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Anno XIII
2007
Variazione iconografica dell’icona della croce dipinta nel corso del xiii secolo.
Franco Faranda
Il nuovo modello appare con l’inizio del XIII secolo, La croce di Maestro Guglielmo è a sua volta il pro-
quando in oriente, tanto l’oriente costantinopolita- dotto di un’evoluzione stilistica che probabilmente
no che delle province, era ormai in uso da più di ha ancora il significativo precedente nel Cristo con
un secolo e rappresenta l’estrema evoluzione di una il cinturone, scolpito sulla porta di Santa Sabina (ca
iconografia che era stata preceduta, anche in orien- 430, sec. V). Il perizoma sembra sostenuto da una
te, da un Cristo regale pur nella doppia versione del cintura che fascia i fianchi del Cristo e pende sul da-
Cristo nudo rivestito dal perizoma e del Cristo ve- vanti, come sulla porta lignea in santa Sabina. Pur
stito con il colobio, una lunga veste con la quale lo non potendosi supporre “evoluzioni” solo con così
troviamo anche a Roma in un affresco dell’VIII seco- pochi modelli, la croce di Alberto Sozio rappresenta
lo4 (fig. 2) e nel celebre crocifisso di Lucca. E’ que- un modello innovativo, testimoniato dal perizoma
sta un’opera iconograficamente rilevantissima, ma più lavorato e dallo stesso tabellone dove le “storie”
della quale non tratteremo in questa sede, volendo della passione sono sostituite dalle più pertinenti
approfondire il percorso della croce dipinta. immagini di Giovanni e Maria da sempre ai lati della
croce. In alto è raffigurato un Cristo in gloria, entro
Cosa ha determinato un cambiamento così rivolu- una mandorla rossa, circondato da angeli. In bas-
zionario che sembra consumarsi nello spazio di un so è rappresentato un piccolo teschio. Ai fianchi il
trentennio? C’è dietro l’immagine un pensiero for- “cinturone” è stato sostituito dal solo perizoma che,
te o è davvero solo un lento adeguarsi ai modelli diversamente piegato, stringe il bacino del Cristo.
dell’oriente? Ma perché questo adeguamento ha Probabilmente ci troviamo davanti ad un diverso
un immediato sopravvento sul modello più antico, modello di riferimento rispetto all’opera di Maestro
e dopo un periodo di adattamento che durerà circa Guglielmo, come mostrano l’azzurro della croce e i
venti anni, si impone con le croci di Giunta Pisano bordi bianchi romboidali che ne delimitano i bracci
e poi con Cimabue? E dietro il Cristo regale quale e annunciano una dinamica centro italiana che si
pensiero si cela e da quando è viva questa icono- svilupperà nel secolo successivo.
grafia? Non possiamo ricostruire l’origine di questo tipo di
capirci, che il modello di altare dal quale Melchise- di legno sull’altare, sulla quale, se si vuole, non è
dec celebra il suo sacrificio a Ravenna, nella Chiesa proibito far dipingere un’effigie del Salvatore”7. Il
di San Vitale, sembra avere le stesse dimensioni de- filosofo innamorato testimonia, con questa affer-
gli altari dipinti dallo Pseudo Iacopino, ben dentro il mazione, l’uso di un modello di croce lignea, priva
XIV secolo, confrontabili con altri modelli dipinti e di immagine e la possibilità di dipingere l’immagine
con qualche sopravvissuto esemplare di altare6. Né del Cristo, di raffigurare cioè in un “dipinto su tavo-
sappiamo quando la croce dipinta su tavola, come la”, il Cristo crocifisso. A quale Cristo pensasse non
oggetto a se stante e non legata a cicli affrescati o a ci è dato sapere, ma molto probabilmente il model-
mosaici, viene accettata nelle Chiese italiane. lo di riferimento è quello del Cristo giudice. Qualche
Con il XII secolo le croci dipinte trovano un’articola- anno dopo infatti, intorno al 1145, l’Abate Suger di
ta diffusione, ma il dibattito, in questi anni, è ancora Saint-Denis, dando delle disposizioni sulla realizza-
vivo e in evoluzione. E’ testimoniato l’uso di esporre zione di una preziosa croce in metallo prezioso da
sull’altare una croce senza immagine mentre cresce porre sull’altare del celebrante, si raccomanda per-
una nuova sensibilità che pensa di rinnovare questo ché la croce sia, sul verso, quello rivolto ai fedeli,
modello. ricca di pietre preziose, ma nella parte anteriore,
Dalle fonti scritte, certo scritte non pensando a trat- cioè davanti agli occhi del sacerdote celebrante, la
tati per storici dell’arte, ma alla funzionalità della croce “in ricordo della sua passione mettesse in ri-
Chiesa e del monastero, ricaviamo alcune interes- lievo l’adorabile immagine del Signore e Salvatore
santi testimonianze che possiamo correttamente quasi ancora sofferente in croce.”8
utilizzare per capire lo sviluppo di questa particola- In un altro contesto, quello sfarzoso ed elegante
re immagine dipinta. dell’Abbazia francese, elaborando una croce neces-
Citiamo Abelardo (1079 – 1142) che scrive qual- sariamente preziosa e ricolma di gemme, si inse-
che anno prima della realizzazione della croce di risce una notazione iconografica di grande valore:
Sarzana. Premettiamo che la lettera indirizzata un Cristo che faccia pensare al solo celebrante, alla
all’amata Eloisa, fa riferimento ad una particolare sofferenza della croce. La prudenza linguistica usata
chiesa, quella monastica. Nell’essenzialità che deve nel proporre questa variazione “quasi ancora soffe-
contraddistinguere questo ambiente, a suo dire, rente” fa intuire che, ancora in quegli anni, la tipolo-
dovrebbero essere escluse tutte le statue e le im- gia più comune della croce è quella di un Cristo re-
magini sacre dalle pareti ad eccezione di una “croce gale e di un Cristo giudice alla quale qui si propone
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comunità monastica.
