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i Quaderni
20

Rapporto 2005 – Commissione interministeriale ICT disabili


gennaio 2006

Rapporto 2005
Commissione interministeriale
permanente per l’impiego
numero 20 - gennaio 2006

delle ICT a favore delle


categorie deboli o svantaggiate
via Isonzo, 21/b - 00198 Roma
tel. 06 85264.1
www.cnipa.gov.it
Commissione interministeriale permanente
per l’impiego delle ICT a favore delle categorie deboli o svantaggiate

La Commissione interministeriale permanente per l’impiego delle tecnologie dell’informa-


zione e della comunicazione a favore delle categorie deboli o svantaggiate è stata istitui-
ta presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’innovazione e le
tecnologie – con decreto interministeriale del 25 luglio 2003. L’atto istitutivo porta la firma
dei Ministri Lucio Stanca, Stefania Prestigiacomo, Rocco Buttiglione, Roberto Maroni,
Girolamo Sirchia, Letizia Moratti e Maurizio Gasparri.
La Commissione è così composta:

Pierluigi Ridolfi con funzioni di Presidente


Daniela Battisti rappresentante del Ministro per l’innovazione e le tecnologie
Elisabetta Guidi rappresentante del Ministro per le pari opportunità
Armanda Bianchi Conti rappresentante del Ministro delle politiche comunitarie
Giovanni Daverio rappresentante del Ministro del lavoro e delle politiche sociali
Walter Bergamaschi rappresentante del Ministro della salute
Mariolina Moioli rappresentante del Ministro dell’istruzione, università e ricerca
Gianluca Petrillo rappresentante del Ministro delle comunicazioni

I
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
20 i Quaderni gennaio 2006

sommario
IL RAPPORTO 2005 DELLA COMMISSIONE INTERMINISTERIALE
PERMANENTE PER L’IMPIEGO DELLE ICT A FAVORE DELLE
CATEGORIE DEBOLI O SVANTAGGIATE

i Quaderni n. 20 gennaio 2006


Supplemento al n. 9/2006
3 1. INTRODUZIONE
del periodico “InnovAzione”

Registrato al Tribunale di Roma


n. 523/2003
del 15 dicembre 2003
5 2. LE ATTIVITÀ DELLA COMMISSIONE

Direttore responsabile
Franco Tallarita
(tallarita@cnipa.it)
11 3. LE ATTIVITÀ DELLE AMMINISTRAZIONI PRESENTI NELLA COMMISSIONE
3.1 INNOVAZIONE E TECNOLOGIE 11
Responsabile redazionale 3.2 ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA 13
Gabriele Bocchetta 3.3 SALUTE 16
(bocchetta@cnipa.it)
3.4 LAVORO E POLITICHE SOCIALI 17
Quaderno a cura
3.5 PARI OPPORTUNITÀ 22
di Celestino Grassi 3.6 COMUNICAZIONI 28
Segreteria Tecnico-Scientifica
della Commissione

Redazione
Centro Nazionale
35 4. ALTRI INTERVENTI DA SEGNALARE
per l’Informatica nella
4.1 INPS 35
Pubblica Amministrazione 4.2 INAIL 36
Via Isonzo, 21b 4.3 ABI 39
00198 Roma 4.4 ASPHI 40
Tel. 06 85264.1 4.5 FEDERCOMIN 42
4.6 UIC 43
I Quaderni
del Cnipa sono pubblicati
4.7 SOGEI 43
all’indirizzo:
www.cnipa.gov.it

45 5. TEMATICHE EMERGENTI
5.1 E-LEARNING 45
Stampa: 5.2 DISPLAY DIGITALI 47
Stabilimenti Tipografici 5.3 TELECOMANDI E TELEFONI PORTATILI 48
Carlo Colombo S.p.A. - Roma 5.4 DIGITALE TERRESTRE 49
53 ALLEGATI
ALLEGATO 1: I DECRETI CORRELATI ALLA LEGGE
N. 4 DEL 9 GENNAIO 2004 55
ALLEGATO 2: STATISTICHE ISTAT SULLA DISABILITÀ 87
ALLEGATO 3: RELAZIONE SULL’EDITORIA ACCESSIBILE 89
ALLEGATO 4: IL PREMIO PA APERTA 2005 95
ALLEGATO 5: COMUNICATO STAMPA UWEM 101
Questo Rapporto, espressamente previsto nel Decreto interministeriale istitutivo della
“Commissione interministeriale permanente per l’impiego delle Tecnologie
dell’Informazione e della Comunicazione (ICT) a favore delle categorie deboli o svantag-
giate”, è stato redatto da Celestino Grassi e si è avvalso dei contributi forniti da:

Domenico Gargani Innovazione e tecnologie


Antonio Ciocca Istruzione, università e ricerca
Cristina Tamburini Salute
Danilo Massi Lavoro e politiche sociali
Elisabetta Guidi Pari opportunità
Gianluca Petrillo Comunicazioni
Umberto Del Vedovo Inps
Giuseppe Mazzetti Inail
Bianca Maria Cammino Associazione Bancaria Italiana
Andrea Magalotti ASPHI
Fabrizio Bianchi Federcomin
Orlando Paladino Unione Italiana Ciechi
Antonio De Vanna CNIPA
Steven Sintini CNIPA

V
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
Il Rapporto 2005
1. Introduzione

In linea con quanto prescritto dall’art. 5 del Decreto istitutivo della “Commissione inter-
ministeriale permanente per l’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comuni-
cazione in favore delle categorie deboli o svantaggiate”, spesso definita più sinteticamen-
te come “Commissione ICT Disabili”, questo Rapporto, giunto nel 2005 alla sua seconda
edizione, si propone in primo luogo di presentare un sintetico quadro sulle attività svol-
te e sulla situazione in essere.
Alla panoramica sul lavoro dell’anno si aggiungono considerazioni e suggerimenti relati-
vi alle azioni necessarie per il miglior conseguimento degli obiettivi, coerenti con lo sce-
nario nazionale ed internazionale. Il Rapporto 2005 può quindi essere letto sia come una
sorta di resoconto sulle iniziative più salienti intraprese nel periodo, sia come ipotesi di
un piano di lavoro espresso dalle esperienze acquisite e dalle condizioni al contorno.
L’obiettivo primario rimane quello di portare all’attenzione del livello politico i risultati di
quanto deciso in passato, le situazioni presenti, le alternative future. Va però tenuto pre-
sente che il Rapporto si propone anche un altro obiettivo, non meno importante: quello
di costituire veicolo di informazione e strumento di sensibilizzazione per i diversi opera-
tori del settore, ovvero per quanti sono direttamente interessati alle concrete realizzazio-
ni dell’ICT e alle sue implicazioni a favore delle categorie più esposte.
Ciò premesso, occorre ricordare che la “Commissione ICT disabili” si avvale di una spe-
cifica Segreteria Tecnico Scientifica alla quale è demandato il compito di assicurarle il
necessario supporto specialistico, anche giuridico, per le proprie scelte decisionali. La
suddetta Segreteria, costituita presso il Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica
Amministrazione (CNIPA), comprende attualmente una sessantina di esperti suddivisi nei
seguenti nove Gruppi di lavoro:
1) Metodologia
2) Regole tecniche
3) Relazioni esterne
4) Assistenza e monitoraggio
5) Libri di testo e materiali didattici
6) Sito Pubbliaccesso
7) Osservatorio tecnologico
8) Formazione
9) Coordinamento e nuova normativa

Si è ritenuto opportuno, per maggior chiarezza di esposizione, presentare le attività della


Commissione, quando intesa come organo collegiale, secondo la stessa articolazione dei 3
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IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

Gruppi di lavoro afferenti alla suddetta Segreteria. Le iniziative e le politiche di inclusio-


ne che i singoli Ministri componenti la Commissione hanno promosso autonomamente
sono invece presentate in una distinta sezione e raggruppate per singola
Amministrazione.
Due distinti capitoli tratteggiano gli interventi più interessanti promossi da altri Enti ed
Organizzazioni nazionali in termini di politiche di inclusione attraverso le ICT e le prin-
cipali nuove tematiche emergenti.
Gli allegati comprendono alcuni documenti utili per una miglior comprensione dello sce-
nario di riferimento.

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N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
2. Le attività della Commissione

L’effettiva operatività della legge Stanca ha contribuito ad innalzare il livello di interesse


che la circonda. Il tema dell’inclusione delle categorie deboli ha caratterizzato numerosi
convegni ed iniziative ed è stato più volte ripreso dagli organi di informazione. Ciò com-
porta, in termini operativi, che occorre pianificare per la Commissione e per la Segreteria
Tecnico Scientifica, così come per i Ministeri coinvolti ed il CNIPA, più onerosi compiti
di consulenza, formazione, informazione, vigilanza.
È infatti ragionevole attendersi che non solo le Amministrazioni centrali, ma anche quel-
le territoriali, nel perseguire i propri obiettivi di accessibilità informatica, ed in senso più
generale di non discriminazione, si rivolgeranno alla Commissione per ottenerne suppor-
to e indirizzo. Con ogni probabilità singoli cittadini ed operatori del settore segnaleran-
no eventuali inadempienze sollecitando un intervento diretto. L’esperienza insegna che i
soggetti privati, come già successo in precedenti occasioni riguardanti la loro immagine
sul mercato, tenderanno a rivolgersi ai centri competenti dell’Ente normatore per ottene-
re delucidazioni e chiarimenti onde adeguarsi ai nuovi standard di qualità. Tutto questo
in un intensificato interscambio tecnico e normativo con gli organismi internazionali, in
particolare con l’Unione europea.
La Commissione, per quanto possibile, ha operato tenendo ben presente queste linee di
tendenza che riguardano peraltro solo una delle molteplici aree di intervento attraverso
le quali le ICT possono agevolare il quotidiano vivere delle categorie svantaggiate. È
opportuno ricordare infatti che, anche se in questa fase le attività sembrano concentrarsi
prevalentemente sulle problematiche indirizzate dalla legge n. 4 del 2004, esistono nume-
rosi altri filoni applicativi che la Commissione intende affrontare nel prossimo futuro quali
quelli rappresentati nelle tematiche emergenti.

2.1 GRUPPO DI LAVORO: METODOLOGIA

Gli studi condotti da questo Gruppo, per quanto attiene al segmento “Valutazione”, sono
confluiti nel Decreto ministeriale delle Regole tecniche che, dopo il positivo esame della
Commissione europea ai sensi della direttiva 98/34/CE, è stato pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale 8 agosto 2005 n. 183. Per quanto concerne il segmento “Progettazione e realiz-
zazione” i risultati sono stati resi disponibili tramite la pubblicazione di Quaderni ed
Opuscoli e sul sito www.pubbliaccesso.gov.it. È da notare che le soluzioni adottate sono
frutto di un paziente lavoro di mediazione tra le diverse componenti sociali; l’aver con-
ciliato le esigenze rappresentate dalle volontà politiche, dalle associazioni di categoria dei
disabili, dall’industria ICT, dagli uffici di standardizzazione e dagli esperti in un contesto
di vincoli tecnici e legali è un risultato di notevole valore. 5
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IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

È stato studiato come realizzare strumenti che facilitino il compito degli specialisti web.
Al momento sono stati posti allo studio due diversi prodotti software: uno mirato alla
comprensibilità semantica dei testi ed alla verifica dei criteri di redazione delle pagine
web; l’altro finalizzato alla verifica, dal punto di vista tecnico, del livello di accessibilità
effettivamente realizzato. In entrambi i casi si è deciso di tener conto di studi ed espe-
rienze già in corso presso altre pubbliche amministrazioni: in particolare risultano molto
interessanti quelle condotte dal Ministero delle comunicazioni e dalla Fondazione Ugo
Bordoni per la messa a punto del modulo “Torquemada”1.

