Introduzione
La presente relazione tratta alcuni aspetti della disciplina della liquidazione delle società,
L’intento del presente documento è quello di esaminare alcuni aspetti specifici della
dottrinali che li riguardano e quindi di integrare il contenuto dai documenti elencati nelle
L’art. 2484 del Codice Civile afferma il principio che gli effetti di una delle cause di
scioglimento, previste dalla legge per le società per azioni, in accomandita per azioni e le
società a responsabilità limitata, divengono efficaci alla data dell’iscrizione presso l’Ufficio
del Registro delle Imprese della dichiarazione con cui gli amministratori le accertano
ovvero, nell’ipotesi in cui lo scioglimento venga deliberato dall’assemblea, dalla data in cui
presso il Registro delle Imprese: l’accertamento di tali cause di scioglimento deve avvenire
da parte dei soggetti che lo Statuto abbia indicato come competenti a dichiararle.
tenuti all’esecuzione di tale adempimento, assume quindi una rilevanza costitutiva al fine di
momento in cui la società cessa di trovarsi nella sua normale operatività e inizia invece la
comportante la possibilità per il Tribunale, adito dai soci della società (o dai Sindaci
344/2007).
Secondo la vigente normativa invece il Tribunale ha invece due distinte e differenti facoltà di
intervento:
La liquidazione quindi, secondo quando statuito dalla norma attualmente in vigore, deve
pag. 1149 annotato da Bitonte – Giuffrè) e la sentenza del Tribunale di Avezzano del
2/12/2004.
Il Tribunale non può quindi intervenire per la nomina dei liquidatori, in caso di inerzia degli
organi sociali, se non sia stata previamente accertata, e debitamente formalizzata con la
pubblicità del Registro delle Imprese, l’insorgenza di una causa di scioglimento della società.
Circa la competenza a richiedere l’intervento del Tribunale per l’accertamento della causa di
scioglimento, l’art. 2485 C.C. prevede che tale competenza spetti ai singoli soci, ai singoli
Gli amministratori della società, secondo quanto previsto dalla normativa, devono senza
La locuzione senza indugio viene frequentemente utilizzata nel Codice Civile ed evidenzia
la necessità di procedere all’accertamento della causa di scioglimento della società, e alla sua
iscrizione presso il Registro delle Imprese, in tempi estremamente contenuti, la cui concreta
solidale ed è commisurata ai danni subiti dalla società, dai soci, dai creditori sociali e dai
terzi: gli amministratori, quindi, rispondono della ritardata enunciazione della causa di
effettuano le consegne, ai sensi dell’art. 2487 bis C.C., all’organo liquidatore, conservano il
potere di gestire la società, ai soli fini della conservazione dell’integrità e del valore del
patrimonio sociale e sono personalmente e solidalmente responsabili dei danni arrecati alla
società, ai soci, ai creditori sociali ed ai terzi, per atti od omissioni compiuti in violazione di
tale esercizio del potere di gestione della società finalizzato alla conservazione dell’integrità
normativa, non è più presente nelle attuali disposizioni del Codice Civile in materia di
e del valore del patrimonio sociale e, prevede che la valutazione del loro comportamento, ai
momento del verificarsi della causa di scioglimento, anticipando quindi l’insorgenza della
Nei rapporti tra la società e gli amministratori, questi ultimi saranno quindi responsabili per i
danni, all’integrità e al valore del patrimonio sociale, verificatisi dal momento in cui si è
Nei rapporti tra le società e i terzi, l’intervallo di tempo intercorrente tra l’insorgenza della
causa di scioglimento e la sua iscrizione al Registro delle Imprese, sarà caratterizzato dalla
conseguentemente per gli atti riconducibili a questo periodo “transitorio” non sarà possibile
indirizzi della liquidazione, da parte dell’assemblea della società per la quale si sia verificata
Il confronto tra gli articoli 2487-ter e 2487 del Codice Civile conferma, quindi quanto già
affermato in dottrina e anche quanto contenuto, incidenter tantum, nella sentenza del
responsabilità limitata possano procedere alla nomina dei liquidatori senza l’intervento di un
rilevanza pratica della superfluità della verbalizzazione notarile per le assemblee di nomina
Il Codice Civile prevede che, a) in assenza di disposizioni statutarie disciplinanti, anche per
dell’accertamento delle cause di scioglimento, debba essere convocata un’assemblea dei soci
perché deliberi “con le maggioranze previste per le modificazioni dell’atto costitutivo o dello
statuto”.
