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Sul nostro pianeta si sono evolute milioni di specie . Una specie è un gruppo di organismi con struttura, funzione e
comportamento simili, che in natura si incrociano solo tra di loro. I membri di una specie possiedono in comune un pool di
geni e possiedono un antenato comune.
A. La classificazione tassonomica è gerarchica ed include la specie, il genere, la famiglia, l'ordine, la classe, il
phylum, il
regno ed il dominio. Ogni raggruppamento si riferisce a un taxa.
B. I biologi utilizzano un sistema di nomenelatura binario, nel quale il nome di ciascun organismo è composto dal no me del
genere e da un epiteto specifico.
C. I batteri sono cellule procariotiche, tutti gli altri organismi hanno cellule eucariotiche.
D. Gli organismi possono essere classificati in tre domini: Archeobatteri, Gubatteri ed Eulcatya e sei regni :
Archeobatteri, Eubatteri, Protisti ( protozoi, alghe, muffe ), Funghi ( lieviti e muffe ), Vegetali e Animali.
L'evoluzione è il processo attraverso il quale le popolazioni cambiano nel tempo in risposta ai cambiamenti ambientali .
A. La selezione naturale, il meccanismo attraverso il quale l'evoluzione procede, favorisce gli organismi dotati di quei
caratteri che meglio si adattano ai cambiamenti ambientali.
Questi organismi avranno maggiori probabilità di sopravvivere e di riprodursi.
B. Charles Darwin basò la sua teoria della selezione naturale sulle osservazioni della variabilità degli individui di una spe-
cie.
Gli organismi producono più prole di quella che riesce a sopravvivere per riprodursi.
Gli individui che sono meglio adattati all'ambiente hanno più probabilità di sopravvivere e di riprodursi.
Gli organismi vincenti trasmettono i loro geni alla prole e i loro caratteri saranno più frequenti nella popolazione.
C. La fonte di variabilità in una popolazione è la mutazione casuale.
La vita dipende da un continuo apporto di energia dal sole. Le at tività delle cellule viventi richiedono energia .
A. Le piante, le alghe e certi batteri utilizzano l'energia solare per sintetizzare molecole complesse partendo da anidride
carbonica ed acqua; questo processo è chiamato fotosintesi.
B. Durante la respirazione cellulare, le cellule utilizzano l'energia immagazzinata negli alimenti.
Parte di questa energia è utilizzata per sintetizzare il materiale necessario o per svolgere altre attività.
C. Un ecosistema che si automantiene include i produttori, o autotrofi, che generano il loro stesso cibo, i consumatori
che
mangiano i produttori o gli organismi che hanno mangiato i produttori, e i decompositori che ottengono energia
degradando le sostanze di rifiuto e gli organismi morti. Consumatori e decompositori sono eterotrofi, organismi che
dipendono dai produttori per l'energia, il cibo e l'ossigeno.
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2° CAPITOLO | ATOMI E MOLECOLE : LA BASE DELLA CHIMICA DELLA VITA
La composizione chimica e i processi metabolici di tutti gli es seri viventi sono molto simili tra loro .
Le leggi della fisica e della chimica valide per le cose non viventi sono valide anche per i sistemi viventi.
Gli organismi sono costituiti sia da composti inorganici semplici e di piccole dimensioni, che da
composti organici contenenti carbonio, più complessi e di grandi dimensioni.
Un elemento è una sostanza che non può essere scissa in so stanze più semplici per mezzo di reazioni chimiche .
Sono quattro ( Carbonio, Idrogeno, Ossigeno ed Azoto ) gli elementi che costituiscono più del 96% della massa di un organismo.
Gli atomi sono costituiti da un nucleo contenente protoni (+) e neutroni (±), e da elettroni (-)
che si muovono rapidamente negli orbitali disposti su livelli energetici o quantici .
nello spazio all'esterno del nucleo .
A. Il numero atomico indica quanti protoni sono contenuti in un atomo e si trascrive con un
numero posto in basso a sinistra del simbolo dell’elemento ( 1H )
B. Ad ogni numero atomico corrisponde un diverso elemento chimico.
C. In un atomo elettricamente neutro il numero dei protoni è uguale a quello degli elettroni.
D. Quasi tutto il peso dell'atomo è concentrato nel nucleo.
Il numero dei protoni più quello dei neutroni è detto massa o peso atomico relativo,
ed indica la quantità di materia contenuta espressa in UMA (Atomica Mass Unit) o Dalton.
E. Atomi dello stesso elemento con una diversa massa atomica sono isotopi.
F. Le proprietà chimiche di un atomo sono determinate dal numero e dall'organizzazione
dei suoi elettroni più energetici ( gli ultimi ), noti come elettroni di valenza.
G. Su ognuno dei 3 livelli quantici vi sono 4 orbitali, ad eccezione del primo livello che ne ospita solo 1.
Su ogni orbitale vi sono al massimo 2 elettroni. Quindi sul primo livello vi saranno al massimo 2 elettroni.
Dal secondo in poi 8 elettroni ( regola dell’ottetto ).
Quasi tutti gli atomi presenti in natura si legano fra loro per formare le molecole ( A + A ).
I composti sono formati da atomi diversi ( A + B ) tenuti insieme da legami chimici.
Tale tendenza deriva dal fatto che tutti gli atomi tendono a raggiungere sull’ultimo livello energetico 8 elettroni.
A. Alcuni atomi raggiungono l'ottetto stabile acquistando o cedendo degli elettroni.
Ovviamente per un atomo che cede elettroni vi dovrà essere un altro che li acquista.
Entrambi perderanno la neutralità e si trasformeranno in ioni ( positivi o negativi )
C. Il legame ionico è formato tra ioni carichi positivamente ( cationi ) e ioni carichi negativamente ( anioni ).
I legami ionici sono forti in ambiente non acquoso, ma relativamente deboli in acqua.
D. I legami a idrogeno sono legami relativamente deboli che si formano quando un atomo di idrogeno con una carica
parziale positiva viene attratto da un elemento con una carica parziale negativa, come l'azoto o l'ossigeno, che si trova in
un'altra molecola o in un'altra parte della stessa molecola.
B. Nel legame covalente gli atomi tendono a completare l'ultimo livello quantico senza né cedere né acquistare elettroni,
ma mettendoli in comune. E’ un legame forte e stabile che comporta la riorganizzazione degli orbitali coinvolti nello
scambio, con un processo noto come ibridazione degli orbitali.
- I legami covalenti sono apolari o puri quando gli elettroni sono condivisi equamente tra i due atomi.
- I legami covalenti sono polari quando uno dei due atomi è più elettronegativo ( attira gli elettroni ).
E. Un atomo con l'ultimo livello energetico completo è particolarmente stabile e poco reattivo ( come nei Gas Nobili ).
F. Una mole ( la massa atomica o molecolare espressa in grammi ) di qualsiasi sostanza contiene 6,02 x 10 23 unità
( atomi, molecole o ioni ). Questo numero è noto come numero di Avogadro.
G. La formula molecolare fornisce il numero effettivo di ciascun tipo di atomo presente in quella molecola.
La formula di struttura mostra la disposizione degli atomi ( H – O – H ) * molecola d’acqua.
La formula chimica definisce struttura, tipo e numero relativo di atomi che sono presenti in un composto.
L'ossidazione e la riduzione sono processi chimici che avvengono contemporaneamente in cui gli elettroni ( e la loro
energia ) passano dalla sostanza che si ossida a quella che si riduce .
L'acqua costituisce la maggior parte della massa degli organismi, svolge un ruolo importante in molte delle reazioni chimiche
che avvengono negli esseri viventi e possiede proprietà peculiari che hanno effetti notevoli sull'ambiente.
A. L'acqua, è una molecola polare, poiché un'estremità ha una parziale carica positiva e l'altra una parziale carica negativa.
B. Essendo una molecola polare, l'acqua è un ottimo solvente per soluti ( sostanze disciolte attraverso idratazione ) ionici e
polari, possiede un’elevata coesività ed una notevole tensione superficiale.
C. Ciascuna molecola d’acqua può legarsi a 4 molecole circostanti.
Le sostanze che interagiscono con l’acqua sono dette idrofile, quelle che interagiscono con i grassi idrofobe.
Gli acidi sono donatori di protoni, mentre le bas i sono accettori di protoni .
A. La scala di PFI è l'espressione logaritmica della concentrazione di ioni idrogeno in una soluzione.
Una soluzione neutra ha un pH di 7. Una soluzione acida ha un pH inferiore a 7 e una soluzione basica superiore a 7.
B. Un sistema tampone è costituito da un acido debole oppure da una base debole.
I tamponi si oppongono ai cambiamenti di pH di una soluzione qualora vengano aggiunti acidi o basi.
C. Un sale è un composto nel quale l'atomo di idrogeno di un acido viene sostituito da un altro catione.
I sali forniscono ioni minerali essenziali per le funzioni vitali.
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3° CAPITOLO | LA CHIMICA DELLA VITA : I COMPOSTI ORGANICI
Gli isomeri sono composti che hanno la stessa formula molecolare ma strutture differenti.
A. Gli isomeri strutturali differiscono per la disposizione covalente dei loro atomi.
B. Gli isomeri geometrici ( cis-trans ) differiscono per la disposizione spaziale degli atomi.
C. Gli enantiomeri sono isomeri speculari I'uno rispetto all’altro.
I composti organici sono costituiti generalmente da uno scheletro di carbonio e idrogeno legante qualche altro atomo
come Ossigeno, Azoto, Zolfo. Nelle strutture di questi composti si trovano dei gruppi ricorrenti di atomi e legami che
conferiscono alla molecola proprietà e reattività tipiche. Tali gruppi vengono detti gruppi funzionali.
In altre parole, un gruppo funzionale è la porzione più reattiva di una molecola organica, che influisce in modo determinante sul
meccanismo delle reazioni a cui essa è suscettibile.
I composti vengono suddivisi in classi a seconda del gruppo o dei gruppi che la molecola presenta.
Questo tipo di suddivisione prende il nome di sistematica organica.
A. Gli idrocarburi sono composti organici costituiti solo da carbonio ed idrogeno e sono composti apolari ed idrofobi.
Essi possono scambiare uno o più atomi di idrogeno legati allo scheletro carbonioso con i gruppi funzionali.
