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David è una delle figure centrali dell’Antico Testamento, presentato come il

personaggio intorno al quale nasce Israele come nazione. Il nome “David”, che
significa, sembra, il “prediletto”, ricorre nella sola Bibbia ebraica ben 1085 32

volte, secondo solo ad altri due nomi propri, significativamente YHWH e Israele.
Nel 1993 è stata scoperta a Tel Dan, nel nord d’Israele, una stele in aramaico
che riporta un’iscrizione attribuita a Cazaèl, re di Damasco (cf. 1Re 19,15) e
databile circa nell’anno 853 a.C., dove Cazaèl si vanta di aver ucciso dei re
della “casa di David”: questo discusso testo potrebbe essere forse la prima
conferma storica, fuori dai testi biblici, dell’esistenza di David qui ricordato a
poco più di un secolo dalla morte.
Di fronte al grande spazio che David ha nel testo biblico, nell’Antico ma anche
nel Nuovo Testamento, le fonti extrabibliche e l’archeologia
sorprendentemente tacciono. Ancora una volta, se noi non avessimo il testo
biblico a disposizione, di David sapremmo ben poco. Su di lui possiamo leggere
nella Bibbia due cicli importanti di narrazioni: la cosiddetta “storia dell’ascesa
di David al trono” (1Sam 16 - 2Sam 4) e la “storia della successione al trono di
David” (2Sam 9 - 1Re 2) . La prima raccolta narra come David sia riuscito a
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diventare re, attraverso il conflitto con Saul, fino alla morte di lui in battaglia
contro i Filistei. Il secondo testo è centrato sulla rivolta del figlio Assalonne e,
nella parte finale, sugli intrighi che portano al potere l’altro figlio, Salomone.
31 SOGGIN, Storia di Israele, 201.
32 Per Bibbia Ebraica si intende quella parte dell’Antico Testamento scritta in ebraico che
forma il canone delle Scritture Sacre per l’ebraismo. La Chiesa cattolica aggiunge al canone
dell’Antico Testamento altri testi, per lo più scritti in greco, noti come ‘deuterocanonici’. Si
veda anche la nota ….
33 L’esistenza di una tale “storia della successione” è in realtà oggi molto discussa; si può
pensare all’unità narrativa di 2Sam 10-20 come a una sorta di “biografia teologica” relativa
alla storia del re David e delle conseguenze del suo peccato (2Sam 11-12).
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Nel mezzo alle due serie di racconti, una sezione più piccola con storie legate
all’Arca della Alleanza (in particolare 2Sam 6) e, in 2Sam 7, la ben nota
profezia fatta a David da Natan concernente il futuro della dinastia davidica.
Questi capitoli sono come piccoli “romanzi storici” che incorporano tuttavia
elementi provenienti probabilmente da annali ed archivi regali e, da questo
punto di vista, costituiscono un vero e proprio testo di propaganda politica. A
più riprese si nota l’interesse teologico del redattore, interesse ancora più
evidente nella storia di David contenuta in 1 Cr 10-29, testo composto
tardivamente, in epoca postesilica. E’ interessante vedere come la figura di
David nei racconti di 1 e 2 Samuele non venga affatto idealizzata; i suoi difetti
e le sue colpe vengono narrate con grande chiarezza (ad es. la storia di
Betsabea in 2Sam 11–12 e il racconto del censimento in 2Sam 24), senza che
vi sia alcuna esaltazione del personaggio.
La situazione storica presente all’epoca dell’ascesa di David al trono vede un
momentaneo indebolimento dell’Egitto, a partire dalla fine del regno di
Ramsete III (1206-1175 a.C. circa), mentre l’impero assiro è ancora lontano
dall’aver raggiunto la sua massima potenza. Il contesto appare dunque
favorevole alla nascita di un regno come quello di David, quasi uno Stato
cuscinetto tra la superpotenza egiziana e quella assira.
L’origine di David appare legata alla città di Betlemme, un piccolo villaggio 13
km a sud di Gerusalemme, sui monti della Giudea: il primo libro di Samuele ce
lo presenta come un giovane pastore, scelto dal profeta Samuele, che entra al
servizio del re Saul, come suo scudiero. Il ben noto racconto popolare
sull’uccisione di Golia, il gigante filisteo, dipinge un David eroico che, da amico
di Saul, diventa suo nemico, costretto a fuggire a causa della gelosia suscitata
nel re, nevrotico e sospettoso. Non siamo assolutamente in grado di valutare la
portata storica di questi episodi che risentono di amplificazioni popolari e
successive riletture di carattere sia ideologico che teologico: appare invece più
verosimile la presentazione di un David capobanda, un capo militare che cerca
di soppiantare Saul (cf. 1Sam 27). David, con l’appoggio dei Filistei, dei quali è
vassallo, riesce ben presto a crearsi una posizione di potere al sud, fino a
diventare re di Giuda ad Hebron (2Sam 2,4). Alla morte di Saul si creano le
condizioni politiche favorevoli perchè David, ancora appoggiato dai Filistei,
possa prendere il potere anche sul resto di Israele, le tribù del nord. Per la
prima volta Giuda (il sud) e Israele (le tribù del nord) si trovano uniti, unione
che, come vedremo, durerà ben poco.
Una delle prime imprese di David, verso l’anno 1000 a.C., è la conquista di
Gerusalemme, una delle tante città-stato cananee, che David crea subito
capitale del suo nuovo regno (2Sam 5). L’arrivo dell’Arca dell’Alleanza, segno
della presenza del Dio di Israele, (2Sam 6) è il segno più chiaro della
consacrazione di Gerusalemme a capitale del regno. Il motivo è evidente:
Gerusalemme è una città in posizione neutrale, a metà strada tra il nord e il
sud, una chiara scelta di compromesso, cui si aggiunge la favorevole posizione
strategica di cui la città gode. L’archeologia non rivela nessun particolare
ampliamento della città in questo periodo: Gerusalemme aveva dimensioni
estremamente ridotte, limitate alla parte meridionale della collina dell’Ofel (v.
cartina n°2).
L’ascesa di David crea, com’è naturale, un forte contrasto con i vecchi
sostenitori, i Filistei, che tuttavia vengono battuti nelle due campagne narrate
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in 2 Sam 5,l7-21.23-25. Altre campagne militari condotte da David dentro e
fuori il suo piccolo regno ne consolidano la posizione e gli permettono di
assumere posizioni di forza anche nei confronti degli stati vicini (moabiti,
ammoniti, edomiti, aramei…). E’ molto dubbio

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