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Definizione di acquedotto

Si riportano qui di seguito le definizioni di acquedotto e delle varie parti che lo costituiscono
(supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 48 del 21.2.77):

• Si intende per acquedotto il complesso degli impianti di attingimento, di trattamento, di trasporto


e di distribuzione dell’acqua;

• Per impianto di attingimento si intende il complesso delle opere occorrenti per la raccolta, la
regolazione, la derivazione e la protezione di acque sotterranee o superficiali;

• Per impianto di trattamento si intende il complesso delle opere occorrenti per conferire alle
acque attinte le particolari caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche richieste dalla loro
destinazione (tale impianto può essere costituito dalle sole apparecchiature destinate alla
disinfezione delle acque);

• Per impianto di trasporto si intende il complesso delle opere occorrenti per convogliare le acque
degli impianti di attingimento agli impianti di distribuzione;

• Per impianto di distribuzione si intende il complesso dei serbatoi, della rete di distribuzione e
delle relative diramazioni fino al punto di consegna agli utenti.
Più semplicemente, si può ritenere che un acquedotto cittadino consta, essenzialmente, di
quattro parti:

• le opere di presa, destinate a raccogliere la quantità di acqua necessaria;

• le opere di convogliamento (o di trasporto) delle acque, dalla presa fino in prossimità


dell'abitato;

• le opere di immagazzinamento o serbatoi, situate per lo più al termine dell’opera di


trasporto, in vicinanza dell’abitato, e che provvedono ad una funzione di riserva e di
compenso di cui si dirà;

• la rete di distribuzione, che assicura la distribuzione dell’acqua a tutti gli utenti.

R
OPERE DI E
PRESA SERBATOIO
CONVOGLIAMENTO T
E
OPERE DI CAPTAZIONE FONTI CONVENZIONALI
(DPR n°515/1982, ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA (CEE) N. 75/440 CONCERNENTE LA
QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI DESTINATE ALLA PRODUZIONE DI ACQUA
POTABILE. ECOLOGIA)

• Per l’approvvigionamento idropotabile ci si riferisce ad acque sotterranee, di sorgente o di


falda (superficiale, profonda o subalvea). In caso di insufficienza di tali fonti si ricorre
all’acqua superficiali (fiumi, laghi) e, in casi rari, all’acqua marina. Le acque piovane, captate
in cisterne, è opportuno non vengano utilizzate per il consumo umano.
• Per ogni fonte, è necessario produrre uno studio idrogeologico sufficientemente lungo (un
ciclo idrologico abbondante ~ 15 mesi).
• Le fonti da cui si attinge acqua vanno protette (DPR n° 236/1988, n° 152/2006),
individuando le zone di tutela assoluta (raggio ~ 10 m, recintata, eventualmente provvista di
drenaggio), le zone di rispetto circostanti quelle di tutela assoluta (raggio 200 m, vietate
attività di scarico) e di protezione (area individuata dalla Regione che contempli la zona di
ricarica della falda e quella di riserva).
Captazione da sorgenti

• Le acque di sorgente sono le più appetite per consumo umano. Esiste un elenco delle
sorgenti italiane (Servizio Idrografico Centrale).

• La scaturigine rappresenta l’intersezione della falda freatica o artesiana con la


superficie topografica.

• Lo studio dell’acqua di sorgente deve stabilirne la portata media annua, la sua qualità,
temperatura, etc. secondo le tabelle del DPR 31/2001 (acque destinate al consumo
umano). Non si può alterare la disponibilità annua, per esempio abbassandone la
soglia di sfioro, perché si altererebbe la disponibilità complessiva.

• La realizzazione dell’opera di captazione è delicata perché in nessun caso bisogna


