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n.

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The Godfather
Michel Houellebecq
di JACOPO CIRILLO

M agritte diceva che i titoli non sono spiegazioni dei quadri e i quadri
non sono illustrazioni dei titoli. E che la rivelazione tra titolo e qua-
dro è poetica.Allora tra il quadro e il titolo non c’è relazione ma rivelazione,
quindi qualcosa che qualcuno deve scoprire per tutti; questa rivelazione
(contribuisce a) costituisce e fonda la poetica dell’artista.

Estensione del dominio della lotta è un bel titolo. Si riferisce al primo ro-
manzo di Michel Houellebecq (Bompiani 2001, 152 p., 7 euro) e non lo spie-
ga, come il libro non illustra il titolo. Anzi, tutto il contrario. Estensione del
dominio della lotta come dire che prima si lottava solo per la sopravvivenza
mentre adesso si lotta per molte più cose: il lavoro, l’amore, il sesso eccetera.
I motivi per cui si combatte, ma non ciò per cui ne vale la pena, aumenta-
no sempre di più. Il libro però non parla di uno che lotta con il coltello tra
i denti, facendosi largo in questa società frenetica; non parla nemmeno di
uno che non lotta o che non si rende conto di questo fenomeno, altrimenti
la relazione, seppur inversa, sarebbe tale e non da rivelare. Il libro parla di
un trentenne depresso che incarna il manifesto della non-vita, dell’indif-
ferenza, della noia che, come dicono i signori della Bompiani, “è capace di
segnare la generazione contemporanea come Lo straniero di Camus segnò
i giovani del dopoguerra”. Il protagonista si rende perfettamente conto di
quanto il dominio della lotta si stia estendendo. Solo che non gliene frega
niente. E’ fuori dal mondo non perché non lo capisce ma perché lo capisce
troppo. E sa che per chi non ha scopo, non ci può essere ontologicamente
posto. Eccolo qua il manifesto che segnerà una generazione. La poetica di
Houellebecq è tutta qui ed emerge dal rapporto tra un titolo e un libro che
non tanto lo sconfessa quanto lo costeggia.

La poetica come insieme strutturato degli intenti espressivo-contenuti-


stici di un autore fa prima di tutto riferimento al suo metalinguaggio, che
sembra un parolone ma in realtà è un concetto divertentissimo e, a volte,
anche molto utile. La prima cosa da fare quando si entra in un ambiente
nuovo infatti, è imparare il metalinguaggio. Il gergo. Succede a scuola, suc-
cede al lavoro, succede negli spogliatoi delle palestre. A scuola permette
di non essere bocciati; al lavoro di non essere licenziati. Alle feste evita di
fare da tappezzeria e negli spogliatoi delle palestre di essere presi a calci
in culo (provate voi a parlare di libri, lì). Houellebecq è uno scrittore molto
dotto – lo dimostra disseminando alte dissertazioni metafisiche e scientifi-
che in tutti i suoi libri. Nelle Particelle elementari (Bompiani 2000, 316 p., 10
euro) però, usa largamente il turpiloquio parlando essenzialmente di sesso.
Lo usa nella sua accezione distensiva, per calmierare il terribile passato di
Bruno, ma soprattutto perché, per parlare dello scopare e delle sue fottute
devianze, bisogna usare il metalinguaggio adeguato. Cazzo.

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Sommario
La citazione del mese 5 Charlie VS Proust 19
Beaten Beatitude 6 Déjà lu 20
Nobel minori 7 Pillole di Scienza 21
Letterature Involontarie 8 Il demone della coscienza 22
Punizioni! 10 Scheda Libro 23
Biografie Edulcorate 11 I ferri del mestiere 24
Sui labirinti 12 La posta dei lettori 25
L’angolo del cinematografo 13 Le città letterarie 27
Viaggi 14 Ghost World 28
Oh, Scena! 15 Iperboloser 29
Il Cruciverboso 16 Contributi da 30

Editoriale
Q uasi quattrocento definizioni, tutte verbosissime.
Quattro pagine verbosamente occupate. Molte
parole dal significato oscuro, altre semplicemente ine-
incredibile Michele Marcon, il cruciverboso appunto.

Pensate, risolverlo è talmente difficile che noi di Fin-


sistenti. Cruciverboso: benvenuti nel paese dei balocchi. zioni mettiamo in palio i numeri 5, 6, 7 e 8 aggratis
spediti direttamente a casa di chi riuscirà a mandarci
E benvenuti su Finzioni numero quattro, il numero le soluzioni entro il 15 settembre alla mail redazione@
estivo. Sul nostro sito finzionimagazine.it potete tro- finzionimagazine.it.
vare i consigli di tutta la redazione sui libri da leggere
quest’estate e una giusta crociata contro i topi da biblio- Buona estate a tutti, ci rivediamo a settembre con le
teca e a favore dei topi da ombrellone. La migliore let- risposte al cruciverboso (ma il sito non si ferma mai, eh)
tura per luglio e agosto comunque rimane Finzioni, con e abaso la leteratura!
gradite conferme - le città letterarie e il demone della co-
scienza - e simpatici ospiti - Rosanna Lambertucci. Ma
soprattutto quel mastodonte a p. 16 prodotto dal nostro La redazione

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L a proposizione può rappresentare la realtà tut-
ta. […] Ma non può rappresentare ciò che, con la
realtà, essa deve avere in comune per poterla rappre-
sentare – la forma logica. […] La proposizione non può
rappresentare la forma logica; questa si rispecchia in
quella. Ciò, che nel linguaggio rispecchia, il linguag-
gio non può rappresentare. Ciò che nel linguaggio
esprime sé, noi non possiamo esprimere mediante il
linguaggio. La proposizione mostra la forma logica
della realtà.

Lodovico Wittgenstein

La citazione del mese


Flatlandia di JACOPO CIRILLO

L uigi Pareyson, il maestro


dichiarato di Umberto Eco,
diceva che un grande pensatore ha
più dimensioni (Adelphi 1993, 166
p., 8 euro). Racconta di un mondo
a due dimensioni in cui gli abitanti
una frase. O una pila di libri!

L’assurda impossibilità di una


la stessa idea per tutta la vita e non non concepiscono l’idea di “altez- trasposizione però va a farsi frigge-
fa altro che ripeterla, pur declinan- za”, e non è che se ne fanno un gran re, grazie alla forma logica. Un solo
dola nelle diverse sue opere. È vero, problema. Poi un quadrato scopre esempio sennò diventa noioso: le
non è vero, è una provocazione? un punto e una sfera e alla fine ne donne. Ai tempi del reverendo (che
Non lo so e, francamente, non è fin- succedono delle belle. Ma la cosa peraltro dovrebbe anche averne
zionamente interessante. La cosa incredibile di questo abate (pen- frequentate pochine) il femmini-
interessante è vedere come si può sare a corrispondenze con Lewis smo non aveva nemmeno iniziato
dire la stessa cosa in modi differen- Carroll/rev. Dodgson è decisamen- le sue battaglie e le donne erano
ti e, soprattutto, quanto possono te obbligatorio) è la sua capacità di mogli, madri e poco considerate. Se
essere differenti, questi modi. declinare la stessa forma logica a 3 prendiamo le frasi, molto ottocen-
dimensioni in un mondo talmente tesche: le donne sono inferiori e le
Wittgenstein parlava di forma lo- diverso, talmente “inventato” in donne sono brave sono a sculettare,
gica, spiegandola in modo talmen- cui nessuno sembra soffrire parti- ci indigniamo per la loro anacroni-
te verboso che piuttosto bastava colarmente il fatto che non può vol- sticità e stupidità e le buttiamo in
dire così: consideriamo queste due gere lo sguardo verso l’altro, visto un mondo con una dimensione in
frasi: la letteratura è noiosa e ogni che l’alto come concetto non esiste. meno, che ci resta?
articolo di Finzioni spacca. A pri-
mo acchito sembrano diverse (ed Intanto riuscire a far finta di non Ci restano donne-linea che, se
entrambe troppo giuste), tuttavia concepire l’altezza e scrivere qual- viste dagli uomini-poligoni di ta-
hanno qualcosa in comune: affer- cosa di coerente e organico è quasi glio, divengono praticamente in-
mano che tutti gli individui di un imbarazzante. Ma non è tanto que- visibili, dunque poco considerate
certo tipo hanno una certa proprie- sto, è più la trasposizione di certe e considerabili; ci restano donne-
tà. Quella roba lì è la forma logica. parti di realtà del 1884 in un mondo acuminate (per forza, sono linee
Ecco, vedi che non era difficile. altro talmente diverso da non man- rette) che per evitare di ferire i pas-
tenere neanche quasi lo stesso lin- santi devono far oscillare il poste-
Edwin Abbott Abbott (pensare a guaggio. Come si fa, infatti, a parla- riore, così da essere riconosciute ed
corrispondenze con Humpty Dum- re la stessa lingua se si è totalmente evitate. Inutili e sculettanti.
pty è quasi obbligatorio) ha scritto privi di un concetto cardine come
un libro incredibile che si chiama “altezza”? Non si può nemmeno La forma logica non guarda in
Flatlandia. Racconto fantastico a concepire una bocca che articola faccia a nessuno.

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Beaten Beatitude
Howl
di JACOPO DONATI

G li eroi sono belli, forti e in-


vulnerabili. E sono pure
dannati. Gli eroi della beat gene-
in quella nazione la cui allucina-
zione economica l’aveva coperto di
critiche prima e di impostori dopo.
cosa in meno. Una tra queste è edi-
to da Guanda e si intitola Jukebox
all’idrogeno. Racchiude in sé i tre
ration erano soprattutto dannati, libri principali di Ginsberg (Urlo e
non proprio belli e, come Ginsberg Gli americani sono un popolo altre poesie, Kaddish e altre poesie,
ci mostrò, vulnerabili come non strano: pervasi da un patriottismo Gli agnelli d’America) e ha il pregio
mai. Lo fece nella sua poesia più incredibile, si dicono fieri di esse- del testo a fronte. Non solo, ha an-
celebre, Howl. Tanto celebre che, re nati in America anche quando i che l’onore di una splendida intro-
se la maggior parte dei poeti muore governi prendono brutte strade e duzione lunga 78 pagine firmata da
di fame per le poche copie vendute, si macchiano di errori indelebili. Fernanda Pivano, che pure traduce
Ginsberg è subito famoso e il suo La critica all’America contenuta in tutte le poesie. Il nome della Piva-
libro diviene un distintivo portato Howl è terribile, eppure Ginsberg no sulla copertina di un libro del-
con fierezza in mano da molti gio- continua ad essere un fiero ameri- la beat generation è una garanzia.
vani. Urlo e altre poesie non ha vita cano. Lui non detesta gli Stati Uni- Grazie a lei ci sono pervenuti tanti
facile: viene pubblicato in Inghil- ti, ma la piega che sta prendendo, la particolari che ci permettono di in-
terra e importato in America; poi, corruzione in cui affonda le proprie quadrare Ginsberg come il grande
per i contenuti, viene bloccato alla gambe. È un percorso lungo quello poeta che fu. Per Ginsberg i beat
dogana e la casa editrice di un al- che porta a Ginsberg, percorso che erano gli agnelli d’America, gli in-
tro beat, Ferlinghetti, lo ripubblica. ha visto passarsi il testimone Whit- nocenti di fronte ad un mondo cor-
Come è successo con tanti libri si- man, Emerson, Thoreau. Perché vi rotto e meschino; solo se si è agnelli
mili, segue un processo per osceni- è una tirannia in atto, una tiran- si può, sei anni dopo il processo per
tà dal quale Urlo e altre poesie viene nia non politica e per questo più oscenità, chiedersi: “Davvero sono
scagionato in quanto opera d’arte. pericolosa, la tirannia sulla mente stato attaccato per questa specie di
dell’uomo a cui Thomas Jefferson gioia?”
A differenza di altri autori che dichiarò guerra e che Ginsberg
scrivevano soprattutto prosa e di portò avanti. È un testimone pe-
rado qualche poesia, Ginsberg fa sante questo che si porta dietro la
il contrario e scrive soprattutto beat generation per intero.
poesia e poca prosa. Diventa il Ke-
rouac della poesia e in comune vi è Perché è questo ciò di cui par-
anche la fama che troppo in fretta la Ginsberg in Howl. Della sete di
li assedia. Troppo in fretta perché beni materiali che ci ha reso schia-
presto, Ginsberg, si trova circon- vi del denaro, più omologati di
dato da scimmiottatori che oggi sempre ma, incredibilmente, meno
chiameremmo poser e che all’epo- uguali che mai; dei valori reali per-
ca andavano sotto il nome di beat- si seguendo la pubblicità martel-
nik. Allora Ginsberg prende l’unica lante e di quelli falsi portati da ciò
decisione saggia: in una San Fran- che, 10 anni dopo, Paul Simon e
cisco improvvisamente invasa da Art Garfunkel avrebbero chiamato
finti bohémien dai capelli lunghi e neon god in The sound of silence: la
dalle barbe folte, lui si taglia barba tecnologia.
e capelli e comincia a vagare per il
mondo, soprattutto in India. Non In Italia le edizioni sono molte,
poteva restare nella sua America, ognuna con qualcosa in più e qual-

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Nobel Minori
“Un’arma in casa” di Nadine Gordimer
di VIVIANA LISANTI

I n qualità di lettrice trovo fasti-


dioso un romanzo che, in ma-
niera più o meno esplicita, cerchi
eventi narrati fossero strettamente
connessi all’ambiente sociale sul
quale la storia si innesta, il Sudafri-
il Paese sta attraversando. Le remo-
re nutrite dai genitori nell’affidare
la difesa del figlio ad un avvocato
di inculcarmi precetti morali, di ca del post-apartheid. rispettabile ma di pelle nera, riflet-
fare propaganda o critica sociale. tono la difficoltà di estirpare il raz-
Molta narrativa nasce dall’urgenza La trama si focalizza sulle dina- zismo non solo dalla Costituzione
di denunciare una determinata si- miche psicologiche che scattano ma dalla testa delle persone.
tuazione sociale o politica e altret- all’interno di una coppia di geni-
tanta risente inevitabilmente del tori nel momento in cui viene loro Un’arma in casa è la dimostra-
contesto nel quale è stata creata. comunicato che il figlio è impu- zione di come una storia intima
tato di omicidio. Lo svolgimento può testimoniare problemi di por-
Ciò non toglie che uno scrittore del romanzo va di pari passo con tata nazionale e mondiale, senza
dovrebbe principalmente sapere il processo a carico del giovane, tralasciare l’importanza del valore
scrivere e l’unico intento ad ani- Duncan, che parallelamente è un del romanzo come opera d’arte a
marlo dovrebbe essere quello di processo interiore a cui i genitori si sé.
raccontare una storia, aperta alle sottopongono, nel tentativo di tro-
mille possibilità della lettura, non vare una spiegazione ad un gesto
delimitata dai rigidi confini delle estraneo alla loro morale e alla mo-
prese di posizione personali. Le rale che pensano di aver trasmesso
convinzioni, le requisitorie, i finali al figlio. Uno sfiancante viaggio a
già scritti, fanno parte della narra- ritroso, che fra recriminazioni e
tiva noiosa, quella che si farebbe sensi di colpa, mette a dura prova
meglio ad accantonare per leggere il rapporto tra i coniugi ma anche
un saggio di sociologia, un manua- l’amore verso un figlio che non si
le di storia o un pamphlet politico. riconosce più.

