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The Godfather
Michel Houellebecq
di JACOPO CIRILLO
M agritte diceva che i titoli non sono spiegazioni dei quadri e i quadri
non sono illustrazioni dei titoli. E che la rivelazione tra titolo e qua-
dro è poetica.Allora tra il quadro e il titolo non c’è relazione ma rivelazione,
quindi qualcosa che qualcuno deve scoprire per tutti; questa rivelazione
(contribuisce a) costituisce e fonda la poetica dell’artista.
Estensione del dominio della lotta è un bel titolo. Si riferisce al primo ro-
manzo di Michel Houellebecq (Bompiani 2001, 152 p., 7 euro) e non lo spie-
ga, come il libro non illustra il titolo. Anzi, tutto il contrario. Estensione del
dominio della lotta come dire che prima si lottava solo per la sopravvivenza
mentre adesso si lotta per molte più cose: il lavoro, l’amore, il sesso eccetera.
I motivi per cui si combatte, ma non ciò per cui ne vale la pena, aumenta-
no sempre di più. Il libro però non parla di uno che lotta con il coltello tra
i denti, facendosi largo in questa società frenetica; non parla nemmeno di
uno che non lotta o che non si rende conto di questo fenomeno, altrimenti
la relazione, seppur inversa, sarebbe tale e non da rivelare. Il libro parla di
un trentenne depresso che incarna il manifesto della non-vita, dell’indif-
ferenza, della noia che, come dicono i signori della Bompiani, “è capace di
segnare la generazione contemporanea come Lo straniero di Camus segnò
i giovani del dopoguerra”. Il protagonista si rende perfettamente conto di
quanto il dominio della lotta si stia estendendo. Solo che non gliene frega
niente. E’ fuori dal mondo non perché non lo capisce ma perché lo capisce
troppo. E sa che per chi non ha scopo, non ci può essere ontologicamente
posto. Eccolo qua il manifesto che segnerà una generazione. La poetica di
Houellebecq è tutta qui ed emerge dal rapporto tra un titolo e un libro che
non tanto lo sconfessa quanto lo costeggia.
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Sommario
La citazione del mese 5 Charlie VS Proust 19
Beaten Beatitude 6 Déjà lu 20
Nobel minori 7 Pillole di Scienza 21
Letterature Involontarie 8 Il demone della coscienza 22
Punizioni! 10 Scheda Libro 23
Biografie Edulcorate 11 I ferri del mestiere 24
Sui labirinti 12 La posta dei lettori 25
L’angolo del cinematografo 13 Le città letterarie 27
Viaggi 14 Ghost World 28
Oh, Scena! 15 Iperboloser 29
Il Cruciverboso 16 Contributi da 30
Editoriale
Q uasi quattrocento definizioni, tutte verbosissime.
Quattro pagine verbosamente occupate. Molte
parole dal significato oscuro, altre semplicemente ine-
incredibile Michele Marcon, il cruciverboso appunto.
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L a proposizione può rappresentare la realtà tut-
ta. […] Ma non può rappresentare ciò che, con la
realtà, essa deve avere in comune per poterla rappre-
sentare – la forma logica. […] La proposizione non può
rappresentare la forma logica; questa si rispecchia in
quella. Ciò, che nel linguaggio rispecchia, il linguag-
gio non può rappresentare. Ciò che nel linguaggio
esprime sé, noi non possiamo esprimere mediante il
linguaggio. La proposizione mostra la forma logica
della realtà.
Lodovico Wittgenstein
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Beaten Beatitude
Howl
di JACOPO DONATI
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Nobel Minori
“Un’arma in casa” di Nadine Gordimer
di VIVIANA LISANTI
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Letterature
menta fino a coprire la voce stessa
e – al limite - impedisce la conver-
sazione. Se poi uno urla per farsi
sentire lo stesso, il suono diventa
involontarie
una sirena, sovrasta ogni voce e per
intendersi non rimangano che ge-
sti e contrazioni del viso. Dopo un
po’, diciamo, il cittadino capisce:
se vuole conversare deve farlo a
non è vero. Diciamo che un sinda- parole al giorno, ma diciamo che Ora: diciamo che tutto ciò è com-
co ti chiama perché gli serve la tua non sei un chirurgo. Potresti mul- pletamente folle. Lucido e folle. E
consulenza. Diciamo che ti viene tare chi parla, ma diciamo che non siamo d’accordo.
esposto il problema di una città, sei un vigile. Potresti dire al sinda-
una benestante città di pianura, di co di farsi curare, perché è del tutto Ma diciamo anche un’altra cosa.
cui quel sindaco – ovviamente – è normale che in una città le persone Diciamo cioè che tutto questo è
sindaco. Questo problema è il Ru- parlino fra loro. Potresti, insom- vero: che quell’etnosemiotico –
more, dice il primo cittadino. In ma, rifiutare il lavoro, ma – voglio qualunque cosa significhi – esiste,
città non si vive più e ci vuole una dire - sei un umanista: ogni lavoro che io – miei cari lettori – ho il pia-
soluzione. Anche etnosemiotica, se è buono. cere di conoscerlo personalmente
serve. Diciamo allora che prendi il – e che questo progetto, da un mo-
tuo bel trenino e raggiungi questa C’è una sola cosa che puoi vera- mento all’altro, potrebbe perfino
città, che chiameremo Fracàssia. mente fare: avere un’idea più ma- essere approvato. Perché quella
E lì – diciamo - scopri la verità. Il lata di quella del sindaco, dargli città, che non si chiama Fracàssia,
rumore non c’è. Non si sente. Zero. corda e risolvere davvero il proble- esiste davvero.
Il più completo, monastico e pedo- ma. Come? Diciamo che sulle case
nale silenzio. Diciamo che ne chie- rivolte verso la piazza appendi in- Esiste anche, e purtroppo, una
di conto al sindaco. Diciamo che gegnosi apparecchi che emettono certa segretezza attorno alla vi-
il sindaco rimane sbigottito dalle un leggero brusio di fondo, il cui cenda e ragioni di ordine legale
tue parole e ti fa notare che apren- volume varia in rapporto a ciò che mi impongono di essere piuttosto
do le finestre si odono le persone accade in piazza. La faccenda fun- parco nei dettagli. Ma due cose ve
che parlano. Le persone, ok? Le ziona così: non appena qualcuno lo posso dire. La prima: mai e poi
persone che parlano fra loro. Ecco apre bocca, il brusio aumenta, ma mai vivrei in una città che mi im-
il rumore di Fracàssia. Il fracasso da principio è quasi impossibile pedisce di sclerare. Ho un innato e
di Fracàssia è la società che socia- accorgersene. Quante più persone periodico bisogno di urlare e non
lizza. Quello che tu devi risolvere. parlano, tanto più il brusio si ren- ho nessuna intenzione di farmi re-
Ebbene, potresti sterminare la po- de percepibile. Se qualcuno alza la darguire da un sistema di altopar-
polazione del centro, ma diciamo voce, il brusio diventa suono, au- lanti incrociati. La seconda: spero
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con tutto il cuore che il progetto questo-mondo-qui in cui puzzia-
venga approvato e realizzato. Un mo quando fa caldo, il risultare in
po’ perché esso – converrete con qualcos’altro, il continuo trasferir-
me - è del tutto geniale, e il genio si, tradursi e trasformarsi, secondo
va premiato “a prescindere”. Un processi che possiamo solo decide-
po’ perché un’esperienza di que- re di subire oppure – sarà meglio
sto tipo sarebbe le cesoia in grado
di staccare interi vagoni di cazzari
- di provare a gestire. Chi contrap-
pone la congiunzione sensualistica
Verboso
postmodernisti dalla locomotiva
della storia del pensiero, lascian-
alla separazione razionalistica, chi
denuncia “dottrine ascetiche che
metro
doli dove meritano di stare: in un privilegiano il processo cognitivo
punto morto. a scapito della vita dei sensi” (ivi,
63), ignora il fatto che sono i sensi
Non tutti i postmodernisti sono stessi – per primi – a non poter fare
cazzari, ma è vero che un alto a meno di traguardare la propria
numero di cazzari sono postmo- attività, a non funzionare se non
dernisti, il che significa che nella
repubblica di Cazzària, nel parla-
in vista di un accordo con ciò che
viene dopo e che, in questo modo,
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mento dei Cazzari, la maggioranza fa il loro presente. Provate a pen-
è postmodernista. È una maggio- sare a quando tendete il braccio
ranza chiassosa, che va ripetendo verso una maniglia, per aprire una
da anni alcune false e trite bana- porta: in quel momento state già
lità. La più grande di queste bana-
lità è quella in nome della quale
educando il tono muscolare della
vostra mano alla consistenza che
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bisognerebbe “smettere di odiare supponete propria della porta, im-
il presente” (Maffesoli 1990; trad. portando quindi il vostro prossi-
it. 91) e affrancarsi così dalla logica mo futuro nella vostra attuale co-
del dover-essere, cioè da quell’at- ordinazione, lasciando insomma
teggiamento che assume l’esistente che il “dopo” faccia il presente. La 10
– “infame” secondo Lukàs – come trasformazione è quindi condi-
qualcosa da riprogettare razional- zione inemendabile, costante, che
mente, da eccedere e trasformare investe in egual misura il cogniti-
in nome di un ideale. Ora, che que- vo e il sensibile, facendoli spesso
sto pensiero ci avesse un po’ rotto
le palle è vero. Pensare sempre nei
rifluire l’uno nell’altro. Ed è così,
ad esempio, che funziona la nuova
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termini di un al di là (teologico, politica acustica di Fracàssia, nella
politico, morale), dimenticandosi quale il dover-essere non eccede la
che in fin dei conti si sta qua, radi- modulazione sensoriale in cui e di
cati nei propri peti, coiti e rutti è un cui, anzi, si costituisce. Una città 0
po’ come fare finta di Essere senza dove la politica diventa questione
esserci, di incarnare un’idea senza di volumi, ma non perché li decida
più essere carne. Ma di qui a soste- a monte o li sanzioni a valle, bensì
nere che ciò di cui abbiamo biso- perché emerge dal loro incessante
gno è una cultura “perfettamente regolarsi, avvicinando ogni voce
amorale,… fondata sul piacere e alla gestione sensibile del proprio
sul desiderio di stare insieme senza al di là.
