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Capitolo 5

Il Corpo Elettorale

1. Nozione
-Il corpo elettorale costituisce la parte politicamente attiva del popolo, cioè la
parte capace di contribuire ad una decisione o di offrire un orientamento.
La condizione necessaria affinché si faccia parte del corpo elettorale è il possesso
della cittadinanza, dovendo essere coniugata con altre circostanze, prima fra tutte il
conseguimento della maggiore età. Quel che si richiede inoltre è che l’elettore
possegga la capacità d’agire, dalla quale si presume che la persona fisica abbia
raggiunto un’ampia quota di maturità psico-fisica, in grado di farle apprezzare
oggetto e finalità dell’esercizio del diritto di voto.
-La Costituzione italiana riconosce il diritto elettorale, quale diritto di ogni
cittadino, limitabile esclusivamente con legge per motivi di incapacità civile, per
effetto di sentenza penale irrevocabile o per ragioni di indegnità morale.

2. Il voto
-Il voto costituisce la manifestazione tipica del diritto elettorale, potendo essere
manifestato solo collettivamente.
-Art.48 comma 2 Cost -> “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo
esercizio è dovere civico”. -> caratteri del voto:
a) Personalità -> Il voto, quale manifestazione di volontà, non consente
l’espressione mediante rappresentante. Prefigurando l’impossibilità di esercizio
quando sia esclusa la presenza fisica dell’elettore nel luogo in cui il diritto di voto va
svolto (flessione a tale principio è stata segnata dal voto per corrispondenza
riservato agli italiani all’estero).
b) Uguaglianza -> Il voto di ciascun elettore ha il medesimo peso. Carattere volto a
precludere la possibilità di un ritorno al voto plurimo o multiplo.
c) Libertà e Segretezza -> La formazione del volere di ciascun elettore deve essere
frutto di convincimento personale, influenzabile solo attraverso strumenti leciti di
persuasione maturati dal confronto democratico. La segretezza assicura la libertà di
manifestazione del voto.
d) Dovere civico -> L’esercizio del voto è un dovere costituzionale nei confronti dei
cittadini. L’aggettivo “civico” ne stempera la cogenza, volendo il costituente indurre
l’elettore ad esercitare una funzione collettiva, oltre che un proprio diritto.
3. Il diritto di elettorato attivo e passivo
-Art. 48 comma 1 e comma 4 Cost -> Condizioni necessarie per l’esercizio del diritto
di voto sono: conseguimento della maggiore età #; l’essere esenti da motivi di
incapacità civile o da ragioni di indegnità morale; non essere stato condannato con
sentenza penale passata in giudicato (irrevocabile). È espressamente vietato
limitare il diritto di voto per motivi diversi da quelli indicati (comma 4).
# Art.58 comma 1 Cost -> Sono elettori del Senato della Repubblica solo i cittadini
che abbiano superato il venticinquesimo anno di età.
Elettorato attivo -> Titolarità della situazione giuridica soggettiva di partecipare a
manifestazioni collettive attraverso il voto.
Elettorato passivo -> Situazione giuridica che il cittadino vanta circa la possibilità di
candidarsi e di essere conseguentemente eletto, quale titolare di organi
rappresentativi.
-Art 51 Cost -> Equipara l’accesso agli uffici pubblici e quello alle cariche elettive,
riservando alla legge la determinazione dei requisiti necessari per ricoprirle. In
deroga al principio di tendenziale coincidenza tra elettorato attivo e passivo,
possono registrarsi eccezioni dettate dalla legge, purché non violino il principio di
eguaglianza.
-Limitazioni alla capacità elettorale (attiva e passiva):
1- Incapacità elettorale -> Non hanno diritto di elettorato attivo i minori di 18 anni
(Camera) e di 25 anni (Senato). Non hanno diritto di elettorato passivo i minori di 25
anni (Camera) e di 40 anni (Senato) -> Artt. 56 comma 3 e 58 comma 2 Cost.
2- Inabilità elettorale -> Cause di incapacità civile, indegnità morale e sentenze
penali irrevocabili.
3- Ineleggibilità -> Limita i titolari di taluni uffici. Tale previsione poggia sul principio
di eguaglianza contenuto nell’art.51 Cost, poiché essi si trovano in una condizione
di vantaggio nella competizione elettorale. Ulteriori cause di ineleggibilità
discendono dalla previsione dell’art.67 Cost. Infatti condizione necessaria per
l’accesso all’ufficio di parlamentare è che il titolare non sia portatore di interessi
che potrebbero confliggere con quelli della comunità. Si distingue ineleggibilità
assoluta quando il titolare non può candidarsi in qualsiasi circoscrizione; relativa
quando l’impedimento è preordinato per la candidatura nella circoscrizione in cui
l’ufficio ha sede. Siffatte limitazioni sono rimovibili dall’elettore mediante un atto
di volontà, ovvero la cessazione del motivo di impedimento in cui egli versa.
4- Incompatibilità -> Questo istituto poggia su due fondamentali principi:
L’impossibilità materiale o giuridica di essere contemporaneamente titolare di due
o più uffici (es. sia senatore che deputato).
L’inevitabilità delle interferenze tra le funzioni al cui esercizio sarebbe chiamato chi
fosse allo stesso tempo titolare di due o più uffici (es. consigliere regionale che
fosse anche parlamentare).
-Sulla base del “Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto
di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di
condanna per delitti non colposi” e delle “Disposizioni per la prevenzione e la
repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” (Legge
Severino) sono state introdotte nel nostro ordinamento cause di incandidabilità alla
carica parlamentare e di membro del parlamento europeo.
Le cause di incandidabilità precludono l’esercizio del diritto di elettorato passivo
per il tempo stabilito dalla disciplina, non potendo essere rimosse entro un termine
predefinito. L’accertamento di tale condizione alle elezioni della Camera dei
deputati e del Senato della Repubblica comporta la cancellazione dalla lista dei
candidati. Qualora tale condizione sopravvenga o sia comunque accertata nel corso
del mandato elettivo, la Camera di appartenenza delibera la decadenza del
parlamentare ai sensi dell’art.66 Cost.