Tale disposizione è dettata dal Codice Civile in riferimento alla liquidazione delle società di
capitali, quindi delle società per azioni, delle società in accomandita per azioni o delle
statuto” assume infatti due diverse implicazioni, a seconda che si tratti di società per azioni (
nella direzione di fare derivare dalla formulazione della norma, che qualifica l’assemblea ex
art. 2487 C.C. unicamente in relazione al suo quorum deliberativo, due diverse conseguenze:
I. che per le società per azioni la deliberazione debba essere assunta mediante assemblea
straordinaria, e quindi con il ministero del notaio per la redazione del verbale in forma
di atto pubblico;
statutarie.
A tali conclusioni si perviene infatti confrontando il dettato dell’art. 2487 C.C. con quanto
cioè il fatto che anche la revoca dello stato di liquidazione possa essere deliberata
statuto però applicando quanto disposto dall’art. 2436 C.C. che è situato nella sezione
intitolata “Delle modificazioni dello statuto” e che in rubrica recita “Deposito, iscrizione e
In dottrina vi è, sostanzialmente, unanime convinzione sul fatto che tale modalità collegiale
di funzionamento sia inderogabile nelle società per azioni mentre alcuni studiosi ritengono
possa essere derogabile per le società a responsabilità limitata nei casi in cui lo statuto abbia
previsto l’esercizio disgiunto dei poteri da parte di una pluralità di amministratori e sia
quindi ammissibile deliberare, per analogia, il medesimo esercizio disgiunto da parte di una
pluralità di liquidatori.
L’intervento del notaio nell’assemblea prevista dall’art. 2487 C.C. è però da ritenersi
obbligatorio in tutte quelle fattispecie nelle quali alla nomina dei liquidatori e all’attivazione
dei loro poteri si accompagnino vere e proprie modificazioni dell’atto costitutivo e dello
statuto: in questi casi divengono applicabili, anche per le s.r.l., le disposizioni dell’art. 2480
C.C. che testualmente afferma “il verbale è redatto dal notaio e si applica l’art. 2436”.
L’assemblea di nomina dei liquidatori provvede sul numero dei liquidatori, sulle regole di
funzionamento del collegio in caso di pluralità dei liquidatori, sull’indicazione dei liquidatori
a cui spetti la rappresentanza della società, sui criteri in base ai quali debba svolgersi la
liquidazione.
Per quanto riguarda i poteri spettanti ai liquidatori, l’art. 2489 C.C. enuncia la disciplina
statutaria ovvero adottata in sede di nomina, i liquidatori hanno il potere di compiere tutti
L’art. 2487 C.C. quindi, elencando alla lettera c) del primo comma, alcune modalità di
quelli che, normalmente, sono da intendersi come attività liquidatorie esercitabili dai
liquidatori e, quindi, rientranti nei loro poteri come già evidenziato per gli amministratori,
anche per i liquidatori, non è vietato intraprendere nuove operazioni sociali ma, anzi, è
astrattamente anche previsto l’esercizio provvisorio, anche di singoli rami delle attività
aziendali: la finalità è infatti sempre quella già esposta all’art. 2486 C.C. per gli
difficilmente derogabile anche se in dottrina vi sono autori che propendono per la possibile
Infatti l’affermazione testuale dell’art. 2487 C.C. è che l’assemblea debba stabilire “le regole
L’art. 2489 C.C. afferma: “i liquidatori debbono adempiere ai loro doveri con la
L’art. 2491 C.C. disciplina i poteri e i doveri particolari dei liquidatori e prevede:
b. che non possano ripartire acconti tra i soci sul risultato della liquidazione, se non a
di acconti.