2.2 GRUPPO DI LAVORO: REGOLE TECNICHE

Gli studi e gli approfondimenti condotti da questo Gruppo di lavoro hanno portato alla
definizione dei requisiti di accessibilità per i siti web e per le applicazioni basate su tec-
nologie Internet, nonché per i Personal Computer di tipo desktop e portatili, per l’am-
biente operativo, le applicazioni e i prodotti a scaffale. Tali requisiti sono stati formaliz-
zati nel citato Decreto ministeriale 8 agosto 2005 n. 183. Essi sono stati fissati facendo rife-
rimento ai più diffusi standard internazionali e sulla base delle esperienze e delle strate-
gie dichiarate dall’Unione europea e dagli Stati Uniti.
Sono allo studio gli ulteriori requisiti di accessibilità previsti dalla legge Stanca e dal suo
Regolamento d’attuazione a cominciare dagli schemi tecnici delle norme di accessibilità
riguardanti il materiale formativo e didattico delle scuole di ogni ordine e grado e le
opere multimediali. Sono compresi i prodotti hardware (HW) e software (SW) che rien-
trano nella vasta categoria di beni e servizi informatici cui fa riferimento l’articolo 4
commi 1, 3 della suddetta legge e quelli che, più genericamente, rientrano nella predi-
sposizione e nell’adeguamento delle postazioni di lavoro, ivi compreso il telelavoro, di
cui all’articolo 4, commi 3 e 4 della legge medesima.
I lavori procedono sempre con la dovuta attenzione alla ricerca del consenso delle diver-
se componenti tecniche e sociali coinvolte.

2.3 GRUPPO DI LAVORO: RELAZIONI ESTERNE

Questo Gruppo si è mosso su tre filoni di attività: uno editoriale, uno convegnistico, uno
di relazioni con il pubblico. Per quanto concerne il primo segmento sono stati pubblica-
ti nell’anno il Quaderno n. 3, dedicato alla prima relazione annuale della Commissione
ICT Disabili, il Quaderno n. 4 e diversi opuscoli in versione bilingue italiano-inglese con-
cernenti la legge Stanca. Al fine di promuovere obiettivi e risultati dell’accessibilità è stato
stampato un calendario da tavolo 2005 che riporta realizzazioni di eccellenza (“best prac-
tices”); il successo dell’iniziativa ne ha suggerito una rinnovata edizione per il 2006. Sono
inoltre stati redatti diversi articoli a carattere informativo e divulgativo finalizzati alla pub-
blicazione su giornali, riviste e siti web.
Per quanto concerne le attività convegnistiche è stata assicurata la partecipazione a oltre
venti convegni, tra i quali quelli della FISH (Federazione Italiana per il Superamento
dell’Handicap) a Paestum, dell’Ufficio italiano del W3C (World Wide Web Consortium) a
6 1 Le caratteristiche di Torquemada sono state illustrate nel Quaderno n. 3 della Commissione ICT disabili.

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LE AT T I V I T À DELLA COMMISSIONE

Torino e Roma, dell’IWA (International Webmasters Association) a Venezia, del Cnr a


Firenze e La Maddalena, del CEN (Comitato Europeo di Normalizzazione) a Bruxelles,
dell’Unione Italiana Ciechi a Tirrenia, del Miur-Ufficio regionale scolastico Lombardia a
Milano, dei Giuristi telematici a Roma, della Facoltà di Medicina dell’Università di Roma
“La Sapienza”. Nel novembre 2005, MIT e CNIPA hanno partecipato, presso la Fiera di
Genova, al Convegno Handyted con 10 relazioni ufficiali.
Di grande impegno e ricaduta in termini di immagine la presenza congiunta MIT/CNIPA con
apposito padiglione a Bologna in occasione di Handimatica, organizzata da ASPHI, e a Roma
per Forum PA 2005. In quest’ultimo evento, oltre alle applicazioni a disposizione del pubbli-
co nello stand istituzionale, è stato fornito il supporto organizzativo e tecnico alla terza edi-
zione del Premio PA Aperta conclusosi con il Convegno dell’11 maggio2.
Altrettanto apprezzato dal pubblico e dai media il Convegno “La cultura dell’inclusione”
organizzato direttamente dalla Commissione il 16 giugno presso l’Auditorium Inail di
Roma con il coordinamento di relatori e contenuti da parte della Segreteria Tecnico
Scientifica. Da ricordare, infine, la costante funzione di back-office per le richieste che
dall’utenza (aziende, cittadini, Enti, Associazioni…) vengono rivolte al Ministro per l’in-
novazione e le tecnologie (MIT) in tema di ICT e disabilità.
Al momento, per il prossimo anno, sono già previsti due nuovi numeri della Collana
“Quaderni”, tre opuscoli di tipo divulgativo, la partecipazione ad almeno quindici
Seminari/Convegni, la tradizionale presenza a Forum PA, la quarta edizione del premio
PA Aperta.

2.4 GRUPPO DI LAVORO: ASSISTENZA E MONITORAGGIO

In aggiunta al supporto per i siti istituzionali del CNIPA e del MIT, è stata fornita assisten-
za sulle problematiche dell’accessibilità a numerose altre Amministrazioni. Tra queste,
spiccano la Camera dei Deputati, l’Arma dei Carabinieri, l’Istituto Italiano di Medicina
Sociale (IIMS), la Regione Campania.
La strategia di intervento prevede un coinvolgimento diretto MIT/CNIPA per quanto
riguarda le Amministrazioni centrali ed eventuali forme di indirizzo, formazione, consu-
lenza, nel rispetto delle autonomie, per le Amministrazioni territoriali. Per quanto concer-
ne i privati, la gestione del logo3 sarà coordinata dal CNIPA attraverso una rete di valuta-
tori opportunamente selezionati, così come previsto dal DPR n. 75 del 2005 e successiva
delibera CNIPA n. 25 del 15 settembre 2005.4
Sono stati individuati i punti essenziali per un’efficace azione di monitoraggio sull’implemen-
tazione dell’accessibilità riferita ad applicazioni basate su tecnologie Internet. Al riguardo,
particolarmente oneroso risulterà il coinvolgimento del CNIPA per le attività connesse alla
vigilanza sull’applicazione della legge da parte delle amministrazioni statali (art. 7, comma 1
della legge n. 4 del 2004 e art. 9 comma 2 del DPR n. 75 del 2005) e alla gestione delle
richieste di utilizzo del logo da parte dei privati (art. 4, comma 3 del DPR n. 75 del 2005).

2 Il Premio PA Aperta intende porre all’attenzione di un più vasto pubblico le iniziative di inclusione più interessanti realiz-
zate da strutture pubbliche col supporto delle ICT. Nella Sezione Allegati sono riportati i premiati, con i relativi dati di sin-
tesi dell’edizione 2005. I progetti relativi alle edizioni 2003 e 2004 sono anch’essi consultabili sul sito www.forumpa.it
3
4
Il logo attestante il requisito di accessibilità è descritto nell’art. 5 del DPR dell’1 marzo 2005, n. 75.
I testi del DPR e delle Deliberazione CNIPA sono riportati nella sezione Allegati. 7
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Dovrà essere meglio definita, per una successiva ufficializzazione, la procedura per richie-
ste di assistenza o di valutazioni da parte non solo delle pubbliche amministrazioni, ma
anche di quelle organizzazioni che erogano servizi a vasta clientela (es.: Associazione
Bancaria Italiana-ABI).

2.5 GRUPPO DI LAVORO: LIBRI DI TESTO E MATERIALI DIDATTICI

Il Gruppo ha fornito supporto al Miur e alla Commissione permanente per i diritti d’au-
tore, trasmettendo una dettagliata relazione sui problemi dell’accessibilità informatica rife-
rita ai libri di testo5.
Ha inoltre raccomandato, nel corso di numerose riunioni, il ricorso a soluzioni graduali
e condivise, viste le difficoltà della materia trattata. Il tema si presenta infatti di particola-
re delicatezza per le preoccupazioni che l’uso diffuso del supporto informatico solleva
presso gli editori scolastici proprio per quanto concerne la protezione del diritto d’auto-
re. Con tali premesse il Miur e l’Associazione Italiana Editori (AIE) hanno definito alcune
prime iniziative volte a fornire tempestivamente libri di testo in versione elettronica ade-
guata alle necessità degli studenti disabili.
Nel frattempo è stata fornita consulenza su alcuni specifici progetti, già finanziati, concernen-
ti l’utilizzo nelle scuole di un’informatica accessibile. In questa ottica, essendo già disponibi-
li diverse realizzazioni per alunni disabili, la Segreteria Tecnico Scientifica ha effettuato anche
delle visite a scopo informativo. Sono risultate particolarmente interessanti le esperienze con-
dotte presso la Biblioteca italiana per i ciechi “Regina Margherita” di Monza, centrate sulla
trasposizione di testi scolastici per i disabili della vista, e le attività didattiche per allievi sor-
domuti messe a punto dall’Istituto statale “Antonio Magarotto” di Roma.
È in corso la definizione di un piano d’azione per l’attuazione dell’articolo 5 della legge
n. 4 del 2004 come specificato dall’articolo 2, comma 2 del DPR n. 75 del 2005.

2.6 GRUPPO DI LAVORO: SITO PUBBLIACCESSO

Completata l’organizzazione logica dei contenuti e della struttura, il sito raccoglie costan-
temente tutti gli aggiornamenti e gli approfondimenti legali e tecnici, per ora riferiti pre-
valentemente all’accessibilità informatica. In particolare sono illustrati con molta eviden-
za la normativa e gli studi dei vari gruppi di lavoro, sollecitando il contributo di quanti
desiderino portare osservazioni e proposte costruttive. È stata altresì popolata una sezio-
ne in lingua inglese contenente norme e documenti di riferimento.
Il sito continuerà a svolgere la sua funzione di informazione (norme, convegni, articoli,
corsi di formazione, ecc.), e costituirà il punto di riferimento per la gestione del logo di
accessibilità (art.7 del DM 8 luglio 2005).

2.7 GRUPPO DI LAVORO: OSSERVATORIO TECNOLOGICO

Questo team ha definito la procedura per l’esame delle richieste di presentazione di nuovi
prodotti HW e SW ed ha messo a punto il conseguente piano di lavoro. A tale riguardo

8 5 La relazione è riportata in questo Rapporto nella sezione Allegati.

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LE AT T I V I T À DELLA COMMISSIONE

ha individuato due obiettivi principali: seguire l’evoluzione tecnologica, soprattutto degli


ausili, e segnalare le migliori applicazioni (best practices) realizzate. In estrema sintesi ci
si propone di creare un archivio di riferimento (data base) che diventi non solo un cen-
tro di riferimento delle esperienze, ma anche un punto di verifica e di confronto tra nuovi
prodotti, requisiti di accessibilità e richieste di tecnologie assistive.
In tale contesto, bisogna considerare l’importante ruolo svolto dai privati, dalle case pro-
duttrici di software, dai progettisti di programmi per la realizzazione facilitata di applica-
zioni basate su tecnologie Internet. Per seguire l’evoluzione dei relativi prodotti, sarà
necessario che il CNIPA individui risorse dedicate, ricorrendo eventualmente a qualifica-
te professionalità esterne. Tra queste, si ritengono particolarmente indicate, anche per la
lunga esperienza nel settore, quelle del GLIC (Gruppo di Lavoro Interregionale Centri
ausili elettronici ed informatici per disabili), dell’Istituto David Chiossone di Genova e
quelle della Fondazione ASPHI. Queste strutture, o altre similari in alternativa, avrebbe-
ro il compito di esaminare criticamente le prestazioni dei principali ausili disponibili,
aggiornando gli utenti sia sulle caratteristiche tecnologiche sia sugli ambiti di applicazio-
ne più confacenti. Anche in questo caso le informazioni, oltre che con pubblicazioni car-
tacee, sarebbero rese disponibili via Internet con periodiche comunicazioni.

