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MITRA ed il MITRAISMO

Il culto del dio Mitra, divinità di origine persiana le cui prime tracce risalgono al 1300 a.C. ma probabilmente
molto anteriore, è uno dei culti orientali che tramite il mondo ellenico si diffusero a Roma in alternativa alla
religione ufficiale.

Esso cominciò a prendere piede a partire dalla fine del I


secolo d.C. e raggiunse il periodo di massima diffusione al
tempo degli imperatori Severi. Il Mitraismo occidentale si è
formato da una lunga e complessa evoluzione dell'antico
culto iranico e come molti altri culti di origine orientale,
anch'esso aveva le caratteristiche della religione iniziatica e
segreta. Questo è uno dei motivi per cui i santuari, i 'mitrei',
furono sempre ricavati in ambienti sotterranei.
Il dio Mitra e il suo mistero sembra siano stati introdotti nel
mondo greco-romano dai pirati di Cilicia deportati da
Pompeo nel 67 a.C. in Grecia, ove però questa religione ha
lasciato scarse testimonianze. Assai più vistose e numerose
le tracce superstiti nella penisola italica, dove si affermò alla
fine del I sec. d.C., diffondendosi poi con estrema rapidità
nelle province nordiche (Mesia, Dacia, Pannonia,
Germania, Britannia) attraverso le guarnigioni militari che,
insieme agli schiavi, furono i più attivi propagandisti di
Mitra. La totale mancanza di fonti scritte fa assumere una
straordinaria importanza alla documentazione archeologica Una rappresentazione scultorea della
relativa a Mitra, il cui mito si ricostruisce in base alle tauroctomia.
numerose raffigurazioni rinvenute nei mitrei.
La sua storia si articola in diversi episodi: il dio nasce da una roccia con una fiaccola e un coltello fra le mani,
con un colpo di freccia fa scaturire l'acqua da una roccia. Successivamente Mitra inizia ai propri misteri il Sole,
da cui è distinto ma al tempo stesso strettamente associato, segue un patto fra le due divinità, che siedono
insieme a banchetto per poi salire sul carro solare verso il cielo. Nell'iconografia Mitra è frequentemente
associato a Varuna insieme al quale personifica i due aspetti del cielo, diurno e notturno, nonché l'ordine
cosmico e umano: Varuna punisce i malvagi e i trasgressori, mentre Mitra è protettore della giustizia e dei
patti, del bestiame (cui garantisce buoni pascoli) e degli uomini giusti. Oltre agli aspetti celesti e solari la sua
originaria personalità connessa con la giustizia assunse anche una connotazione cosmogonica e soteriologica,
mirante cioè alla salvezza dell'uomo.
Ma l'avvenimento centrale del rito mitraico è senza dubbio il sacrificio del toro, la cui morte promuove la vita
e la fecondità dell'universo. L'iconografia di tale evento era posta sempre ad una estremità dell'antro,
solitamente di forma allungata e con due lunghi banconi ai lati, in cui venivano celebrati i sacrifici rituali ed i
banchetti cultuali. Oltre al dio ed al toro, nella tauroctonia erano sempre presenti delle figure simboliche ben
precise: un cane ed un serpente che bevevano il sangue del toro, uno scorpione che lo pungeva ai testicoli,
delle spighe di grano che germogliavano dalla coda dell'animale morente e un corvo.

Il loro significato è incerto: lo scorpione ed il serpente sono visti di solito


come forze del male che tentano di impedire al sangue ed al seme del
toro di raggiungere e fecondare la terra, il cane al contrario ne trae forza
mentre le spighe simboleggiano la forza vitale che si libera dal toro
morente a favore delle piante verdi. Il corvo, messaggero divino, stabiliva
il contatto tra Mitra ed il Sole. Una interpretazione molto diffusa e
suggestiva lega i vari animali prima citati alla rappresentazione
astronomica e astrologica del cielo e delle costellazioni, mentre
l'uccisione del toro e la presenza del sole fanno pensare ad un rito

