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2019 N13 FEBBRAIO CORTE DEI CONTI DELIBERAZIONE N.40 2019
PRSP COMUNE DI ISOLA DELLE FEMMINE - VERIFICA MISURE
CORRETTIVE
REPUBBLICA ITALIANA
La Corte dei conti
Sezione di controllo per la Regione siciliana
Nell’adunanza del 19 dicembre 2018, composta dai Magistrati:
Luciana Savagnone - Presidente
Ignazio Tozzo - Consigliere
Francesco Antonino - Primo Referendario –
Cancilla relatore
******
Visto l’art. 100, secondo comma, e gli artt. 81, 97 primo comma, 28 e 119
ultimo comma della Costituzione;
visto il R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive modificazioni;
vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni;
visto l'art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo sostituito
dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
visto il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e successive modificazioni,
recante il Testo Unico degli Enti Locali (T.U.E.L.) e, in particolare, l’art. 148 bis;
visto l’art. 7, comma 7, della legge 5 giugno 2003, n. 131;
visto l’art. 1, commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge
finanziaria 2006);
visto, altresì, l’art. 1, comma 610, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge
finanziaria 2006), il quale espressamente prevede che le disposizioni della
predetta legge “sono applicabili nelle regioni a Statuto speciale e nelle province
autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei rispettivi
statuti”;
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vista la relazione di deferimento del magistrato istruttore in merito alla
relazione dell’organo di revisione del Comune di Isola delle Femmine sul
rendiconto dell’esercizio 2015 e sulle misure correttive conseguenti alla
deliberazione n. 90/2018/PRSP di questa Sezione;
vista la deliberazione n. 202/2018/PRSP di questa Sezione;
vista l’ordinanza del Presidente della Sezione di controllo n. 300/2018/CONTR,
con la quale la Sezione medesima è stata convocata per l’adunanza ai fini degli
adempimenti di cui al citato articolo 148 bis del TUEL;
viste la memorie presentate dall’ente il 5 novembre 13 febbraio 20192018
(acquisita al prot. CdC n. 9727 in pari data), il 6 novembre 2018 (acquisita al
prot. CdC n. 9789 in pari data) e il 17/12/2018 (acquisita al prot. CdC n.
11090);
-uditi il relatore, Primo Referendario Francesco Antonino Cancilla, nonché, per
il Comune di Isola delle Femmine, il Sindaco, avv. Stefano Bologna, il
Segretario generale, avv. Ernesto Amaducci, e il Responsabile del settore
economico finanziario, dott. Antonio Croce;
******
-Rilevato che, alla luce dell’art. 6, comma 2, del decreto legislativo 6 settembre
2011, n. 149, occorre verificare l’adeguatezza delle misure correttive assunte
dal Comune di Isola delle Femmine a seguito della deliberazione n.
90/2018/PRSP di questa Sezione e che, a tal fine, è necessario accertare se la
situazione del Comune presenti un grave squilibrio finanziario, che possa
eventualmente configurare i presupposti per la dichiarazione del dissesto;
-rilevato che con la deliberazione n. 202/2018/PRSP la Sezione ha chiesto
chiarimenti in merito ai saldi e agli equilibri dell’esercizio 2017, quali risultanti
dal rendiconto già approvato o dal preconsuntivo, e informazioni su diversi
profili della gestione del 2018;
-rilevato che il Comune nella memoria depositata il 17 dicembre 2018, a causa
dell’assenza di preconsuntivo dovuta alla mancata conclusione del 2018, non
ha fornito sufficienti chiarimenti in merito a tale esercizio;
-ritenuto che, pertanto, va chiesto al Comune di Isola delle Femmine di riferire
sui saldi e sugli equilibri dell’esercizio 2018, quali risultanti dal rendiconto già
approvato o dal preconsuntivo, per quanto riguarda: la composizione del
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risultato di amministrazione (parte accantonata, parte vincolata, parte
destinata agli investimenti e parte disponibile), il saldo di cassa e
l’anticipazione di tesoreria (fondo di cassa libero, fondi vincolati, anticipazione
di tesoreria utilizzata e non restituita, utilizzo per cassa di entrate vincolate),
l’andamento dei residui (totale dei residui attivi, di quelli passivi,
determinazione e quantificazione del Fondo crediti di dubbia esigibilità),
l’andamento delle riscossioni, il rispetto dei vincoli di finanza pubblica e del
pareggio di bilancio, la presenza di procedure esecutive. A tal fine, l’Ente dovrà
produrre lo schema di rendiconto approvato dalla Giunta, la relazione
dell’organo di revisione e i documenti di supporto delle risposte fornite;
-rilevato che con l’ordinanza n. 202/2018/PRSP è stato chiesto all’Ente di
fornire chiarimenti sull’esecuzione della deliberazione del Consiglio comunale n.
2 del 15 febbraio 2018, avente ad oggetto il riconoscimento del debito fuori
bilancio derivante dalla sentenza della Corte di Cassazione in favore di Lo
Bianco A. e altri;
-rilevato che il Comune nella memoria depositata il 17 dicembre 2018 ha
dedotto in merito all’imminente concessione del mutuo da parte della Cassa
depositi e prestiti, al fine di pagare il debito fuori bilancio oggetto della
summenzionata deliberazione consiliare n. 2 del 2018, che è stata modificata
con la deliberazione consiliare n. 38 del 26 novembre 2018 “in vista della
presentazione della richiesta di mutuo alla Cassa depositi e prestiti” (così
testualmente);
-ritenuto che, pertanto, al fine di accertare la sostenibilità del debito fuori
bilancio con il mantenimento degli equilibri e la compatibilità con le regole di
sana gestione, va richiesto all’Ente di:
a)- produrre copia integrale della deliberazione del Consiglio comunale n. 38
del 26 novembre 2018, munita di tutti i suoi allegati;
b)- riferire in maniera documentata sull’effettiva concessione del mutuo da
parte della Cassa depositi e prestiti, così da provare la reale capacità di pagare
l’intero debito fuori bilancio per gli importi e secondo le modalità indicate nella
deliberazione consiliare n. 2 del 2018, modificata dalla deliberazione n. 38 del
2018;
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c)- produrre una dichiarazione con firma autenticata dei creditori “Lo Bianco +
18”, con la quale gli stessi: i)- accettano il pagamento secondo le modalità, gli
importi e i termini indicati nella deliberazione consiliare n. 2 del 2018, come
modificata dalla deliberazione consiliare n. 38 del 2018; ii) rinunciano all’avvio
di procedura esecutiva o alla richiesta di misura conservativa fino alla data in
cui la Cassa depositi e prestiti deciderà sulla concessione del mutuo; iii)-
accettano gli importi e i termini di pagamento indicati nella deliberazione
consiliare n. 2 del 2018, come successivamente modificata, pur nel caso in cui
il mutuo non dovesse essere accordato;
d)- produrre una dichiarazione con firma autenticata dei creditori “Lo Iacono P.
+ 2”, con la quale gli stessi: i) rinunciano all’avvio di procedura esecutiva o alla
richiesta di misura conservativa fino alla data in cui la Cassa depositi e prestiti
deciderà sulla concessione del mutuo; ii)- si impegnano a transigere il loro
credito secondo modalità e termini analoghi a quelli degli altri creditori Lo
Bianco + 18 con proporzionale riduzione del loro credito in misura analoga ai
summenzionati Lo Bianco + 18, precisando se ciò vale solo nel caso di
concessione del mutuo o anche per il caso di diniego dello stesso;
e)- nell’ipotesi di mancata concessione del mutuo, chiarire se il Comune è in
grado di provvedere immediatamente all’integrale pagamento del debito fuori
bilancio riconosciuto con la citata deliberazione consiliare n. 2 del 2018, come
successivamente modificata. L’Ente, in ogni caso, dovrà allegare copia del
bilancio di previsione 2018-2020, dell’assestamento di bilancio approvato nel
2018 e del bilancio di previsione 2019-2021 (se già approvato) con specifica
evidenza delle risorse destinate al pagamento del debito riconosciuto con la
citata deliberazione;
-ritenuto, infine, che va richiesta una specifica dichiarazione firmata
congiuntamente dal Sindaco, dal Responsabile del Settore finanziario e dal
Segretario generale, con la quale gli stessi, espressamente consapevoli della
loro personali responsabilità penali, patrimoniali ed erariali per il caso di falso o
di ingiustificato ritardo della dichiarazione di dissesto, attestano che: i)- non
sussistono le condizioni per la dichiarazione di dissesto del Comune ai sensi
dell’art. 244 TUEL; ii)- il Comune può garantire l’assolvimento delle funzioni e
dei servizi indispensabili e può validamente fare fronte ai debiti con le modalità
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ordinarie; iii)- l’Ente può immediatamente provvedere ai pagamenti dei debiti
fuori bilancio secondo le modalità e i termini previsti dalla deliberazione
consiliare n. 2 del 2018, come modificata dalla deliberazione consiliare n. 38
del 2018.
P. Q. M.
La Corte dei conti, Sezione di controllo per la Regione siciliana
DISPONE
che, entro il 4 marzo 2019, il Comune di Isola delle Femmine depositi presso la
segreteria di questa Sezione una dettagliata relazione di chiarimento, la
necessaria documentazione, le dichiarazioni dei creditori e l’attestazione del
Sindaco, del Responsabile dei servizi finanziaria e del Segretario generale nei
sensi indicati in parte motiva;
FISSA
l’adunanza collegiale del 12 marzo 2019, h. 10.30, per l’esame della relazione
e della documentazione che saranno prodotte dal Comune;
ORDINA
che, a cura del Servizio di supporto della Sezione di controllo, copia della
presente pronuncia sia comunicata al Consiglio Comunale -per il tramite del
suo Presidente- ai fini dell’adozione delle necessarie misure correttive, oltre
che al Sindaco e all’Organo di revisione del Comune di Isola delle Femmine.
Così deliberato in Palermo nella camera di consiglio del 19 dicembre 2018
Il Magistrato estensore Il
Presidente
Francesco Antonino Cancilla Luciana
Savagnone
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2018 27 NOVEMBRE CORTE DEI CONTI
DELIBERAZIONE N.202 2018 PRSP COMUNE DI ISOLA DELLE FEMMINE - 148
BIS TUEL.
REPUBBLICA ITALIANA
La Corte dei conti
Sezione di controllo per la Regione siciliana
nell’adunanza del 7 novembre 2018, composta dai Magistrati:
Luciana Savagnone - Presidente
Adriana La Porta - Consigliere
Francesco Antonino - Primo Referendario –
Cancilla relatore
******
Visto l’art. 100, secondo comma, e gli artt. 81, 97 primo comma, 28 e 119
ultimo comma della Costituzione;
visto il R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive modificazioni;
vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni;
visto l'art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo sostituito
dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
visto il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e successive modificazioni,
recante il Testo Unico degli Enti Locali (T.U.E.L.) e, in particolare, l’art. 148 bis;
visto l’art. 7, comma 7, della legge 5 giugno 2003, n. 131;
visto l’art. 1, commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge
finanziaria 2006);
-visto, altresì, l’art. 1, comma 610, della legge 23 dicembre 2005, n. 266
(legge finanziaria 2006), il quale espressamente prevede che le disposizioni
della predetta legge “sono applicabili nelle regioni a Statuto speciale e nelle
province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei
rispettivi statuti”;
vista la nota di deferimento del magistrato istruttore in merito alla relazione
dell’organo di revisione sul rendiconto dell’esercizio 2016 del Comune di Isola
delle Femmine;
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vista l’ordinanza del Presidente della Sezione di controllo n. 259/2018/CONTR,
con la quale la Sezione medesima è stata convocata per l’adunanza ai fini degli
adempimenti di cui al citato articolo 148 bis del TUEL;
vista la memoria presentata dall’ente il 5 novembre 2018 (acquisita al prot.
CdC n. 9727 in pari data);
-vista l’ulteriore memoria presentata dall’ente il 6 novembre 2018 (acquisita al
prot. CdC n. 9789 in pari data);
-uditi il relatore, Primo Referendario Francesco Antonino Cancilla, nonché, per
il Comune di Isola delle Femmine, il Sindaco, avv. Stefano Bologna, il
Segretario generale, avv. Ernesto Amaducci, e il Responsabile del settore
economico finanziario, dott. Antonio Croce;
******
-Rilevato che, alla luce dell’art. 6, comma 2, del decreto legislativo 6 settembre
2011, n. 149, occorre verificare l’adeguatezza delle misure correttive assunte
dal Comune di Isola delle Femmine a seguito della deliberazione n.
90/2018/PRSP di questa Sezione e che, a tal fine, è necessario accertare se la
situazione attuale del Comune presenti un grave squilibrio finanziario, che
possa eventualmente configurare i presupposti per la dichiarazione del
dissesto;
-ritenuta, pertanto, la necessità di acquisire ulteriori elementi istruttori;
-ritenuto che, conseguentemente, va richiesto al Comune di Isola delle
Femmine:
1)- di riferire sui saldi e sugli equilibri dell’esercizio 2017, quali risultanti dal
rendiconto già approvato o dal preconsuntivo, per quanto riguarda: la
composizione del risultato di amministrazione (parte accantonata, parte
vincolata, parte destinata agli investimenti e parte disponibile), il saldo di cassa
e l’anticipazione di tesoreria (fondo di cassa libero, fondi vincolati,
anticipazione di tesoreria utilizzata e non restituita, utilizzo per cassa di entrate
vincolate), l’andamento dei residui (totale dei residui attivi, di quelli passivi,
determinazione e quantificazione del Fondo crediti di dubbia esigibilità),
l’andamento delle riscossioni, il rispetto dei vincoli di finanza pubblica e del
pareggio di bilancio, la presenza di procedure esecutive. A tal fine, l’Ente dovrà
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produrre la deliberazione consiliare di approvazione del rendiconto, la relazione
dell’organo di revisione e i documenti di supporto delle risposte fornite;
2)- di riferire -sulla base delle informazioni disponibili- sui seguenti profili
relativi all’esercizio 2018: a)- attuale situazione di cassa (fondo di cassa libero,
fondi vincolati, anticipazione di tesoreria utilizzata e non restituita, utilizzo per
cassa di entrate vincolate); b)- procedure esecutive nei confronti dell’Ente; c)-
andamento delle riscossioni e dei residui. L’Ente dovrà produrre adeguata
documentazione a supporto;
3)- di riferire in merito all’esecuzione della deliberazione del Consiglio
comunale n. 2 del 15 febbraio 2018, avente ad oggetto il riconoscimento del
debito fuori bilancio derivante dalla sentenza della Corte di Cassazione in
favore di Lo Bianco A. e altri. In particolare, l’Ente dovrà: a)- allegare la nota
del 20 novembre 2017 proveniente dai signori “Lo Bianco A. + 18” (citata nella
lett. a) del punto 2 della deliberazione consiliare) nonché la nota del 21
novembre 2017 proveniente dai signori “Lo Iacono P. + 2” (citata nella lett.
b) del punto 2 della deliberazione consiliare); b)- trasmettere ogni allegato
della summenzionata deliberazione consiliare; c)- chiarire se i signori Lo Bianco
A. + 18 abbiano sottoscritto la transazione e, in tale caso, inviarne copia
integrale; d)- chiarire se i signori Lo Iacono P. + 2 abbiano accettato la
rinegoziazione della loro pretesa creditoria; e)- trasmettere la documentazione
idonea a provare le trattative con la Cassa depositi e prestiti per la
concessione del mutuo, che -come risulta dalla deliberazione consiliare-
dovrebbe consentire il pagamento del debito; f)- chiarire se il Comune, qualora
non fosse concesso il mutuo, sia in grado di provvedere immediatamente
all’integrale pagamento del debito fuori bilancio riconosciuto con la citata
deliberazione consiliare n. 2 del 2018. L’Ente, inoltre, dovrà allegare copia del
bilancio di previsione 2018-2020, dell’assestamento di bilancio approvato nel
2018 e del bilancio di previsione 2019-2021 (se già approvato) con specifica
evidenza delle risorse destinate al pagamento del debito riconosciuto con la
citata deliberazione.
P. Q. M.
la Corte dei conti, Sezione di controllo per la Regione siciliana
DISPONE
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che, entro il 15 dicembre 2018, il Comune di Isola delle Femmine depositi
presso la segreteria di questa Sezione una dettagliata relazione di chiarimento
e la necessaria documentazione nei sensi indicati in parte motiva;
FISSA
l’adunanza collegiale del 19 dicembre 2018, h. 10.30, per l’esame della
relazione e della documentazione che saranno prodotte dal Comune;
ORDINA
che, a cura del Servizio di supporto della Sezione di controllo, copia della
presente deliberazione sia comunicata -ai fini della sua esecuzione- al Sindaco,
al Presidente del Consiglio comunale e all’Organo di revisione dei conti del
Comune di Isola delle Femmine.
Così deliberato in Palermo nella camera di consiglio del 7 novembre 2018
Il Magistrato estensore Il
Presidente
Francesco Antonino Cancilla Luciana
Savagnone
Deliberazione n.90/2018/PRSP
REPUBBLICA ITALIANA
La Corte dei conti
Sezione di controllo per la Regione siciliana
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nell’adunanza del 27 febbraio 2018, composta dai Magistrati:
Maurizio Graffeo - Presidente
Antonio Nenna - Consigliere
Ignazio Tozzo - Consigliere
Sergio Vaccarino - Primo Referendario
Francesco Antonino - Primo Referendario –
Cancilla relatore
******
Visto l’art. 100, secondo comma, e gli artt. 81, 97 primo comma, 28 e 119
ultimo comma della Costituzione;
visto il R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive modificazioni;
vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni;
visto l'art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo sostituito
dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
visto il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e successive modificazioni,
recante il Testo Unico degli Enti Locali (T.U.E.L.) e, in particolare, l’art. 148 bis;
visto l’art. 7, comma 7, della legge 5 giugno 2003, n. 131;
visto l’art. 1, commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge
finanziaria 2006);
-visto, altresì, l’art. 1, comma 610, della legge 23 dicembre 2005, n. 266
(legge finanziaria 2006), il quale espressamente prevede che le disposizioni
della predetta legge “sono applicabili nelle regioni a Statuto speciale e nelle
province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei
rispettivi statuti”;
-vista la deliberazione di questa Sezione n. 142/2016/INPR del 12 luglio 2016,
avente ad oggetto: “Linee guida cui devono attenersi, ai sensi dell’art.1, commi
166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n.266 (legge finanziaria 2006), gli
organi di revisione economico-finanziaria degli enti locali aventi sede in Sicilia
nella predisposizione della relazione sul rendiconto dell’esercizio 2015”;
-esaminate le relazioni compilate dall’Organo di revisione del Comune di Isola
delle Femmine rispettivamente sul rendiconto del 2015 e sul bilancio di
previsione 2016 - 2018;
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-vista la relazione di deferimento del magistrato istruttore;
******
Premesso che:
L’art. 1, commi 166 e 167, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria per
l’anno 2006) ha previsto, ai fini della tutela dell’unità economica della
Repubblica e del coordinamento della finanza pubblica, l’obbligo -a carico degli
Organi di revisione degli enti locali- di trasmettere alla Corte dei conti una
relazione sul bilancio di previsione dell’esercizio di competenza e sul rendiconto
dell’esercizio medesimo, formulata sulla base dei criteri e delle linee guida
definite dalla Corte.