2.8 GRUPPO DI LAVORO: FORMAZIONE

Sono stati messi a punto i contenuti in tema di accessibilità dei moduli formativi destina-
ti a responsabili dei siti, nonché a tecnici e redattori. Le strategie connesse sono state illu-
strate nel corso di più seminari diretti ai rappresentanti dei CRC (Centri Regionali di
Competenza)6 e alle Amministrazioni centrali. Gli stessi princìpi sono stati alla base del
corso di formazione organizzato, col contributo CNIPA, dalla Regione Emilia-Romagna.
Numerose versioni del corso sull’accessibilità, dirette sia agli sviluppatori sia ai redattori
di siti web, sono state tenute e sono attualmente in erogazione da parte del CNIPA.
Le attività in piano prevedono interventi finalizzati alla diffusione di una cultura omoge-
nea in quelle realtà dove sono già state condotte lodevoli, ancorché autonome, esperien-
ze di accessibilità. Ci si riferisce in particolare a scuole ed aggregazioni di Comuni o di
Enti locali presenti in alcune regioni. In questi casi tramite l’amministrazione centrale o
tramite la Conferenza Unificata e/o i CRC, occorrerà portare avanti iniziative di coordina-
mento nei confronti degli addetti allo sviluppo dei siti affinché si riferiscano all’accessibi-
lità e alle sue tematiche in maniera uniforme.
Occorre, inoltre, far fronte ai seguenti impegni:
• integrazione dei contenuti dei corsi per dipendenti pubblici;
• definizione, di concerto con il Dipartimento della funzione pubblica, dei contenuti
tecnici dei moduli sulle problematiche relative all’accessibilità ed alle tecnologie
assistive nei programmi di formazione del personale (ex art. 7, lettera h e art. 8,
comma 1 della legge n. 4 del 2004);

6 I “CRC per l’e-Government e la Società dell’informazione” sono una rete di strutture territoriali che, grazie ad un accor-
do tra MIT e singole Regioni, supportano le Amministrazioni locali nella diffusione delle nuove tecnologie sul loro ter-
ritorio. Sono strutture fortemente operative, attivate da gruppi locali, detti Team di progetto, di funzionari e dirigenti
di diversi livelli di governo, affiancati da personale messo a disposizione sia dal Formez su incarico del MIT sia, even-
tualmente, da società convenzionate su incarico delle Regioni. 9
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

• definizione degli obiettivi di accessibilità nello sviluppo dei sistemi informatici pub-
blici (ex art. 7, lettera h, della legge n. 4 del 2004).

2.9 GRUPPO DI LAVORO: COORDINAMENTO E NUOVA NORMATIVA

È stato fornito supporto tecnico all’Ufficio legislativo MIT per la redazione sia dello sche-
ma di Regolamento d’attuazione della legge Stanca sia del Decreto ministeriale delle
Regole tecniche.
Sono stati altresì determinati ed inseriti nel DM gli importi massimi dovuti dai soggetti pri-
vati come corrispettivo per l’attività svolta dai valutatori, l’entità del rimborso delle spese
amministrative sostenute dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (PdCM) per il rilascio
ed la gestione del logo, e sono state definite le specifiche tecniche per la sussistenza dei
requisiti per l’ammissione all’elenco dei valutatori.
Sono state definite, con deliberazione CNIPA 15 settembre 2005 n. 25, le modalità tecni-
che per la tenuta dell’elenco dei valutatori, mentre è già operativa la Commissione che
esamina le richieste di iscrizione al suddetto elenco.
Alle citate attività occorre aggiungerne altre, derivanti dalla legge Stanca e fatte proprie
dalla Commissione, che al momento risultano appena abbozzate ma che a breve dovran-
no essere oggetto di forte implementazione. A tale proposito si ricorda che, per l’attua-
zione della legge in oggetto, occorre che:
a) la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l’innovazione e le tecno-
logie (DIT) e Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione
(CNIPA) promuovano, di concerto con il Ministero del lavoro, iniziative e program-
mi per migliorare e diffondere l’impiego delle tecnologie assistive e l’accessibilità;
b) la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l’innovazione e le tecno-
logie (DIT), attraverso il CNIPA, con tutte le Amministrazioni interessate, ivi com-
prese le amministrazioni locali, promuovano l’erogazione di finanziamenti per dif-
fondere le tecnologie assistive tra i disabili e sostenere progetti di ricerca nel campo
delle ICT per la vita indipendente e le pari opportunità;
c) venga coinvolto il Dipartimento per la funzione pubblica sia per la definizione degli
obiettivi di accessibilità delle pubbliche amministrazioni nello sviluppo dei sistemi
informatici, sia per l’adeguamento dei contenuti dei corsi di aggiornamento organizza-
ti dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione in tema di accessibilità e tec-
nologie assistive;
d) vengano inserite tra le materie di studio fondamentali, nei corsi di aggiornamento
professionale dei dipendenti pubblici, le problematiche relative all’accessibilità e
alle tecnologie assistive.

Date queste premesse, appare evidente che il piano di lavoro che ne consegue richiede
non solo l’individuazione di ben definite risorse professionali all’interno di ciascuna
Amministrazione interessata ma anche la responsabile attenzione degli adeguati livelli
10 direzionali.

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3. Principali attività delle Amministrazioni
presenti nella Commissione

3.1 INNOVAZIONE E TECNOLOGIE

Il Ministro per l’innovazione e le tecnologie ha sempre interpretato le nuove tecnologie


come un’opportunità per un più generale processo di inclusione, tanto da farne uno dei
punti qualificanti della propria azione di Governo. Tale visione nasce dalla constatazione
che lo sviluppo dei Personal Computer e delle reti informatiche ha consentito a più ampie
fasce di cittadini informazioni e servizi precedentemente non disponibili. Le ICT consen-
tirebbero il superamento dei limiti strutturali e fisici che ancora emarginano una parte
consistente della popolazione (in primo luogo le categorie deboli come disabili, anziani,
immigrati, analfabeti informatici) rendendo possibile un’integrazione e una partecipazio-
ne maggiori di tutti i cittadini alla vita sociale del Paese.
Allo stesso tempo, tuttavia, l’esperienza insegna che questi risultati possono essere ritenuti
soddisfacenti solo se l’utilizzo dei sistemi informatici tiene conto, sin dal momento della loro
progettazione, delle esigenze specifiche delle categorie svantaggiate, evitando che l’evolu-
zione tecnologica rischi paradossalmente di diventare un ostacolo o una barriera virtuale al
coinvolgimento ed all’integrazione di molti individui, accentuando divari già esistenti.
È in questa cornice che si collocano sia la legge Stanca sia una serie di altre iniziative
promosse direttamente dal Ministro.

ATTIVITÀ INTERNAZIONALI

Tra le attività a livello internazionale vanno segnalate la partecipazione alla Conferenza


“Politiche e legislazione in favore dell’accessibilità”, tenutasi a Parigi il 31 gennaio 2005
presso la “Città delle scienze e dell’industria”, centrata sulla ricognizione della normativa
e delle politiche attuate sinora dai diversi Paesi europei in merito all’accessibilità delle tec-
nologie dell’informazione e della comunicazione, e la partecipazione al Seminario di
Bruxelles, organizzato dal Comitato Europeo di Normalizzazione.
Un esempio molto interessante di collaborazione con paesi stranieri è rappresentato dal pro-
getto RINATI (Riqualificazione e Integrazione Non-vedenti Attraverso Tecnologie
Informatiche), messo a punto con la Fondazione ASPHI e proposto al Governo russo. Esso
è rivolto al VOS, la locale organizzazione non governativa dei disabili della vista, che com-
prende circa 250.000 assistiti e 190 imprese associate. Tali imprese sono l’unica fonte di
finanziamento per i bisogni sociali dei non vedenti e gli amministratori di queste aziende
devono provvedere alle necessità di lavoro, di assistenza sanitaria e di vita dei disabili impie-
gati, mentre i profitti vengono gestiti dal VOS per assistere i disabili disoccupati.
Il progetto ipotizza la costituzione di un Servizio educativo permanente basato su tre cen-
tri (Mosca, Novgorod, Samara) dedicati alla riqualificazione dei disabili come programma- 11
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tori ed operatori informatici, riqualificazione resasi urgente con il passaggio da un’econo-


mia di stato ad un’economia di mercato.

PROGETTO E-INCLUSION
L’iniziativa si propone di favorire, grazie all’impiego delle nuove tecnologie, l’integrazio-
ne e l’inclusione nella vita scolastica degli studenti svantaggiati o stranieri, con particola-
re attenzione per gli alunni affetti da disabilità cognitive.
L’intervento, oltre ad essere in linea con le direttive UE contenute nel Piano di Azione
eEurope 2005, è un esempio di attuazione concreta della legge Stanca, perché le soluzio-
ni tecnologiche e i relativi supporti hardware e software da impiegare nelle iniziative
devono essere conformi alla normativa di riferimento sull’accessibilità.
Nel caso specifico possono partecipare al Progetto le scuole primarie e secondarie di
primo grado delle Regioni definite di Obiettivo 1 (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia,
Sardegna e Sicilia, Abruzzo e Molise). Le linee di intervento del “Progetto e-inclusion” si
propongono di:
• favorire la riduzione del fenomeno della dispersione scolastica;
• promuovere l’inclusione degli studenti svantaggiati e incentivarne l’integrazione
sociale con gli altri studenti;
• accrescere l’interesse per le tecnologie assistive e informatiche, agevolando la nascita
e lo sviluppo di una cultura verso le innovazioni tecnologiche e il loro impiego a sup-
porto delle attività scolastiche presso la dirigenza scolastica, il corpo docente (in par-
ticolare presso gli insegnanti di sostegno) e le famiglie degli studenti svantaggiati;
• aumentare l’autonomia degli studenti svantaggiati, focalizzando le iniziative proget-
tuali sia sull’analisi delle difficoltà della persona, sia, soprattutto, sull’analisi delle
sue potenzialità al fine di accrescerne l’autonomia tramite l’impiego delle tecnolo-
gie assistive ed informatiche;
• migliorare il processo di apprendimento degli studenti svantaggiati, attraverso la
definizione di percorsi formativi, anche sperimentali, che prevedano l’utilizzo inte-
grato delle tecnologie assistive e informatiche nel processo didattico;
• favorire l’individuazione precoce delle disabilità attraverso tecnologie personalizza-
te che facilitino il riconoscimento delle disabilità meno facilmente determinabili a
priori, quali, ad esempio, la dislessia;
• valorizzare le esperienze maggiormente significative, già realizzate in ambito scola-
stico, estendendo il loro campo di applicazione ad altre iniziative future;
• migliorare la qualità dell’integrazione scolastica coinvolgendo il più possibile gli
alunni svantaggiati nelle attività della classe, stimolando, anche attraverso gli stru-
menti informatici, la reale presa in carico degli stessi da parte di tutti gli insegnan-
ti curricolari.

Il progetto, del valore di oltre 2,5 milioni di euro, prevede una intensa attività di monito-
raggio sullo stato di avanzamento dei lavori finanziati presso ciascuna scuola. Questo
consente un più efficace supporto consulenziale ed una più precisa documentazione per
12 la successiva circolazione del sapere.

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3.2 ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

All’interno di questo Ministero il coordinamento delle attività in materia di disabilità è


stato assegnato alla Direzione generale per lo studente. Tra le numerose iniziative con-
dotte, figurano:

AZIONI DI COORDINAMENTO

Sono state svolte:


• attività di informazione e di pianificazione congiunta tra le Direzioni generali del
Miur che per diversi aspetti intervengono a favore dei disabili;
• incontri e dibattiti tra Uffici scolastici regionali;
• azioni di raccordo con altre Amministrazioni o Enti locali in materia di integrazio-
ne scolastica.