B. Seguono i gruppi funzionali più importanti a livello biologico :
Gruppo Formula Classe composti derivati Descrizione
* Ossidrilico | R OH | Ne derivano gli Alcoli | Gruppo di tipo polare a causa dell’elettronegatività dell’ossigeno che attira
elettroni
* Carbonilico | R C=O | Aldeidi e Chetoni | Gruppo di tipo polare. Aldeidi e Chetoni sono presenti negli zuccheri
* Carbossilico | R COOH | Acidi organici | Gruppo di tipo acido. Questo gruppo è un costituente essenziale degli
aminoacidi
* Aminico | R NH2 | Derivano le Amine | Gruppo di tipo basico. Questo gruppo è presente negli aminoacidi e acidi
nucleici
* Fosfato | R PO4H2 | Fosfati organici ( ATP ) | Gruppo di tipo acido. Questo gruppo è presente negli acidi nucleici e in alcuni
lipidi
* Sulfidrilico | R SH | Ne derivano i Tioli | Gruppo di tipo acido. Questo gruppo è presente negli aminoacidi
* Metilico | R CH3 | Molti composti organici | Gruppo di tipo apolare. Idrocarburo molto comune
Le Macromolecole sono formate da polimeri, ovvero lunghe catene di composti detti monomeri.
* I 20 aminoacidi più comuni, sono monomeri che si legano per formare polimeri noti come proteine.
* Il DNA è costituito da 4 tipi di monomeri detti nucleotidi.
* I polisaccaridi, le proteine e gli acidi nucleici sono grandi polimeri e sono delle macromolecole.
Il processo di sintesi mediante il quale questi monomeri vengono legati covalentemente, si chiama condensazione.
Durante il processo viene eliminata una molecola d’acqua, difatti si usa il termine di sintesi per disidratazione.
I polimeri possono inoltre essere degradati nei monomeri che li compongono mediante idrolisi.
I carboidrati contengono Carbonio (C), Idrogeno (H) ed Ossigeno (O) in un rapporto che è circa 1:2:1
Esempi di carboidrati sono gli zuccheri, gli amidi e la cellulosa.
I primi due vengono utilizzati come riserva energetica per le cellule, mentre il terzo è il componente principale delle pareti cellulari.
Gli zuccheri possono contenere : uno zucchero ( monosaccaride ), due zuccheri ( disaccaride ) o molti zuccheri ( polisaccaride ).
I monosaccaridi, come il Glucosio ( C6H12O6 ), il Fruttosio ( C6H12O6 ) ed il Ribosio ( C5H10O5 ) sono zuccheri semplici.
Il glucosio è il monosaccaride più importante nei processi vitali. Durante la respirazione cellulare le cellule rompono i legami della
molecola di glucosio, rilasciando l’energia immagazzinata che può essere usata per il lavoro cellulare.
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Due monasaccaridi possono legarsi con un Iegame glicosidico formando un disaccaride, come il maltosio o il saccarosio.
La maggior parte dei carboidrati è costituita da polisaccaridi, cioè lunghe catene di unità ripetute di uno zucchero semplice.
I carboidrati sono immagazzinati dalle piante sotto forma di amido e dagli animali sotto forma di glicogeno.
I Lipidi sono costituiti da carbonio (C), idrogeno (H) ed ossigeno (O), ma rispetto ai carboidrati contengono meno ossigeno.
I lipidi hanno consistenza grassa/oleosa e sono relativamente insolubili in acqua ( idrofobi ).
Essi tendono ad associarsi in gruppi e barriere non polari definendo sia i confini tra le cellule che la loro compartimentazione.
A. I Triacilgliceroli, la principale forma di deposito di grassi nell’organismo, sono costituiti da una molecola di glicerolo legata a 3
acidi grassi, invece i mono-acilgliceroli ed i di-acilgliceroli sono grassi contenenti, 1 e 2 acidi grassi rispettivamente.
Gli acidi grassi possono essere saturi o insaturi a seconda se possiedono o meno il numero massimo di atomi di idrogeno (H).
A. I Fosfolipidi sono componenti strutturali delle membrane cellulari ----------------
B. Le molecole steroidee sono lipidi costituiti da 4 anelli carboniosi condensati.
Gli steroidi più importanti sono il colesterolo, cortisolo e sali biliari.
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Le proteine sono polimeri grandi e complessi costituiti da monomeri di aminoacidi
uniti tra loro da legami peptidici ( condensazione / sintesi per disidratazione ).
A. Le proteine presentano tra loro svariate differenze per struttura e funzioni.
Questa diversità è basata sulle differenti disposizioni in cui si può assemblare un gruppo di amminoacidi
B. Le proteine sono il risultato della ricombinazione in sequenza di 20 aminoacidi.
Le proteine alimentari non sono utili in quanto tali, ma come fonte di amminoacidi. Infatti l'organismo scinde tramite la
digestione le proteine alimentari negli amminoacidi che le costituiscono, per poi ricostruire le proteine necessarie.
C. Non tutti i 20 amminoacidi sono necessari, ma solo 9, poiché gli altri possono essere sintetizzati a partire da altre sostanze
Gli amminoacidi che l'organismo non è un grado di autoprodurre si chiamano essenziali e sono in tutto 9 :
Triptofano, Fenilalanina, Lisina, Treonina, Istidina, Metionina, Leucina, Isoleucina e Valina
Due aminoacidi formano un dipeptide, più di due un polipeptide.
Gli acidi nucleici trasmettono l’informazione ereditaria e determinano quali proteine debbano
essere sintetizzate dalla cellula. Ci sono due tipi di acidi nucleici : l’acido ribonucleico (RNA) e
l’acido desossiribonucleico (DNA).
Sono così denominati per via dello zucchero pentoso ( Riboso e Desossiriboso).
Il DNA contiene le purine adenina e guanina (A-G) e le pirimidine citosina e timina (C-T), oltre
allo zucchero desossiribosio ed al fosfato.
L’RNA contiene le purine adenina e guanina (A-G) e le pirimidine citosina e uracile (C-U),
oltre allo zucchero ribosio ed al fosfato.
Ogni base azotata si accoppierà in modo specifico : Adenina-Timina e Guanina-Citosina
Le molecole degli acidi nucleici sono costituite da catene lineari di nucleotidi uniti tra loro da un
legame fosfodiesterico costituito da un gruppo fosfato attaccato allo zucchero che si lega
covalentemente allo zucchero del nucleotide adiacente.
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Mentre l’RNA è generalmente composto da una catena nucleotidica, il DNA è composto da due catene nucleotidiche unite da legami a
idrogeno ed avvolte l’una sull’altra a formare una doppia elica.
Il nucleotide Adenosina Trifosfato (ATP) costituito da adenina, ribosio e 3 fosfati, è la più importante molecola energetica della
cellula.
L’ATP può trasferire un gruppo fosfato ad un’altra molecola, cedendo parte della sua energia chimica.
La cellula è l’unità strutturale e funzionale degli organismi viventi o in altri termini il più piccolo insieme di materia dotato di vita.
La teoria cellulare ( Citologia ) asserisce che gli organismi sono derivanti, per divisione, da cellule pre-esistenti.
Ogni cellula è rivestita da una membrana plasmatica ( a doppio strato lipidico ) che delimita il compartimento
citoplasmatico. La membrana plasmatica funziona da barriera selettiva fra la cellula e l'ambiente circostante.
A. Tutte le cellule contengono materiale genetico sotto forma di DNA.
B. Le cellule hanno strutture interne dette organuli che sono specializzati per assolvere a specifiche funzioni.
C. La membrana plasmatica è grande abbastanza da poter regolare il passaggio di materiali dentro e fuori la
cellula.
D. Le dimensioni e la forma della cellula sono correlate alla sua funzione ed alla necessità di mantenere
I'omeostasi.
Esistono due tipi di cellule : Procariotiche ( prima del nucleo ) ed Eucariotiche ( vero nucleo ).
La cellula procariote è priva degli organuli presenti nella cellula eucariotica ed è tipica dei Batteri.
E’ presente una parete cellulare che riveste esternamente la membrana plasmatica.
Nel citoplasma troviamo i ribosomi ed il DNA “sfuso” nell’area nucleare, senza nucleo/membrana.
Le cellule vegetali possiedono una parete cellulare rigida, plastidi e grandi vacuoli.
La maggior parte delle cellule vegetali è priva di centrioli.
II reticolo endoplasmatico (RE) è costituito da membrane ripiegate che hanno diverse funzioni :
1. La parete esterna del reticolo endoplasmatico rugoso è ricca di ribosomi ( costituiti da RNA ), che grazie ad enzimi capaci di
creare legami peptidici, sintetizzano le proteine. Le proteine sintetizzate sull'R.E. rugoso possono essere trasferite ad
altre membrane cellulari o possono essere secrete dalla cellula attraverso vescicole di trasporto.
2. Il R.E. liscio è la sede della sintesi dei lipidi e degli enzimi.
II complesso del Golgi è costituito da una serie di sacche membranose appiattite dette cistorne, che hanno la funzione di
elaborare, scegliere e modificare le proteine sintetiz zate dal reticolo endoplasmatico.
I lisosomi intervengono nella digestione intracellulare, contengono enzimi in grado di degradare le sostanze introdotte nelle cellule.
I perossisomi sono sacche rivestite da membrana che contengono gli enzimi in grado di catalizzare numerose rea zioni
( cioè influenzano la reazione chimica senza essere consumati dalla reazione stessa ) nelle quali si ha la formazione di perossido d'idrogeno ( H2O2 ).
I vacuoli sono fondamentali per la crescita e lo sviluppo dei vegetali. Molti protisti possiedono vacuoli nutritivi e vacuoli
contrattili.
I vacuoli possono formarsi in seguito alla fusione di numerose vescicole.
I mitocondri, sede della respirazione aerobica, sono organuli rivestiti da doppia membrana,
dove quella interna si ripiega formando creste per aumentare l'area superficiale --------------------------------------------
Le creste ed il compartimento racchiuso dalla membrana interna, la matrice,
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contengono enzimi necessari per le reazioni coinvolte nella respirazione cellulare,
la quale consiste in una serie di reazioni mirate a trasformare l’energia chimica del glucosio in ATP.
1. I mitocondri contengono DNA che codifica per alcune delle loro proteine.
2. I mitocondri svolgono un ruolo importante nell'apoptosi, o morte cellulare programmata.
II citoscheletro è una struttura interna dinamica costituita da 3 tipi di fibre : i microtubuli, i microfìlamenti e i filamenti
intermedi.
Il citoscheletro fornisce il supporto strutturale ed è necessario in vari tipi di movimenti cellulari , compreso il trasporto di
materiale all'interno della cellula.
A. I microtubuli sono cilindri cavi assemblati a partire da subunità della proteina tubulina.
B. Nelle cellule che non si stanno dividendo, le estremità dei microtubuli sembrano essere ancorate ai centri di
organizzazione dei microtubuli (MTOC). II principale MTOC è il centrosoma.
Nella maggior parte delle cellule animali, il centrosoma contiene due centrioli.