Al riguardo, occorre evidenziare la peculiare natura di tale forma di controllo,
volto a rappresentare agli organi elettivi, nell’interesse del singolo ente e della
comunità nazionale, la reale situazione finanziaria emersa all’esito del
procedimento di verifica effettuato sulla base delle relazioni inviate dall’Organo
di revisione, affinché gli stessi possano attivare le necessarie misure correttive.
Esso si colloca nell’ambito materiale del coordinamento della finanza pubblica,
in riferimento agli articoli 97, primo comma, 28, 81 e 119 della Costituzione,
che la Corte dei conti contribuisce ad assicurare quale organo terzo ed
imparziale di garanzia dell’equilibrio economico-finanziario del settore pubblico
e della corretta gestione delle risorse collettive, in quanto al servizio dello
Stato-ordinamento, tanto più a seguito del novellato quadro scaturito dalla
legge costituzionale n.1 del 2012 e dalla legge c.d. rinforzata n. 243 del 2012.
La giurisprudenza costituzionale, anche alla luce dei successivi interventi
legislativi in materia (da ultimo, sentenza n. 39 del 2014 che richiama altresì le
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precedenti n. 60 del 2013, n. 198 del 2012, n. 179 del 2007), ne ha precisato
contenuti e fondamento, affermando che il controllo finanziario attribuito alla
Corte dei conti e, in particolare, quello che questa è chiamata a svolgere sui
bilanci preventivi e sui rendiconti consuntivi degli enti locali, va ascritto alla
categoria del sindacato di legalità e di regolarità – da intendere come verifica
della conformità delle (complessive) gestioni di detti enti alle regole contabili e
finanziarie – e ha lo scopo, in una prospettiva non più statica (com’era il
tradizionale controllo di legalità-regolarità), ma dinamica, di finalizzare il
confronto tra fattispecie e parametro normativo all’adozione di effettive misure
correttive da parte dell’ente, funzionali a garantire l’equilibrio del bilancio e il
rispetto delle regole contabili e finanziarie.
******
Ciò premesso, esaminata la relazione sul rendiconto dell’esercizio 2015 e
quella sul bilancio di previsione 2016 - 2018, il competente magistrato, sulla
base dell’istruttoria espletata e della documentazione pervenuta, ha richiesto la
pronuncia collegiale su numerosi profili di criticità, illustrati nella nota di
deferimento.
In prossimità dell’adunanza il Comune ha depositato apposita memoria, i cui
contenuti sono stati illustrati dai rappresentanti dell’amministrazione.
*******
Per ciascuno dei motivi di deferimento, che sono qui trascritti, vengono
sinteticamente riportate le deduzioni del Comune unitamente alle valutazioni
conclusive del Collegio.
A)- Per quanto attiene alla relazione sul rendiconto dell’esercizio 2015, dalla
documentazione pervenuta e dalla successiva attività istruttoria è emerso
quanto segue:
1. Il ritardo dell’approvazione del rendiconto del 2015, che, infatti, è stato
approvato il 18 novembre 2016 con deliberazione consiliare n. 44. Va peraltro
segnalato il sistematico ritardo dell’ente nell’approvazione dei documenti
contabili fondamentali: il bilancio di previsione del 2015 è stato approvato il 30
dicembre 2015 con deliberazione n. 54; il bilancio di previsione 2016 è stato
approvato il 29/12/2016 con deliberazione consiliare n. 23; il rendiconto del
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2016 è stato approvato il 29/12/2017 con deliberazione consiliare n. 43 e non
risulta ancora pubblicato sulla banca dati BDAP.
Il Collegio sottolinea che l’Ente deve assicurare l’osservanza dei termini per
l’approvazione del bilancio e del rendiconto, al fine di garantire una sana
gestione finanziaria, che presuppone la tempestività degli adempimenti
connessi al cd. “ciclo del bilancio”. I termini sono fissati dalla legge e non sono
derogabili per mere situazioni ostative di fatto, che richiedono maggiore
impegno amministrativo e idonea capacità organizzativa.
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Con riferimento ai parametri n. 2 e n. 3, la Sezione evidenzia preliminarmente
che residui inesigibili o comunque non riscuotibili, se mantenuti nel rendiconto,
incidono necessariamente sull’attendibilità del risultato di amministrazione, con
ricadute negative sugli equilibri di bilancio. Risulta pertanto opportuno che, a
fronte di posizioni creditorie di dubbia realizzabilità, sia congruamente
quantificato il Fondo crediti di dubbia esigibilità. Invero, l’attività di
riaccertamento dei residui assume rinnovata importanza in considerazione
della riforma dell’ordinamento contabile degli enti locali, come esposto nella
deliberazione della Corte dei conti, Sezione delle autonomie, n. 4/2015/INPR,
poiché attraverso il corretto accertamento dei residui attivi si attua “il principio
di veridicità e attendibilità delle entrate pubbliche accertate, più volte
richiamato dalla giurisprudenza costituzionale, affinché la copertura finanziaria
delle spese pubbliche sia credibile, sufficientemente sicura, non arbitraria o
irrazionale. (…) La determinazione delle entrate di dubbia e difficile esazione e
la conseguente "svalutazione" deve pertanto avere effetti sulla
programmazione degli impieghi delle medesime, in termini di spesa pubblica,
al fine di tutelare l'ente dal rischio di utilizzare entrate non effettive,
finanziando obbligazioni passive scadute ed esigibili con entrate non disponibili
e quindi finanziando il bilancio e la gestione in "sostanziale situazione di
disavanzo" (in tal senso, Corte cost., sentenze n. 250 del 2013 e n. 213 del
2008)”.
Va poi aggiunto che l’Ente è tenuto ad espletare in maniera puntuale le attività
di accertamento tributario e a procedere in modo solerte alla riscossione
coattiva; inoltre, ha l’obbligo di vigilare sull’efficienza e sulla tempestività
dell’esattore nel recupero dei crediti, al fine di impedire la prescrizione e di
conseguire l’esito positivo delle eventuali procedure esecutive. In ogni caso,
per raggiungere gli equilibri di bilancio, già in sede di programmazione, il
Comune dovrà elaborare strategie di riduzione delle spese e di incremento
della percentuale di esazione delle entrate.
Si palesa infine la presenza di una ricorrente crisi di liquidità, poiché
l’anticipazione di tesoreria è divenuta un fondamentale mezzo di
finanziamento. Nel vigente sistema essa, invece, dovrebbe soltanto
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fronteggiare nel breve periodo momentanei problemi di liquidità, sicché non
può divenire una costante e prolungata modalità di finanziamento.
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stato oggetto di ulteriore revisione; e)- non è stato costituito un fondo per le
perdite delle società partecipate in considerazione della puntuale attività svolta
dal Comune sia in merito al pagamento dei costi dei servizi sia in merito alle
contestazioni sulla qualità delle prestazioni; f)- il contenzioso con la partecipata
ATO PA1 si è risolto favorevolmente per l’Ente, che, tuttavia, ha mantenuto
residui passivi per euro 3.793.097,89; g)-in ordine alle anticipazioni di liquidità
concesse dalla Regione, quest’ultima, nella quantificazione dei trasferimenti in
favore del Comune, ha illegittimamente detratto somme per il rientro dalle
anticipazioni erogate direttamente in favore dell’ATO PA 1 (adesso in
liquidazione) per sue esigenze di cassa, senza che l’Amministrazione avesse
mai espresso il proprio consenso; h)- la quota vincolata comprende, fra gli
altri, l’importo di euro 1.238.072 per fare fronte alle anticipazioni straordinarie
di liquidità, l’importo di euro 547.657,46 per investimenti (di cui euro
409.030,45 per investimenti programmati ma non impegnati); i)- la quota
annuale del disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario è stata
determinata con deliberazione n. 157 del 2015 ed è pari ad euro 140.267,70;
k)- sono stati reimputati residui passivi per euro 1.251.716,15; l)- il disavanzo
scaturito dal riaccertamento, pari ad euro 4.218.830,95, non ha subito
variazioni, mantenendosi così inalterato il ripiano in 30 annualità di euro
140.267,70 ciascuna.
18
Il Collegio, in realtà, osserva che la Giunta ha erroneamente modificato ex
post la destinazione dei proventi del Codice della Strada, mentre ciò non è
consentito dal vigente sistema contabile (cfr. Corte dei Conti, Sezione
regionale di controllo per il Veneto, deliberazione n. 254/2016/PAR); il
medesimo provvedimento di Giunta ha peraltro destinato impropriamente i
suddetti proventi a voci di spesa incompatibili con le finalità previste dall’art.
208 del Codice della Strada.
L’errata quantificazione del risultato di amministrazione del 2014 con avanzo
di euro 341.431,08, a sua volta, ha inficiato il riaccertamento straordinario dei
residui, di cui alla deliberazione n. 43 del 18 novembre 2016, che si è basato
sul citato avanzo e non già sull’effettivo disavanzo di euro 452.228,46.
Tutto ciò comporta l’inattendibilità del risultato di amministrazione del 2014 e
del riaccertamento straordinario, che, invece, avrebbe dovuto portare a un
disavanzo maggiore di quello già emerso pari ad euro 4.218.830,95.
In considerazione della stretta connessione tra il seguente punto e il
successivo, le ulteriori valutazioni del Collegio saranno esposte nel prossimo
sottoparagrafo.
19
regionale n. 6/2009 e art. 19, comma 2 ter, legge regionale n. 9/2010, art. 46
legge regionale n. 11/2010; la quantificazione di tale esposizione debitoria,
richiesta in sede istruttoria, non risulta comunicata.
20
equilibri di competenza nell’anno in cui si verificherà l’eventuale soccombenza. Il
Comune va quindi richiamato ad una costante ed esaustiva ricognizione delle
controversie sia attive che passive e alla conseguente puntuale quantificazione
dell’accantonamento.
Infine, va segnalato che è alquanto anomala la mancanza di accantonamenti per
le anticipazioni erogate dalla Regione siciliana.
Nel complesso il mancato superamento delle criticità sugli accantonamenti
induce a dubitare sull’attendibilità del risultato di amministrazione del 2015.
5. Il patto di stabilità per l’esercizio 2015 risulta rispettato per euro 360.000;
l’ente, tuttavia, non ha fornito né i prospetti definitivi di monitoraggio del II
semestre 2015 né il prospetto di determinazione del saldo obiettivo 2015. Alla
determinazione del saldo hanno concorso le minori spese relative ai debiti fuori
bilancio non riconosciuti e gli accertamenti derivanti dalla lotta all’evasione sui
quali l’ente non ha fornito i chiarimenti richiesti in sede istruttoria.
La Sezione prende atto del deposito dei prospetti, evidenziando che l’Ente
avrebbe dovuto inviarli tempestivamente. Va nondimeno aggiunto che il
semplice rispetto del patto di stabilità non esclude di per sé la presenza di una
situazione complessiva di grave squilibrio finanziario.
21
d)- va segnalato, inoltre, il costante ricorso ad anticipazioni straordinarie di
liquidità; nel dettaglio, l’ente ha conseguito: un’anticipazione ai sensi del
decreto legge n. 35 del 2013 di euro 646.237,48, un’anticipazione di euro
1.022.461,09 ai sensi del decreto legge n. 174 del 2012, un’anticipazione di
euro 911.884 ai sensi del decreto legge n. 78 del 2015. L’ente dovrà fornire
dettagliati chiarimenti sulle modalità di contabilizzazione, sull’utilizzo di tali
anticipazioni e sul rimborso delle rate.
22
risultato di amministrazione. Gli enti devono pertanto provvedere a una
evidenziazione contabile delle entrate con specifico vincolo, dotandosi di
strumenti e procedure idonei alla rilevazione delle relative movimentazioni. La
vigente formulazione degli artt. 180, 185, 187 e 195 del TUEL, peraltro, mira
in modo chiaro a una più sicura individuazione delle entrate vincolate. La
destinazione delle risorse, infatti, costituisce una sorta di “condizione” che è
apposta all’utilizzo delle stesse in funzione di garanzia del raggiungimento della
finalità pubblica programmata. Il Comune dovrà conformarsi a tali principi,
dandone precisa dimostrazione nel prossimo ciclo di controlli.
In merito all’anticipazione di liquidità, poi, l’Ente non ha dimostrato di essersi
conformato al principio enunciato dalla deliberazione della Sezione delle
Autonomie n. 33/2015/QMIG: “Nei bilanci degli enti locali soggetti alle regole
dell’armonizzazione contabile, la sterilizzazione degli effetti che le anticipazioni
di liquidità erogate ai sensi del decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35, convertito
dalla l. 6 giugno 2013, n. 64, e successive modificazioni, integrazioni e
rifinanziamenti, producono sul risultato di amministrazione va effettuata
stanziando nel Titolo della spesa riguardante il rimborso dei prestiti un fondo,
non impegnabile, di importo pari alle anticipazioni di liquidità incassate
nell'esercizio, la cui economia confluisce nel risultato di amministrazione e
come quota accantonata ai sensi dell’art. 187 del decreto legislativo 18 agosto
2000, n. 267. Il fondo di sterilizzazione degli effetti delle anticipazioni di
liquidità va ridotto, annualmente, in proporzione alla quota capitale rimborsata
nell’esercizio”.
23
c)- gli importi elevati dei residui di nuova formazione sia con riferimento al
titolo I delle entrate (euro 2.031.628,98, pari al 45% delle somme accertate)
sia con riferimento al titolo I della spesa (euro 1.246.011,35);
d)- i residui attivi ammontano ad un totale di euro 9.795.651,49; si evidenzia
che il riaccertamento straordinario al 1° gennaio 2015 e il riaccertamento
ordinario al 31/12/2015 hanno avuto modesto impatto sullo stock dei residui
che rimane costante con una significativa incidenza (pari al 13%) di residui
anteriori al 2011 (vds. pag. 32 della relazione dell’organo di revisione sullo
schema di rendiconto):
Residui attivi 31/12/2014 31/12/2015
TIT I 6.423.125,54 7.098.295,62
TIT III 2.006.185,25 1.768.470,71
A-Totale entrate
proprie 8.429.310,79 8.866.766,33
B-di cui anteriori al
2011 1.185.134,84
B/A 13%
Il Comune ha dedotto che: a)- la maggior parte dei residui attivi (circa il 75
per cento) è composta da importi presenti nei ruoli consegnati al
concessionario; b)- nel 2018 è stato individuato un nuovo concessionario; c)- è
stato potenziato l’ufficio tributi ed è stata avviata una più efficace azione di
lotta all’evasione tributaria; d)- l’eliminazione di residui passivi, effettuata in
sede di riaccertamento straordinario, è avvenuta sulla base di attente
valutazioni; la maggior parte dei residui eliminati e reimputati riguarda il
potenziale debito nei confronti dell’ATO PA 1, che gestisce il servizio di igiene
ambientale; la reimputazione per euro 3.793.097,89 riguarda il contenzioso
con l’ATO PA 1, che si è concluso favorevolmente; e)- i residui di nuova
formazione si riferiscono a ICI per euro 324.308, IMU per euro per euro
280.000, TARI per euro 349.160,41, lotta all’evasione della TARSU per euro
715.770, ruoli suppletivi TARI per euro 250.000; f)- i residui passivi di nuova
formazione, pari ad euro 1.246.011,35, riguardano obbligazioni giuridicamente
perfezionate; le voci più significative sono euro 436.398,32 per servizio di
24
igiene ambientale, euro 117.815,68 per servizi socio-assistenziali, euro
185.401,30 per emolumenti per il personale dipendente.
25
parte da residui afferenti al servizio di igiene ambientale, pari ad un totale di
euro 3.793.097,89; c)- il FPV di parte capitale ammonta al 31 dicembre 2015
ad euro 193.205,70 e riguarda impegni per manutenzione del patrimonio e di
strade; d)- i dati corretti sono quelli risultanti nel certificato pubblicato sul sito
della Finanza locale e sono stati successivamente verificati dal collegio dei
revisori.
26
definizione dei relativi cronoprogrammi. Il Comune dovrà conformarsi a tali
principi.
27
a)- la presenza di debiti fuori bilancio riconosciuti ex art. 194, lett. e), TUEL di
importo pari ad euro 12.870,56;
b)- la presenza di debiti fuori bilancio ancora da riconoscere a fine esercizio
per euro 527.368,10;
c)- la presenza di pignoramenti presso il tesoriere per l’importo di 4.767,92.
28
euro 3.793.097,89, pari al 77% delle entrate correnti accertate nel 2015. Il
Comune dovrà chiarire quali mezzi di copertura intende attivare per il
riconoscimento del relativo debito fuori bilancio; nella relazione sullo schema di
rendiconto del 2015 il Collegio dei revisori ha evidenziato che il debito, qualora
non si raggiungesse un accordo transattivo, determinerebbe una situazione
finanziaria tale da comportare il dissesto;
d)- l’ente sarebbe obbligato sulla base di sentenze e provvedimenti giudiziari
non ancora esecutivi per un totale di pagamenti pari ad euro 1.497.368,10
(vds. allegato nota del revisore per gli enti locali siciliani).
