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II parte del corso – II semestre

• Approcci, metodi e tecniche (cap. 4).


• Il Quadro comune europeo di riferimento.
• Rudimenti sulla valutazione delle competenze
(cap.5).
• Intercomprensione fra le lingue romanze
(articoli).
• Laboratorio di intercomprensione.
• Laboratorio su ascolto.
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Terminologia
• L’approccio è costituito dalle varie teorie sulla
natura della lingua e sul processo di
apprendimento
• Il metodo è un insieme di scelte effettuate sulla
base dei presupposti teorici stabiliti a livello di
approccio per selezionare, graduare la lingua da
insegnare
• Le tecniche sono le procedure messe in atto
dall’insegnante in classe con gli apprendenti; si
rifanno a un metodo e dunque a un approccio
teorico
1920 - 1950 1940 -1950 1960 1972

Strutturalismo Analisi contrastiva Generativismo Pragmatica Funzionalismo


Chomsky Hymes
Saussure 1916 Teorie Obiettivo: realtà Austin Searle Forma/
Bloomfield comportamentiste mentale / regole Lingua come Funzione
Sapir soggiacenti uso
Lado 1970-80 Competenza
LINGUA Skinner Krashen comunicativa
STRUTTURA Innatismo
Abitudini Atti linguistici
competenza ---
linguistica
Principi e
parametri

Metodo diretto o audio orale Natural Approach Approccio comunicativo


No L1
Pattern drills sillabo situazionale
Imitazione modello nozionale-funzionale
approccio lessicale
Ciliberti (2012)
• “La lotta per il metodo migliore è una lotta senza
speranza”
• A che cosa serve allora la conoscenza delle teorie,
degli approcci, dei metodi e delle tecniche
didattiche proposte nel tempo?
• Serve all’insegnante per conoscere tutte le
possibilità a disposizione e a valutare la rilevanza
rispetto agli obiettivi di apprendimento degli
studenti, al contesto, ma anche alle proprie
convinzioni e preferenze.
Tre orientamenti
(Rizzardi-Barsi 2005)
• Linguistico
• Umanistico psciologico
• Comunicativo
Tre orientamenti
(Rizzardi-Barsi 2005)
• Linguistico: l’apprendimento è una progressiva
stratificazione di strutture e vocaboli.
Successione di argomenti grammaticali.
– Metodi deduttivi/cognitivi: l’insegnante impartisce
le regole: grammaticale-traduttivo
– Metodi induttivi: l’apprendente deve estrapolare
le regole: diretto, audio-orale
Tre orientamenti
(Rizzardi-Barsi 2005)
• Umanistico-psicologico:
– Attenzione concentrata sull’apprendente
– Importanza al processo di apprendimento
linguistico e le condizioni che lo favoriscono
– Metodi: metodo silente, Risposta Fisica Totale,
programmazione neuro-linguistica, approccio
naturale, suggestopedia
Tre orientamenti
(Rizzardi-Barsi 2005)
• Comunicativo:
– pragmatici/funzionali
– Lingua come veicolo di comunicazione
– Lingua in uso: contenuti semantici e pragmatici
– L’apprendente deve essere in grado di esprimersi
in modo appropriato a seconda della situazione e
riconoscere il significato comunicativo degli
elementi linguistici
– Metodi: sillabo situazionale, nozionale-funzionale,
approccio lessicale
Dagli anni ’70 lo sviluppo degli approcci comunicativi ha
determinato un duplice spostamento del centro di
interesse educativo:

• L’interesse dell’insegnamento si è
progressivamente concentrato sulla
padronanza degli usi piuttosto che sulla
padronanza delle forme linguistiche
• Lo spostamento d’interesse dal prodotto della
comunicazione al processo.
• Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale
fondata nel 1949 con il Trattato di Londra
• 1971: Progetto Lingue Moderne
• Una commissione di esperti ha avuto l’importante
compito di dare un nuovo impulso alla diffusione e
all’insegnamento delle lingue comunitarie attraverso
l’individuazione di obiettivi e metodi condivisi.
I livelli soglia
• Obiettivo del Progetto Lingue: definizione del Livello Minimo o
Livello Soglia di conoscenze linguistiche necessarie ad un
cittadino europeo per sopravvivere, stabilire e mantenere
contatti sociali con i parlanti di un paese straniero.
• Realizzazione di una collana di volumi per individuare i
contenuti necessari al raggiungimento del livello minimo:
• Threshold Level (van Ek 1975)
• Niveau Seuil (Coste 1976)
• Nivel Umbral (Slagter 1979)
• Kontaktschwelle (Baldegger 1980)
• Livello Soglia per l’insegnamento dell’italiano come lingua
straniera (Galli de’ Paratesi1981)
Ribaltamento dell’impianto didattico
tradizionale
• le forme linguistiche costituivano il fulcro dell’azione
didattica, rimangono centrali nel percorso di
apprendimento
• Ma assumono lo status di variabili dipendenti definibili a
partire da parametri esterni (i bisogni, i domini, le
nozioni, le situazioni e i corrispondenti atti linguistici).
• L’esperienza della stesura dei livelli soglia è ad oggi ancora il
tentativo più coerente che sia stato compiuto per trasferire
nell’insegnamento le convinzioni maturate nell’ambito delle
lingue seconde in generale.
Il quadro comune europeo di riferimento

