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Corso di aggiornamento

Norme Tecniche per le Costruzioni

Modulo 1
Sicurezza Strutturale ed Azioni

Ordine degli Ingegneri, Catania


15 ottobre 2008
Melina Bosco
dove eravamo rimasti…
Spettri di risposta elastica di normativa
accelerazioni orizzontali

Primo tratto –
4.0

Se
andamento lineare
ag
3.0
⎡T 1 ⎛ T ⎞⎤
S e = a g S η Fo ⎢ + ⎜⎜1 − ⎟⎟⎥
⎢⎣ TB η Fo ⎝ TB ⎠⎥⎦
2.0

S
1.0

0.0
TB
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 T 3.0

10
η= ≥ 0.55
Amplificazione, legata 5+ξ
al tipo di terreno
Spettri di risposta elastica di normativa
accelerazioni orizzontali

Secondo tratto –
4.0

Se
costante
ag
3.0

S e = a g S η Fo

2.0

S
1.0

0.0
TB TC
0.0 1.0 1.5 2.0 2.5 T 3.0

10
η= ≥ 0.55
5+ξ
Spettri di risposta elastica di normativa
accelerazioni orizzontali

Terzo tratto –
4.0

Se
decrescente (con 1/T )
ag
3.0
⎛T ⎞
S e = a g S η Fo ⎜ C ⎟
⎝T ⎠
2.0

S
1.0

0.0
0.0
TB TC
1.0 1.5
TD
2.5 T 3.0

10
η= ≥ 0.55
5+ξ
Spettri di risposta elastica di normativa
accelerazioni orizzontali

Quarto tratto –
4.0

Se
decrescente (con 1/T 2 )
ag
3.0
⎛T T ⎞
S e = a g S η Fo ⎜ C 2 D ⎟
⎝ T ⎠
2.0

S
1.0

0.0
0.0
TB TC 1.0 1.5
TD
2.5 T 3.0

10
η= ≥ 0.55
5+ξ
Spettri di risposta elastica di normativa
accelerazioni orizzontali

Indviduare i parametri base:


ag Fo TC*
che dipendono dal periodo di ritorno Tr e dalle
caratteristiche del terreno

Descrivere lo spettro mediante:


– ag accelerazione del terreno (su roccia)
– Fo amplificazione nel tratto costante
– S amplificazione dovuta al tipo di terreno
– TB TC TD periodi che separano i diversi tratti
– ξ smorzamento della struttura
Comportamento dinamico
oltre il limite elastico

schemi a un grado di libertà


È possibile progettare le strutture
in modo che rimangano in campo elastico?

Sa/g
0.9
0.8 Sede ordine Ingegneri:
0.7 ag=0.206g
0.6
Fo=2.463
0.5
0.4 Tc*=0.357
0.3
0.2
0.1
0.0
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 T
3.0
È possibile progettare le strutture
in modo che rimangano in campo elastico?

Azioni orizzontali comparabili


con le azioni verticali

Le sollecitazioni provocate
dalle azioni orizzontali sono
molto forti

Non è economicamente conveniente progettare la


struttura in modo che rimanga in campo elastico
Comportamento oltre il limite elastico

Occorre tener conto del comportamento non lineare


delle singole sezioni
M legame teorico M legame teorico
300 300
kNm modello bilineare kNm modello bilineare

200 200
sezione 30×50 sezione 30×50
A’s = 6.2 cm2 A’s = 11.5 cm2
100 100
2
As = 20.6 cm As = 19.2 cm2

0 0
0 -0.0001 -0.0002 χ 0 -0.0001 -0.0002 χ

Il comportamento reale viene in genere


rappresentato con un modello più semplice, bilineare
(elastico-perfettamente plastico)
Comportamento oltre il limite elastico

Legame elastico-perfettamente plastico

F (M) È caratterizzato da tre


parametri fondamentali:

- Rigidezza
- Resistenza
uy um u (χ)
- Duttilità
Comportamento oltre il limite elastico

Legame elastico-perfettamente plastico

F (M) È caratterizzato da tre


parametri fondamentali:

k=
dF
- Rigidezza
du
- Resistenza
uy um u (χ)
- Duttilità

Rigidezza = inclinazione del diagramma


Comportamento oltre il limite elastico

Legame elastico-perfettamente plastico

F (M) È caratterizzato da tre


Fy parametri fondamentali:

- Rigidezza
- Resistenza
uy um u (χ)
- Duttilità

Resistenza = soglia di plasticizzazione


Comportamento oltre il limite elastico

Legame elastico-perfettamente plastico

F (M) È caratterizzato da tre


parametri fondamentali:
um
µ= - Rigidezza
uy
- Resistenza
uy um u (χ)
- Duttilità

Duttilità = capacità di deformarsi plasticamente


Comportamento oltre il limite elastico

Per una valutazione della risposta sismica, occorre


anche tener conto del comportamento ciclico, con i
possibili degradi di rigidezza e resistenza

Inserire figura ciclo


Risposta sismica
di un oscillatore semplice elasto-plastico

Legame costitutivo
della struttura
F
m

Legame
costitutivo
della sezione M
Foto Modello
di calcolo χ
Risposta sismica
di un oscillatore semplice elasto-plastico