29
b)- la presenza di discordanze nei rapporti debitori e creditori tra le scritture
dell’ente e quelle degli organismi partecipati risultanti dalle note informative
asseverate dai rispettivi organi di revisione;
c)- la mancata conciliazione dei rapporti debitori e creditori ai sensi dell’art. 11,
comma 6, lett. h), del d.lgs. 118/2011;
d)- non risulta approvato il piano di razionalizzazione ex art. 24 del d.lgs. 175
del 2016 e non risulta trasmessa la relazione sui risultati conseguiti per effetto
del piano di razionalizzazione ex art. 1, comma 611, della legge n. 190 del
2014.
La Corte non può non ribadire l’esigenza di una maggiore vigilanza sulle società
partecipate; dovranno pertanto seguirsi i principi di sana e corretta gestione
finanziaria enucleati dalla Sezione nella deliberazione n. 61/2016/INPR.
Oltretutto, come si evince dall’art. 20 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n.
175, Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, che ripropone
i principi di razionalizzazione analoghi a quelli enunciati dal comma 611
dell’art. 1 della legge 23 dicembre 2014, n. 190, l’intera revisione degli assets
societari, prescindendo da una logica meramente adempimentale, deve
necessariamente inquadrarsi nell’ambito di una visione strategica complessiva,
che tenga in primaria considerazione le finalità indicate dal legislatore, ossia:
a)- eliminazione delle società e delle partecipazioni societarie non
indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali; b)-
soppressione delle società che risultino composte da soli amministratori o da
un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti; c)-
eliminazione delle partecipazioni detenute in società che svolgono attività
analoghe o similari a quelle svolte da altre società; d)- aggregazione di società
30
di servizi pubblici locali di rilevanza economica; e)- contenimento dei costi di
funzionamento, mediante riorganizzazione degli organi amministrativi e di
controllo nonché delle strutture aziendali, anche attraverso la riduzione delle
relative remunerazioni. Un idoneo sistema di controlli è quindi necessario per
l’acquisizione e per l’elaborazione degli elementi informativi per le decisioni
dell’ente concernenti la razionalizzazione.
13. Con riferimento al rispetto del limite di cui all’articolo 9, comma 2-bis,
del decreto legge n. 78 del 2010, nonostante la riduzione dell’organico di n. 3
unità fra gli esercizi 2014 e 2015, l’importo del fondo per la contrattazione
decentrata, pari a 168.954,52, permane invariato.
31
B)- Per quanto attiene alla relazione sul bilancio di previsione 2016/2018, dalla
documentazione pervenuta e dalla successiva attività istruttoria è emerso
quanto segue:
1. Il ritardo dell’approvazione del bilancio di previsione, avvenuta con
deliberazione consiliare n. 23 del 29 dicembre 2016.
32
L’Amministrazione ha sostenuto che gli importi del FPV non coincidono, poiché
il FPV di parte corrente del 2015 è composto dalla somma di euro
4.670.752,72 derivante da reimputazioni da effettuare nel 2016 e dalla somma
di euro 91.099 da reimputazioni da effettuare nel 2017.
La Sezione osserva che l’esito favorevole del giudizio con l’ATO PA 1 riguarda
soltanto le pretese sino al 2012; pertanto, il Comune avrebbe dovuto tener
conto di tutte le altre liti pendenti anche con altri soggetti, inclusa quella per la
quale frattanto è stata pronunciata sentenza definitiva di condanna al
pagamento di quasi 3,8 milioni di euro.
5. In merito allo stanziamento per debiti fuori bilancio, l’Ente dovrà chiarire
l’importo complessivamente stanziato ed impegnato nell’esercizio 2016 anche
con specifico riferimento al giudizio ove è rimasto definitivamente soccombente
per euro 3.793.091,89.
Ad avviso della Corte, l’assenza di stanziamenti per i debiti fuori bilancio non
rispetta i principi contabili del decreto legislativo n. 118 del 2011 e non è
33
prudente; si rinvia per ogni altra considerazione ai sottoparagrafi n. 4, 10 e 11
della parte A) della presente deliberazione.
***
Infine, in sede di deferimento si è constatato che l’organo di revisione ha
subordinato il parere favorevole al bilancio di previsione 2016 esclusivamente
all’ipotesi che l’ente ricorra alla procedura di riequilibrio di cui all’art. 243 bis e
seguenti del T.U.E.L.. Con la deliberazione consiliare n. 53 del 29 dicembre
2016, relativa all’approvazione del bilancio di previsione 2016/2018, è stato
dato mandato al responsabile del servizio finanziario per la predisposizione dei
provvedimenti conseguenti; il medesimo responsabile, con nota prot. 16923
del 09 dicembre 2016, ha segnalato profili di criticità generali che investono il
documento di programmazione. E’ stato quindi richiesto all’ente di chiarire se e
in quale misura sia stato dato seguito alle indicazioni dell’organo di revisione e
del responsabile dei servizi finanziari.
34
a)- miglioramento del risultato di amministrazione; b)- incremento della base
imponibile dei tributi locali; c)- introduzione dell’imposta di soggiorno; d)-
potenziamento dell’ufficio tributi; e)- esito favorevole del contenzioso con l’ATO
PA 1 per i crediti vantati dalla stessa sino al 2012; f)- possibile ricorso ad un
mutuo per il pagamento del debito di 3,7 milioni di euro; g)- collocamento a
riposo di diverse unità di personale.
36
“prevenire o contrastare gestioni contabili non corrette, suscettibili di alterare
l’equilibrio del bilancio (art. 81 Cost.) e di riverberare tali disfunzioni sul conto
consolidato delle pubbliche amministrazioni, vanificando conseguentemente la
funzione di coordinamento dello Stato finalizzata al rispetto degli obblighi
comunitari” (Corte Costituzionale, sentenza n. 40/2013).
E’ chiaro, pertanto, che l’adozione da parte della Corte di dette specifiche
pronunce ha in definitiva lo scopo di dare impulso all’attuazione di opportune
misure correttive da parte dell’Ente, che “chiudano” il processo circolare del
controllo sui principali documenti contabili indicati dalla legge. Resta fermo,
ovviamente, che la congruità ed idoneità delle stesse vanno valutate dalla
Sezione allorquando verrà in possesso degli atti relativi.
Va sottolineato che tali misure correttive devono necessariamente coinvolgere,
soprattutto qualora riguardino più aspetti della gestione amministrativo-
contabile, l'ampia platea dei soggetti interessati (Sindaco, Giunta comunale,
responsabile del servizio finanziario, responsabili dei settori, Organo di
revisione economico finanziario) mediante atti vincolanti, da adottarsi secondo
le rispettive competenze. Non potranno, peraltro, essere considerate idonee le
mere dichiarazioni di intenti non supportate da atti che abbiano effetti
nell'ordinamento giuridico.
Stante la natura di tale tipologia di controllo, ascrivibile alla categoria del
riesame di legalità e regolarità, il Consiglio comunale deve essere informato dei
contenuti della pronuncia specifica adottata dalla Corte; al Consiglio è riservata
-quale organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo dell’ente locale-
la competenza esclusiva a deliberare le citate misure correttive, previa
auspicabile proposta della Giunta comunale.
L’accertamento dell’idoneità dei provvedimenti correttivi sarà compiuto nel
prossimo ciclo di controllo, atteso che le eventuali misure correttive possono
formare oggetto di valutazione unitamente ai documenti contabili del
successivo periodo. Tale metodologia procedurale, che lega gli esiti del
precedente controllo e delle relative misure correttive al seguente ciclo di
bilancio, garantisce un più accurato apprezzamento dell’evoluzione dei fattori
di squilibrio rilevati e della loro attualità e gravità e assicura, al contempo,
37
l’aderenza ai principi di concomitanza e concentrazione delle attività di
controllo e di effettività dei relativi esiti.
Ciò premesso, una parte delle criticità è stata già stata oggetto di pronuncia di
accertamento della Sezione nei precedenti controlli finanziari con la
deliberazione n. 51/2017/PRSP sul rendiconto del 2014. La deliberazione
consiliare n. 14 del 19 maggio 2017, avente ad oggetto le misure correttive
conseguenti alla citata pronuncia n. 51/2017/PRSP di questa Sezione, non è
corredata dal parere dell’organo di revisione e costituisce una mera presa
d’atto. Per ulteriori valutazioni il Collegio rinvia a quanto esposto nel
sottoparagrafo n. 3 della presente deliberazione. Il Comune va sollecitato a
una maggiore solerzia nell’adozione degli atti necessari per ottemperare alle
decisioni di questa Corte.
In conclusione, si rileva, allo stato degli atti, la presenza di anomalie che
pregiudicano gli equilibri economico-finanziari del Comune; pertanto,
l’Amministrazione dovrà attenersi a quanto prospettato nella presente
deliberazione, adottando le conseguenti misure correttive entro sessanta giorni
e trasmettendole a questa Sezione per la verifica della loro idoneità.
P. Q. M.
-accerta -nei confronti del Comune di Isola delle Femmine- la sussistenza dei
profili di criticità dal n. 1 al n. 13 della parte A) della presente deliberazione
relativamente al rendiconto del 2015 e dal n. 1 al n. 6 della parte B)
relativamente al bilancio di previsione 2016 - 2018 oltre che la mancata
adozione di effettive misure correttive conseguenti alla deliberazione n.
51/2017/PRSP di questa Sezione;
DISPONE
-che il Comune di Isola delle Femmine adotti, entro sessanta giorni dalla
comunicazione del deposito della presente deliberazione, i provvedimenti
idonei a rimuovere le irregolarità e a ripristinare gli equilibri di bilancio e li
trasmetta tempestivamente a questa Sezione per la verifica della loro idoneità;
ORDINA
che, a cura del Servizio di supporto della Sezione di controllo, copia della
presente pronuncia sia comunicata al Consiglio Comunale -per il tramite del
38
suo Presidente- ai fini dell’adozione delle necessarie misure correttive, oltre
che al Sindaco e all’Organo di revisione del Comune di Isola delle Femmine.
Così deciso in Palermo nella Camera di consiglio del 27 febbraio 2018.
L’ESTENSORE IL PRESIDENTE
(Francesco Antonino Cancilla) (Maurizio
Graffeo)
39
visto l'art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo sostituito
dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
visto il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e successive modificazioni,
recante il Testo Unico degli Enti Locali (T.U.E.L.) e, in particolare, l’art. 148 bis;
visto l’art. 7, comma 7, della legge 5 giugno 2003, n. 131;
visto l’art. 1, commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge
finanziaria 2006);
visto, altresì, l’art. 1, comma 610, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge
finanziaria 2006), il quale espressamente prevede che le disposizioni della
predetta legge “sono applicabili nelle regioni a Statuto speciale e nelle province
autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei rispettivi
statuti”;
-vista la deliberazione di questa Sezione n. 102/2017/INPR del 19 maggio
2017, avente ad oggetto: “Linee guida cui devono attenersi, ai sensi dell’art.1,
commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n.266 (legge finanziaria
2006), gli organi di revisione economico-finanziaria degli enti locali aventi sede
in Sicilia nella predisposizione della relazione sul rendiconto dell’esercizio
2016”, trasmessa all’ente con nota del Presidente del 6 settembre 2017;
41
controlli sulla gestione finanziaria degli enti) prevede che in caso di
accertamento -da parte della Sezione- di squilibri economico-finanziari, della
mancata copertura di spese, della violazione di norme finalizzate a garantire la
regolarità della gestione finanziaria o del mancato rispetto degli obiettivi posti
con il patto di stabilità interno, è fatto obbligo agli enti destinatari di adottare,
entro sessanta giorni dalla comunicazione del deposito della pronuncia di
accertamento, i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità ed a
ripristinare gli equilibri di bilancio, da trasmettere alla Sezione per le verifiche
di competenza. Quanto al contenuto del controllo è, peraltro, espressamente
stabilito che ai fini della suddetta verifica le Sezioni della Corte dei conti
accertano altresì che i rendiconti degli enti locali tengano conto anche delle
partecipazioni in società controllate e alle quali è affidata la gestione di servizi
pubblici per la collettività locale e di servizi strumentali all'ente.
Nei casi più gravi, l’inosservanza del citato obbligo di conformazione, per la
mancata trasmissione dei provvedimenti correttivi o per la inadeguatezza degli
stessi, ha l’effetto di precludere all’ente inadempiente l’attuazione dei
programmi di spesa per i quali è stata accertata la mancata copertura o
l’insussistenza della relativa sostenibilità finanziaria.
Si tratta di “effetti − attribuiti […] alle pronunce di accertamento della Corte
dei conti − chiaramente cogenti e, nel caso di inosservanza degli obblighi a
questi imposti, inibitori, pro parte, dell’efficacia dei bilanci da essi approvati”
(cfr. Corte costituzionale, sentenza n. 39 del 2014) la cui attribuzione ad un
organo magistratuale terzo e indipendente “si giustifica in ragione dei caratteri
di neutralità e indipendenza del controllo di legittimità della Corte dei conti
(sentenza n. 226 del 1976)”, onde “prevenire o contrastare gestioni contabili
non corrette, suscettibili di alterare l’equilibrio del bilancio (art. 81 Cost.) e di
riverberare tali disfunzioni sul conto consolidato delle pubbliche
amministrazioni, vanificando conseguentemente la funzione di coordinamento
dello Stato finalizzata al rispetto degli obblighi comunitari” (cfr. Corte
Costituzionale n. 40 del 2013).
Nel caso in cui, invece, sussistano squilibri meno rilevanti o irregolarità non
così gravi da richiedere l’adozione della pronuncia di accertamento ex art. 148
bis TUEL, l’esito del controllo demandato alla Corte può comunque comportare
42
eventuali segnalazioni, in chiave collaborativa, come previsto dall’articolo 7,
comma 7 della legge n. 131 del 2003, pur sempre volte a favorire la
riconduzione delle criticità emerse entro i parametri della sana e corretta
gestione finanziaria al fine di salvaguardare, anche per gli esercizi successivi, il
rispetto dei necessari equilibri di bilancio e dei principali vincoli posti a
salvaguardia delle esigenze di coordinamento della finanza pubblica. Anche in
tale evenienza l’ente interessato è tenuto a valutare le segnalazioni ricevute e
a porre in essere interventi idonei per il superamento delle criticità.
******
Tanto premesso, il Collegio osserva che, nell’ambito dell’istruttoria per i
controlli di cui all’art. 1, commi 166 e ss., della legge 23 dicembre 2005, n.
266, il Comune di Isola delle Femmine è stato deferito per la mancata
approvazione del rendiconto del 2016.
Il Comune in memoria ha dedotto che: a)- il rendiconto del 2016 è stato
approvato soltanto il 29 dicembre 2017 con deliberazione consiliare n. 43; b)-
il ritardo è derivato dalla indisponibilità della società titolare del software
utilizzato per la contabilità, sicché non è stato possibile acquisire celermente gli
archivi degli anni pregressi; c)- i primi dati in formato elettronico limitatamente
al 2016 sono stati disponibili soltanto a partire dal maggio 2017, mentre per gli
altri esercizi sono stati reperibili solo i dati in formato cartaceo.
Tanto premesso, la Sezione sottolinea che le circostanze esposte nella
memoria non rappresentano una giustificazione, poiché l’amministrazione deve
assicurare l’osservanza dei termini di legge per l’approvazione del bilancio e del
rendiconto, al fine di garantire una sana gestione finanziaria, che presuppone
la puntualità degli adempimenti connessi al cd. “ciclo del bilancio”. I termini
sono fissati dalla legge e non sono derogabili per mere situazioni ostative di
fatto, che richiedono maggiore impegno amministrativo e idonea capacità
organizzativa.
Non va poi trascurato che la ritardata approvazione del rendiconto finisce per
posticipare lo svolgimento dei compiti di controllo demandati all’organo di
revisione e alla Corte dei conti.
43
Va da sé che, essendo ormai stato approvato il rendiconto del 2016, l’organo di
revisione dovrà provvedere alla celere redazione delle relazioni previste
dall’art. 1, comma 166, della legge n. 266 del 2005.
P.Q.M.
ACCERTA
DISPONE
REPUBBLICA ITALIANA
La Corte dei conti
Sezione di controllo per la Regione siciliana
nell’adunanza del 21 dicembre 2016, composta dai seguenti magistrati:
44
Maurizio Graffeo - Presidente
Francesco Albo - Consigliere – relatore
Giovanni Di Pietro - Primo referendario
*****
Visto il R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive modificazioni;
vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni;
visto l'art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo
sostituito dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
visto il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e successive
modificazioni;
visto l’art. 1, commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n. 266
(legge finanziaria 2006);
visto, in particolare, l’art. 1, comma 610, della legge 23 dicembre 2005, n.
266 (legge finanziaria 2006), il quale espressamente prevede che le
disposizioni della predetta legge “sono applicabili nelle regioni a statuto
speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con
le norme dei rispettivi statuti”;
visto l’art. 148 bis del D. Lgs. n. 267/2000, introdotto dall’art. 3 del D.L.