SEMINARI NAZIONALI DI STUDIO E PRODUZIONE DI RICCIONE, 11-12-13 APRILE 2005, E DI


SORRENTO, 28-29-30 NOVEMBRE 2005
Facendo seguito al seminario di Imola, destinato a migliorare l’integrazione scolastica
attraverso la riorganizzazione dei servizi nel territorio ed a ridefinire ruoli e competenze
delle strutture esistenti e di quelle costituende alla luce della nuova organizzazione
dell’Amministrazione scolastica, è stato tenuto a Riccione un secondo seminario dedicato
alla “Integrazione scolastica degli studenti disabili negli scenari della riforma”. All’interno
delle tre giornate si è riflettuto, insieme ai dirigenti scolastici e al personale docente, sui
livelli di qualità raggiunta dall’integrazione scolastica.
Sono stati presentati esempi di buone pratiche, evidenziando le migliori esperienze ai fini
di una loro più ampia diffusione.
A fine novembre la Direzione generale dello studente ha organizzato a Sant’Agnello, pres-
so Sorrento, un seminario nazionale sul tema “La didattica, le nuove tecnologie e l’orga-
nizzazione per l’integrazione scolastica” centrato sulle tematiche connesse alla cultura del-
l’inclusione, con specifico riferimento allo strumento ICT a sostegno dell’alunno disabile.
All’evento, e ai gruppi di lavoro, hanno partecipato non solo i quadri direttivi Miur inte-
ressati al tema, ma anche esperti del settore ed Associazioni di categoria, chiamati a rap-
presentare più compiutamente le esigenze dei destinatari degli interventi.

RISORSE FINANZIARIE

Con la circolare n. 80 dell’8.11.2004, emanata dalla Direzione generale dello studente,


sono stati assegnati i fondi, di cui alla legge 440/97, agli Uffici scolastici regionali per l’am-
pliamento dell’offerta formativa rivolta alle persone con disabilità (interventi compensati-
vi per situazioni di particolare complessità, progetti di inserimento di alunni disabili in
percorsi misti di scuola-lavoro e formazione dei docenti curriculari e di sostegno).

OSSERVATORIO PERMANENTE PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP


L’Osservatorio, di cui al Decreto ministeriale 26 aprile 2002, avente compiti consultivi e
propositivi in tema di integrazione scolastica, si è riunito per affrontare varie problemati-
che in materia, avvalendosi della collaborazione della Consulta delle associazioni. 13
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Dal giugno 2004 l’Osservatorio ha, in particolare, operato attraverso la costituzione di 5


gruppi di lavoro sui seguenti temi:
• formazione;
• particolari modalità di integrazione degli alunni con minorazioni sensoriali;
• indicatori della qualità dell’integrazione scolastica;
• rapporti interistituzionali e accordi di programma;
• organizzazione seminario.

L’esito dei lavori dei gruppi è stato oggetto di discussione in una conferenza di servizio
con i referenti regionali per la disabilità.

PROGETTO “L’AMMINISTRAZIONE CENTRALE DIALOGA CON GLI UFFICI SCOLASTICI REGIONALI IN


MATERIA DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI”

È stato predisposto un progetto che, attraverso incontri ricorrenti con i referenti regiona-
li, intende avviare e promuovere, in maniera continuativa, un confronto sulle iniziative
messe in essere a livello regionale, in materia di integrazione scolastica e lavorativa degli
alunni disabili, con l’obiettivo di individuare positivi modelli di integrazione e concorda-
re azioni comuni.
È stata anche prevista la costituzione di un Comitato scientifico che elabori nuove propo-
ste da verificare in situazioni concrete, nonché di una Commissione tecnica per attività di
monitoraggio.
La Direzione generale dello studente ha partecipato agli incontri per la predisposizione del
DPCM in attuazione dell’art. 35, comma 7, legge 27 dicembre 2002 n. 289 recante modalità
e criteri per l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di handicap.

AREA TEMATICA
Nel sito del Miur è in linea, dal 13 giugno 2005, l’area di intervento “Direzione generale
per lo studente”, che si aggiunge all’area dedicata all’handicap, già esistente nel suddet-
to sito. Essa vuol essere una struttura di servizio per le scuole, Associazioni e utenti al
fine di agevolare la conoscenza delle norme, informare sull’attività dell’Osservatorio,
segnalare iniziative ed eventi sulla tematica della disabilità.

PROGETTO “NUOVE TECNOLOGIE E DISABILITÀ”

Le istituzioni scolastiche, spesso d’intesa con Associazioni, istituzioni, Asl, imprese di consu-
lenza, fornitori di tecnologia, hanno sviluppato progetti ed esperienze significative, merite-
voli di essere conosciute e replicate. Struttura territoriale e progetti promossi dalle scuole dis-
pongono, in questi casi, di finanziamenti ordinari che ne consentono l’attuazione.
Le finalità principali di questo progetto non sono solo quelle di “aggiungere” nuove atti-
vità ad attività esistenti o nuove strutture a quelle già preposte ma, piuttosto, valorizzare
quanto si sta già facendo e renderlo disponibile in modo diffuso.
In particolare gli obiettivi del progetto sono:
• incrementare le migliori pratiche esistenti e già realizzate (a livello nazionale, euro-
14 peo e internazionale) e renderle concretamente disponibili in classi comprendenti

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studenti diversamente abili. Ciò viene realizzato costruendo un sistema di docu-


mentazione di buone pratiche (CMS o KSS)7;
• realizzare una formazione specifica per gli operatori partecipanti al progetto sulla
base di contenuti e competenze stabiliti dal progetto stesso;
• potenziare (affiancando i finanziamenti ordinari) la dotazione di hardware e soft-
ware per l’integrazione scolastica degli studenti disabili (con l’obiettivo di dare un
Personal Computer ad ogni studente diversamente abile);
• svolgere azioni mirate di ricerca-azione su alcune disabilità specifiche (disabili cie-
chi, dislessici, autistici, ed altri) coinvolgendo i soggetti maggiormente qualificati a
livello nazionale e internazionale, come scuole, reti di scuole, enti di ricerca, sog-
getti privati.

Le azioni di progetto, quindi, puntano ad intervenire in modo strutturale sui fattori di cri-
ticità che condizionano l’utilizzo corretto e diffuso delle tecnologie per l’integrazione e
che a volte riducono l’efficacia degli interventi ordinari del Ministero a favore delle scuo-
le per migliorare l’offerta formativa per gli studenti disabili.
Valorizzando le strutture nazionali e territoriali esistenti, il progetto intende costituire e
utilizzare, per il raggiungimento dei suddetti obiettivi, una rete territoriale permanente
che consenta di fornire il supporto alle scuole in termini di hardware e software, consu-
lenza e formazione. La rete, con una struttura gerarchica a due livelli (centrale e locale),
una volta avviata dovrà essere alimentata dai finanziamenti ordinari per la disabilità.

GRUPPO DI LAVORO TECNICO ART. 5 LEGGE N. 4 DEL 9 GENNAIO 2004 “DISPOSIZIONI PER
FAVORIRE L’ACCESSO DEI SOGGETTI DISABILI AGLI STRUMENTI INFORMATICI”

È stato costituito un gruppo tecnico di lavoro al fine di rendere operativa l’accessibilità


degli strumenti didattici e formativi di cui all’art. 5, comma 1, della predetta legge, non-
ché al fine di agevolare l’accessibilità alle nuove tecnologie da parte degli studenti dis-
abili.
Il primo obiettivo del gruppo di lavoro consiste nel definire le procedure e le modalità
organizzative per la consegna, l’adattamento e la distribuzione dei libri su supporto digi-
tale. In questo contesto è stato per ora individuato come formato interfaccia di riferimen-
to il linguaggio eXtensible Markup Language (XML).

INIZIATIVE DISLESSIA

Per rispondere alle richieste di alunni che presentano disturbi specifici di apprendimen-
to sono state indirizzate ai Direttori degli Uffici scolastici regionali la nota n. 4099/A4 del
5 ottobre 2004 e la nota n. 26 del 5 gennaio 2005 con le quali sono stati suggeriti stru-
menti compensativi e dispensativi a favore di tali alunni, sollecitando appropriate inizia-
tive di formazione da parte dei predetti uffici.

7 Tecnicamente si parla di Content Management System (CMS) o di Knowledge Sharing System (KSS), sistema che permet-
te di creare, organizzare, archiviare, e soprattutto ricercare, i documenti che un’organizzazione produce. 15
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RELAZIONE ANNUALE AL PARLAMENTO SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLE POLITICHE PER


L’HANDICAP (ART. 41, COMMA 8, LEGGE 5 FEBBRAIO 1992 N. 104)

Sono stati raccolti gli elementi per la predisposizione della predetta relazione da parte del
Ministero del lavoro e delle politiche sociali in attuazione dell’art. 41 della legge 104/92,
che hanno riguardato i provvedimenti nonché le attività promosse e realizzate nell’anno
2004 per rispondere in maniera adeguata ai bisogni delle persone disabili.

3.3 SALUTE
Nel settore sanitario l’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
(ICT) a favore delle categorie deboli e svantaggiate indirizza diversi ambiti di intervento
tra loro interconnessi.
Un primo aspetto riguarda l’applicazione delle tecnologie ICT nell’ambito dei processi di
presa in carico, di cura e riabilitazione delle persone con disabilità e degli anziani.
Le applicazioni di telemedicina consentono di erogare servizi di diagnosi, monitoraggio
e cura a distanza (teleconsulto, telemonitoraggio, home care), evitando che il paziente si
sposti dalla propria abitazione. L’accesso da parte degli operatori sanitari autorizzati, attra-
verso la rete telematica, alle informazioni cliniche del paziente raccolte dai sistemi infor-
mativi sanitari durante gli eventi di cura (Fascicolo sanitario personale o Electronic health
record), rende possibile la realizzazione di percorsi assistenziali integrati e la continuità
tra gli interventi di cura e di riabilitazione.
Le soluzioni sopra descritte consentono di migliorare la qualità dell’assistenza prestata ai
pazienti affetti da disabilità o agli anziani con patologie croniche.
La domanda di salute per tali tipologie di pazienti richiede infatti un’assistenza diversa da
quella tradizionalmente erogata nell’ambito ospedaliero, caratterizzata da nuove modalità di
erogazione basate sul principio di continuità delle cure. La promozione di una rete integra-
ta di servizi sanitari e sociali per rispondere alla domanda di salute dei malati cronici, degli
anziani e dei disabili, è stata pertanto individuata, dal Piano sanitario nazionale 2003-2005,
tra i dieci progetti per la strategia del cambiamento del Sistema sanitario nazionale.
Su proposta del Ministero della salute e attraverso accordi siglati dalla Conferenza
Permanente Stato-Regioni, sono stati assegnati alle Regioni specifici finanziamenti del
Fondo sanitario nazionale per la realizzazione di tale obiettivo.
In diverse Regioni ed Aziende sanitarie sono in fase di avanzata realizzazione progetti che
prevedono l’impiego delle tecnologie ICT per l’integrazione dei processi di assistenza
sanitaria, la continuità delle cure, il telemonitoraggio nell’ambito delle dimissioni cosid-
dette protette8, l’integrazione dei servizi di prenotazione di prestazioni su base metropo-
litana, provinciale o regionale, attraverso Call center o rete Internet.
Un aspetto importante delle azioni complementari per le politiche di inclusione, riguar-
da la ricerca e lo sviluppo tecnologico. L’investigazione di nuove soluzioni tecnologiche
che consentano di migliorare la conoscenza dei bisogni delle persone con disabilità e
degli anziani affetti da patologie croniche e di esplorare le soluzioni più innovative per

8 La dimissione protetta consiste nella presa in carico del paziente adulto e anziano che, concluso l’iter diagnostico, cura-
tivo e terapeutico ospedaliero, ha perso temporaneamente o stabilmente l’autonomia e richiede pertanto interventi di

16 carattere sanitario e/o sociale effettuabili a domicilio o nelle altre strutture territoriali. La dimissione protetta deve assi-
curare la continuità assistenziale fra ospedale e territorio.

