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PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE

L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica della rappresentatività
PROBLEMA DI LINDA (T&K, 1983)

La descrizione di Linda era costruita in modo tale da


risultare rappresentativa solo per una categoria di
persone (le donne attive in un movimento
femminista) e non per la categoria del secondo
costituente della congiunzione (le impiegate di banca)

 La congiunzione viene ritenuta più probabile


perché contiene l’elemento rappresentativo
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica della rappresentatività
LA FALLACIA DELL’INTERSEZIONE

T&K definirono conjunction fallacy (fallacia


dell’intersezione) l’errore commesso in casi come
quello di Linda

Replicarono lo stesso risultato con migliaia di


esperimenti, con problemi inseriti in contesti
differenti (scommesse, problemi di natura medica,
etc.) e persino con soggetti esperti (in statistica)
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica della rappresentatività
LA FALLACIA DELL’INTERSEZIONE

ALTRO ESEMPIO:
È stata condotta una indagine epidemiologica su un campione di
100 individui maschi della British Columbia, di tutte le età e
professioni. Siete invitati a fornire la probabilità più attendibile per
ognuna delle seguenti domande:
Quanti dei 100 partecipanti hanno avuto uno o più attacchi
coronarici?
Quanti dei 100 partecipanti hanno più di 55 anni e hanno avuto uno
o più attacchi coronarici?

Risultato: Stima maggiore in risposta alla seconda domanda 


Violazione della regola di congiunzione
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica della rappresentatività
IL PROBLEMA DEGLI AVVOCATI E DEGLI INGEGNERI
(K&T, 1973)

Versione 1
Un gruppo di psicologi ha intervistato 30 ingegneri e 70
avvocati, tutte persone di successo nei rispettivi ambiti di
lavoro, sottoponendoli ad alcuni test di personalità. Sulla
base delle informazioni raccolte sono state create delle
descrizioni succinte dei 30 ingegneri e dei 70 avvocati. Sui
tuoi questionari troverai cinque descrizioni che sono state
tratte a caso dalle cento descrizioni disponibili. Per
ciascuna descrizione, indica su una scala da 0 a 100 la
probabilità che la persona descritta sia un ingegnere
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica della rappresentatività
IL PROBLEMA DEGLI AVVOCATI E DEGLI INGEGNERI
(K&T, 1973)

Versione 2
Un gruppo di psicologi ha intervistato 70 ingegneri e 30
avvocati, tutte persone di successo nei rispettivi ambiti di
lavoro, sottoponendoli ad alcuni test di personalità. Sulla
base delle informazioni raccolte sono state create delle
descrizioni succinte dei 70 ingegneri e dei 30 avvocati. Sui
tuoi questionari troverai cinque descrizioni che sono state
tratte a caso dalle cento descrizioni disponibili. Per
ciascuna descrizione, indica su una scala da 0 a 100 la
probabilità che la persona descritta sia un ingegnere
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica della rappresentatività
IL PROBLEMA DEGLI AVVOCATI E DEGLI INGEGNERI
(K&T, 1973)

Descrizione di Jack (una delle descrizioni fornite ai


soggetti):

Jack ha 45 anni. È sposato e ha quattro figli. Di solito è


moderato, prudente e ambizioso. Non ha interessi di
tipo socio-politico e passa la maggior parte del suo
tempo libero con hobby come il bricolage, la vela e gli
enigmi matematici
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica della rappresentatività
IL PROBLEMA DEGLI AVVOCATI E DEGLI INGEGNERI
(K&T, 1973)

Risultato:
Le due versioni del problema non portavano a giudizi che
differivano in maniera statisticamente significativa,
benché le probabilità di base inserite nelle due versioni
fossero molto diverse (70% di ingegneri vs. 30%)