uno scopo particolare e senza un
obiettivo specifico” (ivi, 49), bè, c’è Una città dove tutto questo – po-
un bel po’ di strada, la stessa – per derosa e geniale follia - potrebbe
intenderci – che dall’insufficienza accadere davvero. Ritaglia il verb osomet ro
della geometria euclidea avrebbe e attaccalo sulla schien a
condotto al rigetto della geometria del tuo amico verbos o
e non – come per fortuna è accadu-
to – alla scoperta di geometrie al-
tre, non euclidee appunto. È il pro-
prio delle cose di questo mondo, di
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Punizioni!
Verboso Il viaggio dimagrante
metro di Rosanna Lambertucci
L’eloquio deloquia: lo si
parametri, dunque, in
funzione di soglie di
di ALESSANDRO POLLINI
verbosità che ne dipanino
l’evolvere, l’involvere e
l’avvolvere.
Da 0 a 5 espressioni
I naugurando Punizioni!, Mat-
teo Bettoli racconta dell’amico
che giustifica la frequentazione di
la sua crescita personale e profes-
sionale. Nella parte successiva del
libro é esposto in forma di diario
verbose. ragazze brutte con argomentazio- cosa mangiare, come mangiarlo, e
Latenza del verboso. Il ni empiriche e freudiane, laddove quando mangiarlo nelle sette setti-
singolare riluce nel
pauperismo dei villici, si pone una contrapposizione tra il mane a seguire. Infine, in un tripu-
ramingo dinoterio prosodico principio di piacere e quello di re- dio di verdure, frutta, pesce e carni
scampato all’impudente altà, ovvero “ci vado con una brutta magre, sono descritte tutte le ricet-
glaciarsi del dire. o no? Se ci vado, dopo mi piace- te. Il viaggio dimagrante si conclu-
Da 5 a 10 espressioni ranno di più le belle”. Vi possono de con una riflessione dell’autrice
verbose. essere anche altre argomentazio- sul rapporto tra bellezza interiore
Brezza verbosa. Distendesi ni per frequentare ragazze brutte, ed esteriore e su come non si pos-
l’eloquio lungo plaghe laddove la percezione della brut- sa ricercare l’una escludendo l’al-
d’orpelli musabili,
muscovite di senso che tezza del partner é percepita dallo tra. Quando tutto sembra pronto
rattiene la voce in stesso amante piuttosto che dagli per una scontata citazione del tipo
gibigiana. amici, per i quali, si sa, le ragazze “mens sana in corpore sano”, sbuca
più belle sono sempre le proprie, a invece a sorpresa che «l’essenziale
Da 10 a 15 espressioni
verbose. discapito del detto secondo il quale é invisibile agli occhi» innovativa
Telluria verbosa. Ciacchero l’erba del vicino é sempre più verde. ed inconsueta citazione da Il Picco-
clivo del sema che Questo si traduce nella seconda ar- lo Principe.
incerona l’abisso a meta, gomentazione, secondo la quale il
liberando legioni d’una
lutulenza che ‘l pudore partner “però è bello dentro”. Tutto «Dimagrire é un po’ come fare
tenea per ascosa. questo per dire che ho letto un libro un viaggio» e sulla base di questa
bello dentro per essere belli fuori: filosofia si articola il manuale-
Da 15 a 20 espressioni Il viaggio dimagrante di Rosanna diario autobiografico. Un viaggio
verbose.
Verbocrazia. Tripudio Lambertucci (Mondadori, 174 pp. in tempo per la prova costume per
fulgente della lingua: di 17 euro). chiunque abbia acquistato il libro
fuètto s’agguizzano i prima dell’arrivo dell’estate. Per
nervi palatali; ne Il libro di Rosanna Lambertucci tutti gli altri, in tempo per tornare
promana un sentire che
mal s’addice al fucato é un manuale sull’alimentazio- sulla strada del benessere psicofisi-
anelito del frasaio e ben ne, con la descrizione accurata co, dimagriti e felici. Non nascondo
si predica, invece, d’un di un «nuovo metodo per perdere però che un pensiero cinico ha ve-
dire-miele la cui voce -
peso in 6 settimane + 1», e diverse lato al termine della lettura i miei
per ovunque - si dissipa.
parti autobiografiche per rendere buoni propositi di dimagrimento.
Più di 20 espressioni più umano il percorso di dimagri- In termini di viaggi dimagranti, chi
verbose. mento permettendo al lettore, nel di voi ha letto Sopravvissuti?
Verborrimìa. Il nulla
contempo, di conoscere l’autrice.
s’attarda nel discorso e
ne fa vano asfodelo. Tutto inizia proprio con un amar-
cord dell’autrice, che ripercorre gli
anni dell’infanzia a scuola, i mo-
menti dolorosi della propria vita,
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Biografie edulcorate
Hunter Thompson
di ANDREA MEREGALLI
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“E ra tarda sera quando K.
arrivò. Il paese era affon-
dato nella neve. La collina non si
alta, votato a metter simbolicamen-
te alla prova la distanza infinita del
quaggiù e del lassù. Ma K. viene da
la possibilità stessa di scrivere e
interpretare Il Castello”. Romanzo
meta discorsivo dunque che si basa
vedeva, nebbia e tenebre la nascon- un terzo mondo. E’ doppiamente sull’infinta ripetizione. Infinita in
devano, e non il più fioco raggio di e triplamente straniero, straniero quanto incompiuta e dunque ten-
luce indicava il grande Castello. K. all’estraneità del castello, straniero dente all’illimitato, cosi’come un
si fermò a lungo sul ponte di legno a quella del villaggio e straniero a circolo, una spirale o un labirinto.
che conduceva dalla strada ma- sé stesso poiché in maniera incom- D’altra parte Albert Camus, che
estra al villaggio, e guardò su nel prensibile decide di rompere con nel Mito di Sisifo (Bompiani, pagg.
vuoto apparente.” le sue origini come attratto verso euro) illumina Kafka con raro ge-
quei luoghi tuttavia senza attrazio- nio, ha giustamente notato che i ro-
Di letterature labirintiche ne ne per un’esigenza inspiegabile. Si manzi kafkiani obbligano il lettore
sapeva qualcosa Kafka, maestro sarebbe tentati di dire che tutto il a rileggere. La mancanza di scio-
del frammento. Il labirinto, e i con- senso del libro si trova già in quel glimenti delle situazioni kafkiane,
cetti ch’esso comporta, sono allora primo paragrafo, dove il ponte di suggerisce al lettore certe spiega-
buoni interpretanti de Il Castello legno porta dalla strada maestra al zioni che non sono mai esplicita-
kafkiano. Opera incompiuta, con- villaggio e su cui “K. restò a lungo mente confermate dal testo. Per
cepita idealmente apparire fondate ri-
proprio nella sua in- chiedono allora che la
compiutezza. L’agri- storia sia riletta sotto
Sui labirinti
mensore K. (la cui K. un nuovo punto di vi-
rinvia a Joseph K. e sta. Un cambio di pro-
a Franz Kafka, natu- spettiva, un modo per
ralmente) si trova di uscire dal labirinto.