Dottori Commercialisti e gli Esperti Contabili, che siano chiamati ad assumere incarichi
liquidatori.
È quindi opportuno evidenziare nella presente relazione alcune peculiarità della disciplina
È di tutta evidenza che i liquidatori rispondano per le loro manchevolezze derivanti da dolo o
colpa grave così come per le conseguenze delle iniziative assunte, o degli obblighi omessi, a
La giurisprudenza recente si è pronunciata sul delicato tema dell’ordine dei pagamenti che il
liquidatore sia, o non sia, tenuto ad osservare e sui profili di responsabilità derivanti dalla sua
condotta in merito.
In proposito si ritiene non costituisca fonte di responsabilità del liquidatore l’eventualità che
privilegio inferiori.
Questo principio è stato recentemente affermato dal Tribunale di Udine con sentenza Rel.
soddisfacimento delle sue pretese, pur in presenza di creditori chirografari già soddisfatti.
La sentenza in questione, pronunciata in relazione alla liquidazione di una società priva dei
requisiti di fallibilità, decide su di un’azione promossa ai sensi dell’art. 2489, comma 2, del
creditore privilegiato insoddisfatto nei confronti del liquidatore per l’ottenimento del
risarcimento dei danni subiti, consistenti nel mancato soddisfacimento del suo credito.
Il Tribunale respinge la domanda dell’attore e argomenta che “non si può inferire una
responsabilità del liquidatore neppure ove fosse provata la violazione delle cause di
prelazione fissate dalla legge, ben potendo inoltre lo stesso avere fatto applicazione del
Infatti, secondo la sentenza in essere, “la regola dettata dall’art. 2741 C.C. - concorso dei
creditori e cause di prelazione -, in deroga al principio generale della par condicio, di cui
sociale all’integrale soddisfacimento dei creditori, va intesa come potere del creditore di
soddisfarsi con preferenza sugli altri e presuppone, pertanto, perché possa esercitare la sua
efficacia, una espropriazione forzata con più creditori concorrenti e l’insufficienza dei beni
sottoposti ad esecuzione”.
25/3/1970 n. 792 e 26/4/1968 n. 1273) secondo il quale nella liquidazione ordinaria non vi è
al medesimo trattamento e mettendoli in grado di essere pagati, entro i limiti delle …….
disponibilità patrimoniali, via via che si presentano ad esigere quanto è loro dovuto”.
La sentenza del Tribunale di Udine è interessante per gli operatori professionali, quali i
Dottori Commercialisti e gli Esperti Contabili, per la conferma del principio di salvaguardia
dell’operato del liquidatore, qualora tale organo abbia agito con professionalità e diligenza, e
per la conferma della diversità della fattispecie della liquidazione ordinaria rispetto a quella
ordinario e quello concorsuale, è quindi opportuno approfondire quali possano essere i poteri
e gli obblighi dei liquidatori in caso di incapienza del patrimonio sociale rispetto alle
passività da soddisfare.
Gli articoli 2489 e 2487 C.C. individuano quale finalità precipua dell’attività del liquidatore
quella di realizzare al meglio l’attivo sociale, e quindi di compiere “tutti gli atti utili per la
valore del patrimonio sociale, posto a guida dell’operato degli amministratori nel periodo
L’art. 2369 C.C. indicando che, “salvo diversa disposizione statutaria, ovvero adottata in
sede di nomina”, i liquidatori “hanno il potere di compiere tutti gli atti utili per la
liquidazione della società” a mio giudizio non intende certamente ricomprendere in tali “atti
prevalente in dottrina e in giurisprudenza, che gli istituti concorsuali hanno origini, modalità
2487 e 2489 del Codice Civile, dell’attività degli amministratori, prima, e dai liquidatori,
poi, nello svolgimento della liquidazione, ha contenuto diverso dalla mera finalità
La riforma della Legge Fallimentare intervenuta negli anni recenti, introducendo i concetti di
rami, di beni e rapporti in blocco” (artt. 160, 104-bis e 105 del R.D. 16/3/1942 n. 267), ha
non elimina le sostanziali diversità di questi strumenti rispetto alle liquidazioni sociali
ordinarie.