4. L’organizzazione del corpo elettorale


-Il corpo elettorale deve essere assistito da una organizzazione che consenta un
ordinato assolvimento dei compiti cui è chiamato. È necessario quindi ordinare il
notevole numero di componenti il corpo elettorale, secondo criteri di omogeneità,
certezza e comodità.
Ciascun elettore è dunque incardinato in un collegio, che è la circoscrizione
territoriale entro la quale viene esercitato il diritto di voto. La circoscrizione
comprende un numero di elettori variabile in relazione al Comune e alla Regione di
appartenenza.
L’elettore è chiamato a votare nel Comune nel cui registro della popolazione
residente è iscritto d’ufficio. Le liste elettorali vengono continuamente aggiornate
secondo le variazioni derivanti da morte, condanne penali, incapacità elettorale,
raggiungimento dell’età minima, mutamento di residenza.
5. Le funzioni del corpo elettorale
Le manifestazioni del corpo elettorale (come esercizio di vere e proprie funzioni)
previste dalla Costituzione possono classificarsi nelle seguenti categorie: prepositive
ad organi, deliberative, propositive. Ognuna di queste categorie è retta da principi
enunciati dalla Costituzione, o da questa desumibili.

6. Le funzioni prepositive ad organi


-Rappresentanza politica -> Processo di intermediazione su base fiduciaria,
attraverso il quale il popolo fornisce la legittimazione politica all’azione degli organi
ove siedono i suoi rappresentanti, i quali, in varie possibili forme e tempi, sono
responsabili politicamente di fronte al primo. Con tale processo si assicura
l’autogoverno del popolo, fondato sul cd. principio della democrazia indiretta o
rappresentativa.
Tale processo può distinguersi in due fasi: la prima riguarda quella del libero sentire
da parte di ciascun cittadino le esigenze e dell’identificarsi in una o in altra posizione
con la conseguente pari libertà di manifestare in forma giuridica (attraverso
l’elezione) il proprio orientamento. La seconda fase riguarda la costante
elaborazione da parte dei rappresentanti (con il fondamentale ausilio dei partiti
politici e delle altre formazioni sociali) dei bisogni emersi ed emergenti, nonché del
consenso ricevuto. Il primo di tali processi decisionali è interamente nelle mani del
corpo elettorale e consiste nella funzione di preposizione ad organi da parte di
quest’ultimo.