Ciascun centriolo, ha una disposizione microtubulare 9x3 -------------------------------------------------------------------------------
C. Le ciglia ed i flagelli sono importanti per il movimento delle cellule.
Inoltre sono ancorati alla cellula per mezzo di un corpo basale che ha un'organizzazione microtubulare 9x3.
D. I microfilamenti di actina, formati da subunità della proteina actina, sono fondamentali per il movimento cellulare.
E. I filamenti intermedi sono strutture stabili formate da diversi tipi di proteine.
Sembra che abbiano la funzione di rafforzare il citoscheletro e di stabilizzare la forma della cellula.
Molte cellule animali sono circondate da una matrice extracellulare (MEC) costituita da carboidrati e proteine, come il Collegene.
La maggior parte delle cellule batteriche, fungine e vegetali è circondata da una parete cellulare composta da carboidrati e proteine.
Le membrane cellulari sono strutture complesse che hanno una duplice funzione :
1. Separare fisicamente l'interno di una cellula dall'ambiente esterno.
2. Formare compartimenti all'interno delle cellule degli eucarioti che permettano loro di svolgere funzioni complesse.
Le membrane hanno diversi ruoli strutturali e funzionali :
A. Regolano il passaggio di materiali ( osmosi, diffusione semplice, trasporto attivo con consumo di ATP )
B. Ricevono informazioni che consentono alla cellula di percepire i cambiamenti nell’ambiente e di rispondere ad essi ( trasduzione )
C. Contengono strutture specializzate che le mettono in contatto e in comunicazione con altre cellule
D. Funzionano da superficie di lavoro per diverse reazioni biochimiche ( come la respirazione cellulare ).
Secondo il modello a mosaico fluido, le membrane sono costituite da un doppio strato fosfolipidico in cui sono incastrate varie proteine.
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Le proteine di membrana periferiche sono legate alla superficie del doppio strato dalla quale possono essere facilmente rimosse
senza rottura della struttura della membrana.
Le membrane biologiche sono selettivamente permeabili, permettono cioè il passaggio di alcune sostanze e non di altre.
Il passaggio attraverso la membrana può avvenire attraverso il meccanismo della diffusione che può essere passiva o facilitata.
Nella passiva il movimento di sostanze in soluzione attraverso la membrana, non richiede dispendio d’energia per la cellula, e sfrutta
esclusivamente il meccanismo del gradiente di concentrazione ( passando da una zona ad alta concentrazione ad una a bassa ).
1. L'osmosi è un tipo di diffusione passiva nel quale viene sfruttato il passaggio delle molecole di
acqua ( solvente ) attraversano una membrana selettivamente permeabile passando da una
regione in cui l'acqua è più concentrata ad una in cui l'acqua è meno concentrata.
2. La pressione osmotica di una soluzione dipende dalla quantità di sostanze (soluti) presenti in
soluzione. Le cellule regolano la loro pressione osmotica interna per evitare di raggrinzirsi o di
lisarsi ( riempirsi ).
3. Una soluzione isotonica ha una concentrazione di soluti uguale rispetto a quella di un altro
fluido, come ad esempio il fluido intracellulare.
Quando la cellula viene posta in una soluzione ipertonica. cioè con una concentrazione di soluti
più elevata rispetto alla cellula medesima, questa perde acqua verso l'esterno andando incontro
alla plasmolisi, processo nel quale la membrana plasmatica si separa dalla parete cellulare.
Quando la cellula viene posta in una soluzione ipotonica, cioè
con una concentrazione di soluti più bassa rispetto alla cellula,
l'acqua entra nella cellula causandone il rigonfiamento.
Le cellule vegetali possono sopportare un'alta pressione idrostatica
interna, in quanto le pareti cellulari im- pediscono loro di
rigonfiarsi e scoppiare. Quando l'acqua entra nelle cellule per
osmosi, riempie i vacuoli centrali.
Le cellule si rigonfiano generando la pressione di turgore
contro le pareti cellulari rigide.
Nel trasporto attivo mediato da carrier la cellula spende energia metabolica per
spostare ioni o molecole contro gradiente di concentrazione.
Ad esempio le cellule nervose spendono il 70% del loro metabolismo energetico
per
azionare questo tipo di trasporto, fondamentale per la conduzione nervosa.
La pompa sodio-potassio costituita da un gruppo di proteine di membrana
specifiche, utilizza l'ATP per pompare gli ioni sodio ( NA+ ) fuori dalla cellula e gli ioni
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potassio ( K+ ) all'interno della cellula.
Ogni ciclo rompe una molecola di ATP e produce ( ADP + P ), libera fosfato e produce
energia, porta fuori 3 ioni di sodio e dentro 2 ioni di potassio.
E’ uno scambio sbilanciato che sfrutta il potenziale elettrico di membrana.
Altre forme di trasporto utilizzate dalla cellula per introdurre o eliminare sostanze
come interi batteri o macromolecole sono l’ endocitosi e l’esocitosi.
Nella trasduzione del segnale una proteina di membrana chiamata recettore si lega ad un
segnale extracellulare ( ligando ) ed invia un messaggio a proteine bersaglio chiamate
mediatori intracellulari o secondi messaggeri, in grado di provocare cambiamenti nella cellula.
Processi di trasduzione del segnale avvengono, ad esempio, con gli ormoni per la regolazione nel
sistema endocrino oppure con i neurotrasmettitori e i recettori di membrana nel sistema nervoso.
La via di segnalazione spesso coinvolge : l'attivazione di proteine G in conseguenza del legame del ligando al recettore, un secondo
messaggero come l’AMP ciclico ( cAMP ), proteine chinasi, ed enzimi che attivano altre proteine con la fosforilazione.
La termodinamica è la scienza che stabilisce i concetti fondamentali per lo studio dei trasferimenti energetici tra sistemi chimici o
fisici sotto forma di scambio di calore/lavoro.
Il sistema è un termine che fa riferimento all’oggetto studiato, che può essere di due tipologie : chiuso ed aperto.
Il sistema chiuso non scambia ne energia ne materia con l’ambiente esterno.
Il sistema aperto scambia sia energia che materia con l’esterno.
Il 1° principio della termodinamica afferma che l'energia non può essere né creata né distrutta, ma solo trasferita e modificata.
Il 2° principio della termodinamica asserisce che la quantità d’energia dell’universo non diminuisce nel tempo, ma viene
degradata in
una forma meno utilizzabile, e che questa energia meno utilizzabile e disorganizzata è in
costante aumento. La misura di questo disordine è l’entropia (S).
A . Il primo principio ci spiega come mai gli organismi non possano produrre energia ma debbano assumerla da qualche altra fonte.
B . Il secondo principio ci spiega come mai nessun processo che richiede energia sia efficiente al 100% e che in ogni trasferimento o
trasformazione di energia, parte di essa viene dissipata sotto forma di calore, che contribuisce all'aumento di entropia.
Entropia ed entalpia sono connesse tra loro da una terza forma di energia detta energia libera di GIBS (G) che rappresenta la
quantità di energia di un sistema disponibile a compiere un lavoro.
Infine, entropia ed energia libera sono inversamente correlate tra loro : quando l’entropia aumenta, l’energia libera diminuisce.
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Le reazioni chimiche che permettono ad un organismo di svolgere le sue attività ( crescita, movimento e riproduzione ),
costituiscono tutte insieme il suo metabolismo.
Possiamo distinguere anabolismo e catabolismo :
Nell’anabolismo vengono sintetizzate molecole complesse partendo da sostanze più semplici ( proteine a partire da aminoacidi ).
Nel catabolismo molecole grandi vengono scisse in molecole più piccole ( degradazione dell’amido per formare monosaccaridi ).
Nel processo di sintesi dell’ATP invece, abbiamo l’aggiunta di uno/due gruppi fosfato
alle molecole di ADP o AMP tramite un processo endoergonico noto come
Fosforilazione a livello del substrato, che richiede un apporto di energia “esterna”
( respirazione cellulare / fotosintesi ), oppure si parla di Fosforilazione ossidativa nel
caso in cui il processo preveda reazioni di ossido riduzione.
ADP + P → ATP = ( +G ) +7,3 Kcal
L'energia può anche essere trasferita attraverso reazioni di ossido-riduzione ( redox ).
Una sostanza che si ossida cede uno o più elettroni ( e la loro energia ) ad una sostanza che si riduce, ed acquista quindi elettroni.
Anche se il termine inganna, si riduce perché con l’aggiunta di elettroni con carica negativa, viene ridotta la carica positiva.
Gli elettroni vengono generalmente trasferiti come parte di atomi d'idrogeno.
L’ossidazione e la riduzione avvengono simultaneamente.
Alcuni degli accettori di elettroni più frequenti sono Il NAD+ ( nicotinamide adenin-dinucleotide ) ed il NADP+ con un gruppo fosfato in
più ( nicotinamide adenin-dinucleotide fosfato ). Essi quando si riducono formando rispettivamente NADH ed NADPH.
Gli elettroni acquisiti possono essere trasferiti ( insieme a parte della loro energia ), ad altri accettori.
Un enzima è una proteina funzionale, o catalizzatore biologico, capace di aumentare la velocità di una reazione chimica senza
essere consumato da questa. La reazione viene anche facilitata o meno dalle condizioni in cui questa avviene, ad esempio sia il PH
( ottimale tra 6-8 ) che la temperatura ( bassa rallenta la reazione, alta aumenta
la collisione delle molecole ) sono determinanti.
Tutte le reazioni necessitano di una energia di attivazione ( EA ), che serve ad
innescare la reazione, e rappresenta la quantità di energia necessaria per rompere
i legami chimici.
Un enzima abbassa l'energia di attivazione di una reazione.
Il sito attivo di un enzima è una regione tridimensionale in cui elementi
chiamati substrati si legano causando un adattamento indotto, vale a dire
una piccola modificazione della forma del sito di legame.
Nella forma inattiva di un enzima avremo invece un sito che non permetterà
al substrato di ancorarsi.
L’enzima viene definito allosterico poiché possiede caratteristiche specifiche
conformazionali che gli permettono di far interagire sito e substrato in
maniera univoca.
Molti enzimi necessitano di cofattori : i cofattori organici detti coenzimi,
facilitano l’attività enzimatica.
Il nome della maggior parte degli enzimi è caratterizzato dal suffisso –asi
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1. L'inibizione reversibile si ha quando un inibitore forma legami deboli con
l'enzima. L'inibizione reversibile può essere competitiva, se l'inibitore compete
con il substrato per il sito attivo dell'enzima, o non competitiva, se l'inibitore si
lega all'enzima in un sito diverso dal sito attivo, ma alterandone comunque la
forma ed impedendo quindi al substrato di legarsi.
2. L'inibizione irreversibile si ha quando un inibitore si lega ad un enzima e lo
inattiva permanentemente ( molti veleni e metalli attivano processi irreversibili ).
