Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
La via sottocutanea prevede che il farmaco venga somministrato, attraverso una siringa, nel
tessuto sottocutaneo.
Quando
Dove
Come
Posizionamento di ago o catetere
Gli studi
- la somministrazione di soluzioni
- la somministrazione di farmaci
- reazioni avverse
Conclusioni
Bibliografia
Per praticità e virtuale assenza di rischi, la via orale è la via di somministrazione preferenziale
dei farmaci, ma in alcune situazioni non è praticabile, rendendo necessario il ricorso a vie di
somministrazione alternative. La somministrazione sottocutanea, per semplicità, scarsa invasività
e facilità di reperimento dei dispositivi necessari, rappresenta una valida alternativa in tutte
quelle situazioni in cui il paziente non riesce ad assumere farmaci per bocca e,
contemporaneamente, la somministrazione endovenosa risulta problematica (es. le vene sono
"sfruttate" e l'inserimento dell'ago provoca dolore), situazioni queste che frequentemente si
riscontrano nell'assistenza ai pazienti geriatrici e nell'ambito delle cure palliative. Questo articolo
si propone di fare il punto sulle conoscenze attualmente disponibili.
Quando
La somministrazione sottocutanea può rappresentare una via di somministrazione alternativa in
caso di1:
Con la via sottocutanea si possono raggiungere degli effetti locali (ad esempio un anestetico
locale) o sistemici (ad esempio un farmaco che agisca a livello sistemico, come l'insulina). Nella
via sottocutanea, rispetto alla via intramuscolare, il volume iniettabile (al max 2 ml.) è
nettamente inferiore, l'assorbimento molto più lento ed il dolore più intenso, dato che il tessuto
cutaneo possiede molte più terminazioni nocicettive rispetto al muscolo. La velocità di
assorbimento dipende dal grado di irrorazione della zona, quindi si deve ricordare che se si
vuole ottenere un effetto localizzato il farmaco andrà associato ad un vasocostrittore. Se invece si
vuole aumentare l'area di contatto il medicinale sarà associato all'enzima ialuronidasi, che grazie
alla sua attività riduce la consistenza del collagene.
VANTAGGI:
SVANTAGGI:
Dove
Idealmente, tutti i tessuti sottocutanei con massa sufficiente, in assenza di alterazioni cutanee o
edemi, possono essere utilizzati per la somministrazione sottocutanea1. Nei pazienti allettati,
vengono utilizzate di preferenza la fascia antero-laterale esterna della coscia, la fascia laterale
dell'addome, lontano dalla zona periombelicale, e la fascia esterna delle braccia1,2.
Le aree dorsali (regione periscapolare) vengono utilizzate di preferenza nei pazienti agitati o
confusi che tendono altrimenti a strapparsi il dispositivo di perfusione, ma sono da utilizzare
esclusivamente per l'iniezione di volumi ridotti (0,5-2,5 ml)1. Spesso viene utilizzata anche la
regione sottoclavicolare, a tre dita traverse al di sotto del centro della clavicola1,2 (vedi Figura 1).
La scelta del sito d'iniezione deve avvenire in funzione della sensibilità locale del paziente e,
quando possibile, deve tener conto delle sue preferenze, della sua autonomia (mobilizzazione) e
della facilità d'accesso2.
^ Top
Come
Le soluzioni possono essere somministrate per iniezione sottocutanea intermittente o per
infusione continua. Al fine della somministrazione, oltre al normale materiale da medicazione
(soluzione antisettica, compresse di garza), è sufficiente un catetere flessibile in teflon o vialon,
un ago metallico tra 22 e 25 Gauge o un microinfusore ad alette, un sistema adesivo di fissaggio
e, se si somministra la soluzione per infusione continua, un serbatoio che ceda il farmaco a
velocità costante (es. pompa elastomerica)1,2. In base ai risultati di studi comparativi, i cateteri
flessibili sembrano preferibili agli aghi metallici perché possono essere lasciati in situ più a lungo
(in media 6 giorni vs. 4 giorni per gli aghi metallici) e sembrano essere associati ad un rischio
minore di reazioni locali1.
Il volume massimo di soluzione somministrabile come iniezione sottocutanea singola è di 2,5 ml,
mentre per infusione continua, possono essere somministrati volumi maggiori, abitualmente alla
velocità di 1ml/min1,2. La velocità di infusione non è ben codificata: quella più frequentemente
utilizzata negli studi è stata 1ml/min, ma sono state utilizzate portate fino a 25 ml/min. Basse
velocità di flusso (tra 1 ml/min e 2 ml/min) sembrano ridurre il rischio di edema locale3.