La letteratura appassionante e Il delitto, commesso da Duncan


godibile è sempre quella che, per ai danni dell’amico e coinquilino,
dirla con Nadine Gordimer, “privi- è effettuato con “l’arma di casa”,
legia l’individuo alla Storia” o, me- una pistola di proprietà comune ai
glio ancora, parte dall’individuo ragazzi, custodita nell’abitazione a
per approdare alla Storia. Un arma scopo difensivo. Il fatto che la pi-
in casa ( Feltrinelli, 266 pp., € 16.53) stola il giorno dell’omicidio si trovi
segue questa direzione. su un tavolo in salotto, tra un pac-
chetto di sigarette e un bicchiere di
Parlando della costruzione del vodka, a portata di chiunque entri,
romanzo, Gordimer ha affermato innesca una riflessione ulteriore
di essere partita dall’idea di affron- sulla facilità con cui, in un pae-
tare una problematica collettiva se come il Sudafrica, a pochi anni
come quella della “responsabilità dall’abolizione ufficiale dell’apar-
dell’amore”, attraverso la storia theid, sia facile procurasi una pi-
privata di una coppia, e solo nel bel stola e sparare; su come la violenza
mezzo del processo di scrittura, si sia parte di un processo di transi-
sarebbe resa conto di quanto gli zione da regime a democrazia che Sopra: Alfred Nobel con orecchie d’asino

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Letterature
menta fino a coprire la voce stessa
e – al limite - impedisce la conver-
sazione. Se poi uno urla per farsi
sentire lo stesso, il suono diventa

involontarie
una sirena, sovrasta ogni voce e per
intendersi non rimangano che ge-
sti e contrazioni del viso. Dopo un
po’, diciamo, il cittadino capisce:
se vuole conversare deve farlo a

Il fracasso di Fracàssia, bassa voce, altrimenti sarà costret-


to a gareggiare con un sistema di
altoparlanti incrociati che ne umi-

ovvero di come ti lieranno puntualmente le presta-


zioni. In questo modo si evita che
la gente gridi da una parte all’altra

azzittisco i passanti della piazza. Hai visto qualcuno


e gli vuoi parlare? Lo raggiungi e
gli parli solo quando ce l’hai a un

(e i Postmodernisti!) metro. Se no parte la sirena e tut-


to il resto della piazza ti odierà per
questo. Ricordate i commilitoni del
soldato Palla di Lardo – costretti a
di EDOARDO LUCATTI fare flessioni ogni volta che il loro
pingue compagno veniva sorpreso
a mangiare di nascosto? Ecco, de-

D iciamo che sei un etnosemi-


otico. Diciamo che sappia-
mo cosa questo significhi, anche se
che non sei un nazista. Potresti re-
cidere le corde vocali a tutti quelli
che superino il tetto delle quindici
clinatelo in termini urbanistici e ci
siamo.

non è vero. Diciamo che un sinda- parole al giorno, ma diciamo che Ora: diciamo che tutto ciò è com-
co ti chiama perché gli serve la tua non sei un chirurgo. Potresti mul- pletamente folle. Lucido e folle. E
consulenza. Diciamo che ti viene tare chi parla, ma diciamo che non siamo d’accordo.
esposto il problema di una città, sei un vigile. Potresti dire al sinda-
una benestante città di pianura, di co di farsi curare, perché è del tutto Ma diciamo anche un’altra cosa.
cui quel sindaco – ovviamente – è normale che in una città le persone Diciamo cioè che tutto questo è
sindaco. Questo problema è il Ru- parlino fra loro. Potresti, insom- vero: che quell’etnosemiotico –
more, dice il primo cittadino. In ma, rifiutare il lavoro, ma – voglio qualunque cosa significhi – esiste,
città non si vive più e ci vuole una dire - sei un umanista: ogni lavoro che io – miei cari lettori – ho il pia-
soluzione. Anche etnosemiotica, se è buono. cere di conoscerlo personalmente
serve. Diciamo allora che prendi il – e che questo progetto, da un mo-
tuo bel trenino e raggiungi questa C’è una sola cosa che puoi vera- mento all’altro, potrebbe perfino
città, che chiameremo Fracàssia. mente fare: avere un’idea più ma- essere approvato. Perché quella
E lì – diciamo - scopri la verità. Il lata di quella del sindaco, dargli città, che non si chiama Fracàssia,
rumore non c’è. Non si sente. Zero. corda e risolvere davvero il proble- esiste davvero.
Il più completo, monastico e pedo- ma. Come? Diciamo che sulle case
nale silenzio. Diciamo che ne chie- rivolte verso la piazza appendi in- Esiste anche, e purtroppo, una
di conto al sindaco. Diciamo che gegnosi apparecchi che emettono certa segretezza attorno alla vi-
il sindaco rimane sbigottito dalle un leggero brusio di fondo, il cui cenda e ragioni di ordine legale
tue parole e ti fa notare che apren- volume varia in rapporto a ciò che mi impongono di essere piuttosto
do le finestre si odono le persone accade in piazza. La faccenda fun- parco nei dettagli. Ma due cose ve
che parlano. Le persone, ok? Le ziona così: non appena qualcuno lo posso dire. La prima: mai e poi
persone che parlano fra loro. Ecco apre bocca, il brusio aumenta, ma mai vivrei in una città che mi im-
il rumore di Fracàssia. Il fracasso da principio è quasi impossibile pedisce di sclerare. Ho un innato e
di Fracàssia è la società che socia- accorgersene. Quante più persone periodico bisogno di urlare e non
lizza. Quello che tu devi risolvere. parlano, tanto più il brusio si ren- ho nessuna intenzione di farmi re-
Ebbene, potresti sterminare la po- de percepibile. Se qualcuno alza la darguire da un sistema di altopar-
polazione del centro, ma diciamo voce, il brusio diventa suono, au- lanti incrociati. La seconda: spero

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con tutto il cuore che il progetto questo-mondo-qui in cui puzzia-
venga approvato e realizzato. Un mo quando fa caldo, il risultare in
po’ perché esso – converrete con qualcos’altro, il continuo trasferir-
me - è del tutto geniale, e il genio si, tradursi e trasformarsi, secondo
va premiato “a prescindere”. Un processi che possiamo solo decide-
po’ perché un’esperienza di que- re di subire oppure – sarà meglio
sto tipo sarebbe le cesoia in grado
di staccare interi vagoni di cazzari
- di provare a gestire. Chi contrap-
pone la congiunzione sensualistica
Verboso
postmodernisti dalla locomotiva
della storia del pensiero, lascian-
alla separazione razionalistica, chi
denuncia “dottrine ascetiche che
metro
doli dove meritano di stare: in un privilegiano il processo cognitivo
punto morto. a scapito della vita dei sensi” (ivi,
63), ignora il fatto che sono i sensi
Non tutti i postmodernisti sono stessi – per primi – a non poter fare
cazzari, ma è vero che un alto a meno di traguardare la propria
numero di cazzari sono postmo- attività, a non funzionare se non
dernisti, il che significa che nella
repubblica di Cazzària, nel parla-
in vista di un accordo con ciò che
viene dopo e che, in questo modo,
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mento dei Cazzari, la maggioranza fa il loro presente. Provate a pen-
è postmodernista. È una maggio- sare a quando tendete il braccio
ranza chiassosa, che va ripetendo verso una maniglia, per aprire una
da anni alcune false e trite bana- porta: in quel momento state già
lità. La più grande di queste bana-
lità è quella in nome della quale
educando il tono muscolare della
vostra mano alla consistenza che
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bisognerebbe “smettere di odiare supponete propria della porta, im-
il presente” (Maffesoli 1990; trad. portando quindi il vostro prossi-
it. 91) e affrancarsi così dalla logica mo futuro nella vostra attuale co-
del dover-essere, cioè da quell’at- ordinazione, lasciando insomma
teggiamento che assume l’esistente che il “dopo” faccia il presente. La 10
– “infame” secondo Lukàs – come trasformazione è quindi condi-
qualcosa da riprogettare razional- zione inemendabile, costante, che
mente, da eccedere e trasformare investe in egual misura il cogniti-
in nome di un ideale. Ora, che que- vo e il sensibile, facendoli spesso
sto pensiero ci avesse un po’ rotto
le palle è vero. Pensare sempre nei
rifluire l’uno nell’altro. Ed è così,
ad esempio, che funziona la nuova
5
termini di un al di là (teologico, politica acustica di Fracàssia, nella
politico, morale), dimenticandosi quale il dover-essere non eccede la
che in fin dei conti si sta qua, radi- modulazione sensoriale in cui e di
cati nei propri peti, coiti e rutti è un cui, anzi, si costituisce. Una città 0
po’ come fare finta di Essere senza dove la politica diventa questione
esserci, di incarnare un’idea senza di volumi, ma non perché li decida
più essere carne. Ma di qui a soste- a monte o li sanzioni a valle, bensì
nere che ciò di cui abbiamo biso- perché emerge dal loro incessante
gno è una cultura “perfettamente regolarsi, avvicinando ogni voce
amorale,… fondata sul piacere e alla gestione sensibile del proprio
sul desiderio di stare insieme senza al di là.
uno scopo particolare e senza un
obiettivo specifico” (ivi, 49), bè, c’è Una città dove tutto questo – po-
un bel po’ di strada, la stessa – per derosa e geniale follia - potrebbe
intenderci – che dall’insufficienza accadere davvero. Ritaglia il verb osomet ro
della geometria euclidea avrebbe e attaccalo sulla schien a
condotto al rigetto della geometria del tuo amico verbos o
e non – come per fortuna è accadu-
to – alla scoperta di geometrie al-
tre, non euclidee appunto. È il pro-
prio delle cose di questo mondo, di

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Punizioni!
Verboso Il viaggio dimagrante
metro di Rosanna Lambertucci
L’eloquio deloquia: lo si
parametri, dunque, in
funzione di soglie di
di ALESSANDRO POLLINI
verbosità che ne dipanino
l’evolvere, l’involvere e
l’avvolvere.

Da 0 a 5 espressioni
I naugurando Punizioni!, Mat-
teo Bettoli racconta dell’amico
che giustifica la frequentazione di
la sua crescita personale e profes-
sionale. Nella parte successiva del
libro é esposto in forma di diario
verbose. ragazze brutte con argomentazio- cosa mangiare, come mangiarlo, e
Latenza del verboso. Il ni empiriche e freudiane, laddove quando mangiarlo nelle sette setti-
singolare riluce nel
pauperismo dei villici, si pone una contrapposizione tra il mane a seguire. Infine, in un tripu-
ramingo dinoterio prosodico principio di piacere e quello di re- dio di verdure, frutta, pesce e carni
scampato all’impudente altà, ovvero “ci vado con una brutta magre, sono descritte tutte le ricet-
glaciarsi del dire. o no? Se ci vado, dopo mi piace- te. Il viaggio dimagrante si conclu-
Da 5 a 10 espressioni ranno di più le belle”. Vi possono de con una riflessione dell’autrice
verbose. essere anche altre argomentazio- sul rapporto tra bellezza interiore
Brezza verbosa. Distendesi ni per frequentare ragazze brutte, ed esteriore e su come non si pos-
l’eloquio lungo plaghe laddove la percezione della brut- sa ricercare l’una escludendo l’al-
d’orpelli musabili,
muscovite di senso che tezza del partner é percepita dallo tra. Quando tutto sembra pronto
rattiene la voce in stesso amante piuttosto che dagli per una scontata citazione del tipo
gibigiana. amici, per i quali, si sa, le ragazze “mens sana in corpore sano”, sbuca
più belle sono sempre le proprie, a invece a sorpresa che «l’essenziale
Da 10 a 15 espressioni
verbose. discapito del detto secondo il quale é invisibile agli occhi» innovativa
Telluria verbosa. Ciacchero l’erba del vicino é sempre più verde. ed inconsueta citazione da Il Picco-
clivo del sema che Questo si traduce nella seconda ar- lo Principe.
incerona l’abisso a meta, gomentazione, secondo la quale il
liberando legioni d’una
lutulenza che ‘l pudore partner “però è bello dentro”. Tutto «Dimagrire é un po’ come fare
tenea per ascosa. questo per dire che ho letto un libro un viaggio» e sulla base di questa
bello dentro per essere belli fuori: filosofia si articola il manuale-
Da 15 a 20 espressioni Il viaggio dimagrante di Rosanna diario autobiografico. Un viaggio
verbose.
Verbocrazia. Tripudio Lambertucci (Mondadori, 174 pp. in tempo per la prova costume per
fulgente della lingua: di 17 euro). chiunque abbia acquistato il libro
fuètto s’agguizzano i prima dell’arrivo dell’estate. Per
nervi palatali; ne Il libro di Rosanna Lambertucci tutti gli altri, in tempo per tornare
promana un sentire che
mal s’addice al fucato é un manuale sull’alimentazio- sulla strada del benessere psicofisi-
anelito del frasaio e ben ne, con la descrizione accurata co, dimagriti e felici. Non nascondo
si predica, invece, d’un di un «nuovo metodo per perdere però che un pensiero cinico ha ve-
dire-miele la cui voce -
peso in 6 settimane + 1», e diverse lato al termine della lettura i miei
per ovunque - si dissipa.
parti autobiografiche per rendere buoni propositi di dimagrimento.
Più di 20 espressioni più umano il percorso di dimagri- In termini di viaggi dimagranti, chi
verbose. mento permettendo al lettore, nel di voi ha letto Sopravvissuti?
Verborrimìa. Il nulla
contempo, di conoscere l’autrice.
s’attarda nel discorso e
ne fa vano asfodelo. Tutto inizia proprio con un amar-
cord dell’autrice, che ripercorre gli
anni dell’infanzia a scuola, i mo-
menti dolorosi della propria vita,

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Biografie edulcorate
Hunter Thompson
di ANDREA MEREGALLI