fronte alla “beffa di
dover cartografare un
terreno non cartogra-
fabile” come sostiene
Il Castello Invischiato in una
situazione senza ap-
parente via d’uscita,
il nostro Jacopo Ciril-
lo. Sappiamo che per
definizione il labirinto
e il villaggio K. persiste comun-
que nel voler entrare
nel Castello. Come
non é rappresentabile: intrappolato nel suo
in quanto concetto di MATTEO TRELEANI stesso gioco (cosa che
possederne la mappa non puo’ non ricorda-
significa poterne usci- re l’ingabbiamento di
re. Inutile dire che il Dedalo nella sua stes-
villaggio possiede le caratteristi- e guardò su, nel vuoto apparente”. sa opera), K. non riesce a rendersi
che di un labirinto: l’agrimensore K. cerca nella nebbia il punto da conto dell’assurda evidenza dei
K. percorre la strada che sembra cui dovrebbe comparire il Castel- fatti. D’altra parte, ricorda Kafka
portare al Castello, ma senza suc- lo. Come sospeso tra due mondi, nel brevissimo racconto, Un ponte,
cesso. Il tentativo di raggiungere il non riesce a entrare in quello del “un ponte, una volta costruito, non
centro del labirinto, ossia il Castel- Castello che lo rifiuta pur avendo- può cessare di essere un ponte sen-
lo, coincide con quello di poterlo lo chiamato poiché la sua logica è za precipitare”.
cartografare e dunque con il tenta- quella della contemporanea ne-
tivo di uscirne. gazione/affermazione. Logica del
meandro per eccellenza.
D’altra parte, parafrasando
Blanchot (Da Kafka a Kafka, Fel- Il vero labirinto, tuttavia, non é
trinelli, 1983, 192 pagg. 6,20 €), si il villaggio ma il romanzo stesso.
nota che l’invenzione decisiva, e Se il ritornare sui propri passi è un
più enigmatica, non é il castello ma elemento portante di qualsiasi de-
il villaggio. Se K. fosse appartenu- dalo, Il Castello, sempre seguendo
to al villaggio il suo ruolo sarebbe Blanchot, non è una serie di even-
stato fin troppo chiaro, il suo perso- ti più o meno legati ma “una serie
naggio trasparente risoluto a met- sempre più estesa di versioni ese-
ter fine alle ingiustizie della classe getiche che portano, alla fine, sul-
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L’angolo del
assistere a una presentazione
Powerpoint di tutti gli indizi.
Uomini che odiano le donne
rimane comunque un thriller
cinematografo
da vedere.
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«E l viento viene, el viento
se va, por la frontera [...]
El hambre viene, el hombre se va,
stanno mangiando le formiche».
Cent’anni di solitudine é un’opera
d’arte dove la prima folata di vento
stessa domanda dieci o quindici
anni fa. Quanta miseria, quanta
paura giustificata di volare in alto.
cuando volvera, por la carretera» alla fine del libro sorprende anche Non ci resta che la lettura e poco
canta Manu Chao e cantavo io sul noi, dall’altra parte della pagina. altro di fronte alla massificazione
bus che in poche ore mi avrebbe Porta le voci del passato, i sospiri di dei gusti e dei sapori, degli stili,
fatto percorrere a ritroso il tragitto delusioni, le nostalgie. La seconda della comunicazione. Non é il bar
di più giorni a piedi riportandomi sradica la casa e porta la consape- a salvarci, non é lo sfogo sessuale
da Puente de la Reina a Pamplo- volezza di una storia familiare che dell’atto motorio dell’accoppia-
na. Certo nel delirio di un viaggio il lettore vede svolgersi per tutto mento. Soffia il vento e noi ne sia-
che vale un sogno non mi sarebbe il romanzo e che Aureliano legge mo traspostati, senza possibilità di
potuto venire in mente neppure nelle pergamene dello zingaro Me- opporci. Ogni tanto, persi in questa
sforzandomi Onitsura, che a brezza costante e stan-
cavallo tra il milleseicento ed ca, troviamo un poco di
il millesettecento compone quiete. Allora possiamo
Viaggi
l’haiku «Fischiando/ il vento rabbrividire alle parole
vaga nel cielo/ peonie di metà di Henry Miller in Tropi-
inverno». Mentre valuto come co del Cancro: «Il mondo
il paese del Sol Levante abbia é un cancro che si divo-
esportato forme d’arte miglio- ra... penso a quando il
ri della composizione di hai-
ku -avrei proprio ora voglia
di sushi- preferisco pensare
Il vento grande silenzio scenderà
su tutto e dappertutto;
allora infine trionferà la
al vento che spinge le navi nei musica. E quando tutto
porti di altri poeti. Dormono di ALESSANDRO POLLINI si sarà ritratto in grembo
le navi dall’umore vagabondo al tempo, tornerà il caos,
nell’Invito al Viaggio di Char- e il caos é la partitura su
les Baudelaire, poesia tratta cui é scritta la realtà. Ta-
da I fiori del male. Il mondo si ad- lquiades fino al momento, anche nia, tu sei il mio caos. Ecco perché
dormenta in una luce calda colora- quello scritto nelle pergamene, di canto».
ta di oro e di giacinto. Le navi ven- una morte accompagnata dal ven-
gono dall’altro capo del mondo per to. Mi torna alla mente un libro
avverare ogni piccolo desiderio. semplice, meraviglioso e morali-
sta che ho letto per la prima volta
Ritorno in Giappone con Il libro alle scuole elementari. Il Piccolo
del vento, la graphic novel di Jiro Principe deve prendersi cura della
Taniguchi e Kan Furuyama. Un sua rosa sul piccolo pianeta dove
tragico finale vuole che, mante- vive. Il piccolo e noioso fiore non Mi sono venuti in mente in que-
nendo la spettacolarità delle storie ha paura delle tigri, ma orrore delle sto articolo: Manu Chao - Clande-
di Samurai del periodo Edo, Yasha- correnti d’aria. Il Piccolo Principe, stino (CD Virgin, 19,90 euro); Le-
maro, non riuscendo ad applicare saggio e saputello, va in cerca di un onardo Vittorio Arena (a cura di)
la tecnica del “vento contrario” paravento. Un mondo piccolo come - Haiku (Rizzoli, 107 pp., 5,90 euro);
contro Jubei, utilizzi la propria un monolocale tradotto in più di Charles Baudelaire - I fiori del male
morte come strumento per la vit- centottanta lingue, per la gioia non (Garzanti, 347 pp. 8,50 euro); Jiro
toria del duello. Una grande opera solo di noi lettori, ma anche di An- Taniguchi, Furuyama Kan - Il li-
che tuttavia non può nulla contro toine de Saint-Exupéry e dei suoi bro del vento (Panini, 226 pp. 12,50
lo splendore dei ventotto volumi di eredi. euro); Kazuo Koike, Goseki Koji-
Lone Wolf and Cub, un capolavoro ma - Lone Wolf and Cub (Panini,
del fumetto che non merita certo la Vagare spinti dal vento, por la 28 volumi, cad. 320 pp. 5,50 euro);
condanna ad un titolo, nella versio- carretera, o fermarsi a costruire Gabriel García Márquez - Cent’an-
ne italiana, tanto bieco ed anglofo- paravento di fronte al caos? Quan- ni di solitudine (Mondadori, 404 pp.
no. Una morte ben più spettacolare ta noia, e che domande banali. 12 euro); Antoine de Saint-Exupéry
attende Aureliano Babilonia nel Quanta pochezza di inventiva nel - Il Piccolo Principe (Bompiani, 121
romanzo capolavoro Gabriel Gar- porsi tali questioni quando già si pp. 7,50 euro); Henry Miller - Tropi-
cía Márquez. «Il primo della stirpe ha un lavoro e si sta bene attenti a co del Cancro (Mondadori, 382 pp.
