più ristorare il suo cuore. toccato e mi hai svegliato”. sue fondamenta? Un miglio
«L’amico mio, che io amo Utnapishtim così parlò a quadrato è la città, un mi-
sopra ogni cosa, che ha lui, a Gilgamesh: “Guarda, glio quadrato sono le sue
condiviso con me ogni sorta Gilgamesh! Conta i pani! cisterne oltre alle terre del
di avventure, Enkidu che io Così apprenderai quanti tempio di Ishtar. Per tre
amo sopra ogni cosa, che giorni tu hai dormito”. […] miglia quadrate si estende
ha condiviso con me ogni Gilgamesh così parlò a lui, Uruk senza contare i suoi
sorta di avventure, ha se- a Utnapishtim, il lontano: terreni agricoli”». La storia
guito il destino dell’umani- “Ahimè! Come ho potuto del re sumero copre due de-
tà. Per sei giorni e sette not- fare ciò, Utnapishtim! Dove gli argomenti che vengono
ti io ho pianto su di lui, fino potrò andare adesso? I rapi- trattati in questo numero di
a che un verme non è uscito natori mi hanno intrappola- Graphie: il viaggio - Gilga-
fuori dalle sue narici. Io ho to, nella mia camera da letto mesh compie un duro cam-
avuto paura della morte, ho alberga la morte; dovunque mino per parlare con Utna-
cominciato a tremare e ho io ponga il mio piede, là c’è pishtim - e il sogno: è a cau-
vagato nella steppa». Il la morte”». È, ovviamente, sa di un sonno che l’umani-
viaggio che Gilgamesh com- disperato, e per consolarlo tà perde l’immortalità. A
pie lo conduce da Utnapish- il vecchio Utnapishtim gli ben vedere, però, anche il
tim, l’antico, il superstite offre una sorta di consola- desiderio è presente: tutto il
del diluvio universale. Lui zione: una pianta che cresce cammino di Gilgamesh ini-
solo saprà come risolvere sott’acqua, il cui nome è “Il zia con il desiderio della vita
l’enigma, come sconfiggere vecchio ridiventa giovane”. eterna, di sconfiggere quella
la morte. Il viaggio è terribi- Non è la vita eterna, ma al- terra «da cui nessuno ha
le, e Gilgamesh giunge final- meno ritarda l’inevitabile mai fatto ritorno», per
mente da Utnapishtim total- arrivo della morte. Gilga- usare le parole di Amleto. E
mente provato. «Per poter mesh si tuffa, cattura la ra- tutto ciò ci fa comprendere
raggiungere te, Utnapish- ra pianta, ma mentre è di- come, per i temi più grandi
tim, il lontano, del quale stratto un serpente la man- e profondi dell’esistenza
parlano gli uomini, io gi- gia, rinnovando il suo cor- umana, non ci siano distan-
rovagai, andando in ogni po. Gilgamesh, allora, pian- ze cronologiche o geografi-
dove, attraversai paesi pie- ge disperato. Quando però che, e come lo sguardo uma-
ni di insidie, e navigai per torna ad Uruk, “l’ovile” no di fronte all’infinito mi-
tutti i mari; il mio viso non (viene chiamata così nel stero dell’essere si manifesti
assaporò sufficientemente il poema la prima città, ed è sempre uguale a se stesso,
dolce sonno; mi ammalai un termine di grande sugge- nonostante i secoli e i mil-
quasi per mancanza di son- stione, perché davvero fu il lenni che dividono noi dallo
no; il mio cuore era pieno di primo ovile per l’umanità), sconosciuto scriba che, sotto
angoscia». Il vecchio gli e contempla quello che ha il sole della Mesopotamia,
propone una prova: dovrà saputo costruire, le sue mu- incise quei segni, traman-
vegliare per sette giorni, e ra possenti, i suoi templi che dandoci una storia così re-
allora egli svelerà al re il svettano verso il cielo, Gil- mota e anche così attuale.
segreto della vita eterna. gamesh comprende che ha
Gilgamesh, però, appena si già conquistato l’immortali-
siede s’addormenta, e ogni tà, l’unica possibile per gli
giorno Utnapishtim fa porre esseri umani, ottenere di
un pane accanto a lui. essere ricordato in futuro
Quando Gilgamesh si sve- grazie alle sue opere.