Il metabolismo, cioè il complesso di tutte le reazioni chimiche che avvengono in una cellula, è costituito da due parti comple-
mentari.
Il catabolismo, permette di ottenere il rilascio di energia dalla scissione delle molecole organiche in composti più piccoli.
Le vie cataboliche comprendono la respirazione aerobica, quella anaerobica e la fermentazione.
L'anabolismo, comprende tutti i processi di sintesi di molecole complesse a partire da componenti più piccoli.
La sintesi proteica è un esempio di processo anabolico.
La fonte primaria di energia per la cellula è quella accumulata come energia chimica nei legami del glucosio, che attraverso la
respirazione aerobica ( aerobiosi ) sarà utilizzata dalla cellula.
La respirazione aerobica è un processo redox nel quale gli elettroni (come parti di atomi di idrogeno) vengono trasferiti dal
glucosio ( che viene ossidato ) all'ossigeno ( che viene ridotto ) generando come prodotti di scarto acqua ed anidride carbonica.
L’ossigeno quindi è fondamentale in tutto il processo di respirazione, ed è l’accettore finale che lo concluderà.
Per ogni molecola di glucosio sono prodotte 36 o al massimo 38 molecole di ATP.
Formazione dell’Acetil coenzima-A nei mitocondri : ciascuna delle 2 molecole di piruvato rilascia una molecola di anidride
carbonica, a seguito di una reazione ossidativa che avrà come prodotti residui 2 gruppi acetili.
Ciascuno dei due gruppi si ricombinerà poi con un coenzima A per formare acetil-CoA.
Inoltre per ciascuna molecola di piruvato convertita in acetil-CoA, si produce una molecola di NADH, poiché gli elettroni rimossi
durante l’ossidazione hanno ridotto il NAD+ libero nello spazio intermembranale del mitocondrio.
Riassumento quindi la reazione avremo : 2 [Piruvato] + 2 [NAD+] + 2 [CoA] → 2 [Acetil-CoA] + 2 [NADH] + 2 [CO2]
Ciclo dell’acido citrico ( ciclo di Krebs ) nei mitocondri : Il ciclo ha inizio quando il gruppo acetile ( avente 2 atomi di carbonio )
trasportato dall'acetil-CoA si combina con anidride carbonica ed ossalacetato (composto a 4 atomi di carbonio) per formare
citrato (composto a 6 atomi di carbonio) e rilasciare coenzima A di scarto.
Avremo quindi : 2 [Ossalacetato] + 2 [CO2] + 2 [Acetil-CoA] → 2 [Citrato] + 2 [CoA]
Per permettere al ciclo di ricominciare è necessario rimuovere 2 gruppi carboniosi (CO2) dal citrato, e rigenerare
l’ossalacetato.
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Buona parte dell’energia sfruttata nelle fasi ossidative fino a qui, viene trasferita in forma di elettroni ( come parti di atomi di
idrogeno ), a 3 molecole di NAD+ e ad 1 di FAD con rispettiva formazione di 3 [ NADH ] e [ FADH2], inoltre viene prodotta
1 molecola di ATP mediante fosforilazione a livello del substrato : 3 [NAD+] + [FAD] + [ADP] → 3 [NADH] + [FADH2] + [ATP]
E poiché ogni molecola di glucosio fornisce ben 2 molecole di acetil-CoA, abbiamo materiale sufficiente per completare ben 2 cicli !
Quindi per ogni singola molecola di glucosio catabolizzata avremo i seguenti prodotti : 6 [NADH] + 2 [FADH2] + 2 [ATP] +
4 [CO2]
La loro energia sarà molto utile nella fase successiva dell’aerobiosi, la catena di trasporto degli elettroni …
L’ossigeno molecolare è quindi l’accettatore finale della catena di trasporto degli elettroni e ciò spiega come mai un organismo che
respira aerobicamente ha bisogno di ossigeno.
Secondo il modello chemiosmotico parte dell'energia liberata dagli elettroni durante i loro trasferimenti lungo la catena di
trasporto è utilizzata per per pompare i protoni (H+) dalla matrice mitocondriale allo spazio intermemebrana esterno,
utilizzando 3 pompe protoniche localizzate in tre dei 4 complessi di trasporto ( 1 – 3 – 4 ).
L’accumulo di protoni nello spazio intermembrana determina un gradiente di concentrazione che tenderà a diffondere/riportare i
protoni all’interno della matrice attraverso un canale chiamato ATP Sintasi ( una proteina transmembrana ). Il flusso di protoni
attraverso i complessi dell’ATP sintasi determina la fosforilazione dell’ADP con produzione di ATP.
L'accoppiamento della sintesi di ATP con le reazioni redox della catena di
trasporto degli elettroni è conosciuto come fosforilazione ossidativa.
Il rendimento energetico complessivo della respirazione cellulare a partire da una molecola di glucosio è :
Glicolisi > 2 ATP | Ciclo di krebs > 2 ATP | Catena di trasporto e Chemiosmosi > 32/34 ATP | TOTALE > 36/38 molecole di
ATP
* Possono anche essere utilizzate fonti energetiche diverse dal glucosio, come gli aminoacidi, o il glicerolo e gli acidi grassi.
Nella respirazione anaerobica, come nella respirazione aerobica gli elettroni sono trasferiti dal glucosio al NADH e da qui passano
lungo la catena di trasporto degli elettroni che è accoppiata con la sintesi di ATP, ma in questo caso l’accettore finale di elettroni
non sarà l’ossigeno ma una sostanza inorganica come nitrato o solfato.
Alcuni batteri e funghi usano la fermentazione, un processo anaerobico che non comprende una catena di trasporto degli elettroni e
perciò permette di produrre solo 2 molecole di ATP mediante fosforilazione a livello del substrato durante la glicolisi.
Le cellule di lievito sono anaerobi facoltativi, cioè svolgono la respirazione aerobica quando è disponibile l’ossigeno e passano
alla fermentazione alcolica quando non c’è ( i cui prodotti di scarto sono acool etilico ed anidride carbonica ).
Alcuni funghi, batteri e cellule animali svolgono la fermentazione lattica nella quale gli atomi di idrogeno del NADH, legandosi
al piruvato, generano come prodotto finale il lattato.
L’80% del lattato è trasportato dalle cellule muscolari al fegato ed è utilizzato per sintetizzare glucosio che può tornare alle
cellule muscolari. Il restante 20% è metabolizzato dalle stesse cellule quando l’ossigeno sarà presente.
Ed è per questo che dopo uno sforzo il respiro continua ad essere affannoso, perché l’ossigeno serve per ossidare il lattato.
Sia nella fermentazione alcolica che lattica si ha una resa energetica di solo 2 molecole di ATP !
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Destino elettroni del NADH Trasferiti a catena di trasporto Trasferiti a catena di trasporto Trasferiti ad una molecola organica
Prodotti formati per riduzione H 2O Sostanze inorganiche ridotte Alcool etilico / Lattato
Anche la cellula più semplice contiene una grande quantità di informazioni codificate nel DNA,
definite come il Genoma di quell’organismo.
Il genoma è organizzato in unità di informazione chiamate Geni.
Essi sono utilizzati per controllare le attività della cellula e vengono trasmessi alla progenie dopo un
processo di duplicazione. Questo processo di duplicazione/trasmissione rappresenta un problema,
poiché il DNA è una molecola lunga e sottile, soggetta quindi a facile rottura o aggrovigliamenti.
Gli eucarioti risolvono questo inconveniente impacchettando ogni molecola di DNA con proteine,
ed assemblando il complesso risultante in unità strutturali chiamate Cromosomi, residenti nel nucleo
e costituiti da Cromatina ( fibre di proteine e DNA ) ----------------------------------------------------------------------------------------------------
Ogni cromosoma ( la cellula umana e molte altre cellule animali e vegetali ne possiedono 46 ) può
contenere migliaia di geni ( l’uomo ad esempio ne possiede circa 40.000 ).
Queste fasi possono essere descritte in termini di ciclo vitale della cellula o ciclo cellulare,
ovvero il periodo che va dall’inizio di una divisione all’inizio di quella successiva. Il tempo
necessario per completare un ciclo cellulare è definito tempo di generazione compreso fra le
8 e le 20 ore.
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ProMetafase | L’involucro nucleare si frammenta
Metafase | i cromosomi si allineano lungo il piano equatoriale della cellula. Le fibre del
fuso mitotico si attaccano ai cinetocori dei cromosomi.
In questa fase i cromosomi vengono fotografati e studiati.
Anafase | i cromatidi si separano in corrispondenza del centromero e ciascuno migra al
rispettivo polo. La divisione del citoplasma non è ancora avvenuta.
Telofase | c’è lo strozzamento della cellula e quindi la divisione. Si ricostituiscono i nuclei e la citocinesi completa la divisione
cellulare producendo due cellule figlie identiche a quelle parentali eccetto per le dimensioni.
I cromosomi si decondensano srotolandosi. I microtubuli del fuso scompaiono e divengono visibili i nucleoli.
Citocinesi | anche chiamata Citodieresi, inizia prima che la mitosi sia completata, e
consiste nella divisione del citoplasma per formare due cellule figlie.
Ci sono due principali forme di riproduzione : asessuata ( che implica mitosi ) e sessuata ( che implica meiosi )
I discendenti prodotti dalla riproduzione asessuata solitamente hanno caratteristiche ereditarie identiche a quelle dei genitori.
Questi discendenti costituiscono un clone.
Di solito tutte le cellule che si riproducono per riproduzione asessuata si originano per Mitosi
Al contrario la riproduzione sessuata comporta l'unione di due cellule sessuali specializzate ( gameti ) che generano un'unica
cellula detta zigote. In ogni cellula umana sono contenuti 46 cromosomi, se si unissero mitoticamente il materiale genetico delle
cellule prodotte sarebbe sempre raddoppiato. Allora le cellule sessuali prima di fondersi mettono in atto un processo chiamato
Meiosi.
La meiosi quindi, è un particolare tipo di divisione cellulare che si compie solo in cellule destinate alla riproduzione sessuata.
Nell’uomo si realizza nei testicoli e nelle ovaie.
Nella meiosi non si ha la conservazione del numero di cromosomi come nella mitosi, ma esso viene ridotto della metà.
Nell'uomo la mitosi produce cellule con 46 cromosomi mentre la meiosi produce cellule con 23 cromosomi.
Anche la Meiosi segue ( almeno in una prima parte ) la tabella di marcia del ciclo cellulare percorsa dalla Mitosi :
[ INIZIO INTERFASE ] = [ GAP 1 ] + [ FASE S ] + [ GAP 2 ] in cui sia il Citoplasma che il DNA vengono duplicati !