L’equazione del moto è formalmente la stessa, ma la


rigidezza non è più una costante

m u&& + c u& + k (u ) u = − m u&&g

La risoluzione avviene per via numerica, in maniera


analoga a quanto si fa per un oscillatore semplice
elastico (ma con qualche complicazione in più)
Risposta sismica
di un oscillatore semplice elasto-plastico

Risposta u
7.5 6.35 cm F
T= 1.00 s

elastica
5.0

2.5

0.0
0 10 t (s) 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5 5 7.5u
-2.5

Input sismico -5.0

400 -7.5
u&&g PGA = 351 cm s-2
0
10 t (s) 20 T= 1.00 s
-400 u
7.5 F
Tolmezzo, Friuli, 1976 5.0

2.5

0.0
0 10 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5 5 7.5u
-2.5 t (s)

Risposta -5.0

elasto-plastica t= 3.64 s
-7.5
Risposta sismica
di un oscillatore semplice elasto-plastico

Risposta u
7.5 6.35 cm F
T= 1.00 s

elastica
5.0

2.5

0.0
0 10 t (s) 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5 5 7.5u
-2.5

Input sismico -5.0

400 -7.5
u&&g PGA = 351 cm s-2
0
10 t (s) 20 T= 1.00 s
-400 u
7.5 F
Tolmezzo, Friuli, 1976 5.0

2.5

0.0
0 10 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5 5 7.5u
-2.5 t (s)

Risposta -5.0

elasto-plastica t= 4.17 s
-7.5
Risposta sismica
di un oscillatore semplice elasto-plastico

Risposta u
7.5 6.35 cm F
T= 1.00 s

elastica
5.0

2.5

0.0
0 10 t (s) 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5 5 7.5u
-2.5

Input sismico -5.0

400 -7.5
u&&g PGA = 351 cm s-2
0
10 t (s) 20 T= 1.00 s
-400 u
7.5 F
Tolmezzo, Friuli, 1976 5.0

2.5

0.0
0 10 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5 5 7.5u
-2.5 t (s)

Risposta -5.0

elasto-plastica t= 4.49 s
-7.5
Risposta sismica
di un oscillatore semplice elasto-plastico

Risposta u
7.5 6.35 cm F
T= 1.00 s

elastica
5.0

2.5

0.0
0 10 t (s) 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5 5 7.5u
-2.5

Input sismico -5.0

400 -7.5
u&&g PGA = 351 cm s-2
0
10 t (s) 20 T= 1.00 s
-400 u
7.5 F
Tolmezzo, Friuli, 1976 5.0

2.5

0.0
0 10 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5 5 7.5u
-2.5 t (s)

Risposta -5.0

elasto-plastica t= 4.60 s
-7.5
Risposta sismica
di un oscillatore semplice elasto-plastico

Risposta u
7.5 6.35 cm F
T= 1.00 s

elastica
5.0

2.5

0.0
0 10 t (s) 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5 5 7.5u
-2.5

Input sismico -5.0

400 -7.5
u&&g PGA = 351 cm s-2
0
10 t (s) 20 T= 1.00 s
u
7.5 6.51 cm F
-400
6.51 cm
Tolmezzo, Friuli, 1976 5.0

2.5

0.0
0 10 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5 5 7.5u
-2.5 t (s)

Risposta -5.0

elasto-plastica t= 20.00 s
-7.5
Richiesta di duttilità

Il rapporto tra lo spostamento massimo umax


ottenuto come risposta al sisma
e lo spostamento uy di plasticizzazione
è la duttilità necessaria al sistema per non
collassare (richiesta di duttilità)
6.51 cm
T= 1.00 s umax
In genere, abbassando u
7.5 F
6.51 cm
la resistenza aumenta 5.0

la richiesta di duttilità
2.5

0.0
0 10 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5
u5 y 7.5u
-2.5 t (s)

Risposta -5.0

elasto-plastica
-7.5
Progettazione
di strutture elasto-plastiche
È possibile progettare la F (M)
struttura con una forza
ridotta, accettando la sua um
plasticizzazione, purché la µ=
uy
duttilità disponibile uy um u (χ)

sia maggiore di
umax
quella richiesta u
7.5 6.51 cm
T= 1.00 s
F
6.51 cm
u max
µ=
5.0

2.5
uy 0.0
0 10 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5
u5 y 7.5u
-2.5 t (s)

Risposta -5.0

elasto-plastica
-7.5
Progettazione
di strutture elasto-plastiche
La resistenza può essere ridotta tanto da far
coincidere la duttilità disponibile con quella richiesta
Esempio : duttilità disponibile = 2
u
7.5 6.51 cm F
5.0
T= 1.00 s uy umax
umax 6.51
2.5
µ= = = 1.30
0.0 uy 5.00
0 10 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5 5 7.5u
-2.5
t (s)
-5.0