glia, vede i pani secchi, «Quando essi giunsero ad
quelli più morbidi e infine Uruk, l’ovile, Gilgamesh
quello appena sfornato, e così parlò a lui, a Urshana-
capisce d’aver perduto la bi: “Sali, o Urshanabi, sulle
scommessa, e la possibilità mura di Uruk! Percorrile!
di ottenere la vita per sem- Ispeziona le fondamenta,
Nella pagina a fianco, in alto:
pre. «Gilgamesh così parlò scrutane i mattoni: non è
a lui, al lontano Utnapish- forse vero che son davvero Chiesa gotica di San Giorgio
a Valperga Canavese (Torino)
tim: “Non appena il sonno è mattoni cotti? Non sono La Madonna dei Tre Soli
hist. 28, 8, 165). Una proprietà e musicali persiani, in cerca di una grandissima ricchezza di
omeopatica sfruttata dai maghi una chiave verso l’armonia co- prapis, cioè di «diaframma-pen-
nella preparazione di filtri erotici smica. Ma le interferenze fra pita- siero», come traduce il Detienne25,
e pozioni malefiche. Anassilao gorismo e religiosità iraniche sono e divenne capace di atti sapienti
intende però riferirsi a qualco- tali e tante da lasciare disorienta- di ogni specie. Infatti, continua
s’altro, cioè al liquido che stilla to anche il ricercatore più saga- l’agrigentino, quando Pitagora
dalla vagina della cavalla in calo- ce18. Pitagora avrebbe appreso tendeva come un arco tutte le
re, utilizzato anch’esso nella ma- dai Magi iranici non solo gli arca- parti del suo prapis, poteva facil-
gia erotica e come veleno 14 . Il ni nei quali è ritmata l’armonia mente contemplare ogni parte
prezioso umore vaginale - secondo del mondo, ma anche specifiche della realtà visibile e invisibile,
Anassilao -, raccolto dopo il rap- tecniche attraverso cui scrutare le come pure ogni parte di dieci o di
porto sessuale e bruciato negli realtà invisibili. È infatti noto che venti vite umane. L’espressione
stoppini delle lucerne, provoche- in numerosi episodi della sua vita oregesthai prapidessin, «tendere
rebbe allucinazioni: gli astanti Pitagora è messo in relazione alle il proprio diaframma», che Em-
infatti si vedrebbero mutati in vicende estatiche di «iatromanti» pedocle usa nei suoi Katharmoi26
uomini dalla testa equina (Nat. dagli strani poteri19. e che significa anche «tendere il
hist. 28, 49, 181). In realtà il L’ascetismo visionario «pitagori- proprio pensiero», allude verisi-
nome hippomanes nel mondo co» è testimoniato nel Fedone pla- milmente ad una tecnica di tipo
antico conosce un mimetismo tonico - in vesti che qualcuno ri- yogico che permette di controllare
enteogeno, è cioè il nome conven- tiene orfiche20 -, secondo cui il la respirazione e di fare del dia-
zionale dietro al quale si nasconde purificarsi è «adoperarsi in ogni framma l’«arco» in cui il soffio,
una celebre e pericolosa pianta modo di tenere separata l’anima concepito come un dardo o una
psicoattiva15, la Datura stramo- dal corpo e abituarla a racco- «freccia», diventa veicolo di tutte
nium16: logico quindi il riferimen-
chiuse nel corpo, nel sōma. Il sof-
gliersi e racchiudersi in se stessa, le forze di natura psichica rac-
to alla percezione alterata e pla- fuori da ogni elemento corporeo,
stica di una nuova realtà. Anassi- ed a restarsene, per quanto è pos- fio, quale freccia tesa sull’arco, è
ə r ə sā H ā iti G ā θ ā si
(Torino) - Volta decorata mento di visione interiore34. In e di «guarire» (avestico bišaz-)45.
Tat.θβā.p
~ L’azione di questo composto psi-
allude infatti al Saošyant quale coattivo che ha proprietà alluci-
aiuto e soccorso nel vedere ciò che nogene, narcotiche o entrambe in
all’uomo comune è precluso, nel reciproca sinergia 46, andrebbe
percepire un’altra realtà. Tenterò infine considerata assieme a quel-
xratəuš
¯ dōiθrābyō.. C’è una rela-
senso che è alla base del culto
ipnotico e onirico dell’incubatio,
zione fra visione e guarigione, il un rito diffusissimo nell’antichità
Saošyant osserva i lasciti, le azio- classica e cristiana50, sia in area