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rispondere a tali bisogni, è infatti un elemento chiave per evitare che tali gruppi di popo-
lazione siano esclusi dai benefici della Società dell’Informazione.
In questo ambito il ruolo del Ministero è quello di sostenere progetti di ricerca di eleva-
ta qualità e di supportare la diffusione delle buone pratiche.
Naturalmente una componente essenziale per assicurare l’inclusione e la partecipazione di
tutti i cittadini è rappresentata dall’accessibilità dei servizi erogati attraverso siti web pubblici.
In linea con il percorso legislativo che ha condotto alla regolamentazione tecnica dei
requisiti di accessibilità dei siti web delle Pubbliche Amministrazioni (decreto Ministro
innovazione e tecnologie dell’8 luglio 2005), il Ministero della salute ha adottato, all’in-
terno del progetto di miglioramento dell’accessibilità del sito web (www.ministerosalu-
te.it), le metodologie di verifica di accessibilità definite dal gruppo di lavoro costituito
presso il Centro Nazionale per l’Informatica nella PA (CNIPA).
A tal fine il Ministero ha attivato una collaborazione con la Fondazione ASPHI nell’ambi-
to della quale sono previste verifiche tecniche di accessibilità effettuate in riferimento alle
indicazioni metodologiche ed ai requisiti tecnici di accessibilità indicati nel Decreto. Per
la valutazione della qualità dei servizi erogati attraverso il sito, saranno inoltre effettuate
verifiche soggettive condotte da un panel di utenti disabili che utilizzano tecnologie assi-
stive per la navigazione del sito, attraverso percorsi e compiti specificati.
Al termine delle verifica tecnica e soggettiva è prevista la redazione di un Rapporto nel
quale sono indicati gli esiti delle attività di verifica tecnica (condotte con sistemi di vali-
dazione automatica e strumenti semiautomatici, attraverso l’esame delle pagine con varie
versioni di browser, verificando la conformità di ciascuno dei 22 requisiti tecnici) e le
valutazioni espresse dal panel di utenti disabili secondo una scala numerica, su alcune
caratteristiche qualitative del sito (percezione, gradevolezza, comprensibilità, apprendibi-
lità, coerenza, tolleranza agli errori, flessibilità e adattabilità, aiuto e documentazione,
sicurezza, colori, contrasti, caratteri, comprensibilità e chiarezza dei testi).
Gli esiti della verifica tecnica e soggettiva condotta su un primo campione significativo9
di pagine consentiranno di elaborare un piano di interventi di adeguamento del sito web
del Ministero.
Sono previsti inoltre interventi formativi volti a sensibilizzare il personale sulle tematiche rela-
tive a: l’accessibilità dei siti web e delle applicazioni, la normativa nazionale e le linee guida
internazionali, le tecnologie assistive, con presentazione di casi concreti. Gli interventi di sen-
sibilizzazione saranno accompagnati da sessioni di approfondimento e discussione delle pro-
blematiche evidenziate nelle fasi di verifica di accessibilità del sito del Ministero, che vedran-
no il coinvolgimento del personale della redazione, già destinatario degli interventi formati-
vi attivati dal Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione.

3.4 LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Nel quadro degli impegni assunti nella definizione del ”Piano nazionale d’Azione per
l’inclusione sociale 2003-2005”, le Misure per il sostegno alle persone con disabilità sono
state inserite tra le priorità su cui intervenire nel triennio di riferimento.
9 Il sito del Ministero della salute è composto da oltre 5000 pagine. Il campione di pagine analizzato comprende: l’ho-
me page, le pagine raggiungibili dalla home page (oltre 80), le pagine relative ad alcuni servizi di particolare utilità per
il cittadino e le aziende sanitarie. 17
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L’integrazione delle persone disabili, ed in particolare la loro integrazione professionale,


risultano anche tra gli obiettivi della Strategia nazionale per l’Occupazione. Tale atten-
zione è stata senz’altro sollecitata dal forte impulso dato dalla Commissione europea con
la promozione dell’Anno europeo 2003 dedicato alle persone disabili.
L’Italia, peraltro già forte di un quadro di riferimento normativo certamente all’avanguar-
dia, ha ritenuto di dover promuovere ulteriori azioni in favore della tutela e promozione
dei diritti delle persone disabili per assicurare la concreta implementazione delle leggi
vigenti, tra cui in primo luogo la legge 104/92 e la legge 68/99, e per completare tale qua-
dro con l’approvazione di alcuni nuovi testi di legge finalizzati a garantire l’accessibilità
alle ICT e l’introduzione di nuovi princìpi in materia di tutela giuridica.
Tale impegno è stato testimoniato a livello internazionale con il premio “Franklin Delano
Roosevelt Disability Award”, assegnato all’Italia per aver favorito la tutela e la promozione
dei diritti dei cittadini disabili contro ogni forma di discriminazione migliorando le loro con-
dizioni di vita, e costituendo, dunque, un esempio da imitare da parte delle altre nazioni.
Nella motivazione ufficiale dell’assegnazione del premio è stato evidenziato come la legisla-
zione italiana nel corso degli anni, oltre ad aver favorito l’inserimento di tali persone nel siste-
ma scolastico e nel mondo del lavoro, abbia stimolato e sostenuto iniziative dirette ad age-
volarne la partecipazione alle attività sportive, culturali e ricreative, promuovendone l’auto-
nomia. Il ruolo ed il peso che le nuove tecnologie hanno avuto, ed ancor più avranno, nel
perseguire questi obiettivi di non discriminazione sono determinanti.

ACCESSIBILITÀ ALLE TECNOLOGIE


Molta attenzione è stata posta al tema della e-inclusion. Il Ministero del lavoro ha assicu-
rato il proprio contributo alla definizione della legge n. 4/2004 e del successivo schema
di regolamento e ha partecipato attivamente ai lavori delle commissioni competenti. Ciò
anche in coerenza con gli sviluppi intervenuti a livello europeo in tale ambito, conside-
rato oramai strategico per favorire i processi di inclusione sociale di tutti gli individui che
vanno di pari passo con lo sviluppo delle economie in una società basata sulla conoscen-
za e sull’investimento nel capitale umano.
Il Ministero inoltre ha sostenuto la realizzazione di alcuni specifici progetti, tra cui quel-
lo relativo al Portale SIVA sulla tecnologia assistiva e il Progetto “NavigAbile”.
Quest’ultimo è stato promosso insieme con la Fondazione Accenture ed altri Partners, allo
scopo di valorizzare le potenziali abilità, soprattutto di bambini e ragazzi con difficoltà di
comunicazione e di relazione, tramite software che migliorano l’accessibilità e la lettura
dei siti web e quindi le loro capacità di apprendimento. Il progetto prevede anche incon-
tri informativi con le famiglie allo scopo di renderle maggiormente consapevoli delle
opportunità offerte dalle ICT ai giovani disabili. “NavigAbile” ha l’obiettivo di realizzare,
validare scientificamente e rendere disponibili un insieme di servizi volti, da un lato, a
migliorare l’accessibilità del web e dei suoi contenuti e, dall’altro, a fornire strumenti di
comunicazione e relazione.
Questi servizi sono indirizzati a persone con disabilità di diverso tipo, prioritariamente a
quelle in età evolutiva, e permettono di recuperare, valorizzare e potenziare le abilità pos-
sedute, con particolare riferimento a quelle relazionali e di comunicazione, e di ridimen-
18 sionare, quando non di eliminare, le “barriere elettroniche” del web.

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I primi destinatari della sperimentazione sono bambini e ragazzi con disabilità di varia
tipologia, nonché le persone loro vicine, che utilizzano strumenti di comunicazione mul-
timodale. Gli insegnanti e gli operatori che lavorano con questi adolescenti hanno ora a
disposizione un ulteriore strumento per facilitare la comunicazione e la relazione attra-
verso modalità differenti e complementari di espressione.

INTEGRAZIONE LAVORATIVA E INCLUSIONE SOCIALE

Gli interventi per favorire l’occupazione delle persone disabili in Italia vengono predispo-
sti in prevalenza sulla base della legge 12 marzo n. 68 “Norme per il diritto al lavoro dei
disabili”10, la cui applicazione ha consentito, nel 2004, l’avviamento al lavoro di 19.036
disabili11.
Fondamentale importanza negli interventi di integrazione lavorativa hanno giocato e gio-
cano i Servizi pubblici per l’impiego, ed in particolare i Centri per l’Impiego (CPI). Al
riguardo un notevole sforzo è stato compiuto per dotare di servizi e personale idonei il
maggior numero di CPI.
Ai fini di una maggiore conoscenza e puntuale applicazione della normativa vigente il
Ministero del lavoro ha realizzato anche una serie di iniziative finalizzate a diffondere le
informazioni più significative sulle modalità di funzionamento del collocamento mirato:
spot radiofonici e televisivi, spazio informativo e interattivo sul sito web istituzionale,
materiale promozionale, attività di ricerca e consulenza per l’individuazione di ausili, atti-
vità di consulenza e supporto ai Centri per l’Impiego nella gestione del collocamento
obbligatorio, individuazione e trasferimento di buone prassi.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nell’ambito di una più ampia strategia volta
a favorire lo sviluppo dei processi di occupabilità delle fasce svantaggiate della popola-
zione, anche in coerenza con le priorità dall’Unione europea, ha promosso, inoltre, il
progetto “Sviluppo Territoriale ed Inclusione Sociale – La sperimentazione dell’inserimen-
to lavorativo con l’art.14 del D. Lgs 276/03” denominato “LINCS”, che si ispira al nuovo
strumento normativo.
L’articolo 14 prevede infatti la possibilità che, “al fine di favorire l’inserimento lavorativo
dei lavoratori svantaggiati e dei lavoratori disabili”, i Centri per l’Impiego stipulano con i
partners del mercato del lavoro (associazioni imprenditoriali e sindacati) e con le coope-
rative sociali (di tipo B) convenzioni quadro su base territoriale aventi ad oggetto il con-
ferimento di commesse di lavoro alle cooperative sociali da parte delle imprese.
Il progetto “LINCS”, la cui gestione è stata affidata ad Italia Lavoro ed il coordinamento
ad uno specifico gruppo di pilotaggio costituito da rappresentanti delle istituzioni, enti,
associazioni ed altre organizzazioni coinvolte nell’iniziativa12, intende procedere alla veri-
fica dell’applicabilità e dell’efficacia dell’art.14 della legge di riforma del mercato del lavo-

10 Si veda in particolare, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Norme per il diritto al lavoro dei disabili. Seconda
relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della Legge 12 marzo 1999, n. 68 2002 – 2003, Roma, 2004.
11 Fonte: Istituto per la Formazione dei Lavoratori (ISFOL) - Monitoraggio servizi per l’impiego.
12 Al gruppo di coordinamento partecipano, oltre ai rappresentanti del Ministero e di Italia Lavoro, i rappresentanti delle
Regioni, dell’Upi e dell’Anci, del Cnel e dell’Isfol nonché delle Associazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil) delle Associazioni
datoriali (Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confcooperative, Lega Cooperative, Agci), delle Associazioni della
cooperazione sociale, della Fish e della Fand. 19
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ro mediante la sperimentazione, in diversi contesti territoriali, delle fasi che caratterizza-


no il processo di elaborazione, applicazione e gestione della convenzione quadro che
regola l’utilizzo del provvedimento normativo. In questo contesto le nuove tecnologie, sia
come strumento di gestione e di efficienza sia come opportunità di riqualificazione pro-
fessionale, costituiscono un validissimo aiuto per le politiche di non discriminazione nei
confronti delle categorie deboli.
Il progetto “LINCS”, di carattere sperimentale, ha l’obiettivo di monitorare il percorso attua-
tivo dell’articolo 14 attraverso l’individuazione e la messa in atto di procedure e di prassi
gestionali finalizzate ad un più efficace inserimento lavorativo delle persone disabili e di
altre fasce di soggetti svantaggiati; il progetto si propone, inoltre, di promuovere lo svilup-
po di azioni a livello territoriale, nonché di verificare le condizioni di successo o di criti-
cità relative all’applicazione delle previsioni normative.
Per la buona riuscita delle sperimentazioni nelle diverse aree territoriali, il progetto pre-
vede, fra l’altro, la promozione di alcune azioni di sostegno (analisi preliminari e di con-
testo, pacchetti formativi, ecc.) che potranno rappresentare delle buone pratiche da tra-
sferire successivamente e replicare su tutto il territorio nazionale.

