Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
LA RESPONSABILITA’
Dell’istituto della responsabilità ce ne siamo già occupati quando abbiamo parlato della
responsabilità per danno ambientale regolata e disciplinata nella direttiva 2004/35 attuata con
il codice dell’ambiente. Ora ci dobbiamo occupare di altri due profili, riguardanti la
responsabilità del prestatore di servizi contenuta nella direttiva 2000/31 e la responsabilità del
produttore.
1
veniamo agli aspetti sulla responsabilità. Intanto è importante capire che tipo di servizio può
effettuare un prestatore di servizi informatici. Il legislatore ne ha previsti tre.
1) servizio che consente di far transitare sul sito delle informazioni, quindi un
servizio di mero trasporto (detto mere conduit);
Articolo 15
Assenza dell'obbligo generale di sorveglianza
1. Nella prestazione dei servizi di cui agli articoli 12, 13 e 14, gli Stati membri non
impongono ai prestatori un obbligo generale di sorveglianza sulle informazioni che
trasmettono o memorizzano né un obbligo generale di ricercare attivamente fatti o
circostanze che indichino la presenza di attività illecite.
2. Gli Stati membri possono stabilire che i prestatori di servizi della società
dell'informazione siano tenuti ad informare senza indugio la pubblica autorità competente
di presunte attività o informazioni illecite dei destinatari dei loro servizi o a comunicare
alle autorità competenti, a loro richiesta, informazioni che consentano l'identificazione dei
destinatari dei loro servizi con cui hanno accordi di memorizzazione dei dati.
Le tre attività di prestazione di servizi sono espressamente regolate agli articoli 12/13/14 della
direttiva a cui corrispondono gli articoli 14/15/16 della normativa di attuazione rappresentata
dal d.lgs 70/2003.
2
3. L'autorita' giudiziaria o quella amministrativa, avente funzioni di vigilanza, puo' esigere,
anche in via d'urgenza, che il prestatore impedisca o ponga fine alle violazioni commesse.
Dalla lettura della norma si evince che il prestatore del servizio non sarà responsabile se non
interverrà in nessun modo nella circolazione delle informazioni, non dovrà quindi modificarle
ne selezionare i destinatari.
3
In questo quadro normativo ha un importanza fondamentale l’art 18 il quale recita
testualmente:
2. Il codice di condotta, se adottato, e' reso accessibile per via telematica e deve essere
redatto, oltre che in lingua italiana e inglese, almeno in un'altra lingua comunitaria.
3. Nella redazione di codici di condotta deve essere garantita la protezione dei minori e
salvaguardata la dignita' umana.
4
derivi dal caso fortuito. Quindi nel sistema italiano la disciplina della responsabilità del
produttore faceva leva o sull’art 2050 del Codice Civile riguardante l’esercizio di attività
pericolose oppure su un concetto di responsabilità collegata al rischio di impresa che è l’unica
ipotesi di responsabilità oggettiva quella cioè che l’art 2049 del Codice Civile qualifica come
responsabilità dei padroni e dei committenti (I padroni e i committenti sono responsabili per i
danni arrecati dal fatto illecito dei loro domestici e commessi nell'esercizio delle
incombenze a cui sono adibiti). Si era cercato in passato di ricostruire questa responsabilità in
termini soggettivi perché si diceva che la responsabilità del datore di lavoro scaturisce o da
una colpa dello stesso perché non ha vigilato sui propri dipendenti (culpa in vigilando) o
perché non ha scelto accuratamente i propri dipendenti, addebitandogli in questo caso una
culpa in negligendo. L’opinione prevalente tende ancora a considerarla come responsabilità
oggettiva basata soltanto sul collegamento causale tra il fatto e il danno. Il fondamento di tale
responsabilità non risiede quindi nell’elemento soggettivo della colpa sia in negligendo che in
vigilando, ma nel rischio di impresa al quale si ricollega la commissione di fatti illeciti da parte
dei dipendenti.