7. I sistemi elettorali
-Comizi elettorali -> Il giorno/i fisso/i in cui vengono chiamati gli aventi diritto al
voto in maniera che ciascuno di essi possa manifestare liberamente, ed in segreto, la
propria opinione. A questa espressione di voto viene applicato il cd. sistema
elettorale, sancito con legge.
Il sistema elettorale consente di tradurre i voti in seggi: ossia da consistenza
numerica delle forze scese in campo nella competizione elettorale, in numero di
seggi da occupare nell’Assemblea. Il sistema inoltre permette di individuare le
persone da preporre all’ufficio elettivo.
-Sistema maggioritario -> Mira a premiare la compagine politica che ha ottenuto il
maggior numero di suffragi.
maggioritario classico -> il candidato che ha totalizzato il maggior numero di voti
consegue l’unico seggio a disposizione nella circoscrizione (collegio uninominale).
maggioritario con ballottaggio -> viene eletto il candidato che ha ottenuto il 50%
più uno dei voti validamente espressi nel collegio. Nella circoscrizione in cui nessun
candidato abbia realizzato tale proporzione viene ripetuta la votazione a data
predeterminata, ma soltanto fra i due candidati che abbiano conseguito i più alti
favori o tra quelli che abbiano superato una certa soglia percentuale. Anche tale
maggioritario meglio si coniuga ai collegi uninominali.
-Sistema proporzionale -> Tende ad attribuire a ciascun partito un numero di seggi
corrispondente al rapporto (proporzione) tra quantità di suffragi espressi a suo
favore e numero complessivo di voti validamente manifestati dal corpo elettorale.
Si coniuga con la distribuzione del corpo elettorale in collegi plurinominali,
territorialmente più ampi, ad ognuno dei quali viene attribuito un numero di seggi
superiore all’unità.
proporzionale con soglia di sbarramento -> (Italia) accedono alla distribuzione dei
seggi i partiti i cui suffragi abbiano superato una certa quota percentuale minima.
proporzionale con premio di maggioranza -> premio di maggioranza assegnato al
partito che ha ottenuto il maggior numero di voti.

8. L’elezione del Senato della Repubblica


-Art.57 Cost -> Il Senato è eletto su base regionale, i senatori da eleggere sono 315,
sei dei quali eletti nella circoscrizione estera (l.cost.n.1/2000). L’assegnazione dei
seggi a ciascuna Regione si effettua in base alla consistenza della popolazione di
ognuna di esse.
-Art.58 Cost -> Il Senato è eletto a suffragio universale. Indica inoltre i requisiti
dell’età di elettorato attivo e passivo, in particolare 25 anni per l’elettorato attivo e
40 per quello passivo.
-Il sistema elettorale attualmente vigente per il Senato è contenuto nella
l.21.12.2005 n.270 (cd. Porcellum), la quale si fonda su alcuni principi, alcuni dei
quali dichiarati incostituzionali successivamente dalla Corte Costituzionale
(sent.1/2014):
a) Vigeva un sistema proporzionale corretto, al fine di una maggiore stabilità di
governo. La correzione, prima della sentenza della Corte, consisteva nel fatto che
alla lista (o coalizione) che avesse ottenuto il maggior numero di voti, qualora non
avesse ottenuto il 55% dei seggi assegnati alla regione, venivano assegnati tanti
seggi in più quanti servivano a raggiungere la quota del 55% (premio di
maggioranza).
b) La legge consente di presentare liste singole o collegate, le quali in ogni caso
devono dichiarare l’eventuale collegamento reciproco ed indicare il nome del Capo
della lista o della coalizione (facilitando i compiti del Capo dello Stato).
c) Nel quadro del sistema proporzionale corretto rientra la previsione di una
clausola di sbarramento, il cui non-raggiungimento non consente alla lista o alla
coalizione di accedere alla distribuzione dei seggi.
d) Ogni partito o lista deve ottenere almeno l'8% dei voti mentre le coalizioni
devono ottenere almeno il 20%. Le liste collegate a una coalizione che abbia
superato la soglia prescritta, partecipano alla ripartizione dei seggi se superano il 3%
dei voti.
e) La distribuzione dei seggi avviene secondo il sistema proporzionale. (integrare dal
libro o internet – farsela spiegare)
f) Il sistema elettorale, prima della pronuncia della Consulta, era a cd. lista bloccata,
nel senso che nessun elettore poteva manifestare il voto di preferenza ad uno o più
candidati compresi nell’elenco della lista.