Inoltre, secondo la maggior parte degli autori, per ridurre il rischio di edema locale dovuto ad un
riassorbimento insufficiente, non si deve superare un volume di 1.500 ml nelle 24 ore (ossia una
portata dell'ordine di 1 ml/min) in un unico sito d'iniezione sottocutaneo2,3. E' comunque
possibile somministrare fino a 3 litri nelle 24 ore utilizzando due siti d'iniezione1,2. Volumi fino
ad un litro sono stati somministrati anche in lassi di tempo più brevi (2-4 ore)3-5. Per lasciare il
paziente libero durante il giorno è possibile ricorrere ad infusioni sottocutanee notturne6.
^ Top
Posizionamento
L'ago o il catetere devono essere posizionati nel senso della circolazione venosa. E' possibile
utilizzare due siti d'iniezione differenti per facilitare la diffusione locale delle soluzioni infuse
(ad esempio, un sito può essere utilizzato per la somministrazione del/i farmaco/i e l'altro per
l'idratazione) oppure se si devono somministrare contemporaneamente soluzioni di farmaci
incompatibili tra loro1,2.
Dopo aver disinfettato la pelle, sostenere la siringa con una mano, in posizione parallela e
tangenziale alla pelle. Con l'altra mano stringere la cute in modo da formare una plica. Effettuare
la puntura in modo deciso alla base della piega cutanea (vedi Figura 2). Una leggera aspirazione
una volta che l'ago è in sede serve a garantire l'assenza di lesioni vascolari1. Se compare
immediatamente dolore, è possibile che l'ago sia stato inserito nel muscolo. Se è presente un
sanguinamento nel punto d'iniezione, un vaso può aver subito un danno. In entrambi i casi,
bisogna ritirare l'ago. L'iniezione deve essere praticata lentamente nel caso della perfusione; il
catetere deve potersi muovere liberamente tra la pelle e il muscolo sottostante. Quando tutto il
farmaco è stato somministrato, si applica alla base dell'ago un tampone e si ritira l'ago1. Piccoli
movimenti circolari effettuati con il tampone permettono di rompere il parallelismo dei piani
cutanei e di migliorare la diffusione del liquido. In caso di somministrazione di farmaci che
possono provocare dolore si può applicare a livello del sito d'iniezione una crema anestetica o un
cerotto a base di un anestetico locale (es. Emla) un'ora prima della somministrazione1,7. Se si
devono effettuare iniezioni ripetute, si può lasciare in sede un catetere corto proteggendolo con
una medicazione adesiva trasparente (es. Tegaderm o Opsite) per permettere un'ispezione visiva
del punto d'iniezione. Dopo ogni somministrazione, raccordo e catetere vanno lavati con
soluzione fisiologica, e quindi chiusi con l'apposito tappo1.
^ Top
Gli studi
Nonostante il crescente interesse nei confronti di questa modalità di somministrazione, sono
pochi gli studi che ne hanno valutato vantaggi e accettabilità da parte dei pazienti e si tratta per lo
più di studi che hanno riguardato la somministrazione di fluidi per la reidratazione
(ipodermoclisi), soprattutto in soggetti anziani1-3,8.
Reazioni avverse
Gli eventi avversi imputabili alla infusione sottocutanea riportati in letteratura sono poco
numerosi. I più frequenti sono rappresentati dalle reazioni locali nel punto d'iniezione2,3:
Conclusioni
La somministrazione sottocutanea di farmaci e fluidi è una modalità di somministrazione meno
impegnativa e meno aggressiva rispetto alla via venosa e può risultare più confortevole
soprattutto negli anziani o nei pazienti terminali. La semplicità di esecuzione ne permette
l'impiego a domicilio o nelle strutture di ricovero e consente di evitare l'ospedalizzazione.
Purtroppo al momento non sono molti i farmaci studiati e ci si basa perlopiù su indicazioni
dettate dalla pratica medica. Il crescente interesse nei confronti di questa modalità di
somministrazione, anche alla luce del crescente bisogno nell'ambito dell'assistenza domiciliare di
pazienti geriatrici o delle cure palliative, dovrebbe rappresentare uno stimolo a migliorare le
conoscenze disponibili.