• Il COMMON EUROPEAN FRAMEWORK OF REFERENCE è


un documento ideato e definito da una commissione di
esperti istituita dal Consiglio d’Europa a partire dal 1993
per rispondere all’esigenza di avere un quadro di
riferimento che fosse comune a tutti i Paesi Membri
dell’Unione per l’apprendimento delle lingue straniere.
• È una pietra miliare per l’insegnamento delle lingue.
• Per ciascuno dei 6 livelli sono disponibili i
descrittori delle singole competenze e abilità.

• Per quanto riguarda i descrittori globali della


competenza, questi sono formulati in termini di abilità
dell’apprendente e derivano all’interazione tra le abilità
primarie esaminate in particolare nelle dimensioni della
ricezione e della produzione.
MUTAMENTO DI PROSPETTIVA
• I suoi estensori hanno operato una scelta di tipo
eclettico.
• Estensione delle competenze considerate necessarie per
apprendere una lingua. Nel processo di apprendimento
di una lingua-cultura, sono coinvolte oltre alle
COMPETENZE LINGUISTICO-COMUNICATIVE, LE
COMPETENZE GENERALI, ossia le conoscenze e abilità
non riferibili specificamente al dominio del linguaggio,
tuttavia necessarie per gestire al meglio i compiti
comunicativi.
• Adottare la prospettiva AZIONALE del Quadro Comune
Europeo di Riferimento per le lingue significa considerare
che la competenza d’uso si realizza in azioni linguistiche
che coinvolgono processi come la ricezione, la
produzione, l’interazione e la mediazione. Le attività
linguistiche si concretizzano all’interno dei domini,
articolati in quattro diversi macro-settori, nei quali un
parlante può trovarsi ad agire (QCER: 18):
C’ERA UNA VOLTA IL METODO
• Dagli anni Settanta si parla della “morte del
metodo”
• “Qualsiasi cosa può andar bene”
Alcune nuove linee
• Centralità dell’apprendente
• L’insegnamento centrato sul contenuto (CLIL
Content and Language Integrated Learning)
• L’insegnamento centrato sul compito (Task
based learning)
• Approcci plurali
Centralità del discente
• Non si può insegnare tutto in classe
• Promuovere l’autonomia
• Imparare ad imparare (apprendimento
continuo)
• L’apprendente deve
» Identificare il modo migliore in cui apprende
» Sviluppare strategie di apprendimento efficaci
» Adottare obiettivi di apprendimento perseguibili
» Sviluppare abilità di autovalutazione
Insegnamento centrato sul contenuto
• Acquisizione non focalizzata di una L2
• CLIL Content and Language Integrated
Learning
L’insegnamento centrato sul compito

• Task based learning


Plurilinguismo vs Multilinguismo
• Plurilinguismo • Multilinguismo
• ci si riferisce al repertorio • rimanda alla coesistenza in una
linguistico del singolo determinata zona geografica, più
individuo, che ingloba la o meno estesa, di più varietà di
varietà della sua lingua madre lingue, siano o meno riconosciute
ufficialmente. Quest’area
e di tutte le altre lingue che geografica può essere popolata
questi conosce e delle quali sia da individui monolingui che
può avere una competenza plurilingui.
variabile. Essere plurilingue
quindi, significa avere la • Cfr. sito internet www.coe.int
padronanza di più lingue
straniere oltre che della
propria lingua madre, con un
grado di competenza che può
variare a seconda delle
circostanze.
Educazione plurilingue
• INTEGRAZIONE
• Man mano che l’esperienza linguistica di un
individuo si estende, queste lingue e queste
culture non vengono classificate in
compartimenti mentali rigidamente separati; anzi
• Conoscenze ed esperienze linguistiche
contribuiscono a formare la competenza
comunicativa, in cui le lingue stabiliscono rapporti
reciproci e interagiscono.
Nuova finalità
dell’educazione linguistica
• Non acquisire padronanza di una o più lingue
prese isolatamente => Modello parlante
nativo
• Sviluppare un repertorio linguistico in cui tutte
le capacità linguistiche trovino posto
• Competenze differenziate delle lingue

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