N.B La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 1/2014, ha dichiarato


l’incostituzionalità di alcune parti del Porcellum, formalmente annullate il 16
gennaio 2014:
« La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale delle norme della
legge n. 270/2005 che prevedono l'assegnazione di un premio di maggioranza (sia
per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica) alla lista o alla
coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano
conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a
ciascuna Regione. La Corte ha altresì dichiarato l'illegittimità costituzionale delle
norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali 'bloccate', nella parte in
cui non consentono all'elettore di esprimere una preferenza ».
La legge che così ne esce viene definita Consultellum, ancora in vigore per il Senato.

9. L’elezione della Camera dei deputati


-Art. 56 Cost -> Prevede alcune norme fondamentali per l’elezione della Camera,
riguardanti il suffragio universale e diretto, il numero dei componenti (630), il
metodo di ripartizione di tutti i seggi tra le circoscrizioni in proporzione al numero di
abitanti di ognuna di queste, il requisito dell’età dell’elettorato passivo (25).
A differenza del Senato, diviso su base regionale, il sistema elettorale per l’elezione
della Camera dei Deputati è calibrato in modo da prevedere una circoscrizione
nazionale, suddivisa in tante circoscrizioni locali.
-La legge del 21.12.2005 n.270 (Porcellum), prima valida anche per l’elezione della
Camera dei deputati, è stata dichiarata in alcune sue parti incostituzionale dalla
sentenza n.1/2014 della Corte Costituzionale. La legge elettorale proporzionale così
risultante, soprannominata Consultellum, è rimasta in vigore per l'elezione della
Camera fino alla sua sostituzione con l'Italicum a decorrere dal 1 luglio 2016, e
rimane tuttora in vigore per l'elezione del Senato.
- La legge del 6.05.2015 n.52, nota come Italicum, è stata successivamente
modificata dalla sentenza della Corte Costituzionale n.35 del 25 gennaio 2017.
L'Italicum prevede per la Camera dei deputati un sistema proporzionale ad
eventuale correzione maggioritaria. La legge originariamente prevedeva un sistema
maggioritario a doppio turno con premio di maggioranza, soglia di sbarramento e
cento collegi plurinominali con capilista "bloccati", con la possibilità per lo stesso
candidato di partecipare all'elezione in 11 collegi. Nel gennaio 2017 la Corte
costituzionale ha dichiarato incostituzionale il turno di ballottaggio, lasciando
l'eventuale premio di maggioranza per la lista che dovesse ottenere il 40% dei voti
validi al primo (e quindi unico) turno. La Corte ha inoltre dichiarato incostituzionale
la possibilità per i capilista bloccati che dovessero essere eletti in più collegi di
scegliere discrezionalmente l'effettivo collegio di elezione: la scelta viene quindi
affidata ad un sorteggio.