é legato a un albero e l’ultimo se lo non perderlo, diverso era porsi la 9 euro)
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Oh, Scena!
arriva solo per inquadrare questa
scelta in un più grande disegno di-
vino che blablabla: inutile. Ma, si
sa, il deus ex machina alla fine di
una tragedia greca è un po’ come
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Il Cruciverboso
1 2 3 4
18 19 20
24 25
di MICHELE MARCON 32 33
37
ORIZZONTALI festoso che accompagna il torero -
67. Il formato di compressione Ad- 41
1. Yourcenar, scrittrice francese vanced Audio Coding - 69. L’Iliade
(iniziali) - 3. Leggendario sceriffo incompiuta - 71. La bocca ai tempi 45 46
interpretato al cinema da Kevin di Cicerone - 72. Regina della disco
Costner - 7. È comune a noi… e a music anni ’70… ma solo d’“estate”! 54 55
Dickens - 12. La storia di Bastian e - 74. Popolano la mente degli scrit-
Atreyu - 18. La musica di Eminem - 61
tori fantasy - 76. Semiologo fran-
20. Blocca i Dubliners di Joyce - 22. cese citato da Guccini - 79. L’or-
67 68 69
Comune abbreviazione di matrice ganizzazione armata che sostiene
anglofona che indica il documento l’indipendentismo basco - 81. È
76 77
d’identità - 23. Sta per satellitare acceso a Londra - 82. Indica l’ano-
- 24. Uno dei Kennedy - 26. Genio malo, il diverso - 83. John, avventu- 82
malefico che inventa una macchi- riero scozzese che esplorò le terre
na per riprodurre la realtà in un artiche canadesi - 85. Secondo la 87 88
romanzo di Adolfo Bioy Casares - Genesi generò Matusalemme, che
27. Famosa bibita… “per voi e per generò Lamech, che generò Noè… 96
gli amici” - 31. Prefisso che sta per - 87. Accompagna il gol allo stadio
tutto, totale - 32. Ricardo, interpre- - 89. Variante eufonica di una pre- 99
te in numerosi film di Manoel De posizione - 91. Indica il tritolo - 93.
Oliveira - 34. Storico club calcistico Filosofo empirista strenuo soste- 105 106 107
con sede a Ferrara che da anni mi- nitore della rivoluzione scientifica
113 114
lita nelle serie minori - 35. Uno dei - 95. Andata e Ritorno - 96. Filoso-
film meno riusciti di Hitchcock, si fo in cammino - 98. Mars Recon-
119
dice che ne girò 5 finali, rimanendo naissance Orbiter, sonda spaziale
in ogni caso insoddisfatto - 36. Il della NASA - 99. L’extraterrestre di 125
tamburo africano… dimezzato - 37. Spielberg - 100. Malattia degenera-
Tagliar i capelli a zero e palindro- tiva del sistema nervoso che colpi- 130
mo involontario - 38. Fisico danese sce frequentemente gli atleti - 101.
premio Nobel per la sua ricerca sul- Associazione Sportiva - 102. La pia- 137 138
la struttura degli atomi - 39. Un tipo ga dell’adolescenza - 104. Lo era un
di sushi - 40. Prima di oggi e doma- mambo di Serge Gainsbourg - 105. 141
ni in un film di De Sica - 41. Confis- Famoso scrittore americano i cui
so odontoiatrico relativo allo smal- testi vennero stravolti dal proprio 146 147
to dei denti - 42. L’autore di Addio editor (iniziali) - 107. Simbolo dello
alle armi (iniziali) - 43. Gravami, zeptocouloumb - 109. Mete senza 153 154
obblighi - 45. Alleanza Nazionale inizio - 111. Sta con Kant secondo
159 160 161
- 46. L’affermazione più usata - 47. Eco - 113. Internet Protocol - 114.
Il “padre della fantascienza” - 51. Tardiva nella maturazione - 117.
167
La più piccola parte - 54. Il grande Jonathan, autore de La banda dei
giornalista Montanelli - 56. Marca brocchi - 118. Divinità che proteg- 174 175
di laptop - 57. Sta tra Sharm e Shei- geva la vegetazione il cui culto era
kh - 59. La nazione che, da quel che diffuso presso i fenici - 119. Acer- 181 182
si dice in giro, ci “mangerà i risi rimo nemico di Tex Willer - 120.
in testa” - 60. Niccolò, ex scrittore World Record - 122. Filosofo isla- 187 188
cannibale (iniziali) - 61. Istituto mico nato a Cordoba - 125. Ne è
Europeo di Design - 62. Letteral- affetto… chi alza troppo il gomito 194
mente scritto a mano - 65. Grido - 126. Poeta inglese autore di The
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139 140
17
Age of Anxiety - 129. Antonella, ex dell’inventore - 187. Il tuttofare di di sangue attraverso la rete vasa-
presentatrice de La prova del cuo- Bukowski - 190. Figlio di Giuda che le - 50. Uva bianca pregiata diffusa
co - 130. Profonda insenatura co- disperdeva il suo seme per terra e nel Piacentino - 52. Immagini sacre
stiera formatasi per sommersione per questo fu punito da Dio - 192. dipinte su legno - 53. Ai lati d’Italia
parziale da parte del mare di una Congenita o implicita - 194. Libidi- - 54. Mezza Italia - 55. Elvis lo era
preesistente valle fluviale - 131. I ne, frenesia, fregola - 195. Congiun- del rock - 56. Corrente del jazz nata
maturandi aspettano con ansia zione avversativa sussurrata da negli anni ‘80 - 58. Ha per capitale
quello degli esami - 133. Formato Galileo dopo l’atto di abiura - 196. Vientiane - 63. Eventi prodigiosi
di codice a barre utilizzato in Eu- Bisogno, necessità - 197. L’isola di cari agli aruspici - 64. Movimento
ropa - 135. Fu uno degli Argonauti Parigi politico italiano di estrema destra
che meno si distinse per le proprie (acronimo) - 66. Articolo determi-
gesta - 137. Secondo Schopenhauer nativo spagnolo - 68. Di cognome
quello di Maya separa la parvenza VERTICALI fa Guthrie ed è un cantante folk
dalla realtà - 139. Prima di Wu Ming statunitense - 70. Lega Nazionale
fu… - 141. Brano che tocca il culmi- 1. Mister abbreviato - 2. I paladini Dilettanti - 73. Non ammette l’esi-
ne del nichilismo degli Smashing della giustizia che si oppongono al stenza di un’entità soprannaturale
Pumpkins - 143. Simulazione ab- Trio Drombo in un anime giappo- trascendente e immanente il cui
breviata - 144. Storico gruppo mu- nese degli anni ‘70 - 4. Ascoli Pice- rapporto con l’essere umano viene
sicale pop svedese - 145. Romanzo no - 5. Per gli induisti è il settimo chiamato religione - 75. Dario, ulti-
e film con il demoniaco pagliaccio avatar di Vishnu - 6. A favore - 7. mo premio Nobel per la letteratura
assassino - 146. Lunghissima sud- Prima lettera dell’alfabeto ebraico, italiano - 77. Patriarca della Bibbia
divisione del tempo storico - 147. e non solo… - 8. Sottile pellicola di che fuggì da Sodoma prima della
Insieme degli organi amministra- polietilene tereftalato, resina ter- distruzione della città - 78. Iniziali
tivi centrali e periferici che gover- moplastica adatta al contatto ali- dell’Alajmo, scrittore italiano - 80.
nano la Chiesa - 149. Incapacità, mentare - 9. Isabella, scrittrice pulp Aumentano col passare del tempo -
derivata da turbe nervose, di espri- italiana (iniziali) - 10. Espediente 82. Rifiutare, sdegnare - 84. Se non
mersi con i muscoli facciali e con caro al postmodernismo (abbre- parlo… - 86. Kenzaburo, premio
gli arti - 152. Differenzia dall’hard- viato) - 11. Tentate, azzardate - 13. Nobel per la letteratura nel 1994 -
core la musica dei Codeine o dei Capolavoro di Borges che come un 88. Scrittore turco autore di Istan-
Low - 153. Si firma così l’autrice (o faro ci indica la via - 14. Quelle di bul (iniziali) - 89. L’arte dell’antica
autore) del caso editoriale Vampi- Marzo furono letali a Giulio Cesa- Roma - 90. Caro, beneamato - 92.