Nonostante l’adozione della direttiva comunitaria, questa disciplina ha continuato ad essere
applicata in quanto nel decreto di attuazione vi è una norma, l’art 15 che fa salva la possibilità
di esperire ulteriori mezzi di tutela (Le disposizioni del presente decreto non escludono nè
limitano i diritti che siano attribuiti al danneggiato da altre leggi).
Art. 2. Prodotto.
1. Prodotto, ai fini delle presenti disposizioni, è ogni bene mobile, anche se incorporato in
altro bene mobile o immobile.
5
il proprio nome, marchio o altro segno distintivo sul prodotto, si presenta come
produttore dello stesso.
2. Senza pregiudizio della responsabilità del produttore, chiunque importi un prodotto nella
Comunità europea ai fini della vendita, della locazione, del "leasing" o di qualsiasi altra
forma di distribuzione nell'ambito della sua attività commerciale, è considerato produttore
del
medesimo ai sensi della presente direttiva ed è responsabile allo stesso titolo del
produttore.
3. Quando non può essere individuato il produttore del prodotto si considera tale ogni
fornitore a meno che quest'ultimo comunichi al danneggiato, entro tre mesi, l'identità del
produttore o della persona che gli ha fornito il prodotto.
2. Un prodotto non può essere considerato difettoso per il solo fatto che un prodotto più
perfezionato sia stato in qualunque tempo messo in commercio.
Veniamo adesso all’art 6 della normativa di attuazione in cui sono previste le cause di
esclusione della responsabilità del produttore.
1. La responsabilità è esclusa:
c) se il produttore non ha fabbricato il prodotto per la vendita o per qualsiasi altra forma di
distribuzione a titolo oneroso, nè lo ha fabbricato o distribuito nell’esercizio della sua
attività professionale;
6
d) se il difetto è dovuto alla conformità del prodotto a una norma giuridica imperativa o a
un provvedimento vincolante;
f) nel caso del produttore o fornitore di una parte componente o di una materia prima, se il
difetto è interamente dovuto alla concezione del prodotto in cui è stata incorporata la parte
o materia prima o alla conformità di questa alle istruzioni date dal produttore che l’ha
utilizzata.
Mentre dalla lettura isolata dell’articolo 1 sembri che la responsabilità del produttore sia
oggettiva, leggendo la stessa disposizione in combinato all’articolo 6 ci accorgiamo che il
legislatore ha previsto tutta una serie di cause di esclusione della responsabilità, configurando
quindi un sistema fondato su una responsabilità del produttore non totalmente oggettiva.
7
2. Il danno a cose è risarcibile solo nella misura che ecceda la somma di lire
settecentocinquantamila. Per il danno alle persone non è invece previsto alcun limite al
risarcimento.
Il diritto al risarcimento si prescrive in tre anni dal giorno in cui il danneggiato ha avuto o
avrebbe dovuto avere conoscenza del danno, del difetto e dell’identità del responsabile.
Il diritto al risarcimento si estingue alla scadenza di dieci anni dal giorno in cui il
produttore o l’importatore nella Comunità europea ha messo in circolazione il prodotto che
ha cagionato il danno.
Il quadro della disciplina della responsabilità dei prodotti difettosi si chiude con la direttiva
2001/1995 (attuata con il d. lgs 172/2004) abrogativa della direttiva 1992/59, in materia di
sicurezza generale dei prodotti.
Articolo 3
1. I produttori sono tenuti ad immettere sul mercato soltanto prodotti sicuri.
8
2. Un prodotto è considerato sicuro quando in mancanza di disposizioni comunitarie che ne
disciplinano la sicurezza, è conforme alle normative nazionali specifiche dello Stato
membro nel cui territorio è commercializzato.
Altri obblighi sono previsti non solo a carico dei produttori ma anche dei distributori.
Articolo 5 (obbligo informativo)
1. I produttori devono, fornire al consumatore le informazioni pertinenti che gli
consentano di valutare i rischi inerenti ad un prodotto durante la durata di
utilizzazione normale o ragionevolmente prevedibile del medesimo, allorché questi
ultimi non siano immediatamente percettibili senza adeguate avvertenze, e di
premunirsi contro detti rischi.
