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Corso di ELETTROTECNICA – Parte I: CIRCUITI

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BIPOLI E BILANCIO ENERGETICO


 Abbiamo visto, nei capitoli precedenti, che il resistore è un
componente elettrico, identificato da due morsetti, che può
essere caratterizzato da una relazione ai morsetti (caratteristica
esterna) di tipo tensione-corrente (legge di Ohm):
U  RI ovvero I  GU (5.1)
 Nel caso in cui R e G siano costanti al variare di tensione e
corrente il resistore è detto resistore ideale (resistore lineare).
 In maniera analoga si è visto che un generatore è un componente
elettrico a due morsetti con una resistenza interna e
caratterizzato anche dal disporre di una f.e.m., anche per il
generatore è stata identificata una legge di funzionamento vista
ai morsetti di tipo tensione-corrente (caratt. esterna) (4.6):
U  E  R0 I (5.2)

 Anche questa relazione può essere invertita e fornisce:


E U
I   J  G0U (5.3)
R0 R0

 Dove J rappresenta una corrente impressa. Tale relazione


costituisce un modello alternativo del generatore reale, duale
del modello della resistenza (generatore di corrente).
 Ulteriori bipoli sono il generatore ideale di tensione ed il
generatore ideale di corrente, caratterizzati dalle relazioni:
UE I ( R0  0) (5.4)
IJ U (G0  0) (5.5)
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Capitolo V 1
Corso di ELETTROTECNICA – Parte I: CIRCUITI
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 Tutti questi componenti elettrici sono accomunati dal fatto di


essere rappresentabili attraverso una relazione di funzionamento
ai capi dei loro due morsetti (U ed I legati): sono detti bipoli.
 Il significato del bipolo è quindi quello di un componente il cui
comportamento è descrivibile mediante la relazione tra la
corrente che lo percorre (I) e la tensione ai suoi morsetti (U),
senza dover ricorrere alla descrizione puntuale interna in termini
di campi.
 Le proprietà fondamentali di un bipolo sono:
 la corrente entrante da un morsetto è uguale alla corrente
uscente dall’altro morsetto (la somma è zero: la corrente
è solenoidale);
 La tensione ai morsetti di un bipolo è una d.d.p. (cioè la
tensione è conservativa).
 Quindi i fenomeni elettromagnetici che rispettano le ipotesi del
“campo stazionario”, campo conservativo, sono i “candidati
naturali”.
 Un bipolo generico è rappresentabile come in figura:

I I

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Capitolo V 2
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 Esistono poi rappresentazioni grafiche specifiche per ciascun


bipolo, (vedi figure successive). Nelle stesse figure viene anche
evidenziata una convenzione di segni (+, - per tensioni e f.e.m,
 per le correnti) che è coerente con le equazioni dei bipoli
sopra descritte.

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Capitolo V 3
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Caratteristica esterna di un bipolo


 In base alle considerazioni precedenti si può affermare che un
bipolo è caratterizzato dal comportamento visto ai suoi morsetti
che costituisce la cosidetta caratteristica esterna del bipolo e
che è matematicamente descritta per i bipoli visti dalle (5.15.5).
 Le stesse caratteristiche possono essere rappresentate in modo
grafico su di un piano (I,U) come nelle seguenti figure. In fig. (a)
è rappresentata la caratteristica esterna di un resistore lineare. In
fig. (b) quella di un generatore reale con resistenza interna
costante, mentre in fig. (c) è rappresentata la caratteristica di un
generatore reale con resistenza interna non costante (generatore
non lineare). In fig. (d) è rappresentata la caratteristica esterna di
un generatore di tensione ideale mentre in fig. (e) è rappresentata
quella di un generatore di corrente ideale.

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Capitolo V 4
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Capitolo V 5
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Bipoli particolari
 Esistono alcuni bipoli particolari che sono casi limite dei bipoli
visti:
 il cortocircuito: che può essere visto come un resistore
con resistenza (R) nulla (es. resistori di resistenza molto
minore di altri presenti nel circuito) la cui equazione
(ottenuta dalla legge di Ohm facendo tendere R a zero) e
rappresentazione grafica è la seguente:
U  0 I U  lim
R 0
RI  0  (5.6) 

 il circuito aperto: che può essere visto come un resistore


con conduttanza (G) nulla (es. resistori di resistenza
molto elevata rispetto agli altri, per cui G  0 ):
I  0 U I  lim
G 0
GU  0  (5.7) 

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Capitolo V 6
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 l’interruttore in chiusura: che ad un dato istante si


chiude. Dapprima è un circuito aperto (per t  t * ) e dopo
un corto circuito (per t  t * ).

 l’interruttore in apertura: che ad un dato istante ( t * ) si


apre. Dapprima è un corto circuito (per t  t * ) e dopo un
circuito aperto (per t  t * ).

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Capitolo V 7
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Potenza elettrica
 Abbiamo visto nei precedenti capitoli che un resistore dissipa
una certa potenza elettrica per effetto Joule, e che tale potenza
corrisponde alla potenza scambiata ai morsetti del bipolo (3.5):
PJ  RI 2  RI
  I  UI  Pa (5.8)
U

 Questa proprietà può essere facilmente estesa ad un generico


bipolo per cui si avrà che la potenza scambiata (assorbita ovvero
ceduta) attraverso i morsetti di un bipolo è in generale:
Ps  UI (5.9)

 Per stabilire il verso della potenza (assorbita ovvero ceduta) si


può utilizzare la combinazione dei riferimenti di tensione e
corrente, i casi possibili sono riportati in figura:
I I

U U

- -

 Nel caso (a) si dice che il bipolo segue la convenzione degli


utilizzatori: la corrente entra nel morsetto che identifica il
riferimento (+) di tensione. In questo caso la potenza è entrante
nel bipolo (cioè assorbita), quindi il bipolo si comporta come un
utilizzatore (se Ps  UI  0 ).