7.5
u
-7.5 F
5.0

2.5
umax 5.83
0.0 µ= = = 2.00
-2.5
0 10 20 -7.5 -5 -2.5 0 2.5 5 7.5
u uy 2.92
-5.0
t (s) umax uy
-7.5 5.83 cm
Progettazione
di strutture elasto-plastiche
La resistenza può essere ridotta tanto da far
coincidere la duttilità disponibile con quella richiesta
Se Ricordando che F = m a,
(cm1200
s-2) si può diagrammare in
µ=1 (spettro elastico) funzione del periodo
800 l’accelerazione da usare
nel progetto,
400 per assegnati valori
della duttilità µ
0
0 1 2 T3 (s)
Progettazione
di strutture elasto-plastiche
La resistenza può essere ridotta tanto da far
coincidere la duttilità disponibile con quella richiesta
Se Ricordando che F = m a,
(cm1200
s-2) si può diagrammare in
µ=1 (spettro elastico) funzione del periodo
800 l’accelerazione da usare
nel progetto,
400 per assegnati valori
µ=2 della duttilità µ
0
0 1 2 T3 (s)
Progettazione
di strutture elasto-plastiche
La resistenza può essere ridotta tanto da far
coincidere la duttilità disponibile con quella richiesta
Se Ricordando che F = m a,
(cm1200
s-2) si può diagrammare in
µ=1 (spettro elastico) funzione del periodo
800 l’accelerazione da usare
nel progetto,
400 per assegnati valori
µ=2 della duttilità µ
µ=4
0
0 1 2 T3 (s)

Spettro di risposta a duttilità assegnata


Progettazione
di strutture elasto-plastiche
7.5
u
6.35 cm
T = 1.00 s F Le analisi numeriche
mostrano che lo
5.0
elastico

spostamento di
2.5

6.35 cm

schemi elastici ed
0
10 t (s) 20 -7.5 u 7.5

elasto-plastici è più
-2.5

o meno lo stesso
-5.0

-7.5
Risposta elastica
7.5
F
u T = 1.00 s F elastico
Fmax,e
5.0
µ=2
2.5

-5.83 cm
0
10 t (s) 20 -7.5 u 7.5

-2.5 Fy elasto-plastico

-5.0
Risposta
umax,e ≅ umax,ep
-5.83 cm

-7.5 elasto-plastica u
Progettazione
di strutture elasto-plastiche

Le analisi numeriche
La forza di progetto mostrano che lo
può essere ottenuta Fd
spostamento di
dividendo schemi elastici ed
la forza necessaria elasto-plastici è più
per mantenere la Fmax,e o meno lo stesso
struttura in campo F
elastico Fmax,e elastico

per la duttilità µ
elasto-plastico
Fmax,e Fy
Fd = F y =
µ umax,e ≅ umax,ep u
Progettazione
di strutture elasto-plastiche
Il principio di uguaglianza di spostamenti vale solo
per strutture con periodo medio-alto
Per strutture con periodo basso si può pensare ad
una uguaglianza in termini energetici

F F
elastico elastico
Fmax,e Fmax,e
a) T elevato b) T basso
Fmax,e Fmax,e
Fd = aree uguali
Fd =
elasto-plastico
µ elasto-plastico
2µ − 1
Fy Fy

umax,e ≅ umax,ep u umax,e umax,ep u


Spettri di progetto di normativa

Dagli spettri di risposta a duttilità assegnata

Se
1200
cm s-2

800 µ = 1 (spettro elastico)

400

µ=2
µ=4
0
0 1 2 T 3s
Spettri di progetto di normativa

Dagli spettri di risposta a duttilità assegnata


Se

4.0 1200
cm s-2

µ = 1 (spettro elastico)
Sd 800

spettro di risposta
ag elastico 400

µ=2
3.0 0
µ=4
0 1 2 T 3s

spettro di
progetto
2.0 q = 1.5 si passa a spettri di progetto
per SLU, forniti dalla normativa
D.M. 14/1/08, punto 3.2.3.5
1.0 q=3

q=5

0.0
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 T 3.0
Progetto a duttilità assegnata

• Nota la duttilità,
si può ricavare l’accelerazione (e quindi le forze)
di progetto dagli spettri di risposta a duttilità
assegnata.
• Risolvendo lo schema strutturale soggetto a queste
forze (con analisi lineare) si verificano le sezioni.
• Se la struttura sopporta queste azioni ed ha la
duttilità prevista,
può sopportare (in campo inelastico) il terremoto.
Spettri di progetto per SLV
NTC 08 (D.M. 14/1/2008)
Effetti relativi
Smorzamento e duttilità

Se
cm s-2

1200
µ=1,ξ=2%

800
µ=1, ξ=5%

400

0
0 1 2 T3[s]
Effetti relativi
Smorzamento e duttilità

Se
cm s-2
1200
µ=1,ξ=2%

800
µ=1, ξ=5%

400

µ=2

0
0 1 2 T3[s]
Effetti relativi
Smorzamento e duttilità

Se Sia lo smorzamento che le


cm s-2 plasticizzazioni riducono la
1200 pseudo-accelerazione
µ=1,ξ=2%
La riduzione della pseudo-
800 accelerazione per effetto
dello smorzamento
µ=1, ξ=5%
decresce al crescere della
400 deformazione inelastica