PROGETTO “ICF E POLITICHE DEL LAVORO”

Il Ministero, per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro dei disabili, ha sperimentato
anche il nuovo modello proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la
classificazione internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, denomina-
to ICF. La metodologia dell’ “International Classification on Functionning of Health and
Disability” (ICF), adottata dal Ministero del welfare e applicata attraverso un apposito pro-
getto pluriennale da Italia Lavoro (agenzia tecnica del Ministero), introduce una diversa clas-
sificazione della disabilità, varata dall’Organizzazione mondiale della sanità nel 2001 e rece-
pita da 191 Paesi nel mondo. Questo nuovo criterio di valutazione permette di ribaltare il
vecchio concetto, basato su ciò che il disabile non può fare, e di valutare invece ciò che egli
può fare. Tale sistema, nella concreta attuazione delle leggi sull’inclusione sociale e lavora-
tiva, consente di offrire ai disabili nuove opportunità di inserimento.
L’approccio adottato evidenzia come chiunque nella vita possa ritrovarsi in una situazione di
disabilità. In Italia sono circa 500mila gli iscritti al collocamento obbligatorio nelle varie cate-
gorie della disabilità, ma secondo l’ISTAT altri 500mila dichiarano di avere problemi e di sof-
frire una riduzione di autonomia, mentre ulteriori 2 milioni potrebbero esserne investiti sep-
pure saltuariamente. Il primo obiettivo del Ministero è stato quello di formare rapidamente
gli operatori dei Servizi per l’impiego all’utilizzo della nuova classificazione nel processo di
inserimento lavorativo dei disabili. Sono stati attivati 19 corsi con 1.400 partecipanti (884 nei
corsi base, 514 in quello avanzato) che hanno registrato la presenza di servizi Asl, Centri per
l’Impiego, Servizi specialistici, Cooperative sociali, Commissioni provinciali tripartite,
Coordinamenti provinciali per il collocamento mirato, medici del lavoro e referenti istituzio-
nali regionali, provinciali e comunali. Il progetto prevede una serie di sperimentazioni in ter-
ritori con buone prassi per la presenza di servizi di inserimento lavorativo e dei sistemi di
cooperazione sociale. Protagonisti associazioni imprenditoriali, cooperative sociali di tipo B
e sindacati, insieme alle associazioni dei disabili e alle loro famiglie, a sindacati, a responsa-
20 bili di Enti locali e strutture dedicate allo sviluppo delle politiche attive del lavoro.

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AZIONI E SERVIZI PER IL “DOPO DI NOI”

Nel corso del 2004, in continuità con gli interventi intrapresi negli anni precedenti sulle pro-
blematiche della “non autosufficienza” e del “Dopo di noi”, si è data piena attuazione alla
Direttiva 23 settembre 2003 “Finanziamenti per la realizzazione di progetti sperimentali, di
cui all’art. 41-ter della legge 5 febbraio 1992, n. 104.” (GU n. 263 del 12 novembre 2003).
Con tale disposizione il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha inteso promuo-
vere la realizzazione di specifici progetti sperimentali ed innovativi con l’obiettivo di con-
tribuire alla diffusione sul territorio nazionale di buone prassi di intervento in favore di
persone disabili in situazione di grave handicap prive di adeguata assistenza familiare,
anche al fine di favorirne condizioni di maggior autonomia e di vita indipendente.
Uno stanziamento di 15 milioni di euro è stato destinato agli Enti locali, in forma di co-
finanziamento al 50% di progetti innovativi e sperimentali relativi a piani di azione a
valenza socio-assistenziale, con particolare riguardo alle strutture di accoglienza per per-
sone con handicap grave prive di adeguata assistenza familiare; con tale iniziativa, deno-
minata “Dopo di noi”, si è inteso favorire condizioni di maggior autonomia e di vita indi-
pendente delle persone. A fine 2004 le strutture in via di finanziamento risultavano esse-
re 38. È stata avviata inoltre, nel corso del 2005, nell’ambito della convenzione tra il
Ministero del lavoro e l’Università Cattolica di Milano, un azione di monitoraggio delle
strutture esistenti a livello regionale destinate al “Dopo di noi”.
Inoltre nell’ambito dei progetti finanziati attraverso le risorse destinate rispettivamente alla
associazioni di promozione sociale e quelle per la promozione del volontariato, si richia-
mano gli interventi finanziati ai sensi della legge n. 383 del 7 dicembre 2000, la cui tito-
larità amministrativa compete sempre al Ministero del lavoro13. In tale ambito i progetti
destinati ai disabili hanno coinvolto negli anni di riferimento 15.287 destinatari e 887 ope-
ratori nella realizzazione di attitività ricreative, sociali e culturali; a queste iniziative si
aggiungono: sostegno ed interventi socio educativi; formazione e inserimento lavorativo;
informazione e diffusione. I fondi impegnati in queste attività ammontano complessiva-
mente per gli anni 2003 e 2004, a 2.665.900 euro.
Nello stesso ambito si ricordano anche i progetti sperimentali di volontariato, finanziati
con il Fondo per il volontariato istituito ai sensi dell’art. 12, comma 2, della legge 11 ago-
sto 1991, n. 266 (Direttive anni 2003 e 2004)14. Negli anni di riferimento il Fondo ha impe-
gnato la cifra di 3.500.000 euro nel 2003 e di 1.083.473 nel 200415. Le misure per il soste-
gno alle persone con disabilità hanno coperto tutto l’ampio ventaglio degli interventi di

13 I progetti sperimentali presentati dalle Associazioni di volontariato (iscritte nei registri regionali del volontariato, di cui
all’art. 6 della legge 266/1991), sono previsti dalla legge Quadro sul volontariato (art. 12, comma 1, lettera d) ), e sono
approvati dall’Osservatorio nazionale per il volontariato (art. 12 legge 266/1991, lett. i) ) che ogni anno stila e appro-
va la Direttiva, firmata successivamente dal Ministro.
14 I progetti, realizzati anche in collaborazione con gli Enti locali, sono presentati dalle associazioni iscritte negli appositi
Registri, nazionale, regionali e delle Province Autonome di Trento e Bolzano, istituiti ai sensi della medesima Legge
383/2000, e sono volti a far fronte a particolari emergenze sociali e a favorire l’applicazione di metodologie di inter-
vento particolarmente avanzate (art. 12, lett. f ). In riferimento al periodo previsto per il monitoraggio, sono stati presi
in considerazione i progetti ammessi a finanziamento per gli anni finanziari 2002 e 2003, in quanto le relative attività
hanno preso avvio negli anni 2003 e 2004.
15 Le cifre si riferiscono alla disponibilità totale assegnata dal riparto del Fondo nazionale per le politiche sociali sul capitolo di
pertinenza. I progetti finanziati sono rivolti a più utenti e alla creazione di più servizi (progetti trasversali e multisettoriali). 21
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tipo riabilitativo e socioassistenziale. Nel complesso risultano essere stati coinvolti 209 dis-
abili, 223 fra operatori e formatori e 18 datori di lavoro.

SISTEMA INFORMATIVO SULLA DISABILITÀ

Il progetto “Sistema di informazioni statistiche sulla disabilità”, frutto di una nuova con-
venzione tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e l’Istituto nazionale di stati-
stica siglata nell’ottobre del 2003, rappresenta il prosieguo di una proficua collaborazio-
ne avviata da anni con l’obiettivo di creare un sistema informativo integrato, basato su un
set predefinito di indicatori, in grado di fornire un ampio quadro sul tema della disabili-
tà e dell’integrazione sociale.
I risultati raggiunti con il progetto sono stati ampiamente apprezzati a livello nazionale e
internazionale. Il sistema realizzato costituisce un significativo avanzamento nello svilup-
po di un quadro informativo statistico in chiave sistemica sul tema della disabilità, in
quanto indispensabili per valutare le politiche attuate e programmare nuovi interventi. Il
monitoraggio e l’analisi delle condizioni di salute e del grado di integrazione delle per-
sone sono infatti strumenti cruciali per l’implementazione di politiche e servizi efficaci
nella lotta contro la discriminazione e nella promozione di pari opportunità per le perso-
ne appartenenti a categorie svantaggiate.

3.5 PARI OPPORTUNITÀ

Per meglio indirizzare i propri interventi a favore delle categorie svantaggiate attraverso
il ricorso alle nuove tecnologie, il Dipartimento ha ritenuto opportuna un’analisi mirata
del fabbisogno. Ha quindi avviato un’indagine con diverse Associazioni di disabili al fine
di raccogliere suggerimenti ed osservazioni sulle criticità connesse all’accertamento delle
procedure di riconoscimento di benefici.
Sono state ascoltate le seguenti associazioni: Unione Famiglie Handicappati (UFHA),
Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH), Associazione Italiana
Persone Down, Associazione Valentina, Vivere-Associazione di volontari e famiglie con
figli portatori di handicap, Lega del Filo d’oro.

L’UFHA, che fa parte della COFACE – Handicap (Confederazione delle Organizzazioni


delle Famiglie di disabili della Comunità Europea), ha messo in rilievo la situazione dei
disabili adulti (età compresa tra i 18 ed i 65 anni) più gravi, non autosufficienti, inabili
al lavoro, che vivono in famiglia con 600 euro mensili, comprensivi sia dell’assistenza che
del mantenimento.
Il mantenimento, pari a 218 euro mensili, è assolutamente insufficiente per i minorati psi-
cofisici estremamente gravi; questi hanno l’esigenza di una continua assistenza, che spes-
so richiede la presenza di due persone contemporaneamente.
L’assistenza, pari a 400 euro, riesce a coprire solo due ore di una badante non qualificata.
Le difficoltà economiche e fisiche dei genitori dei suddetti disabili sono enormi e diven-
tano quasi insormontabili al sopraggiungere della vecchiaia.
L’attenzione dell’Associazione è soprattutto focalizzata sulle leggi n. 335 dell’ 8 agosto
22 1995 (“Riforma del sistema pensionistico obbligatorio complementare”), e n. 429 del 31

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dicembre 1991 (“Nuove norme in materia di indennità di accompagnamento ai ciechi e


ai pluriminorati”).
Le indicazioni ricevute riguardano la modifica degli articoli che trattano:
• la reversibilità, in particolare l’abolizione del cumulo con i beni ereditati dalla famiglia;
• il tetto reddituale, che non considera gli alti costi dell’assistenza;
• l’estensione della definizione di pluriminorati dai soli ciechi e sordomuti anche ai
minorati fisici e psichici in genere, che non presentino cecità o sordomutismo.