retta - 154. Nell’antichità era il fiore re - 15. Linea che unisce tutti i luo- Stressato, nervoso - 93. Lo erano le
sacro dei morti - 156. Sta in fondo al ghi aventi uguale temperatura nel notti di Dostoevskij - 94. La regione
corridoio - 157. Nome di donna che mese più caldo - 16. I sandali alati abitata dagli hobbit - 95. Relativo ai
unisce Boris Vian a Duke Ellington calzati da Hermes - 17. Secondo il ragni - 97. Cortile interno circonda-
- 159. Monte che franando provocò greco non si possono dividere - 19. to da un porticato - 98. Rendere mi-
il disastro del Vajont - 161. Hewitt, Disposto normalmente rispetto al nore - 103. Il capitano interspaziale
tennista australiano (iniziali) - 162. terreno - 21. Secco, inaridito… ad- interpretato da Michael Jackson in
Il Flanders dei Simpson - 163. Pas- dirittura bruciato - 25. Era “nuovo” un cortometraggio diretto da Fran-
sato remoto del verbo fingere - 165. quello di Roosvelt - 28. La droga cis Ford Coppola - 104. Dilatazione
Io sono, a New York - 167. Località sintetica usata nel mondo nuovo della pupilla - 106. Autore di Fight
o ubicazioni - 169. Importante eti- di Aldous Huxley - 29. Società Per Club (iniziali) - 107. Gradevole
chetta discografica - 171. Balenìo di Azioni - 30. Una quercia a Central brezza primaverile - 108. A detta
luce riflesso da uno specchio - 174. Park - 33. Insieme delle regole che di (quasi) tutti, l’attuale situazione
Fiume russo e prefisso al clero se- governano la corretta accentazione economica - 110. La fine dei fratelli
colare - 175. Dottrina religiosa che dei versi - 37. Il Dio Sole dell’antico Coen - 112. Il fondatore del nuovo
predica un’esistenza di assoluta Egitto - 38. Il palazzo sede centra- movimento religioso basato sul-
povertà - 179. L’ex Ente Nazionale le dell’Università di Padova - 39. la credenza che gli alieni abbiano
Idrocarburi - 180. Nel bel mezzo Il Teocoli comico - 40. Invernale creato la vita sulla terra - 114. La
del crollo - 181. Lettera scritta da per i poeti - 42. Scrittore francese metà di un best seller - 115. Ca-
certe gambe di donna - 183. Prima autore de Le particelle elementari postipite della dinastia ottomana
persona singolare del presente in- (iniziali) - 44. Il Rota compositore e primo sultano - 116. Attendere,
dicativo di tirare coniugato in for- per i film di Fellini - 47. Il capitano aspettare… in inglese - 119. Scia-
ma riflessiva - 184. Il duo musicale che dà la caccia a Moby Dick - 48. gurata, afflitta da dolori e sventure
francese che fa musica elettronica 6 in lettere - 49. Fisiologicamente - 121. Gorge Herman, detto Babe,
- 185. La prima rivoltella, dal nome parlando, zona del corpo rifornita fu il primo giocatore a battere 50
18
fuoricampo in una stagione nella MLB - 123. Si chiede poesia medievale praticata dai trovatori - 160. Coloro
quando si è commessa una colpa non grave - 124. Istru- che ostentano un atteggiamento sprezzante, indiffe-
ito, informato - 127. John, dall’omonimo film di Frank rente, spesso considerato insensibile - 164. Ebay… così
Capra - 128. Discorsi vaghi e poco comprensibili - 131. come si pronuncia! - 166. Cittadina sulla costa della
Mircea, scrittore rumeno esperto di storia delle religio- Crimea dove fu deciso l’assetto politico internazionale
ni - 132. Cogito ergo… - 134. Era chiara quella di Vasco dopo la Seconda Guerra Mondiale - 168. La tecnica nar-
- 136. In chimica organica è un gruppo funzionale de- rativa di William S. Burroughs - 170. Importante stazio-
rivato dall’etano - 137. Il facondo epitetato con spregio ne spaziale russa che rimase in orbita per più di dieci
- 138. Con J fa il marchio di Jennifer Lopez - 140. Colui anni - 172. L’ultima offesa a Gesù Cristo - 173. Nick, at-
che vaga senza meta - 141. Secondo Heidegger sta in tore americano - 174. La birra più amata da Homer Sim-
coppia con Sein - 142. Scatto conclusivo in prossimità pson - 176. In origine “pappone”, oggi “figo” nello slang
del traguardo - 143. Il monte su cui è costruita la città di - 177. Nella prima serie recitava Gorge Clooney - 178.
Gerusalemme - 147. Ninfa che nascose al mondo Ulisse La vecchietta del cartone animato che rimpicciolisce
per dieci anni - 148. Simbolo chimico del rutherfordio grazie a un cucchiaino magico - 182. Triacetato di cel-
- 149. Il Capone gangster - 150. Ragionamento capzioso lulosa - 184. Il primo presidente fu Yasser Arafat (sigla) -
che si fonda su artifici logici - 151. Il palazzo sede del- 185. Cansei de Ser Sexy, gruppo musicale electro-indie
la Presidenza del Consiglio dei Ministri - 152. La droga brasiliano - 186. L’olio per i motori delle gare americane
sintetica usata nel mondo nuovo di Aldous Huxley - 155. di NASCAR - 188. Avanguardia Operaia - 189. La bevan-
Pianta rampicante sempreverde - 158. Forma fissa della da dei lord inglesi - 191. Aosta - 193. Né sì né no
Charlie VS Joyce
È sempre una questione di stile
di CARLO ZUFFA
19
C hiacchierando di Rousse-
au, si diceva di come i suoi
amori con donne molto più grandi
Ambizione militare e devozione
divina? Esatto. La storia è di quel-
le che fin dall’inizio senti già come
in fondo le storie che girano sono
sempre quelle: lo dice prendendo
in giro i suoi impacciati amanti,
avessero ispirato vivaci fantasie finirà. Da quando gli occhi si in- che non sanno gestire le travol-
nella successiva letteratura. Non crociano e le pelli si cercano, sai genti emozioni che d’improvviso
da ultimo Stendhal, nome ormai già cosa aspettarti. Ma si aspetta li assorbono fino a non sapere più
evocatore di svenimenti improv- comunque volentieri. Poco impor- cosa ne sarà di loro. A Parigi, sareb-
visi, crolli di nervi e strapazzi di ta se dopo circa 80 pagine iniziano be stato diverso. “A Parigi gli amori
cuore di fronte alle magnificenze solo a sfiorarsi le mani, tutto quello sono figli dei romanzi. Il giovane
artistiche. che resta in mezzo è una delizia di precettore e la sua timida amante
attese, particolari, delicate suppo- avrebbero trovato in tre o quattro
Neanche a farlo apposta, Henri- sizioni. Non per nulla Nietzsche ha romanzi l’esempio chiaro di quale
Marie Beyle, in arte Stendhal, nac- definito Stendhal come “l’ultimo fosse la loro situazione: i romanzi
que a Grenoble nel 1783 in una via degli psicologi francesi”. avrebbero tracciato loro un ruolo
che oggi si chiama…via Stendhal? da giocare, avrebbero mostrato
No. Via Jean-Jacques Rousseau, per E d’altronde una storia che sia loro un modello da imitare…ma in
l’appunto. già detta nel suo stesso annun- una piccola città di campagna tutto
Déjà lu
Il rosso e il nero è un romanzo rosa?
di GRETA TRAVAGLIATI
Lo pseudonimo Stendhal lo ciarsi non è certo cosa anomala. procede più lentamente, tutto si fa
scelse in onore di Johann Winckel- Le strutture narrative sono spesso a poco a poco, in modo naturale”.