Le stime prodotte dai soggetti erano influenzate soltanto


dal livello di tipicità/rappresentatività delle descrizioni
(come nel caso di Jack, descritto in modo tale da risultare
rappresentativo della categoria degli ingegneri)
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica della rappresentatività
LA FALLACIA DELLA PROBABILITA’ DI BASE

 i soggetti commettono in casi come questo la


cosiddetta fallacia della probabilità di base (base-rate
fallacy)

 in problemi come questo si tende a trascurare la


probabilità di base (base-rate neglect) in favore di
elementi che nulla hanno a che fare con la teoria della
probabilità

 ancora una volta l’errore è causato dalla euristica della


rappresentatività
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica della disponibilità

EURISTICA DELLA DISPONIBILITA’:


la probabilità di un evento o la numerosità di una
classe di oggetti è valutata in funzione della facilità
con cui casi o esempi vengono richiamati alla mente,
perché più disponibili in memoria

La facilità di recupero viene quindi ritenuta indicativa


della frequenza dell’evento o dell’ampiezza della
classe
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica della disponibilità

I meccanismi di revisione degli stimoli propri dei


processi di memorizzazione e rievocazione (es. stimoli
salienti o rari possono essere ricordati più facilmente
di altri) possono portare a distorsioni di giudizio

Esperimento di Tversky e Kahneman (1974): dati


elenchi di oggetti di cui alcuni sono più familiari di
altri ma meno numerosi, qual è la stima della
grandezza delle relative classi? I soggetti tendono a
sovrastimare la grandezza della classe che contiene
esempi più familiari
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica della disponibilità

Esperimento di Tversky e Kahneman (1982):

Ai soggetti viene mostrato un testo in lingua inglese e


il compito dei soggetti è quello di stimare la frequenza
di parole che contenevano una serie di consonanti (k,
l, r, v, n) in prima o in terza posizione

Risultati: la maggioranza dei soggetti giudicava più


frequenti le parole con le consonanti in prima
posizione benché fosse vero il contrario
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica della disponibilità

Esperimento di Tversky e Kahneman (1982):

 azione dell’euristica della disponibilità: dato il


modo in cui sono rappresentate le parole nel lessico
mentale, è molto più facile ricordare parole che
comincino con una data lettera piuttosto che parole
nelle quali essa compaia in terza posizione

Es. pratico: sovrastima di eventi catastrofici come


cause di morte per via della disponibilità e salienza di
casi in memoria
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica dell’ancoraggio e
aggiustamento

L’euristica dell’ancoraggio e aggiustamento è


definita come un processo mediante il quale “gli
individui formulano delle stime partendo da un valore
iniziale che viene successivamente aggiustato per
produrre una stima finale”
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica dell’ancoraggio e
aggiustamento

Il dato iniziale, che rappresenta il punto di riferimento


al quale gli individui “ancorano” i loro giudizi, può
essere suggerito dalla formulazione del problema
oppure essere il risultato di un primo calcolo parziale

in ogni caso, in molte situazioni, l’aggiustamento che


segue non è sufficiente
 la stima finale si colloca quindi più vicina al punto
di riferimento iniziale rispetto a quanto dovuto per un
giudizio corretto
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica dell’ancoraggio e
aggiustamento
Quanto più l’ancora è poco significativa per il
giudizio che deve essere espresso tanto più ancorarsi ad
essa risulterà inappropriato e porterà a stime inaccurate

Esperimento (T&K, 1974): domande concernenti giudizi di


probabilità
Es. i soggetti dovevano stimare il numero di nazioni
africane rappresentate alle Nazioni Unite

Prima della domanda, i soggetti dovevano girare una


ruota della fortuna (truccata), con valori compresi tra 0 e
100, che poteva fermarsi sul 10 o sul 65
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica dell’ancoraggio e
aggiustamento