9. Longiano, Convento del Santissimo Crocifisso. Croce dipinta. Busto del Cristo.
10. Longiano, Convento del Santissimo Crocifisso. Croce dipinta. Particolare del volto.
moderna rispetto alle analoghe raffigurazioni un rilievo davvero eccezionale fino ad arrivare
della croce, proprio per evidenziare questo all’istituzione della festa del Corpus Domini, nel
nuovo valore semantico. 1264. Il suo percorso si sviluppa lungo il corso
della prima metà del XIII secolo e, guarda caso,
Questa inedita effigie immortala un momento è legato ad una monaca francese che a seguito
particolare del supplizio che trova in San di mistiche rivelazioni, ne propone il culto
Tommaso d’Aquino una fonte teologica ancora fin dal 1208. Torna ancora la Francia alla cui
una volta non destinata all’immagine, ma alla cultura non è estraneo Francesco che definisce
quale l’immagine sembra attingere. Come quella nazione amica Corporis Domini. Le
se il pittore avesse trovato una nuova fonte lettere e le esortazioni di Francesco si muovono
iconografica per rappresentare il Cristo in croce dunque all’unisono con le esortazioni della
così come, probabilmente, altri più antichi beata Giuliana di Retine che porteranno, nel
pittori, avevano trovato in sant’Agostino, 1246, alla celebrazione della festa nel solo
l’involontario teorico del “Cristo Giudice”. territorio diocesano e che successivamente,
dopo l’elezione a Papa di Urbano IV, che
Il nuovo modello di Crocifisso sembra aveva conosciuto la beata Giuliana, sarà estesa
partecipare all’intero dibattito dottrinario e all’intera Chiesa nel 1264. Nel frattempo,
liturgico e, come è giusto che sia, l’immagine l’anno prima, il miracolo di Bolsena, con il
si perfeziona in itinere, negli stessi anni in cui sanguinamento dell’Ostia, aveva accentuato
la riflessione dogmatica sull’Eucaristia assume l’interesse verso il Corpo e il sangue di Cristo16.
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vestono i fianchi del Cristo con un panno di stato chiamato così dal teschio del primo uomo.
stoffa simile a quelli che coprivano i fianchi del E’ questa una spiegazione facile e gradita alle
Cristo eretto. Anche per questo credo di poter orecchie del popolo: ma non veritiera. Infatti
considerare la croce di Giunta a Bologna come fuori delle città e delle loro porte c’era il luogo
un’evoluzione tra i suoi modelli, contrariamente in cui venivano eseguite le condanne capitali:
a quanto affermato anche recentemente. Uno esso fu perciò denominato luogo del teschio dai
spazio temporale delimitabile tra il 1250 e il decapitati. Quindi Gesù volle essere crocifisso
1270, comunque concluso con il soggiorno per innalzare il vessillo del martirio là dove
romano di Cimabue. Un arco cronologico per c’era prima il campo dei condannati. Quanto
indicare un tempo dopo il quale la pittura torna poi ad Adamo risulta dal libro di Giosuè h
ad evolversi come appunto mostra il panno era sepolto ad Ebron. Ed era giusto che cristo
velato del Cristo di Santa Croce a Firenze. Non fosse crocifisso nel luogo dove comunemente si
si vuole con questo affermare che non esistano eseguivano le condanne piuttosto che presso il
crocifissi con il perizoma prezioso anche al di sepolcro di Adamo, per mostrare che la croce di
là di queste date – lo testimoniano le opere del lui non riparava soltanto il peccato personale
“Maestro dei crocifissi francescani” - , ma la di Adamo ma i peccati di tutto il mondo.” Il
storia della pittura pone questi limiti temporali. teschio tornerà dirompente nella croce di Giotto
Limiti cronologicamente superati da pittori a Padova.