mann, fondatore dell’archeologia molto simili tra loro, pensiamo solo Ci piace molto questa idea che gli
moderna nato a Stendhal, in Ger- ad Anna Karenina di Tolstoj, pub- amori siano figli dei romanzi e non
mania; decisione che lascia molto blicato per la prima volta nel 1877. viceversa. Ci piace meno l’idea che
intendere riguardo la bislacca fan- Viene da chiedersi se non abbia non sia comunque un modo natu-
tasia del nostro autore. Amava tan- scopiazzato qualcosina dal nostro rale di svilupparsi degli eventi. Ci
to l’Italia, in particolare la Certosa Stendhal. Altrimenti significhereb- piace l’idea che le sensibilità siano
di Parma ed i sigari toscani, di cui be che nella fredda Russia e nella addomesticate o inselvatichite da
era dotto estimatore. La sua tomba, romantica Francia la pensavano un una cultura affamata, che divora le
a Montmartre, porta addirittura po’ allo stesso modo su quello che nostre storie per sputacchiarcele in
l’epitaffio “Henry Beyle milanese”; deve imbarazzare e tormentare le faccia sulla carta, permettendoci
tra parentesi, mezzo coperto dalla signore per bene, mischiandoci poi quindi di prenderne coscienza. In
muffa, appare anche lo pseudoni- dentro voci e profondità di culture fondo siamo già abituati a vederci
mo Stendhal e per fortuna, altri- drasticamente diverse. La questio- sempre solo tramite uno specchio,
menti vattelapesca te a riconoscer- ne è che il piacere della lettura ha che sia di parole e carta questo con-
lo in mezzo a tutte le tombe. ben poco a che fare con le trame, e ta poco. Se da uno specchio in Rus-
questo lo si intuisce ancora meglio sia poi il marito di Anna Karenina
Il Rosso e il nero, scritto nel 1830, con opere dalla semplicità disar- riuscisse a vedere cosa combina
è un titolo la cui banalità simboli- mante. Mme de Renal quando M. de Renal
ca non può lasciare indifferenti. va al lavoro, allora sì che la trama si
Cosa rappresenteranno questi co- Lo dice anche Stendhal a propo- complicherebbe. O forse no.
lori, amore folle e odio distruttivo? sito della vita reale e dei romanzi,
20
Aria fritta? dell’idrogeno. Prendi dell’idrogeno patente, che in un futuro non trop-
(H 2) e lo bruci, ottieni energia con po lontano servirà come vettore di
Pillole di scienza
(per topi da biblioteca)
di FABIO PARIS
la magia di una strega. Il secondo Dal petrolio! Io faccio una reazio- non meno spettacolare del trasfor-
principio della termodinamica, il ne strana col petrolio e ne ottengo mare l’acqua in vino.
condottiero più valoroso di questa anidride carbonica e idrogeno.
scienza, ci dice che qualunque cosa Wow! Mica tanto... Innanzitutto ho L’altro grande vantaggio del caro
facciamo sprechiamo energia. Lo si un passaggio in più rispetto a bru- amico H 2 sarà usarlo per le auto-
può dire un po’ più correttamente ciare direttamente il petrolio, e l’ef- mobili. Addio smog. Solo un po’ di
in vari modi, molto più eleganti ficienza per forza di cosa diminui- vapore fuori dalle auto. Lo svantag-
che vanno dall’oscura formulazio- sce (di nuovo il secondo principio gio è solo nella pericolosità del no-
ne “L’entropia è proporzionale al che bussa a bastoni), poi in questo stro caro gas. Che se non lo si tiene
logaritmo dell’ipervolume nello modo emettiamo la stessa quanti- per bene a bada fa dei botti che si ri-
spazio delle fasi accessibile al si- tà di gas serra (anzi di più, perchè cordano a lungo. Parola di chimico.
stema” al più chiaro enunciato di l’efficenza diminuisce). Il risultato
Kelvin “Non è possibile, nemmeno netto è una maggior quantità di pe- In poche parole, evviva l’idroge-
in linea di principio, realizzare una trolio consumato per meno ener- no ma con calma. E se sotto l’om-
macchina termica il cui rendimen- gia. Bella mossa! brellone vi importunano o volete
to sia pari al 100%”. semplicemente fare i belli con una
Ad ogni modo i discorsi sull’idro- turista tedesca (i tedeschi si sa che
Torniamo a noi. L’idrogeno, geno non sono tutta aria fritta. sono avanti nel campo energetico)
atomo estremamente comune, si Anche se non è possibile che sia il potrete bussare a bastoni.
trova in natura sostanzialmente nuovo sostituto per i combustibili
in due sostanze. Acqua e idrocar- fossili questo infiammabilissimo e
buri, ovvero petrolio. L’acqua è il pericolosissimo gas una sua utilità
prodotto finale della combustione ce l’ha. Può servire, e mi gioco la
21
Il demone della
tere dentro come in uno spec-
chio. Sto parlando dell’Amleto.
Con un semplice quesito il
bardo dell’Avon cristallizzò
coscienza
nei secoli il dubbio esistenzia-
le: “Essere o non essere”. Per
prima cosa ci tengo a sottoli-
neare che, mentre il disgra-
ziato principe di Danimarca
22
gio, allora eccoci giunti al nocciolo del problema: l’in- Socrate…
venzione del linguaggio. La parola è dubbio. La parola è
finzione. E in quanto tale ha risvegliato in noi il demone Ci rivediamo a fine estate per sciogliere finalmente
della coscienza. Sconvolgente, vero? Andatelo a dire a ogni dubbio.
Scheda Libro
re, geloso e fanfarone; i
passatempi al tavolo, per
quanto iperbolici nella
loro descrizione, sono
una strizzata d’occhio ai
23
I ferri del mestiere
Oggi devo scrivere il nuovo articolo
per Finzioni di AGNESE GUALDRINI
A ccendo il mio Mac, apro il
programma di scrittura.
Pagina bianca. Il cursore è fermo.
contratto all’autore. Nel secondo
caso invece l’editor fa un contratto
a un autore che si impegna a scri-
perdita delle bozze negli scatoloni
(non riesco più a trovarle!); gli stu-
denti hanno occupato l’università
Mi pervade una certa ansia perché vere un determinato tipo di testo da due mesi e non si ha accesso al
non so davvero cosa scrivere. La entro un certo periodo di tempo. computer dell’ufficio; divorzio im-
testa è vuota e faccio mente loca- Questa dinamica avviene solo provviso; malattie di ogni genere
le a quello che dovrei raccontarvi: quando si tratta di scrittori già noti e forma (una volta uno ci disse
uno sguardo (un altro, diverso dai al pubblico o in case editrici, come addirittura che non poteva scrive-
precedenti) su quello che gravita la mia, che propongono idee o pro- re perché vedeva tutto rosso…?!?).
attorno al mio lavoro in casa edi- getti a chi poi li realizzerà scriven- Uno dei problemi più grandi per
trice. Telefonate, proposte respinte do un libro. Ora, la dimostrazione certi autori è poi staccarsi dal loro
con un cordiale no grazie, il mio del fatto che creatività e lavoro non manoscritto per darlo in pasto ai
lavoro all’ufficio diritti…che altro vadano di pari passo, è che di solito redattori: vorrebbero rimetterci
potrei dirvi? La nebbia mi perva- i contratti vengono difficilmente ri- le mani mille volte e ancora una
de il cervello e non so se essere più spettati. Qualche esempio: l’autore in più, per aggiungere aggettivi,
inquietata dall’ipotesi che questo si impegna a scrivere 200 cartelle? togliere intere frasi, per inserire
vuoto mentale derivi dall’aridi- La maggior parte delle volte arriva monologhi e per integrare il testo
tà del mio lavoro o piuttosto dalla un manoscritto che ne conta 450 di dettagliate note a piè di pagina
mia incapacità di formulare idee (difficilmente accade il contrario). (insomma, il più delle volte per
per iscritto (o, peggio ancora, dal- La consegna è fissata per gennaio peggiorarlo). Eppure tutto questo
la mancanza di idee in generale). 2009? Siamo a luglio e non è ancora fa parte del gioco e in questo sta la
Penso agli scrittori di professione. arrivato nulla. Qualche settimana bellezza della creazione: ogni testo
Conoscono l’ansia della pagina fa’ in casa editrice è arrivato per è infinitamente mutevole e per-
bianca? Capita anche a loro la ter- posta un manoscritto sulla storia fettibile, suscettibile di assumere
ribile sensazione di essere a corto del teatro. Nella lettera di accom- mille forme nuove e diverse. E dove
di pensieri? La risposta credo sia pagnamento l’autore gioiva per la non riesce l’autore interviene l’edi-
ovvia. Scrivere è del resto un atto tanto sofferta conclusione dell’ope- tor a fissare una forma.