Risultati: la stima del numero delle nazioni era


influenzata in maniera significativa dal numero uscito
dalla ruota

la stima media relativa al numero di nazioni africane


era 25 per il gruppo di soggetti al quale veniva
mostrato il valore 10 della ruota, mentre si attestava
attorno a 45 per il secondo gruppo, che aveva visto la
ruota fermarsi sul numero 65
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica dell’ancoraggio e
aggiustamento

 Entrambi i gruppi, quindi, si erano ancorati a un


numero assolutamente irrilevante per il giudizio che
dovevano effettuare, e avevano “aggiustato” (in modo
insufficiente) la stima per arrivare a produrre la stima
finale
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
euristica dell’ancoraggio e
aggiustamento

Numerosi studi condotti in ambito statunitense


(Chapman e Bornstein, 1996; Kalven e Zeisel, 1966;
Raitz et al. 1990; Zuehle, 1982) hanno mostrato che,
nel decidere l’entità di un risarcimento danni, la
richiesta della parte lesa funge da ancora per la giuria
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
l‘immagine compromessa della
razionalità

Diventano sempre più numerosi gli studi che hanno


come finalità quella di mettere in rilievo i limiti della
razionalità umana, evidenziando una serie di errori
sistematici commessi dalla maggioranza degli
individui (Arkes e Hammond, 1986; Baron, 1994,
1998; Evans, 1989; Evans e Over, 1996; Kahneman et
al., 1982; Newstead e Evans, 1995; Osherson, 1995;
Piattelli-Palmarini, 1993, 1994; Shafir, 1994; Shafir e
Tversky, 1995)
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
l‘immagine compromessa della
razionalità

L’insieme dei risultati ottenuti da queste ricerche


sembra portare verso una visione pessimistica della
natura umana: Nisbett e Borgida, già a partire dai
primi risultati, parlano di gravi implicazioni per la
razionalità umana (Nisbett e Borgida, 1975)
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L’APPROCCIO DESCRITTIVO
l‘immagine compromessa della
razionalità

Queste implicazioni non prevedono che gli individui


siano totalmente incapaci di conformarsi alle regole
della logica e della probabilità ma che nelle scelte e
nei giudizi “reali” molto spesso essi si discostino da
tali regole

Sembrano condurre, però, verso una concezione che


vede gli individui come sostanzialmente irrazionali
(Cohen, 1981; Einhorn e Hogarth, 1981; Lopes, 1991)
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
L’APPROCCIO DESCRITTIVO
l‘immagine compromessa della
razionalità

Questa posizione, da molti estremizzata (poiché


probabilmente non corrisponde esattamente a quello
che questo filone di ricerche voleva dimostrare), porta
alla nascita di un vero e proprio dibattito sulla
razionalità che non si può dire ad oggi ancora
concluso
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IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative

La visione pessimistica dell’uomo come agente


sostanzialmente irrazionale (visione, in sostanza,
antitetica a quella economica) viene combattuta
strenuamente da numerosi autori
L’intenzione di questi autori non è certamente quella
di riproporre il modello economico dell’uomo
razionale: l’obiettivo principale di questi nuovi studi è
l’individuazione di spiegazioni alternative degli errori
rilevati in maniera sistematica da numerose ricerche
sperimentali (Cohen, 1981; Stein, 1996; Stanovich e
West, 2000)
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IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative

Le ipotesi principali sono sostanzialmente quattro:


1 - gli errori rilevati sono errori di performance e non
errori di competenza
2 - gli errori sono dovuti alla presenza di limiti
computazionali dei quali spesso non si tiene conto
3 - gli errori sono dovuti ad una scelta sbagliata, da
parte degli sperimentatori, delle norme a cui fare
riferimento
4 - gli errori sono dovuti ad una interpretazione dei
problemi, da parte dei soggetti, diversa da quella
intesa (e attesa) dagli sperimentatori
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative

L’ipotesi degli errori di performance


HP: le discrepanze tra i modelli normativi e le risposte
dei soggetti non sono indicative di alcun difetto nel
nostro sistema cognitivo ma sono spesso dovute a
semplici errori di performance (Cohen, 1981)
Le motivazioni di queste performance negative
possono essere varie: ad esempio, mancanza di
attenzione, problemi mnestici momentanei oppure,
più semplicemente, distrazione
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IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative

L’ipotesi degli errori di performance

Il dato che contrasta con questa ipotesi sembra essere


la sistematicità degli errori rilevati dalle numerose
ricerche avviate con il programma di Tversky e
Kahneman
non è facilmente spiegabile come errori dovuti a
qualcosa di poco prevedibile (una distrazione, per
esempio) si ripetano ogni volta (e nella stessa misura)
con determinati problemi di ragionamento
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IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative

L’ipotesi dei limiti computazionali


I giudizi sulla razionalità dei giudizi e delle scelte degli
individui devono tener conto della natura “limitata”
dell’apparato cognitivo umano (Goldman, 1978;
Oaksford e Cheater, 1995, 1998; Stich, 1990)
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IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative

L’ipotesi dei limiti computazionali


Sebbene vi siano studi che evidenziano una correlazione
tra le abilità cognitive dei soggetti e le loro prestazioni in
alcuni problemi di ragionamento, inducendo a pensare
che le performance negative rilevate siano determinate da
differenze individuali e non da un sistema cognitivo
irrazionale, per altri problemi di ragionamento i risultati
sperimentali mostrano che non vi è correlazione tra le
abilità cognitive e l’aderenza alle regole della logica e della
probabilità
 l’attenzione ai limiti computazionali entra di diritto nel
dibattito sulla razionalità ma non sempre sembra fornire
una risposta esauriente
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IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative

L’ipotesi del modello normativo errato


Una delle critiche più frequenti al programma “Euristiche
e Bias” riguarda la scelta delle norme attraverso le quali
poter valutare razionali o meno le scelte e i giudizi degli
individui
Molti critici dei lavori di Kahneman e Tversky hanno
affermato esplicitamente che l’unico errore che si desume
dalle loro ricerche è proprio quello degli sperimentatori (e
non quello dei soggetti), responsabili di aver fallito nel
costruire in modo adeguato i problemi da sottoporre ai
soggetti (Ayton e Hardman, 1997; Levi, 1983; Margolis,
1987; Messer e Griggs, 1993)
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IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative

L’ipotesi del modello normativo errato

Questa ipotesi prevede, quindi, che sia proprio la


scelta di un modello normativo sbagliato ad aver
portato i soggetti a prestazioni deludenti
 se il modello della razionalità scelto per valutare
qualitativamente il ragionamento umano risulta
inadeguato, l’accusa di irrazionalità deve essere
rigettata
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative

L’ipotesi del modello normativo errato

Molti studi contestano le norme logiche e


probabilistiche utilizzate come modello di razionalità:
gli studi di Gigerenzer e dei frequentisti sono
probabilmente quelli maggiormente riportati in
letteratura
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative
L’ipotesi del modello normativo errato
HP frequentista (Gigerenzer, 1991): viene criticata la
teoria normativa della probabilità utilizzata come
parametro per valutare le prestazioni dei soggetti

2 ragioni:
-gli individui avrebbero evoluto le proprie capacità
induttive attraverso l’utilizzo di frequenze e non di
probabilità espresse in percentuali (il formato utilizzato in
quasi tutti gli esperimenti)
-dal punto di vista statistico, il concetto di probabilità non
sarebbe applicabile a singoli eventi (come avviene in
molti degli esperimenti di Tversky e Kahneman) ma
solamente a sequenze di eventi
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative

L’ipotesi del modello normativo errato

Molti studi contestano le norme logiche e probabilistiche


utilizzate come modello di razionalità: gli studi di
Gigerenzer e dei frequentisti sono probabilmente quelli
maggiormente riportati in letteratura