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segreto che alluda al meccanismo di precessione degli equinozi. Il


carattere cosmico di Mitra è sottolineato poi dalla costante presenza al suo fianco dei due dadofori, o portatori
di fiaccole, Cautes e Cautopates, tipologicamete affini al dio e insieme al quale costituiscono una sorta di
trinità: rappresentano infatti, nel corso della giornata, rispettivamente il sole dell'aurora, del mezzogiorno e del
tramonto, mentre nel ciclo annuale alludono alla primavera, all'estate e all'autunno.
Come in tutti i misteri, anche a quello mitraico si era ammessi attraverso una iniziazione segreta e preceduta
dal giuramento di non rivelare il rito. L'ingresso era riservato ai soli uomini e l'iniziato poteva gradualmente
accedere ai sette gradi della gerarchia (corvo, ninfo, soldato, leone, persiano, corriere del sole, padre)
attraverso prove e cerimonie delle quali sappiamo, ovviamente, molto poco. Il loro carattere doveva essere
però essenzialmente simbolico ed incruento come del resto lo stesso sacrificio del toro, punto centrale della
liturgia mitraica, impossibile da eseguire nella maggior parte dei mitrei a causa delle piccole dimensioni dei
locali.
Secondo alcuni studiosi proprio la disciplina gerarchica dell'iniziazione, così come il carattere vittorioso del
dio e il contenuto morale del mitraismo, che muove dall'antica idea persiana dell'eterno combattimento contro
il male, spiegherebbe il successo incontrato dai misteri di Mitra presso l'esercito e poi anche presso gli
imperatori, al punto da far scrivere ad Ernest Renan che "se il cristianesimo fosse stato fermato nella sua
espansione da qualche malattia mortale, il mondo sarebbe stato mitraico".
L'apogeo del mitraismo si ebbe nel II-III secolo d.C., periodo particolarmente travagliato durante il quale
l'impero vacillava minato da una crisi non solo economica e militare, ma che investiva anche tutto il mondo
pagano che approderà più tardi alla totale cristianizzazione. In questo periodo il mitraismo si identificò con la
religione orientale del Sole, diversa dal mitraismo ma con essa confusa dalle masse popolari, che fu assunta a
religione ufficiale dello stato durante il regno di Aureliano (270 - 275 d.C.); in seguito Diocleziano cercò di
sostenere il culto di Mitra quale religione del Sol invictus nelle legioni imperiali. In quell'epoca la religione
mitraica si diffuse anche nelle classi più elevate fino ad arrivare allo stesso imperatore.
Senza diventare mai religione ufficiale dello stato, il mitraismo godette però di una vasta fortuna, oltre che
nell'esercito, soprattutto tra le classi più modeste della società: schiavi, liberti, operai, artigiani e piccoli
commercianti. Contemporaneamente, da questi stessi strati popolari e da esigenze spirituali analoghe,
muoveva anche l'altra grande religione monoteista dell'epoca: la religione cristiana, che avversò sempre il
mitraismo come il concorrente più pericoloso.

Oltre alle comuni origini orientali, molti erano gli elementi sorprendentemente somiglianti fra i due culti:
l'episodio di Mitra che fa scaturire l'acqua dalla roccia richiamava il miracolo della rupe di Mosè e il miracolo
della fonte operato da S. Pietro, non può poi sfuggire il parallelismo tra le lustrazioni ed il battesimo, la
comune credenza nella resurrezione dei morti e nel giudizio finale presieduto da Mitra o da Cristo, la singolare
coincidenza della celebrazione del natale del dio fissato il 25 dicembre, giorno del solstizio d'inverno, da
entrambe le religioni. Nella lotta scatenatasi tra le due comunità una prima vittoria fu conseguita dai cristiani
con l'editto di Costantino del 313 d.C. , mentre la restaurazione pagana di Giuliano l'Apostata (361 - 363)
permise una ripresa del culto di Mitra, segnando soprattutto una battuta d'arresto alla distruzione dei mitrei
precedentemente iniziata. Con la vittoria di Teodosio su Eugenio (394 d.C.) la religione cristiana prevalse
definitivamente su quella mitraica che poté resistere ancora per poco nelle zone periferiche, mentre a Roma,
sopra i mitrei saccheggiati e distrutti, vennero erette chiese e basiliche.