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Capitolo V 8
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 Nel caso (b) si dice che il bipolo segue la convenzione dei


generatori: la corrente esce dal morsetto che identifica il
riferimento (+) di tensione. In questo caso la potenza è uscente
dal bipolo (cioè ceduta > erogata), quindi il bipolo si comporta
come un generatore (se Ps  UI  0 ).

 In entrambi i casi la potenza scambiata può, ovviamente, essere


positiva ovvero negativa (dipende dai segni di U ed I che sono
numeri reali), quindi si avrà che:
 se un bipolo è identificato come bipolo che segue la
convenzione degli utilizzatori e la potenza è positiva il
bipolo assorbe potenza, se è negativa eroga potenza
(n.b. una resistenza può solo assorbire potenza).
 Se un bipolo è identificato come bipolo che segue la
convenzione dei generatori e la potenza è positiva il
bipolo eroga potenza, se è negativa assorbe potenza
(n.b. un generatore può erogare ovvero assorbire
potenza: es. accumulatore in ricarica).
 Ad esempio nell’esperimento di Ohm-Joule, seguendo per il
bipolo generatore la convenzione dei generatori e per il bipolo
resistore quella degli utilizzatori, si ha:

PG  UI  PR  UI

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Capitolo V 9
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Conservazione della potenza (TELLEGEN)


 Nei circuiti elettrici in regime stazionario (nota: i principi che
enunceremo in realtà sono validi in generale per i circuiti
elettrici in regime stazionario e quasi-stazionario), il principio
generale di conservazione dell’energia nei sistemi isolati è
soddisfatto e comporta che la potenza complessiva
(generata+utilizzata) è sempre nulla (teorema di Tellegen).
 Pertanto possiamo affermare che la somma algebrica delle
potenze scambiate da tutti i bipoli presenti nella rete deve essere
pari a zero. Se esprimiamo, ad esempio, tutte le potenze
utilizzando la convenzione degli utilizzatori, avremo:
P  0u
(5.10)

 Infatti avremo che le potenze scambiate dai bipoli che si


comportano da utilizzatori (resistori + generatori che assorbono
potenza) saranno tutte di segno positivo, mentre le potenze
scambiate dai bipoli che si comportano da generatori (i
generatori che rispettano la convenzione dei generatori) saranno
tutte di segno negativo.
 Se questo risultato non fosse verificato, cioè la somma fosse
diversa da zero, vorrebbe dire che il valore assoluto
dell’energia del sistema isolato è variato e quindi il principio di
conservazione dell’energia non sarebbe rispettato.
 Quindi in termini di principio generale di conservazione
dell’energia la (5.10) porta ad affermare che la potenza totale
fornita al circuito è bilanciata dalla potenza totale da esso
assorbita. Per cui definendo l’energia scambiata da un bipolo
come:
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Capitolo V 10
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W   Pdt   UIdt (5.11)


t t

 Avremo che complessivamente, su un tempo di osservazione t,


l’energia erogata dai generatori è completamente assorbita
(utilizzata) dagli utilizzatori.
Il teorema di Tellegen discende dalle leggi di Kirchhoff basta
infatti considerare una rete costituita da n lati in parallelo:

 applicando LKC ed LKT avremo:


𝐼 = 𝐼1 + 𝐼2 + ⋯ + 𝐼𝑛
𝐸 = 𝑈1 = 𝑈2 = ⋯ = 𝑈𝑛
 essendo per LKT tutte le tensioni applicate ai vari bipoli uguali
tra loro e pari alla fem del generatore E, moltiplicando la
relazione ottenuta da LKC per la tensione dei vari lati si ottiene:
𝐸𝐼 = 𝐸𝐼1 + 𝐸𝐼2 + ⋯ + 𝐸𝐼𝑛
𝑃𝐺 = 𝑃1 + 𝑃2 + ⋯ + 𝑃𝑛

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Capitolo V 11
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Misura della potenza


 La potenza elettrica scambiata da un bipolo si misura con uno
strumento che è chiamato wattmetro, dotato di quattro morsetti:
due detti morsetti amperometrici e due detti morsetti
voltmetrici. I morsetti amperometrici sono inseriti in serie al
bipolo (come un amperometro) ed i morsetti voltmetrici in
parallelo (come un voltmetro).

 Anche il wattmetro è dotato di un sistema di visualizzazione della


misura effettuata (lancetta, display…) che indica la potenza che
transita attraverso il wattmetro stesso.
 Il wattmetro ideale dovrebbe presentare tensione nulla ai
morsetti amperometrici (non oppone resistenza al passaggio
della corrente) e corrente nulla transitante attraverso i morsetti
voltmetrici (non drena corrente). Inoltre dovrebbe indicare
istante per istante la potenza transitante indipendentemente dalla
velocità di variazione della stessa.
 Naturalmente anche il wattmetro reale (come amperometro e
voltmetro) si avvicina al comportamento di quello ideale, ma

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Capitolo V 12
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comunque, anche in misura modesta, influenza la misura che si


effettua.

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Capitolo V 13

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