N o Gonzo! No! Io non voglio


scrivere questa biografia
edulcorata in acido! Voglio resta-
le modi per eleggere un presidente
USA. Tu stesso lo hai detto: “Non si
può essere oggettivi su Nixon”.
sei seccato. Peccato. Hai chiesto
che le tue ceneri venissero sparate
con un cannone verso il cielo del
re pulito! Tu sei Hunter Stockton Colorado. Quindi, un certo Johnny
Thompson, sei un idolo! Un fottu- Appena dopo presenti Hell’s An- Depp, che nella vita fa l’attore mol-
tissimo fattone-colto-anticonfor- gels. Inchiesta interna sulla banda to cool e che è stato un tuo grande
mista-stempiato-fumatore-scerif- di motociclisti più pericolosa di amico e ammiratore, organizza
fo-alcolizzato-politico-genio-anti sempre. Infiltrato in mezzo a quei una mega festa ed esaudisce questo
Nixon-giornalista gonzo! bestioni cattivi e ubriachi e igno- desiderio gonzo.
ranti e stupratori. L’hai sfangata.
Nato a Louisville nel 1937 e cre- Anche se una volta, a dire il vero, Parliamoci chiaro, Hunter. Hai
sciuto criminale. Come sfuggire al le hai prese di santa ragione. Ma cambiato certi equilibri. Hai scrit-
carcere? Facile. Arruoliamoci in tant’è. Seguono comizi, articoli e to Paura e disgusto e già questo ti
aviazione! Dopo varie ed eventuali libri. pone di diritto nell’olimpo dei tosti.
finisci finalmente in una redazione Non hai avuto paura. Hai provato
giornalistica. Di cosa ti occupavi, In Italia un paio di anni fa pub- qualsiasi tipo di droga eccetto, for-
Gonzo? Di sport? Certo che sì. Al- blicano Cronache del rum. Dove se, l’eroina. Hai descritto e speri-
meno fino alla fine dei gloriosi anni torni un giovane giornalista a Por- mentato. Hai cambiato e criticato.
Sessanta. Prima di Rolling Stone. torico. E bevi e bevi e bevi. E sei Hai rischiato.
E della venuta dello stile gonzo. già disilluso nonostante i ventidue
Che colpo! Io, e non solo io, ti devo anni che avevi quando lo hai scrit- “Some of the truth that doesn’t
dire grazie. Per lo stile. Per la fac- to. Molto fico. L’anno scorso, infine, get written is a lot more twisted
cia come il culo. Per l’elogio e per Baldini Castoldi Dalai propone than any of my fantasies”.
la cura del dettaglio. L’oggettività Screwjack, tre racconti per un libri-
come finzione. E così è sempre sta- cino piccino piccino. Si evince che R.I.P. Dr. Gonzo.
to. Precursore che non sei altro! qui in Italia ti hanno cagato dav-
vero in pochi. Perché hai scritto
Nel 1971 pubblichi a puntate, molto di più. Almeno una dozzina
sulla pietra che rotola, uno dei libri di libri. Pochi romanzi, purtroppo.
più belli che possano capitare tra le Ma molti reportage da giornalista
mani di un uomo. O di una donna. (gonzo) di razza pura.
Dai. Diciamolo tutti insieme: Pau-
ra e disgusto a Las Vegas! Che bel- Stavi lavorando anche quando
lo. Penso di non aver mai letto dei te ne sei andato. Che beffa. Un ap-
dialoghi così. Così divertenti e nel passionato di armi da fuoco come
contempo così distaccati da una re- te. Era il febbraio del 2005 e i gior-
altà proporzionalmente disastrosa. nali parlavano di suicidio. Ufficial-
La ricerca del sogno americano. mente lo è. Suicidio. Ma io, ci credo
Che genialata! poco. Paul Roberts, il tuo grande
amico, dice che ti hanno sparato.
Negli anni immediatamente Per via di certe indagini che stavi
successivi ci dai dentro. Cerchi di portando avanti riguardo gli atten-
incularti Nixon. In Italia lo pubbli- tati dell’11 settembre 2001. Eri al
cano come: Meglio del sesso, i mil- telefono con tua moglie e ti hanno/

11
“E ra tarda sera quando K.
arrivò. Il paese era affon-
dato nella neve. La collina non si
alta, votato a metter simbolicamen-
te alla prova la distanza infinita del
quaggiù e del lassù. Ma K. viene da
la possibilità stessa di scrivere e
interpretare Il Castello”. Romanzo
meta discorsivo dunque che si basa
vedeva, nebbia e tenebre la nascon- un terzo mondo. E’ doppiamente sull’infinta ripetizione. Infinita in
devano, e non il più fioco raggio di e triplamente straniero, straniero quanto incompiuta e dunque ten-
luce indicava il grande Castello. K. all’estraneità del castello, straniero dente all’illimitato, cosi’come un
si fermò a lungo sul ponte di legno a quella del villaggio e straniero a circolo, una spirale o un labirinto.
che conduceva dalla strada ma- sé stesso poiché in maniera incom- D’altra parte Albert Camus, che
estra al villaggio, e guardò su nel prensibile decide di rompere con nel Mito di Sisifo (Bompiani, pagg.
vuoto apparente.” le sue origini come attratto verso euro) illumina Kafka con raro ge-
quei luoghi tuttavia senza attrazio- nio, ha giustamente notato che i ro-
Di letterature labirintiche ne ne per un’esigenza inspiegabile. Si manzi kafkiani obbligano il lettore
sapeva qualcosa Kafka, maestro sarebbe tentati di dire che tutto il a rileggere. La mancanza di scio-
del frammento. Il labirinto, e i con- senso del libro si trova già in quel glimenti delle situazioni kafkiane,
cetti ch’esso comporta, sono allora primo paragrafo, dove il ponte di suggerisce al lettore certe spiega-
buoni interpretanti de Il Castello legno porta dalla strada maestra al zioni che non sono mai esplicita-
kafkiano. Opera incompiuta, con- villaggio e su cui “K. restò a lungo mente confermate dal testo. Per
cepita idealmente apparire fondate ri-
proprio nella sua in- chiedono allora che la
compiutezza. L’agri- storia sia riletta sotto

Sui labirinti
mensore K. (la cui K. un nuovo punto di vi-
rinvia a Joseph K. e sta. Un cambio di pro-
a Franz Kafka, natu- spettiva, un modo per
ralmente) si trova di uscire dal labirinto.
fronte alla “beffa di
dover cartografare un
terreno non cartogra-
fabile” come sostiene
Il Castello Invischiato in una
situazione senza ap-
parente via d’uscita,
il nostro Jacopo Ciril-
lo. Sappiamo che per
definizione il labirinto
e il villaggio K. persiste comun-
que nel voler entrare
nel Castello. Come
non é rappresentabile: intrappolato nel suo
in quanto concetto di MATTEO TRELEANI stesso gioco (cosa che
possederne la mappa non puo’ non ricorda-
significa poterne usci- re l’ingabbiamento di
re. Inutile dire che il Dedalo nella sua stes-
villaggio possiede le caratteristi- e guardò su, nel vuoto apparente”. sa opera), K. non riesce a rendersi
che di un labirinto: l’agrimensore K. cerca nella nebbia il punto da conto dell’assurda evidenza dei
K. percorre la strada che sembra cui dovrebbe comparire il Castel- fatti. D’altra parte, ricorda Kafka
portare al Castello, ma senza suc- lo. Come sospeso tra due mondi, nel brevissimo racconto, Un ponte,
cesso. Il tentativo di raggiungere il non riesce a entrare in quello del “un ponte, una volta costruito, non
centro del labirinto, ossia il Castel- Castello che lo rifiuta pur avendo- può cessare di essere un ponte sen-
lo, coincide con quello di poterlo lo chiamato poiché la sua logica è za precipitare”.
cartografare e dunque con il tenta- quella della contemporanea ne-
tivo di uscirne. gazione/affermazione. Logica del
meandro per eccellenza.
D’altra parte, parafrasando
Blanchot (Da Kafka a Kafka, Fel- Il vero labirinto, tuttavia, non é
trinelli, 1983, 192 pagg. 6,20 €), si il villaggio ma il romanzo stesso.
nota che l’invenzione decisiva, e Se il ritornare sui propri passi è un
più enigmatica, non é il castello ma elemento portante di qualsiasi de-
il villaggio. Se K. fosse appartenu- dalo, Il Castello, sempre seguendo
to al villaggio il suo ruolo sarebbe Blanchot, non è una serie di even-
stato fin troppo chiaro, il suo perso- ti più o meno legati ma “una serie
naggio trasparente risoluto a met- sempre più estesa di versioni ese-
ter fine alle ingiustizie della classe getiche che portano, alla fine, sul-

12
L’angolo del
assistere a una presentazione
Powerpoint di tutti gli indizi.
Uomini che odiano le donne
rimane comunque un thriller

cinematografo
da vedere.

Attenzione: se durante que-


ste vacanze estive non avete
voglia di tuffarvi nelle gelide

Uomini che odiano le donne acque del Baltico e preferite


trascorrere una serata pia-
cevole con gli amici, magari
davanti ad una buona birra,
di JACOPO SGROI non preoccupatevi, godetevi
la compagnia, avrete sicura-
mente un’altra occasione per
Antefatto da altro, prendo il biglietto, entro recuperare la visione del so-
Guardo gli orari della program- in sala e lascio fuori tutto il resto: called “Evento cinematografico
mazione del film, scelgo la sala, mi 152 minuti, titoli di coda, fine. dell’anno”.
organizzo con qualche amico e de-
cido di andare a vedere Uomini che
odiano le donne, il cui trailer pro-
mozionale recita: “E’ il libro culto
S ono tre le storie che si in-
trecciano: quella di Mikael
Blomkvist, giornalista d’inchiesta
più venduto al mondo. E’ il primo sull’orlo del fallimento per una
capitolo della saga Millennium. E’ causa che lo vede incolpato di dif-
l’evento cinematografico dell’an- famazione, quella della hacker
no.” Minchia! Si va! Lisbeth Salander, giovane punk
ribelle, con alle spalle un passato
Misfatto difficile, e quella dei Vanger, una
Prima dell’inizio dello spettaco- famiglia di potentissimi impren-
lo, proprio davanti al cinema, io e ditori svedesi, che per anni sono
i miei amici ci imbattiamo in una riusciti a nascondere sotto un’ap-
fantastica birreria belga. Decidia- parente normalità segreti e peccati
mo di assaggiare una meravigliosa inconfessabili. La misteriosa scom-
birra trappista, poi un’altra e un’al- parsa di Harriet Vagner, nipote del
tra ancora… Il film è iniziato e noi magnate Henrik, chiamerà Mikael
siamo ancora lì a degustare… in e Lisbeth a indagare insieme sul
breve: la serata si è trasformata in caso: il leitmotiv della narrazione
Uomini che amano la birra. è la violenza, subita e vendicata.
Niels Arden Oplev non lascia quasi
Morale nulla all’immaginazione e ci mo-
Amo andare al cinema con gli stra dolore, follia e crudeltà.
amici, condividere con loro idee,
impressioni e giudizi. Se però la A livello narrativo, Oplev è riu-
serata mi porta altrove, non esito scito a dipanare la matassa in ma-
a cambiare programma. Mai e poi niera molto chiara: i personaggi
mai potrei entrare in sala a spet- sono ben tratteggiati ed è difficile
tacolo iniziato: il mio desiderio di perdersi nella trama; tutti gli in-
andare al cinema deve rimanere dizi sono svelati in una successio- UOMINI CHE ODIANO LE DONNE
saldo, e se qualcos’altro mi distrae ne lineare. Forse è proprio questa (Män som hatar kvinnor) di Niels
allora significa che non sono pron- semplicità a non avermi convinto Arden Oplev con Michael Nyqvist,
to a godermi la proiezione. del tutto. Pur non annoiandomi Noomi Rapace, Sven-Bertil Taube
durante la visione, a volte alcune - Svezia/Danimarca 2009 - Bim Di-
Il film ripetizioni e dialoghi li ho percepi- stribuzione. Tratto dall’omonimo
Decido di provarci il giorno suc- ti come un po’ troppo didascalici; libro di Stieg Larsson, Marsilio ,
cessivo e senza lasciarmi tentare in certi momenti mi è sembrato di 2007, 676 p.

13
«E l viento viene, el viento
se va, por la frontera [...]
El hambre viene, el hombre se va,
stanno mangiando le formiche».
Cent’anni di solitudine é un’opera
d’arte dove la prima folata di vento
stessa domanda dieci o quindici
anni fa. Quanta miseria, quanta
paura giustificata di volare in alto.
cuando volvera, por la carretera» alla fine del libro sorprende anche Non ci resta che la lettura e poco
canta Manu Chao e cantavo io sul noi, dall’altra parte della pagina. altro di fronte alla massificazione
bus che in poche ore mi avrebbe Porta le voci del passato, i sospiri di dei gusti e dei sapori, degli stili,
fatto percorrere a ritroso il tragitto delusioni, le nostalgie. La seconda della comunicazione. Non é il bar
di più giorni a piedi riportandomi sradica la casa e porta la consape- a salvarci, non é lo sfogo sessuale
da Puente de la Reina a Pamplo- volezza di una storia familiare che dell’atto motorio dell’accoppia-
na. Certo nel delirio di un viaggio il lettore vede svolgersi per tutto mento. Soffia il vento e noi ne sia-
che vale un sogno non mi sarebbe il romanzo e che Aureliano legge mo traspostati, senza possibilità di
potuto venire in mente neppure nelle pergamene dello zingaro Me- opporci. Ogni tanto, persi in questa
sforzandomi Onitsura, che a brezza costante e stan-
cavallo tra il milleseicento ed ca, troviamo un poco di
il millesettecento compone quiete. Allora possiamo

