Sei sulla pagina 1di 3

Da Sant'Ivo a Piazza Venezia

Itinerario Caravaggio a Roma


Un percorso nel centro storico "miracolosamente intatto". Sette tappe. Temi i committenti, le grandi opere, l'apprendistato, le donne, la vita quotidiana e la vita violenta fra
nemici, aggressioni, arresti nella città violenta del Seicento. Due ore guidati da uno storico dell'arte fra vie, vicoli, piazze che sono ancora quelli di Michelangelo Merisi
di GOFFREDO SILVESTRI

ROMA - Il centro storico di Roma è "miracolosamente intatto" e siccome è una Roma di fine Cinquecento e del Seicento, il secolo di Caravaggio, è venuta
spontanea l'idea di ripercorrere ed unire le decine di tracce che Michelangelo Merisi ha lasciato in sedici o dodici anni di permanenza. Dal 1592 o dal 1596
secondo gli ultimi documenti scoperti, al 28 maggio 1606, giorno dell'omicidio di un altro prepotente, Ranuccio Tomassoni, che segnò la sua vita, al 31
maggio, giorno della latitanza da Roma alla quale non tornerà mai più, latitante con la condanna a morte del "bando" papale. Tracce che non sono soltanto
i capolavori in due delle tre chiese che li custodiscono, ma piuttosto i segni di cui il pubblico più si appassiona, della ribollente vita quotidiana di Caravaggio
e della non meno vita agitata di Roma, campo di fazioni e tumulti, tenuti a freno da leggi taglione e stato di polizia. Avere due pistole proibite in casa
significava pena di morte e confisca dei beni.
Michelangelo Merisi dal punto di vista umano era un prepotente e un violento della più bella acqua che sentiva di avere potenti protezioni e le sfruttava
(come lo erano tutti quelli che potevano nel Seicento, con una spada al fianco), un intollerante attacca brighe, un rancoroso e un "arrampicatore sociale"
per diventare "cavaliere" e battersi allo stesso livello.

LE IMMAGINI

Campo Marzio, Pallacorda, vicolo San Biagio (ora via del Divino Amore), via della Scrofa, i Santi Ambrogio e Carlo al Corso, San Lorenzo in Lucina, piazza
della Torretta, via della Maddalena con l'osteria del Moro, Palazzo Madama e piazza Navona, piazza Firenze sono i nomi che entrano nella vita romana di
Michelangelo Merisi e sono ancora a segnare vie, vicoli, piazze di Roma. Caravaggio, il peggiore nemico di Caravaggio, mentre la sua arte aveva suscitato
l'ammirazione di committenti fra i più potenti di Roma e i più pazienti. E il grande pubblico moderno l'ha adottata, conquistato da quel senso del vero, della
natura, fra sprazzi di luce e di scuro, con protagonisti che sono persone di tutti i giorni, allora protagonisti sconosciuti dei dipinti sacri, poveracci, contadini,
piedi sporchi. La sua vicenda umana, in fuga fra Napoli, Malta, la Sicilia, di nuovo Napoli, la costa del Tirreno quasi alle porte di Roma ha perfezionato
l'opera del pittore. Per cui il pubblico è completamente succube di Caravaggio.

Che poteva chiedere qualsiasi cifra per i dipinti disputati, ma che non aveva i soldi per le cauzioni che lo facessero uscire di galera (e che venivano pagate
dagli amici), o per pagare per mesi l'affitto dello studio-abitazione. I vicoli di Campo Marzio da cui Caravaggio prendeva i "pischelli" carichi di sensualità ed
erotismo, modelli dal vivo. I quartieri delle "cortigiane", delle prostitute, di basso e alto bordo, che Michelangelo frequentava e che faceva entrare nei dipinti
sacri. Le osterie in cui mangiava, litigava, tirava piatti. In otto anni Michelangelo fu arrestato sette volte, in particolare per portare armi senza permesso.
Insomma seguendo e inseguendo Michelangelo Merisi.