ancorati a questi schemi figurativi che, proprio
perché concettualmente forti, hanno avuto Non è per combinazione che l’arco bizantino
modo di ripetere il modello ancora per qualche chiude il processo evolutivo del Crocifisso in
tempo. Ma già l’immagine del crocifisso guarda oriente, come se avesse raggiunto la perfezione,
oltre e il panno che cinge i fianchi del Cristo di e rappresenta in Italia una breve, intensa
Cimabue in Santa Croce rappresenta un ulteriore parentesi, che trova nei concetti teologici la
passo avanti verso un realismo rappresentativo sua giustificazione, mentre già si innalzano
che velocemente si lascia alle spalle questo le impalcature di Assisi e la narrazione
nobile concetto iconografico e teologico per diventa contemporanea; il dolore umano; la
addentrasi nell’imago pietatis, nel realismo partecipazione emozionale e non concettuale.
rappresentativo tra poco urlato da Giotto con i
chiodi che trafiggono la carne e un corpo che L’inizio e la fine di questa breve, ma intensa
tende a cadere, sia pure elegantemente, sotto il stagione, delimitata nella liturgia e nella teologia
suo peso divenuto visibile nella tridimensionalità dalla Festa del Corpus Domini e dalla redazione
dello spazio. della Summa Teologica di San Tommaso, trova
E tornano altri accessori della croce che c’erano il riscontro figurato in due Chiese domenicane:
prima e che torneranno ancora e che sembrano Bologna che custodisce i Cristo di Giunta Pisano
negati, ma concettualmente negati, dalle e Arezzo con la croce di Cimabue. La diffusione
croci di questo gruppo che iconograficamente del motivo del perizoma prezioso trova però
si distinguono per il perizoma prezioso. vasto riscontro nelle chiese francescane, grazie
Osserviamo come in tutte queste croci, manca ad un maestro o, più probabilmente a diverse
il teschio sotto il suppedaneo. Un teschio che maestranze, attualmente raggruppate sotto
avevamo già visto in una delle croci con il la denominazione di “maestro dei crocifissi
Cristo giudice. Sarà forse un caso, ma è ancora francescani”. Tra gli altri esempi, importanti
san Tommaso che nella Questio 46, al punto 3, quelli custoditi nella chiesa di San Francesco a
spiega che non mancano esegeti secondo i quali Bologna, nella Pinacoteca Nazionale, ancora a
il luogo ove è stato crocifisso Cristo “sarebbe Faenza. E’ interessante anche questo intreccio
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di opere e ordini religiosi. Le esortazioni di a Pisa. La pittura pisana del Duecento da Giunta a Giotto” a
cura di Mariagiulia Burresi e Antonio Caleca, Pacini editore
Francesco verso il corpo e il Sangue di Cristo, 2005.
l’elaborazione teologica di Tommaso sulla 6 Per la riproduzione di alcuni altari cfr. Arturo
volontarietà della passione, l’impatto emotivo Carlo Quintavalle, Riforma Gregoriana, scultura e arredi
della festa del Corpus Domini e del culto liturgici fra XI e XII secolo pp. 242 – 266 in. “Arti e Storia nel
medioevo” vol II. Einaudi 2003.
eucaristico, trovano riscontro nelle chiese dei 7 Pietro Abelardo, lettere a Eloisa, VIII,in Juan
due ordini, analogamente impegnati e secondo Plazaola, Arte cristiana nel tempo, vol. I, p. 429. Ed. San
le proprie peculiarità. E potremmo forse Paolo, 2001.
8 Suger de Saint-Denis, Liber de rebus in
sostenere che il caso ha voluto che i pregevoli administratione sua gestis riprodotto in : Daniele Menozzi, la
concetti di Tommaso avessero riscontro nelle Chiesa e le immagini, Società San Paolo, 1995, p. 128.
preziose icone di Giunta e Cimabue, e l’amore 9 Valentina Catone, Cristo vivo e Cristo morto nella
di Francesco per il Corpus Domini trovasse un croce dipinta della Fondazione Giorgio Cini, in: Saggi e
memorie di Storia dell’arte, 27, Verona 2004.
raffronto negli altrettanto preziosi, ma meno 10 S. Aurelii Augustini OPERA OMNIA editio latina PL 35 In
impegnativi modelli del maestro dei crocefissi Evangelium Ioannis tractatus centum viginti quatuor, tractatus
francescani. 31 : Tamen et ipsa crux, si attendas, tribunal fuit: in medio enim
iudice constituto, unus latro qui credidit liberatus , alter qui
insultavit damnatus est. Iam significabat quod facturus est de
vivis et mortuis; alios positurus ad dexteram, alios ad sinistram:
similis ille latro futuris ad sinistram, similis alter futuris ad dex-
teram. Iudicabatur, et iudicium minabatur.