2. La presenza di tali avvertenze non esenta dal rispetto degli altri obblighi previsti
nella presente direttiva.
3. Sempre nei limiti delle rispettive attività, i produttori devono adottare misure
proporzionate, in funzione delle caratteristiche dei prodotti da essi forniti, onde
essere informati sui rischi che tali prodotti potrebbero presentare; min 10.22
Articolo 10
Articolo 11
Se uno Stato membro adotta misure per limitare l'immissione sul mercato di prodotti o per
disporne il ritiro esso notifica tali provvedimenti alla Commissione precisando le ragioni
che li hanno motivati. Lo Stato membro informa inoltre la Commissione in merito alla
modificazione o alla revoca di tali provvedimenti. La Commissione trasmette la notifica
agli altri Stati membri, salvo che, previo esame sulla base delle informazioni contenute
nella notifica, concluda che la misura non è conforme al diritto comunitario.
9
TUTELA INIBITORIA
La tutela inibitoria è regolata dalla direttiva 1998/27 attuata con il d.lgs 224/2001.
Campo d'applicazione
2. Ai fini della presente direttiva per violazione si intende qualsiasi atto contrario alle
disposizioni delle direttive riportate in allegato, così come recepite nell'ordinamento
interno degli Stati membri, che leda gli interessi collettivi dei consumatori.
Gli interessi collettivi dei consumatori sono elencati nel Codice del Consumo all’art 2.
Le associazioni di consumatori che ai sensi dell’art 137 del Codice del Consumo sono
maggiormente rappresentative (costituite con atto pubblico, che non perseguono finalità di
lucro, che hanno una presenza nazionale almeno in cinque regioni, che hanno un certo
numero di iscritti, i rappresentanti no devono avere subito condanne in materia di protezione
dei consumatori) possono, in conformità all’articolo 139 del Codice del Consumo, agire a tutela
dei consumatori;
Per quanto concerne la procedura esistono due vie, una facoltativa e l’altra obbligatoria
entrambe previste e regolate all’art 140 del Codice del Consumo il quale cosi recita:
11
La materia delle notificazioni e comunicazioni giudiziali ed extragiudiziali era regolata da un
regolamento 1348/2000 abrogato dal regolamento 1393/2007. Ovviamente non vi è alcun tipo
di sovrapposizione con il codice di procedura civile che si applica limitatamente alle
comunicazioni e notificazioni all’interno del nostro paese. Allorquando il provvedimento deve
essere recapitato in un altro Stato membro allora trova li applicazione il suddetto regolamento.
Ciascuno Stato membro designa i pubblici ufficiali, le autorità o altri soggetti, di seguito
denominati "organi mittenti", competenti per trasmettere gli atti giudiziari o extragiudiziali
che devono essere notificati o comunicati in un altro Stato membro.
Ciascuno Stato membro designa i pubblici ufficiali, le autorità o altri soggetti, di seguito
denominati "organi riceventi", competenti per ricevere gli atti giudiziari o extragiudiziali
provenienti da un altro Stato membro.
Ciascuno Stato membro può designare un unico organo mittente e un unico organo
ricevente ovvero un unico organo incaricato delle due funzioni.
Gli atti giudiziari sono trasmessi direttamente e nel più breve tempo possibile tra gli organi
designati.
Articolo 5
12
Il richiedente è informato dall’organo mittente a cui consegna l’atto per la trasmissione che
il destinatario può rifiutare di ricevere l’atto se non è compilato in una delle lingue di cui
all’articolo 8.
L’organo ricevente informa il destinatario, utilizzando il modulo standard, della sua facoltà
di rifiutare di ricevere l’atto da notificare o comunicare al momento stesso della
notificazione o della comunicazione, qualora non sia redatto o accompagnato da una
traduzione in una delle lingue ufficiali.
Le spese devono essere ovviamente sostenute prima della trasmissione dell’atto dal
richiedente.
