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La cardinalità di Q e R
Ha senso chiedersi se ci sono più elementi in N o in Q? Sono entrambi due insiemi infiniti.
I numeri naturali sono numerosi quanto i quadrati perfetti, infatti ad ogni numero naturale corrisponde
un quadrato perfetto
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
0 1 4 9 16 25 36 49 64 81 100 121
L'insieme dei numeri naturali è in corrispondenza biunivoca con un suo sottoinsieme proprio.
Due segmenti di lunghezza diversa, AB e CD, si possono porre in corrispondenza biunivoca, come
risulta dalla figura.
Di più: i punti di un segmento [A,B) sono in corrispondenza biunivoca coi punti di una semiretta: al
punto A corrisponde se stesso, al punto B non corrisponde alcun punto della semiretta.
Due insiemi finiti hanno lo stesso numero di elementi se e solo se si possono porre in corrispondenza
biunivoca. Se si estende questa nozione a insiemi infiniti si ottengono i risultati sopra citati.
Cantor (1870) definisce infinito un insieme che si possa mettere in corrispondenza biunivoca con un suo
sottoinsieme proprio. N, Z, Q sono infiniti.
Due insiemi che possano essere messi in corrispondenza biunivoca si dicono equipotenti (oppure si dice
che hanno la stessa cardinalità).
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 …
0 -1 +1 -2 +2 -3 +3 -4 +4 -5 +5 …
Per insiemi finiti, appartengono alla stessa classe di equivalenza (cioè hanno la stessa cardinalità) gli
insiemi che hanno lo stesso numero di elementi.
Improbabile:
● N ⊂Q
●
● per ogni n, esistono infiniti numeri razionali differenti che hanno denominatore uguale a n.
terminati gli elementi di una diagonale si prosegue con la diagonale successiva partendo dall'elemento
che sta sulla prima colonna, fino ad arrivare all'elemento che sta sulla prima riga:
(0,0) (1,0) (0,1) (2,0) (1,1) (0,2) (3,0) (2,1) (1,2) 0,3) (4,0)
012345678…
Infatti la generica coppia (a,b) appartiene alla (a + b + 1)-esima diagonale; e occupa una posizione che si
calcola sommando innanzitutto tutti gli elementi delle precedenti (a + b) diagonali:
e aggiungendo gli elementi che precedono (a,b) nella (a + b + 1) - esima diagonale, che sono b + 1;
poiché il primo numero naturale è lo 0, si diminuisce di 1 tale somma, si ottiene la formula cercata:
(a,b) (a + b)(a + b + 1) + b.
In generale se A è un insieme numerabile allora anche A× A è numerabile: basta sostituire, nella tabella,
ai numeri
0, 1, 2, 3, 4, 5, ...
gli elementi
Allora anche l'insieme Z dei numeri interi, come abbiamo già visto, è numerabile, dato che è stato
costruito come insieme di classi di equivalenza in N× N, quindi è equipotente ad un sottoinsieme infinito
di N× N. Se Z è numerabile allora anche Z× Z è numerabile.
Ne concludiamo che anche Q è numerabile, poiché è stato costruito come insieme di classi di
equivalenza in Z× Z0; Q è equipotente ad un sottoinsieme infinito di un insieme numerabile, quindi è
numerabile.
TEOREMA (Secondo metodo diagonale di Cantor). L'insieme R dei numeri reali non è numerabile.
Dimostrazione. Se R fosse numerabile allora sarebbe numerabile qualunque suo sottoinsieme infinito.
Sia A l'insieme dei numeri reali compresi tra 0 e 1:
Se A fosse numerabile, esisterebbe una corrispondenza biunivoca tra A e N, cioè tutti gli elementi di A
potrebbero essere contati:
..............................
Per dimostrare che A non è numerabile ci basta fornire un numero y compreso tra 0 e 1 che sia diverso
da tutti gli xi. Sia
y = 0. b1 b2 b3 …
b1 ≠ a11;
b2 ≠ a22;
............
bk ≠ akk.
Il numero reale y appartiene ad A, ma è diverso (perché almeno una cifra è diversa) da tutti gli elementi
di A.
Poiché R = Q ∪ I, e Q è numerabile, segue che I non è numerabile: gli irrazionali sono dunque più
numerosi dei razionali.
Sempre nel 1874 Cantor dimostra un altro risultato sorprendente: il prodotto cartesiano di due insiemi
che hanno la cardinalità del continuo ha la cardinalità del continuo; quindi gli insiemi R2 = R× R e R3 =
R× R× R sono equipotenti a R.
Poiché R2 è in corrispondenza biunivoca con i punti del piano, e R3 con i punti dello spazio,
conseguenza immediata è che i punti di tutto lo spazio sono "tanti quanti" i punti di un segmento di
lunghezza piccola a piacere!
Questo risultato si scontra con l'intuizione. Lo stesso Cantor, in una lettera a Dedekind, scrive: "Lo vedo,
ma non lo credo".