sfumature di
Mr Grey
LIBRO SECONDO
Capitolo 1
Non so da quanto tempo sono seduto sul pavimento
della mia Stanza dei giochi. Le spalle appoggiate alla
parete dietro di me, proprio accanto alla porta. Una
gamba è distesa davanti a me, l’altra è piegata in modo da
sorreggere il mio avambraccio, che ciondola
pesantemente. Davanti a me, intorno a me, un cumulo di
oggetti gettati all’aria, lenzuola rosse stracciate e una
solitudine che riflette quella che sento dentro. Non che
nella mia vita mi sia mai sentito meno solo. Ma quello che
provo ora è qualcosa di diverso. Qualcosa che non avevo
mai provato prima. Prima di Anastasia. Se n’era andata.
Lo aveva fatto davvero. Mi aveva prima illuso, dicendomi
che non sarebbe mai andata via, inducendomi ad
abbassare la guardia, ad abbattere il muro che avevo
costruito così bene e che teneva tutti alla larga da me. E
poi se n’era andata. E mi aveva lasciato uno squarcio nel
petto profondo, enorme. Qualcosa con cui ora non volevo
fare i conti. Quando aveva messo piede fuori dalla mia
porta per qualche attimo avevo creduto che fosse tutto
finito. Che sarebbe stato come le altre volte. Che mi sarei
girato e sarebbe passata. Ma dentro di me sapevo che era
una bugia. Lo sapevo anche quando mi ero stupito di non
provare dolore, o sollievo. O qualsiasi cosa somigliasse
vagamente ad un’emozione. Per anni non ne avevo
provate. E ora mi ritrovavo in preda a quella che potevo
definire “mancanza di emozione” o “mancanza di
Anastasia”. Che poi era come dire la stessa cosa. E così,
quando la fitta di dolore mi aveva aperto il petto
all’improvviso, ero venuto nell’unico posto in cui riuscivo
a domare i miei demoni. Ma questi ultimi avevano deciso
di non collaborare. E ora mi ritrovavo con una stanza
distrutta, un corpo distrutto e un’anima distrutta. “Ha
distrutto molte cose, la ragazzina con gli occhi da
cerbiatto”. In tutto questo dolore, trovo anche la forza di
lasciarmi scappare un sorriso mesto. Sorriso è una parola
grossa. É un ghigno sbilenco. Non lo vedo, ma posso
sentirlo da solo. Le mie membra si sono appesantite e
addormentate a furia di essere inattive. So che dovrei
alzarmi da qui, dovrei. Non ho la più pallida idea di che
ore siano. Il mio BlackBerry ha vibrato diverse volte. Ma
non mi importa un fottuto cazzo di chi possa voler parlare
con me. Io non ho voglia di parlare con nessuno. Ho
voglia solo di lei. Che mi ha appena distrutto la vita, per
inciso. Ma non importa. Potrebbe anche calpestarmi quel
briciolo di anima che ancora mi resta. Tutto pur di tenerla
ancora anche solo una volta tra le mie braccia. Lascio
sbattere la testa contro il muro dietro di me,
pesantemente. “Perché? Perché, Anastasia? Io stavo bene,
non avevo bisogno di nessuno. E tu sei arrivata, hai
mandato la mia vita a puttane, mi hai lasciato aver
bisogno di te. E poi sei fuggita. Come tutti gli altri”. Il mio
cervello tenta di darmi una mano nel modo che
preferisce. Sbattendomi in faccia la realtà, da saputello
egocentrico quale è. ‘Le hai fatto un male cane con quella
cinghia. E sì, lei te lo aveva chiesto, ma in qualità di suo
fottuto dominatore dovresti sapere cosa è meglio per lei.
E sapevi benissimo, mentre ansimavi di piacere sbavando
sul suo culo rosso fuoco, che quello non era il meglio per
Anastasia. Avresti dovuto fermarti anche senza nessuna
safeword. Avresti dovuto. Ma sei uno squallido pervertito
e ti piaceva cosa le stavi facendo. Ti piaceva vederla
soffrire, perché lei si era presa così tanto di te. Perché si
era addentrata troppo oltre, troppo dentro. Voleva
toccarti. E tu volevi quel tocco. Ma non potei permetterle
di renderti ancora più vulnerabile di quanto non sia
diventato nelle ultime settimane’. Quel pensiero mi
riscuote leggermente dal mio torpore. “Io non sono
vulnerabile. Io non voglio tornare ad essere vulnerabile.