10. Le funzioni deliberative


-La funzione deliberativa si evidenzia nei casi in cui il corpo elettorale è chiamato
ad esprimere direttamente decisioni. Tale funzione si sostanzia, secondo il nostro
ordinamento, nel referendum e nelle due forme di esso, abrogativo e costituzionale
(artt. 75 e 138 Cost).
Tali consultazioni hanno in comune la natura eventuale, nel senso che la nostra
legge fondamentale non prevede condizioni in presenza delle quali occorre
necessariamente richiedere tale deliberazione del corpo elettorale. Consistono in
deliberazioni il cui effetto è abrogativo o confermativo della norma, ovvero di mero
arresto della sua entrata in vigore. Le ipotesi previste dalla Costituzione vertono
comunque su di un “prodotto” della potestà normativa che il voto popolare non
potrebbe modificare, essendo il corpo elettorale intenzionalmente posto di fronte
all’alternativa secca di confermarlo come tale, o di eliminarlo. Nonostante questo
fattore, è emersa la possibilità di proporre l’abrogazione di “ritagli” di disposizioni
(cd. referendum manipolativi), i quali producono un effetto sia abrogativo che
modificativo della norma.
11. Il referendum abrogativo
-Art.75 Cost -> Detta il regime essenziale del referendum abrogativo (legge
attuativa del 25.5.1970 n.352):
a) Oggetto -> l’art.75 stabilisce che il referendum popolare è indetto dal Capo dello
Stato (art.87 comma 6) per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge
o di un atto avente valore di legge. Leggi di revisione costituzionale e altre leggi
costituzionali non rientrano in questo regime, sulla base dell’art.138 Cost . L’articolo
ha inoltre sottratto dalla sottoponibilità a referendum abrogativo le leggi tributarie
e di bilancio, di amnistia e indulto, di autorizzazione alla ratifica dei trattati
internazionali (comma 2), in relazione alla loro importanza programmatica
all’interno del quadro socio-politico. Sembra doversi escludere inoltre che il
referendum abrogativo possa riguardare un decreto-legge, considerata la breve
vigenza di 60 giorni.
b) Richiesta -> la richiesta di referendum abrogativo è disciplinata anch’essa
dall’art.75, che ne dà titolarità a 500.000 elettori e a cinque Consigli regionali. La
legge 352/70 attuativa dell’art.75 ha previsto la figura dei promotori, ai quali va
notificata l’ordinanza con cui l’Ufficio centrale per il referendum, costituito presso la
Corte di cassazione, prospetta eventuali irregolarità della proposta. La Corte
Costituzionale ha inoltre attribuito al comitato dei promotori la qualità di “potere”,
in quanto frazione del corpo elettorale, capace pertanto di sollevare conflitto di
attribuzione ai sensi dell’art.134 Cost.
c) Chiamati al voto -> coloro che sono chiamati a dare il voto sono tutti i cittadini
titolari del diritto di elettorato attivo per la Camera (Art.75 comma 3).
d) Condizioni di approvazione -> il comma 4 dell’art.75 prevede la partecipazione
della maggioranza del corpo elettorale e, in secondo luogo, che la richiesta di
abrogazione consegua la maggioranza dei consensi dei voti validamente espressi.
e) Rinvio alla legge sulle modalità di attuazione -> previsto nell’ultimo comma
dell’art.75, ha avuto seguito con la legge n.352 del 1970, con una apposita disciplina.
Importanti al riguardo alcune norme fondamentali sulla richiesta: deve indicare i
termini del quesito da sottoporre alla votazione e deve peraltro essere corredata dai
fogli contenenti il nome e la sottoscrizione degli elettori aderenti, con annessi
certificati elettorali.
Segue sotto
-Nel caso di accoglimento della proposta referendaria, l’abrogazione delle
disposizioni ha effetto dal giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta
ufficiale. Il Presidente della Repubblica, su richiesta del Ministro competente in
materia, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, può ritardare l’effetto
abrogativo fino a 60 giorni dalla data di pubblicazione del decreto.
Nel caso in cui il voto popolare abbia invece respinto la proposta di abrogazione,
risulta preclusa l’iniziativa sul medesimo oggetto prima di un quinquennio.