Il MITO
Esistono due leggende differenti riguardo alla nascita di questa divinità, accomunate dalla sua scelta di
incarnarsi al fine di sconfiggere il male cosmico e morale, salvando così il genere umano. Secondo la prima
leggenda, Mitra sarebbe nato da una pietra, dalla quale sarebbe uscito armato di una daga in una mano, una
fiaccola nell'altra e con un berretto frigio sul capo. La seconda leggenda narra invece che il dio decide di
venire al mondo incarnandosi nel ventre di una vergine, e vede la luce in una grotta. I festeggiamenti per la
sua nascita avvenivano il 25 dicembre (vale la pena ricordare che la Chiesa ha accettato solo nel IV secolo, più
o meno nel 335 DC, tale data come effettiva data di nascita di Cristo) e, sempre secondo la leggenda, Mitra
avrebbe abbandonato il mondo terreno per tornare in cielo 33 anni dopo essersi incarnato.

Qualsiasi sia stata la sua nascita, la sua è una vita eroica: la sua prima azione è quella di soggiogare il Sole, per
poi accordarsi con lui e ricevere in dono una corona luminosa. Cattura poi un toro, portandolo nella sua

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grotta e superando tutta una serie di difficoltà, causate da un serpente e da uno scorpione, inviati dal dio
maligno Ahriman; dal corpo del toro, una volta sgozzato, vengono emanate tutte le piante salutari, in
particolare la vite dal suo sangue e il grano dal suo midollo; dal suo seme sarebbero invece nati tutti gli animali
utili all'uomo. Al termine del suo operato, con l'aiuto del Sole, Mitra sarebbe assurto in cielo, da dove
continuerebbe a proteggere gli esseri umani.

Nell'iconografia la divinità viene spesso rappresentata insieme a due personaggi, detti i dadofori o portatori di
fiaccole: i loro nomi erano Cautes e Cautopates, ed erano talmente legati al dio da costituire in pratica un'unica
divinità, il triplice Mitra. Il primo dei due porta la fiaccola alzata, l'altro abbassata: rappresentano il ciclo solare,
dall'alba al tramonto, e allo stesso tempo il ciclo vitale: il calore luminoso della vita e il freddo gelido della
morte. Somiglianze con il cristianesimo: Le analogie con la religione cristiana non sono solamente legate ad
una delle due leggende relative alla sua nascita, alla durata della sua incarnazione e alla sorta di aureola che il
Sole gli dona: il rituale mitraico prevedeva sette gradi di iniziazione: Corax, Crypticus, Miles, Leo, Perses,
Heliodromus e Pater. Chi raggiungeva il grado più elevato, quello di Pater (che è lo stesso appellativo con cui
ci si rivolge ad un sacerdote cristiano), era colui che officiava i riti, era considerato il rappresentante della
divinità in terra, indossava un berretto ed un vestito rossi (come i cardinali) ed aveva un bastone da pastore
con la punta ricurva (la mitra, appunto) come simbolo della propria posizione. Ben presto i primi cristiani
avrebbero iniziato a considerare il mitraismo un "travisamento satanico dei riti più sacri della loro religione",
(mentre è molto più probabile il contrario, a dire il vero…) perseguitandolo aspramente.

Il RITUALE
Malgrado Mitra fosse una divinità solare, i mitrei, templi in cui i suoi riti venivano officiati, erano sotterranei
(specus), probabilmente in ricordo della grotta in cui la divinità sarebbe nata e/o vissuta. Fu Zoroastro ad
iniziare questa tradizione: in qualche modo l'antro rappresentava l'universo nel suo complesso, e gli oggetti in
esso posizionati ne rappresentavano simbolicamente gli elementi e le parti. Purtroppo si sa poco dei rituali,
delle simbologie e delle speculazioni cosmologiche e astrologiche della religione mitraica, che dovevano essere
piuttosto complesse e note solamente agli iniziati di livello più alto.