[ INIZIO 1° MITOSI ] = PROFASE 1 | METAFASE 1 + Crossing-over | ANAFASE 1 | TELOFASE 1 | CITOCINESI 1
* Crossing-over | scambio di porzioni omologhe di materiale genetico fra due cromatidi appartenenti a due cromosomi omologhi
Poi ha inizio la seconda divisione cellulare, quasi come una seconda Mitosi, ma senza duplicazione del DNA e del Citoplasma.
[ INIZIO 2° MITOSI ] = PROFASE 2 | METAFASE 2 | ANAFASE 2 | TELOFASE 2 | CITOCINESI 2
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Lo stadio diploide è rappresentato esclusivamente dallo zigote, che subirà la meiosi per ripristinare lo stato aploide.
Il Dna è un acido nucleico ( acido desossiribonucleico ) formato da nucleotidi, a loro volta composti da una molecola di zucchero
pentoso ( desossiribosio ), un gruppo fosfato ed una base azotata ( a doppio anello come le Purine “adenina e guanina” o ad anello
semplice come le Pirimidiniche “citosina e timina”.
L’organizzazione del DNA è fondamentale per garantire che i filamenti non si danneggino
o si aggroviglino. Infatti i cromosomi ( i portatori dell'informazione genetica ) sono costituiti
da un materiale complesso chiamato cromatina che consiste in fibre contenenti proteine e DNA
Il DNA è organizzato all'interno del nucleo in diversi cromosomi.
La cellula compatta il suo DNA nei cromosomi con l'aiuto di proteine chiamate istoni
( nome generico delle proteine che si legano agli acidi nucleici ).
Gli istoni sono carichi positivamente mentre il DNA è carico negativamente e insieme
formano strutture chiamate nucleosomi.
I nucleosomi fungono da rocchetto che impedisce ai filamenti di DNA di aggrovigliarsi.
Infatti la duplicazione comincia proprio così, con la separazione dei due filamenti.
Dobbiamo comunque tenere presente che proteine ed enzimi partecipano attivamente anche a questo
processo, accelerando e guidando le reazioni. Questo succede a cominciare dalla separazione delle eliche
fino alla formazione delle due nuove molecole.
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Questo compito spetta ad un enzima chiamato DNA Polimerasi, il quale però, è in grado di aggiungere nuovi nucleotidi solamente al
terminale 3’ del nucleotide precedente, dove ritroviamo un gruppo ossidrilico ( -OH ).
Inoltre l’enzima DNA Polimerasi non è in grado di iniziare la sintesi di un filamento "da zero", per questo motivo è necessario un
“innesco” ( primers in inglese ), a cui aggiungere il primo nucleotide. Tali inneschi, composti di RNA, sono forniti da una speciale
RNA Polimerasi ( primasi ). Gli inneschi verranno poi eliminati grazie ad alcuni enzimi capaci di degradarli.
Sarà compito dell’enzima DNA Ligasi, unire l’estremità 3’ del nuovo tratto sintetizzato con l’estremità 5’ del tratto di DNA
precendete.
Il filamento lagging, viene sempre sintetizzato sotto forma di corti frammenti di DNA chiamati frammenti di Okazaki, preceduti da
un RNA primer. Iniziato l’allungamento l’RNA primer viene degradato e gli spazi vuoti rimanenti vengono riempiti con nuovo DNA. In
fine i frammenti di Okazaki ed il nuovo DNA vengono assemblati dalla DNA Ligasi.
Ogni sequenza di 3 basi consecutive viene chiamata codone ed è specifica per ogni aminoacido, per questo si parla di codice a
triplette. Si parla anche di codice degenerato o ridondante, poiché più di un codone specifica per lo stesso aminoacido, infatti ci sono
quattro tipi di nucleotidi ( A-C-G-T/U ), che presi in triplette fanno 4^3 ( 4 elevato alla terza ) ovvero 64 combinazioni ( 61 specificano
aminoacidi e 3 sono segnali di stop ), ma ci sono solo 20 amminoacidi, quindi ad ogni amminoacido corrispondono diverse triplette.
L’RNA funge da intermediario nel flusso dell’informazione genetica tra DNA e proteine.
Infatti il flusso dell'informazione all'interno delle cellule va dal DNA all'RNA e poi alle proteine, mettendo in atto un processo chiamato
Sintesi proteica. Ciò vuol dire che l'informazione del DNA non è usata direttamente per determinare la sequenza degli aminoacidi
che formeranno la proteina.
La sintesi proteica avviene in due step : Trascrizione ( nel nucleo ) e Traduzione ( nel citoplasma ).
La trascrizione : è definita tale poiché avviene una copia/trascrizione delle informazioni contenute in un tipo di acido nucleido
( DNA ) su di un'altra tipologia di acido nucleico ( RNA ).
L’RNA su cui il messaggio viene trascritto è chiamato RNA messaggero ( mRNA ).
Durante la trascrizione l’RNA è sintetizzato in direzione 5’→ 3’, e lo stampo di DNA è letto in direzione 3’ → 5’.
I tipi più importanti di RNA che vengono trascritti dal DNA sono tre :
l’RNA ribosomiale ( rRNA ), l’RNA di trasferimento ( tRNA ), e l’RNA messaggero ( mRNA ).
La maggior parte degli RNA è sintetizzata da RNA-polimerasi/DNA-dipendenti, enzimi presenti in quasi tutte le cellule.
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L’RNA polimerasi inizia la
trascrizione legandosi ad una
sequenza di DNA detta promotore.
Quando RNA polimerasi ha
riconosciuto il promotore, srotola la
doppia elica ed inizia la trascrizione
che al contrario di quella relativa al
DNA, non richiede l’intervento di un
primer.
La fine della trascrizione come il suo
inizio, è controllata da una sequenza
di basi specifiche, chiamate codoni
di stop che indicano all’RNA
polimerasi la fine del filamento di
DNA.
Ora l’mRNA dovrà spostarsi dal nucleo al citoplasma, per affrontare un processo di traduzione.
Ma prima di fare ciò, è necessario che l’RNA messaggero raggiunga la “ maturazione” con l’aiuto di alcuni enzimi capaci di
modificarne la struttura. Essi infatti aggiungeranno un cappuccio (cap) all’estremità 5’ per proteggero dalla degradazione, e poi
una sequenza di adenine alla coda 3’ ( coda poliadenilata ).
Quest’ultima servirà ad indicare ad altri enzimi dove effettuare il taglio della molecola di mRNA ormai completa.
La traduzione comporta la conversione di un codice ( relativamente semplice ) a quattro basi azotate dell’acido nucleico, ad un
alfabeto a 20 aminoacidi delle proteine ( ben più complesso ).
Ma vediamo nel dettaglio le condizioni necessarie affinchè la proteina venga finalmente sintetizzata.
In primis è necessario l’intervento di una molecola chiamata RNA transfert ( tRNA ) il cui compito è quello di decifrare ed allineare
gli aminoacidi nella sequenza corretta prima di poterli riunire.
Il tRNA viene unito all’aminoacido associato da un enzima aminoacil-tRNA sintetasi, che sfrutta ATP per creare legami covalenti.
Il legame fisico tra tRNA ed mRNA avviene grazie ad una tripletta specifica di basi chiamata anticodone capace di legarsi ad un
codone corrispondente sull’mRNA.
La traduzione vera e propria della sequenza di amminoacidi predisposta dal tRNA avviene nei Ribosomi.
Una modificazione post traduzionale è la modificazione chimica di una proteina in seguito alla sua traduzione.
Per molte proteine, si tratta dell'ultima tappa di biosintesi.
gruppi funzionali in
Gli amminoacidi che compongono le proteine possono essere modificati attraverso l'aggiunta di alcuni
acetile,
grado di allargare la funzionalità complessiva della proteina. Modificazioni tipiche, ad esempio, sono l'aggiunta di gruppi
fosfato o glucidici. La più importante ( quantitativamente ) modificazione post traduzionale è la produzione di ponti
disolfuro.
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Il ponte disolfuro è ungruppo funzionale, costituito da due atomi di zolfo legati ( -S-S- ), che riveste una notevole
importanza nella stabilizzazione della struttura terziaria di molte proteine. Infatti sostiene la struttura dei capelli ad
esempio, costituiti per gran parte da catene proteiche di cheratina. La formazione di questi ponti fa sì che le catene si ripieghino
parzialmente su sé stesse, dando così origine al fenomeno dei capelli ricci.
Parliamo del Codice Genetico : La caratteristica più sorprendente del codice genetico è la sua universalità.
Cioè sia in una rosa che in un uomo è identico.
Questo ci lascia supporre che tutti gli organismi discendono da un comune progenitore ancestrale !
Un gene può essere definito come una sequenza di nucleotidi che porta l’informazione necessaria per produrre una specifica
proteina. Esso comprende sia sequenze codificanti ( esoni ) che non codificanti ( introni ).
I geni, possono andare incontro a cambiamenti detti mutazioni, che possono portare alla completa distruzione della struttura di un
cromosoma, o al cambiamento di una singola coppia di basi. Le mutazioni possono essere :
Puntiformi | che possono essere ( mutazioni Missenso ) che determinano una proteina con una lunghezza normale, ma con la
sostituzione di un aminoacido, oppure ( mutazioni Nonsenso ), che determinano la conversione di un codone
codificante in un codone di stop, per cui verrà codificata una proteina tronca che di solito non sarà funzionale.
Frameshift | dove l’aggiunta o la perdita di una più coppie di basi all’interno della molecola di DNA causa un’alterazione di tutta la
sequenza dei codoni successivi e danneggiando la molecola irrimediabilmente.
Le mutazioni possono essere causate da errori nella replicazione del DNA, da agenti fisici ( raggi x \ ultravioletti ), da mutageni
chimici o da elementi genetici mobili chiamati trasposoni o anche geni saltellanti, che si spostano da una parte all’altra del
cromosoma e che non solo alterano le funzioni di alcuni geni, ma in alcune condizioni possono anche attivare geni normalmente
inattivi. Molti mutageni sono anche carcinogeni cioè agenti responsabili dell’insorgenza del cancro.
13° CAPITOLO | REGOLAZIONE GENICA, IL CONTROLLO DELL’ESPRESSIONE DEI GENI
Il controllo dell’espressione genica è un processo essenziale di ogni organismo, che permette alla cellula di conservare energia
producendo proteine solo quando e dove richieste.
Le cellule procariotiche ed eucariotiche hanno modi diversi per regolare l’espressione genica.
Procarioti e Batteri | Essendo la loro vita estremamente breve ( come nel caso del batterio Escherichia Coli, che vive nell’intestino
dell’uomo e di altri mammiferi ) essi hanno bisogno di accelerare i tempi, controllando la trascrizione dei loro
geni e trascrivendo quindi solo quelli che servono per formare proteine utili.