µ=2
µ=4
0
0 1 2 T3[s]
Spettri di progetto di normativa

Le ordinate dello spettro di


4.0
progetto sono ottenute dividendo
Sd
ag
spettro di risposta quelle dello spettro di risposta
elastica (con η=1) per un fattore q
elastico
3.0

spettro di q = fattore di struttura


progetto
2.0 q = 1.5 tiene conto della duttilità
delle sezioni ma anche del
comportamento globale
1.0 q=3

q=5

0.0
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 T 3.0
Spettri di progetto di normativa

Per periodi molto bassi la


4.0
riduzione è minore.
Sd
Al limite, per T = 0 non si ha
spettro di risposta
ag elastico
3.0
alcuna riduzione
spettro di
progetto
2.0 q = 1.5

1.0 q=3

q=5

0.0
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 T 3.0
Spettri di progetto di normativa

4.0

Sd
spettro di risposta
ag elastico
3.0 Per periodi alti vi è un
spettro di
limite al di sotto del
progetto quale non scendere
2.0 q = 1.5
(0.2 ag)

1.0 q=3

q=5

0.0
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 T 3.0
Spettri di progetto di normativa
accelerazioni orizzontali
Il valore del fattore di struttura q è definito nel
cap. 7 del D.M. 14/1/08
(differenziate per materiale e
4.0

Sd
ag
spettro di risposta per tipologia strutturale)
elastico
3.0

spettro di
progetto
2.0 q = 1.5 Vedi Foglio excel
Spettri Progetto

1.0 q=3

q=5

0.0
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 T 3.0
Spettri di progetto di normativa
accelerazioni verticali

4.0

Sd
Per le accelerazioni
ag verticali si assume
3.0 sempre q = 1.5
verticale,
elastico

2.0

1.0

verticale,
q = 1.5
0.0
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 T 3.0
Esempio
m 3EI
Dati: K = = 923.4 kN/m
L3

L= 10 m m
T = 2π = 1.70s
m = 250 t K
k E = 28500 MPa F = mSd = 250t × 0.053 × g = 130.57kN
Sezione 60cm x 60cm M = F × L = 1305.7kNm
Suolo A
q = 2.0 N = m × g = 2452kN

S
0.60
d

0.50
Sezione 60x60 armata 0.40
con 7Φ24 per lato ha un: q=2
0.30
MRd =1200kNm
0.20

0.10
0.053
0.00
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 T
3.0
Esempio
m 3EI
Dati: K = = 1710.7 kN/m
L3

L= 10 m m
T = 2π = 0.92s
m = 250 t K
k E = 28500 MPa F = mSd = 250t × 0.10 × g = 245.25kN
Sezione 70cm x 70cm M = F × L = 2452.5kNm
Suolo A
q = 2.0 N = m × g = 2452kN

S
0.60
d

0.50
Sezione 70x70 armata 0.40
con 8Φ24 per lato ha un: q=2
0.30
MRd =1700kNm
0.20

0.10
0.10

0.00
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 T
3.0
Impiego di accelerogrammi

Gli stati limite, ultimi e di esercizio, possono essere


verificati mediante l’uso di accelerogrammi, o
artificiali o simulati o naturali.

Accelerogrammi artificiali
ag(t)/g
ag,max

0 t [sec]

-ag,max
≥10.0s
≥25.0s
Impiego di accelerogrammi
accelerogrammi artificiali
Gli accelerogrammi artificiali devono avere uno
spettro di risposta elastico coerente con lo spettro
di risposta adottato nella progettazione.
Sd2.0
/g

1.6

1.2

0.8

0.4

0.0
0.00 0.50 1.00 1.50 2.00 2.50 T
3.00
Impiego di accelerogrammi
accelerogrammi artificiali
Gli accelerogrammi artificiali devono avere uno
spettro di risposta elastico coerente con lo spettro
di risposta adottato nella progettazione.
Sd2.0
/g
Ordinata spettrale media
1.6
> 0.90Sd
1.2

0.8

0.4
0.9 Spettro
0.0
0.00 0.50 1.00 1.50 2.00 2.50 T
3.00
Impiego di accelerogrammi
accelerogrammi generati
Sono generati mediante simulazione del meccanismo
di sorgente e della propagazione

Le ipotesi relative alle caratteristiche sismogenetiche


della sorgente e del mezzo di propagazione devono
essere debitamente giustificate
Impiego di accelerogrammi
accelerogrammi registrati
Devono essere rappresentativi della sismicità del
sito, delle caratteristiche della sorgente, della
magnitudo, della distanza dalla sorgente e della
massima accelerazione orizzontale attesa
Sd2.0
/g

1.6
Devono essere
scalati in modo
1.2 da approssimare
0.8 gli spettri di
risposta nel
0.4
campo di periodi
0.0 di interesse
0.00 0.50 1.00 1.50 2.00 2.50 T
3.00
Impiego di accelerogrammi
accelerogrammi registrati
Devono essere rappresentativi della sismicità del
sito, delle caratteristiche della sorgente, della
magnitudo, della distanza dalla sorgente e della
massima accelerazione orizzontale attesa
Sd2.0
/g

1.6
Devono essere
scalati in modo
1.2 da approssimare
0.8 gli spettri di
risposta nel
0.4
campo di periodi
0.0 di interesse
0.00 0.50 1.00 1.50 2.00 2.50 T
3.00
Impiego di accelerogrammi
quali accelerogrammi usare?