Viaggi
l’haiku «Fischiando/ il vento rabbrividire alle parole
vaga nel cielo/ peonie di metà di Henry Miller in Tropi-
inverno». Mentre valuto come co del Cancro: «Il mondo
il paese del Sol Levante abbia é un cancro che si divo-
esportato forme d’arte miglio- ra... penso a quando il
ri della composizione di hai-
ku -avrei proprio ora voglia
di sushi- preferisco pensare
Il vento grande silenzio scenderà
su tutto e dappertutto;
allora infine trionferà la
al vento che spinge le navi nei musica. E quando tutto
porti di altri poeti. Dormono di ALESSANDRO POLLINI si sarà ritratto in grembo
le navi dall’umore vagabondo al tempo, tornerà il caos,
nell’Invito al Viaggio di Char- e il caos é la partitura su
les Baudelaire, poesia tratta cui é scritta la realtà. Ta-
da I fiori del male. Il mondo si ad- lquiades fino al momento, anche nia, tu sei il mio caos. Ecco perché
dormenta in una luce calda colora- quello scritto nelle pergamene, di canto».
ta di oro e di giacinto. Le navi ven- una morte accompagnata dal ven-
gono dall’altro capo del mondo per to. Mi torna alla mente un libro
avverare ogni piccolo desiderio. semplice, meraviglioso e morali-
sta che ho letto per la prima volta
Ritorno in Giappone con Il libro alle scuole elementari. Il Piccolo
del vento, la graphic novel di Jiro Principe deve prendersi cura della
Taniguchi e Kan Furuyama. Un sua rosa sul piccolo pianeta dove
tragico finale vuole che, mante- vive. Il piccolo e noioso fiore non Mi sono venuti in mente in que-
nendo la spettacolarità delle storie ha paura delle tigri, ma orrore delle sto articolo: Manu Chao - Clande-
di Samurai del periodo Edo, Yasha- correnti d’aria. Il Piccolo Principe, stino (CD Virgin, 19,90 euro); Le-
maro, non riuscendo ad applicare saggio e saputello, va in cerca di un onardo Vittorio Arena (a cura di)
la tecnica del “vento contrario” paravento. Un mondo piccolo come - Haiku (Rizzoli, 107 pp., 5,90 euro);
contro Jubei, utilizzi la propria un monolocale tradotto in più di Charles Baudelaire - I fiori del male
morte come strumento per la vit- centottanta lingue, per la gioia non (Garzanti, 347 pp. 8,50 euro); Jiro
toria del duello. Una grande opera solo di noi lettori, ma anche di An- Taniguchi, Furuyama Kan - Il li-
che tuttavia non può nulla contro toine de Saint-Exupéry e dei suoi bro del vento (Panini, 226 pp. 12,50
lo splendore dei ventotto volumi di eredi. euro); Kazuo Koike, Goseki Koji-
Lone Wolf and Cub, un capolavoro ma - Lone Wolf and Cub (Panini,
del fumetto che non merita certo la Vagare spinti dal vento, por la 28 volumi, cad. 320 pp. 5,50 euro);
condanna ad un titolo, nella versio- carretera, o fermarsi a costruire Gabriel García Márquez - Cent’an-
ne italiana, tanto bieco ed anglofo- paravento di fronte al caos? Quan- ni di solitudine (Mondadori, 404 pp.
no. Una morte ben più spettacolare ta noia, e che domande banali. 12 euro); Antoine de Saint-Exupéry
attende Aureliano Babilonia nel Quanta pochezza di inventiva nel - Il Piccolo Principe (Bompiani, 121
romanzo capolavoro Gabriel Gar- porsi tali questioni quando già si pp. 7,50 euro); Henry Miller - Tropi-
cía Márquez. «Il primo della stirpe ha un lavoro e si sta bene attenti a co del Cancro (Mondadori, 382 pp.
é legato a un albero e l’ultimo se lo non perderlo, diverso era porsi la 9 euro)

14
Oh, Scena!
arriva solo per inquadrare questa
scelta in un più grande disegno di-
vino che blablabla: inutile. Ma, si
sa, il deus ex machina alla fine di
una tragedia greca è un po’ come

ƜƨƪƮƩƲпƲƦư[1] l’esplosione alla fine di un film con


Bruce Willis.

E siamo finalmente al punto


di SIMONE ROSSI della puntata, e il punto è una do-
manda: perché leggere nel 2009
una tragedia greca scritta nel 400
Entra, trascinandosi, Filottete. Lemno perché il suo piede incan- avanti Cristo, con tutti i cliché di
crenito puzza da far schifo, e la una tragedia greca, in cui la gente
Malvagio di razza di malvagi! guerra di Troia non sta andando parla come in un libro stampato e
Sacco di empietà! Tu, pessimo tra per niente bene, e averci nell’ac- l’immedesimazione del lettore nei
gli uomini! Tu, impudentissimo! campamento uno che si lamenta di personaggi è pari a zero?
Tu, esecrabile! Tu, incapace di al- continuo per il mal di piedi gli im-
cunché di onesto e libero! pedisce di leggere l’Arte della Guer- Risposta: perché le dieci righe
ra di Sun-Tzu in santa pace. Ma finali in cui Filottete dà l’addio
Bentornati a Oh, Scena!, la ru- cosa sto facendo, sto raccontando all’isola di Lemno sono di una bel-
brica che tratta i testi teatrali come la trama? La trama – irrilevante – lezza struggente, meglio dell’Addio
se fossero libri, e che tratta Ulisse vede Ulisse e Neottolemo prende- ai Monti dei Promessi Sposi e, per
come meriterebbe di essere tratta- re il mare e raggiungere la brulla l’appunto, molto più corte. Ecco, a
to: a calci in faccia. Perché Ulisse, Lemno, giacché l’indovino Eleno questo punto vi è venuta una gran
diciamolo una volta per tutte e spe- ha vaticinato: “mai e poi mai avreb- curiosità di leggerle. Perché, dun-
riamo che Omero sia anche sordo, bero distrutto la rocca di Pergamo que, leggere una tragedia greca?
Ulisse, diciamolo, è un farabutto. se non avessero ricondotto tra loro Per curiosità.
Sofocle, almeno, lo dipinge così. E quest’uomo persuadendolo con le
noi non ce la sentiamo proprio di parole e togliendolo dall’isola ove
contraddire Sofocle. ora si trova” (la rocca di Pergamo Sofocle – Filottete (Einaudi)
sarebbe Troia). Perché Filottete, lo
Dice Ulisse: “Lo so bene, ragaz- zoppo fetente lamentoso Filottete,
zo, che tu per nascita e natura non è il tiratore con l’arco più veloce del
sei fatto per dir menzogne e ordire West, e senza di lui la guerra non si
trabocchetti. E tuttavia coraggio! vince.
E’ bello conquistare la vittoria! Ne
avremo poi delle occasioni per di- Filottete, dai, torna a far la guer-
mostrarci giusti. Ma ora, per il bre- ra con noi! No. Eddai! No. Per favo-
ve spazio di un giorno, concediti a re, Filottete! No. “Ferrea Necessità
me per qualcosa di indegno. E poi, lo comanda”! No. Ok, allora ciao,
nel tempo futuro, guadagnati pure rimani pure qui nel tuo buco di
la fama del più pio dei mortali”. Il culo di isola, che poi con l’arco non
giovane e sprovveduto Neottolemo sei ‘sto gran che, vieni Neottolemo,
non ha colpa, è giovane e sprov- andiamo via. No, aspettate, vengo
veduto, e quando Ulisse ti dice anch’io. Ah, la psicologia inversa.
“concediti a me per qualcosa di in-
degno” non puoi proprio tirarti in- Appare dall’alto, circonfuso di
dietro, no, nemmeno se sei il figlio luce, Eracle.
di Achille (Neottolemo è il figlio di
Achille). Ta-dààà! Il deus ex machina. Il
deus ex machina più inutile del-
Siamo a Lemno, un sasso in la storia della letteratura, giacché
mezzo al mar Egeo che gli ottimi- non c’è alcun conflitto da dirimere:
sti chiamano isola. Filottete non è Filottete ha già accettato di segui- [1]
Qui dovrebbe esserci la traduzione.
ottimista: Ulisse l’ha confinato a re quel farabutto di Ulisse: Eracle E invece, non c’è! Sorpresa!

15
Il Cruciverboso
1 2 3 4

18 19 20

24 25

di MICHELE MARCON 32 33

37
ORIZZONTALI festoso che accompagna il torero -
67. Il formato di compressione Ad- 41
1. Yourcenar, scrittrice francese vanced Audio Coding - 69. L’Iliade
(iniziali) - 3. Leggendario sceriffo incompiuta - 71. La bocca ai tempi 45 46
interpretato al cinema da Kevin di Cicerone - 72. Regina della disco
Costner - 7. È comune a noi… e a music anni ’70… ma solo d’“estate”! 54 55
Dickens - 12. La storia di Bastian e - 74. Popolano la mente degli scrit-
Atreyu - 18. La musica di Eminem - 61
tori fantasy - 76. Semiologo fran-
20. Blocca i Dubliners di Joyce - 22. cese citato da Guccini - 79. L’or-
67 68 69
Comune abbreviazione di matrice ganizzazione armata che sostiene
anglofona che indica il documento l’indipendentismo basco - 81. È
76 77
d’identità - 23. Sta per satellitare acceso a Londra - 82. Indica l’ano-
- 24. Uno dei Kennedy - 26. Genio malo, il diverso - 83. John, avventu- 82
malefico che inventa una macchi- riero scozzese che esplorò le terre
na per riprodurre la realtà in un artiche canadesi - 85. Secondo la 87 88
romanzo di Adolfo Bioy Casares - Genesi generò Matusalemme, che
27. Famosa bibita… “per voi e per generò Lamech, che generò Noè… 96
gli amici” - 31. Prefisso che sta per - 87. Accompagna il gol allo stadio
tutto, totale - 32. Ricardo, interpre- - 89. Variante eufonica di una pre- 99
te in numerosi film di Manoel De posizione - 91. Indica il tritolo - 93.
Oliveira - 34. Storico club calcistico Filosofo empirista strenuo soste- 105 106 107
con sede a Ferrara che da anni mi- nitore della rivoluzione scientifica
113 114
lita nelle serie minori - 35. Uno dei - 95. Andata e Ritorno - 96. Filoso-
film meno riusciti di Hitchcock, si fo in cammino - 98. Mars Recon-
119
dice che ne girò 5 finali, rimanendo naissance Orbiter, sonda spaziale
in ogni caso insoddisfatto - 36. Il della NASA - 99. L’extraterrestre di 125
tamburo africano… dimezzato - 37. Spielberg - 100. Malattia degenera-
Tagliar i capelli a zero e palindro- tiva del sistema nervoso che colpi- 130
mo involontario - 38. Fisico danese sce frequentemente gli atleti - 101.
premio Nobel per la sua ricerca sul- Associazione Sportiva - 102. La pia- 137 138
la struttura degli atomi - 39. Un tipo ga dell’adolescenza - 104. Lo era un
di sushi - 40. Prima di oggi e doma- mambo di Serge Gainsbourg - 105. 141
ni in un film di De Sica - 41. Confis- Famoso scrittore americano i cui
so odontoiatrico relativo allo smal- testi vennero stravolti dal proprio 146 147
to dei denti - 42. L’autore di Addio editor (iniziali) - 107. Simbolo dello
alle armi (iniziali) - 43. Gravami, zeptocouloumb - 109. Mete senza 153 154

obblighi - 45. Alleanza Nazionale inizio - 111. Sta con Kant secondo
159 160 161
- 46. L’affermazione più usata - 47. Eco - 113. Internet Protocol - 114.
Il “padre della fantascienza” - 51. Tardiva nella maturazione - 117.
167
La più piccola parte - 54. Il grande Jonathan, autore de La banda dei
giornalista Montanelli - 56. Marca brocchi - 118. Divinità che proteg- 174 175
di laptop - 57. Sta tra Sharm e Shei- geva la vegetazione il cui culto era
kh - 59. La nazione che, da quel che diffuso presso i fenici - 119. Acer- 181 182
si dice in giro, ci “mangerà i risi rimo nemico di Tex Willer - 120.
in testa” - 60. Niccolò, ex scrittore World Record - 122. Filosofo isla- 187 188
cannibale (iniziali) - 61. Istituto mico nato a Cordoba - 125. Ne è
Europeo di Design - 62. Letteral- affetto… chi alza troppo il gomito 194
mente scritto a mano - 65. Grido - 126. Poeta inglese autore di The

16
5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17

21 22 23

26 27 28 29 30 31

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189 190 191 192 193

195 196 197

17
Age of Anxiety - 129. Antonella, ex dell’inventore - 187. Il tuttofare di di sangue attraverso la rete vasa-
presentatrice de La prova del cuo- Bukowski - 190. Figlio di Giuda che le - 50. Uva bianca pregiata diffusa
co - 130. Profonda insenatura co- disperdeva il suo seme per terra e nel Piacentino - 52. Immagini sacre
stiera formatasi per sommersione per questo fu punito da Dio - 192. dipinte su legno - 53. Ai lati d’Italia
parziale da parte del mare di una Congenita o implicita - 194. Libidi- - 54. Mezza Italia - 55. Elvis lo era
preesistente valle fluviale - 131. I ne, frenesia, fregola - 195. Congiun- del rock - 56. Corrente del jazz nata
maturandi aspettano con ansia zione avversativa sussurrata da negli anni ‘80 - 58. Ha per capitale
quello degli esami - 133. Formato Galileo dopo l’atto di abiura - 196. Vientiane - 63. Eventi prodigiosi
di codice a barre utilizzato in Eu- Bisogno, necessità - 197. L’isola di cari agli aruspici - 64. Movimento
ropa - 135. Fu uno degli Argonauti Parigi politico italiano di estrema destra
che meno si distinse per le proprie (acronimo) - 66. Articolo determi-
gesta - 137. Secondo Schopenhauer nativo spagnolo - 68. Di cognome
quello di Maya separa la parvenza VERTICALI fa Guthrie ed è un cantante folk
dalla realtà - 139. Prima di Wu Ming statunitense - 70. Lega Nazionale
fu… - 141. Brano che tocca il culmi- 1. Mister abbreviato - 2. I paladini Dilettanti - 73. Non ammette l’esi-
ne del nichilismo degli Smashing della giustizia che si oppongono al stenza di un’entità soprannaturale
Pumpkins - 143. Simulazione ab- Trio Drombo in un anime giappo- trascendente e immanente il cui
breviata - 144. Storico gruppo mu- nese degli anni ‘70 - 4. Ascoli Pice- rapporto con l’essere umano viene
sicale pop svedese - 145. Romanzo no - 5. Per gli induisti è il settimo chiamato religione - 75. Dario, ulti-
e film con il demoniaco pagliaccio avatar di Vishnu - 6. A favore - 7. mo premio Nobel per la letteratura
assassino - 146. Lunghissima sud- Prima lettera dell’alfabeto ebraico, italiano - 77. Patriarca della Bibbia
divisione del tempo storico - 147. e non solo… - 8. Sottile pellicola di che fuggì da Sodoma prima della
Insieme degli organi amministra- polietilene tereftalato, resina ter- distruzione della città - 78. Iniziali
tivi centrali e periferici che gover- moplastica adatta al contatto ali- dell’Alajmo, scrittore italiano - 80.
nano la Chiesa - 149. Incapacità, mentare - 9. Isabella, scrittrice pulp Aumentano col passare del tempo -
derivata da turbe nervose, di espri- italiana (iniziali) - 10. Espediente 82. Rifiutare, sdegnare - 84. Se non
mersi con i muscoli facciali e con caro al postmodernismo (abbre- parlo… - 86. Kenzaburo, premio
gli arti - 152. Differenzia dall’hard- viato) - 11. Tentate, azzardate - 13. Nobel per la letteratura nel 1994 -
core la musica dei Codeine o dei Capolavoro di Borges che come un 88. Scrittore turco autore di Istan-
Low - 153. Si firma così l’autrice (o faro ci indica la via - 14. Quelle di bul (iniziali) - 89. L’arte dell’antica
autore) del caso editoriale Vampi- Marzo furono letali a Giulio Cesa- Roma - 90. Caro, beneamato - 92.
retta - 154. Nell’antichità era il fiore re - 15. Linea che unisce tutti i luo- Stressato, nervoso - 93. Lo erano le
sacro dei morti - 156. Sta in fondo al ghi aventi uguale temperatura nel notti di Dostoevskij - 94. La regione
corridoio - 157. Nome di donna che mese più caldo - 16. I sandali alati abitata dagli hobbit - 95. Relativo ai
unisce Boris Vian a Duke Ellington calzati da Hermes - 17. Secondo il ragni - 97. Cortile interno circonda-
- 159. Monte che franando provocò greco non si possono dividere - 19. to da un porticato - 98. Rendere mi-
il disastro del Vajont - 161. Hewitt, Disposto normalmente rispetto al nore - 103. Il capitano interspaziale
tennista australiano (iniziali) - 162. terreno - 21. Secco, inaridito… ad- interpretato da Michael Jackson in
Il Flanders dei Simpson - 163. Pas- dirittura bruciato - 25. Era “nuovo” un cortometraggio diretto da Fran-
sato remoto del verbo fingere - 165. quello di Roosvelt - 28. La droga cis Ford Coppola - 104. Dilatazione
Io sono, a New York - 167. Località sintetica usata nel mondo nuovo della pupilla - 106. Autore di Fight
o ubicazioni - 169. Importante eti- di Aldous Huxley - 29. Società Per Club (iniziali) - 107. Gradevole
chetta discografica - 171. Balenìo di Azioni - 30. Una quercia a Central brezza primaverile - 108. A detta
luce riflesso da uno specchio - 174. Park - 33. Insieme delle regole che di (quasi) tutti, l’attuale situazione
Fiume russo e prefisso al clero se- governano la corretta accentazione economica - 110. La fine dei fratelli
colare - 175. Dottrina religiosa che dei versi - 37. Il Dio Sole dell’antico Coen - 112. Il fondatore del nuovo
predica un’esistenza di assoluta Egitto - 38. Il palazzo sede centra- movimento religioso basato sul-
povertà - 179. L’ex Ente Nazionale le dell’Università di Padova - 39. la credenza che gli alieni abbiano
Idrocarburi - 180. Nel bel mezzo Il Teocoli comico - 40. Invernale creato la vita sulla terra - 114. La
del crollo - 181. Lettera scritta da per i poeti - 42. Scrittore francese metà di un best seller - 115. Ca-
certe gambe di donna - 183. Prima autore de Le particelle elementari postipite della dinastia ottomana
persona singolare del presente in- (iniziali) - 44. Il Rota compositore e primo sultano - 116. Attendere,
dicativo di tirare coniugato in for- per i film di Fellini - 47. Il capitano aspettare… in inglese - 119. Scia-
ma riflessiva - 184. Il duo musicale che dà la caccia a Moby Dick - 48. gurata, afflitta da dolori e sventure
francese che fa musica elettronica 6 in lettere - 49. Fisiologicamente - 121. Gorge Herman, detto Babe,
- 185. La prima rivoltella, dal nome parlando, zona del corpo rifornita fu il primo giocatore a battere 50

