di Noemi Ghetti
C
ome la voce di Shahrazād, che ariani a cavallo. E teorizzarono la discendenza della
per non morire ogni notte in- famiglia delle lingue indoeuropee da una fantoma-
trattiene il re con un nuovo rac- tica protolingua, in realtà mai esistita, come si legge
conto, ogni tanto dall’oscurità nell’ultimo lavoro di Semerano, La favola dell’indo-
che lo avvolge riemerge, porta- europeo.
to da qualche cultore della ma- Ma, araba fenice che rinasce dalle sue ceneri, dal-
teria, il suono affascinante delle la fine dell’Ottocento e nel novecento dagli scavi
parole di Giovanni Semerano, archeologici nel Vicino Oriente cominciarono ad
scomparso a Firenze nel 2005. emergere centinaia di migliaia di tavolette di argilla,
Questa volta il merito è di Giuseppe Ieropoli, giova- scritte in misteriosi caratteri cuneiformi. Sumerico,
ne studioso che nell’agile volume Giovanni Semera- accadico, babilonese, e una miriade di idiomi locali
no e la dicotomia indoeuropeisti-semitisti (La Finestra da essi derivati: la scoperta degli archivi di Mari,
Editrice) sintetizza lo stato degli studi di linguistica Ebla e Ugarit mostrò con evidenza che la scrittura
comparata, indoeuropea e semitica, in riferimento era nata, assieme alla civiltà urbana e all’agricoltura,
alle misconosciute scoperte dell’originale linguista. in Mesopotamia, feconda terra tra il Tigri e l’Eufra-
Dal 1984, anno in cui ebbe inizio per Olschki la te, un paio di millenni prima di quanto si credesse.
pubblicazione dei quattro volumi de Le origini della E non solo per registrare movimenti di merci, ma
cultura europea, con i preziosi dizionari della lingua anche per scrivere poesie. Le tavolette dell’archivio
greca, latina e di voci moderne, l’opera di Semerano, reale di Ebla, scoperto da Paolo Matthiae nel 1974-
pur considerata con attenzione da alcuni specialisti, 5, furono decifrate da Giovanni Pettinato, che le
non ha cessato di turbare i sonni di molte accade- considerava una conferma delle tesi di Semerano.
mie. E continua a suscitare una ferma opposizione Nel 1992, l’assiriologo, specializzato in lingue me-
la sua scoperta dell’evidente antichissimo processo sopotamiche, pubblicò la bella versione della La
di osmosi linguistica che dal Vicino Oriente si este- saga di Gilgameš, per duemila anni trasmessa dagli
se all’intero continente europeo. E, più ancora, la scribi del Vicino Oriente, a cui attinsero largamente
prospettiva di una possibile integrazione tra i due Omero e perfino la Bibbia. Nell’ultimo incontro,
campi di studio, affetti dal vizio d’origine di una ra- lo studioso mi accolse nel suo studio alla Sapienza
dicale incomunicabilità. Gli studi di filologia greca mostrando nuovi ritrovamenti, che raccontavano
e latina sviluppati dalla fine del settecento, soprat- la morte di Gilgameš. Il re di Uruk che, due terzi
tutto in Germania, sull’affinità con il sanscrito, an- dio e un terzo uomo, era sceso all’oltretomba per
tica lingua sacra dell’India, immaginarono che alla trovare il segreto dell’immortalità, finalmente aveva
metà del II millennio a. C. dalle steppe del lontano accettato la propria realtà umana, disse sorridendo.
oriente fossero arrivate in Europa torme di guerrieri E raccontò come durante la fortunosa missione in
G
Giovanni
Giovann
Semerano
SSemeran
Bi
Bibliotecario,
Bibliotecari filologo e
linguista, stu
studioso delle
lingue europee
antiche ling
mesopotamiche.
e mesopota
Giovanni Mar
Maria Seme-
rano (1911-2005)
(1911-2 è
stato autore di dizionari
etimologici di greco e
latino in cui ha proposto
una sua innovativa
teoria delle origini della
© De Agostini Picture Library/Ansa
Iraq del 2006, successiva al saccheggio del museo di civiltà tra Oriente e Occidente, alimentato nei seco-
Baghdad, nei pressi del sito di Eridu avesse visto sol- li a partire dagli stessi classici sulla guerra di Troia,
dati del contingente britannico fare il tiro a segno sulle guerre persiane e su quelle puniche. Tradizione
su tavolette cuneiformi lanciate in aria. nella quale, a ben vedere, quelli che i greci altezzo-
Eppure il riconoscimento dei debiti dell’Occidente samente definivano “barbari” appaiono più evoluti
europeo nei confronti del Vicino Oriente è implici- e colti dei bellicosi “indoeuropei”. Del tutto moder-
to nel mito dell’origine fenicia dell’alfabeto greco, e na fu invece la scelta di Alessandro il Macedone, di
nella leggenda di Enea, il profugo di Troia destinato ritorno dall’oriente, di stabilire la capitale del nuo-
a fondare la potenza di Roma. Racconti, peraltro, vo regno nell’antica Babilonia, anticipando di oltre
in contraddizione con l’idea di un fatale scontro di due millenni l’esigenza dell’interazione tra grecisti e