Ho faticato tanto per avere il pieno controllo di me stesso
e della mia vita. Ora non sarà di certo una Miss Steele
qualunque a mandare tutto a puttane”. Eppure è così.
Perché lei può anche avermi lasciato, ma io sono certo
che nessun’altra potrà prendere mai il suo posto. Non
voglio avere più niente a che fare con questa stanza. Con
il mondo intero se è per questo. Ma quello, purtroppo,
non posso chiuderlo a chiave dietro una porta.
«Christian...»
Sospiro pesantemente.
«Grazie» sussurro.
«Elena...»
«Christian, tesoro... come stai?» chiede esitante.
La interrompo all’improvviso.
La mamma singhiozza.
«Buongiorno, Mr Grey»
«Buongiorno, Gail»
Ciao Christian,
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
Attendo ancora. I cinque minuti più lunghi della storia
della mia intera vita.
Da: Anastasia Steele
A: Christian Grey
Data: 8 giugno 2011 14.32
Oggetto: Domani
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
Cara Anastasia,
Portland è piuttosto lontana. Posso venire a prenderti alle 17. 45. Non
vedo l’ora di incontrarti.
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
Ci vediamo, allora.
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
Il pomeriggio passa in fretta ora che sono riuscito a
parlare con lei. Mi sembra di essere rinato. Alle 16 stacco
e vado da Flynn. La mia richiesta di un secondo
appuntamento dopo appena due giorni non lo ha stupito
più di tanto. Lo trovo nella sua solita posa, chinato sulla
scrivania a scrivere. Flynn ha sempre qualcosa da
scrivere. Ma, devo dire, mi piace di più quando ha
qualcosa da dirmi. Mi lascia accomodare e mi scruta,
come sempre.
Sospira piano.
«Sì, signore»
«Sì»
Le sorrido.
«Joe»
«Grazie, Joe»
«Ah, sì?»
«È all’altezza?» mi chiede.
«Grazie, Mr Grey»
«Miss... ?» chiede.
Sorrido beffardo.
Sospiro leggermente.
«Tu sei quella che voglio che tu sia» ribatto con forza,
come se volessi farle accettare il mio pensiero ad ogni
costo.
Taylor annuisce.
«Sì, signore»
«Sì» rispondo.
«Suppongo di sì»
«E le regole?» continua.
«Nessuna regola»
Le sorrido.
«Potrei guardarti dormire per sempre, Ana» le dico.
Aggrotta la fronte.
«Ah»
Le faccio un sorriso.
Arrossisce piano.
«No, Anastasia»
«Il mio capo vuole che esca a bere qualcosa con lui
domani» mi dice, stringendo piano gli occhi, aspettandosi
una mia sfuriata.
«Dove?» le chiedo.
«Non lo so»
«Bene»
«Entra» le ordino.
Sorrido teneramente.
Da: Christian Grey
A: Anastasia Steele
Data: 10 giugno 2011 00.03
Oggetto: iPad
Sono contento che ti sia piaciuto. Ne ho comprato uno anche per me.
Ora, se fossi lì, asciugherei le tue lacrime con i miei baci. Ma non ci
sono... perciò va’ a dormire.
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
A XXX
“Ti amo, Anastasia. Sto impazzendo per quanto ti
amo”.
Da: Christian Grey
A: Anastasia Steele
Data: 10 giugno 2011 00.15
Oggetto: Un’ultima richiesta
Sognami.
X
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
Mr Grey,
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
«Tesoro! Buongiorno!»
La sua voce è sempre così calma ed avvolgente. Come
un abbraccio. Uno di quelli che io non ho mai potuto
avere.
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
AX
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
La sua risposta è immediata.
Da: Anastasia Steele
A: Christian Grey
Data: 10 giugno 2011 17.40
Oggetto: Rischi?
Qual è il punto?
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
Deve aver capito che qui non c’è trippa per gatti.
Guardo Ana, che a sua volta fissa quella che dev’essere la
sua collega. Non mi ero neppure accorta di lei fino ad ora.
«Sì, signore»
«Bene, grazie»
Le sorrido sarcastico.
«Christian...»
“Merda”.
«In questo preciso momento ci stai litigando» le dico,
aggrottando la fronte.