18
fuoricampo in una stagione nella MLB - 123. Si chiede poesia medievale praticata dai trovatori - 160. Coloro
quando si è commessa una colpa non grave - 124. Istru- che ostentano un atteggiamento sprezzante, indiffe-
ito, informato - 127. John, dall’omonimo film di Frank rente, spesso considerato insensibile - 164. Ebay… così
Capra - 128. Discorsi vaghi e poco comprensibili - 131. come si pronuncia! - 166. Cittadina sulla costa della
Mircea, scrittore rumeno esperto di storia delle religio- Crimea dove fu deciso l’assetto politico internazionale
ni - 132. Cogito ergo… - 134. Era chiara quella di Vasco dopo la Seconda Guerra Mondiale - 168. La tecnica nar-
- 136. In chimica organica è un gruppo funzionale de- rativa di William S. Burroughs - 170. Importante stazio-
rivato dall’etano - 137. Il facondo epitetato con spregio ne spaziale russa che rimase in orbita per più di dieci
- 138. Con J fa il marchio di Jennifer Lopez - 140. Colui anni - 172. L’ultima offesa a Gesù Cristo - 173. Nick, at-
che vaga senza meta - 141. Secondo Heidegger sta in tore americano - 174. La birra più amata da Homer Sim-
coppia con Sein - 142. Scatto conclusivo in prossimità pson - 176. In origine “pappone”, oggi “figo” nello slang
del traguardo - 143. Il monte su cui è costruita la città di - 177. Nella prima serie recitava Gorge Clooney - 178.
Gerusalemme - 147. Ninfa che nascose al mondo Ulisse La vecchietta del cartone animato che rimpicciolisce
per dieci anni - 148. Simbolo chimico del rutherfordio grazie a un cucchiaino magico - 182. Triacetato di cel-
- 149. Il Capone gangster - 150. Ragionamento capzioso lulosa - 184. Il primo presidente fu Yasser Arafat (sigla) -
che si fonda su artifici logici - 151. Il palazzo sede del- 185. Cansei de Ser Sexy, gruppo musicale electro-indie
la Presidenza del Consiglio dei Ministri - 152. La droga brasiliano - 186. L’olio per i motori delle gare americane
sintetica usata nel mondo nuovo di Aldous Huxley - 155. di NASCAR - 188. Avanguardia Operaia - 189. La bevan-
Pianta rampicante sempreverde - 158. Forma fissa della da dei lord inglesi - 191. Aosta - 193. Né sì né no

Charlie VS Joyce
È sempre una questione di stile
di CARLO ZUFFA

E ro pronto, con un diario nuovo


nuovo dove trascrivre la mia
sfida con te, James! Pronto a rifar-
il fenomeno da bar che dice di leg-
gere mega-classici solo per farsene
vanto con gli altri astanti... Bene, in
lo schematizzare l’intera narra-
zione, dividendo gli avvenimenti
secondo l’orario in cui si svolgono
mi della debacle subita contro Mar- effetti è così. Ma questa rubrica non e assegnare ad ognuno una preci-
cel, ma dopo le prime dodici pagine si traformerà nel mio 8 e ½, dove sa simbologia per rappresentarli,
stavo già sudando e vecchi incubi non sapendo cosa scrivere cerco di ma soprattutto uno diverso stile
letterari mi tornavano alla mente! occupare spazio scrivendo del mio di narrazione. Li tratteremo uno a
non leggere. Quindi ora rimboc- uno nei prossimi mesi, parlando di
Citando Wikipedia, il tuo Ulisse chiamoci le maniche... quel 16 Giugno 1904.
viene considerato il libro più dif-
ficile da comprendere. Per alcuni è Ricostruire e riambientare nell’ar- James non credere che ti molli qui.
considerato addirittura “illeggibile” co di una giornata, trasportando- Ora ti porto sotto l’ombrellone e ne
e sinceramente non me la sento di la nella Dublino dei primi ‘900, riparliamo dopo le vacanze. Hai
dare torto a Wikipedia. un’epopea durata 3650 volte tanto, fatto un romanzo a tua detta pieno
bisestili esclusi, ambientata nel di enigmi e quasi impossibile da
Quando pensavo di aver toccato il Meditterraneo. Per di più un paio comprendere, orbene allora chi ti
fondo con la Recherche arriva la fa- di millenni dopo. Ok, parliamone. dice che anche questa mia disqui-
migerata pagina 12! Sono arrivato a sizione non lo possa essere...
pagina 12 e ora crederai che io sia Parliamo appunto dello stile e del-

19
C hiacchierando di Rousse-
au, si diceva di come i suoi
amori con donne molto più grandi
Ambizione militare e devozione
divina? Esatto. La storia è di quel-
le che fin dall’inizio senti già come
in fondo le storie che girano sono
sempre quelle: lo dice prendendo
in giro i suoi impacciati amanti,
avessero ispirato vivaci fantasie finirà. Da quando gli occhi si in- che non sanno gestire le travol-
nella successiva letteratura. Non crociano e le pelli si cercano, sai genti emozioni che d’improvviso
da ultimo Stendhal, nome ormai già cosa aspettarti. Ma si aspetta li assorbono fino a non sapere più
evocatore di svenimenti improv- comunque volentieri. Poco impor- cosa ne sarà di loro. A Parigi, sareb-
visi, crolli di nervi e strapazzi di ta se dopo circa 80 pagine iniziano be stato diverso. “A Parigi gli amori
cuore di fronte alle magnificenze solo a sfiorarsi le mani, tutto quello sono figli dei romanzi. Il giovane
artistiche. che resta in mezzo è una delizia di precettore e la sua timida amante
attese, particolari, delicate suppo- avrebbero trovato in tre o quattro
Neanche a farlo apposta, Henri- sizioni. Non per nulla Nietzsche ha romanzi l’esempio chiaro di quale
Marie Beyle, in arte Stendhal, nac- definito Stendhal come “l’ultimo fosse la loro situazione: i romanzi
que a Grenoble nel 1783 in una via degli psicologi francesi”. avrebbero tracciato loro un ruolo
che oggi si chiama…via Stendhal? da giocare, avrebbero mostrato
No. Via Jean-Jacques Rousseau, per E d’altronde una storia che sia loro un modello da imitare…ma in
l’appunto. già detta nel suo stesso annun- una piccola città di campagna tutto

Déjà lu
Il rosso e il nero è un romanzo rosa?
di GRETA TRAVAGLIATI

Lo pseudonimo Stendhal lo ciarsi non è certo cosa anomala. procede più lentamente, tutto si fa
scelse in onore di Johann Winckel- Le strutture narrative sono spesso a poco a poco, in modo naturale”.
mann, fondatore dell’archeologia molto simili tra loro, pensiamo solo Ci piace molto questa idea che gli
moderna nato a Stendhal, in Ger- ad Anna Karenina di Tolstoj, pub- amori siano figli dei romanzi e non
mania; decisione che lascia molto blicato per la prima volta nel 1877. viceversa. Ci piace meno l’idea che
intendere riguardo la bislacca fan- Viene da chiedersi se non abbia non sia comunque un modo natu-
tasia del nostro autore. Amava tan- scopiazzato qualcosina dal nostro rale di svilupparsi degli eventi. Ci
to l’Italia, in particolare la Certosa Stendhal. Altrimenti significhereb- piace l’idea che le sensibilità siano
di Parma ed i sigari toscani, di cui be che nella fredda Russia e nella addomesticate o inselvatichite da
era dotto estimatore. La sua tomba, romantica Francia la pensavano un una cultura affamata, che divora le
a Montmartre, porta addirittura po’ allo stesso modo su quello che nostre storie per sputacchiarcele in
l’epitaffio “Henry Beyle milanese”; deve imbarazzare e tormentare le faccia sulla carta, permettendoci
tra parentesi, mezzo coperto dalla signore per bene, mischiandoci poi quindi di prenderne coscienza. In
muffa, appare anche lo pseudoni- dentro voci e profondità di culture fondo siamo già abituati a vederci
mo Stendhal e per fortuna, altri- drasticamente diverse. La questio- sempre solo tramite uno specchio,
menti vattelapesca te a riconoscer- ne è che il piacere della lettura ha che sia di parole e carta questo con-
lo in mezzo a tutte le tombe. ben poco a che fare con le trame, e ta poco. Se da uno specchio in Rus-
questo lo si intuisce ancora meglio sia poi il marito di Anna Karenina
Il Rosso e il nero, scritto nel 1830, con opere dalla semplicità disar- riuscisse a vedere cosa combina
è un titolo la cui banalità simboli- mante. Mme de Renal quando M. de Renal
ca non può lasciare indifferenti. va al lavoro, allora sì che la trama si
Cosa rappresenteranno questi co- Lo dice anche Stendhal a propo- complicherebbe. O forse no.
lori, amore folle e odio distruttivo? sito della vita reale e dei romanzi,

20
Aria fritta? dell’idrogeno. Prendi dell’idrogeno patente, che in un futuro non trop-
(H 2) e lo bruci, ottieni energia con po lontano servirà come vettore di

S arà la calura, i granchi e la


sabbia ma tutte le estati, tra
un sudoku e un cruciverboso, qual-
cui ci fai un po’ quello che ti pare, e
l’idrogeno diventa acqua. Fantasti-
co, un sacco di energia, poco peso
energia. Una specie di pila in cui
immagazzinare con alta efficienza
e per tempi lunghi l’energia pro-
che bamba si incaponisce e cerca e nessun prodotto tossico come dotta da fonti rinnovabili (eolico,
di rovinarmi il piacere della spiag- succede bruciando il petrolio. Però solare e compagnia bella). Queste
gia spiegandomi come produrre risulta chiaro che l’idrogeno non lo infatti soffrono di un grosso pro-
elettricità dall’idrogeno. Forse la posso fare dall’acqua, che è il mio blema: sono discontinue e l’ammi-
crisi e l’aria condizionata aiutano a prodotto finale. Per produrre idro- nistratore del parco eolico non ha
sollevare l’argomento. geno dall’acqua (elettrolisi) devo nessuna voce in capitolo per dire al
spendere esattamente l’energia che vento quando soffiare. Così l’ener-
Bisogna partire da Adamo ed ottengo quando lo brucio. Anzi, di gia è prodotta un po’ quando pare
Eva, anzi no, bisogna partire dal più, a causa di questo bastardis- a lei. Decisamente scomodo. Molto
logos. La termodinamica. Parola simo secondo principio della ter- più furbo quindi usare tale energia
ad un contempo affascinante e ter- modinamica da cui non si scappa. per trasformare acqua in energia
rificante. Potente ed arcana come Allora da dove si può fare? Ovvio! sempre disponibile. Una trovata

Pillole di scienza
(per topi da biblioteca)
di FABIO PARIS

la magia di una strega. Il secondo Dal petrolio! Io faccio una reazio- non meno spettacolare del trasfor-
principio della termodinamica, il ne strana col petrolio e ne ottengo mare l’acqua in vino.
condottiero più valoroso di questa anidride carbonica e idrogeno.
scienza, ci dice che qualunque cosa Wow! Mica tanto... Innanzitutto ho L’altro grande vantaggio del caro
facciamo sprechiamo energia. Lo si un passaggio in più rispetto a bru- amico H 2 sarà usarlo per le auto-
può dire un po’ più correttamente ciare direttamente il petrolio, e l’ef- mobili. Addio smog. Solo un po’ di
in vari modi, molto più eleganti ficienza per forza di cosa diminui- vapore fuori dalle auto. Lo svantag-
che vanno dall’oscura formulazio- sce (di nuovo il secondo principio gio è solo nella pericolosità del no-
ne “L’entropia è proporzionale al che bussa a bastoni), poi in questo stro caro gas. Che se non lo si tiene
logaritmo dell’ipervolume nello modo emettiamo la stessa quanti- per bene a bada fa dei botti che si ri-
spazio delle fasi accessibile al si- tà di gas serra (anzi di più, perchè cordano a lungo. Parola di chimico.
stema” al più chiaro enunciato di l’efficenza diminuisce). Il risultato
Kelvin “Non è possibile, nemmeno netto è una maggior quantità di pe- In poche parole, evviva l’idroge-
in linea di principio, realizzare una trolio consumato per meno ener- no ma con calma. E se sotto l’om-
macchina termica il cui rendimen- gia. Bella mossa! brellone vi importunano o volete
to sia pari al 100%”. semplicemente fare i belli con una
Ad ogni modo i discorsi sull’idro- turista tedesca (i tedeschi si sa che
Torniamo a noi. L’idrogeno, geno non sono tutta aria fritta. sono avanti nel campo energetico)
atomo estremamente comune, si Anche se non è possibile che sia il potrete bussare a bastoni.
trova in natura sostanzialmente nuovo sostituto per i combustibili
in due sostanze. Acqua e idrocar- fossili questo infiammabilissimo e
buri, ovvero petrolio. L’acqua è il pericolosissimo gas una sua utilità
prodotto finale della combustione ce l’ha. Può servire, e mi gioco la