La trama della vita e dell'arte di Caravaggio è ancora impressa nel centro di Roma e allora alla soprintendente del patrimonio storico artistico e del polo
museale di Roma, Rossella Vodret, è venuta l'idea di annodare un percorso che attraverso il centro storico faccia rivivere quella trama. L'idea dell'itinerario
caravaggesco ha conquistato il nuovo assessore alla Cultura del Comune, Dino Gasperini, che non per nulla ha anche la responsabilità del centro storico,
come uno strumento che "rimuovendo la patina della sacralità può conquistare coloro che non hanno un approccio regolare ai musei e alle mostre".
Gasperini è risoluto a non fermarsi al Caravaggio tanto che il sei aprile ha convocato una riunione di tutti coloro che a Roma organizzano mostre, con le
soprintendenze, per una "stretta sinergia, vera novità, coordinamento, cabina di regia". Ha poi osservato che non è possibile organizzare un itinerario
storico e lasciare la strada sconnessa, l'illuminazione insufficiente, le facciate e gli infissi delle abitazioni da recuperare (e c'è da aggiungere, angoli storici
trasformati in parcheggi asfissianti). Altri itinerari di artisti saranno scelti prossimamente fra Comune e soprintendenza. I più papabili sono Raffaello, Bernini.
"Roma. Sulle orme di Caravaggio", itinerario in sette tappe, inizia il 31 marzo fino al 19 giugno, ma sono già allo studio il prolungamento al periodo estivo e
soprattutto puntate notturne, affascinanti per il soggetto e un percorso che si svolge quasi completamente all'aperto. Inizio dell'itinerario a Sant'Ivo alla
Sapienza in corso Risorgimento, parallelo a piazza Navona, dove è la biglietteria.

A Sant'Ivo è in corso la mostra con i nuovi, fondamentali documenti dell'Archivio di Stato di Roma che spostano l'arrivo, o perlomeno le notizie, di
Michelangelo Merisi nella città del papa, dal 1592 al 1596. Partenze tutti i giorni, tre nei giorni feriali (alle 10, 15 e 16) e cinque nei festivi (alle 10, 10,30, 15,
15,30 e 16). Gruppi al massimo di 25 persone (otto euro a persona) guidati da uno storico dell'arte. La prenotazione è auspicabile, ma non obbligatoria (06-
95557514; www.flumen.it) nel senso che se le persone rientrano nei 25 possono partire col gruppo se non rientrano dovranno attendere il gruppo
successivo. Durata due ore. Già da un paio di giorni le linee della Flumen, l'associazione culturale che gestisce l'itinerario (l'organizzazione generale è di
MondoMostre), sono "intasate".
Durante la visita, per aggirare i rumori della città e nelle chiese, la guida e i componenti del gruppo sono collegati da radioguida e auricolari. Sono stati
individuati sedici punti di interesse e di sosta a cui corrispondono "totem" rettangolari e piatti, alti più di due metri, con le informazioni storiche e artistiche
del punto e la planimetria generale (consegnata all'inizio) che è un servizio per la città
.
Punto di arrivo a Palazzo Venezia dove sono in corso due mostre sul Caravaggio. I risultati delle indagini scientifiche compiute (con grandi sorprese) sui tre
dipinti con le storie di Matteo della cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi, la prima commissione pubblica di Merisi. La "Bottega del genio" con
ricostruzione degli specchi di cui la critica è sempre più convinta che siano stati usati da Caravaggio.
L'itinerario è diviso in sette tappe. Prima, a piazza Madama davanti Palazzo Madama. Tema: i committenti. Il cardinale Francesco Maria del Monte,
rappresentate dei Medici, accolse a Palazzo Madama Caravaggio dall'estate 1597 al 1600 circa. Fra le molte opere dipinte la "Medusa" e la "Canestra di
frutta". Affaccio su piazza Navona. Tema: vita violenta, i nemici e le aggressioni. La cortigiana Lena, amante di Caravaggio, probabile modella della
"Madonna dei Pellegrini" e della "Madonna dei Palafrenieri". Il tre maggio 1598, di notte, Caravaggio viene arrestato per la prima volta a Roma. Dichiara di
essere pittore del cardinale Del Monte e di non aver bisogno di un permesso. Nel settembre 1603 è arrestato dando inizio al famoso processo intentato dal
pittore Giovanni Baglione che denuncia poesie infamanti diffuse per rovinarlo. Caravaggio rimane nel carcere di Tor di Nona due settimane e viene
scarcerato a patto che non si allontani dalla propria abitazione senza permesso. Secondo Baglione il movente sarebbe la commessa della "Resurrezione"
per la chiesa del Gesù, ottenuta dal cardinale Benedetto Giustiniani in competizione con Merisi.