10 ottobre 2012, n. 174, convertito dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213;
vista la deliberazione di questa Sezione n. 241/2015/INPR del 29 luglio
2015 avente ad oggetto “Linee guida cui devono attenersi, ai sensi dell’art. 1,
commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria
2006), gli organi di revisione economico-finanziaria degli enti locali aventi
sede in Sicilia nella predisposizione della relazione sul rendiconto
dell’esercizio 2014”;
******
Premesso in fatto
All’esito dell’istruttoria condotta sul rendiconto 2014, sul bilancio di
previsione 2015 e sulle misure correttive adottate dall’ente all’esito del
precedente ciclo di controlli, sono emersi i seguenti profili di criticità:
1.- il ritardo nell’approvazione del rendiconto 2014 (delibera di C.C. n. 42
dell’8 ottobre 2015) rispetto al termine di cui all’art. 227, comma 2 del Tuel;
2.- disavanzo di amministrazione, individuato in sede di approvazione del
rendiconto finanziario 2014, non iscritto nel bilancio di previsione 2015,
secondo le modalità di cui all’art. 188 del TUEL;
3.- relativamente al riaccertamento straordinario dei residui, ai sensi
dell’art. 3, comma 7 del D.Lgs. 118/2011 e s.m.i., (deliberazione di Giunta
Comunale n. 157 del 15/10/2015):
a.- probabile errata determinazione dei residui attivi e passivi cancellati e
reimputati agli esercizi in cui sono esigibili, considerata la coincidenza di
importi (euro 423.969,02 ) e la risposta fornita dai revisori relativamente ai
residui passivi del Tit. I ante 2010 che risultano, con il riaccertamento
straordinario dei residui, reimputati per euro 1.838.150,23;
46
b.- probabile errata determinazione del maggiore disavanzo di
amministrazione da ripianare (euro 4.218.830,95), che sembrerebbe non
tenere conto del risultato negativo di amministrazione al 31 dicembre 2014
determinato ai sensi dell’art. 187, co. 1 del Tuel;
c.- mancata determinazione della giacenza vincolata al 1^ gennaio 2015,
secondo il principio applicato 10.6 della contabilità finanziaria;
4.- incapacità dell’ente di finanziare la spesa corrente con entrate della
stessa natura rilevabile dal disallineamento tra entrate e spese correnti aventi
carattere non ripetitivo per euro 1.324.342,54;
5.- il superamento, in base al D.M. del 18.02.2013, dei valori limite previsti
dei seguenti quattro parametri obiettivi di deficitarietà strutturale:
a- volume dei residui attivi di nuova formazione provenienti dalla gestione
di competenza e relativi ai titoli I e III pari al 67,17% rispetto agli
accertamenti delle entrate medesime (>42%);
b- ammontare dei residui attivi di cui ai titoli I e III, provenienti dalla
gestione dei residui attivi, pari a 72,74% rispetto agli accertamenti delle
entrate dei medesimi titoli (> 65%);
c- volume dei residui passivi complessivi provenienti dal titolo I pari al
113,37% degli impegni della medesima spesa corrente (soglia 40%);
d.- anticipazione di tesoreria non rimborsata pari all’ 10,78% (> 5%) delle
entrate correnti;
6.- la bassa capacità di riscossione:
a.- dei proventi da sanzioni amministrative pecuniarie per violazione del
codice della strada, pari al 7,06% dell’accertamento;
b.- dei proventi da recupero evasione tributaria, pari al 9,42%
dell’accertamento;
7.- debiti fuori bilancio riconosciuti per euro 49.330,82 e un consistente
ammontare di debiti fuori bilancio ancora da riconoscere al 31.12.2014,
stimato in euro 634.393,78, di cui solo euro 12.870,56 sono stati riconosciuti
nel corso del 2015;
8.- in relazione agli organismi partecipati:
a.- l’inottemperanza agli adempimenti previsti dall’art. 6, comma 4, del d.l.
95/2012 convertito dalla legge n.135/2012 (nota informativa posizioni
47
debitorie/creditorie); la banca dati Siquel non è stata aggiornata poiché i
Revisori dichiarano che non risultano organismi partecipati;
b.- la presenza di un debito non riconosciuto nei confronti delle società ATO
PA1, che i revisori hanno rilevato dal rendiconto 2013 della società, pari ad
euro 5.560.557,00 a fronte del quale esistono residui passivi per euro
4.123.485,69;
9.- la presenza di passività potenziali connesse al contenzioso in cui l’ente è
convenuto/resistente per euro 631.391,39 e pagamenti cui l’ente sarebbe
obbligato in base a sentenze e provvedimenti giudiziari non ancora esecutivi
ammontano ad euro 2.289.137,00. L’Ente risulta aver vincolato l’avanzo di
amministrazione 2014 per euro 455.000,00 per fondo passività potenziali;
10.- il mancato aggiornamento dell’inventario dall’anno 1997.
Considerato in diritto
L’art. 1, commi 166 e 167, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria
per l’anno 2006) ha previsto, ai fini della tutela dell’unità economica della
Repubblica e del coordinamento della finanza pubblica, l’obbligo, a carico
degli Organi di revisione degli enti locali, di trasmettere alla Corte dei conti
una relazione sul bilancio di previsione dell’esercizio di competenza e sul
rendiconto dell’esercizio medesimo, formulata sulla base dei criteri e delle
linee guida definite dalla Corte.
Al riguardo occorre evidenziare la peculiare natura di tale forma di
controllo, volto a rappresentare agli organi elettivi, nell’interesse del singolo
ente e della comunità nazionale, la reale situazione finanziaria emersa
all’esito del procedimento di verifica effettuato sulla base delle relazioni
inviate dall’Organo di revisione affinché gli stessi possano attivare le
necessarie misure correttive. Esso si colloca nell’ambito materiale del
coordinamento della finanza pubblica, in riferimento agli articoli 97, primo
comma, 28, 81 e 119 della Costituzione, che la Corte dei conti contribuisce
48
ad assicurare quale organo terzo ed imparziale di garanzia dell’equilibrio
economico-finanziario del settore pubblico e della corretta gestione delle
risorse collettive, in quanto al servizio dello Stato-ordinamento, vieppiù a
seguito del novellato quadro scaturito dalle legge costituzionale n.1/2012 e
dalla legge c.d. rinforzata n. 213/2012.
La giurisprudenza costituzionale ha precisato contenuti e fondamento di
tale peculiare forma di controllo anche a seguito dei successivi interventi
legislativi (cfr. da ultimo la sentenza n. 39/2014 che richiama altresì le
sentenze n. 60 del 2013, n. 198 del 2012, n. 179 del 2007), affermando che
il controllo finanziario attribuito alla Corte dei conti e, in particolare, quello
che questa è chiamata a svolgere sui bilanci preventivi e sui rendiconti
consuntivi degli enti locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale, va
ascritto alla categoria del sindacato di legalità e di regolarità – da intendere
come verifica della conformità delle (complessive) gestioni di detti enti alle
regole contabili e finanziarie – e ha lo scopo, in una prospettiva non più
statica (com’era il tradizionale controllo di legalità-regolarità), ma dinamica,
di finalizzare il confronto tra fattispecie e parametro normativo all’adozione di
effettive misure correttive, funzionali a garantire l’equilibrio del bilancio e il
rispetto delle regole contabili e finanziarie.
Da ultimo, l’art. 148 bis del d.lgs. 18 agosto 2000 n. 267 (TUEL),
introdotto dall’art. 3, comma 1, lettera e) del decreto legge 10 ottobre 2012
n. 174, convertito nella legge 213/2012 (recante il rafforzamento del quadro
dei controlli sulla gestione finanziaria degli enti), prevede che in caso di
accertamento, da parte della Sezione, di squilibri economico-finanziari, della
mancata copertura di spese, della violazione di norme finalizzate a garantire
la regolarità della gestione finanziaria o del mancato rispetto degli obiettivi
posti con il patto di stabilità interno, è fatto obbligo agli enti destinatari di
adottare, entro 60 giorni dalla comunicazione del deposito della pronuncia di
accertamento, i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità ed a
ripristinare gli equilibri di bilancio, da trasmettere alla Sezione per le verifiche
di competenza. Quanto al contenuto del controllo è, peraltro, espressamente
stabilito che ai fini della suddetta verifica le Sezioni della Corte dei conti
accertano altresì che i rendiconti degli enti locali tengano conto anche delle
49
partecipazioni in società controllate alle quali è affidata la gestione di servizi
pubblici per la collettività locale e di quelli strumentali all'ente.
******
51
risultano, con il riaccertamento straordinario dei residui, reimputati
per euro 1.838.150,23;
b.- probabile errata determinazione del maggiore disavanzo di
amministrazione da ripianare (euro 4.218.830,95), che sembrerebbe
non tenere conto del risultato negativo di amministrazione al 31
dicembre 2014 determinato ai sensi dell’art. 187, co. 1 del Tuel;
c.- mancata determinazione della giacenza di cassa vincolata al 1^
gennaio 2015, secondo il principio applicato 10.6 della contabilità
finanziaria.
A riguardo, l’amministrazione riferisce che “il riaccertamento dei
residui di cui alla delibera GC n. 157/2015 è stato oggetto di rettifica
con successivo deliberato di Giunta n. 122/2016, offerto in copia per
comodità di consultazione, sì da porre rimedio alle rappresentate
problematiche. Invero, la disposta correzione, non mutando il dato
ponderale oggetto del citato “ripiano”, l’Organo consiliare ha preso
atto della rettifica con DCC n. 43/16”. Con determinazione del capo
del II settore n. 46/16 è stata quindi determinata la cassa vincolata
alla data del 31/12/2015, che ammonta ad euro 156.726,19 in
ossequio al punto 10 dell’allegato al D.lvo n. 118/11”.
Il Collegio, sul punto, ricorda (delibera della Sezione delle autonomie
n. 4/2015) la basilare importanza rivestita dall’operazione di
riaccertamento straordinario dei residui, la quale costituisce un
“punto di snodo essenziale per l’avvio del processo di armonizzazione
contabile”.
Al termine dell’operazione di riaccertamento straordinario, i residui
attivi al 1° gennaio 2015 devono rappresentare crediti effettivi ed
esigibili dell’ente nei confronti di terzi e costituire il punto di partenza
della nuova programmazione e gestione delle entrate secondo il
principio di competenza potenziata.
E’ compito dell’ente, pertanto, garantire che siano registrate e
imputate obbligazioni giuridiche attive perfezionate ed esigibili negli
anni di rispettiva imputazione.
52
Analogamente, sul fronte della spesa, al termine dell’operazione di
riaccertamento straordinario, i residui passivi al 1° gennaio 2015
devono rappresentare debiti effettivi ed esigibili dell’ente nei confronti
di terzi e costituire il punto di partenza della nuova programmazione e
gestione delle spese pubbliche secondo il principio di competenza
potenziata. L’ente, pertanto, dovrà garantire che siano registrate e
imputate obbligazioni giuridiche passive perfezionate, ed esigibili negli
anni di rispettiva imputazione.
Chiaramente, la non corretta applicazione del principio di competenza
finanziaria potenziata - che prescinde, cioè, dalla verifica della
scadenza e dell’esigibilità delle obbligazioni attive e passive -
costituisce una grave irregolarità contabile che compromette anche la
corretta costituzione e gestione del fondo pluriennale vincolato e, più
in generale, il mantenimento degli equilibri di bilancio, con riferimento
alla gestione residui, ma anche di competenza e di cassa.
In ogni caso, la riedizione del riaccertamento straordinario si pone in
contrasto con il principio di unicità e non frazionabilità, previsto
dall’art. 3, comma 7 del D.Lgs. 118/2011 e dal principio 9.3
dell’allegato 4/2 al D.Lgs. 118/2011, al fine di evitare comportamenti
opportunistici.
Sotto il profilo contenutistico, le risultanze da cui prende le mosse la
seconda operazione di rettifica del riaccertamento (delibera GC n.
122/2016) non sembrano collimare con quelle della prima (delibera
GC n. 157/2015).
Il Collegio, pertanto, non può esimersi dal demandare le opportune
valutazioni all’amministrazione ed al Collegio dei revisori, per la parte
di rispettiva competenza.
4.In riferimento al quarto profilo, relativo al disallineamento tra
entrate e spese correnti aventi carattere non ripetitivo per euro
1.324.342,54 , l’amministrazione imputa le cause all’elevato grado di
rigidità della spesa corrente, ed in particolare di quella del personale,
del servizio RSU e dell’illuminazione pubblica.
53
Su questi ultimi due versanti, riferisce delle iniziative tese alla
razionalizzazione della spesa.
Il Collegio, in considerazione dell’elevato squilibrio, richiama la
massima attenzione dell’ente sulla necessità di efficaci misure
correttive, di cui valuterà gli esiti nei prossimi cicli di controllo.
5. A testimonianza di quanto appena riferito, l’ente conferma il
superamento dei valori limite previsti dei seguenti quattro parametri
obiettivi di deficitarietà strutturale:
a- volume dei residui attivi di nuova formazione provenienti dalla
gestione di competenza e relativi ai titoli I e III pari al 67,17%
rispetto agli accertamenti delle entrate medesime (>42%);
b- ammontare dei residui attivi di cui ai titoli I e III, provenienti dalla
gestione dei residui attivi, pari a 72,74% rispetto agli accertamenti
delle entrate dei medesimi titoli (> 65%);
c- volume dei residui passivi complessivi provenienti dal titolo I pari al
113,37% degli impegni della medesima spesa corrente (soglia 40%);
d- anticipazione di tesoreria non rimborsata pari all’ 10,78% (> 5%)
delle entrate correnti.
Imputa le cause alla difficile congiuntura economica ed all’inefficienza
del sistema di riscossione.
Il Collegio conferma i profili di criticità in riferimento alle disfunzioni
gestionali di cui i parametri sono espressione e sollecita anche in
questo caso la pronta ed efficace adozione di misure correttive.
6. Per quanto concerne la bassa capacità di riscossione dei proventi da
sanzioni amministrative pecuniarie per violazione del codice della
strada (7,06% dell’accertamento) e di quelli da recupero evasione
tributaria (9,42% dell’accertamento), il comune riepiloga alcune delle
misure di indirizzo già adottate a seguito del precedente ciclo di
controllo.
Il Collegio invita a proseguire nel percorso correttivo intrapreso,
potenziandone le misure, ove possibile e si riserva di monitorarne gli
effetti nei futuri cicli di controllo.
54
7. Particolarmente preoccupante appare l’esposizione debitoria in
riferimento non tanto alle passività riconosciute (euro 49.330,82),
bensì al volume di quelle ancora da riconoscere al 31.12.2014 (euro
634.393,78, di cui solo euro 12.870,56 sono stati riconosciuti nel
corso del 2015).
Il comune riferisce dell’accantonamento a fondo rischi, a seguito di
riaccertamento straordinario, dell’importo di euro 634.393,78 e
riferisce di aver riconosciuto ulteriori debiti nel 2016 per importo
esiguo (euro 23.000).
Il Collegio, a questo riguardo, osserva che una corretta stima
quantitativa e soprattutto qualitativa del contenzioso passivo -
effettuata sulla base del grado di maturazione dello stesso, dell’esito
dei precedenti gradi di giudizio, nonché della stima del probabile esito
- consente la messa in atto di efficaci misure prudenziali tese a
limitare l’impatto di passività sopravvenute sugli equilibri di bilancio.
In ogni caso, viste anche le peculiari difficoltà gestionali, valuterà, a
partire dal 2015, la corretta consistenza del fondo rischi contenzioso,
alla stregua dei criteri di cui all’allegato 4/2 al d.lgs. n. 118/2011 e
degli opportuni elementi conoscitivi forniti dall’Organo di revisione.
8. Per quanto concerne gli organismi partecipati, è stato contestato
all’ente un duplice profilo di irregolarità:
a.- l’inottemperanza agli adempimenti previsti dall’art. 6, comma 4,
del d.l. 95/2012 convertito dalla legge n.135/2012 (nota informativa
posizioni debitorie/creditorie); la banca dati Siquel non è stata
aggiornata poiché i Revisori dichiarano che non risultano organismi
partecipati;
b.- la presenza di un debito non riconosciuto nei confronti delle
società ATO PA1, che i revisori hanno rilevato dal bilancio 2013 della
società, pari ad euro 5.560.557,00 a fronte del quale esistono residui
passivi per euro 4.123.485,69.
A riguardo, l’amministrazione riferisce delle numerose iniziative
intraprese, anche sul piano del contenzioso, nei confronti della società
d’ambito ATO Palermo 1, nonché dei confortanti risultati raggiunti a
55
seguito delle sentenze del Tribunale di Palermo (220/2012) e della
Corte d’Appello di Palermo (n.333/2016).
Il Collegio, nel prendere atto, invita a monitorare attentamente la
problematica, adottando idonee iniziative a tutela degli equilibri di
bilancio, anche futuri.
9. In sede di deferimento è stato stimolato il contraddittorio con
l’ente anche in relazione alla presenza di passività potenziali connesse
al contenzioso in cui l’ente è convenuto/resistente per euro
631.391,39, nonché alla presenza di pagamenti cui l’ente sarebbe
obbligato in base a sentenze e provvedimenti giudiziari non ancora
esecutivi ammontano ad euro 2.289.137,00.
L’amministrazione, a tale fine, risulta aver vincolato l’avanzo di
amministrazione 2014 per euro 455.000,00 per fondo passività
potenziali.
In sede di controdeduzioni, riepiloga i vari fronti di contenzioso su cui
è attualmente impegnato e le iniziative assunte a riguardo.
Il Collegio rinvia a quanto già osservato al punto precedente.
10. Per quanto concerne il mancato aggiornamento dell’inventario,
l’ente riferisce degli esiti delle operazioni di censimento mobiliare ed
immobiliare già intraprese.
Il Collegio, nel prendere atto, raccomanda la tempestiva conclusione
degli adempimenti propedeutici ai fini di una corretta rilevazione della
situazione patrimoniale, nel più generale contesto della rilevazione
integrata dei fenomeni gestionali.
Da ultimo, questa Corte osserva che la maggior parte dei rilievi sopra
descritti è già stata oggetto di pronuncia di accertamento della
Sezione nel precedente ciclo di controlli finanziari.
A seguito della deliberazione n.8/2016/PRSP, relativa al rendiconto
dell’esercizio 2013, l’ente ha trasmesso la deliberazione di Consiglio
comunale n. 11 del 10 marzo 2016.
Con tale provvedimento, l’amministrazione ha avviato un percorso di
correzione delle disfunzioni segnalate, i cui effetti dovranno essere
oggetto di attento monitoraggio in futuro.
56
Anche in considerazione del quadro gestionale fortemente
problematico, emerso in questa sede, permangono, allo stato, i motivi
di preoccupazione per gli equilibri di bilancio già espressi nei
precedenti cicli di controllo.
Si demanda all’ente il compito di aggiornare il quadro delle misure
correttive a seguito dei rilievi emersi nella presente deliberazione.
P. Q. M.
La Corte dei conti, Sezione di controllo per la Regione siciliana, all’esito
della verifica sul rendiconto di gestione 2014, sul bilancio di previsione 2015
e sulle misure correttive adottate dall’ente all’esito del precedente ciclo di
controlli, accerta la presenza dei profili di criticità di cui ai punti
1,2,3,4,5,6,7,8,9,10, nei termini indicati in narrativa.