Il dibattito è ancora aperto


Sd2.0
/g Sd2.0
/g

1.6 1.6

1.2 1.2

0.8 0.8

0.4 0.4

0.0 0.0
0.00 0.50 1.00 1.50 2.00 2.50 T3.00 0.00 0.50 1.00 1.50 2.00 2.50 T3.00
FINE
Corso di Aggiornamento
Norme Tecniche per le Costruzioni

Modulo 1
Sicurezza Strutturale ed Azioni

Ordine degli Ingegneri, Catania


15 ottobre 2008
Melina Bosco

1
Azioni sulle costruzioni
Classificazione

¾ in base al modo di esplicarsi


¾ secondo la risposta strutturale
¾ secondo la variazione della loro intensità nel tempo

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.5.1 2


Azioni sulle costruzioni
Classificazione delle azioni in base al modo di esplicarsi

a) dirette
forze concentrate, carichi distribuiti, fissi o mobili;

b) indirette
spostamenti impressi, variazioni di temperatura e di umidità, ritiro,
precompressione, cedimenti di vincolo, ecc.

c) degrado
- endogeno: alterazione naturale del materiale di cui è
composta l’opera strutturale;
- esogeno: alterazione delle caratteristiche dei materiali
costituenti l’opera strutturale, a seguito di agenti esterni.

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.5.1.1 3


Azioni sulle costruzioni
Classificazione delle azioni secondo la risposta strutturale

a) statiche
azioni applicate alla struttura che non provocano accelerazioni significative
della stessa o di alcune sue parti;

b) pseudo statiche
azioni dinamiche rappresentabili mediante un’azione statica equivalente;

c) dinamiche
azioni che causano significative accelerazioni della struttura o dei suoi
componenti.

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.5.1.2 4


Azioni sulle costruzioni
Classificazione delle azioni secondo la variazione della loro
intensità nel tempo

a) permanenti (G ):
azioni che agiscono durante la vita nominale della costruzione la cui
variazione di intensità nel tempo è così piccola e lenta da poterle
considerare con sufficiente approssimazione costanti nel tempo:
- peso proprio di tutti gli elementi strutturali; peso proprio del terreno,
quando pertinente; forze indotte dal terreno (esclusi gli effetti di carichi
variabili applicati al terreno); forze risultanti dalla pressione dell’acqua
(quando si configurino costanti nel tempo) ( G1 );
- peso proprio di tutti gli elementi non strutturali ( G2 );
- spostamenti e deformazioni imposti, previsti dal progetto e realizzati
all’atto della costruzione;
- pretensione e precompressione ( P );
- ritiro e viscosità;
- spostamenti differenziali;
Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.5.1.3 5
Azioni sulle costruzioni
Classificazione delle azioni secondo la variazione della loro
intensità nel tempo

b) variabili (Q ):
azioni sulla struttura o sull’elemento strutturale con valori istantanei
che possono risultare sensibilmente diversi fra loro nel tempo:

- di lunga durata: agiscono con un’intensità significativa, anche non


continuativamente, per un tempo non trascurabile rispetto alla vita nominale
della struttura;

- di breve durata: azioni che agiscono per un periodo di tempo breve rispetto alla
vita nominale della struttura;

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.5.1.3 6


Azioni sulle costruzioni
Classificazione delle azioni secondo la variazione della loro
intensità nel tempo

c) eccezionali (A ):
azioni che si verificano solo eccezionalmente nel corso della vita
nominale della struttura;
- incendi;
- esplosioni;
- urti ed impatti;

d) sismiche ( E ):
azioni derivanti dai terremoti.

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.5.1.3 7


Caratterizzazione delle azioni elementari

Valore Caratteristico delle azioni (G1k, G2k, Qk, Ak ):


valore corrispondente ad un frattile pari al 95 % della popolazione dei
massimi, in relazione al periodo di riferimento dell’azione variabile
qmax
Fk
q

qmax t
q

t
qmax
q
Area sottesa = 0.95
qmax t (95% dei campioni)
valore
q caratteristico
t
Fk 8
Caratterizzazione delle azioni elementari

Valori di azioni variabili corrispondenti a probabilità di


superamento via via maggiori:
- Valore raro ( o di combinazione) Ψ0Qkj
valore di durata breve ma ancora significativa nei riguardi della possibile
concomitanza con altre azioni variabili

- Valore frequente Ψ1Qkj

- Valore quasi permanente Ψ2Qkj

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.5.2 9


Caratterizzazione delle azioni elementari

Valore frequente
Fk
F
ψ1 Fk
È il frattile 95% della
distribuzione temporale in un
Fmax t periodo di riferimento
F
Cioè è superato solo nel 5% del
t periodo di riferimento
Fmax
F
ψ1 dipende dal tipo di carico
Fmax t
ψ1 = 0.5 carico variabile per
F abitazione
t 0.2 per vento
Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.5.2 10
Caratterizzazione delle azioni elementari