Tuttavia i vari tentativi di spiegazioni ad hoc dei risultati


ottenuti a partire dai lavori di T&K non sono stati ancora in
grado di mettere fine, attraverso una teoria unitaria, al
dibattito su cosa si debba intendere per razionale e sulla
possibilità di ritenere l’uomo come agente razionale
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative
L’ipotesi di una diversa interpretazione del
compito (soggetto/sperimentatore)
Quest’ultima posizione prevede la possibilità che, anche
nell’ipotesi che gli sperimentatori abbiano utilizzato un
modello normativo adeguato, i soggetti abbiano potuto
rappresentarsi (costruirsi) i problemi da risolvere in modo
diverso da quanto atteso dagli sperimentatori
La diversa interpretazione dei problemi potrebbe quindi
essere responsabile degli errori rilevati dagli
sperimentatori e, quindi, ancora una volta, porterebbe a
ritenere infondate le accuse di irrazionalità nei confronti
dei soggetti
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative
L’ipotesi di una diversa interpretazione del
compito (soggetto/sperimentatore)

HP: i soggetti forniscono effettivamente risposte


normativamente corrette a problemi diversi da quelli
intesi dallo sperimentatore
 a causa dello scollamento tra le due interpretazioni
dei problemi, queste risposte, in grado di dimostrare la
razionalità degli individui, non verrebbero colte dagli
sperimentatori (Adler, 1984, 1991; Broome, 1990;
Hilton, 1995; Levinson, 1995; Margolis, 1987; Schwarz,
1996)
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative
L’ipotesi di una diversa interpretazione del
compito (soggetto/sperimentatore)

Si tratta di una supposizione certamente passibile di


un minor numero di critiche rispetto all’ipotesi degli
errori di performance:
se tali errori, proprio per definizione, sono transitori e
piuttosto casuali (è difficile ritenere sistematica una
distrazione, per esempio), l’interpretazione differente
di un problema, da parte dei soggetti, è presumibile
che si ripeta ogni volta che il problema viene
somministrato ai soggetti (e questo spiegherebbe la
sistematicità degli errori)
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative
L’ipotesi di una diversa interpretazione del
compito (soggetto/sperimentatore)

Allo stesso modo essa si differenzia dall’ipotesi che i


problemi proposti da molti sperimentatori superino, in
qualche modo, la capacità computazionale dei
soggetti:
se la causa dell’errore, per quest’ultima ipotesi, è da
ricercare nei soggetti, per questa prospettiva, al
contrario, essa risiede nel problema stesso e in alcune
sue caratteristiche che portano ad una interpretazione
dello stesso non univoca
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative
L’ipotesi di una diversa interpretazione del
compito (soggetto/sperimentatore)

 Ancora una volta, quindi, come accade con le


critiche alla scelta del modello normativo, le
responsabilità degli errori ricadono sugli
sperimentatori, “colpevoli” di non aver costruito e
somministrato ai soggetti problemi adeguati
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative
L’ipotesi di una diversa interpretazione del
compito (soggetto/sperimentatore)

Numerosi studi volti ad indagare quale sia l’effettiva


ricostruzione dei problemi da parte dei soggetti:
 si inserisce, quindi, nel dibattito sulla razionalità,
un’attenzione particolare nei confronti degli stimoli
utilizzati dagli sperimentatori (e in questo caso
entrano in gioco riflessioni di tipo pragmatico; Dulany
e Hilton, 1991; Hilton, 1995; Macchi, 1995, 2000;
Morier e Borgida, 1984; Mosconi, 1998; Mosconi e
Macchi, 2001; Politzer e Noveck, 1991)
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
le interpretazioni alternative
L’ipotesi di una diversa interpretazione del
compito (soggetto/sperimentatore)

 comincia ad essere utilizzato con maggior


frequenza il metodo della raccolta e dell’analisi dei
protocolli verbali, con l’obiettivo di comprendere
meglio l’interpretazione effettiva dei problemi da
parte dei soggetti (Ericsson, 2002; Ericsson e Simon,
1980, 1987, 1993; Newell e Simon, 1972; Nisbett e
Wilson, 1977; Simon e Kaplan, 1989)
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
il modello dei due sistemi cognitivi

