la via della misurazione rigorosa. Egli pro- seguiva lungo una direzione inaugurata da Ernst Heinrich Weber (1795- 1878), il quale aveva osservato un fatto fondamentale in materia di psicolo- gia della percezione, quale che fosse la modalita sensoriale interessata, e cioé che l’individuo non é sensibile a differenze assolute, ma unicamente a dif- ferenze relative. A tale proposito, si propone spesso l’esempio di soggetti con gli occhi bendati ai quali si chiede di-valutare delle differenze di peso. Se il soggetto tiene nella mano un peso di 100 grammi, bisognera mettergli nell’altra mano un peso di almeno rro grammi perché possa cogliere una differenza. Tuttavia questa differenza di 10 grammi non é pit sufficiente se il peso di riferimento é di 200 grammi; questa volta, bisognera aggiungere 20 grammi al peso iniziale perché si possa registrare un risultato, e cos{ di seguito. Fechner, !’iniziatore della psicofisica, si dette come compito quello di sistematizzare questa osservazione misurando la relazione che esiste fra una stimolazione fisica, che sia oggettivamente quantificabile, e la sensazione soggettiva che essa attiva nell’individuo. I suoi lavori gli hanno permesso di stabilire che la sensazione cresce come il logaritmo della stimolazione fi- sica, principio la cui applicazione pud essere estesa alla psicoacustica, sia che si tratti della percezione dell’intensita del suono, sia della sua durata, della sua altezza, ecc. Verso la fine della sua vita Fechner cerchera, pit in relazione agli studi sul gusto, un approccio del giudizio delle preferenze estetiche e della misu- ra del sentimento di bellezza. Egli definisce un principio di piacere (Lust- prinzip) che caratterizza il grado d’attrazione procurato da una stimolazio- ne. Le tecniche sperimentali che si sono qui descritte saranno sfruttate nuo- vamente, ma questa volta allo scopo di determinare un livello di gradimento, di piacere-dispiacere [Zenatti 1994, p. 180]. b) Il ruolo di Helmholtz. Contemporaneo di Fechner, anche Hermann von Helmholtz (1821- -94) sviluppera direzioni di ricerca alle quali s’ispira- no ancora i lavori di oggi. Nel campo dell’ udito egli privilegia gli aspetti psi- coacustici del suono musicale e lo studio dei fenomeni di consonanza e di dissonanza. La sua teoria della percezione delle altezze, “teoria della riso- nanza”, stabilisce che la vibrazione viene trasmessa dal timpano che co- munica con la catena degli ossicini dell’orecchio medio verso la membrana basilare a livello dell’orecchio interno, provocando per simpatia la vibra- zione di cellule nervose specifiche.

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