Valore quasi permanente


Fk
F
ψ1 Fk È la media della distribuzione
ψ 2 Fk
t temporale in un periodo di
Fmax
F riferimento

t
Fmax
F

t ψ 2 dipende dal tipo di carico


Fmax

F ψ 2 = 0.3 c. var. per abitazione


0 per vento
t

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.5.2 11


Coefficienti di combinazione

Categoria/Azione variabile ψ 0 ψ1 ψ 2
Categoria A Ambienti ad uso residenziale 0.7 0.5 0.3
Categoria B Uffici 0.7 0.5 0.3
Categoria C Ambienti suscettibili di affollamento 0.7 0.7 0.6
Categoria D Ambienti ad uso commerciale 0.7 0.7 0.6
Categoria E Biblioteche, archivi, magazzini e ambienti uso industr. 1.0 0.9 0.8
Categoria F Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso ≤ 30 kN) 0.7 0.7 0.6
Categoria G Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso > 30 kN) 0.7 0.5 0.3
Categoria H Coperture 0.0 0.0 0.0
Vento 0.6 0.2 0.0
Neve (a quota ≤ 1000 m s.l.m.) 0.5 0.2 0.0
Neve (a quota > 1000 m s.l.m.) 0.7 0.5 0.2
Variazioni termiche 0.6 0.5 0.0

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.5.3 12


Combinazione delle azioni
Stati Limite Ultimi

1 Combinazione fondamentale
γ G1G1 + γ G 2G2 + γ P P + γ Q1Qk1 + γ Q 2ψ 02Qk 2 + γ Q 3ψ 03Qk 3 + ...

A1 A2
EQU
STR GEO
favorevoli γG1 0.90 1.00 1.00
Carichi permanenti
sfavorevoli 1.10 1.30 1.00
Carichi permanenti non favorevoli γG2 0.00 0.00 0.00
strutturali* sfavorevoli 1.50 1.50 1.30
favorevoli γQ 0.00 0.00 0.00
Carichi variabili
sfavorevoli 1.50 1.50 1.30
* Nel caso in cui i carichi permanenti non strutturali siano compiutamente definiti si
potranno adottare gli stessi coefficienti validi per le azioni permanenti

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.6.1 13


Combinazione delle azioni
Stati Limite Ultimi

1 Combinazione fondamentale
γ G1G1 + γ G 2G2 + γ P P + γ Q1Qk1 + γ Q 2ψ 02Qk 2 + γ Q 3ψ 03Qk 3 + ...

1.5qk
1.5g2k (non def.)
1.3g2k (def.)
1.3g1k

L1 L2 L3

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.6.1 14


Combinazione delle azioni
Stati Limite di Esercizio

Combinazione caratteristica rara


2 generalmente impiegata per gli stati limite di esercizio irreversibili
G1 + G2 + P + Qk 1 + ψ 02Qk 2 + ψ 03Qk 3 + ...

Combinazione frequente
3 generalmente impiegata per gli stati limite di esercizio reversibili
G1 + G2 + P + ψ11Qk1 + ψ 22Qk 2 + ψ 23Qk 3 + ...

Combinazione quasi permanente


4 impiegata per gli effetti a lungo termine
G1 + G2 + P + ψ 21Qk 1 + ψ 22Qk 2 + ...

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.5.3 15


Combinazione delle azioni

Combinazione sismica
5 impiegata per gli stati limite ultimi e di esercizio connessi all’azione sismica E
E + G1 + G2 + P + ψ 21Qk 1 + ψ 22Qk 2 + ...

Nel DM 96

T.A.: α + αp (sollecitazioni dovute al sisma + sollecitazioni


dovute agli altri carichi agenti contemporaneamente
escluso il vento)

S.L.U: 1.5 α + αp (1.5 sollecitazioni dovute al sisma + sollecitazioni


dovute agli altri carichi agenti nella combinazione:
γgGk+ γpPk + γq[Q1k + Σψ0Q1k ] )

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.5.3 16


Combinazione delle azioni

Combinazione eccezionale
6 impiegata per gli stati limite ultimi e di esercizio connessi
alle azioni eccezionali di progetto Ad
G1 + G2 + P + Ad + ψ 22Qk 1 + ψ 22Qk 2 + ...

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 2.5.3 17


Combinazione delle azioni
Esempio
g1 = 4.00 kN/m
Ψ1 = 0.5; Ψ2 = 0.2 q1k = 1.30 kN/m
Ψ1 = 0.2; Ψ2 = 0.0 q2k = 1.60 kN/m
Ψ0 = 0.7

15.00m

(SLU) γ G1G1 + γ G 2G2 + γ P P + γ Q1Qk1 + γ Q 2ψ 02Qk 2 + γ Q 3ψ 03Qk 3 + ...


q = 1.3 x 4.00 + 1.5 x (1.30 + 1.60 x 0.7) = 8.83 kN/m

q = 1.3 x 4.00 + 1.5 x (1.30 x 0.7 + 1.60) = 8.965 kN/m

Comb. caratteristica rara G1 + G2 + P + Qk1 + ψ 02Qk 2 + ψ 03Qk 3 + ...