L’Associazione Italiana Persone Down ha evidenziato la spiacevole circostanza di genito-


ri con figli affetti da sindrome di Down costretti a non farli lavorare, privandoli della forma-
zione professionale, dell’inserimento lavorativo e di qualunque possibilità di sentirsi parte
integrante della società, perché, percependo uno stipendio, verrebbero riconosciuti abili al
lavoro e quindi non avrebbero diritto alla pensione di reversibilità che invece è sempre rico-
nosciuta ai figli minori di lavoratore deceduto. Per questi ultimi inoltre, tale diritto è poi
accordato fino ai ventuno anni (se studenti di scuola media o professionale), ovvero fino a
ventisei (se studenti universitari), ovvero senza limiti di età (se riconosciuti inabili al lavoro).
Altro grave problema è legato al raggiungimento della maggiore età, che comporta l’im-
mediata sospensione dell’indennità di accompagnamento. Comincia a questo punto un
iter complicato e umiliante: vengono richiesti un certificato medico, rilasciato da uno spe-
cialista, e una dichiarazione sottoscritta da due testimoni in presenza del dichiarante; inol-
tre, all’atto della visita sono necessari anche un certificato di residenza e due testimoni. I
genitori di figlio down ritengono assolutamente superflua questa procedura, visto che
fino a oggi nessun down al compimento della maggiore età ha superato l’originario han-
dicap e le difficoltà tipiche del proprio stato.
L’Associazione fa notare che:
1. la legge n. 326 del 24 novembre 2003, articolo 42, comma 7, ha stabilito, per le per-
sone con gravi menomazioni fisiche permanenti o gravi anomalie cromosomiche e per
i disabili mentali gravi con effetti permanenti, l’esonero da ogni visita medica, anche
a campione, finalizzata all’accertamento della permanenza della disabilità. Il riferimen-
to alle anomalie cromosomiche indica che anche la sindrome di Down è inserita fra
le patologie da esonerare. Tale principio era stato già affermato dall’articolo 97, comma
2, della legge n. 388 del 23 dicembre 2000, ma non è stato mai applicato, né è stato
approvato il decreto che ne avrebbe reso effettivo l’esonero;
2. per quanto riguarda l’accertamento dell’invalidità civile, previsto dall’articolo 24
della legge n. 328 dell’8 novembre 2000, il decreto legislativo – chiamato al riordi-
no dei benefici economici, dei requisiti psicofisici e reddituali individuali per la con-
cessione degli emolumenti e la semplificazione delle procedure per l’accertamento
stesso – non è stato emanato;
3. i medici di base, e anche molte Asl, ignorano l’articolo 94, comma 3, della legge n.
289 del 27 dicembre 2002 che stabilisce, per le persone con sindrome di Down, il
rilascio, da parte del medico di base, del certificato di handicap attestante la situa-
zione di gravità su richiesta e presentazione del cariotipo;
4. sono state riscontrate molte difficoltà nell’applicazione delle procedure di accerta-
mento e valutazione della capacità operative ai fini dell’inserimento lavorativo. 23
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IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

La FISH ha proposto di sostituire definitivamente il termine handicap con quello di dis-


abilità e predisporre per ogni persona con disabilità un Progetto globale individuale.
Tale Progetto deve assumere la connotazione di un quadro programmatico dei diritti
umani e civili delle persone con disabilità.
Il Progetto prevede dei cambiamenti fondamentali quali:
1. non più la certificazione del grado di invalidità, ma la definizione delle capacità
funzionali necessarie per capire i bisogni e i conseguenti interventi;
2. l’applicazione dei nuovi criteri di classificazione ICF proposti dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS);
3. la sostituzione della Commissione di accertamento dell’invalidità con una Unità
Multidisciplinare di Valutazione (UMV) costituita da un medico legale, da un’assi-
stente designato dal servizio sociale del Comune di residenza, nonché da figure
specialistiche in ordine agli aspetti riabilitativi e a quelli psicologici;
4. il passaggio da un Progetto globale a quello specifico personalizzato sulle esigen-
ze della persona disabile e della sua famiglia;
5. la creazione della figura del responsabile del Progetto globale individuale, desi-
gnato dal Comune;
6. la creazione del Dossier unico delle persone con disabilità, in cui devono conflui-
re il Progetto globale e quelli specifici;
7. l’attuazione della legge n. 328 del 2000;
8. la costituzione dei Comitati consultivi con il compito di monitorare e verificare il
funzionamento delle UMV;
9. la partecipazione delle associazioni dei disabili e delle loro famiglie ai Comitati
consultivi;
10. l’abrogazione dell’art. 42 del decreto legge n. 269 del 30 settembre 2003.

Il suddetto articolo 42 (Disposizioni in materia di invalidità civile) apporta modifiche e


precisazioni sui procedimenti in materia d’invalidità civile, disabilità, handicap, per sem-
plificare l’azione amministrativa.
Se vi è contestazione, questa va fatta direttamente innanzi al giudice nel termine di sei
mesi dalla data di comunicazione all’interessato del provvedimento che lo riguarda.
Gli atti introduttivi dei procedimenti giurisdizionali concernenti l’invalidità civile, la ceci-
tà civile, il sordomutismo, l’handicap e la disabilità ai fini del collocamento obbligatorio
al lavoro, devono essere notificati anche al Ministero dell’economia e delle finanze; la
notifica va effettuata sia presso gli uffici dell’Avvocatura dello Stato sia presso le compe-
tenti Direzioni provinciali dei servizi del Ministero.
Nei detti procedimenti giurisdizionali il Ministero è litisconsorte necessario e può essere dife-
so, oltre che dall’Avvocatura dello Stato, da propri funzionari o, in base a convenzione, da
avvocati dipendenti dell’Inps, senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica.
Se il giudice nomina un consulente tecnico, alle indagini assiste un componente delle
Commissioni mediche di verifica indicato dalla Direzione provinciale su richiesta, formu-
24 lata a pena di nullità, del consulente nominato dal giudice.

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La Direzione centrale degli uffici locali e dei servizi del Tesoro valuta le patologie riscon-
trate all’atto della verifica con riferimento alle tabelle indicative delle percentuali di inva-
lidità esistenti; se il giudizio non comporta la conferma del beneficio in godimento va dis-
posta, con decorrenza dalla data di verifica, la sospensione dei pagamenti.
Nei giudizi promossi per ottenere prestazioni previdenziali o assistenziali, la parte soc-
combente non può essere condannata al pagamento di spese, competenze e onorari
quando risulti titolare, nell’anno precedente a quello della pronuncia, di un reddito Irpef,
risultante dall’ultima dichiarazione, pari o inferiore a due volte l’importo del reddito che
consente l’ammissione al patrocinio gratuito (9.292,22 euro).
Sono state potenziate le Commissioni mediche di verifica.
Le stesse hanno il compito di verificare i verbali trasmessi dalle Asl, sia nelle verifiche
relative alla permanenza dei requisiti sanitari sia, in sede di procedimento giurisdiziona-
le, attraverso la presenza di un proprio membro alle indagini condotte dal consulente tec-
nico nominato dal giudice.
Le Commissioni per il controllo dei verbali relativi alla valutazione dell’handicap e della
disabilità sono integrate con un operatore sociale e un esperto. Secondo la FISH, l’aboli-
zione del ricorso amministrativo alla Commissione medica superiore e d’invalidità avver-
so i verbali di accertamento dello stato invalidante e la presentazione del ricorso diretta-
mente all’autorità giudiziaria non facilitano la situazione del disabile ed anzi aggravano la
sua posizione.
La stessa Associazione ricorda che il decreto legislativo n. 112 del 1998 ha trasferito le
funzioni concessorie relative alle provvidenze economiche per invalidi civili alle Regioni,
cui è stato affidato anche il compito di resistere in giudizio. Imporre che gli atti introdut-
tivi dei procedimenti siano comunicati al Ministero dell’economia, che si difende con pro-
pri funzionari, andrebbe contro il federalismo e gli interessi dei disabili.
La FISH propone che:
1. le Regioni debbano attivare una Commissione medica superiore con competenza
esclusiva nella definizione dei ricorsi amministrativi avverso i verbali emessi dalle
Commissioni mediche per l’accertamento dell’handicap, ai sensi dell’articolo 4 della
legge n. 104 del 5/2/92;
2. il ricorso presentato entro 60 giorni dalla notifica del verbale, se la Commissione
medica superiore entro 120 giorni non si pronuncia, si intende respinto ed è
ammessa la tutela giurisdizionale;
3. la verifica della permanenza delle minorazioni civili può essere effettuata dalle
Commissioni di verifica del Ministero dell’economia o da parte della Commissione
medica superiore solo dopo 5 anni dal primo accertamento, fatto salvo il diritto di
chiedere l’accertamento di ulteriori modifiche.

La Federazione chiede inoltre l’attuazione:


1. dell’articolo 24, comma 1, lettera h) della legge n. 328 dell’ 8 novembre del 2000
(Delega al Governo per il riordino degli emolumenti derivanti da invalidità civile,
cecità, sordomutismo);
2. dell’articolo 97 comma 2 della legge n. 388 del 23 dicembre 2000, il quale prevede
l’esonero, per le persone con sindrome di Down, con gravi menomazioni fisiche 25
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permanenti, con disabilità grave mentale, dalla ripetizione annuale delle visite
mediche ai fini dell’accertamento.

L’Associazione Valentina ha posto la sua attenzione sulla situazione dei casi più gravi
che interessano quanti non sono capaci di compiere da soli gli atti quotidiani necessari
alla sopravvivenza.
Secondo l’Associazione, in tale tipologia sono compresi: i midollo-lesi spinali con parali-
si dei quattro arti, che necessitano soprattutto di un’assistenza sanitaria che garantisca un
presidio constante durante l’intera giornata con doppio turno di operatori; i disabili psi-
cofisici gravissimi che, per la loro menomazione cerebrale, non possono badare a se stes-
si; tutti gli altri soggetti che si trovano nelle stesse condizioni dei già citati midollo-lesi.
È stato messo in evidenza:
1. che l’articolo 10 (Interventi a favore di persone con handicap in situazione di gra-
vità) della legge n. 104 del 5 febbraio 1992 (“legge quadro per l’assistenza, l’inte-
grazione sociale e i diritti delle persone handicappate”) è stato attuato solo da alcu-
ni comuni;
2. che la legge n. 162 del 1998 avrebbe dovuto concedere un contributo integrativo
di quello fornito dai comuni, ma di fatto tale contributo è stato alternativo;
3. che la legge n. 328 del 2000 è ancora inattuata.

L’Associazione propone:
1. la costituzione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri di un Dipartimento
per le persone con disabilità, che curi gli interessi dei disabili rapportandosi ai vari
Ministeri;
2. la creazione di cooperative qualificate, iscritte in un apposito albo regionale, con
personale specializzato per l’assistenza continua dei gravissimi;
3. l’istituzione di un fondo regionale per i gravissimi;
4. la revisione delle tabelle relative alla disabilità;
5. la formazione di figure professionali specializzate;
6. il riconoscimento dell’attributo di acuti ai gravissimi a fini fisioterapici;
7. l’estensione della legge n. 429 del 31 dicembre 1991 ai disabili gravissimi anche se
non presentano cecità o sordomutismo;
8. la revisione delle norme riguardanti la reversibilità pensionistica.

Vivere, Associazione di volontari e famiglie con figli portatori di handicap, ha voluto rias-
sumere la seguente situazione:
1. la valutazione della situazione economica di coloro che richiedono prestazioni
sociali agevolate, secondo l’articolo 2 del D.Lgs n. 109 del 31 marzo 1998, è deter-
minata con riferimento al nucleo familiare, composto dal richiedente medesimo, dai
soggetti con i quali convive e da quelli considerati a suo carico ai fini Irpef;
2. il DL n. 130 del 3 maggio 2000 ha introdotto delle disposizioni correttive del decre-
to legislativo n. 109/98 e ha stabilito all’articolo 3 che limitatamente alle prestazio-
26 ni sociali agevolate, rivolte a persone con handicap permanente grave o ultrases-

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santacinquenni non autosufficienti, si prende in considerazione la situazione eco-


nomica del solo assistito;
3. purtroppo non è stato emanato il regolamento relativo all’attuazione di quanto pre-
visto dall’articolo 3 del DL n. 130/00 e la competenza amministrativa sulla materia
è passata agli enti locali;

L’Associazione chiede l’emanazione di un regolamento specifico.