Ricostruzione di una cerimonia mitraica

Da alcuni dipinti ritrovati in vari mitrei (gli esempi di mitrei contenenti dipinti sono piuttosto rari, più spesso
sono presenti sculture o bassorilievi), appare probabile che, durante le liturgie, i fedeli portassero delle
maschere che ne mettevano in mostra il livello di iniziazione raggiunto. Quel che è noto è che la vittoria sul
toro selvaggio rappresenta la vittoria dell'ordine sul caos e sulla barbarie e che il culmine del cerimoniale era
un banchetto a base di pane (prodotto a partire dal grano, cioè dal midollo del toro) ed acqua (o forse vino,
prodotto dall'uva, cioè dal sangue del toro). Anche in questo caso, la somiglianza con il rito cristiano

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dell'eucarestia è molto spinta. Purtroppo non ci sono note le formule rituali che il pater pronunciava durante
lo svolgimento del rituale. Sembra comunque che esistesse una sorta di percorso di purificazione attraverso
sette porte (non necessariamente da intendersi fisicamente), una per ciascun livello di iniziazione, ma anche
una per ciascun circolo celeste allora noto (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno), e forse
rappresentate dalle icone dei sette simboli di iniziazione. In alcuni casi è presente una cella al di sotto della sala
principale, chiamata fossa "sanguinis", collegata ad essa tramite un sistema di tubature che servivano con tutta
probabilità ad una sorta di battesimo, officiato attraverso un'abluzione nel sangue del toro sacrificato.

GRADI DI INIZIAZIONE DEL MITRAISMO


1. Grado d'iniziazione: Corvo
E' il primo grado iniziatico, simboleggiava la morte del neofita. Nella Persia antica era abitudine esporre
cadaveri sulle torri funerarie perché fossero mangiati dai corvi. Il Corvo, come simbolo della morte, può
anche essere visto su alcune carte dei tarocchi come la carta numero 13, invece della Morte. A questo punto il
neofita muore e rinasce in un corso spirituale. Al neofita veniva assegnato un mantra da ripetere e i suoi
peccati venivano lavati nell'acqua, con il battesimo.

Il neofita si desta dal lungo sonno in cui ha dormito per molti anni e si apre a una nuova esperienza che è
quella della luce; apre le porte del suo io per spogliarsi ed entrare nudo nella luce.

Il grado del Corvo è sotto la protezione di Mercurio. Simboli che appartengono a questo grado: corvo,
cadduceo, ariete, tartaruga, lira, vaso.

Il simbolo del corvo è presente sia nel mitreo di S. Prisca a Roma sia nel Mitreo delle Dura-Europo
sull'Eufrate in Siria che in molti altri siti.

2. Grado d'iniziazione: Nymphus (Crisalide)


E' il secondo grado iniziatico, rappresenta la nascita. Le farfalle nascono dalle larve... Queste sono all'inizio
più piccole di un grano di miglio; quando, crescono diventano vermi e dopo tre giorni piccole larve.

Poi crescono ancora e piano piano mutano il


loro aspetto diventando quindi crisalidi; e
sebbene, abbiano un guscio duro, si muovono
se vengono toccate. Dopo poco tempo il
guscio si rompe e volano via animaletti con le
ali che chiamiamo farfalle.
"Non poteva vedere "la luce della verità"
finché "il velo della realtà" non veniva alzato.
Lui era promesso al culto e diventava casto
per almeno la durata di questa fase. Era lo
sposo (amante) di Mithra; inoltre offriva alla
sua statua una coppa di acqua, la coppa era il
suo cuore e l'acqua il suo amore."

Il grado della Crisalide è sotto la protezione di


Venere. Simboli che appartengono a questo
grado: serpente, didema, lucerna.

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Il simbolo della crisalide è presente sia sulla pietra tonda di Salona (Dalmazia) che sul rilievo di Eros e Psyche
a Capua che in molti altri siti.

3. Grado d'iniziazione: Miles (Soldato)


E' il terzo grado iniziatico, rappresenta la battaglia. Anche il terzo grado rientra negli stadi preparatori che gli
iniziati oltrepassano rapidamente. Tertulliano ci dice che il candidato doveva combattere contro un uomo con
la spada per conquistare la corona.

