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AMMISSIBILITÀ DEL DEPOSITO TELEMATICO DEGLI ATTI INTRODUTTIVI NEL PCT

Molti di noi che hanno da tempo iniziato ad utilizzare la trasmissione telematica


degli atti nei giudizi civili, si sono trovati di fronte alla questione inerente la
possibilità o meno di depositare telematicamente anche gli atti introduttivi del
giudizio.
Il problema in effetti non si era posto fino a quando alcune (isolate) decisioni hanno
messo in dubbio tale possibilità spingendosi perfino a ritenere la nullità di tale
pratica.
Decisioni (da alcuni definite scellerate) che hanno fatto miope applicazione della
normativa dettata in tema di informatica giudiziaria in generale e del processo civile
telematico in particolare.
Al contrario, e per fortuna, sembra vada consolidandosi l’orientamento opposto che
ammette la trasmissione telematica degli atti introduttivi del giudizio.
Ma procediamo per gradi.
L’orientamento giurisprudenziale contrario alla costituzione in giudizio telematica,
sia essa dell’attore che del convenuto, si fonda su una errata lettura della normativa
(certo non limpidamente coordinata) in tema.
Si sostiene, infatti, che ai sensi dell’art. 16 bis della legge n.221/12, modificato
dall'art. 44, comma 2, decreto-legge n. 90/14 (Obbligatorietà del deposito
telematico degli atti processuali) prevede che “Salvo quanto previsto dal comma 5,
a decorrere dal 30 giugno 2014 nei procedimenti civili, contenziosi o di volontaria
giurisdizione, innanzi al tribunale, il deposito degli atti processuali e dei documenti
da parte dei difensori delle parti precedentemente costituite ha luogo
esclusivamente con modalità telematiche, nel rispetto della normativa anche
regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei
documenti informatici.” …. il deposito con modalità telematica sarebbe previsto
esclusivamente per gli atti processuali delle parti già costituite. (così Tribunale di
Pavia, sez. Civile, ordinanza 22.07.2014 est. Cortellaro; conf. Tribunale Torino
15.07.2014 - est. Rizzi).
A ben vedere, al contrario, deve rilevarsi come quell’esclusivamente si riferisca solo
al deposito degli atti processuali e dei documenti da parte dei difensori delle parti
precedentemente costituite … e non anche degli altri atti del giudizio: nello stabilire
l’obbligo del deposito telematico esclusivamente per gli atti endoprocessuali, non
esclude in alcun modo la facoltà del deposito telematico degli altri atti.
L’esegesi delle fonti normative, peraltro, da prova di quanto appena affermato.
Del Processo Civile Telematico (PCT) si occupa già l’originaria normativa dettata dal
DPR n.123/2001 (disciplina sull'uso di strumenti informatici e telematici nel processo
civile, nel processo amministrativo e nel processo dinanzi alle sezioni giurisdizionali
della Corte dei conti), tuttora in vigore ad eccezione del processo amministrativo e
contabile), del quale l'art.20 bis comma 4 del D.L. 18.10.2012, n.179 (conv. con
modif. in Legge 17.12.2012 n.221) ha disposto la cessazione dell’efficacia dalla data
di cui al comma 3.
Il DPR 123/01 cit. non è stato mai abrogato, né può ritenersi abrogato dal successivo
DM n. 44/2011 che ha disposto all’art.37 che cessano di avere efficacia nel processo
civile le disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica n. 123/2001 e del
decreto del Ministro della giustizia 17 luglio 2008. E ciò perché il DPR 123/01 è
norma di rango costituzionale superiore al regolamento ministeriale, quale è il DM
n.44/2011 su cui prevale.
Il DPR 123/11, dunque, emanato sulla scorta di ulteriori norme di legge, prima fra
tutte il d.lgs. n. 39/1993 (Norme in materia di sistemi informativi automatizzati delle
amministrazioni pubbliche), all’art. 4, comma 1, stabilisce che tutti gli atti e i
provvedimenti del processo possono essere compiuti come documenti informatici
sottoscritti con firma digitale.
Il successivo art.9 del vigente DPR 123/11, in tema di deposito degli atti introduttivi
del processo civile, DPR stabilisce specificamente che “la parte che procede
all'iscrizione a ruolo o alla costituzione in giudizio per via telematica trasmette con il
medesimo mezzo i documenti probatori come documenti informatici o le copie
informatiche dei documenti probatori su supporto cartaceo”.
Non solo, dunque, la normativa consente (e non obbliga) il deposito telematico dei
predetti atti introduttivi e dell’iscrizione a ruolo, ma la stessa non è contrastata da