(Endnotes)
11 Gabriella Rossetti, a cura di , Santa croce e santo
1 La croce è custodita nel Santuario del Santissimo
volto. Contributi allo studio dell’origine e della fortuna del
Crocifisso di Longiano e probabilmente è conservata da
culto del Salvatore (sec. IX – XV), Pisa 2002, p. 157
sempre in questa chiesa francescana. Le fonti la ricordano
solo dal 1493 quando una vitella, donata ai frati dai cittadini 12 Cfr. Chiara Frugoni, “Vita di un uomo: Francesco
di Gambettola, si inginocchiò in adorazione dell’immagine d’Assisi”, Einaudi 2005
posta nel chiostro dei frati. L’evento è causa di una rinnovata 13 Fonti Francescane, Sezione prima, p. 138. Trento
attenzione verso l’antica immagine che, probabilmente rifiutata 1990.
sul piano stilistico e non a caso posta nel chiostro, acquista 14 Ibidem, p. 160
nuova rilevanza nel culto ed è riportata in Chiesa ove, da 15 Ibidem p. 162.
allora, costituirà il punto di riferimento della devozione dei 16 In realtà la festa posa le sue radici nell’ambiente
longianesi. Per la storia del miracolo cfr. l’opuscolo Alli fervoroso della Gallia belgica - che San Francesco chiamava
confratelli, ed alle consorelle della Venerabile Compagnia amica Corporis Domini - e in particolare grazie alle rivelazioni
della Buona Morte eretta nella Chiesa de’ MM. RR. PP. CC. della Beata Giuliana di Retìne. Nel 1208 la beata Giuliana,
Di S. Francesco di Lonzano ad onore del SS. Crocefisso ed a priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi, vide
ciascun’altra persona divota del medesimo. Rimini 1781. durante un’estasi il disco lunare risplendente di luce candida,
2 Lo studio ancora oggi più significativo lo troviamo deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra, da
nella scheda di Anna Tamburini in: “Pittura dall’alto Dio intese che quella visione significava la Chiesa del suo
medioevo al tardo gotico nel territorio di Faenza e Forlì”, tempo che ancora mancava di una solennità in onore del SS.
Castelbolognese 1982, p. 36 – 37. Un’articolata disamina Sacramento. Il direttore spirituale della beata, il Canonico di
viene inoltre presentata nel saggio di G. Savini nel volume “Il Liegi Giovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole
Crocifisso di Longiano. Fulcro di Fede e di Arte”. A cura di di parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò
Claudio Riva, Cesena 1992. Il dipinto viene citato anche nella al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in
recente esposizione bolognese, ma distinto dal gruppo più onore del Corpus Domini.
omogeneo del “maestro dei crocifissi francescani”. Un giudizio La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del
probabilmente viziato dalle difficoltà a vedere il dipinto prima giovedì dopo l’ottava della Trinità. Più tardi, nel 1262 salì al
del recente e ancora non commentato restauro, diretto dallo soglio pontificio, col nome di Urbano IV, l’antico arcidiacono
scrivente. Per la mostra bolognese crf. La scheda 49 di Miklos di Liegi e confidente della beata Giuliana, Giacomo
Boskovits, nel volume “Duecento Forme e colori del medioevo Pantaleone. Ed è a Bolsena, proprio nel Viterbese, la terra dove
a Bologna”, a cura di Massimo Medica, Bologna 2000. è stata aperta la causa suddetta che in giugno, per tradizione
3 E. Sandberg Vavalà, “La Croce dipinta italiana”, si tiene la festa del Corpus Domini a ricordo di un particolare
Verona 1929, p. 46 miracolo eucaristico avvenuto nel 1263, che conosciamo sin
4 Roma, chiesa di Santa Maria Antiqua dai primi anni della nostra formazione cristiana. Infatti, ci è
5 Cfr ad esempio la croce di Enrico di Tedice, datata raccontato che un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma,
alla metà del XIII secolo. Una bella riproduzione in “Cimabue si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell’Eucarestia,
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