creativo e creatività e lavoro non ra e chiedeva un appuntamento per
sembrano stare troppo bene nella decidere le illustrazioni da mettere Esistono quindi gli scrittori di
stessa frase: che significa “scrittori in copertina. Di fronte al nostro professione? Secondo me esisto-
di professione”? Come si fa a scri- sconcerto per l’assenza del titolo no gli scrittori e basta. C’è chi rie-
vere con l’ansia di una scadenza? dal programma editoriale abbiamo sce a farne un mestiere scrivendo
(Ammesso ovviamente che c’è chi fatto qualche ricerca in archivio in orario d’ufficio, chi scrive solo
lo fa tranquillamente, come i John scoprendo che il contratto risaliva sotto impulso dionisiaco, chi lo fa
Grisham o le Patricia Cronwell che a 11 anni prima e che la consegna per passione, chi perché non può
sfornano Ultimi giurati e Cadaveri era prevista per il 1999. farne a meno, chi non riterrebbe
non identificati con rigorosa ca- mai lo scrivere un “mestiere”, chi
denza annuale). Un capitolo molto divertente crede di avere qualcosa di davve-
sono poi le motivazioni degli autori ro importante da dire. Per fortuna
La via della pubblicazione di di fronte alla mancata consegna. nel mio lavoro abbiamo a che fare
un libro avviene pressoché in due Ricordano molto le scuse che si con tutti questi tipi di scrittori…E
modi. Il primo è quello più diffuso: utilizzano a scuola quando non si per fortuna mi accorgo che da tutto
l’editor legge un manoscritto, de- ha studiato il pomeriggio prima: ciò è venuto fuori il mio articolo per
cide di pubblicarlo e quindi fa un trasloco in corso con conseguente Finzioni.
24
La Posta dei Lettori di
Matteo Bettoli
di MATTEO BETTOLI
25
minuti e si perde a pagliacciare, di ammalianti durante le passeg- celando il dubbio, molti rassere-
uomini e donne indifferentemen- giate della domenica o a scoprire gnati risponderanno “c’era la crisi.
te, attorno a cibo trucco scarpe la gambina mentre si balla il liscio, davvero, Agostino, tu non puoi im-
calcio tette incombenze amante con quegli occhiali da vista con le maginare cosa sia stata la crisi”.
sete. Parliamo di crisi. Ahhh, la lenti da sole attaccate sopra, pian-
crisi! Ma che bello è cianciarne?
Gli argomenti scappatoia! Sembri
sempre intelligente, e cordiale!
giamo insieme, ora si sta peggio e
si naviga in acque acquee. Ci sono
i giovani. E soprattutto, c’è la crisi.
•
Il grande merito della crisi è aver
sostituito l’usanza di parlare del
tempo quando non si ha nien-
C’è la poca voglia di cambiare,
di osare, ma pure di girare, di par-
B ettoli. La storia piccola di
un coltivatore di bacche, di
Gao Morào, leggerezza orientale
te da dire. Dal fruttivendolo, in tire e di lasciare: non dimentichia- con qualche puntina di malizia
pausa caffè, in edicola, al risto- mo che se la popolazione italiana cingalese, è il libro più venduto
rante (oh, ma evitando la politica, è di circa 60 milioni, sono altri 60 in tutta la costa occidentale del
procedendo piuttosto per grandi milioni i cosiddetti *oriundi* di Vietnam, quella sull’atlantico.
assunti generalmente condivi- origine italiana sparpagliati diffu- L’ho letto dalla parrucchiera, ma
sibili e bipartisan!), al cimitero samente nel globo. Vivono lontano, è bello sul serio. A me piacciono
(certo!), in montagna come sotto codesti, intenti a fare business, a i libri che hanno una morale, poi
l’ombrellone (mangiando frutta crearsi una nuova vita, a imbrocca- mi piacciono di più se ci stanno
candita!), prima di vedere Belen in re straniere o anche solo a cercare pure le figure, perché i personag-
costume a Sarabanda (gli uomini un’esistenza dignitosa e del pane gi non so mai come immaginarli e
soprattutto!), davanti a una fetta per riempire la pancia. La storia si se sono giapponesi poi me li penso
di cocomero. La crisi! Ma poi chi ripete oggi, in altri posti, con altri tutti con la faccia di Chow Yun-Fat,
ci rimette? I giovani! Che non ci attori. Che ne è stato dell’innato quello de La tigre e il dragone. Un
hanno voglia di fare un cazzo (sic), istinto di arrangiarsi dei garzoni po’ come Dio, che per me era il si-
dicono in tanti. Ma che finalmente italianeski? Pure quello è spapa- gnore delle mille lire, Mario Polo.
ricevono degno riconoscimento ranzato comodo sul divano? Sarà
di esistenza (il termine “giovane”, triste, tra 50 anni, andare in ferie in In queste storie di cinesi, che
non dimentichiamolo, fu inventa- un qualunque sperduto arcipelago in questo caso sono vietnamesi,
to da Pasolini solamente nel 1972) Gañaldos e non ritrovare colonie io mi ci immedesimo perché non
tramite il volume manifesto dei di italiani ivi impiantati da tempo, pensano ad andare subito a letto,
nati negli anni 80, quindi attual- che qua c’è caldo ma è un caldo e c’hanno la pazienza di aspettare
mente ventenni: RassereGnati (di diverso -molto più secco- e i ritmi noi donne che vogliamo essere,
Fenostra, edito da Chaudfontai- sono moooolto più rilassati (cit.). e lo dico forte! corteggiate. Qui il
ne). Me ne parli. protagonista, che chiamo Chow
Lionella, Fontana Milanese Ma ciò che bisogna hic affer- ma che ha un altro nome simile,
mare, e ce lo sbatte addosso già il è un giovanotto che coltiva bac-
26
Non parlo molto di questi libri perché non ne so mol- giorno e notte con uno zelo tempestoso le cura e le ac-
to, soprattutto di quelli vietnamesi. Mi tarlo sempre cudisce affinché crescano rigogliose. Spera di trarne
di avere lacune concettuali e, relativamente al tempo, -lui- denaro e fama e perché no sgallettate, mentre gli
nei ritmi. Tempo fa ho regalato un libro di Banana Yo- anglofoni -loro- cercano l’illusione di una ripulita ar-
shimoto, ma unicamente perché questo mio amico era teriosa che poi però ci si beve dietro una qualche bibi-
soprannominato Banana, ed era la fase in cui si era gio- ta gassata. Stanco fino a rischiare di addormentarsi in
vani e stupidi. continuazione, protagonista di un controverso colpo
di sonno mentre cammina, Shaw c’ha le bacche nella
Ho preso in mano La storia piccola di un coltivatore testa e non pensa ad altro. Socialismo di mercato, rap-
di bacche, però, che per il suo essere così piccola (34 pa- presentato nella sua crudevolezza tramite le bacche e
gine, 8 euri, edizioni Marticinio -ma sarebbe stato più gli sbadigli. Poi c’è Xu, e di seguito un amore lento, sus-
appropriato latrocinio-) ho finito in 27 minuti mentre surrato, educato. A volte perverso e furioso, ma poi di
facevo colazione con una tazza di Special K. Indubbia- nuovo sussurrato. Poi finisce. E io metto su la moka, che
mente leggero. Queste bacche fasulle e dal gusto livido ho finito gli Special K.
sono veicolo dei pensieri di Shaw, il protagonista, che
Le città letterarie
Milano di JACOPO CIRILLO
27
Ghost World
come nel caso della coda di Eliza,
una delle protagoniste, o quello
della muta di Chris) penetrano
nella vita quotidiana, così come la
conosciamo: è un caso vero e pro-
28
C i sono due modi per raccon-
tare storie: la noiosa verità
e la mirabolante esagerazione dei
nano nelle storie: la banalità dei
vincitori e il sorprendente spessore
dei perdenti. Le storie dei vincitori
come Karate Kid. Solo che loro per-
dono per costituzione.
fatti. L’esagerazione dei fatti, o iper- sono retroattivamente incastrate E la verità soggettiva è infinita-
bole, è bella perché è una caricatu- nel rasoio di Occam: la soluzione mente più interessante: come diceva
ra. Wittgenstein (yawn) diceva che è spesso la più semplice e ovvia. qualcuno (quel qualcuno era Kier-
fare una caricatura non è altro che Quando le leggi, sembra che tutto kegaard ma avevo paura di anno-
privilegiare e mettere l’accento su sia andato liscio, che sia successo iarvi ancora di più), con soggettivo
una parte in rapporto con il tutto, quello che doveva succedere e niente non si intende un attributo relativi-
creando dunque, dico io, una spro- altro. L’eroe ha vinto perché è buo- stico ma una appropriazione della
porzione. O meglio, un’asimmetria. no, la soluzione più semplice è che verità in termini esistenziali. La ve-
L’asimmetria fa ridere e fa pensare, vinca. Non si scappa. rità per me.
perché non è regolare, dunque buffa,
e va messa a posto gestalticamente Le storie dei perdenti invece sono In questa rubrica accoppieremo
con la propria testa. L’iperbole, la più belle perché i perdenti, per tirare felicemente questi due fenomeni,
storia esagerata, segue esattamen- acqua al loro mulino, si raccontano raccontando storie esagerate di
te questa dinamica: è divertente e in modo più personale, più soggetti- grandi perdenti. Quel ganzo di Wal-
fa lavorare il cervello. Fa ridere e fa vo, si guardano dentro non potendo ter Benjiamin ha detto che la storia
pensare. ovviamente aggrapparsi alla rassi- è il bottino dei vincitori. L’iperbole,
curazione dei fatti oggettivi. Trova- allora, è la risorsa, forse l’ultima,
Ci sono poi due ruoli che si alter- no la verità dentro di sé, non fuori, dei perdenti.