alcuna norma, non potendosi considerare contrastante l’art. 16 bis D.L. n. 179/2012
che definisce esclusivamente il perimetro dell’obbligatorietà del PCT e quindi gli atti
obbligatori (non escludendo alcuna facoltà di deposito di altri atti) e neanche
l'art.44 che D.L. n. 90/2014 che prevede che nei casi previsti dai commi 1, 2 e 3
dell'articolo 16 bis del D.L. n.179/11, gli atti processuali ed i documenti possono
essere depositati con modalità telematiche e in tal caso il deposito si perfeziona
esclusivamente con tali modalità.
A ben vedere, dunque, la normativa legittima tutti i depositi telematici pregressi e
futuri, depositi telematici non esclusi neppure dal c.p.c. laddove, disponendo all’art.
72 delle disp. att. che il deposito dell’atto introduttivo si perfeziona con la consegna
al cancelliere, non disciplina le modalità (modus) di detta consegna, che
evidentemente può avvenire anche in forma telematica nel rispetto delle norme di
legge in commento.
Allo stesso risultato si perviene ai sensi dell’art. 121 cpc laddove sancisce che gli atti
del processo per i quali non siano richieste forme determinate, possono essere
compiuti nella forma più idonea al raggiungimento dello scopo.
Sull’argomento in data 27.6.2014 è pure intervenuta Circolare del Ministero della
Giustizia, con cui è stato chiarito come “l’entrata in vigore delle norme di cui all’art.
16 bis d.l. cit. non innovi in alcun modo la disciplina previgente in ordine alla
necessità di un provvedimento ministeriale per l’abilitazione alla ricezione degli atti
introduttivi e di costituzione in giudizio. Dunque, nei Tribunali già abilitati a ricevere
tali atti processuali ai sensi dell’art. 35 d.m. n. 44/11, continuerà a costituire facoltà
(e non obbligo) delle parti, quella di inviare anche gli atti introduttivi o di
costituzione in giudizio mediante deposito telematico” (v. Circ. cit. pag.3).
Detta circolare ministeriale confonde però la portata dei decreti dirigenziali.
Le regole tecniche del DM n.44/2011, invero, prevedono certo che l'attivazione
della trasmissione dei documenti informatici da parte dei soggetti abilitati esterni è
preceduta da un decreto dirigenziale che accerta l'installazione e l'idoneità delle
attrezzature informatiche, unitamente alla funzionalità dei servizi di comunicazione
dei documenti informatici nel singolo ufficio., ma i decreti della DGSIA, non possono
e/o debbono contenere alcuna lista di atti depositabili, dovendo solo accertare
l’idoneità delle infrastrutture informatiche del Tribunale destinatario dei depositi
telematici.
Con la conseguenza che i depositi di atti telematici (anche introduttivi) non
potranno mai essere rifiutati.
Da ultimo non va neppure dimenticata l’operatività del Codice dell’Amministrazione
digitale che peraltro, all’art. 45 prevede che i documenti trasmessi da chiunque ad
una pubblica amministrazione con qualsiasi mezzo telematico o informatico, idoneo
ad accertarne la fonte di provenienza, soddisfano il requisito della forma scritta e la
loro trasmissione non deve essere seguita da quella del documento originale.
Con la conseguenza che anche solo tale norma consentirebbe di depositare
telematicamente un qualsiasi atto presso un qualsiasi Tribunale.
Concludendo ai sensi dell’art. 16bis l. 17.12.2012 n. 221 gli atti introduttivi del
giudizio (iscrizione della causa e comparsa di costituzione), possono essere
depositati in cancelleria per via telematica, in quanto tale norma e nessun’altra
norma dell’ordinamento processuale, vieta il deposito in forma telematica di tali atti
introduttivi del giudizio, disponendo invece solo l’obbligo del deposito telematico
degli atti endoprocessuali.
A tale conclusione sono giunte le più recenti pronunce giurisprudenziali: “L’art. 16-
bis D.L. 179/12 non prevede il deposito telematico degli atti processuali introduttivi,
ma non commina alcuna sanzione di nullità in relazione a tale tipo di deposito. (Trib.
Vercelli, Sez.Civ., ordinanza 04/08/2014
Al recente Congresso Nazionale Forense di Venezia, è stato giustamente posto
l’accento sull’opportunità dell’emanazione di una norma di legge che chiarisca con
certezza la possibilità di depositare telematicamente qualsiasi atto, ponendo fine ad
ogni dubbio e polemica.
Ed in ogni caso continuiamo ad auspicare uno specifico codice del processo
telematico.
Avvocato Roberto Di Francesco
Delegato Cassa Forense

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