“Ne hai bisogno, per quello che voglio farti. Per quanto
voglio scoparti”.
«Dove?» la provoco.
«Dappertutto» sussurra.
«Toccami»
«No» si lamenta.
“Ottimo”.
«Forse»
Mi avvicino lentamente a lei, il desiderio mi guida. Mi
protendo verso il fornello, spegnendolo. “Bene, Ana.
Avrai quello che vuoi”.
Arrossisce velocemente.
«Sei sicura?»
La guardo curioso.
«Sì»
Le sorrido arrogante.
«Stanotte» mormoro.
Le faccio un sorrisetto.
«Non mi sognerei mai, piccola, ma voglio
impiastricciare te e queste lenzuola» le prometto
lascivamente.
Sospira pesantemente.
«A che ora?»
Sospiro pesantemente.
«Sì, le parlerò»
Tento di distrarla.
«No! Buon Dio, no. Stava con me più o meno tre anni
fa. Poi se n’è andata e di lì a poco si è sposata» urlo per la
disperazione e la frustrazione.
Mi sento esposto.
«Sì»
«Ah» le dico.
«No» ribatte.
«Bene»
«Okay» acconsente.
Le lancio un’occhiataccia.
“Merda”.
Rido piano.
Controlla il pc.
«Christian, tesoro!»
“Merda!”.
La guardo inorridito.
“Merda!”.
Capitolo 8
Dopo che Elena mi ha augurato buona fortuna, fortuna
di cui ho seriamente bisogno a giudicare dall’espressione
cinerea di Anastasia, ritorno a grandi passi dalla mia
fidanzata. Ana è immobile, pallida, visibilmente infuriata.
“Cristo”.
«Mi dispiace, Ana. Non sapevo che lei fosse qui. Non
c’è mai. Sta aprendo un nuovo salone al Bravern Center,
ed è lì che va di solito. Ma oggi qui c’è qualcuno malato»
le spiego, diretto, cercando di liquidare la situazione.
«Sì» ammetto.
«Lei è qui»
«Capisco. Quando?»
«Stiamo indagando»
«E la scorta, Mr Grey?»
La fisso severamente.
«Bene»
Aggrotto le sopracciglia.
«Con Leila»
«È tutto» sussurra.
«Oh!»
«Come?» chiede.
Annuisco piano.
«È tutto pronto»
Ana mi segue.
«Sì, signora»
«Sette»
“Merda”.
«Sì» ammetto.
Stringo le labbra.
«Ma l’Audi...»
Arrossisce di colpo.
Sospira a fondo.
Sospiro.
«No» le rispondo.
Le lancio un sorrisetto.
“Rieccola all’attacco”.
Sorrido.
«Problemi?»
«No»
Mi scruta a fondo.
Trattengo un sorrisetto.
Arrossisce all’improvviso.
Ridacchio piano.
«Premi»
Non mi ero mai sentito così prima di lei. Mai. Mai così
preso da una persona, così possessivo, così determinato a
condividere la mia vita e tutto quello che sono con un
altro essere umano. Non ho mai pensato seriamente al
mio futuro. Ma ora, mi ritrovo costantemente a pensare a
come sarebbe potermi svegliare tutti i santi giorni della
mia vita accanto a lei. E lo voglio. Voglio tutto questo con
lei. Con Anastasia.
«Anastasia, fermati»
«Oh» esclama.
«Illuminami» mormora.
«Succhia» le dico.
«Christian!»
«Christian»
Istintivamente rabbrividisco.
«Molta» sussurra.
Non vedo l’ora di essere da solo con lei. Non vedo l’ora
di lasciare scivolare le mie mani tra le sue gambe,
infilando le dita nel suo sesso bagnato. Non vedo l’ora di
liberare la mia erezione e...
«Il primo ballo sarà con me, okay? E non sarà sulla
pista» le mormoro all’orecchio, mentre lei si avvicina a
me.
«John»
«Ana» la chiamo.
«So che sei legato a lei dagli affari ma...» inizia a dire,
guardandomi. Poi rinuncia, esasperata, sconfitta, stanca.
Abbassa le braccia e mi guarda sospirando. «Ho bisogno
della toilette» mi dice a denti stretti, lanciandomi
un’occhiataccia.
«Mr Grey»
«Sì»
Annuisce, silenziosa.
Annuisce nuovamente.
«Grazie, Sawyer»
“Cristo!”