Inoltre attuano tali regolazioni per rispondere in maniera rapida ai cambiamenti del loro ambiente ( ad esempio
per mancanza o abbondanza di specifici nutrienti ).
Nella cellula batterica questo meccanismo di regolazione è affidato agli operoni.
Un operone è costituito da : Geni strutturali, ovvero geni che codificano per determinati enzimi/proteine necessari alla
cellula.
Promotore, ovvero una sequenza di DNA situata a monte dei geni che, legandosi all' RNA
polimerasi,
permette l'inizio della trascrizione.
Gene regolatore, che codifica appunto per la proteina regolatrice.
Operatore, ovvero un frammento di DNA, che può essere situato a monte, a valle o anche lontano dal
promotore e che regola l'espressione dei geni strutturali. L'operatore interagisce con una specifica
proteina chiamata proteina repressore o proteina attivatore, a seconda che impedisca o stimoli l'espressione
Ci sono operoni inducibili come l’operone lattosio e reprimibili come l’operone triptofano.
Si distinguono due tipi di regolazione genica degli operoni : regolazione negativa e regolazione positiva.
La regolazione negativa coinvolge il legame di una proteina repressore all'operatore per impedire la trascrizione.
Gli operoni sottoposti a regolazione negativa, si distinguono in operoni inducibili o repressibili, a seconda del tipo di
feedback.
Negli operoni inducibili negativi, una proteina repressore si trova legata, in condizioni normali, all'operatore, impedendo così
la trascrizione dei geni dell'operone. Se però nella cellula è presente una particolare molecola induttrice, essa si lega alla
proteina repressore, rendendola incapace di interagire con l'operatore e permettendo così la trascrizione.
Negli operoni repressibili negativi, la trascrizione dei geni degli operoni avviene regolarmente, in condizioni normali.
La proteina repressore, pur essendo attivamente prodotta dal gene regolatore, è incapace di legarsi all'operatore nella sua
conformazione normale. Tuttavia, alcune molecole chiamate corepressori possono legarsi alla proteina repressore, e
cambiarne la conformazione in modo da renderla capace di legarsi all'operatore, e di impedire così la trascrizione.
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Gli operoni possono anche essere sottoposti a regolazione positiva.
In questo tipo di regolazione, una proteina attivatore si lega all'operatore stimolando la trascrizione.
Anche gli operoni sottoposti a controllo positivo si suddividono in operoni inducibili o repressibili.
Negli operoni inducibili positivi, la proteina attivatore è normalmente incapace di legarsi all'operatore. Certe molecole,
tuttavia, possono legarsi alla proteina attivatore e cambiare la sua conformazione in modo da renderla capace di legarsi al
DNA e incentivare, così, la trascrizione.
Negli operoni repressibili positivi, la proteina attivatore si trova legata all'operatore in condizioni normali, e la trascrizione
avviene perciò regolarmente. Determinate molecole però possono legarsi all'attivatore e imperdirgli, cambiandone la
conformazione, di legarsi all'operatore. In questo modo, la trascrizione viene inibita.
L’operone Lattosio rappresenta un sistema inducibile, che a seconda dei casi può essere sia POSITIVO che NEGATIVO.
L'operone LAC produce gli enzimi necessari alla metabolizzazione ( scissione in glucosio ) del lattosio da parte del batterio
E.Coli.
Tali enzimi vengono codificati da tre geni strutturali adiacenti : LacZ, LacY e LacA.
mRNA,
Questi geni vengono trascritti in un solo
detto mRNA poligenico o policistronico, che
viene poi tradotto nei tre enzimi ( vedi immagine
a destra )
La trascrizione dell’operone comincia quando l’RNA
polimerasi si lega al sito del DNA promotore che è
la prima parte dell’operone lattosio.
Procede poi alla trascrizione del DNA e genera una
molecola di mRNA, la quale, oltre alle sequenze
codificanti per gli enzimi, include anche i codoni di
inizio e di stop.
Siccome tutti e tre gli enzimi sono tradotti dalla
stessa molecola di mRNA, per regolare la loro sintesi
( ovvero trascrivere solo quello che serve ), sarà
necessario interrompere ed eventualmente riattivare
il processo.
L’interruttore che controlla la sintesi dell’mRNA è
chiamato Operatore ed è costituito da una serie di
basi dislocate a monte dei geni strutturali Z-Y-A.
Va ricordato in ogni caso che anche in presenza di lattosio, la trascrizione dell'operone è scarsa finché è presente in quantità il
glucosio, lo zucchero più facilmente utilizzabile da parte di E.coli.
Nel caso in cui il glucosio scarseggi, viene prodotto AMP ciclico ( cAMP ), una molecola che in tutti gli organismi funziona come
segnale di carenza energetica. Il cAMP legandosi alla CAP ( proteina recettrice del cAmp ), la rende in grado di legarsi alla prima
sequenza del Promotore ( P1 ), stimolando notevolmente la trascrizione dell'operone.
In sintesi possiamo dedurre che il batterio possiede un meccanismo di controllo , il quale consente l'espressione di
alcuni geni solo quando ne avverte il bisogno, ed impedisce la produzione di enzimi e proteine non strettamente necessarie.
Il Regulone | abbiamo visto nel caso della proteina CAP, come sia possibile controllare la trascrizione di molteplici operoni in grado
di generare a loro volta enzimi. Questo gruppo di operoni, essendo controllato da un unico gene regolatore, viene
chiamato Regulone.
L’operone Triptofano come esempio di sistema reprimibile a regolazione NEGATIVA ( che reprime la trascrizione )
Un altro sistema della regolazione genetica è il sistema reprimibile che al contrario dell’inducibile mantiene sempre attivi i geni
dell’operone, i quali vengono disattivati solo in caso di superamento di una determinata soglia.
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Questo avviene perché a livello energetico è più conveniente mantenere attiva la sintesi di determinati enzimi ( che devono essere
sempre presenti in una determinata quantità ) e disattivarla solo quando serve.
Un esempio classico di un sistema reprimibile è proprio l’Operone Triptofano.
Esso è un co-repressore di una proteina repressore ( che inibisce quindi la trascrizione della RNA polimerasi ), che viene appunto
attivata solo quando la presenza di triptofano supera una certa soglia e questo comincia a legarsi alla proteina tramite un sito
allosterico, inibendo ovviamente la trascrizione.
Nei procarioti esistono 3 tipi di regolazioni, una trascrizionale, una traduzionale ed una post-traduzionale.
I controlli trascrizionali, come abbiamo visto, sono attuati da promotori/repressori che agiscono in maniera positiva/negativa.
I controlli traduzionali, regolano la velocità di traduzione di specifiche molecole di mRNA.
Questo perchè la vita di una cellula batterica è molto breve e quindi vi è la necessità di accelerare i tempi.
I controlli post-traduzionali, invece, agiscono come interruttori che determinano l’attivazione/inattivazione di enzimi già presenti
nella cellula. Un comune meccanismo di controllo post-traduzionale, è l’inibizione da prodotto ( o
inibizione da feedback ).
Prendiamo per esempio un enzima, esso catalizza ( favorisce ) una determinata reazione che genera un
prodotto specifico. Questo stesso prodotto ( raggiunta una certa quantità ) andrà ad interagire
attraverso una interazione sul suo sito allosterico, con l’enzima che catalizzava la sua reazione,
inibendone il funzionamento.
La regolazione dell’espressione dei geni negli eucarioti non è regolata in sistemi come gli operoni, ma è molto più complessa perché
essendo organismi pluricellulari, richiedono vari sistemi di regolazione per permettere ad ogni cellula di differenziarsi nei propri ruoli e
permettere anche a gruppi di cellule di organizzarsi in tessuti e organismi.
Il controllo della trascrizione avviene a livello di molti siti specifici e da parte di molte proteine regolatrici come ad esempio :
UPE | ovvero elementi posti a monte del promotore ( TATA ) il cui numero determina l’efficienza ( forte/debole ) del promotore.
Enhancer | ovvero intensificatori, i quali aumentano la velocità di sintesi e sono specifici per ogni tipo di cellula.
Fattori di trascrizione | ovvero proteine regolatrici ( alla stregua degli operoni procariotici Lattosio, Triptofano e proteina CAP ) che
possono legarsi assieme in diverse combinazioni possibili assumendo caratteristiche differenti di
regolazione, e questo aumenta le possibili vie di controllo della trascrizione.
Bisogna tenere a mente che i geni delle cellule eucariote sono quasi
tutti inattivi, solo un piccolo sottoinsieme è attivo.
Questo perché la cellula contiene già tutte le informazioni genetiche
dell’organismo, ed ogni cellula attiva solo quei geni specifici che le
permettono di svolgere il proprio lavoro.
I geni inattivi sono quindi diversi da cellula a cellula e vengono
mantenuti inattivi dall’RNA interference.
Essi sono associati ad una zona della cromatina condensata chiamata Eterocromatina, mentre quelli attivi sono associati alla parte
della cromatina meno organizzata e meno condensata chiamata Eucromatina. L’eucromatina ha un DNA più esposto e quindi può
interagire con i fattori di trascrizione e con altre proteine di regolazione.
I geni possono essere tenuti inattivi anche da varie proteine che si legano al DNA e ne impediscono la trascrizione.
L’mRNA negli eucarioti non può essere subito tradotto come nei procarioti ( vedi maturazione dell’mRNA ).
Alcuni geni producono pre-mRNA che ricomposto in combinazioni diverse, varia in funzione del tessuto, di modo che lo stesso gene
possa essere usato per produrre un tipo di proteina in un tessuto ed un altro tipo in un altro tessuto.
Un gene di questo tipo contiene almeno un segmento che può comportarsi da Introne o Esone.
Come introne la sequenza della combinazione viene rimossa, come esone invece viene mantenuta.
La stabilità, la vita e la velocità di trascrizione delle molecole di mRNA in alcuni casi viene controllata da ormoni.
Ad esempio se il flusso ormonale è alto, il tempo di vita dell’mRNA è maggiore di quando è basso.
Inoltre, in questa marea di modificazioni, le proteine possono essere alterate da modificazioni post-traduzionali.
Ad esempio dopo la loro sintesi possono essere attivate, rimuovendo porzioni specifiche della catena polipepditica ed originando degli
ormoni. Oppure attraverso una modificazione chimica, come quelle che avvengono nella respirazione cellulare dove vengono aggiunti
o rimossi gruppi di fosfato alterando l’attività di un enzima o di una proteina.
Quando i gruppi di fosfato vengono aggiunti prendono il nome di CHINASI, quando vengono rimossi, FOSFATASI.