Richiama, altresì, l’attenzione dell’ente sull’importanza dei termini
assegnati per la presentazione di memorie e controdeduzioni prima
dell’adunanza, ai fini della corretta instaurazione del contraddittorio con
questa Corte.
ORDINA
che, a cura del Servizio di supporto della Sezione di controllo, copia della
presente pronuncia sia comunicata al Consiglio comunale – per il tramite del
suo Presidente - ai fini della formalizzazione delle necessarie misure
correttive, oltre che al Sindaco ed all’Organo di revisione del comune di Isola
delle Femmine (PA).
DISPONE
57
PRESIDENTE
(Francesco Albo) (Maurizio
Graffeo)
REPUBBLICA ITALIANA
La Corte dei conti
Sezione di controllo per la Regione siciliana
nell’adunanza del 18 dicembre 2015, composta dai seguenti magistrati:
******
Visto il R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive modificazioni;
vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni;
visto l'art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo
sostituito dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
visto il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e successive
modificazioni;
visto l’art. 1, commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n. 266
(legge finanziaria 2006);
visto, in particolare, l’art. 1, comma 610, della legge 23 dicembre 2005,
n. 266 (legge finanziaria 2006), il quale espressamente prevede che le
disposizioni della predetta legge “sono applicabili nelle regioni a statuto
speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente
con le norme dei rispettivi statuti”;
58
visto l’art. 148 bis del D. Lgs. n. 267/2000, introdotto dall’art. 3 del D.L.
10 ottobre 2012, n. 174, convertito dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213;
vista la deliberazione di questa Sezione n. 95/2014/INPR del 30 luglio
2014 avente ad oggetto “Linee guida cui devono attenersi, ai sensi dell’art. 1,
commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria
2006), gli organi di revisione economico-finanziaria degli enti locali aventi
sede in Sicilia nella predisposizione della relazione sul rendiconto
dell’esercizio 2013”;
******
L’art. 1, commi 166 e 167, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria
per l’anno 2006) ha previsto, ai fini della tutela dell’unità economica della
Repubblica e del coordinamento della finanza pubblica, l’obbligo, a carico
degli Organi di revisione degli enti locali, di trasmettere alla Corte dei conti
una relazione sul bilancio di previsione dell’esercizio di competenza e sul
59
rendiconto dell’esercizio medesimo, formulata sulla base dei criteri e delle
linee guida definite dalla Corte.
Al riguardo occorre evidenziare la peculiare natura di tale forma di
controllo, volto a rappresentare agli organi elettivi, nell’interesse del singolo
ente e della comunità nazionale, la reale situazione finanziaria emersa
all’esito del procedimento di verifica effettuato sulla base delle relazioni
inviate dall’Organo di revisione affinché gli stessi possano attivare le
necessarie misure correttive. Esso si colloca nell’ambito materiale del
coordinamento della finanza pubblica, in riferimento agli articoli 97, primo
comma, 28, 81 e 119 della Costituzione, che la Corte dei Conti contribuisce
ad assicurare quale organo terzo ed imparziale di garanzia dell’equilibrio
economico-finanziario del settore pubblico e della corretta gestione delle
risorse collettive, in quanto al servizio dello Stato-ordinamento, vieppiù a
seguito del novellato quadro scaturito dalle legge costituzionale n.1/2012 e
dalla legge c.d. rinforzata n. 213/2012.
La giurisprudenza costituzionale ha precisato contenuti e fondamento di
tale peculiare forma di controllo anche a seguito dei successivi interventi
legislativi (cfr. da ultimo la sentenza n. 39/2014 che richiama altresì le
sentenze n. 60 del 2013, n. 198 del 2012, n. 179 del 2007), affermando che
il controllo finanziario attribuito alla Corte dei conti e, in particolare, quello
che questa è chiamata a svolgere sui bilanci preventivi e sui rendiconti
consuntivi degli enti locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale, va
ascritto alla categoria del sindacato di legalità e di regolarità – da intendere
come verifica della conformità delle (complessive) gestioni di detti enti alle
regole contabili e finanziarie – e ha lo scopo, in una prospettiva non più
statica (com’era il tradizionale controllo di legalità-regolarità), ma dinamica,
di finalizzare il confronto tra fattispecie e parametro normativo all’adozione di
effettive misure correttive, funzionali a garantire l’equilibrio del bilancio e il
rispetto delle regole contabili e finanziarie.
Da ultimo, l’art. 148 bis del d.lgs. 18 agosto 2000 n. 267 (TUEL),
introdotto dall’art. 3, comma 1, lettera e) del decreto legge 10 ottobre 2012
n. 174, convertito nella legge 213/2012 (recante il rafforzamento del quadro
dei controlli sulla gestione finanziaria degli enti) prevede che in caso di
60
accertamento, da parte della Sezione, di squilibri economico-finanziari, della
mancata copertura di spese, della violazione di norme finalizzate a garantire
la regolarità della gestione finanziaria o del mancato rispetto degli obiettivi
posti con il patto di stabilità interno, è fatto obbligo agli enti destinatari di
adottare, entro 60 giorni dalla comunicazione del deposito della pronuncia di
accertamento, i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità ed a
ripristinare gli equilibri di bilancio, da trasmettere alla Sezione per le verifiche
di competenza. Quanto al contenuto del controllo è, peraltro, espressamente
stabilito che ai fini della suddetta verifica le Sezioni della Corte dei conti
accertano altresì che i rendiconti degli enti locali tengano conto anche delle
partecipazioni in società controllate e alle quali è affidata la gestione di servizi
pubblici per la collettività locale e di servizi strumentali all'ente.
Nei casi più gravi, l’inosservanza del citato obbligo di conformazione, per
la mancata trasmissione dei provvedimenti correttivi o per la inadeguatezza
degli stessi, ha l’effetto di precludere all’ente inadempiente l’attuazione dei
programmi di spesa per i quali è stata accertata la mancata copertura o
l’insussistenza della relativa sostenibilità finanziaria.
Si tratta di “effetti − attribuiti […] alle pronunce di accertamento della
Corte dei conti − chiaramente cogenti e, nel caso di inosservanza degli
obblighi a questi imposti, inibitori, pro parte, dell’efficacia dei bilanci da essi
approvati” (cfr. Corte costituzionale, sentenza n. 39/2014) la cui attribuzione
ad un organo magistratuale terzo e indipendente “si giustifica in ragione dei
caratteri di neutralità e indipendenza del controllo di legittimità della Corte
dei conti (sentenza n. 226 del 1976)” onde “prevenire o contrastare gestioni
contabili non corrette, suscettibili di alterare l’equilibrio del bilancio (art. 81
Cost.) e di riverberare tali disfunzioni sul conto consolidato delle pubbliche
amministrazioni, vanificando conseguentemente la funzione di coordinamento
dello Stato finalizzata al rispetto degli obblighi comunitari” (cfr. Corte
Costituzionale n. 40/2014).
******
Dall’esame della predetta documentazione del Comune di Isola delle
Femmine (PA), e dalla successiva istruttoria, sono emerse le seguenti
criticità:
61
1.il ritardo nell’approvazione del bilancio di previsione 2013 (delibera di
C.C. n. 26 del 23/12/2013) e del rendiconto 2013 (delibera di C.C. n. 15 del
03/09/2014) rispetto ai termini di legge;
2.il mancato rispetto di quattro parametri obiettivi per l’individuazione
degli enti strutturalmente deficitari:
a)-volume dei residui attivi di nuova formazione provenienti dalla
gestione di competenza e relative ai titoli I e III pari al 59,68% rispetto agli
accertamenti delle entrate medesime (> 42%);
b)- ammontare dei residui attivi di cui al titolo I e III, provenienti dalla
gestione dei residui attivi, pari al 71,06% rispetto agli accertamenti delle
entrate dei medesimi titoli (> 65%);
c)- volume dei residui passivi complessivi provenienti dal titolo I pari al
95,48% degli impegni della medesima spesa corrente (> 40%);
d)- anticipazione di tesoreria non rimborsata pari all’ 20,78% (> 5%);
3. un disavanzo di amministrazione di euro 779.222,43 aumentato dalla
quota vincolata del fondo svalutazione crediti per euro 113.345,25 e dai
pagamenti per azioni esecutive non regolarizzate al 31.12, pari a euro
765,36;
4. il perdurare di una situazione di grave carenza di liquidità, che dà
luogo al ricorso ad anticipazioni di tesoreria non rimborsate a fine esercizio
per euro 1.370.611,24;
5. la presenza di debiti fuori bilancio in attesa di riconoscimento al
31.12.2013 per euro 231.676,87, riconosciuti nel 2013 per un importo pari
ad euro 511.132,58 12 di cui una quota pari a € 150.779,39 riferiti ad
acquisizioni di beni e servizi senza impegno di spesa;
6. la presenza di un potenziale ingente debito di euro 2.289.137,00
(indennità di esproprio) derivante da un procedimento pendente dinanzi la
Corte di Cassazione avverso la sentenza di condanna della Corte d’appello di
Palermo, a fronte del quale non risultano adottate misure prudenziali a tutela
degli equilibri;
7. l’inottemperanza agli adempimenti previsti dall'art. 6, comma 4, del
d.l. n. 95/2012, convertito dalla legge n.135/2012 (nota informativa posizioni
debitorie/creditorie);
62
8. mancato rispetto dei limiti di spesa di cui all’art. 6 commi da 7 a 10 e
commi da 12 a 14 del d.l. 78/2010, dall’art. 5, comma 2 del d.l. n. 95/2012;
9. il mancato aggiornamento degli inventari dal 1998.
*******
All’adunanza del 18 dicembre 2015, per l’Amministrazione, che non ha
fatto pervenire memorie, era presente il sindaco neo insediato, dott. Bologna
Stefano, il quale si è limitato a riportarsi alle misure correttive deliberate dal
Consiglio comunale con atto n. 34 del 21 settembre 2015.
*******
Benchè formalmente invitato al contraddittorio, sia documentale, sia
in sede di adunanza, l’ente ha prestato acquiescenza ai rilievi mossi,
confermandone, in sostanza, la fondatezza.
Scarsa rilevanza, peraltro, assume il richiamo alla deliberazione
consiliare del 21 settembre 2015, in quanto relativa alle criticità evidenziate
in un precedente ciclo di controllo.
P. Q. M.
63
del suo presidente - ai fini della formalizzazione delle necessarie misure
correttive, oltre che al sindaco ed all’organo di revisione del comune di Isola
delle Femmine (PA).
DISPONE
- che l’ente trasmetta a questa Sezione di controllo, entro 60
(sessanta) giorni dal ricevimento della presente deliberazione, le misure
correttive adottate dall’organo consiliare ai sensi dell’art. 148 bis, comma 3,
del Tuel, ai fini della relativa verifica.
Così deciso in Palermo, nella camera di consiglio del 18 dicembre 2015.
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
IL FUNZIONARIO RESPONSABILE
(Boris Rasura)
REPUBBLICA ITALIANA
****
65
****
Con la nota in epigrafe, il Sindaco del Comune di Isola delle Femmine chiede
di conoscere il parere della Corte in merito alla rimborsabilità delle spese legali
sostenute nell’ambito di procedimenti penali per due ex amministratori locali
assolti con due diverse formule processuali.
****
66
In particolare, sull’ammissibilità o meno di richiesta di parere in materia
di rimborsabilità di spese legali in favore di amministratori di enti locali assolti
all’esito di giudizi celebrati a loro carico, la Sezione delle Autonomie con la
deliberazione n.5/AUT/2006 del 10 marzo 2006, ha già avuto modo di
pronunciarsi sulle questioni relative alla predetta tematica, dichiarandone la
estraneità alla nozione di contabilità pubblica cui fa riferimento l’ottavo comma
dell’art.7 della legge n.131 del 2003.
Si è affermato infatti che: “ancorché la materia della contabilità pubblica
non possa ridursi alla sola tenuta delle scritture contabili ed alla normativa
avente ad oggetto le modalità di acquisizione delle entrate e di erogazione
delle spese, essa non potrebbe investire qualsiasi attività degli enti cha abbia
comunque riflessi di natura finanziaria patrimoniale.
Ciò non solo rischierebbe di vanificare lo stesso limite imposto dal legislatore,
ma comporterebbe l’estensione dell’attività consultiva delle Sezioni regionali a
tutti i vari ambiti dell’azione amministrativa con l’ulteriore conseguenza che le
Sezioni regionali di controllo della Corte dei conti diventerebbero organi di
consulenza generale delle autonomie locali.
In tal modo, la Corte verrebbe, in varia misura, inserita nei processi decisonali
degli enti, condizionando quell’attività amministrativa su cui è chiamata ad
esercitare il controllo che, per definizione, deve essere esterno e neutrale.
Per le ragioni sopra esposte, emerge dunque l’esigenza che la nozione di
contabilità pubblica strumentale alla funzione consultiva assuma un ambito
limitato alla normativa e ai relativi atti applicativi che la disciplinano, in
generale, l’attività finanziaria che precede o che segue i distinti interventi di
settore, ricomprendendo in particolare la disciplina dei bilanci e i relativi
equilibri, l’acquisizione delle entrate, l’organizzazione finanziaria-contabile, la
disciplina del patrimonio, la gestione delle spese, l’indebitamento, la
rendicontazione e i relativi controlli(…)Così delineato l’ambito oggettivo della
materia, la questione della rimborsabilità agli amministratori delle spese legali
risulta totalmente estranea alla nozione di contabilità pubblica cui si riferisce
l’art.7,comma 8, della legge n.131 del 2003”.
Giova precisare che il suddetto orientamento ha trovato puntuale e
pressoché unanime espressione nelle deliberazioni di numerose Sezioni di
67
controllo e in senso conforme è anche la costante giurisprudenza di questa
Sezione di controllo (cfr. deliberazioni n.409/2013/PAR e n.27/2014/PAR),
dalla quale non si ravvisa motivo di distaccarsi.
Tale orientamento è stato altresì confermato, su analogo quesito posto sulla
rimborsabilità delle spese legali, dalla Sezione delle Autonomie, in data 10
febbraio 2014, con la deliberazione n.3/SEZAUT/2014/QMIG, ai cui criteri si si
conformano le Sezioni regionali di controllo ai sensi dell’art. 6, comma 4, del
d.l. 10 ottobre 2012, n. 174, convertito dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213.
P.Q.M.
L’ESTENSORE IL
PRESIDENTE
Stefano Siragusa
Maurizio Graffeo
IL FUNZIONARIO RESPONSABILE
(Boris Rasura)
68
REPUBBLICA ITALIANA
La Corte dei conti
Sezione di controllo per la Regione siciliana
nell’adunanza dell’1 ottobre 2014, composta dai seguenti magistrati:
******
Visto il R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive modificazioni;
vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni;
visto l'art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo
sostituito dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
visto il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e successive
modificazioni;
visto l’art. 1, commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n. 266
(legge finanziaria 2006);
visto, in particolare, l’art. 1, comma 610, della legge 23 dicembre 2005,
n. 266 (legge finanziaria 2006), il quale espressamente prevede che le
disposizioni della predetta legge “sono applicabili nelle regioni a statuto
speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente
con le norme dei rispettivi statuti”;
visto l’art. 148 bis del D. Lgs. n. 267/2000, introdotto dall’art. 3 del D.L.
10 ottobre 2012, n. 174, convertito dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213;
vista deliberazione di questa sezione di controllo n. 196/2013/INPR
avente ad oggetto: “Linee guida cui devono attenersi, ai sensi dell’art.1,
commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n.266 gli organi di revisione
economico-finanziaria degli enti locali aventi sede in Sicilia nella
predisposizione della relazione sul rendiconto di gestione 2012”;
vista la nota del Presidente della Sezione di controllo per la Regione
siciliana del 19 agosto 2013, con la quale è stata inoltrata al Sindaco e al
Presidente del Collegio dei revisori la predetta deliberazione di questa Sezione
69
di controllo, nonché i relativi questionari ai fini della loro ritrasmissione entro
trenta giorni dalla ricezione del questionario, o dall’approvazione del
rendiconto, se successiva;
esaminata la relazione sul rendiconto 2012, compilata dall’Organo di
revisione contabile del comune di Isola delle Femmine (PA), e la successiva
documentazione istruttoria;
vista l'ordinanza del Presidente della Sezione di controllo n.
172/2014/CONTR del 22 settembre 2014 con la quale la Sezione del controllo
è stata convocata per gli adempimenti di cui al menzionato art. 148 bis del D.
Lgs. n. 267/2000;
viste le controdeduzioni dell’ente;
udito il relatore, Primo referendario dott. Francesco Albo;
******
L’art. 1, commi 166 e 167, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria
per l’anno 2006) ha previsto, ai fini della tutela dell’unità economica della
Repubblica e del coordinamento della finanza pubblica, l’obbligo, a carico
degli Organi di revisione degli enti locali, di trasmettere alla Corte dei conti
una relazione sul bilancio di previsione dell’esercizio di competenza e sul
rendiconto dell’esercizio medesimo, formulata sulla base dei criteri e delle
linee guida definite dalla Corte.
Al riguardo occorre evidenziare la peculiare natura di tale forma di
controllo, volto a rappresentare agli organi elettivi, nell’interesse del singolo
ente e della comunità nazionale, la reale situazione finanziaria emersa
all’esito del procedimento di verifica effettuato sulla base delle relazioni
inviate dall’Organo di revisione affinché gli stessi possano attivare le
necessarie misure correttive. Esso si colloca nell’ambito materiale del
coordinamento della finanza pubblica, in riferimento agli articoli 97, primo
comma, 28, 81 e 119 della Costituzione, che la Corte dei Conti contribuisce
ad assicurare quale organo terzo ed imparziale di garanzia dell’equilibrio
economico-finanziario del settore pubblico e della corretta gestione delle
risorse collettive, in quanto al servizio dello Stato-ordinamento, vieppiù a
seguito del novellato quadro scaturito dalle legge costituzionale n.1/2012 e
dalla legge c.d. rinforzata n. 213/2012.