21
Il demone della
tere dentro come in uno spec-
chio. Sto parlando dell’Amleto.
Con un semplice quesito il
bardo dell’Avon cristallizzò

coscienza
nei secoli il dubbio esistenzia-
le: “Essere o non essere”. Per
prima cosa ci tengo a sottoli-
neare che, mentre il disgra-
ziato principe di Danimarca

Breve filologia dubbiosa pronunciava queste fatidiche


e pensantissime PAROLE,
non aveva affatto un teschio

del dubbio in mano. In secondo luogo vi


invito a soffermarvi proprio
sulle parole (come debitamen-
te segnalato dal – come non
di MICHELE MARCON detto – maiuscolo). Poco pri-
ma che pronunciasse il quesi-
to capitale, Polonio si azzarda

I l mese scorso ci siamo lascia-


ti con alcuni interrogativi che
attendono una risposta. Se mi do-
stui è l’uomo a noi contemporaneo,
cioè l’uomo senza miti né certezze,
lacerato da intime, insolubili con-
a chiedere ad Amleto, che in
mano tiene un libro, cosa stesse
leggendo. La risposta è lapidaria:
mandate chi è meglio tra Shakespe- traddizioni. È proprio quello che “Parole, parole, parole”. Polonio
are e Gide, vi rispondo che non c’è stiamo investigando. L’uomo la non era certo una cima (non per
gara; vince Shakespeare 10 a 0. Io cui coscienza ipertrofica diventa niente è il primo a fare una brutta
poi sono tra quelli che preferisco- un impedimento al quieto vive- fine) perciò ribadisce la domanda:
no i Pearl Jam ai Nirvana, il dolce re. L’uomo che sente la mancanza “Ma cosa dicono queste parole?”.
al salato, il vino alla birra e De Sica dell’Assoluto (ancora con l’ineffa- Non l’avesse mai chiesto… la rispo-
a Boldi. Ma se mi chiedeste “Sim- bile maiuscola) e per questo non sta è un distillato di genialità pura.
pson o South Park?” mi mettereste sa da che verso prendere la vita, Calunnie. Ovvero finzioni. Per
in seria difficoltà. A me piacciono i perché non ha alcun criterio su questo io credo che Shakespeare
Griffin. E se uno deve scegliere tra cui fondare la propria esistenza. sia un genio. Con un’encomiabile
camicia dentro e camicia fuori dai Qualche anno più tardi si presentò economia verbale, ha spremuto il
pantaloni? Dipende dalla camicia, un altro uomo, questa volta vera- succo della faccenda. Il problema
e dall’occasione. È allora che co- mente folle, che per bocca di Niet- della coscienza è il problema delle
minciano i problemi. È allora che zsche annunciò: “Dio è morto”. E parole. Generalizzando, è il proble-
uno è nella cacca fino al collo… Ma con questo voleva dire che era stato ma del linguaggio.
facciamo un passo indietro. cancellato l’Assoluto (proprio quel-
lo lì) e che tutto era diventato relati- Ora concedetemi un ultimo sal-
“Sono un uomo malato… sono vo. Bella scoperta! C’era arrivato il to all’indietro, ma stavolta molto
un uomo cattivo. Un uomo che non buon Fëdor con qualche decennio indietro nel tempo. Catapultiamo-
ha nulla di attraente”. Chi vi parla d’anticipo! ci nell’istante in cui tutto questo
non è il sottoscritto, anche se gran dubitare che ci rode il fegato do-
parte delle mie ex sono pronte a Ma procediamo con ordine, ov- vrebbe essere iniziato (il condizio-
giurarvi il contrario. Non è neppu- vero andando a ritroso. La coscien- nale è d’obbligo per il dubbioso).
re il ragazzo né bello né piacente za aveva cominciato a fare casini Potremmo addirittura spingerci
che applica regolarmente lo scetti- già da tempo e la filologia del dub- così in là da ritrovarci a fare una
cismo. Chi vi parla è un Autore che bio ci permette di comprendere che grigliata con l’uomo delle caverne.
ci devi per forza mettere la A maiu- questa storia è fatta di continui ri- Un esemplare meno peloso degli
scola davanti. È nientepopòdime- posizionamenti che girano sempre altri potrebbe dire “ugh” al posto
noche Fëdor Michajlovic Dostoe- attorno allo stesso nodo centrale. di “augh” e, riflettiamoci, in que-
vskij, che qui incarna l’uomo del Per giunta aggrovigliato. sta coppia di grugniti potrebbe già
sottosuolo, una figura-chiave sia celarsi la domanda esistenziale. Lo
nella parabola creativa del grande Agli inizi del Seicento, Shake- so, sto esagerando, ma se ammet-
romanziere russo che nella storia speare scrisse un’opera geniale tiamo che in questi suoni gutturali
della letteratura occidentale. Co- perché ancora oggi ci si può riflet- possa celarsi la nascita del linguag-

22
gio, allora eccoci giunti al nocciolo del problema: l’in- Socrate…
venzione del linguaggio. La parola è dubbio. La parola è
finzione. E in quanto tale ha risvegliato in noi il demone Ci rivediamo a fine estate per sciogliere finalmente
della coscienza. Sconvolgente, vero? Andatelo a dire a ogni dubbio.

Scheda Libro
re, geloso e fanfarone; i
passatempi al tavolo, per
quanto iperbolici nella
loro descrizione, sono
una strizzata d’occhio ai

“Bar Sport” di Stefano Benni nostri nonni; il “conosco


un posticino” è un ri-
chiamo alla gastronomia
e ai ristoranti che, nono-
di ANDREA RINALDI stante pareri concordi,
non sono mai come li
dipingono e nemmeno

A scuola non si ride. Sembra


che sia vietato per qualche
arcana legge strutturalista. Gli am-
soprattutto perché con questa
sua opera è riuscito a individua-
re e tratteggiare degli archetipi
ubicati dove dovrebbero essere (è
vero ci si perde sempre quando si
va a provare la trattoria caldeggiata
bienti sono grigi e puzzano, i pro- “italici”, che ancora risparmiano da un amico).
fessori non sono simpatici, i voti ai giornalisti valanghe di parole
terrorizzano, i compiti in classe quando devono parlare di spaccati Al Bar Sport siamo cresciuti e
creano ansia e in più tocca studia- del mondo che ci circonda. Basta torneremo per giocare a briscola,
re Jacopo Ortis. Bandita la sci-fi, pensare alla Luisona, la decana nel frattempo possiamo leggerlo
bandito il noir (anche se dal grande delle paste che si anima e si vendi- per non dimenticarlo e per non di-
Scerbanenco derivano tutti i gialli- ca della sua profanazione o al bim- menticare chi siamo. Vale più Ben-
sti nostrani), in quanto considera- bo del gelato, che fa letteralmente ni di un trattato di sociologia.
ti letteratura di genere, dalle aule impazzire il barista (e poi chi non è
delle scuole italiane hanno caccia- mai stato un bambino del gelato nel Questo è il nuovo “classico” che
to anche la letteratura umoristica, bar vicino a casa?). vi consiglio per la vostra lettura a
o per lo meno quella poca che è scuola. Quando lo avete finito vo-
esistita nel nostro Paese (Amurri, La fauna che popola il Bar Sport glio la scheda libro sulla mia cat-
Marotta, Campanile…) visto che è l’Italia, siamo noi, sono i nostri tedra.
ora è pressoché morta. Ridere però amici e i nostri vicini: il Cinno,
fa bene - è stato dimostrato da mol- Renzo il playboy da bar, il profes-
ti studi - e una bella risata è neces- sore Piscopo, Bovinelli il tuttofare,
saria dopo cinque ore in classe. Vi Pasquale il barbiere e quello che
consiglio allora un libro che farà vi succede è un condensato della
scompisciare e che instillerà la vo- Bologna che fu, ma comunque del
glia di leggerne altri del suo autore, nostro folklore. Le trasferte per an-
arrivando così ad assaggiare il con- dare a vedere la squadra di calcio e
cetto di satira: scordatevi quella di le glorie calcistiche locali (come il
Plauto e Lucilio, quella non è satira, famoso Piva) rappresentano la ma-
anzi fa piangere e poi ve la impon- nia del calcio in Italia, che si masti-
gono, sai che ridere. Il libro in que- ca in ogni dove; la cotta del ragio-
stione è Bar Sport di Stefano Benni. nier Pizzi per la nuova cassiera e le
finte conquiste di Renzo, assieme
Si tratta di un classico perché alle catture esagerate dei pescato-
l’autore è tuttora un fine analiz- ri della domenica, sono l’affresco
zatore della società italiana, ma del maschio italiano conquistato-

23
I ferri del mestiere
Oggi devo scrivere il nuovo articolo
per Finzioni di AGNESE GUALDRINI
A ccendo il mio Mac, apro il
programma di scrittura.
Pagina bianca. Il cursore è fermo.
contratto all’autore. Nel secondo
caso invece l’editor fa un contratto
a un autore che si impegna a scri-
perdita delle bozze negli scatoloni
(non riesco più a trovarle!); gli stu-
denti hanno occupato l’università
Mi pervade una certa ansia perché vere un determinato tipo di testo da due mesi e non si ha accesso al
non so davvero cosa scrivere. La entro un certo periodo di tempo. computer dell’ufficio; divorzio im-
testa è vuota e faccio mente loca- Questa dinamica avviene solo provviso; malattie di ogni genere
le a quello che dovrei raccontarvi: quando si tratta di scrittori già noti e forma (una volta uno ci disse
uno sguardo (un altro, diverso dai al pubblico o in case editrici, come addirittura che non poteva scrive-
precedenti) su quello che gravita la mia, che propongono idee o pro- re perché vedeva tutto rosso…?!?).
attorno al mio lavoro in casa edi- getti a chi poi li realizzerà scriven- Uno dei problemi più grandi per
trice. Telefonate, proposte respinte do un libro. Ora, la dimostrazione certi autori è poi staccarsi dal loro
con un cordiale no grazie, il mio del fatto che creatività e lavoro non manoscritto per darlo in pasto ai
lavoro all’ufficio diritti…che altro vadano di pari passo, è che di solito redattori: vorrebbero rimetterci
potrei dirvi? La nebbia mi perva- i contratti vengono difficilmente ri- le mani mille volte e ancora una
de il cervello e non so se essere più spettati. Qualche esempio: l’autore in più, per aggiungere aggettivi,
inquietata dall’ipotesi che questo si impegna a scrivere 200 cartelle? togliere intere frasi, per inserire
vuoto mentale derivi dall’aridi- La maggior parte delle volte arriva monologhi e per integrare il testo
tà del mio lavoro o piuttosto dalla un manoscritto che ne conta 450 di dettagliate note a piè di pagina
mia incapacità di formulare idee (difficilmente accade il contrario). (insomma, il più delle volte per
per iscritto (o, peggio ancora, dal- La consegna è fissata per gennaio peggiorarlo). Eppure tutto questo
la mancanza di idee in generale). 2009? Siamo a luglio e non è ancora fa parte del gioco e in questo sta la
Penso agli scrittori di professione. arrivato nulla. Qualche settimana bellezza della creazione: ogni testo
Conoscono l’ansia della pagina fa’ in casa editrice è arrivato per è infinitamente mutevole e per-
bianca? Capita anche a loro la ter- posta un manoscritto sulla storia fettibile, suscettibile di assumere
ribile sensazione di essere a corto del teatro. Nella lettera di accom- mille forme nuove e diverse. E dove
di pensieri? La risposta credo sia pagnamento l’autore gioiva per la non riesce l’autore interviene l’edi-
ovvia. Scrivere è del resto un atto tanto sofferta conclusione dell’ope- tor a fissare una forma.
creativo e creatività e lavoro non ra e chiedeva un appuntamento per
sembrano stare troppo bene nella decidere le illustrazioni da mettere Esistono quindi gli scrittori di
stessa frase: che significa “scrittori in copertina. Di fronte al nostro professione? Secondo me esisto-
di professione”? Come si fa a scri- sconcerto per l’assenza del titolo no gli scrittori e basta. C’è chi rie-
vere con l’ansia di una scadenza? dal programma editoriale abbiamo sce a farne un mestiere scrivendo
(Ammesso ovviamente che c’è chi fatto qualche ricerca in archivio in orario d’ufficio, chi scrive solo
lo fa tranquillamente, come i John scoprendo che il contratto risaliva sotto impulso dionisiaco, chi lo fa
Grisham o le Patricia Cronwell che a 11 anni prima e che la consegna per passione, chi perché non può
sfornano Ultimi giurati e Cadaveri era prevista per il 1999. farne a meno, chi non riterrebbe
non identificati con rigorosa ca- mai lo scrivere un “mestiere”, chi
denza annuale). Un capitolo molto divertente crede di avere qualcosa di davve-
sono poi le motivazioni degli autori ro importante da dire. Per fortuna
La via della pubblicazione di di fronte alla mancata consegna. nel mio lavoro abbiamo a che fare
un libro avviene pressoché in due Ricordano molto le scuse che si con tutti questi tipi di scrittori…E
modi. Il primo è quello più diffuso: utilizzano a scuola quando non si per fortuna mi accorgo che da tutto
l’editor legge un manoscritto, de- ha studiato il pomeriggio prima: ciò è venuto fuori il mio articolo per
cide di pubblicarlo e quindi fa un trasloco in corso con conseguente Finzioni.