Il neofita doveva inginocchiarsi (sottomissione all'autorità religiosa), nudo (simbolo dell'abbandono della
vecchia vita), bendato e con le mani legate.

Veniva poi offerta una corona sulla


punta di una lancia. Una volta
incoronato, le corde andavano tagliate
con un solo colpo della lancia e tolta la
benda. Questa rappresentava la sua
liberazione dalla materialità del mondo.
Rimuoveva poi la corona dalla testa e la
metteva sulla sua spalla, dicendo:
"Mithra è la mia sola corona".

Questo rappresentava anche la


rimozione dell'intelletto stesso,
permettendo a Mithra di essere la
guida. Dopo questa fase il neofita
cominciava la vera battaglia contro il
suo essere basso: un soldato è colui
che combatte realmente il vero
nemico.

Il grado del Miles è sotto la


protezione di Marte. Simboli che
appartengono a questo grado:
scorpione, gambero, elmo, lancia ,
berretto frigio, bisaccia.

Il simbolo del Miles è presente sia mitreo delle sette porte di Ostia che sugli altari di Heddernheimche in molti
altri siti.

4. Grado d'iniziazione: Leo (Leone)


E' il quarto grado iniziatico, rappresenta l'elemento del fuoco. E' il gradino per entrare nella porta dell'Oltre,
del non commensurabile.

All'iniziato si apre una nuova visione del mondo, quella del mondo fenomenico a cui si può accedere solo con
un atto di forza e vigore interiore.
Per questo ai leoni non erano permesso di toccare acqua durante il rituale, ed invece il miele era offerto
all'iniziato per lavare le mani e per ungersi la lingua. I leoni portavano il cibo per il pasto rituale che era
preparato da quelli dei gradi inferiori. Gli impegni dei leoni includevano il controllo della fiamma dell'altare

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sacro. Il banchetto rituale, costituito da pane e vino, rappresentava l'ultima cena di Mithra con i suoi
compagni, prima della sua ascesa al cielo sul carro del Sole.

Il grado del Leo è sotto la protezione di Giove. Simboli che appartengono a questo grado: cane, cipresso,
alloro, folgore, l'aquila, vespa. Un importante affresco per capire la rilevanza di questo grado è presente nel
mitreo di S. Prisca.

"Accipe thuricremos, pater accipe sancte leones, per quos thura damus, per quos consumimur ipsi."

"Accetta amichevolmente, santo Padre, i Leoni che bruciano l'incenso (e il loro elemento: il fuoco), attraverso
essi noi spargiamo l'incenso, attraverso essi anche noi finiremo"

5. Grado d'iniziazione: Perses (Persiano)


E' il quinto grado iniziatico. Il rappresentante del Persiano è Cautopates, il pastore vestito secondo l'uso
nazionale e con la torcia abbassata. E' il grado che sottende al ruolo del Custos delle grotte mitraiche.

"L'iniziato ha ottenuto questo grado


attraverso un'affiliazione alla razza che era
l'unica che meritava di ricevere la più alta
rivelazioni della saggezza del Magio".
L'emblema di questa fase era un'arpa, l'arpa
che Perseo ha usato per decapitare il
Gorgon, simbolizzando la distruzione
dell'aspetto più basso dell' iniziato. L'iniziato
era inoltre purificato con il miele, perché era
sotto la protezione della luna.

"Il miele è associato con la purezza e la


fertilità della luna perché in Iran antico
la luna era considerata la fonte del miele,
e quindi l'espressione "luna di miele"
denota non il mese dopo il matrimonio,
ma la continuazione dell'amore e della
fertilità nella vita matrimoniale".

Il grado del Perses è sotto la protezione di Luna. Simboli che appartengono a questo grado: arco, faretra,
bastone, falce di luna, civetta, usignolo, archi, acinace, chivi, brocca, delfino, treppiede, spiga. Il grado del
Persiano è ben rappresentato nel rilevo di Dieburg nella faccia posteriore.