Iperboloser
William Makepeace Thackeray
di JACOPO CIRILLO
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Contributi da:
Jacopo Cirillo non è mai riuscito a spiegare a sua Livia Fagnocchi è curiosa, entusiasta e dentro tante
nonna cosa fa nella vita. Prima per colpa della semi- storie. Si ossessiona facilmente di canzoni, di mongol-
otica, adesso per colpa di una casa editrice. Ha co- fiere, di take-away indiani, di zucca, di misteri, di treni.
fondato questa rivista solo per poterle dire: faccio il Cerca analogie, coincidenze, e stare bene.
co-fondatore di una rivista. E anche, ma secondaria-
mente, per poter dire quello che gli pare sui libri che Agnese Gualdrini, 27 anni, laureata in Filosofia nel
legge. lontano 2005. Da ormai un anno vive e lavora a Roma in
una casa editrice con un non ben definito ruolo di gia-
Carlo Zuffa nelle ultime due decadi non ha rag- no bifronte (saltella tra l’ufficio diritti esteri e la valuta-
giunto traguardi degni di nota e ritiene che la sua zione degli innumerevoli dattiloscritti che ogni giorno
infanzia sia stata traviata dal finale di “Marcellino invadono la posta). Adora il caffè amaro, il lungotevere,
Pane e Vino”. Ora, di notte nel buio della sua came- i libri di Natalia Ginzburg e cantare anche se violente-
retta, studia piani segreti per i COBRA, i quali gentil- mente stonata.
mente gli hanno concesso un pò di tempo libero per
co-fondare Finzioni. Viviana Lisanti è laureata in scienze storiche e stu-
dia cultura editoriale all’Università Statale di Milano.
Matteo Bettoli nasce in epoca reaganiana su un carro Momentaneamente si guadagna da vivere spaccian-
di bovini, dal quale eredita la passione per la dinami- dosi per grafica nonostante non possa vantare alcuna
cità. Scostante, ombroso e pretenzioso - questo dicono conoscenza in merito. Nessuno fin’ora se ne è ancora
di lui gli amici - a 21 anni controlla i principali me- accorto, quando verrà smascherata sarà costretta a far
dia di casa: 3 televisioni, 2 computer, l’abbonamento fruttare una laurea a detta di molti “inutile”.
all’Espresso e la radio ricevuta in regalo per la cresima.
Decide allora di trasferirsi. Passa un po’ di tempo a zon- Edoardo Lucatti. Edo. Ode. Deo. Un essere flesso
zo occupandosi di robe politiche. Ultimamente lavora nell’edibile, nella lirica e in un soprannaturale deodo-
a Bruxelles dove viene spesso bollato con l’espressione rante. Performer di incauta protervia, aruspice della si-
*lobbista*. gnificazione e calciapalle di poca morale. Semiònte per
alcuni, semiòta per altri, è una piccola fucina di omaggi
Jacopo Donati studia Filosofia estetica a Bologna. La al vostro personale sconcerto teoretico.
sua carriera universitaria gli permetterà, al massimo,
di suonare l’organetto per strada: conscio di ciò, per Michele Marcon è un ragazzo non bello e forse nep-
non pensarci, passa buona parte del suo tempo a scri- pure piacente, ma applica liberamente e con regolarità
vere, a leggere e a inseguire innumerevoli passioni che, lo scetticismo e crede nel potere dell’antitesi. Curioso
per lo più, svaniscono nel giro di pochi giorni lasciando per natura, in passato è stato abbastanza ingenuo da
il posto a nuove manie. cercare, passando in rassegna molte discipline, la ve-
rità, naturalmente senza ottenere alcun risultato certo.
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Il suo scetticismo ne è uscito talmente corroborato da una storia appassionante e magari ride o tiene il fazzo-
essersi spinto più avanti di lui nella negazione, tanto da letto a portata di mano.
fargli perdere addirittura le sue incertezze.
Andrea Rinaldi è giornalista professionista e vive a
Andrea Meregalli è un pensatore di quasi venticinque Bologna dove scrive per le pagine culturali del Rifor-
anni. In questo istante medesimo si arrovella su quesiti mista e dell’edizione locale del Corriere della Sera. Co-
del tipo: “Cosa farò da grande?”. Assiduo frequentatore mincia a credere che Hemingway avesse ragione quan-
di autostrade nonché massimo esperto in campo in- do affermava che “la metà degli italiani scrive e l’altra
ternazionale di prodotti quali friggitrici, scalda patate, metà non legge”.
piastre per panini e salamandre, ama molto abbinare
correttamente i boxer con le calze. Passa buona parte Come secondo lavoro, Simone Rossi scrive di musica,
della sua giornata a leggere le scritte oscene sulle porte teatro e amenità varie per un noto quotidiano roma-
dei cessi nei centri commerciali. gnolo. Il primo lavoro lo sta cercando. Nel frattempo,
una volta, è stato in Etiopia. Il viaggetto è diventato un
Fabio Paris nasce impagliato, e così finirà, per evi- libretto, La luna è girata strana (Zandegù, 2008). Stona-
tare che gli amici ballino sulla sua tomba. Zingaro, in tuccio musicista da marciapiede, suona l’ukulele e ha
accezione monicelliana, ha studiato chimica, seguen- un gatto di nome Chomsky. Tende a scrivere sui muri
do la sua passione per la geopolitica. Ora vive facendo palindromi intellettualoidi tipo in girum imus nocte et
l’inviato da Pittsburgh per Finzioni e spacciandosi per consumimur igni.
esperto di nanotecnologie.
Jacopo Sgroi ha un cognome siciliano, catanese, ma
Alessandro Pollini é laureato in Psicologia ma non è nato in Trentino, ha vissuto a Firenze, ma è cresciuto
legge nella mente delle persone. Da quando ha inizia- a Faenza, ha studiato a Bologna ma è a Milano che è ri-
to a seguire Voyager é convinto che l’uomo non sia mai uscito a fare della sua passione, il cinema, il suo lavoro.
andato sulla luna, ma i Templari si. Ha ventotto anni ed
é bellissimo. Greta Travagliati, semiotica appassionata di arte,
Proust e culturalizzazione della merce. Si interessa di
Marina Pierri ha 28 anni e vive a Milano, dopo die- tendenze e chincaglierie del contemporaneo anche se
ci gloriosi anni passati a studiare/lavorare/fare radio/ avrebbe preferito vivere nell’800. Attualmente vive a
fare la dj in quel di Bologna. Si occupa a tempo pieno del Milano dove lavora in un centro ricerche e dove spera
portale musicale Vitaminic.it ma scrive anche su Rol- aprano presto Starbucks colorati, una pasticceria turca
ling Stone, PIG Magazine e Blow Up. Ascolta una media ed un centro di gravità permanente a forma di pera.
di tre nuovi dischi al giorno, legge, guarda un sacco di
film e serie televisive americane. Matteo Treleani è dottorando in semiotica a Paris Di-
derot e ha una curiosa passione per i campi non affini.
Sara Reali, puoi trovarla in mezzo al pubblico di un Amante dei miti greci e della musica barocca, è un som-
concerto, dove tutti sono inevitabilmente molto più alti mo sostenitore dell’arte dell’insignificanza, ovvero del
di lei, ma non le importa: adora emozionarsi per due ac- non voler dire nulla.
cordi ed una voce calda quanto per un bel film visto in
compagnia. Se non esce la sera, è perchè sta leggendo
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