24
La Posta dei Lettori di
Matteo Bettoli
di MATTEO BETTOLI

G entile Bettoli, si sarà ac-


corto che il mondo intero
impazzisce per l’azzardo, quando
duttore di colla coccoina del Mai-
ne, Rambald Candith. Youkay sa
che tasti pigiare, che pesci pigliare
in cui dichiara *siamo più famosi di
Gesù*- *PIU’ FAMOSO E RICCO DI
GESU’*, come dirà davanti ai basiti
a rischiare son gli altri e a vincere e dove andare a parare. C’è crisi, e spettatori dell’Ed Molligan Show.
la se-medesimità. Il grado infini- la gente gioca. Pare. Poi c’è il rotolare tragico verso il
tesimo delle possibilità di vincita, gioco compulsivo (“ma sì, punta
che ho interiorizzato tanti anni Tano, affezionato alle sue origi- 1 miliardo e 400 milioni di dolla-
fa a scuola quando il docente di ni sicule e alla nonna Castrenza, ri sul 2 rosso, e tu che guardi?”),
matematica era stato scaricato nella più italiana delle storie man- una vita sregolata e -rapida- la più
dalla bidella e per un mese buono gia pesante, dorme sudato e sogna grossa ridimensionata economica
adottò l’escamotage delle *lezioni l’amata madredellamadre sola in mai sussistita nel mondo delle ridi-
matematiche applicate alla vita* un porto, fazzoletto in testa, gio- mensionate economiche. Tra il 66 e
per utilizzare la classe come tera- vane. Triste e sconsolata sta Ca- il 71, lasso di tempo in cui la storia
pia a basso costo, raccontandoci strenza, con recente -negli occhi è principalmente tratteggiata, con
fregnacce e mascherando la poca bagnati- l’abbandono della Sicilia e i soldi della vincita Tano avrebbe
voglia di fare lezione, pensi, non il freddo di New York a febbraio, il potuto comprare Singapore (non
blocca una quota consistente di cuore spaccato dalla prospettiva di ancora tigre asiatica) + la parte
umani dal giocarsi capra e cavoli non tornare a casa mai più e la testa continentale dell’Indonesia tranne
nel miraggio di un successo. Ora piena di confusione per quelle do- Giacarta. Youkay è amaro sul fina-
ci si mette pure l’americanissimo mande rapide, scandite in una lin- le: nel 1973 Tano acquisterà solo un
Sven Youkay, che vende una *nave gua sconosciuta da agenti portuali paio di stivali con la zeppa, quelli
cargo* di libri col romanzo-epo- pallidissimi. Nel sogno, Castrenza per tornare a lavorare, coi 7 dollari
pea sulla rivincita-fiasco di Tano indica una nave cargo, sì, che si rimasti. Che è pure il prezzo del li-
Stranciani, soffice carpentiere avvicina al porto. Tano si sveglia bro. Ma voi prendetelo a nolo.
italoamericano che vince al lotto con ancora nelle narici l’odore acre
Keep It Up e con capra e cavoli vie-
ne travolto da quel successo istan-
taneo che un po’ lascia il segno.
dello sterco: questo trasportava la
nave, o forse di questo era fatta, la
nave, di sterco, o forse chissà. Che

Sesto, Ertinga importa.

Il giorno dopo compra ad un 7,6


V eda Bettoli, qua si parla
poco di grandi classici,
quelle belle storie d’amore, o di tri-

C aro Sesto, sull’espressione


*capra & cavoli*: l’ha usata
due volte in poche righe e mai nel
cents store un libruccio dalle pagi-
ne ingiallite, A’ smorfia de Compa-
re Mommo, portato fin lì da chissà
stòre, ove c’è sempre una tragédia,
che poi in effetti sono quasi tutti
avvilentissimi i classici, tipo quel
modo giusto. E poi questo libro di quale paisà. Nel giocare i numeri romanzo sul cane bianco Belle e
Youkay, Nave Cargo, edito da Ster- corrispondenti a nonna, sterco, sul pastorello Sebastian, lascia-
lini un anno fa e già alla terza ri- nave, porto, fazzoletto e 11 (il nu- to solo da una famiglia degenere
stampa. Quando un caso letterario mero dei suoi figli) Tano fa il colpo a vagare per i monti. Non lo farò
è letteralmente tale non è mai un della vita, vincendo 189 miliardi di nemmeno io perché sono pesanti e
caso. Spesso si tratta di disegnatis- dollari secchi. Nel 1966 diventa più perché il fisiopata cerebrale Faust
sime catene di eventi simili a quelle ricco dei contemporanei Beatles, e Xavier ha recentemente scoper-
che fanno vincere il nostro Tano al quindi per una proprietà transiti- to che davanti a una discussione
Keep It Up, lotto multimiliardario va malinterpretata -Tano nel Sesto sui grandi romanzi classici la te-
creato nel 1879 dal principale pro- capitolo legge l’intervista a Lennon sta molla la presa entro i primi 5

25
minuti e si perde a pagliacciare, di ammalianti durante le passeg- celando il dubbio, molti rassere-
uomini e donne indifferentemen- giate della domenica o a scoprire gnati risponderanno “c’era la crisi.
te, attorno a cibo trucco scarpe la gambina mentre si balla il liscio, davvero, Agostino, tu non puoi im-
calcio tette incombenze amante con quegli occhiali da vista con le maginare cosa sia stata la crisi”.
sete. Parliamo di crisi. Ahhh, la lenti da sole attaccate sopra, pian-
crisi! Ma che bello è cianciarne?
Gli argomenti scappatoia! Sembri
sempre intelligente, e cordiale!
giamo insieme, ora si sta peggio e
si naviga in acque acquee. Ci sono
i giovani. E soprattutto, c’è la crisi.

Il grande merito della crisi è aver
sostituito l’usanza di parlare del
tempo quando non si ha nien-
C’è la poca voglia di cambiare,
di osare, ma pure di girare, di par-
B ettoli. La storia piccola di
un coltivatore di bacche, di
Gao Morào, leggerezza orientale
te da dire. Dal fruttivendolo, in tire e di lasciare: non dimentichia- con qualche puntina di malizia
pausa caffè, in edicola, al risto- mo che se la popolazione italiana cingalese, è il libro più venduto
rante (oh, ma evitando la politica, è di circa 60 milioni, sono altri 60 in tutta la costa occidentale del
procedendo piuttosto per grandi milioni i cosiddetti *oriundi* di Vietnam, quella sull’atlantico.
assunti generalmente condivi- origine italiana sparpagliati diffu- L’ho letto dalla parrucchiera, ma
sibili e bipartisan!), al cimitero samente nel globo. Vivono lontano, è bello sul serio. A me piacciono
(certo!), in montagna come sotto codesti, intenti a fare business, a i libri che hanno una morale, poi
l’ombrellone (mangiando frutta crearsi una nuova vita, a imbrocca- mi piacciono di più se ci stanno
candita!), prima di vedere Belen in re straniere o anche solo a cercare pure le figure, perché i personag-
costume a Sarabanda (gli uomini un’esistenza dignitosa e del pane gi non so mai come immaginarli e
soprattutto!), davanti a una fetta per riempire la pancia. La storia si se sono giapponesi poi me li penso
di cocomero. La crisi! Ma poi chi ripete oggi, in altri posti, con altri tutti con la faccia di Chow Yun-Fat,
ci rimette? I giovani! Che non ci attori. Che ne è stato dell’innato quello de La tigre e il dragone. Un
hanno voglia di fare un cazzo (sic), istinto di arrangiarsi dei garzoni po’ come Dio, che per me era il si-
dicono in tanti. Ma che finalmente italianeski? Pure quello è spapa- gnore delle mille lire, Mario Polo.
ricevono degno riconoscimento ranzato comodo sul divano? Sarà
di esistenza (il termine “giovane”, triste, tra 50 anni, andare in ferie in In queste storie di cinesi, che
non dimentichiamolo, fu inventa- un qualunque sperduto arcipelago in questo caso sono vietnamesi,
to da Pasolini solamente nel 1972) Gañaldos e non ritrovare colonie io mi ci immedesimo perché non
tramite il volume manifesto dei di italiani ivi impiantati da tempo, pensano ad andare subito a letto,
nati negli anni 80, quindi attual- che qua c’è caldo ma è un caldo e c’hanno la pazienza di aspettare
mente ventenni: RassereGnati (di diverso -molto più secco- e i ritmi noi donne che vogliamo essere,
Fenostra, edito da Chaudfontai- sono moooolto più rilassati (cit.). e lo dico forte! corteggiate. Qui il
ne). Me ne parli. protagonista, che chiamo Chow
Lionella, Fontana Milanese Ma ciò che bisogna hic affer- ma che ha un altro nome simile,
mare, e ce lo sbatte addosso già il è un giovanotto che coltiva bac-

L ei non si sofferma sui classici


e io non mi soffermerò molto
su questo argomento, giovani e cri-
titolo, è che i giovani di oggi sono
rassegnati ma anche rasserenati,
consapevoli che la colpa di qua-
che ma con mentalità imprendi-
toriale, sfruttando il terreno, poi
vende tutto a ricchi turisti ameri-
si, perché sto scrivendo il mio libro lunque immobilismo-slandronata cani o inglesi (insomma che par-
sui giovani e la crisi e ho già poche di questi anni cadrà solo su un at- lano inglese) in belle confezioni
idee, perdoni, e quelle 3-4 che ho tore, statuario ed eccezionale: LA che pagano a peso d’oro, e invece
non voglio bruciarle subito. Due CRISI! E loro sono giovani, mi ero sono bacche. Ma è triste, e allora
parole si, però, sui giovani e la crisi. quasi dimenticato che di questo corteggia Xu, che è molto bella, e
RassereGnati di Fenostra è al livello si parlava. Scapegoat maravijoso, capirai però nei libri ci sta che le
di Diario di un garzone di Trilussa perché definitivo, la crisi non solo attrici sono belle, è nei film che un
(effettivamente prima di *giovane* è economica, ma assolutamente e po’ scoccia perché mio marito poi
andava molto il termine *garzone*) straordinariamente pervasiva tout si fissa. Perché non consigli mai li-
e Teenager smargiassi di Calvino. court. Così si sta sereni, insomma: bri giapponesi?
Ma mentre un tempo si stava sem- quando tra 30 anni i nostri figli (che Tiziana, Massa Ligure
pre in pantaloni corti und ginoc- avranno massimo tra i 5 e i 10 anni
chia mezze sbucciate a fischiare
dietro a ragazze/mondine flòride
ma senza tatuaggi arroganti, ai
perché mò si procrastina a bomba)
chiederanno a dei sessantenni di-
versamente giovani che si faceva
M a è cinese, giapponese,
vietnamese (sic) o cingale-
se? Non ho capito, Tiziana. Vabbù.
bordi delle strade, a lanciare sguar- nella *belle époque* del 2000, mal-

26
Non parlo molto di questi libri perché non ne so mol- giorno e notte con uno zelo tempestoso le cura e le ac-
to, soprattutto di quelli vietnamesi. Mi tarlo sempre cudisce affinché crescano rigogliose. Spera di trarne
di avere lacune concettuali e, relativamente al tempo, -lui- denaro e fama e perché no sgallettate, mentre gli
nei ritmi. Tempo fa ho regalato un libro di Banana Yo- anglofoni -loro- cercano l’illusione di una ripulita ar-
shimoto, ma unicamente perché questo mio amico era teriosa che poi però ci si beve dietro una qualche bibi-
soprannominato Banana, ed era la fase in cui si era gio- ta gassata. Stanco fino a rischiare di addormentarsi in
vani e stupidi. continuazione, protagonista di un controverso colpo
di sonno mentre cammina, Shaw c’ha le bacche nella
Ho preso in mano La storia piccola di un coltivatore testa e non pensa ad altro. Socialismo di mercato, rap-
di bacche, però, che per il suo essere così piccola (34 pa- presentato nella sua crudevolezza tramite le bacche e
gine, 8 euri, edizioni Marticinio -ma sarebbe stato più gli sbadigli. Poi c’è Xu, e di seguito un amore lento, sus-
appropriato latrocinio-) ho finito in 27 minuti mentre surrato, educato. A volte perverso e furioso, ma poi di
facevo colazione con una tazza di Special K. Indubbia- nuovo sussurrato. Poi finisce. E io metto su la moka, che
mente leggero. Queste bacche fasulle e dal gusto livido ho finito gli Special K.
sono veicolo dei pensieri di Shaw, il protagonista, che

Le città letterarie
Milano di JACOPO CIRILLO

M ilano, mi pare, ha una pro-


prietà molto rassicurante:
(quasi) tutti i luoghi comuni che
si trova incapace di fronteggiare la
criminalità metropolitana: putta-
ne, droga, assassini. Del resto. è un
Ovviamente li ammazza e ovvia-
mente è sabato. E’ lui quel milane-
se che ammazza il sabato e la cosa è
i non-milanesi le affibbiano sono medico radiato dall’albo che deve così rilevante perché, come spiega
veri. Nebbia, c’è. Smog, c’è. Lavurà prendersi tutto lo sbattimento. il vecchio all’incontenibile Duca,
lavurà lavurà, c’è. Traffico caotico e se fosse stato infrasettimana non
cielo grigio, ci sono. E la Madunina La quadrilogia del Duca, i ro- avrebbe fatto nulla, visto che dove-
troneggia ancora su quel meravi- manzi incentrati sulla figura del va andare a lavorare.
glioso Duomo sempre troppo poco dottor Duca Lamberti, è una me-
celebrato. Potrei continuare, ma ravigliosa rappresentazione di Mi- La milanesità più trita, quella del
non vorrei affondare nelle pastoie lano. E uno, in particolare, coglie lavurà lavurà lavurà, esplode in-
della sicumera. Di certo comun- sorprendentemente l’essenza me- sieme al cranio di tre delinquenti,
que, è l’attitudine al lavoro ciò che neghina di cui si diceva prima. colpevoli di aver sottovalutato un
caratterizza la “vera” capitale d’Ita- vecchio e, soprattutto, di essere
lia, anche negli ammazzamenti. I milanesi ammazzano al sabato stati scoperti in un giorno feriale.
(Garzanti 1999, 183 p., 9 euro) è il E, per la prima volta nella storia dei
Giorgio Scerbanenco è stato per quarto e ultimo libro, dopo Venere noir, probabilmente, un titolo con
Milano quello che Fruttero e Lu- privata, Traditori di tutti e I ragazzi la parola “ammazzare” dentro non
centini sono stati per Torino. Be- del massacro (tutti Garzanti). Il li- si riferisce transitivamente ai car-
vilacqua per Parma. O, in maniera bro è un noir ma l’ammazzamento nefici ma alle vittime.
minore e con i dovuti ridimensio- del titolo non è quello fatto dai cat-
namenti, Lucarelli per Bologna. tivi. E quello di un padre, buono ma E l’attitudine meneghina al su-
Ha raccontato la sua città adottiva non fesso, che trova gli assassini di perlavoro giustifica e perdona più
con lucidità e una capacità profe- sua figlia prima della polizia. di dieci padri nostri e qualche atto
tica straordinaria: un paese che di dolore.
non si è ancora reso conto di essere Oh-oh.
diventato una metropoli e dunque Milan, col coer in man.

27
Ghost World
come nel caso della coda di Eliza,
una delle protagoniste, o quello
della muta di Chris) penetrano
nella vita quotidiana, così come la
conosciamo: è un caso vero e pro-

“Black Hole” prio di “trascendenza”, ossia di mi-


grazione di parti di un mondo in un
altro. Nelle fiabe è molto frequente:

di Charles C. Burns pensate ai fagioli magici, oppure,


che so, alle civette di Hogwarts.
Per questo credo che il racconto di
Burns sia una specie - neppure così
di MARINA PIERRI non convenzionale - di fiaba nera,
per certi versi sociale (quello già
citato dell’AIDS) e per certi versi

G li armadietti, le prom dan-


ce e le cheerleaders fanno
parte dell’immaginario collettivo
l’AIDS, la malattia che per anni è
stata considerata figlia di uno stile
di vita sciatto, libertino e dissipato.
semplicemente emotiva (disagio).