6. Grado d'iniziazione: Heliodromo


E' il sesto grado iniziatico. Il rappresentante dell' Heliodromo è Cautes, che solleva la torcia e preannuncia il
sorgere del Sole. Rappresenta il levar del sole e il viaggio quotidiano del dio attorno alla terra.

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Nel grado di Heliodromus (camminatore


del sole) sotto il sole, l'iniziato imitava il
sole al banchetto rituale. Si sedeva
accanto a Mithra (il padre), vestito in
rosso, il colore del sole, del fuoco e del
sangue della vita.

Il grado dell'Heliodromo è sotto la


protezione di Sole.

Simboli che appartengono a questo grado:


corona a sette raggi, torcia, sferza, spiga,
globo, gallo, lucertola, coccodrillo, palma.

Il grado del Persiano è ben rappresentato nel


rilevo di Dieburg nella faccia posteriore.

7. Grado d'iniziazione: Pater


E' il settimo e il più alto grado iniziatico,
rappresenta tramite Saturno il Tempo
dell'Oro ....redeunt Saturnia regna.
Lui era il rappresentante sulla terra di Mithra,
la luce del paradiso personificato, l'insegnante
della congregazione che guidava, vestito in un
cappello rosso e anche "pantaloni sformati
Persiani di colore rosso, portando un
bastone, simbolo del suo carico spirituale".

Il grado del Pater è sotto la protezione di Saturno. Nel mitreo di S. Prisca il Pater è seduto sul trono e gli
iniziati gli sfilano innanzi.

I mitrei di Roma
La religione mitraica ebbe una diffusione piuttosto ampia a Roma come un po' in tutto l'impero a partire dal I
secolo DC. Inizialmente ben tollerata, venne duramente combattuta a partire dal III secolo da parte dei
cristiani, che molto probabilmente ne assorbirono alcune caratteristiche e alcuni rituali. Di conseguenza, a
Roma si trovano diversi mitrei, purtroppo non tutti visitabili con facilità: per alcuni di essi è necessario
chiedere l'autorizzazione all'ente che li gestisce.

Mitreo di S. Clemente
Uno dei mitrei che è possibile visitare facilmente, è quello sottostante alla chiesa di S. Clemente, in Via S.
Giovanni in Laterano, non lontano dal Colosseo. Vale la pena visitarlo, anche perché la chiesa è molto
interessante di per sé; originariamente eretta sulle rovine di costruzioni romane, si compone di due chiese
sovrapposte: la basilica inferiore venne eretta nel 385, e, dopo un paio di restauri, venne distrutta alla fine

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dell'XI secolo. Sulle sue rovine, venne eretta la basilica superiore, all'inizio del XII secolo. Si deve arrivare
però agli anni '30 del nostro secolo per riscoprire che, al di sotto dell'abside della basilica inferiore, è presente
un tempio risalente al III secolo DC e dedicato al dio Mitra. L'angusto corridoio che si percorre per accedervi
è caratterizzato dall'essere scavato nella pietra scabra, a simulare lo specus di Mitra. La struttura è quella tipica
di questo tipo di templi: si tratta di una sala a volta ribassata, con banconi in muratura lungo i lati: al centro, si
trova un altare scolpito sui quattro lati, così come sono scolpite alcune delle pareti. Immancabili i bassorilievi
della tauroctonia (uccisione del toro), dei dadofori e del serpente.

Mitreo del Circo Massimo


In Via dell'Ara Massima di Ercole, a due passi dai Fori Olitorio e Boario e sul lato opposto della strada
rispetto alle rovine del Circo Massimo, si trova il deposito del Teatro Dell'Opera di Roma; nei suoi
sotterranei, sono presenti i resti di un mitreo risalente al III secolo DC. L'accesso non è normalmente aperto
al pubblico, ed entrarvi non è semplice: nell'antro regna un buio pesto, e la stretta scalinata che vi dà accesso è
di difficile percorribilità. All'interno, un'anfora interrata nel centro della sala, un bassorilievo con la
tauroctonia e alcuni simboli mitraici: il corvo e il cane (suoi alleati), lo scorpione e il serpente (suoi avversari).
Le nicchie che si notano qua e là sono, purtroppo, omai vuote.