70
La giurisprudenza costituzionale ha precisato contenuti e fondamento di
tale peculiare forma di controllo anche a seguito dei successivi interventi
legislativi (cfr. da ultimo la sentenza n. 39/2014 che richiama altresì le
sentenze n. 60 del 2013, n. 198 del 2012, n. 179 del 2007), affermando che
il controllo finanziario attribuito alla Corte dei conti e, in particolare, quello
che questa è chiamata a svolgere sui bilanci preventivi e sui rendiconti
consuntivi degli enti locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale, va
ascritto alla categoria del sindacato di legalità e di regolarità – da intendere
come verifica della conformità delle (complessive) gestioni di detti enti alle
regole contabili e finanziarie – e ha lo scopo, in una prospettiva non più
statica (com’era il tradizionale controllo di legalità-regolarità), ma dinamica,
di finalizzare il confronto tra fattispecie e parametro normativo all’adozione
di effettive misure correttive, funzionali a garantire l’equilibrio del bilancio
e il rispetto delle regole contabili e finanziarie.
Da ultimo, l’art. 148 bis del d.lgs. 18 agosto 2000 n. 267 (TUEL),
introdotto dall’art. 3, comma 1, lettera e) del decreto legge 10 ottobre 2012
n. 174, convertito nella legge 213/2012 (recante il rafforzamento del quadro
dei controlli sulla gestione finanziaria degli enti) prevede che in caso di
accertamento, da parte della Sezione, di squilibri economico-finanziari, della
mancata copertura di spese, della violazione di norme finalizzate a garantire
la regolarità della gestione finanziaria o del mancato rispetto degli obiettivi
posti con il patto di stabilità interno, è fatto obbligo agli enti destinatari di
adottare, entro 60 giorni dalla comunicazione del deposito della pronuncia di
accertamento, i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità ed a
ripristinare gli equilibri di bilancio, da trasmettere alla Sezione per le verifiche
di competenza. Quanto al contenuto del controllo è, peraltro, espressamente
stabilito che ai fini della suddetta verifica le Sezioni della Corte dei conti
accertano altresì che i rendiconti degli enti locali tengano conto anche delle
partecipazioni in società controllate e alle quali è affidata la gestione di
servizi pubblici per la collettività locale e di servizi strumentali all'ente.
Nei casi più gravi, l’inosservanza del citato obbligo di conformazione, per
la mancata trasmissione dei provvedimenti correttivi o per la inadeguatezza
degli stessi, ha l’effetto di precludere all’ente inadempiente l’attuazione dei
71
programmi di spesa per i quali è stata accertata la mancata copertura o
l’insussistenza della relativa sostenibilità finanziaria.
Si tratta di “effetti − attribuiti […] alle pronunce di accertamento della
Corte dei conti − chiaramente cogenti e, nel caso di inosservanza degli
obblighi a questi imposti, inibitori, pro parte, dell’efficacia dei bilanci da essi
approvati” (cfr. Corte costituzionale, sentenza n. 39/2014) la cui attribuzione
ad un organo magistratuale terzo e indipendente “si giustifica in ragione dei
caratteri di neutralità e indipendenza del controllo di legittimità della Corte
dei conti (sentenza n. 226 del 1976)” onde “prevenire o contrastare gestioni
contabili non corrette, suscettibili di alterare l’equilibrio del bilancio (art. 81
Cost.) e di riverberare tali disfunzioni sul conto consolidato delle pubbliche
amministrazioni, vanificando conseguentemente la funzione di coordinamento
dello Stato finalizzata al rispetto degli obblighi comunitari” (cfr. Corte
Costituzionale n. 40/2014).
Nel caso in cui, invece, sussistano squilibri meno rilevanti o irregolarità
non così gravi da richiedere l’adozione della pronuncia di accertamento ex
art. 148 bis TUEL, l’esito del controllo demandato alla Corte può, comunque,
comportare eventuali segnalazioni, in chiave collaborativa, come previsto
dall’articolo 7, comma 7 della legge 131/2003, pur sempre volte a favorire la
riconduzione delle criticità emerse entro i parametri della sana e corretta
gestione finanziaria al fine di salvaguardare, anche per gli esercizi successivi,
il rispetto dei necessari equilibri di bilancio e dei principali vincoli posti a
salvaguardia delle esigenze di coordinamento della finanza pubblica. Anche in
tal caso l’ente interessato è tenuto a valutare le segnalazioni ricevute ed a
porre in essere interventi idonei per evitare l’insorgenza di situazioni di
deficitarietà e di squilibrio ovvero per addivenire al superamento delle stesse.
******
Dall’esame della predetta relazione, redatta dall’organo di revisione del
Comune di Isola delle Femmine (PA), e dalla successiva istruttoria, sono
emerse le seguenti criticità:
1. tardiva approvazione del rendiconto 2012 (18/06/2013) rispetto ai
termini previsti dall’art. 227 del TUEL;
72
2. mancata certificazione ed allineamento contabile dei debiti/crediti
con gli organismi partecipati ex art. 6 comma 4 del d.l. 95/2012 e la
conseguente mancata predisposizione della nota informativa. Elevati debiti
dell’Ente nei confronti della Società ATO 1 PA (dalla deliberazione n.
298/2013 risultano pari a € 4.986.963,28) e mancato riscontro tra le
passività potenziali;
3. debiti fuori bilancio ancora da riconoscere al 31.12.2012 per €
729.905,17 e già riconosciuti per € 3.300,00;
4. grave disavanzo di amministrazione per l’esercizio 2012 pari a €
1.416.846,57;
5. basso tasso di realizzazione dei residui attivi del titolo I e III e
conseguente sforamento del parametro di deficitarietà n. 3 (87,99%) e bassa
velocità di pagamento della spesa corrente con conseguente sforamento del
parametro di deficitarietà n. 4 (102,38%);
6. il conseguente perdurare di una situazione di grave carenza di
liquidità, che dà luogo ad anticipazioni di tesoreria non rimborsate a fine
esercizio per €1.068.861,68, che rappresentano il 21,74% dei primi tre titoli
delle entrate.
*******
All’adunanza dell’1 ottobre 2014, per l’Amministrazione, che ha fatto
pervenire una memoria oltre i termini assegnati per il contraddittorio
documentale (prot. Cdc n. 7667 dell’1 ottobre 2014), non erano presenti
rappresentanti.
Per quanto concerne il primo punto, l’ente non motiva le cause del
ritardo, probabilmente riconducibili allo scioglimento del consiglio comunale
ex art. 143 del Tuel, disposto con DPR 12 novembre 2012.
In riferimento al punto 2, il comune riferisce di non aver potuto
procedere all’allineamento contabile con le società partecipate a causa di un
contenzioso instaurato dalla Commissione straordinaria nei confronti della
società d’ambito per la gestione dei rifiuti, che in primo grado ha avuto esito
favorevole per l’ente.
73
Ciononostante, alla data del 31 dicembre 2013, la società ATO 1 PA
vanta un credito nei confronti del comune per euro 5.940.410, a fronte di
corrispondenti residui passivi per euro 3.469.956,44.
Pur riconoscendo il meritorio sforzo intrapreso a tutela dell’ente, il
Collegio non può esimersi dal constatare l’emersione di passività per oltre
1,5 milioni di euro, allo stato sprovviste di copertura finanziaria, che
costituiscono una rilevante incognita per gli equilibri finanziari, anche futuri,
dell’ente, ed impongono l’urgente adozione di tutte le misure prudenziali utili
a mitigarne l’impatto sul bilancio.
74
Particolare attenzione, in questo contesto, va posta ai residui attivi, da
contabilizzare con criteri prudenziali, anche in considerazione della
progressiva erosione della liquidità che ne consegue, fronteggiata attraverso
il ricorso a frequenti anticipazioni di tesoreria.
La scopertura al 31 dicembre 2012, pari ad euro 1.068.861,68 , supera
i valori limite del parametro di deficitarietà n. 9.
Pur prendendo atto del miglioramento della situazione a seguito
dell’anticipazione di liquidità richiesta ex DL n. 35/2013, in una prospettiva di
medio lungo periodo si rendono comunque necessarie una serie di misure
correttive, che, proseguendo nel percorso intrapreso, tendano
all’efficientamento delle procedure di riscossione, alla contabilizzazione di tali
proventi maggiormente ispirata a criteri prudenziali e ad una riduzione delle
spese entro le reali capacità di bilancio.
Nel delineato contesto, risulta inoltre auspicabile un’intensificazione
della periodicità delle verifiche di cui all’art. 193, comma 2, Tuel, sul
permanere degli equilibri della gestione di competenza, di cassa e in conto
residui, nel più generale contesto delle misure funzionali al controllo di cui
all’art. 147 quinquies, sui cui effetti questa Sezione sarà chiamata a vigilare.
In merito alle misure correttive, il Collegio rileva che la quasi totalità
dei profili di criticità rilevati sono stati oggetto di pronuncia di accertamento
della Sezione in occasione delle verifiche sul rendiconto 2011 e sul bilancio di
previsione 2012. A seguito della delibera n. 298/2013/PRSP, la Commissione
straordinaria del Comune, con la deliberazione n. 2 del 15/01/2014, ha
avviato un percorso di correzione delle disfunzioni segnalate.
DISPONE
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
(Boris Rasura)
76
Maurizio Graffeo - Presidente
Corrado Borruso - Consigliere - relatore
Francesco Albo - Primo Referendario
******
visto l'art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo
sostituito dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
visto, in particolare, l’art. 148 bis del T.U.E.L., introdotto dal decreto
legge n. 174 del 10 ottobre 2012, convertito dalla legge n. 213 del 7
dicembre 2012;
visto l’art. 1, commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n. 266
(legge finanziaria 2006);
******
L’art. 1, commi 166 e 167, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria
per l’anno 2006) ha previsto, ai fini della tutela dell’unità economica della
Repubblica e del coordinamento della finanza pubblica, l’obbligo, a carico
degli organi di revisione degli enti locali, di trasmettere alla Corte dei conti
una relazione sul bilancio di previsione dell’esercizio di competenza e sul
rendiconto dell’esercizio medesimo, formulato sulla base dei criteri e delle
linee guida definite dalla Corte.
78
Costituzione, che la Corte dei conti contribuisce ad assicurare, quale organo
terzo ed imparziale di garanzia dell’equilibrio economico finanziario del
settore pubblico e della corretta gestione delle risorse collettiva, in quanto al
servizio dello Stato - ordinamento.
Da ultimo, l’art. 148 bis del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,
introdotto dall’art. 3, comma 1, lettera e), del decreto legge 10 ottobre 2012,
n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 213 del 7 dicembre 2012,
ha inteso rafforzare il quadro dei controlli e dei presidi della gestione delle
risorse finanziarie pubbliche, nell’ambito di inderogabili istanze unitarie
nell’assetto policentrico della Repubblica.
Ulteriori forme di tutela degli equilibri di bilancio sono state previste nel
caso do operazioni contabili prive di copertura o di cui sia accertata
l’insostenibilità finanziaria.
79
In ogni caso, l’Ente interessato è tenuto a valutare le segnalazioni che ha
ricevuto ed a porre in essere interventi idonei per addivenire al loro
superamento.
******
Rendiconto 2011:
80
spese per incarichi legali per €392.000 solo in minima parte impegnati. I
debiti riconosciuti nell’esercizio 2012 ammontano a €3.300;
7. necessità di verificare il rispetto del parametro di deficitarietà n. 6, relativo
al rapporto della spesa per il personale sulle entrate correnti, la
percentuale indicata del 36,69% è impropriamente determinato
rapportando la spesa per il personale depurata delle componenti da
escludere sulle entrate correnti;
8. irregolare utilizzo dei capitoli afferenti ai servizi conto terzi e mancato
rispetto del principio di tassatività di cui al principio contabile 2.25 delle
“altre spese per servizi conto terzi” in particolare:
- liquidazione borsa di studio,
- liquidazione fatture relative al servizio di pulizia dei locali;
- spese per pagamento manifestazioni santo patrono;
9. bassa capacità di riscossione dei proventi derivanti da proventi da
recupero evasione tributaria,
Riscossioni
Residui al 1 al %
gennaio 31/12/201 riscossion
2012 2 e
ICI 142.253,00 13.188,86 9,27%
TARSU 131.822,79 6.221,88 4,72%
2.092.325,5
Proventi CdS 2 33.109,18 1,58%
10. mancato aggiornamento del conto del patrimonio come previsto dall’art.
230 TUEL;
11. debiti nei confronti della Società ATO 1 PA per €4.986.963,28, per i quali
non si riscontra in bilancio un corrispondente importo di residui passivi che
ammontano a € 3.094.130,15;
81
1. mancata approvazione del programma degli incarichi di collaborazione
previsto dall’art. 42 comma 2 lettera b) del TUEL ;
2. equilibri di bilancio garantito dal ricorso a entrate correnti aventi carattere
non ripetitivo e forte squilibrio tra entrate e spese correnti aventi carattere
non ripetitivo;
3. bassa capacità di riscossione dei proventi da sanzioni amministrative
pecuniarie per violazione del codice della strada e da recupero evasione
tributaria;
4. reiterato ricorso ad anticipazioni di tesoreria; al 31/12/2012 le
anticipazioni inestinte ammontano a €1.068.861,88;
5. mancato rispetto del limite di spesa per il personale di cui all’art. 1 comma
557 della legge 296/2006;
*******
Alla luce di quanto sopra, il Collegio ritiene che permangano tutte le criticità
evidenziate nei punti sopra indicati.
P. Q. M.
82
All’esito della verifica sul rendiconto 2011 e sul bilancio di previsione 2012
accerta, per quel che riguarda:
ORDINA
che, a cura del Servizio di supporto della Sezione di controllo, copia della
presente pronuncia sia comunicata alla Commissione straordinaria ed
all’organo di revisione del Comune di Isola delle Femmine (PA) per le
necessarie misure correttive
DISPONE
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
(Corrado Borruso) (Maurizio Graffeo)
83
Deliberazione n.
139/2012/PRSP
REPUBBLICA ITALIANA
La Corte dei conti
Sezione di controllo per la Regione siciliana
nell’adunanza del 9 maggio 2012, composta dai seguenti magistrati:
******
visto l'art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo
sostituito dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
visto l’art. 1, commi 166, 167 e 168 della legge 23 dicembre 2005, n.
266 (legge finanziaria 2006);
84
di revisione economico-finanziaria degli enti locali aventi sede in Sicilia nella
predisposizione della relazione sul rendiconto dell’esercizio 2010”;
******
L’art. 1, commi 166 e 167, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria
per l’anno 2006) ha previsto, ai fini della tutela dell’unità economica della
Repubblica e del coordinamento della finanza pubblica, l’obbligo, a carico
degli Organi di revisione degli enti locali, di trasmettere alla Corte dei conti
una relazione sul bilancio di previsione dell’esercizio di competenza e sul
rendiconto dell’esercizio medesimo, formulata sulla base dei criteri e delle
linee guida definite dalla Corte.
85
istituzionale derivante dalla riforma del titolo V della Costituzione (L. cost. n.
3/2001).
******
86
1. la presenza di debiti nei confronti della società di gestione del servizio
raccolta e smaltimento dei rifiuti per i quali necessità individuare:
2. errata allocazione tra gli altri servizi per conto terzi di numerose spese,
quali, ad esempio: spese per l’organizzazione del carnevale 2010 (euro
3.541,30), contributo anziani indigenti (euro 5.489,40), sagra del pesce
(euro 5.000,00), oneri retributivi e contributi per il personale
dipendente (euro 13.343,38), sanzioni agenzia delle entrate (euro
4.844,00);
87
8. mancato invio dei dati relativi al rendiconto 2010 alla Corte dei conti, ai
sensi dell’art.227 del TUEL e dei successivi D.M. attuativi del 24/6/2004 e
9/5/2006;
*******
88
7. lo stanziamento relativo alla copertura dei debiti fuori bilancio è stato
previsto nel documento di programmazione. La liquidazione di detti debiti
avverrà a seguito della definizione di accordi transattivi;
8. il mancato invio alla Corte dei conti dei dati relativi al rendiconto 2010 è
stato determinato dal mancanza del Responsabile del Servizio Finanziario;
P. Q. M.
- accerta errata allocazione tra gli altri servizi per conto terzi di numerose
spese;
- accerta il mancato rispetto dei limiti relativi al contenimento della spesa per il
personale previsti dall’art.1, comma 557, della Legge 296/2006;
89
- accerta il mancato invio dei dati relativi al rendiconto 2010 alla Corte dei
conti, ai sensi dell’art.227 del TUEL e dei successivi D.M. attuativi del
24/6/2004 e 9/5/2006.
ORDINA
che, a cura del Servizio di supporto della Sezione di controllo, copia della
presente pronuncia sia comunicata al Presidente del Consiglio comunale, al
Sindaco ed all’organo di revisione del Comune di Isola delle Femmine (PA)
per le necessarie misure correttive, sulla cui adozione è chiamata a vigilare
anche questa Sezione.
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
(Corrado Borruso) (Rita Arrigoni)
Per IL DIRIGENTE
(Gabriella Vincenti)
Deliberazione n. 64/2011/PRSP
REPUBBLICA ITALIANA
Corte dei conti
Sezione di controllo per la Regione siciliana
nell’adunanza del 20 maggio 2011, composta dai seguenti magistrati:
Ignazio Faso - Presidente f.f.
Francesco Targia - Consigliere – relatore
Francesco Vitiello - Referendario
visto il R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive modificazioni;
90
vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni;
visto l'art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo sostituito
dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
visto il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 recante il testo unico delle
leggi sugli enti locali e successive modificazioni;
vista la legge 5 giugno 2003, n. 131, recante disposizioni per l’adeguamento
dell’ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.