Recentemente, si è assistito al tentativo da parte di


numerosi studiosi di costruire un modello teorico della
cognizione umana che tenesse conto delle diverse
prospettive emerse in seno al dibattito sulla razionalità
umana
 proposta di un modello cognitivo che prevede
l’azione di due sistemi di pensiero distinti (Epstein,
1994; Evans, 2003; Sloman, 2002), che ha assunto
grande risonanza e diffusione
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
il modello dei due sistemi cognitivi

Non esiste un unico modello teorico ma piuttosto una


famiglia di teorie, accomunate dall’HP di due processi
distinti di pensiero:
il Sistema 1 e il Sistema 2
(nelle diverse teorie, possono assumere nomi diversi,
come euristico vs analitico, intuitivo vs riflessivo,
associativo vs basato su regole ecc.).
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IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
il modello dei due sistemi cognitivi

Sistema 1:
- intuitivo
- basato su processi largamente inconsci
- automatico
- veloce
- una sorta di sistema esperienziale che prevede
elaborazioni esclusivamente euristiche, associative, o
basate su un solo modello mentale
- non richiede un utilizzo massiccio di risorse cognitive
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IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
il modello dei due sistemi cognitivi

Sistema 2:
-potenzialmente razionale
-consapevole
-controllato
-relativamente lento
-con elaborazione di tipo analitico basata su regole o
sulla costruzione di molteplici modelli mentali
-richiede l’utilizzo di maggiori risorse cognitive
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IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
il modello dei due sistemi cognitivi

I due sistemi di pensiero possono suggerire


all’individuo due risposte differenti al medesimo
problema: l’una intuitiva e immediata, l’altra riflessiva
e lenta

Spesso la risposta suggerita dal sistema 1, più rapida e


meno onerosa dal punto di vista cognitivo, domina su
quella che potrebbe emergere dal sistema 2, portando
le persone a fornire risposte intuitive e maggiormente
esposte alla possibilità di bias
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IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
il modello dei due sistemi cognitivi

I due sistemi di pensiero possono suggerire


all’individuo due risposte differenti al medesimo
problema: l’una intuitiva e immediata, l’altra riflessiva
e lenta

Spesso la risposta suggerita dal sistema 1, più rapida e


meno onerosa dal punto di vista cognitivo, domina su
quella che potrebbe emergere dal sistema 2, portando
le persone a fornire risposte intuitive e maggiormente
esposte alla possibilità di bias
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
il modello dei due sistemi cognitivi

Per alcuni individui l’azione del Sistema 2


potrebbe essere predominante rispetto a quella del
Sistema 1

 le differenze interindividuali spiegherebbero, in


questo modo, l’esistenza di una percentuale (seppur
bassa) di soggetti che incorrono, in misura minore
rispetto alla maggioranza, in comportamenti
“irrazionali”
PSICOLOGIA GENERALE 2 – LA DECISIONE
IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
il modello dei due sistemi cognitivi

Per alcuni individui l’azione del Sistema 2


potrebbe essere predominante rispetto a quella del
Sistema 1

 le differenze interindividuali spiegherebbero, in


questo modo, l’esistenza di una percentuale (seppur
bassa) di soggetti che incorrono, in misura minore
rispetto alla maggioranza, in comportamenti
“irrazionali”
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IL DIBATTITO SULLA RAZIONALITA’
il modello dei due sistemi cognitivi

Negli ultimi anni non sono mancate le critiche attorno


al modello dei due sistemi cognitivi:

la critica principale è che si tratterebbe di una


semplificazione eccessiva, priva, tra l’altro, di una reale
evidenza empirica

 Il dibattito sulla razionalità rimane sostanzialmente


aperto

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