Mitreo Barberini
Al di sotto dello splendido Palazzo Barberini, capolavoro barocco e caso rarissimo di opera in cui hanno
lavorato entrambi i grandi geni del periodo, Bernini e Borromini, si trova un mitreo importantissimo, perché è
uno dei pochi mitrei in Italia che contiene rappresentazioni dipinte. Venne costruito in due fasi: la prima risale
al I secolo DC e la seconda all'inizio del III secolo. Sul fondo della sala, dotata di seggi laterali, si trova
l'affresco dedicato al sacrificio del toro e alle azioni eroiche della divinità. Sulla fascia superiore, i simboli
zodiacali, sovrastati a loro volta da una rappresentazione di Zurvan Akarana, il Tempo Illimitato: è un mostro
alato (a simboleggiare la velocità con cui si muove), con testa di leone (che ne simboleggia la voracità),
completamente avvolto dalle spire di un serpente (simbolo dei cicli celesti). Purtroppo, l'affresco non è in
buono stato, ma si intuisce il terrore sacro che doveva originariamente incutere. Mitreo delle Terme di
Caracalla: Uno dei più maestosi mitrei dell'Impero si trovava sotto l'esedra occidentale delle meravigliose
Terme di Caracalla. Incastrato nella fitta rete di sotterranei delle terme, era dotato di diverse sale, tra cui la
principale era quella dedicata al banchetto. Una sala ad un livello ancora più basso, vicino alla fossa
"sanguinis", è in comunicazione tramite una serie di cunicoli con la sala principale, ed era probabilmente
dedicato alle abluzioni "battesimali" nel sangue dell'animale sacrificato. Vi sono inoltre locali che erano
probabilmente usati come latrine, e sale più piccole che venivano usate come spogliatoi.

Mitreo di S. Prisca
Uno dei luoghi più suggestivi di Roma è di certo il colle Aventino; dal Giardino degli Aranci si può godere
una delle viste più belle di Roma, godendosi il lento scorrere del Tevere, la nave di pietra dell'Isola Tiberina,
giù fino all'ansa che è stato il centro della ripresa di questa città nel periodo rinascimentale. In cima al colle, si
trovano diverse basiliche di grande interesse storico e artistico (S. Sabina, S. Alessio per citarne due). La
piccola chiesa di S. Prisca, risalente almeno al V secolo DC, venne costruita su un'antica abitazione patrizia, in
cui la tradizione vuole che venne ospitato lo stesso S. Pietro, e venne restaurata XV e nel XVII secolo.

Da essa si può visitare un piccolo


museo adattato nel ninfeo
dell'abitazione romana e, attraverso uno
stretto cunicolo, si accede al mitreo
sottostante, riportato alla luce negli anni
'40.

Come il mitreo Barberini, è uno dei


pochi a riportare affreschi sulle sue
pareti, rappresentanti i sette gradi
d'iniziazione, una processione in onore
del dio, la tauroctonia e una

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rappresentazione di Saturno sdraiato (è


bene ricordare che Saturno altro non è
che la versione latina di Crono, la
principale delle divinità che i Greci
chiamavano Titani, ossia i "genitori"
delle divinità olimpiche; il nome stesso
del padre di Zeus ne indica il legame
con il tempo).

Nel vestibolo venivano probabilmente uccise le vittime sacrificali, mentre molte delle decorazioni sono oggi
contenute in un'altra sala; sono inoltre presenti un battistero con rappresentazioni allusive ai segni zodiacali ed
una vasca lustrale e una sala probabilmente dedicata alle iniziazioni.

Mitreo di Ariccia/Marino
Il mitreo di Marino si presenta come una galleria stretta e lunga che in precedenza era stata utilizzata come
cisterna per l’acqua (nelle vicinanze sono stato trovati altri resti archeologici), infatti le pareti il pavimento e il
soffitto sono ricoperti da uno strato di calce mista a pozzolana e a piccolissimi frammenti di terracotta, che
impedisce all’acqua di uscire.