Un ulteriore e sostanziale elemento di diversità tra le due famiglie di istituti consiste nel fatto
che, mentre nella liquidazione sociale l’attività del liquidatore è eseguita quale espressione
della volontà dell’assemblea e quale modalità diversa dello svolgimento della vita sociale ma
dell’attivo e di soddisfacimento del passivo è affidata ad organi estranei alla vita societaria,
Qualora quindi, nel corso della liquidazione sociale, il liquidatore riscontri manifestazioni di
incapacità ad adempiere alle obbligazioni da parte della società e, non abbia ricevuto
Al fine di ovviare ad una lacuna normativa, consistente nella mancanza di previsioni di legge
(difficilmente colmabile con il ricorso ad applicazione analogica sulla tutela del capitale
sociale comportanti gli obblighi degli amministratori di cui agli artt. 2446, 2447 e 2482 C.C.)
urgentemente l’assemblea e sottoporre alla medesima una relazione ex art. 2490, comma 2,
all’eliminazione dei cui effetti, potrebbero risultare opportune iniziative “in proprio” di
Analizzato il tema della responsabilità dei liquidatori per quanto riguarda la loro condotta
quando tale obbligo non fosse loro stato assegnato all’atto della loro nomina, è utile
affrontare la questione dell’eventuale applicazione nei loro confronti delle disposizioni del
Codice Civile sul controllo pre-giudiziario (da parte dell’organo di controllo) e giudiziario
L’art. 2488 C.C. recita che “le disposizioni sulle decisioni dei soci, sulle assemblee e sugli
liquidazione”.
controllo dei soci), 2408 (denunzia al Collegio Sindacale) e 2409 (denunzia al Tribunale).
pronunciamenti a favore di altri Tribunali (Milano, 27/1/2000) e argomentando sul fatto che
l’attività del liquidatore consista comunque in una gestione la cui regolarità di svolgimento
costituisce un interesse dell’ordinamento da tutelarsi con gli strumenti a ciò preposti, ivi
Conforme opinione esprime il Prof. Roberto Weigmann in uno scritto dal titolo “Controllo
ALLEGATO IPAD
sussistenza delle mancanze dell’operato di tale organo al fine di evitare che il ricorso ai
provvedimenti di cui all’art. 2409 possa essere effettuato strumentalmente per giungere alla
revoca del medesimo, al di fuori della procedura prevista dall’art. 2487, ultimo comma, del
Codice Civile.
Il tema della definitività/provvisorietà della cancellazione della società, al termine della fase
L’art. 2495 C.C. attualmente vigente dispone circa gli effetti della cancellazione della società
che, diversamente da quanto contenuto nella previgente normativa, assume valore definitivo
Il testo attuale dell’art. 2495 C.C. dispone invece che, una volta cancellata la società, i
creditori sociali non possano più agire nei confronti della stessa, bensì debbano agire “nei
confronti dei soci, fino alla concorrenza delle somme da questi riscosse in base al bilancio
finale di liquidazione”, e nei confronti dei liquidatori qualora il mancato pagamento a loro
Queste disposizioni normative determinano una situazione di solida protezione della società
cancellata da iniziative dei creditori ed anche una limitazione quantitativa delle pretese dei
creditori stessi nei confronti dei soci e del liquidatore: verso i soci, infatti, le richieste dei
creditori possono esprimersi nei limiti delle somme che i soci stessi hanno riscosso, verso il
liquidatore, infine, le pretese dei creditori possono trovare legittimazione ove il mancato
pagamento a loro favore sia dipeso da colpa del liquidatore e non anche, ad esempio, per
“L’art. 2495 C.C., comma 2, come modificato dal D. Lgs. 17/1/2003 n. 6, art. 4, è norma
innovativa e ultrattiva che, in attuazione della legge di delega, disciplina gli effetti delle
precedentemente alla sua entrata in vigore (1/1/2004), prevedendo a tale data la loro
La comprensione della natura dei compensi dei liquidatori riveste particolare interesse per gli
operatori professionali i quali, normalmente rientranti tra i soggetti la cui opera usufruisce di
titolo di privilegio, in caso di concorso con altri creditori, devono conoscere la qualificazione
precisa del loro credito e l’esatto profilo giuridico del pagamento, a loro stessi, che, in
liquidazione.