3;
visto l’art. 1, commi 166, 167 e 168 della legge 23 dicembre 2005, n. 266
(legge finanziaria 2006);
visto, in particolare, l’art 1, comma 610, della legge 23 dicembre 2005, n. 266
(legge finanziaria 2006), il quale espressamente prevede che le disposizioni
della predetta legge “sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle
province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei
rispettivi statuti”;
viste le “Linee-guida cui devono attenersi, ai sensi dell’art. 1, commi 166 -168,
della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006) gli organi di
revisione economico-finanziaria degli enti locali nella predisposizione delle
relazione sul rendiconto dell’esercizio 2009, approvate dalla Sezione delle
Autonomie con deliberazione n. 15/AUT/10/INPR;
91
vista l'ordinanza del Presidente della Sezione di controllo n.94/2011/CONTR.
con la quale la Sezione medesima è stata convocata per il giorno 20 maggio
2011 ai fini degli adempimenti di cui al citato comma 168 della legge 23
dicembre 2005, n. 266;
****
Premesso che:
- l’art. 1, commi 166 e 167, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria
per l’anno 2006) ha previsto, ai fini della tutela dell’unità economica della
Repubblica e del coordinamento della finanza pubblica, l’obbligo, a carico
degli Organi di revisione degli enti locali, di trasmettere alla Corte dei
conti una relazione sul bilancio di previsione dell’esercizio di competenza
e sul rendiconto dell’esercizio medesimo, formulata sulla base dei criteri
e delle linee guida definite dalla Corte.
- dalla finalizzazione di tale controllo alla verifica del rispetto di vincoli di
natura squisitamente finanziaria è agevole comprendere come il riscontro
che in questa sede si compie miri fondamentalmente a fare emergere le
anomalie e disfunzioni in grado di incidere negativamente sugli equilibri
di bilancio o sul rispetto degli obblighi imposti a garanzia degli obiettivi
generali di finanza pubblica. Pertanto la gravità della irregolarità va
fondamentalmente riferita alla verifica sia della salvaguardia degli
equilibri di bilancio, sia del rispetto degli obiettivi annuali del patto di
stabilità interno e all’osservanza del vincolo all’indebitamento ex art. 119
Cost., nonché dei limiti posti relativamente alle spese per il personale ed
in generale a comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria
dell’ente.
Considerato che:
92
dall’esame della predetta relazione, redatta dal Collegio dei revisori del
Comune di Isola delle Femmine è emerso:
93
- il deficit di cassa è imputabile alle evidenziate lentezze nella riscossione
da parte della SERIT Sicilia s.p.a., oltre che alle vicende giudiziarie legate
all’affidamento alla Società Tributi Italia del servizio di riscossione dei
ruoli per sanzioni da violazioni del codice della strada.
Per quel che attiene, poi, il solo parziale trasferimento ad APS s.p.a. del
personale impiegato nel servizio idrico, si rappresenta, ancora una volta, la
necessità di un puntuale rispetto del richiamato art. 3, comma 30, della
finanziaria per il 2008 che, come è noto, prevede espressamente che “Le
amministrazioni che, nel rispetto del comma 27, costituiscono società o enti,
comunque denominati, o assumono partecipazioni in società, consorzi o altri
organismi, anche a seguito di processi di riorganizzazione, trasformazione o
decentramento, adottano, sentite le organizzazioni sindacali per gli effetti
derivanti sul personale, provvedimenti di trasferimento delle risorse umane,
finanziarie e strumentali in misura adeguata alle funzioni esercitate mediante i
soggetti di cui al presente comma e provvedono alla corrispondente
rideterminazione della propria dotazione organica”. Infatti, diversamente
operando, si produrrebbe una duplicazione di costi, anziché un loro
contenimento, con grave dispendio di risorse pubbliche, specie in realtà ove il
personale (calcolato computando anche le unità a tempo determinato oggetto
di procedure di stabilizzazione) risulti già in esubero rispetto alla dotazione
organica e alle reali esigenze dell’Ente.
94
P. Q. M.
- accerta l’esigenza di intraprendere le necessarie misure correttive a
seguito della deliberazione sul rendiconto 2008 n. 112 del 2010;
- accerta la presenza, nei limiti di cui in motivazione, di fattori di criticità
tali da poter incidere sui futuri equilibri di bilancio e la necessità di
adottare, in tempi certi, mirate misure correttive;
ORDINA
che, a cura del Servizio di supporto della Sezione di controllo, copia della
presente pronuncia sia comunicata al Presidente del Consiglio comunale ai fini
dell’adozione “delle necessarie misure correttive”, come previsto dal comma
168, dell’art. 1, della legge n. 266 del 2005, oltre che al Sindaco e al Collegio
dei revisori del Comune di Isola delle Femmine.
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
(Francesco Targia) (Ignazio Faso)
IL DIRIGENTE
(Maria Di Francesco)
Deliberazione n. 323/2010/PRSP
REPUBBLICA ITALIANA
Corte dei conti
Sezione di controllo per la Regione siciliana
nell’adunanza del 24 - Presidente f.f.
novembre 2010,
composta dai seguenti
magistrati: Ignazio
Faso
Tommaso Brancato - Consigliere
95
Francesco Targia - Primo Referendario –
relatore
96
Repubblica e del coordinamento della finanza pubblica, l’obbligo, a carico degli
Organi di revisione degli enti locali, di trasmettere alla Corte dei conti una
relazione sul bilancio di previsione dell’esercizio di competenza e sul rendiconto
dell’esercizio medesimo, formulata sulla base dei criteri e delle linee guida
definite dalla Corte.
- dalla finalizzazione di tale controllo alla verifica del rispetto di vincoli di
natura squisitamente finanziaria è agevole comprendere come il riscontro che
in questa sede si compie miri fondamentalmente a fare emergere le anomalie e
disfunzioni in grado di incidere negativamente sugli equilibri di bilancio o sul
rispetto degli obblighi imposti a garanzia degli obiettivi generali di finanza
pubblica. Pertanto la gravità della irregolarità va fondamentalmente riferita alla
verifica sia della salvaguardia degli equilibri di bilancio, sia del rispetto degli
obiettivi annuali del patto di stabilità interno e all’osservanza del vincolo
all’indebitamento ex art. 119 Cost., nonché dei limiti posti relativamente alle
spese per il personale ed in generale a comportamenti difformi dalla sana
gestione finanziaria dell’ente.
Considerato che:
- dall’esame della predetta relazione, redatta dal Collegio dei revisori del
Comune di Isola delle Femmine è emerso:
- l’esigenza di rivedere, in sede di assestamento generale di bilancio, la
previsione di spesa 2010 per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti e di
prevedere le risorse necessarie a far fronte ai debiti esistenti nei confronti
dell’ATO 1 Rifiuti (euro 3.700.702,93 a fronte di residui passivi al 31 dicembre
2009 per euro 1.999.322,09);
- la programmata assunzione di mutui per importi significativi (euro
3.600.000,00) senza la corrispondente previsione degli oneri di ammortamento
nel bilancio pluriennale;
- il mancato rispetto del disposto di cui all’art. 208 del decreto legislativo n.
285 del 1992, in materia di destinazione della quota vincolata dei proventi da
sanzioni per violazioni del codice della strada;
- l’esigenza di rivedere, in sede di assestamento, lo stanziamento di euro
800.000,00 relativo ai menzionati proventi da sanzione per violazione del
codice della strada, considerato che, a data recente, risultavano riscossi
soltanto euro 100.027,37, nonché di valutare l’opportunità di subordinare
l’attivazione della spesa all’avvenuta riscossione delle entrate;
- con la memoria scritta e in sede di adunanza l’Amministrazione ha fatto
presente che:
- le somme richieste e fatturate dalla società Servizi Comunali Integrati S.p.A.
non è corrispondente a quanto effettivamente dovuto dall’Ente sulla base del
contratto di servizio e del piano industriale sottoscritto;
- è in atto un contenzioso avente ad oggetto l’esatta quantificazione delle
somme dovute alla predetta società, tenuto conto anche che alcuni servizi
previsti non sono poi stati effettivamente resi;
97
- il Comune, in via prudenziale in sede di assestamento di bilancio, effettuato
con atto n. 29 del 7 ottobre 2010, ha integrato lo stanziamento per il servizio
gestione integrata dei rifiuti fino alla somma di euro 1.250.000,00, in attesa
della definizione del contenzioso;
- i mutui previsti non sono stati effettivamente sottoscritti e che al momento
della loro accensione verranno seguite le procedure per l’attivazione dell’art.
204 del TUEL;
- la destinazione della quota vincolata dei proventi da sanzioni per violazioni
del codice della strada è stata prevista con deliberazione consiliare n. 31 del 19
marzo 2010, limitando il riparto al solo importo di euro 156.150,00 tenendo
conto della media degli incassi realizzati negli anni precedenti;
- i relativi atti di impegno di spesa sono agganciati agli effettivi accertamenti e
riscossioni.
A riguardo la Sezione, nel prendere atto degli elementi di giudizio forniti
dall’Amministrazione, specie con riferimento agli stanziamenti effettuati in
bilancio per il servizio raccolta e smaltimento rifiuti anno 2010, alla mancata
attivazione dei mutui e alla scelta operata di subordinare l’attivazione della
spesa all’avvenuta riscossione dei proventi derivanti da violazioni del codice
della strada, ritiene di dovere evidenziare quanto segue.
Con riferimento ai rapporti finanziari tra l’Ente e la società che gestisce il
servizio di raccolta e smaltimento rifiuti si rappresenta l’esigenza, vista la
discrepanza esistente tra i crediti vantati dalla predetta società e l’ammontare
dei relativi residui passivi iscritti in bilancio, di vincolare, almeno in via
prudenziale, in sede di assestamento generale di bilancio, parte dell’avanzo di
amministrazione al fine di poter far fronte agli esiti di un eventuale esito
negativo del contenzioso.
Si evidenzia, poi, per completezza, che ulteriori oneri potrebbero discendere
dalla circostanza che tra l’Ente e la società che gestisce il servizio intercorre un
duplice rapporto: negoziale, disciplinato da un contratto di servizio raccolta e
smaltimento rifiuti, e sociale, con la conseguenza che codesto Ente potrebbe
essere chiamato, oltre che a rispondere delle obbligazioni assunte in sede
negoziale, anche a ripianare le perdite accertate, perdite scaturenti tra l’altro
dal disconoscimento, da parte di molti Comuni, tra cui quello di Isola delle
Femmine, dei crediti vantati dall’ATO PA1.
Relativamente, poi, alla prevista assunzione di mutui senza la corrispondente
previsione degli oneri di ammortamento nel bilancio pluriennale, nel prendere
atto che gli stessi non risultavano alla data dell’adunanza sottoscritti, si
osserva come la previsione di un’entrata da indebitamento comporta
necessariamente l’obbligo di iscrizione nel bilancio pluriennale della correlata
spesa per le quote di ammortamento. Ciò discende con evidenza, oltre che dai
principi in materia di bilancio, anche dal disposto dell’art. 203 del TUEL il quale
precisa chiaramente, con riferimento alle ipotesi in cui l’esigenza di procedere
all’attivazione di nuovi investimenti (o di variare quelli già in atto) insorga nel
corso dell'esercizio, che l'organo consiliare adotta apposita variazione al
bilancio annuale e “contestualmente modifica il bilancio pluriennale e la
relazione previsionale e programmatica per la copertura degli oneri derivanti
dall'indebitamento e per la copertura delle spese di gestione”, ciò a tutela dei
necessari equilibri di bilancio.
98
Per quel che attiene, in ultimo, la rilevata violazione dell’art. 208 del decreto
legislativo n. 285 del 1992, si evidenzia che dalle deduzioni fornite emerge
chiaramente che la relativa previsione di entrata, oltre a non essere in linea
con l’ammontare degli accertamenti e riscossioni effettuati negli anni
precedenti, non risulta supportata da adeguate motivazioni a supporto del
previsto incremento, come dimostrato anche dai dati relativi alle riscossioni.
Tanto si segnala per gli inevitabili riflessi negativi sugli equilibri di bilancio che
può ingenerare una previsione di entrata non corretta.
P. Q. M.
- accerta l’esigenza, nei limiti in cui in parte motiva, di vincolare, in sede di
assestamento generale di bilancio, parte dell’avanzo di amministrazione al fine
di poter far fronte, in ipotesi di esito negativo del contenzioso, ai costi relativi
alla gestione del servizio raccolta e smaltimento rifiuti anni 2007, 2008 e 2009;
- accerta la prevista assunzione di mutui per importi significativi senza la
corrispondente previsione degli oneri di ammortamento nel bilancio
pluriennale;
- accerta l’esigenza di rivedere, in sede di assestamento, lo
stanziamento di euro 800.000,00 relativo ai proventi da sanzione per
violazione del codice della strada.
ORDINA
che, a cura del Servizio IL PRESIDENTE
di supporto della
Sezione di controllo,
copia della presente
pronuncia sia
comunicata al Presidente
del Consiglio comunale
ai fini dell’adozione
“delle necessarie misure
correttive”, come
previsto dal comma 168,
dell’art. 1, della legge n.
266 del 2005, oltre che
al Sindaco e al Collegio
dei revisori del Comune
di Isola delle Femmine.
L'ESTENSORE
(Francesco Targia) (Ignazio Faso)
99
Deliberazione n.112/2010/PRSP
REPUBBLICA ITALIANA
Corte dei conti
Sezione di controllo per la Regione siciliana
nell’adunanza del 26 - Presidente f.f.
maggio 2010,
composta dai seguenti
magistrati: Maurizio
Graffeo
Antonio Dagnino - Consigliere
Francesco Targia - Primo Referendario –
relatore
100
il giorno 26 maggio 2010 ai fini degli adempimenti di cui al citato comma 168
della legge 23 dicembre 2005, n. 266;
esaminata la memoria depositata in data 26 maggio 2010;
udito il relatore primo referendario dott. Francesco Targia;
udito il rag. Biagio Fontanetta, Ragioniere capo, delegato dal Sindaco del
Comune di Isola delle Femmine;
****
Premesso che:
- l’art. 1, commi 166 e 167, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria per
l’anno 2006) ha previsto, ai fini della tutela dell’unità economica della
Repubblica e del coordinamento della finanza pubblica, l’obbligo, a carico degli
Organi di revisione degli enti locali, di trasmettere alla Corte dei conti una
relazione sul bilancio di previsione dell’esercizio di competenza e sul rendiconto
dell’esercizio medesimo, formulata sulla base dei criteri e delle linee guida
definite dalla Corte.
Considerato che:
- dall’esame della predetta relazione, redatta dal Collegio dei revisori del
- il mancato rispetto dei limiti relativi alla spesa per il personale previsti
dall’art. 1, comma 557, della legge n. 296 del 2006;
101
- per quanto riguarda i proventi delle sanzioni amministrative per
violazioni al codice della strada, la presenza di notevoli ritardi nella
riscossione delle somme accertate. Infatti, a fronte di accertamenti di
competenza 2008, pari ad euro 922.932,00, le corrispondenti
riscossioni risultano pari ad appena il 6% (euro 56.174,00) e dei
residui attivi iniziali al 1° gennaio 2008 (euro 767.503,21), risultano
riscossi appena 41.215,00 euro.;
- il distacco di una sola unità all’APS discende dalla circostanza che un solo
dipendente ha prestato il suo assenso;
102
misure strutturali anche in considerazione della probabile esigenza di
dover far fronte, anche in futuro, ad ulteriori spese non programmate.
Per quel che attiene, poi, il solo parziale trasferimento ad APS s.p.a. del
personale impiegato nel servizio idrico, si rappresenta la necessità di un
puntuale rispetto del richiamato art. 3, comma 30, della finanziaria per il 2008
che, come è noto, prevede espressamente che “Le amministrazioni che, nel
rispetto del comma 27, costituiscono società o enti, comunque denominati, o
assumono partecipazioni in società, consorzi o altri organismi, anche a seguito
di processi di riorganizzazione, trasformazione o decentramento, adottano,
sentite le organizzazioni sindacali per gli effetti derivanti sul personale,
provvedimenti di trasferimento delle risorse umane, finanziarie e strumentali in
misura adeguata alle funzioni esercitate mediante i soggetti di cui al presente
comma e provvedono alla corrispondente rideterminazione della propria
dotazione organica”. Infatti, diversamente operando, si produrrebbe una
duplicazione di costi, anziché un loro contenimento, con grave dispendio di
risorse pubbliche, specie in realtà ove il personale (calcolato computando
anche le unità a tempo determinato oggetto di procedure di stabilizzazione)
risulti già in esubero rispetto alla dotazione organica e alle reali esigenze
dell’Ente.
Con riferimento, in ultimo, alla spesa per il personale, si evidenzia che, come è
noto, i comuni soggetti alle regole previste in materia di patto di stabilità sono
tenuti:
- ad attivare, ai sensi dell’art. 1, comma 557, della legge n. 296 del 2006,
misure di riduzione della spesa per il personale il cui controllo costituisce un
elemento fondamentale per il mantenimento degli equilibri di bilancio;
- a ridurre, per il disposto dell’art. 76, comma 5, del decreto legge n. 112 del
2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, l’incidenza
percentuale della spesa per il personale rispetto al complesso delle spese
correnti, “con particolare riferimento alle dinamiche di crescita della spesa per
la contrattazione integrativa”.
Deliberazione n.18/2010/PRSP
REPUBBLICA ITALIANA
CORTE DEI CONTI
Sezione del controllo per la Regione siciliana
nell’adunanza del 24 novembre 2009, composta dai seguenti magistrati:
Ignazio Faso - Presidente Antonio Dagnino - Consigliere - Relatore Giuseppa
Cernigliaro - Referendario
Visto il R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive modificazioni;
Vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modificazioni;
Visto l’art. 2 del decreto legislativo 6 maggio 1948, n. 655, nel testo sostituito
dal decreto legislativo 18 giugno 1999, n. 200;
Visto il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 recante il testo unico delle
leggi sugli enti locali e successive modificazioni;
Vista la legge 5 giugno 2003, n. 131, recante disposizioni per l’adeguamento
dell’ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.