La trasformazione in luogo di culto avvenne successivamente, quando l’ambiente non era più utilizzato
come cisterna; lungo le pareti furono praticati dei fori, sia per potervi mettere le lucerne per l’illuminazione,
sia per poter costruire una divisione interna che divideva gli iniziati in base al grado raggiunto, furono pure
costruiti due banconi lungo le pareti dove si sdraiavano i fedeli che in tal modo consumavano il banchetto
sacro. Davanti all’affresco c’è un cippo di peperino con un’iscrizione in latino INVICTO DEO CRESCES
ACTOR ALFI SEBERI D P (al dio invitto pose come dono Cresces, amministratore di Alfio Severo) che si
riferisce ai frequentatori che potrebbero essere stati gli schiavi che lavoravano nelle vicine cave di peperino.
Passiamo ora a descrivere la scena affrescata, che per la qualità dei colori e del disegno è uno dei migliori al
mondo; si pensi che in Italia si conoscono solo altri due mitrei dipinti, uno a Roma sotto Palazzo Barberini e
uno a S. Maria Capua Vetere in Campania. Al centro dell’opera c’è Mitra, all’interno di una grotta, vestito alla
maniera orientale con il berretto frigio, una tunica con maniche e calzoni lunghi, tutto di colore rosso. Sulle
spalle gli volteggia un mantello blu bordato anch’esso di rosso, che è costellato di stelle, tra cui spiccano sette
pianeti; il dio ha la testa girata verso il Sole raggiante, dipinto in alto a sinistra, che lo guarda benevolente ed
ha accanto un corvo nero; all’alto lato è raffigurata la Luna con lo sguardo chino e circondata di luce riflessa.
Mitra è rappresentato mentre uccide il toro.

Mitra uccidendo quest’ultimo rigenera la Terra, infatti dalla coda dell’animale spuntano alcune spighe di grano.

Ai lati della scena, in basso, sono presenti due altri personaggi chiamati dadòfori, cioè portatori di torce,
sotto il Sole a sinistra c’è Càutes con la fiaccola alzata e accesa, sotto la Luna a destra c’è Cautòpates con la
fiaccola abbassata e spenta in rappresentazione della notte.

Alcune scenette, quattro per ogni lato, riportano le fasi più significative del mito di Mitra; si comincia a
sinistra dall’alto:
1) Lotta fra Giove e i Giganti, cioè la vittoria contro il Caos e lo stabilirsi dell’ordine universale.
2) Saturno (o Oceano) sdraiato
3) La nascita di Mitra da una roccia.
4) Mitra cavalca il toro bianco.
A destra nello stesso ordine:
5) Mitra sceso dal toro lo trascina per le zampe posteriori nella grotta dove avverrà il sacrificio.
6) Mitra inizia il Sole, inginocchiato davanti a lui, ai suoi misteri.
7) Le due divinità si stringono la mano destra e divengono alleati.
8) Mitra fa uscire l’acqua da una roccia tirando con l’arco una freccia.
Completano la decorazione dell’ambiente altre due rappresentazioni dei Dadofori poste vicino l’ingresso,
dipinti però in posizione inversa rispetto ai precedenti; a destra c’è Càutes con la fiaccola accesa e alzata che
rappresenta il sorgere del sole e il lato positivo, a sinistra c’è Cautòpates con la fiaccola spenta e abbassata che
rappresenta il lato buio negativo, infatti ancora oggi sinistro è considerato sinonimo di incidente.

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Mitraismo http://www.ecclesiaonline.it/Mitraismo.htm

Il dipinto che finora si è conservato in buone condizioni, dovute alla chiusura del locale, che ha impedito alle
muffe e all’aria di entrare; ora con la sua apertura stà subendo le aggressioni di questi agenti di degrado che
piano piano stanno cancellando i colori. L’opera ha quindi bisogno di restauri, che purtroppo ancora tardano
ad arrivare, per mantenere intatta questa stupenda testimonianza del passato, in modo da farla conoscere ed
apprezzare anche ai nostri figli.

Fonti:

- 'Roma Mitraica' di C. Pavia - Lorenzini editore 1986;

- F.M.R. n. 61 - maggio 1988;

- 'Roma sotterranea' a cura di R. Luciani - Palombi editore 1984.

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