Ricapitolando quindi, tutte le alterazioni hanno un fine che è quello di permettere alla cellula di rispondere rapidamente a certe
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stimolazioni ormonali o a cambiamenti ambientali o nutrizionali.
L’evoluzione è l’isieme di tutti quei cambiamenti ereditabili, avvenuti nel tempo tra individui della stessa specie, e che vanno poi a
determinare il diversificarsi delle popolazioni
La popolazione è un gruppo di individui di una stessa specie che vive nella stessa area geografica nello stesso arco temporale.
Darwin ( 1809-1882 ) osservando la natura, aveva elaborato una teoria dell’evoluzione, chiamata selezione naturale.
Egli sosteneva che gli individui trasmettono i propri caratteri alla generazione successiva, ma non fu in grado di spiegare come.
Durante gli anni 30/40 i biologi unirono i principi della genetica con la sua teoria così si sviluppò la teoria sintetica
dell’evoluzione.
Essa asserisce che le mutazioni nel DNA forniscono tutta la variabilità genetica su cui si basa la selezione naturale, secondo la quale
gli organismi che più si adattano all’ambiente ha maggiore probabilità di sopravvivere e quindi dare origine alla generazione
successiva.
Prove di evidenza scientifica dell’evoluzione sono state date dai reperti fossili, che testimoniano l’esistenza di organismi passati.
Possono essere datati attraverso gli isotopi radioattivi detti radioisotopi presenti in una roccia.
Gli isotopi sono elementi con un diverso numero di neutroni ma con lo stesso numero di protoni e elettroni.
I radioisotopi sono appunto degli isotopi instabili che emettono radiazioni e mentre lo fanno il loro nucleo si trasforma nel nucleo di
un elemento diverso attraverso un processo detto decadimento radioattivo. Il tempo di questo cambiamento è diverso da elemento e
elemento ed è proprio misurando questo tempo che i fossili possono essere datati.
Altre prove scientifiche dell’evoluzione sono quelle molecolari :
* Esiste una universalità inequivocabile del codice genetico
* Le sequenze di aminoacidi nelle proteine si conservano tali nel tempo
* La sequenza di nucleotidi nel DNA è un’evidente prova evoluzionistica.
L’universalità del codice genetico è una prova evidente che gli organismi sono derivati da un comune ancestrale.
In particolare, l’essere vivente filogeneticamente più prossimo all’uomo risulta essere lo scimpanzè, poiché il suo DNA è molto simile
a quello umano.
Microevoluzione e Macroevoluzione
La macroevoluzione si occupa di cambiamenti drammatici che avvengono in tempi lunghi nel corso dell’evoluzione.
Questi cambiamenti fenotipici sono di così grande portata che le nuove specie che li presentano vengono assegnate a generi
differenti o a categorie dette superiori, come la differenziazione dei vertebrati dagli invertebrati o mammiferi dai rettili.
La microevoluzione invece si occupa di cambiamenti che avvengono in tempi brevi nell’ambito di una specie.
Una specie consiste in un gruppo di popolazioni i cui membri sono, in grado di produrre prole fertile.
La speciazione è un fenomeno che si verifica quando una popolazione diventa riproduttivamente isolata dagli altri membri della
stessa specie. Si può verificare in due modi, attraverso la speciazione allopatrica o simpatrica.
La speciazione allopatrica si verifica quando una popolazione diventa geograficamente separata dal resto della specie.
La speciazione simpatrica si verifica quando una nuova specie può svilupparsi occupando la stessa regione geografica della specie
progenitrice.
L’estinzione cioè la fine di una linea evolutiva, si verifica quando muore l’ultimo rappresentante di una specie.
As esempio l’estinzione di massa più recente ( verificatasi 65 milioni di anni fa ) ha determinato la scomparsa dei dinosauri.
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L’Homo Habilis | ( uomo dotato di manualità ) che secondo alcuni erano contemporanei all’Astralopithecus.
L’evoluzione degli ominidi termina almeno fino a questo momento con l’Homo sapiens del quale si distinguono 3 rami :
L’Homo sapiens arcaico | che assomiglia all’erectus
L’Homo sapiens Neanderthalentis | che è un ramo secondario dell’albero genealogico
L’Homo sapiens sapiens | il più intelligente di tutti che comprende noi stessi.
Le specie animali adottano dei comportamenti. Il comportamento sociale è l’interazione tra due o più animali, in genere della
stessa specie. Ad esempio ci può essere il comportamento territoriale dove un organismo di solito un maschio difende un
territorio dalle intrusioni di altri individui della stessa specie e dello stesso sesso. Il comportamento innato invece riguarda quel
comportamento che viene ereditato ed è tipico di una determinata specie ed è anche detto istinto o comportamento istintuale.
Un virus è un agente infettivo, e quando entra in un organismo determina un’azione patologica, rompendo il normale equilibrio
omeostatico e causando malattie. I virus non hanno vita autonoma perché non hanno una struttura cellulare e per questo sono
parassiti, infatti possono vivere solo insidiandosi nelle cellule o nei batteri.
Hanno quindi in comune con gli esseri viventi la replicazione e il materiale genetico.
I virus sono composti da genoma che può essere DNA o RNA, ma mai tutti e due.
Essi hanno un rivestimento chiamato capside. Genoma e capside determinano il nucleo capside.
A volte i virus acquisiscono una specie di impacchettamento, generato dalla cellula che li ospita.
Questa membrana ( envelope ) è responsabile delle interazioni che avverranno tra cellula ospite e
virus.
I virus che infettano i batteri sono i fagi e quando accade, questi batteri vengono chiamati
batteriofagi.
I viroidi sono agenti infettivi come i virus ma sono più piccoli e formati da un cortissimo filamento di
RNA.
Il prione è associato ad alcune malattie degenerative del cervello ed è costituito da una sola proteina.
Nei virus a DNA la sintesi del DNA e delle proteine è simile a quella della cellula che le ospita.
Nei virus a RNA ( chiamati retrovirus ) la trascrizione avviene con l’aiuto di un DNA complementare.
I virus a RNA utilizzano un enzima chiamato Trascrittasi inversa, per trascrivere un genoma a RNA su un DNA.
Questo DNA viene integrato dal DNA della cellula ospite e poi avviene la sintesi.
Un esempio di retrovirus è il virus umano dell’immunodeficienza HIV, che è causa dell’AIDS.
I virus possono infettare anche le cellule vegetali, attraverso insetti che si nutrono dei loro tessuti come le cavallette, o anche
attraverso semi già infetti. I sintomi di questa infezione si possono notare da punteggiature sulle foglie, fiori e frutti.
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Penetrazione, quando l’acido nucleico del virus entra attraverso la membrana plasmatica della cellula che lo ospiterà.
Replicazione, il virus induce la cellula a sintetizzare gli elementi necessari alla sua replicazione
Assemblaggio, quando i componenti appena sintetizzati vengono assemblati per formare nuovi virus
Rilascio, i nuovi virus formati vengono liberati all’esterno della cellula ospite che generalmente viene degradata.
Temperato | in un ciclo temperato lisogenico i virus che integrano il loro genoma con il DNA dei batteri vengono chiamati profaghi.
I batteri che contengono profaghi vengono definiti cellule lisogeniche.
In un ciclo temperato lisogenico il genoma virale si replica assieme al DNA batterico, inoltre le cellule batteriche che
contengono profaghi possono manifestare nuove proprietà, e questo evento viene definito conversione lisogenica.
Ad esempio esistono due ceppi di batteri della difterite, uno che provoca la malattia perché produce tossine e uno che
non produce tossine. Quello che produce la malattia contiene un profago temperato.
I batteri hanno in comune una struttura di base, che comprende una parete cellulare, ed una membrana cellulare.
Su quest’ultima si trovano quasi tutti gli enzimi che svolgono le reazioni metaboliche, poiché i batteri sono privi di organuli
intracellulari, tranne i ribosomi ed i mesosomi.
Manca una membrana nucleare, poiché il materiale genetico è a contatto diretto col citoplasma in cui sono presenti granuli di
riserva.
E’ possibile la presenza di uno o più flagelli, atti al movimento. La parete cellulare può essere rivestita esternamente da una
capsula, formata di regola da polisaccaridi.
La presenza di capsula conferisce alle colonie batteriche un aspetto "liscio", mentre quelle prive di capsula hanno un aspetto
"rugoso". La funzione della capsula è di proteggere la cellula procariote dalla fagocitosi e dai virus.
Il sistema nervoso umano è il prodotto più complesso e versatile dell’intero processo evolutivo.
La funzione del sistema nervoso di tutti gli animali è quella di rilevare i mutamenti ambientali ( dove il termine “ambientali” ha una
duplice accezione, poiché esso lavora sia sull’ambiente interno al corpo, sia su quello esterno al corpo ) ed associarli alle appropriate
risposte dei muscoli, degli organi e delle ghiandole corporee. Al crescere della scala evolutiva si ha, inoltre, una crescente capacità di
svolgere “funzioni di alto livello” quali apprendimento, memoria, cognizione, fino alla consapevolezza di se ed alla personalità.
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I Neuroni e la loro struttura
L’unità basilare del sistema nervoso, sia da un punto di vista strutturale che
funzionale, è la cellula nervosa, o neurone, che si stima sia presente nel sistema
nervoso degli esseri umani in circa 10^10 unità.
Le funzioni ricoperte dal neurone sono quelle di ricevere ed integrare l’informazione
proveniente dai recettori sensoriali o da altri neuroni e di trasmettere questa
informazione ad altri neuroni o agli organi effettori. La struttura neurale è altamente
specializzata nell’adempiere a queste funzioni. Ciascun neurone è un’entità a sè
stante, racchiusa all’interno di una membrana cellulare.
Esiste un’ampia diversità nella forma e nella dimensione dei neuroni localizzati in parti
diverse del sistema nervoso. Tutti i neuroni condividono però alcune caratteristiche
comuni : possiedono un singolo corpo cellulare, a partire dal quale si sviluppa un
numero variabile di protuberanze ramificate. Diverse di queste protuberanze hanno
una funzione recettiva e sono conosciute come dendriti. I dendriti sono specializzati
nell’implementazione delle connessioni sinaptiche.
Talvolta, un singolo neurone può avere diverse migliaia di dendriti, attraverso i quali
riceve le informazioni provenienti da tutte le cellule nervose con cui è in contatto. Una
delle ramificazioni che “esce” dal corpo della cellula nervosa è chiamato assone, o
fibra nervosa, e si occupa di trasportare l’informazione al di fuori del corpo cellulare.
Gli assoni possono essere divisi in diversi rami, mediante i quali l’informazione può
essere contemporaneamente distribuita a diverse destinazioni. Laddove termina
l’assone, si ha una struttura che viene chiamata bottone terminale e che si occupa
del trasferimento “fisico” dell’informazione ai dendriti di altri neuroni.