Seconda tappa, piazza San Luigi dei Francesi. Tema: le grandi opere. Cappella Contarelli. La prima versione della pala viene rifiutata e subito acquistata
dal marchese Vincenzo Giustiniani che nel suo palazzo (ora sede della presidenza del Senato) arriverà ad avere 15 Caravaggio.
Terza tappa, piazza Sant'Agostino. Tema: le grandi opere. "La Madonna dei Pellegrini" nella chiesa omonima. Proteste da parte dei fedeli per quei "piedi
sporchi" in primo piano.
Quarta tappa, via della Scrofa. Tema: l'apprendistato a Roma. La sera dell'8 luglio 1597, Caravaggio raccoglie un "ferraiolo", un mantello, caduto alla
vittima di una aggressione, e lo consegna a Pietropaolo, garzone di un barbiere. Dal garzone scopriamo che Merisi è a Roma dalla quaresima passata,
circa marzo 1596, e che "praticava" nella bottega di Lorenzo Carli, pittore "madonnaro", dipingendo "teste". La bottega di Carli era su via della Scrofa
all'incrocio col vicolo della Stufa di Sant'Agostino, un esercizio privato per la cura e l'igiene della persona, molto frequentato dagli abitanti che non si
potevano lavare in casa. In questa zona c'erano altre botteghe di pittori ben più importanti, Antiveduto Gramatica, e, "alla Torretta", del Cavalier d'Arpino.

Quinta tappa, Santi Ambrogio e Carlo al Corso e la zona detta "alli Pantani". Tema: gli amori. Zona di balordi e prostitute. Verso il mausoleo di Augusto
sono i cosiddetti "ortacci" con i quartieri delle cortigiane in cui hanno abitato molte delle donne frequentate da Caravaggio, e i campi della Pallacorda. Nei
pressi di Sant'Ambrogio era la casa di Lena, prostituta e modella di Merisi. Altra conoscenza "nel ramo" è Fillide Melandroni che vive in via dell'Armata,
traversa di via Giulia verso il Tevere, tuttora esistente. Nel 1594 Fillide, tredici anni, viene arrestata con Anna, quattordici, perché sorprese fuori della zona
riservata alle prostitute.
Caravaggio viene arrestato in via dei Greci, nella notte fra il 19 e il 20 ottobre 1604, per aver lanciato delle pietre e durante l'arresto insulta i "birri".
Michelangelo si difende affermando che si tratta dell'illazione di un caporale suo nemico, tale Malanno. Nella zona di Sant'Ambrogio e Carlo Merisi viene
arrestato due volte in tre mesi, dal maggio al luglio 1605, per porto d'armi abusivo e per aver danneggiato la porta di due donne.
Sesta tappa, piazza di San Lorenzo in Lucina. Tema: vita violenta, i nemici e le aggressioni. Il 21 agosto 1604 Ranuccio Tomassoni e i fratelli, fa cui Gian
Francesco, capo rione di Campo Marzio, vengono arrestati sulla piazza per episodi di violenza. All'esterno della chiesa di San Lorenzo è sepolta Fillide
Melandroni, già modella di Caravaggio per il "Ritratto di cortigiana" e amante di Ranuccio. All'esterno perché la cortigiana ha rifiutato confessione e
comunione.

Sosta in piazza della Torretta. Tema: apprendistato a Roma. In questa zona è la bottega del Cavalier d'Arpino (Giuseppe Cesari), uno dei pittori
protagonisti del mercato. Nella sua bottega Merisi ha trascorso otto mesi durante i quali avrebbe dormito su di un pagliericcio. Di questo periodo non
sappiamo nulla tranne dell'esistenza del "Bacchino malato" e del "Ragazzo con canestra di frutta" finiti alla Galleria Borghese grazie alla confisca dei beni
subita da Cesari nel 1607.
Interrotti i rapporti fra i due, Cesari e Merisi si incontrarono anni dopo, il primo a cavallo. Evidentemente Caravaggio voleva fargli scontare quanto patito e
gli ordina di scendere e di difendersi, ma la risposta di Cesari lo brucia "peggio di un affondo di spada": "Come cavaliere del papa non posso combattere
con uno che non è cavaliere". Furibondo Merisi "vendette in contanti tutti i suoi beni agli Ebrei e partì per Malta per farsi nominare cavaliere".