compensi a favore dei liquidatori e, conseguentemente, si ritiene che tale carenza esplicita
trovi implicita soluzione nella lettera c) dell’art. 2487 C.C. che, prevede che l’assemblea
determini i criteri in base ai quali deve svolgersi la liquidazione e i poteri dei liquidatori:
nell’ambito di tali disposizioni possono essere utilmente previsti i compensi per l’organo
liquidatorio.
I crediti maturati dai liquidatori, in relazione alle prestazioni da loro svolte nell’adempimento
dei loro compiti, hanno natura di crediti chirografari: una giurisprudenza consolidata non
liquidatori, anche qualora essi fossero professionisti normalmente classificati tra i soggetti
L’argomento, determinante la non spettanza del privilegio professionale per il credito del
professionista che sia stato nominato liquidatore di una società, è quello della natura
organica dell’attività esercitata rispetto alla società in liquidazione, e conserva ancora la sua
attualità.
incapienza del patrimonio sociale rispetto al pagamento dei suoi compensi, è destinato a
prestando la loro opera in forza di mandati professionali e usufruendo così della natura
(L.F.), alla lettera g) del terzo comma, prevede che “i pagamenti di debiti liquidi ed esigibili
eseguiti alla scadenza per ottenere la prestazione di servizi strumentali all’accesso alle
In relazione a tale disposizione si può quindi affermare che, ove l’attività di assistenza
Una ulteriore salvaguardia per gli operatori professionali impegnati nella prestazione di
assistenza nelle liquidazioni delle società, è stata introdotta dall’art. 48 del D.L. 31/5/2010 n.
78, convertito dalla L. 30/7/2010 n. 122, che ha introdotto l’art. 182-quater nella Legge
ristrutturazione dei debiti o attestazioni di relazioni di veridicità dei dati e di fattibilità dei
predisporre le relazioni ex artt. 161 e 182-bis L.F., alla condizione che tale prededucibilità
sia prevista nei ricorsi al Tribunale e che le procedure abbiano esito favorevole.
Infine, per quanto frequentemente disapplicato nella prassi dei Tribunali fallimentari,
segnalo che l’art. 111 L.F., al comma 2, prevede che “sono considerati crediti prededucibili
quelli così qualificati da una specifica disposizione di legge, e quelli sorti in occasione o in
funzione delle procedure concorsuali di cui alla presente legge; tali crediti sono soddisfatti
Citazioni
quelle affrontate nel presente documento, si ritiene utile indicare altri elaborati, predisposti
delle società.
Mi riferisco in particolare:
predisposta dal Consiglio Notarile di Milano nel periodo di novembre 2002 - marzo
Stefano Consoli per il corso biennale per la preparazione agli esami di Stato per
- al capitolo nono intitolato “Profili giuridici della liquidazione” del testo a cura di
Le citate pubblicazioni illustrano estensivamente il tema della liquidazione delle società sotto
il profilo civilistico e, per quanto attiene al Dott. Stefano Consoli, il profilo contabile e
fiscale, e forniscono un quadro più generale rispetto a quanto, più dettagliatamente, viene
liberamente disponibili in rete (ad eccezione del capitolo nono del testo “Le operazioni