q = 4.00 + (1.30 + 1.60 x 0.7) = 6.42 kN/m

q = 4.00 + (1.30 x 0.7 + 1.60) = 6.51 kN/m


18
Combinazione delle azioni
Esempio
g1 = 4.00 kN/m
Ψ1 = 0.5; Ψ2 = 0.2 q1k = 1.30 kN/m
Ψ1 = 0.2; Ψ2 = 0.0 q2k = 1.60 kN/m
Ψ0 = 0.7

15.00m

Combinazione Frequente G1 + G2 + P + ψ11Qk1 + ψ 22Qk 2 + ψ 23Qk 3 + ...


q = 4.00 + (1.30 x 0.5 + 1.60 x 0.0) = 4.65 kN/m

q = 4.00 + (1.30 x 0.2 + 1.60 x 0.2) = 4.58 kN/m

Combinazione Quasi Permanente G1 + G2 + P + ψ 21Qk 1 + ψ 22Qk 2 + ...


q = 4.00 + (1.30 x 0.2 + 1.60 x 0.0) = 4.26 kN/m

19
Combinazione delle azioni
Esempio
g1 = 4.00 kN/m
Ψ1 = 0.5; Ψ2 = 0.2 q1k = 1.30 kN/m
Ψ1 = 0.2; Ψ2 = 0.0 q2k = 1.60 kN/m
Ψ0 = 0.7 Q3k = 10.00 kN
Ψ1 = 0.6; Ψ2 = 0.3
15.00m
=

q ⋅l2
8
+
F ⋅l
4

20
Combinazione delle azioni
Esempio
g1 = 4.00 kN/m
Ψ1 = 0.5; Ψ2 = 0.2 q1k = 1.30 kN/m
Ψ1 = 0.2; Ψ2 = 0.0 q2k = 1.60 kN/m
Ψ0 = 0.7 Q3k = 10.00 kN
Ψ1 = 0.6; Ψ2 = 0.3
15.00m
Combinazione Fondamentale (Stato Limite Ultimo)
q = 1.3 x 4.00 + 1.5 x (1.30 x 0.7 + 1.60) = 8.965 kN/m (q2k principale)
F = 1.5 x 10.0 x 0.7 = 10.5 kN
Med = 8.965 x 15 2 / 8 + 10.5 x 15 / 4= 252.14 + 39.38 = 291.52 kNm

q = 1.3 x 4.00 + 1.5 x (1.30 x 0.7 + 1.60 x 0.7 ) = 8.245 kN/m (Q3k principale)
F = 1.5 x 10.0 = 15.0 kN
Med = 8.245 x 15 2 / 8 + 15.0 x 15 / 4= 231.89 + 56.25 = 288.14 kNm
21
Combinazione delle azioni
Esempio

qk=12kN/m
Fk=18kN gk=30kN/m 30.7

43.6

15.3

12.3
11.9
18.1

6.1 15.0

22
Azioni permanenti e variabili
da carichi verticali

23
Azioni sulle costruzioni
Pesi dell’unità di volume dei principali materiali strutturali

MATERIALI kN/m3 MATERIALI kN/m3


Calcestruzzi cementizi e malte Materiale lapideo
Calcestruzzo ordinario 24,0 Tufo vulcanico 17,0
Calcestruzzo armato (e/o precompresso) 25,0 Calcare compatto 26,0
Calcestruzzi “leggeri”: 14,0 ÷ 20,0 Calcare tenero 22,0
da determinarsi caso per caso
Gesso 13,0
Calcestruzzi “pesanti”: 28,0 ÷ 50,0
Granito 27,0
da determinarsi caso per caso
Laterizio (pieno) 18,0
Malta di calce 18,0
Malta di cemento 21,0 Legnami
Calce in polvere 10,0 Conifere e pioppo 4,0 ÷ 6,0

Cemento in polvere 14,0 Latifoglie (escluso pioppo) 6,0 ÷ 8,0

Sabbia 17,0 Sostanze varie


Metalli e leghe Carta 10,0

Acciaio 78,5 Vetro 25,0

Ghisa 72,5 Per materiali non compresi nella tabella si potrà far
riferimento a specifiche indagini sperimentali o a normative
Alluminio 27,0 di comprovata validità assumendo i valori nominali come
valori caratteristici.
Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – tab. 3.1.I 24
Azioni sulle costruzioni
Generalità

La “robustezza” dell’opera deve essere verificata imponendo azioni nominali


convenzionali, in aggiunta alle altre azioni esplicite (non sismiche e da vento),
applicate secondo due direzioni orizzontali ortogonali e consistenti in una
frazione dei carichi pari all’1% al fine di verificare il comportamento
complessivo

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 3.1.1 25


Azioni sulle costruzioni
Carichi permanenti non strutturali

Il peso proprio di elementi divisori interni può essere ragguagliato ad un carico


permanente uniformemente distribuito g2k, purché vengano adottate le misure
costruttive atte ad assicurare una adeguata ripartizione del carico.
- per elementi divisori con G2k ≤1.00 kN/m g2k = 0.40 kN/m2

- per elementi divisori con 1.00 < G2k ≤ 2.00 kN/m g2k = 0.80 kN/m2

- per elementi divisori con 2.00 < G2k ≤ 3.00 kN/m g2k = 1.20 kN/m2

- per elementi divisori con 3.00 < G2k ≤ 4.00 kN/m g2k = 1.60 kN/m2

- per elementi divisori con 4.00 < G2k ≤ 5.00 kN/m g2k = 2.00 kN/m2

- per elementi divisori con G2k > 5.00 kN/m effettivo


posizionamento
Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – punto 3.1.3.1 26
Azioni sulle costruzioni
Carichi permanenti non strutturali