Inizialmente uno stimolo crea un potenziale graduato che nasce nei dentriti e attraversa il corpo cellulare.
L'intensità di questo potenziale è proporzionale allo stimolo, ed è di tipo decrementale, quindi perde intensità man mano che si
allontana dal punto in cui si è generato. Se questo riesce ad arrivare fino alla zona “trigger” ( inizio dell'assone ) con una intensità di
almeno -55 mV, viene generato/inoltrato lungo tutto l'assone un Potenziale d'azione che rimane costante fino alle terminazioni del
neurone.
Durante un potenziale d’azione, vengono attivate delle proteine chiamate canali ionici ( NA+/ K-- ) voltaggio-dipendenti, che
permettono agli ioni positivi ( NA+ ) di entrare nella cellula neuronale, depolarizzando ulteriormente la membrana fino a +35 mV.
Successivamente, altre proteine chiamate pompe ATPasi ( NA+/ K-- ), attraverso l’idrolisi dell’ATP, portano all’esterno gli ioni
positivi ( NA+ ) in eccesso, e dentro quelli negativi ( K-- ), ristabilendo il potenziale elettrico a riposo della membrana.
Mediamente un potenziale d’azione dura 2 millisecondi, ed è caratterizzato da una fase iniziale di depolarizzazione, una fase di
iperdepolarizzazione postuma e da una rapida fase di ripolarizzazione che riporta i valori alla condizione iniziale di riposo.
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Nelle sinapsi elettriche i neuroni pre e post-sinaptici sono molto vicini tra loro e tra le loro membrane si formano le giunzioni
comunicanti collegate tramite una proteina canale. Inoltre le sinapsi elettriche permettono il passaggio diretto di ioni da una cellula
all’altra così l’impulso viene trasmesso molto più rapidamente.
Nelle sinapsi chimiche, le cellule pre e post-sinaptiche sono separate da uno spazio sinaptico. Quando il potenziale d’azione
raggiunge un terminale assonico, non riesce a superare lo spazio, per cui il segnale elettrico deve essere trasformato in segnale
chimico attraverso i neurotrasmettitori.
Le vescicole all’interno del cosiddetto bottone sinaptico liberano i neurotrasmettitori, cioè sostanze chimiche capaci di legarsi
ai recettori della cellula post-sinaptica, provocando una modifica nel potenziale della membrana.
Esistono più di 30 neurotrasmettitori come le amine e gli aminoacidi.
Nei vertebrati superiori, la trasmissione sinaptica avviene maggiormente per via chimica piuttosto che elettrica.
La via del Calcio ( che piace tanto a GRILLI ) condiziona il rilascio di neurotrasmettitori
La difesa immunitaria è quel meccanismo che l’organismo mette in atto per proteggersi da sostanze estranee.
Quando si parla di “patogeno” stiamo parlando di tutto ciò che veicola una malattia.
I microrganismi come virus e batteri vengono definiti, appunto, patogeni.
L’antigene invece è una qualsiasi sostanza ( proteine, RNA ed DNA sono antigeni ) in grado di evocare una risposta anticorpale.
Esistono sostanze self ( proprie dell’organismo ) che l’organismo è stato abituato/predisposto a riconoscere e non attaccare, e
sostanze non self ( non proprie ), che l’organismo contrasta con svariati mezzi.
Il sistema immunitario possiede a livello del midollo osseo, cellule staminali totipotenti, ovvero in grado di dare origine a due linee
di cellule specializzate : Eritrociti ( o globuli rossi ), che sono in tutto circa 5.000.000
Leucociti ( o globuli bianchi ), che sono in tutto circa 5.000, e si dividono ancora in Mieloidi e Linfoidi …
Dalla linea mieloide si originano le cellule che presiedono l’immunità naturale : Granulociti e Monociti
Granulociti ( composti da granuli che contengono lisosomi ) che si dividono in : Neutrofili, Eusinofili e Basofili
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Monociti ( cellule mieloidi che circolano nel sangue ) di cui fanno parte i Macrofagi, ovvero cellule che intervengono in caso di
Infezioni e/o organismi estranei, e che ci occupano della distruzione di questi ultimi e dell’ambiente circostante.
Questa reazione è tipica dell’immunità innata non specifica.
Dalla linea linfoide invece, si originano cellule che presiedono l’immunità acquisita : Linfociti di tipo T, B ed NK ( natural killer )
Questi forniscono una risposta altamente specifica, poiché ognuno di essi viene generato sulla base di un antigene, e solo alla
presenza di esso reagiranno. Ciò garantisce una risposta immunitaria mirata ed efficace, senza che vi sia la distruzione del contesto
attorno all’infiammazione/infezione.
I meccanismi di difesa non specifici, detti anche risposte innate, forniscono una protezione generale contro i patogeni.
Essi ne impediscono l’entrata e distruggono quelli che sono riusciti ad eludere le difese esterne.
Ad esempio, la pelle rappresenta una barriera per i patogeni che vengono a contatto con il corpo ; il sudore ed il sebo contengono
sostanze che distruggono alcuni tipi di batteri.
I microrganismi che entrano attraverso il cibo sono generalmente distrutti dalla secrezione acida ed enzimatica dello stomaco.
I patogeni che entrano nell’organismo attraverso l’aria inalata possono essere trattenuti all’esterno dai peli del naso o intrappolati nel
muco che riveste i condotti respiratori e successivamente distrutti dai fagociti ( cellule che ingeriscono ).
Invece i meccanismi di difesa specifici, detti anche risposte acquisite, sono strutturati in modo tale da combattere in maniera
univoca le macromolecole associate ad ogni patogeno.
Uno dei principali meccanismi di difesa specifica è la produzione di anticorpi, proteine altamente specifiche che riconoscono e si
legano con specifici antigeni. I meccanismi specifici comprendono anche la memoria immunitaria, cioè la capacità di rispondere
efficacemente ad una seconda invasione di molecole estranee.
Come detto precedentemente, i Linfociti di tipo T, B ed NK sono responsabili della risposta immunitaria specifica acquisita.
Ma vediamo le caratteristiche che deve possedere una risposta specifica :
Specificità | poiché ogni linfocita deve essere generato sulla base di un antigene
Diversità | ogni linfocita è specifico e diversificato per un antigene e solo per quello
Memoria | ogni linfocita ricorda il tipo di antigene per cui è stato costruito
Autolimitazione | poiché eliminato il patogeno essi devono disattivarsi
Discriminazione | ovvero la capacità di distinguere il self dal non self
* Le cellule linfoidi NK e T sembrano le più impegnate nella lotta alle cellule tumorali.
Il mal funzionamento del sistema immunitario può portare a malattie autoimmuni ( in cui i linfociti non hanno capacità di
discriminazione ed aggrediscono i tessuti propri dell’organismo “self” ) o immunodeficienze ( condizione che aumenta la sensibilità
alle infezioni ). La sindrome da immunodeficienza acquisita ( AIDS ), è causata da un retrovirus noto come virus
dell’immunodeficienza umana ( HIV ). Esso danneggia il sistema immunitario distruggendo le cellule T-Helper.
La capacità di resistere alle infezioni è quindi gravemente compromessa.
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Altri meccanismi di difesa specifica
L’immunità attiva può essere indotta artificialmente o naturalmente : Naturalmente, attraverso il contagio ( vedi varicella,
morbillo )
Artificialmente, attraverso il vaccino ( o immunizzazione ),
ovvero una sostanza sostanza che viene
ingerita/iniettata, contenente gli agenti
patogeni, in forma “non attiva”.
L’immunità passiva invece, è una condizione temporanea dove gli anticorpi vengono forniti da un altro organismo.
Ad esempio, le donne in gravidanza trasmettono una naturale immunità passiva al feto in via di sviluppo
Oppure i neonati che vengono allattati al seno ricevono una immunità passiva con il latte materno.
Il sistema endocrino consiste in ghiandole endocrine cioè cellule e tessuti che secernono ormoni.
Gli ormoni sono “messaggeri chimici” in grado di trasmettere informazioni ( riguardo il metabolismo, la crescita, il comportamento
ed altri processi fisiologici ) da una parte all’altra di uno stesso organismo. Questo perché le ghiandole che secernono ormoni, sono in
stretta interazione tra loro e con il sistema nervoso.
Gli ormoni inoltre, possono essere classificati in base all’organo che li produce, alla loro attività fisiologica, e alla loro natura chimica.
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prolungamento dell’ipotalamo.
Essa secerne in particolare, l’Ossitocina che stimola le contrazioni
dell’utero durante il parto e provoca l’emissione di latte dalle mammelle, e
l’Antidiuretico/vasorepressina, che regola l’assorbimento d’acqua nei
reni ed innalza la pressione sanguigna.
Adenoipofisi | viene stimolata direttamente dall’ipotalamo alla produzione di ormoni ipofisari/tropine opifisarie ( come la
Prolattina, che avvia la produzione di latte nella gravidanza, la Somatotropina o anche chiamato ormone della
crescita in grado si stimolare la sintesi proteica, ecc … ) capaci di stimolare a loro volta altre ghiandole endocrine
per la produzione di ormoni specifici.
Possiamo fare l’esempio della Tiroide ( una ghiandola endocrina che regola principalmente il metabolismo ) la quale
viene regolata da Ipotalamo ed Ipofisi attraverso un meccanismo di feedback, vale a dire una specie di
“termostato” che misura il livello di ormoni tiroidei nel sangue e ne regola di conseguenza la produzione/inibizione.
L’Ipotalamo secerne numerosi ormoni di rilascio/inibizione, questi neuro-ormoni entrano nei capillari collegati al lobo anteriore
dell’Ipofisi e penetrano nei suoi tessuti, attivando la secrezione di ormoni ipofisari specifici.
L’ipotalamo è quindi un centro che ( oltre a regolare il ritmo sonno/veglia, la fame, la sete e la temperatura corporea ), produce
fattori di rilascio ormonicoche stimolano l’ipofisi a produrre a sua volta ormoni detti tropine ipofisarie che
regolano l’attività di altre ghiandole del sistema endocrino.
Il sistema ipotalamo-ipofisi è in grado di controllare in modo diretto :
accrescimento corporeo
allattamento dopo la gravidanza
introduzione di liquidi
Ormoni e stress
L’organismo umano affronta o sopporta le difficoltà procurandosi l’energia
necessaria tramite un processo naturale, la risposta allo stress.
Questa è paragonabile ad un innato meccanismo di adattamento che consente di
adeguare le reazioni individuali all’imprevedibile variare delle circostanze.
In questa fase assume un ruolo fondamentale l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene
nella quale viene messo in atto un complesso programma
biologico/comportamentale che sostiene la risposta allo stress.
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