3;
Visto l’art. 1, commi 166, 167 e 168 della legge 23 dicembre 2005, n. 266
(legge finanziaria 2006);
Visto, in particolare, l’art 1, comma 610, della legge 23 dicembre 2005, n. 266
(legge finanziaria 2006), il quale espressamente dispone che le disposizioni
della predetta legge “sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle
province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei
rispettivi statuti”;
104
Vista la deliberazione di questa Sezione avente per oggetto “Linee guida per
l’attuazione dell’art. 1, commi 166-168, della legge 23 dicembre 2005, n. 266
per gli organi di revisione economico-finanziaria degli enti locali aventi sede in
Sicilia (preventivo 2009)”;
Vista nota con la quale è stata inoltrata al Sindaco e all’organo revisione la
deliberazione di questa Sezione del controllo avente per oggetto le anzidette
“linee-guida” ed i relativi questionari da ritrasmettersi, compilati, entro trenta
giorni;
Esaminata la relazione dell’organo di revisione contabile del Comune di Isola
delle Femmine (PA);
Vista l’ordinanza presidenziale con la quale la Sezione del controllo è stata
convocata il giorno 24 novembre 2009 per gli adempimenti di cui al
menzionato art.1, comma 168, della legge 23 dicembre 2005, n. 266;
Udito il relatore Cons. Avv. Antonio Dagnino;
Udito il Rag. Biagio Fontanetta, con delega del Sindaco, del Comune di Isola
delle Femmine, che ha insistito nelle deduzioni dell’Amministrazione di cui alla
nota n. 18180 deI 2041.2009;
Adotta la pronuncia di cui appresso, premettendo:
L’art. 1, commi 166 e 167, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria per
l’anno 2006) ha previsto, ai fini della tutela dell’unità economica della
Repubblica e del coordinamento della finanza pubblica, l’obbligo, a carico degli
Organi di revisione degli enti locali, di trasmettere alla Corte dei conti una
relazione sul bilancio di previsione dell’esercizio di competenza e sul rendiconto
dell’esercizio medesimo, formulata sulla base dei criteri e delle linee guida
definite dalla Corte;
Al riguardo occorre evidenziare la peculiare natura di tale forma di controllo
intestata, dalla legge alla Corte, essendo la stessa volta a rappresentare agli
organi elettivi, nell’interesse del singolo ente e della comunità nazionale, la
reale situazione finanziaria emersa all’esito del procedimento di verifica
effettuato sulla base delle relazioni dall’Organo di revisione, affinché gli stessi
attivino le necessarie misure correttive ritenute idonee.
Pertanto, il riscontro che in questa sede si compie è funzionalmente rivolto ad
individuare anomalie e disfunzioni in grado di incidere negativamente sugli
equilibri di bilancio, e comunque in violazione degli obblighi imposti a garanzia
degli obiettivi generali di finanza pubblica.
Ciò premesso, dall’esame della predetta relazione redatta dai Revisori dei conti
del Comune di Isola delle Femmine (PA) è emerso quanto appresso:
1. la mancata approvazione del programma relativo agli incarichi
esterni, previsto dall’art.42, comma 2, lett. b) del TUEL, ai sensi
dell’art.3, comma 55, della Legge Finanziaria 2008 e s.m.i.;
2. dai dati forniti dal Collegio dei Revisori (punto 5 del questionario) non si
evince chiaramente il rispetto del patto di stabilità interno per gli anni
2009-2010-2011;
3. mancato rispetto del limite minimo del 50% dei proventi derivanti da
sanzioni per violazioni al codice della strada da vincolare per le finalità
previste dall’art. 208 del D.Lgs.285/92; il notevole stanziamento di euro
652.000,00 è stato destinato infatti soltanto nella misura di euro 162.477,60
(24,9%);
105
Al riguardo, in data 23 novembre 2009, l’Amministrazione del Comune ha
depositato una propria memoria (recante il prot. n. 18180) con la quale ha
adeguatamente giustificato il rilievo di cui al suindicato punto 3), mentre, per
quanto riguarda gli altri due punti ha sostanzialmente rappresentato che il
programma relativo agli incarichi esterni sarà sottoposto quanto prima
all’approvazione del Consiglio comunale, e che in ordine al patto di stabilità
2010 saranno adottati i dovuti correttivi al fine di assicurarne il rispetto.
In relazione alle suindicate deduzioni scritte dell’Ente ed a quanto emerso in
sede di discussione in pubblica adunanza, la Corte deve qui confermare le
irregolarità di cui ai punti 1) e 2) dell’atto di deferimento del 12 novembre
2009, peraltro ammesse dallo stesso Ente.
P.Q.M.
La Corte dei Conti—Sezione del controllo per la Regione siciliana, relativamente
al preventivo 2009, accerta a carico del Comune di Isola delle Femmine la
mancata approvazione del programma relativo agli incarichi esterni, previsto
dall’art.42, comma 2, lett. b) del TUEL, ai sensi dell’art.3, comma 55, della
Legge Finanziaria 2008 e s.m.i., ed il mancato rispetto del patto di stabilità
interno per l’esercizio 2010.
Pertanto,
ORDINA
che, a cura del Servizio di supporto della Sezione di controllo, copia della
presente pronuncia sia comunicata al Presidente del Consiglio comunale ai fini
dell’adozione “delle necessarie misure correttive”, come previsto dal comma
168, dell’art. 1, della legge n. 266 del 2005, oltre che al Sindaco ed al Collegio
dei Revisori del Comune di Isola delle Femmine (PA).
Così deciso in Palermo, nella camera di consiglio del 24 novembre 2009.
L’ESTENSORE IL PRESIDENTE
(Antonio Dagnino) (Ignazio Faso)
Depositato in segreteria il 18/01/2010
Il direttore della segreteria
dell’obiettivo 2018
106
Gli Enti Locali soggetti al “Pareggio di bilancio” devono trasmettere al Mef-
RgS, entro il termine perentorio del 31 marzo 2019, utilizzando il
Portale http://pareggiobilancio.mef.gov.it, la Certificazione (Prospetto “Certif.
2018”), firmata digitalmente dal rappresentante legale, dal Responsabile del
Servizio “Finanziario” e dall’Organo di revisione economico-finanziaria, relativa
al saldo, in termini di competenza, tra le entrate finali e le spese finali per
l’anno 2018.
Gli Enti Locali dissestati, per i quali sono sospesi i termini per la deliberazione
del bilancio 2018, sono tenuti ad inviare la Certificazione entro 30 giorni dal
termine stabilito per l’approvazione del rendiconto di gestione, previsto dal
Decreto del Ministro dell’Interno di approvazione dell’ipotesi di bilancio di
previsione stabilmente riequilibrato.
L’art. 1, comma 823, della Legge n. 145/2018 (“Legge di bilancio 2019”) ha
abrogato, a decorrere dall’anno 2019, le sanzioni da applicare all’Ente Locale,
nell’anno successivo a quello dell’inadempienza, in caso di mancato
conseguimento del saldo, in termini di competenza, tra le entrate finali e le
spese finali per l’anno 2018, ma restano comunque fermi gli obblighi di
monitoraggio e di certificazione per l’anno 2018 e, di conseguenza, le sanzioni
riferite al ritardato invio della Certificazione stessa.
Gli spazi finanziari acquisiti per l’anno 2018 mediante le Intese regionali e i
Patti di solidarietà nazionali non utilizzati per le spese per investimenti, da
realizzare attraverso l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione degli esercizi
precedenti e il ricorso al debito, vengono recuperati attraverso una modifica
peggiorativa dell’obiettivo di saldo per l’anno 2018 per un importo pari ai
predetti spazi non utilizzati.
Gli Enti Locali colpiti dal sisma del 2016 certificano gli impegni sostenuti
nell’anno 2018 per investimenti connessi alla ricostruzione, al miglioramento
della dotazione infrastrutturale nonché al recupero degli immobili e delle
strutture destinati a servizi per la popolazione, da realizzare attraverso
l’utilizzo dei risultati di amministrazione degli esercizi precedenti e il ricorso al
debito.
Decorsi 30 giorni dal termine stabilito per l’approvazione del rendiconto di
gestione (a partire dal 31 maggio 2019), in caso di mancata trasmissione da
parte dell’Ente Locale della Certificazione, l’Organo di revisione economico-
finanziaria, in qualità di Commissario ad acta, provvede, pena la decadenza dal
ruolo di revisore, ad assicurare l’assolvimento dell’adempimento e a
trasmettere la Certificazione entro il 29 giugno 2019.
Sino alla data di trasmissione della Certificazione da parte del commissario ad
acta, le erogazioni di risorse o trasferimenti da parte del Ministero dell’Interno
relative all’anno successivo a quello di riferimento sono sospese.
I dati contabili rilevanti ai fini del conseguimento del saldo di “Pareggio”,
trasmessi con la Certificazione digitale, devono corrispondere alle risultanze del
rendiconto della gestione dell’anno 2018; qualora la Certificazione trasmessa
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entro il termine perentorio del 1° aprile 2019 sia difforme dalle risultanze del
rendiconto della gestione, gli Enti Locali sono tenuti ad inviare, secondo le
stesse modalità, una nuova Certificazione, a rettifica della precedente, entro il
termine perentorio di 60 giorni dall’approvazione del rendiconto della gestione
2018 e, comunque, non oltre il 1° luglio 2019. A partire dal 2 luglio 2019, gli
Enti Locali sono comunque tenuti ad inviare una nuova Certificazione, a
rettifica della precedente, solo se rilevano, rispetto a quanto già certificato, un
peggioramento del proprio posizionamento rispetto all’obiettivo di saldo.
Gli Enti Locali che non provvedono ad inviare la Certificazione entro i termini
perentori citati e con le modalità indicate sono considerati inadempienti
all’obbligo d’invio della predetta Certificazione del “Pareggio di bilancio” e sono
assoggettati alle sanzioni di cui all’art. 1, comma 475, lett. c) e seguenti, della
Legge n. 232/2016:
qualora la Certificazione, sebbene in ritardo, sia trasmessa entro il
successivo 30 maggio 2019 si applica, nei 12 mesi successivi al ritardato invio
decorrenti dalla data di invio della Certificazione, la sanzione di cui alla lett. e)
[divieto di assunzione di personale a qualsiasi titolo, limitatamente alle
assunzioni di personale a tempo indeterminato];
qualora la Certificazione sia trasmessa a cura del Commissario ad
acta, entro 60 giorni dal termine stabilito per l’approvazione del rendiconto
della gestione 2018 (entro il 29 giugno 2019), si applicano le sanzioni disposte
dalle lett. e) ed f) [divieto di assunzione di personale a qualsiasi titolo e
rideterminazione delle indennità di funzione ed i gettoni di presenza];
– in caso di mancata trasmissione da parte del Commissario ad acta della
Certificazione, continuano a trovare applicazione le sanzioni di cui alle lett. c) e
seguenti [divieto di impegnare spese correnti in misura superiore all’importo
dei corrispondenti impegni effettuati nell’anno precedente, impossibilità di
ricorrere all’indebitamento per gli investimenti, divieto di assunzioni di
personale a qualsiasi titolo, rideterminazione in riduzione del 30% delle
indennità di funzione ed i gettoni di presenza del Presidente, del Sindaco e dei
componenti della Giunta in carica] e la sospensione delle erogazioni di risorse o
trasferimenti da parte del Ministero dell’interno relative all’anno successivo a
quello di riferimento.
L’art. 3 del Decreto stabilisce che gli Enti Locali ai quali il mancato
conseguimento del saldo per l’anno 2018 sia accertato dalla Corte dei conti
successivamente all’anno seguente a quello cui la Certificazione si riferisce,
sono tenuti ad inviare una nuova Certificazione del “Pareggio di bilancio” entro
30 giorni.
Nell’Allegato al Decreto sono riportati i Modelli di certificazione (“Monit/18”) e
le Istruzioni di compilazione e per l’invio telematico, nonché le indicazioni nel
caso si addivenga al ritardato invio della Certificazione e alla nomina del
Commissario ad acta o all’invio obbligatorio di una nuova Certificazione.
Le informazioni utili ai fini della verifica del saldo devono essere indicate nel
Prospetto previsto nell’Allegato al Decreto Mef 23 luglio 2018, n. 182944,
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concernente il Monitoraggio periodico del saldo di finanza pubblica per l’anno
2018, così come successivamente integrato nella Sezione 1 (voce AA) al fine di
consentire l’inserimento tra le entrate finali dell’avanzo di amministrazione per
investimenti applicato al bilancio di previsione dell’esercizio 2018.
Il Ministero specifica che, considerato che le informazioni in questione sono già
presenti nel Sistema web, al fine di agevolare gli Enti Locali nella
predisposizione della Certificazione definitiva delle risultanze del “Pareggio di
bilancio” per l’anno 2018 è stata prevista una procedura web che consente
all’Ente di acquisire direttamente il Modello per la Certificazione ai fini del
successivo invio telematico. Il Modello “Certif. 2018” risulta pertanto già
compilato con le informazioni inserite, in fase di trasmissione del Monitoraggio
relativo al II semestre 2018.
Anche nell’anno 2018 è stata prevista la Sezione 2 dedicata all’acquisizione, già
in fase di Monitoraggio periodico, delle informazioni necessarie per ricalcolare
l’obiettivo di saldo finale di competenza 2018 e ad evidenziare:
l’utilizzo o meno degli spazi finanziari acquisiti nell’ambito dei “Patti di
solidarietà” relativi all’anno 2018 (“Intese regionali” e “Patti di solidarietà
nazionale”);
gli effetti derivanti dalla chiusura delle contabilità speciali in materia di
Protezione civile.
Gli Enti sono tenuti a controllare, prima di apporre la firma digitale, che i dati
al 31 dicembre 2018, inseriti ai fini del Monitoraggio del II semestre, siano
corretti e, in caso contrario, devono provvedere a rettificarli entro il 1° aprile
2019, mediante la funzione “Variazione modello” nell’applicazione web del
“Pareggio di bilancio”.
Viene specificato che il Sistema web della RgS effettua automaticamente la
differenza tra il “saldo tra entrate e spese finali rideterminato” e l’“obiettivo di
saldo finale di competenza 2018 rideterminato a seguito del recupero degli
spazi finanziari acquisiti per il 2018 e non utilizzati e delle risorse nette da
programmare entro il 20 gennaio 2019”, e conseguentemente espone il saldo
conseguito (cella 9).
La Sezione B dell’Allegato fornisce le Istruzioni per l’invio telematico dei Modelli
di certificazione.
La Certificazione attestante il rispetto del “Pareggio di bilancio” deve essere
sottoscritta con firma digitale.
Effettuata l’acquisizione del Modello, verificati i dati precompilati e inserite le
informazioni richieste, dopo la sottoscrizione con firma digitale, l’Ente può
effettuare l’invio della Certificazione, e successivamente verificare che il campo
“stato” finale del documento riporti la dicitura “inviato e protocollato”.
Informazioni dettagliate riguardo alla procedura e ai controlli preventivi
effettuati sono consultabili sul Manuale Utente dell’applicativo disponibile sul
Sistema web all’indirizzo http://pareggiobilancio.mef.gov.it, mentre quesiti di
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natura tecnica ed informatica potranno essere posti all’indirizzo di posta
elettronica assistenza.cp@mef.gov.it.
L’acquisizione della Certificazione è consentita solo agli Enti che hanno
trasmesso via web le risultanze del Monitoraggio del “Pareggio di bilancio” al
31 dicembre 2018; gli altri Enti dovranno preliminarmente comunicare
via web le informazioni relative al Monitoraggio dell’anno 2018.
La Sezione C dell’Allegato concerne il ritardato invio della Certificazione e la
nomina del Commissario ad acta.
Gli Enti Locali che non provvedono a trasmettere telematicamente la
Certificazione nei tempi previsti dalla legge sono ritenuti inadempienti
all’obbligo del “Pareggio di bilancio 2018” e assoggettati alle sanzioni di cui al
comma 475, lett. c) e seguenti, della Legge n. 232/2016, come più sopra
specificato.
La Sezione D si riferisce all’obbligo di invio di una nuova Certificazione.
La corrispondenza tra i dati contabili rilevanti ai fini del conseguimento del
saldo e le risultanze del rendiconto di gestione è obbligatoria; nel caso in cui la
Certificazione trasmessa sia difforme dalle risultanze del rendiconto di
gestione, gli Enti Locali sono tenuti ad inviare una nuova Certificazione, a
rettifica della precedente, entro il termine perentorio di 60 giorni
dall’approvazione del Rendiconto e, comunque, non oltre il 1° luglio 2019.
Qualora l’Ente, approvando il rendiconto della gestione, modifichi i dati già
trasmessi con la certificazione mediante il Sistema web di questa Ragioneria
generale dello Stato, è tenuto a rettificare, entro il 1° luglio 2019, i dati del
Monitoraggio al 31 dicembre 2018 presenti nel Sistema web e ad inviare la
nuova Certificazione attestante il miglioramento o il peggioramento del proprio
posizionamento rispetto all’obiettivo di saldo.
A partire dal 2 luglio 2019, gli Enti Locali sono comunque tenuti ad inviare una
nuova Certificazione, a rettifica della precedente, solo nel caso in cui essi
rilevino, rispetto a quanto già certificato, un peggioramento del proprio
posizionamento rispetto all’obiettivo di saldo.
Sul punto, si segnala che, al fine di agevolare gli Enti nelle attività di verifica e
aggiornamento dei dati contabili rilevanti ai fini del conseguimento del saldo e
le risultanze del rendiconto di gestione, verrà reso disponibile un “Modello di
controllo della congruenza dei dati” che metterà a confronto – evidenziando
eventuali scostamenti – i dati inseriti nel Modello del Monitoraggio riferito al 31
dicembre 2018 (“Monit/18”) e nel Modello della Certificazione 2018 e le
informazioni riferite al rendiconto di gestione 2017, trasmesse alla “Banca-dati
delle Amministrazioni pubbliche” (“Bdap”).
Viene ricordato che gli Enti Locali che non rispettano il termine previsto per
l’approvazione del rendiconto e il termine di 30 giorni dalla approvazione per
l’invio dei relativi dati “Bdap”, compresi i dati aggregati per voce del “Piano dei
conti integrato”, non possono procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi
titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di
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collaborazione coordinata e continuativa e di somministrazione, anche con
riferimento ai processi di stabilizzazione in atto, fino a quando non abbiano
adempiuto. L’applicazione della sanzione decorre dal giorno successivo a quello
dei termini previsti per l’approvazione del rendiconto di gestione e per l’invio
delle relative informazioni alla “Bdap”.
di Giuseppe Vanni
https://www.entilocali-online.it/pareggio-bilancio-le-istruzioni-
relative-alla-certificazione-del-rispetto-dellobiettivo-
2018/?fbclid=IwAR02P7VMqV4tzlIN6MoZCEKWr0di-
k6snWGZmDAzU9Dj6Oku7F1dXgytnqE
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