Esempio elementi divisori interni

Mattoni Forati
0.08m x 3.0m x 6.0 kN/m3 intonaco
Mattoni
Intonaco forati
0.02m x 3.0m x 18.0 kN/m3

Totale
G2k = 2.52 kN/m

per elementi divisori con


1cm 8cm 1cm
2.00 < G2k ≤ 3.00 kN/m g2k = 1.20 kN/m2

27
Azioni sulle costruzioni
Carichi permanenti non strutturali

Esempio elementi divisori interni

Mattoni Forati
0.08m x 3.0m x 6.0 kN/m3 intonaco
Mattoni
Intonaco forati
0.04m x 3.0m x 18.0 kN/m3

Totale
G2k = 3.6 kN/m

per elementi divisori con


2cm 8cm 2cm
3.00 < G2k ≤ 4.00 kN/m g2k = 1.60 kN/m2

28
Azioni sulle costruzioni
Carichi permanenti non strutturali

29
Azioni sulle costruzioni
Carichi permanenti non strutturali

intonaco (2cm)
Esempio tompagno
forati (6cm)
Mattoni Forati Esterni
0.12m x 3.0m x 6.0 kN/m3
Isolante termico
Mattoni Forati Interni
0.08m x 3.0m x 6.0 kN/m3 forati (8cm)
Intonaco (esterno + interno)
0.04m x 3.0m x 18.0 kN/m3
Isolante termico, barriera al vapore intonaco (2cm)

Totale
G2k = 5.76 kN/m Considerare il carico
nella sua effettiva posizione
30
Azioni sulle costruzioni
Carichi variabili Carichi orizzontali lineari
Carichi verticali concentrati
Carichi verticali uniformemente ripartiti
qk Qk Hk
Cat. Ambienti [kN/m2] [kN] [kN/m]
Ambienti ad uso residenziale.
Sono compresi in questa categoria i locali di abitazione
A 2.00 2.00 1.00
e relativi servizi, alberghi. (ad esclusione delle aree
suscettibili di affollamento)
Uffici
B Cat. B1 Uffici non aperti al pubblico 2.00 2.00 1.00
Cat. B2 Uffici aperti al pubblico 3.00 2.00 1.00
Ambienti suscettibili di affollamento
Cat. C1 Ospedali, ristoranti, caffè, banche, scuole 3.00 2.00 1.00
Cat. C2 Balconi, ballatoi e scale comuni, sale convegni, 4.00 4.00 2.00
cinema, teatri, chiese, tribune con posti fissi
C
Cat. C3 Ambienti privi di ostacoli per il libero movimento 5.00 5.00 3.00
delle persone, quali musei, sale per esposizioni, stazioni
ferroviarie, sale da ballo, palestre, tribune libere, edifici per
eventi pubblici, sale da concerto, palazzetti per lo sport etc.
Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – Tab. 3.1.II 31
Azioni sulle costruzioni
Carichi variabili Carichi orizzontali lineari
Carichi verticali concentrati
Carichi verticali uniformemente ripartiti
qk Qk Hk
Cat. Ambienti [kN/m2] [kN] [kN/m]
Ambienti ad uso commerciale.
Cat. D1 Negozi 4.00 4.00 2.00
D
Cat. D2 Centri commerciali, mercati, grandi magazzini 5.00 5.00 2.00
librerie…
Biblioteche, archivi, magazzini e ambienti ad uso
industriale.
Cat. E1 Biblioteche, archivi, magazzini, depositi, ≥ 6.00 6.00 1.00*
E
laboratori manifatturieri
Cat. E2 Ambienti ad uso industriale, da valutarsi caso --- --- ---
per caso
Rimesse e parcheggi.
Cat. F Rimesse e parcheggi automezzi di peso a pieno 2.50 2*10.00 1.00**
F-G
Cat. G Rimesse e parcheggi per automezzi di peso a --- --- ---
pieno carico superiore a 30 kN: da valutarsi caso per caso
* non comprende le azioni orizzontali eventualmente esercitate dai materiali immagazzinati
** per i soli parapetti o partizioni nelle zone pedonali. Le azioni sulle barriere esercitate dagli automezzi dovranno essere valutate
32
caso per caso
Azioni sulle costruzioni
Carichi variabili Carichi orizzontali lineari
Carichi verticali concentrati
Carichi verticali uniformemente ripartiti
qk Qk Hk
Cat. Ambienti [kN/m2] [kN] [kN/m]
Coperture e sottotetti
Cat. H1 Coperture e sottotetti accessibili per sola 0.50 1.20 1.00
manutenzione
H
Cat. H2 Coperture praticabili Secondo categoria di appartenenza
Cat. H3 Coperture speciali (impianti, eliporti, altri) ---- ---- ----
da valutarsi caso per caso

Norme tecniche per le costruzioni 14 gennaio 2008 – Tab. 3.1.II 33


FINE

34

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