Che il romanzo sia una fiaba è


che si riferisce generalmente al “li- Dall’altro, una appena più sottile, evidente sia dalla presenza di un
ceo americano”. Più di queste tre ma neppure troppo, perché nes- certo giudizio morale (serpeggian-
cose, forse, a restituirci l’immagi- suno come i teenager conosce il te) che dal finale. E da entram-
ne più penetrante della gioventù disagio. bi contemporaneamente, certo.
USA è il facebook o annuario. La Dei tre protagonisti (Eliza, Keith,
faccia, l’apparenza, l’aspetto: in La mia lettura preferita di Black Chris) le due donne si salvano: la
una parola sola, l’identità. Da qui Hole, infatti, è proprio questa: il malattia fuori di loro le lascia qua-
parte Black Hole, che arrotondan- male che ti cambia dal di fuori è si libere nella misura in cui non
do, forse per eccesso, ne illustra il sinonimo del male che ti cambia sembra essere degenerativa e con-
cambiamento e, nel peggiore dei dentro; quello che non puoi por- sentirgli comunque una vita più
casi, la perdita in diversi gradi fino tare nell’occhiello, quello che non o meno normale. L’una ha subito
alla morte (la cessazione definitiva può vedere nessuno che, invece, si troppo in generale, l’altra ha subito
dell’essere individuale). Lo so, state sposta improvvisamente sull’as- e basta – il contagio. Si sono meri-
già pensando che sia un libro terri- se del visibile, del manifesto por- tate la vita? Sul maschio resta un
bile. Invece il racconto di Charles tando a galla le istanze inconsce, punto interrogativo non definitivo,
Burns, un feuilleton completato seppellite, di mostruosità. Solo che perciò, forse, più inquietante, ma
in nove anni, assomiglia per molti l’universo di Burns è felliniano, in in ogni caso anche la sua esistenza
versi a una favola. un certo senso, o lynchiano, nella proseguirà e, tutto sembra puntare
misura in cui l’imene che separa la a una possibilità di convivenza con
Immaginate un mondo in cui i realtà e il sogno è perforato, spac- la malattia, resa possibile dall’amo-
tranquilli adolescenti di una città cato per sempre. Elementi di un re, o, più banalmente, dalla fiducia
(forse) di provincia - che vivono altro regno (specie quello animale, negli altri.
nei loro bei sobborghi coi genitori,
vanno alle feste e tutto – contrag-
gono un virus misterioso che cor-
rompe non la salute ma la forma del
loro corpo, in maniere imprevedi-
bili. Lo si prende e, boom, non si sa
che succederà: verrà fuori una ter-
za gamba? una protuberanza? una
vescica? Impossibile a dirsi. Ora
considerate che questa malattia si
trasmette sessualmente, o comun-
que con liquidi biologici, e colpisce
solo gli adolescenti. Non vi servirà
essere Einstein per capire che si
tratta di un’allegoria. Una doppia
allegoria. Da un lato, la più ovvia:

28
C i sono due modi per raccon-
tare storie: la noiosa verità
e la mirabolante esagerazione dei
nano nelle storie: la banalità dei
vincitori e il sorprendente spessore
dei perdenti. Le storie dei vincitori
come Karate Kid. Solo che loro per-
dono per costituzione.

fatti. L’esagerazione dei fatti, o iper- sono retroattivamente incastrate E la verità soggettiva è infinita-
bole, è bella perché è una caricatu- nel rasoio di Occam: la soluzione mente più interessante: come diceva
ra. Wittgenstein (yawn) diceva che è spesso la più semplice e ovvia. qualcuno (quel qualcuno era Kier-
fare una caricatura non è altro che Quando le leggi, sembra che tutto kegaard ma avevo paura di anno-
privilegiare e mettere l’accento su sia andato liscio, che sia successo iarvi ancora di più), con soggettivo
una parte in rapporto con il tutto, quello che doveva succedere e niente non si intende un attributo relativi-
creando dunque, dico io, una spro- altro. L’eroe ha vinto perché è buo- stico ma una appropriazione della
porzione. O meglio, un’asimmetria. no, la soluzione più semplice è che verità in termini esistenziali. La ve-
L’asimmetria fa ridere e fa pensare, vinca. Non si scappa. rità per me.
perché non è regolare, dunque buffa,
e va messa a posto gestalticamente Le storie dei perdenti invece sono In questa rubrica accoppieremo
con la propria testa. L’iperbole, la più belle perché i perdenti, per tirare felicemente questi due fenomeni,
storia esagerata, segue esattamen- acqua al loro mulino, si raccontano raccontando storie esagerate di
te questa dinamica: è divertente e in modo più personale, più soggetti- grandi perdenti. Quel ganzo di Wal-
fa lavorare il cervello. Fa ridere e fa vo, si guardano dentro non potendo ter Benjiamin ha detto che la storia
pensare. ovviamente aggrapparsi alla rassi- è il bottino dei vincitori. L’iperbole,
curazione dei fatti oggettivi. Trova- allora, è la risorsa, forse l’ultima,
Ci sono poi due ruoli che si alter- no la verità dentro di sé, non fuori, dei perdenti.

Iperboloser
William Makepeace Thackeray
di JACOPO CIRILLO

N omen omen, dicevano i lati-


ni. E uno che si chiama Ma-
kepeace dovrebbe almeno tentare
dicendo Aahahhaa, piuttosto che
usare questi scarabocchi, preferi-
sco riesumare il mio vecchio illu-
Nel 1863, a soli 52 anni, Thacke-
ray si era un po’ stufato di tutte que-
ste burle e, psicosomaticamente, si
di essere conciliante. Al contrario, stratore, e in quel momento uscì trovò in punto di morte. Dickens,
William Makepeace Thackeray, il dall’armadio il presunto suicida pentito, andò al suo capezzale e gli
secondo miglior scrittore inglese irridendolo. Un’altra volta Thack disse, Dai facciamo pace, in fondo
durante l’era vittoriana, odiava il sgamò Dick con un’attricetta (Ellen i posteri ti ricorderanno grande
suo diretto e più povero concorren- Ternan) e andò subito a fare la spia almeno quanto me. Thackeray gli
te, Charles Dickens, uno straccion- alla moglie, che lo irrise anch’ella disse, Bravo, complimenti, facile
cello che scribacchiava di orfani e informandolo della loro separazio- fare pace sul punto di morte ma
nobili buontemponi. Le loro que- ne avvenuta già da qualche mese. vabbé, confido nella gloria futura.
relle erano frequenti e si svolge- E si spense.
vano al Garrick Club, un po’ come Un altro episodio divertente fu
quelle tra Paperone e Rockerduck quando Edmund Yeats, il re del Purtroppo oggi Thackeray non se
al club dei miliardari. gossip di Londra, scrisse un arti- lo ricorda praticamente nessuno,
colo contro Thackeray firmandolo se non per Barry Lyndon di Kubrick
Una volta l’illustratore del Circo- C.D. Lo scrittore si infuriò e andò e per la Fiera delle Vanità (titolo fa-
lo Pickwick si suicidò e l’autore si da Dickens per chiedere spiegazio- moso ma libro poco letto).
mise a cercare un sostituto. Quan- ni e, al suo diniego, si rivolse al di-
do Thackeray si propose come di- rettore del “Town Talk” che lo irrise Questa è per te, Thack!
segnatore, Dickens lo sbeffeggiò dicendo che era tutto uno scherzo.

29
Contributi da:
Jacopo Cirillo non è mai riuscito a spiegare a sua Livia Fagnocchi è curiosa, entusiasta e dentro tante
nonna cosa fa nella vita. Prima per colpa della semi- storie. Si ossessiona facilmente di canzoni, di mongol-
otica, adesso per colpa di una casa editrice. Ha co- fiere, di take-away indiani, di zucca, di misteri, di treni.
fondato questa rivista solo per poterle dire: faccio il Cerca analogie, coincidenze, e stare bene.
co-fondatore di una rivista. E anche, ma secondaria-
mente, per poter dire quello che gli pare sui libri che Agnese Gualdrini, 27 anni, laureata in Filosofia nel
legge. lontano 2005. Da ormai un anno vive e lavora a Roma in
una casa editrice con un non ben definito ruolo di gia-
Carlo Zuffa nelle ultime due decadi non ha rag- no bifronte (saltella tra l’ufficio diritti esteri e la valuta-
giunto traguardi degni di nota e ritiene che la sua zione degli innumerevoli dattiloscritti che ogni giorno
infanzia sia stata traviata dal finale di “Marcellino invadono la posta). Adora il caffè amaro, il lungotevere,
Pane e Vino”. Ora, di notte nel buio della sua came- i libri di Natalia Ginzburg e cantare anche se violente-
retta, studia piani segreti per i COBRA, i quali gentil- mente stonata.
mente gli hanno concesso un pò di tempo libero per
co-fondare Finzioni. Viviana Lisanti è laureata in scienze storiche e stu-
dia cultura editoriale all’Università Statale di Milano.
Matteo Bettoli nasce in epoca reaganiana su un carro Momentaneamente si guadagna da vivere spaccian-
di bovini, dal quale eredita la passione per la dinami- dosi per grafica nonostante non possa vantare alcuna
cità. Scostante, ombroso e pretenzioso - questo dicono conoscenza in merito. Nessuno fin’ora se ne è ancora
di lui gli amici - a 21 anni controlla i principali me- accorto, quando verrà smascherata sarà costretta a far
dia di casa: 3 televisioni, 2 computer, l’abbonamento fruttare una laurea a detta di molti “inutile”.
all’Espresso e la radio ricevuta in regalo per la cresima.
Decide allora di trasferirsi. Passa un po’ di tempo a zon- Edoardo Lucatti. Edo. Ode. Deo. Un essere flesso
zo occupandosi di robe politiche. Ultimamente lavora nell’edibile, nella lirica e in un soprannaturale deodo-
a Bruxelles dove viene spesso bollato con l’espressione rante. Performer di incauta protervia, aruspice della si-
*lobbista*. gnificazione e calciapalle di poca morale. Semiònte per
alcuni, semiòta per altri, è una piccola fucina di omaggi
Jacopo Donati studia Filosofia estetica a Bologna. La al vostro personale sconcerto teoretico.
sua carriera universitaria gli permetterà, al massimo,
di suonare l’organetto per strada: conscio di ciò, per Michele Marcon è un ragazzo non bello e forse nep-
non pensarci, passa buona parte del suo tempo a scri- pure piacente, ma applica liberamente e con regolarità
vere, a leggere e a inseguire innumerevoli passioni che, lo scetticismo e crede nel potere dell’antitesi. Curioso
per lo più, svaniscono nel giro di pochi giorni lasciando per natura, in passato è stato abbastanza ingenuo da
il posto a nuove manie. cercare, passando in rassegna molte discipline, la ve-
rità, naturalmente senza ottenere alcun risultato certo.

n. 4 / Luglio - Agosto 2009


redazione@finzionimagazine.it
www.finzionimagazine.it
Stampa: Tipolitografia Castello - Castel Bolognese

30
Il suo scetticismo ne è uscito talmente corroborato da una storia appassionante e magari ride o tiene il fazzo-
essersi spinto più avanti di lui nella negazione, tanto da letto a portata di mano.
fargli perdere addirittura le sue incertezze.
Andrea Rinaldi è giornalista professionista e vive a
Andrea Meregalli è un pensatore di quasi venticinque Bologna dove scrive per le pagine culturali del Rifor-
anni. In questo istante medesimo si arrovella su quesiti mista e dell’edizione locale del Corriere della Sera. Co-
del tipo: “Cosa farò da grande?”. Assiduo frequentatore mincia a credere che Hemingway avesse ragione quan-
di autostrade nonché massimo esperto in campo in- do affermava che “la metà degli italiani scrive e l’altra
ternazionale di prodotti quali friggitrici, scalda patate, metà non legge”.
piastre per panini e salamandre, ama molto abbinare
correttamente i boxer con le calze. Passa buona parte Come secondo lavoro, Simone Rossi scrive di musica,
della sua giornata a leggere le scritte oscene sulle porte teatro e amenità varie per un noto quotidiano roma-
dei cessi nei centri commerciali. gnolo. Il primo lavoro lo sta cercando. Nel frattempo,
una volta, è stato in Etiopia. Il viaggetto è diventato un
Fabio Paris nasce impagliato, e così finirà, per evi- libretto, La luna è girata strana (Zandegù, 2008). Stona-
tare che gli amici ballino sulla sua tomba. Zingaro, in tuccio musicista da marciapiede, suona l’ukulele e ha
accezione monicelliana, ha studiato chimica, seguen- un gatto di nome Chomsky. Tende a scrivere sui muri
do la sua passione per la geopolitica. Ora vive facendo palindromi intellettualoidi tipo in girum imus nocte et
l’inviato da Pittsburgh per Finzioni e spacciandosi per consumimur igni.
esperto di nanotecnologie.
Jacopo Sgroi ha un cognome siciliano, catanese, ma
Alessandro Pollini é laureato in Psicologia ma non è nato in Trentino, ha vissuto a Firenze, ma è cresciuto
legge nella mente delle persone. Da quando ha inizia- a Faenza, ha studiato a Bologna ma è a Milano che è ri-
to a seguire Voyager é convinto che l’uomo non sia mai uscito a fare della sua passione, il cinema, il suo lavoro.
andato sulla luna, ma i Templari si. Ha ventotto anni ed
é bellissimo. Greta Travagliati, semiotica appassionata di arte,
Proust e culturalizzazione della merce. Si interessa di
Marina Pierri ha 28 anni e vive a Milano, dopo die- tendenze e chincaglierie del contemporaneo anche se
ci gloriosi anni passati a studiare/lavorare/fare radio/ avrebbe preferito vivere nell’800. Attualmente vive a
fare la dj in quel di Bologna. Si occupa a tempo pieno del Milano dove lavora in un centro ricerche e dove spera
portale musicale Vitaminic.it ma scrive anche su Rol- aprano presto Starbucks colorati, una pasticceria turca
ling Stone, PIG Magazine e Blow Up. Ascolta una media ed un centro di gravità permanente a forma di pera.
di tre nuovi dischi al giorno, legge, guarda un sacco di
film e serie televisive americane. Matteo Treleani è dottorando in semiotica a Paris Di-
derot e ha una curiosa passione per i campi non affini.
Sara Reali, puoi trovarla in mezzo al pubblico di un Amante dei miti greci e della musica barocca, è un som-
concerto, dove tutti sono inevitabilmente molto più alti mo sostenitore dell’arte dell’insignificanza, ovvero del
di lei, ma non le importa: adora emozionarsi per due ac- non voler dire nulla.
cordi ed una voce calda quanto per un bel film visto in
compagnia. Se non esce la sera, è perchè sta leggendo

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