1. Alla ricezione dell’atto l’organo ricevente trasmette al più presto, con i mezzi più rapidi
e comunque entro sette giorni dalla ricezione, una ricevuta all’organo mittente, usando il
modulo standard
2. Se non può dar seguito alla domanda di notificazione o di comunicazione a causa dello
stato delle informazioni o dei documenti trasmessi, l’organo ricevente si mette in contatto il
più rapidamente possibile con l’organo mittente per ottenere le informazioni o i documenti
mancanti.
2. L’organo ricevente prende tutte le misure necessarie per notificare o comunicare l’atto
nel più breve tempo possibile, e comunque entro un mese dalla ricezione. Ove non sia stato
possibile procedere alla notificazione o alla comunicazione entro un mese dalla ricezione,
l’organo ricevente ne informa immediatamente l’organo mittente usando il certificato
contenuto nel modulo standard.
13
Quando le formalità relative alla notificazione o alla comunicazione dell’atto sono state
espletate, è inoltrato all’organo mittente un certificato del loro espletamento, redatto
utilizzando il modulo standard.
Per quanto concerne gli atti extragiudiziali, il soggetto può scegliere di avvalersi, per la
notificazione e comunicazione, delle modalità prescritte nel seguente regolamento. Ciò si
evince con chiarezza dall’art 16. Per gli atti giudiziali invece la procedura indicata nel
regolamento è obbligatoria a meno che il soggetto non scelga di avvalersi della via consolare.
CAMPO D'APPLICAZIONE
Articolo 1
c) la sicurezza sociale:
d) l'arbitrato.
14
Per quanto riguarda il criterio generale circa la competenza giurisdizionale il regolamento ha
scelto quella del domicilio del convenuto.
Articolo 2
Ci sono poi ipotesi di competenze speciali in cui non viene seguito il criterio generale.
Articolo 5
La persona domiciliata nel territorio di uno Stato membro può essere convenuta in un altro
Stato membro:
- in materia di illeciti civili dolosi o colposi, davanti al giudice del luogo in cui l'evento
dannoso è avvenuto o può avvenire;
-nelle vicende che riguardano il trust è competente il giudice del luogo nel quale questo ha
il domicilio.
Articolo 16
L'azione del consumatore contro l'altra parte del contratto può essere proposta o davanti ai
giudici dello Stato membro nel cui territorio è domiciliata tale parte, o davanti ai giudici
del luogo in cui è domiciliato il consumatore.
oppure è il consumatore che subisce l’azione dell’altra parte e allora si rientra nel caso
disciplinato all’art 16 comma 2
L'azione dell'altra parte del contratto contro il consumatore può essere proposta solo
davanti ai giudici dello Stato membro nel cui territorio è domiciliato il consumatore.
Vi sono poi ipotesi di competenze esclusive, disciplinate all’art 22, in rapporto alle quali non è
possibile adire un giudice diverso..
Articolo 22
15
Indipendentemente dal domicilio, hanno competenza esclusiva:
3) in materia di validità delle trascrizioni ed iscrizioni nei pubblici registri, i giudici dello
Stato membro nel cui territorio i registri sono tenuti;
Articolo 33 (Riconoscimento)
Le decisioni emesse in uno Stato membro sono riconosciute negli altri Stati membri senza
che sia necessario il ricorso ad alcun procedimento (riconoscimento automatico).
Vi sono delle ipotesi in cui le decisioni non possono essere riconosciute, e ciò avviene nei
seguenti casi (art 34):
3) se sono in contrasto con una decisione emessa tra le medesime parti nello Stato membro
richiesto.
Per quanto concerne l’esecuzione delle decisioni l’art 38 afferma che le decisioni emesse in
uno Stato membro sono eseguite in un altro Stato membro dopo essere state ivi dichiarate
esecutive su istanza della parte interessata. Contro il provvedimento che nega l’esecutività alla
decisione può essere fatta opposizione presso la Corte d’Appello.
16
17