Settima tappa. Vicolo del Divino Amore - via dei Prefetti. Tema: vita quotidiana. L'8 maggio
1604 affitta una casa in vicolo San Biagio, ora via del Divino Amore n. 19. Dall'affittuaria Prudenzia Caravaggio ottiene di "scoprire metà della sala": aveva
bisogno di luce e spazio per dipingere grandi tele a cominciare dalla "Morte della Vergine" che gli era stata commissionata da Laerzio Cherubini,
giureconsulto, vero proprietario della casa. Caravaggio pagò regolarmente l'affitto fino al gennaio 1605 poi smise e dopo sei mesi di attesa Prudenzia gli
fece sequestrare i pochi oggetti in casa per recuperare gli affitti.
Sosta a piazza Firenze. Tema: l'uccisione di Ranuccio. Un'area celebre per la presenza del Palazzo Firenze di Ferdinando de'Medici, e dei campi per il
popolarissimo gioco della pallacorda (due squadre di giocatori si rilanciavano una palla con una racchetta o mazza al di sopra di una corda che divideva a
metà il campo). Erano esattamente nella via che ora porta lo stesso nome. Mentre Roma festeggia il primo anno di pontificato di Paolo V Borghese, il 28
maggio 1606, si affrontano otto uomini armati, decisi allo scontro che era stato preparato. Le vere ragioni non sono state ancora chiarite: discussione di
gioco o scommessa o questione di donne per i vari intrecci o regolamento di conti per la supremazia. A terra rimane Ranuccio colpito da Caravaggio alla
coscia, con una emorragia inarrestabile. Ranuccio ha il tempo di confessarsi e di comunicarsi e questo aspetto fu fondamentale per il futuro sviluppo della
vicenda, per la richiesta della grazia papale e ammissione fra i cavalieri
di Malta.

Sosta a via della Maddalena. Tema: vita violenta, i nemici e le aggressioni. Nella "strada che va dalla Rotonda a Campo Marzio" era posta l'osteria del
Moro, che fu teatro, il 24 aprile 1604, di una scomposta reazione di Caravaggio. Il tiro di un piatto di carciofi contro la faccia di un cameriere reo di un gesto
inopportuno. Michelangelo aveva chiesto al cameriere se i carciofi erano al burro o all'olio e il cameriere si era portato un carciofo sotto il naso per
rispondere alla domanda. Un gesto che aveva fatto infuriare Merisi. Denunciato, fu processato, ma non condannato forse per l'intervento del cardinale Del
Monte.
La lezione non gli servì molto. Fra il 19 e il 20 ottobre fu arrestato e portato a Tor di Nona con altri compari per aver lanciato pietre agli "sbirri" in via dei
Greci e il 18 novembre di nuovo in carcere per aver insultato un ufficiale che gli aveva chiesto il porto d'armi ed essendo questo volta in regola lo aveva
coperto di insulti irripetibili.
Sosta in piazza della Minerva. Tema: vita violenta, i nemici e le aggressioni. Il 16 novembre 1603, durante la messa mattutina a Santa Maria della Minerva,
l'architetto Onorio Longhi, amico di Merisi, insulta i pittori Tommaso Salini e Baglione, e fuori della chiesa li minaccia con la spada. Un seguito del processo
intentato qualche mese prima da Baglione contro Longhi, Caravaggio, Orazio Gentileschi e Filippo Trisegni.
Michelangelo Merisi è fuori da questo scontro. Dalla tarda primavera del 1601 si è trasferito a Palazzo Mattei dove rimane probabilmente fino al 1602-1603
e dipinge per Ciriaco Mattei (come la "Cena in Emmaus" della National Gallery di Londra, la "Presa di Cristo nell'orto" di Dublino), il marchese Giustiniani e
il fratello cardinale Benedetto.

Sosta alla chiesa del Gesù. Tema: vita violenta, il processo, i nemici e le aggressioni. Al Gesù era destinata la "Resurrezione" del Baglione. Il nemico di
Merisi se l'era guadagnata (insieme ad un extra, una collana d'oro che aveva mandato Caravaggio fuori dei gangheri) vincendo la competizione lanciata dal
cardinale Benedetto Giustiniani e che aveva per tema l'"Amor vincitore" , l'"Amor sacro e Amore profano". La "Resurrezione", il lavoro "più ambizioso" di
Baglione, fu esposto a Pasqua 1603 e "subito coperto di insulti da Caravaggio e dalla sua cricca che misero in atto una vera e propria campagna
diffamatoria a mezzo di poesie scurrili e offensive" contro Baglione e l'amico Mao (Tommaso) Salini. Da qui il famoso processo. Era in gioco "la supremazia
nell'ambiente artistico romano", un "regolamento di conti fra artisti in un clima di accesa rivalità e competizioni, di liti violenti e bruciante invidia". La tela di
Baglione fu sostituita nel Seicento da un dipinto di Carlo Maratta che è ancora al Gesù.
(31 marzo 2011)

Potrebbero piacerti anche