interagire con la scaturigine ed il suo stato, gli scavi sono dunque realizzati, quando
necessario, senza l’ausilio di mezzi meccanici.
Captazione da sorgenti
Captazione da sorgenti
• Nelle figure PPS allegate sono presenti gli schemi di bottini di presa da sorgente. La vasca
di raccolta è dotata di idrometrografo per misurare la portata scaturita. Dopo la vasca di
raccolta vi è il passaggio dell’acqua alla vasca di calma o sedimentazione, attraverso un
doppio sfioratore (triangolare, per portate sino a 20÷30 l/s).
• La vasca di sedimentazione deve essere dimensionata in modo da non creare rigurgiti
verso monte; se essa deve funzionare da dissabbiatore, è opportuno che la velocità
dell’acqua sia contenuta tra i 10 e 20 cm/s. Nel caso le acque sorgive trascinino sabbia o
detriti, bisogna prevedere vespai prima della vasca di raccolta.
• La vasca di presa segue quella di sedimentazione ed è dotata di sfioro e scarico, la presa è
protetta da sugheruola. Anche essa è dotata di misuratore di portata (venturimentro). La
differenza tra la portata transitata tra le due vasche è quella non utilizzata, ma
eventualmente disponibile.
• Può accadere che l’acqua della sorgente sia in eccesso rispetto ai fabbisogni, in tal caso si
realizza un PARTITORE.
• Al contrario, se l’acqua proviene da più scaturigini, ognuna non sufficiente al fabbisogno
stimato, bisogna convogliare l’acqua verso bottini di riunione.
• Può accadere che l’affioramento della sorgente non sia puntuale ma continuo, ovvero una
polla, in tal caso l’acqua verrà raccolta a mezzo di un CUNICOLO.
Captazione da sorgenti
L’opera di captazione vera e propria è definita “BOTTINO DI PRESA”

PARTI PRINCIPALI:

• Vasca di calma e/o di sedimentazione (10-20 cm/s)

• Opera di sfioro

• Opera di presa

• Scarico

• Sezione di misura

• Camera di manovra

• Sistemi di antintrusione

• Area di rispetto
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Opera di presa da sorgente
Captazione da sorgente con Cunicolo
GALLERIE FILTRANTI
FALDE FREATICHE o di SUBALVEE DI FIUMI
POZZI
FALDE PROFONDE

Galleria filtrante
Q
q
l
2
H 2  h0
qk
2L
H
h
x

h 2  h02  H 2  h02L
h0

x
L
Pozzo auto-affondante
Pozzo perforato
I sistemi di perforazione:

A percussione: avviene a secco

A rotazione: avviene con circolazione

Le operazioni per la costruzione di un pozzo sono:

1. Perforazione

2. Infissione del TUBO FORMA

3. Inserimento del FILTRO DRENANTE

4. Tampone
MET. DI
PERCUSSIONE A
SECCO ED A
CUCCHIAIA

SCALPELLO CON
CIRCOLAZIONE
D’ACQUA

SCALPELLO A SECCO
Perforazione
a percussione

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Perforazione a rotazione Vantaggio:+ adatto
a pozzi di D
superiore a 600mm
Svantaggio: rapida
usura della pompa

METODO DIRETTO METODO INVERSO


Idraulica dei pozzi: FALDA IN PRESSIONE
Valutazione della Portata Emungibile
Legge di DARCY: V= f I
f = coefficiente di filtrazione
dh cadente piezometrica
I
dr
dh
q  2    r  f I e  2   r  f  e
dr
q
h  ln r  cos t
2ef
D
r h=h0 in corr. del pozzo
2
q 2r
Quindi: H  h 0    ln
2ef D
per h=H diventa:

2ef
q   q  K
2R
ln
D La q è funzione lineare della depressione
La curva caratteristica del pozzo è OA
q  2 r  f h
dh Idraulica dei pozzi: FALDA FREATICA
dr
q
h2   ln r  cos t
f

Per r =D/2 h=h0


q 2r
h 2  h 02  ln
f D
da cui:
q 2R
H 2  h 02  ln
f D
q 2R
  H  h0  ln
f (H  h 0 ) D
q  p( 2H  )

Q non è + lineare con la depressione ma


diviene funzione quadratica di essa. La curva
caratteristica del pozzo è OBA
CAPTAZIONE DA ACQUE SUPERFICIALI
Fiumi/Torrenti

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Derivazione con traversa
Derivazione con traversa

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CAPTAZIONE DA ACQUE
SUPERFICIALI
Laghi
CAPTAZIONE DA ACQUE SUPERFICIALI
Laghi
Al variare del livello dell’invaso la presa
attiva dovrà essere quella posta al
disotto di almeno 5 m dal pelo libero al
fine di limitare l’effetto delle escursioni
termiche ed evitare il pescaggio dal
fondo che risulterebbe più torbido.

Volume
utile

Volume
morto

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CAPTAZIONE DA
ACQUE
SUPERFICIALI
Laghi
TORRE DI PRESA

Paratoia
piana

Presa
Scarico

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PRESA IN CARICO

Al
serbatoio
a servizio
del centro
urbano

Apparecchiature:
Sfiato a monte ed a valle ed eventuale scarico
Valvola di intercettazione con giunto di smontaggio
Misuratore di portata posto ad adeguata distanza dalle apparecchiature di monte e di valle
Valvola di Regolazione con DN < DN tubazione
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PRESA Al serbatoio a servizio
IN del centro urbano

CARICO

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