12. Il referendum costituzionale


-Art.138 Cost -> Le leggi di revisione costituzionale e le altre leggi costituzionali,
varate da parte di ciascuna Camera nella seconda deliberazione (soltanto) a
maggioranza assoluta dei componenti, sono esposte al voto popolare su iniziativa di
500.000 elettori, cinque Consigli regionali o di un quinto dei componenti di una
Camera.
Il voto popolare interviene non sulla efficacia della legge costituzionale, ma
intercettando il momento di inerzia in cui si trova la legge, già approvata dalle
Camere a maggioranza assoluta, prima che la stessa produca gli effetti suoi propri
(cioè prima della promulgazione).
Se le Camere approvano il disegno di legge costituzionale o di revisione con la
maggioranza dei due terzi dei componenti, è escluso il ricorso alla richiesta di
referendum (Art.138 ultimo comma), poiché in questo caso la larga approvazione
assembleare costituisce sufficiente garanzia di legittimazione della legge a livello
popolare.
-Una differenza fondamentale rispetto al referendum abrogativo riguarda la
condizione di approvazione. Il referendum costituzionale richiede infatti il solo
quorum di approvazione, non anche quello di partecipazione.

13. Altri interventi deliberativi del corpo elettorale


-Ai referendum vanno equiparati, in quanto forme di intervento quale diretta
espressione della sovranità popolare, quelli previsti dalla legge n.142/90 sul
riordinamento di Comuni e Province. Tale legge prevede infatti che gli Statuti di
Comuni e Province “debbono” prevedere forme di consultazione popolare e
“possono” prevedere referendum consultivi.
14. Gli interventi del corpo elettorale nel procedimento di modifica dei
territori di Regioni, Province e Comuni.
-Art.132 Cost -> Prevede la fusione tra Regioni esistenti o la creazione di nuove, così
come il distacco di Province e di Comuni da una regione o l’aggregazione dei
medesimi enti ad altre.
-Art.133 Cost -> Consente, al comma 1, il mutamento delle circoscrizioni provinciali
e l’istituzione di nuove Province nell’ambito della medesima Regione, mentre al
comma 2 prevede uguale eventualità per l’istituzione di nuovi Comuni e la
modificazione delle loro circoscrizioni o denominazioni.
I provvedimenti relativi a tali eventualità prevedono tutti l’intervento dei corpi
elettorali degli enti interessati dalla proposta di mutamento. A differenza dei
referendum abrogativo o costituzionale, la natura di tali deliberazioni è obbligatoria.

14. Le funzioni propositive


-Le funzioni propositive date alla iniziativa del corpo elettorale e dei cittadini sono
caratterizzate da elementi di profonda distinzione rispetto a quelli che segnano le
funzioni prepositive ad organi e deliberative. Esse costituiscono proposte per
l’esercizio di funzioni attribuite a particolari organi (Camere o Consigli regionali) e
non si rivolgono alla restante parte del corpo elettorale affinché decida. Le funzioni
propositive costituiscono perciò mere iniziative di un procedimento, la cui
prosecuzione non produce nel destinatario (es. Camere) l’obbligo di pronuncia.

16. L’iniziativa legislativa


-Art.71 comma 2 -> Enuncia la potestà di una parte (almeno 50.000 elettori) del
corpo elettorale di esercitare l’iniziativa legislativa mediante la proposta di un
progetto di legge redatto in articoli.
Nelle Camere destinatarie dell’iniziativa legislativa popolare non si produce
l’obbligo di esame o di delibera. E’ necessario inoltre che la proposta venga redatta
in articoli, cioè presentata con la medesima organicità che presenta una legge.

17. Il diritto di petizione


-Art.50 Cost -> “Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere
provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”. L’articolo attribuisce il
diritto di petizione ai cittadini, anziché agli elettori, sottolineando come sia uno
strumento di partecipazione diretto a tutti. Esso non va esercitato necessariamente
in maniera collettiva, pur manifestando istanze diffuse nella collettività.

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