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Federico. Garcia Lorca TUTTO IL TEATRO MARIANA PINEDA LA CALZOLAIA AMMIREVOLE UAMONE DI DON PERLIMPLINO TEATRINO DI DON CRISTOBAL ASPET TYAMO CINQUE ANNI 1 PURBLICO DE SANGUE "VERMA DONNA ROSITA NUBILE LA GASA DE BERNARDA ALBA ‘Traduzione di Vittorio Bodini GIULIO EINAUDI EDITORE janine Federico Garcia Lorca TUTTO IL. TEATRO MARIANA PINEDA LA CALZOLAIA_ AMMIREVO! (ORE, DI-DON PERLIMPLINO INO DI DON B PATRIN IN CRISTOBAL PETTIAMO CINQUE ANNI 1, PUBDLIGO NOZZE_ DI SANGUE DONNA ROSITA NUBILE LA CASA DI BERNARDA ALBA Traduzione di Vittorio Bodini ARNOLDO MONDADORI EDITORE FEDERICO GARCIA LORCA Grisidbal la colpisce, poi esce e rienina con donna Rosita. _ ChistOear. Prendi, prendi, per... ‘per... pet. Dinerrore (affacciando il gran testone nel teatrino) Ba- sta! (Afferra i burattini ¢ li tiene in mano, mostrandolé al pubblico) Signote e signori: i contadini andalusi ascoltano assai spesso commedie di quest'ambiente sotto Je grige rame degli olivi ¢ nell’aria scura delle stalle abbandonate. Tra gli occhi, duri come pugni, delle mule, il cuoio bordato dei finimenti cordovesi e | teneri fasci delle spighe bagnate, esplodono con allegria ¢ af- fascinante innocenza le parolacce ¢ i vocaboli che ripu- Bhano nelle atmosfere urbane, intorbidate dall'alcool ¢ dai mazzi di carte. Le parolacce acquistano ingenua freschezza se dette da fantocci che mimano 'incanto di questa antichissima farsa rurale, Si empia dunque il teatro di spighe fresche, sotto le quali le male parole diano battaglia al tedio ¢ alla volgaritA @ cui abbiamo condannato la scena, oggi, nella “Tarumba” (1), in don Cristébal Fandaluso — cugino del galiziano Bululd, cognato della zia Norica di Cadice, fratello di Monsieut Gnignol di Parigi, ¢ zio di don Aslecchino di Bergamo = salutiamo uno dei personaggi attraverso i quali, in- contaminata, si eterna I'antica essenza del teatro, (1931) 1. La “Tarumba® era il teatrino ambulante in cui Lorca ¢ i suoi Amici, attori improvvisati, rappresentavano un repertorio.Fatsesco | | i | ASPETTIAMO CINQUE ANNI Legenda del tempo ia tre atti e cingue quadei PEI FSONE ATTO PRIMO. IL GIOVANE = IL VECCHIO LA DATTILOGRAFA - L'AMICO - IL BAMBINO Ii GATTO - LL DOMESTICO IL SECONDO AMICO - LA FIDANZATA - IL GIOCATORE DI RUGBY LA CAMERIERA - IL PADRE IL MANICHINO - ARLECCHINO - LA FANCIULLA IL PAGLIACCIO - LA DOMESTICA LA. MASCHERA PRIMO GIOCATORE - SECONDO GIOCATORE TERZO GIOCATORE - L'ECO Biblioteca. 1 Vecchio ¢ il Giovane sono seduti. I Gio- vate indossa wn pigiama blu. I Vecchio 2 in giacca grigia: ha la barba bianca e grandi occbiali d'oro Giovane. Vedo che non vi fa nessuna meraviglia Vecaito, Scusate... Giovane. M’e capitato sempre lo. stesso. Veccni0 (indagando amabilmente) Davvero? Giovane. Si, Veccuto. B perché.. Giovans. Ricordo che... Veccuto (ride) Sempre: ticordo. Grovane. Io... Vccisio (ansioso) Continuate, GrovaNe. Serbavo i dolci per mangiarmeli dopo. VeceHio. Dopo, vero? Sanno meglio. Io pure... Giovane. E ricordo che un giorno. VeccHto (inteirompendo con foga) La parola ricordo mi piace molto, B una parola verde, succosa, Emana inin- ferrottamente dei rivoletti d'acqua freschissima, Ed é strano: non pare anche a voi di vederla staccarsi sul cielo chiaro di un'alba? Giovane (gaio, cercando di convincersi) Si, si, natural: mente. Avete tagione. Bisogna lottare contro ogni sen- timento di rovina, contro quelle terribili scorticature delle pareti, Pid volte mi sono alzato a mezzanotte per stadicare T'erbe del giardino... Non ci voglio né erbe ng mobili rotti in casa mia. ‘Vuccnto, Giusto. Nemmeno mobili rotti, perché bisogna ricordare, sf, ma. Grovane. Ma le cose vive, quelle che ardono nel sangue, fe che hanno tutti i loro margini intatti. Veccuo, Benissimo. Vale a dire (abbassando la voce), bi: sogna ricordare, ma ricordare prima. Govane, Prima?

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