«Va bene»
«Grey»
«Armagnac?» suggerisco.
«Sì, grazie»
Annuisce.
«Tu vuoi me, piccola, e io voglio te. Sai cosa devi fare»
le intimo.
«Sì» conferma.
«Dimmelo» le ordino.
Aggrotto la fronte.
«Sì, signore»
«Eccellente»
Mi giro e le sorrido.
«Eva Cassidy»
«Oh»
«È morta giovane»
«Oh»
Ci tengo che oggi tutto sia per noi due. Voglio che si
rilassi. E che sia felice. É il mio obiettivo di vita rendere
felice questa donna meravigliosa.
«Come si chiama?»
«Mac»
«Piacere» dice.
«Quindici nodi»
La mia mano scorre sulla sua pelle, fino alla sua vita,
mentre il suo corpo si inarca sotto le mie carezze. Le
succhio voracemente i seni morbidi e sodi, mentre le mie
dita scorrono ovunque, esplorandola a fondo. Quando
arrivo al ginocchio, le tiro su la gamba all’improvviso,
piegandola sopra i miei fianchi. Spingo la mia erezione
tra le sue gambe, strusciandomi addosso a lei mentre
sussulta. Sorrido contro il suo seno, rotolando sulla
schiena e portandola sopra di me. Allungo la mano e
trovo il preservativo, passandoglielo. Ana scivola sulle
mie gambe, afferrando il mio uccello che pulsa
violentemente. Si china lentamente su di me, baciandone
la punta. Poi apre la bocca e lo succhia delicatamente e
lentamente, stringendolo forte. La sua lingua turbina in
circolo. Torna a succhiare forte. Sono senza fiato, senza
parole, sto per venire. Ma non ho la forza di staccarla da
me. Cristo santo, è splendido! Gemo forte, inarcando i
fianchi e spingendomi tutto nella sua bocca. “Cristo
santissimo! Sono tuo. Sono completamente tuo. Fammi
quello che vuoi, Anastasia!”. Ma lei succhia un’ultima
volta, fortissimo. Poi si stacca, guardandomi e leccandosi
le labbra. Sono senza fiato e non posso fare altro che
guardarla. Velocemente apre la bustina del profilattico e
lo srotola su di me. Allungo una mano verso di lei, che
afferra prontamente, e poi l’aiuto a posizionarsi su di me.
Lentamente, senza smettere di guardarmi, affonda su di
me, accogliendomi tutto dentro di lei. Gemo ancora,
profondamente, e così fa lei. Con le mani le afferro i
fianchi, iniziando a spingermi dentro di lei. I suoi seni
meravigliosi sobbalzano per il nostro movimento. Chiude
gli occhi e geme sonoramente, accendendo ancora di più
il mio desiderio.
«Grey»
«Grande notizia»
«Bene. Sì»
«Anch’io»
Immediatamente mi eccito.
«No»
«Temo solo che questo non sia abbastanza per te. Sai,
per scaricarti». Parla lentamente, come se fosse una
confessione che ci allontanerà.
Rido di cuore.
«Okay»
«Sì»
«Okay» accetta.
Esegue subito.
«Sì»
«Okay» le dico
Caro Mr Grey,
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
Christian,
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
Christian,
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
Per favore, dimmi che non interferirai con il mio lavoro. Voglio
davvero andare a quel convegno. Non avrei dovuto chiedertelo. Ho
cancellato la mail offensiva.
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
Mi appoggio allo schienale, serrando gli occhi e
tentando di farmi passare l’incazzatura.
Da: Anastasia Steele
A: Christian Grey
Data: 13 giugno 2011 10. 46
Oggetto: Cresci
Christian,
non ho bisogno di essere protetta dal mio capo. Potrebbe anche farmi
delle proposte, ma io gli direi di no. Non puoi interferire. È sbagliato
e prepotente sotto ogni punto di vista.
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
Ana,
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
I minuti passano in silenzio, mentre guardo fuori dalla
finestra. Non ci provo neppure a concentrarmi sul lavoro.
Non servirebbe a nulla. L’orologio mi dice che manca
mezz’ora al mio appuntamento con Flynn. Forse potrei
anticipare.
Da: Anastasia Steele
A: Christian Grey
Data: 13 giugno 2011 11. 15
Oggetto: FW appuntamento a pranzo o peso irritante
Christian,
Cara Anastasia,
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
«Grey»