L’Associazione Lega del Filo d’oro chiede il riconoscimento della sordocecità come
unica e tipica disabilità, specificando che una persona è riconosciuta sordocieca se la
minorazione visiva e uditiva le provoca difficoltà nella comunicazione, nell’accesso all’in-
formazione e nella mobilità. Secondo l’Associazione le varie importanti norme che tute-
lano le persone disabili sono poco utili alle persone sordocieche, in quanto incontrano
grandi difficoltà per l’applicazione delle stesse in loro favore.
La Lega del Filo d’oro vorrebbe ottenere, inoltre, il riconoscimento:
1. dei sistemi di comunicazione utilizzati dalle persone sordocieche;
2. del profilo professionale dell’interprete, con la definizione della sua formazione a
livello universitario;
3. del bastone bianco-rosso;
4. dell’inserimento nella nomenclatura del tariffario di alcuni ausili utili alle persone
sordocieche;
5. dell’attivazione di speciali accordi con le ditte che gestiscono le reti di comunica-
zione;
6. del rafforzamento dei servizi di diagnosi e valutazione funzionale gestiti dalle Asl;
7. dell’intervento precoce nella fascia di età da 0 – 6 anni;
8. dell’assistenza domiciliare e del supporto alle famiglie.

Nel complesso, anche se sono stati posti in forte rilievo diversi aspetti economici, legali
e clinici, tutte le Associazioni hanno segnalato che l’estensione delle Tecnologie
dell’Informazione e della Comunicazione (ICT) ai disabili, costituirebbe un valido aiuto
per superare le molte difficoltà che essi incontrano nella vita quotidiana.
Ricordano che per la diffusione di tali tecnologie sono necessarie forme di utilizzazione
e di preparazione culturale basate sul concetto di una società dell’informazione accessi-
bile a tutti.
Sono consapevoli che le ICT costituiscono uno dei metodi più efficaci per l’integrazione
sociale e l’occupazione. Evidenziano che nell’ambito delle persone con disabilità sono gli
anziani e le donne ad avere meno accesso alle ICT.
Il tema dell’accessibilità risulta centrale per quanto riguarda il principio delle pari oppor-
tunità per tutte le persone; per questo il Ministro per le pari opportunità auspica e appog-
gia ogni iniziativa del Ministro per l’innovazione e le tecnologie volta a diffondere l’uti-
lizzo delle ICT.
Il Ministro per le pari opportunità intende continuare a promuovere un dialogo perma-
nente con i rappresentanti dei disabili per approfondire le relative problematiche. 27
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3.6 COMUNICAZIONI
Il Ministero delle comunicazioni si avvale, per le tematiche dell’accessibilità, delle com-
petenze specialistiche della Fondazione Ugo Bordoni. Quest’ultima si dedica da tempo
allo specifico progetto “webxtutti”, articolato nei seguenti punti:
1. strumenti per l’accessibilità;
2. metodologie per la valutazione e la progettazione di siti accessibili;
3. supporto all’attività legislativa;
4. diffusione dei risultati.

STRUMENTI PER L’ACCESSIBILITÀ

Torquemada
Torquemada (www.webxtutti.it/testa.htm) è un software web based, disponibile gratuita-
mente, utile come supporto nella verifica dell’accessibilità. Poiché i tool presenti sul mer-
cato risultavano complicati e in lingua inglese, è nata spontanea l’idea di sviluppare un
prodotto italiano che permettesse anche ai meno esperti di avvicinarsi al problema.

Figura 1 - Avvio della valutazione di Torquemada

Torquemada compie una verifica sulle pagine di un sito, prendendo in considerazione le


caratteristiche che possono essere controllate in modo automatico. Alla fine fornisce un
report con un elenco d’errori e suggerimenti: l’aspetto innovativo è che, selezionando un
errore dalla lista, esso è evidenziato sia nella pagina sia nel codice html.
L’interesse suscitato da Torquemada è stato subito molto alto ed è andato crescendo con

28 l’entrata in vigore della legge sulla accessibilità. Attualmente Torquemada viene utilizzato
centinaia di volte al giorno. A dicembre 2003 è stata presentata la versione in lingua ingle-

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se di Torquemada che pochi giorni dopo è stato inserito all’interno della Accessibility
Toolbar16, uno strumento che raccoglie i più interessanti software di valutazione in mate-
ria di accessibilità a livello mondiale.
L’importanza di Torquemada va ben oltre la semplice valutazione di una pagina web,
visto che tiene traccia di tutte le pagine che gli vengono sottoposte. L’analisi dei file di
log permette di seguire in tempo reale l’evoluzione del fenomeno accessibilità in Italia
osservando cosa viene analizzato e quali sono gli errori più frequentemente commessi.

A-Forge
A-Forge (A Form Generator) è un generatore di form accessibili: permette all’amministra-
tore di un sito di generare dei moduli totalmente accessibili agli screen reader.
Lo scopo dell’applicazione è di creare dei moduli molto complessi, quali ad esempio i
questionari, da far poi compilare a qualsiasi utente.
Grazie alla sua interfaccia, A-Forge permette, anche ad una persona che non abbia cono-
scenze specifiche di accessibilità, di creare il modulo che desidera con il minimo sforzo.
L’applicazione si occupa di generare un file, con il codice necessario affinché il form sia
leggibile ed accessibile a tutti gli utenti.

SULTAn
SULTAn (Software based on User-Log Testing for Accessibility) è una piattaforma per il
tracciamento della navigazione dell’utente, che consente di effettuare test di valutazione
di siti web da remoto. Ciò significa che gli utenti, sia disabili che normodotati, hanno la
possibilità di partecipare ai test nell’ambiente a loro più familiare e nel momento a loro
più congeniale, utilizzando le proprie apparecchiature e la propria connessione alla rete.
La piattaforma SULTAn realizza “Structured User Test”, ovvero una valutazione dell’espe-
rienza legata all’interazione con l’utente su base sperimentale che combina l’osservazio-
ne del lavoro effettuato dai partecipanti al test con i loro feedback e consente di identi-
ficare i reali problemi che gli utenti si trovano ad affrontare nel corso della navigazione.

Lavagna accessibile
È stata realizzata un’applicazione denominata Lavagna accessibile (o Bacheca accessibile).
Lo scopo di tale applicativo è quello di permettere l’invio e la lettura di messaggi sul sito
web in cui l’applicativo è installato.
Un webmaster può usufruire dell’applicativo nei seguenti modi:
• permettere agli utenti di inviare commenti sul sito;
• inviare messaggi su eventi e news;
• in un’azienda, l’applicazione può essere usata per inviare comunicazioni ammini-
strative;
• si può usare la bacheca per discutere su vari temi, come se fosse un messenger
istantaneo.

L’utente può leggere i messaggi in vari modi:


• visualizzandoli sullo schermo del PC e scorrendo l’elenco dei messaggi col mouse;
16 www.nils.org.au/ais/web/resources/toolbar.html 29
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IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

• attraverso la tastiera, l’utente può scorrere l’elenco dei messaggi premendo il tasto
tab, oppure scegliendoli con numeri da 1 a 0. Ogni pressione di tasto implicherà
che lo screen reader legga il testo del messaggio per intero, snellendo così il lavo-
ro di reperimento;
• se l’amministratore lo permette, all’utente è concesso di inviare messaggi alla
bacheca. Il modulo per l’invio dei messaggi è molto semplice e totalmente accessi-
bile agli screen reader.

Campus e-learning accessibile


Così come il web deve essere una risorsa per tutti, allo stesso modo l’e-learning, che ne
rappresenta una sua recente applicazione, deve risultare accessibile senza alcuna forma
di discriminazione tecnologica o fisica: a chi faccia uso di browser non di ultima genera-
zione o particolari, come quelli testuali, a chi usi dispositivi alternativi, come i cellulari o
i palmari, a chi possegga hardware non aggiornato o poco potente e, soprattutto, a chi,
possedendo una qualche forma di disabilità, debba obbligatoriamente sfruttare apparec-
chiature o software assistivi per poter utilizzare il web.
Un corso di e-learning su web deve soddisfare tutte le regole di accessibilità proprie del
web unitamente a quelle pensate specificatamente per l’e-learning. Un corso, nella sua
accezione più generale, può essere pensato come una serie di contenuti presentati allo
studente attraverso un mezzo preferenziale scelto per la comunicazione. Nel caso dell’e-
learning lo strumento di comunicazione è la rete Internet e il supporto che più di fre-
quente viene usato in questo contesto è rappresentato dalle pagine html.
L’accessibilità di un sistema di e-learning comprende l’accessibilità della piattaforma e
degli strumenti utilizzati, e l’accessibilità del layout e dei corsi.
La Fondazione Bordoni ha realizzato un campus accessibile per corsi ECDL per non
vedenti, allo scopo di svolgere test che hanno permesso di produrre alcune linee guida
specifiche per l’e-learning.

30 Figura 2 - Pagina di login del Campus accessibile

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P R I N C I PA L I AT T I V I T À DELLE AMMINISTRAZIONI
PRESENTI NELLA COMMISSIONE

Figura 3 - Home page del corso di ECDL per non vedenti

METODOLOGIE PER LA VALUTAZIONE E LA PROGETTAZIONE DI SITI ACCESSIBILI

È stata sviluppata una metodologia basata su tre livelli, successivamente testata ed otti-
mizzata attraverso centinaia di casi concreti.

Figura 4 - La metodologia sviluppata dal sottoprogetto

Uno dei primi risultati ottenuti con questa metodologia è stato il “Censimento sull’acces-
sibilità dei siti della PA” consistente in un’analisi del livello di accessibilità dei siti pubbli-
ci. Dopo pochi anni, il censimento ha offerto una interessante chiave di lettura sulla evo-
luzione dei siti della PA italiana in termini di fruibilità.
Sono stati inoltre valutati i servizi on line offerti dalla PA e l’accessibilità a siti web trami-
te palmari. 31
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IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

Sulla base delle esperienze acquisite, è stata fornita attività di consulenza a diverse Pubbliche
Amministrazioni per verificare e migliorare l’accessibilità del loro sito, utilizzando la succita-
ta metodologia, nella quale ognuno dei tre livelli valuta un diverso aspetto dell’accessibilità.

Validazione semiautomatica
La validazione semiautomatica si basa sull’impiego di Torquemada. Utilizzando l’interfac-
cia di visualizzazione degli errori, e in particolare il report visuale, è possibile capire
immediatamente sia l’errore sia la sua importanza all’interno dell’economia della pagina,
mettendo in collegamento l’errore con il codice e con la struttura della pagina.

Figura 5 - Segnalazione di errore

La valutazione semiautomatica ha un’efficacia del 30% nel mettere in luce i problemi di


accessibilità di un sito web. È molto utile per identificare la non accessibilità di un sito,
individuando per esempio immagini senza descrizioni (attributo ALT), ma non è in grado
di accorgersi di altri inconvenienti ugualmente importanti.

Analisi dell’esperto
Questa metodologia di analisi consiste in una serie di verifiche delegate ad uno o più
esperti o verificatori. Il verificatore deve conoscere le tecnologie usate nello sviluppo di
pagine web per essere in grado di esaminare il codice della pagina e conoscere eventua-
li linguaggi usati per l’implementazione. La valutazione è basata su un protocollo specifi-
co, seguendo il quale il verificatore deve esaminare vari aspetti della pagina e fornire un
punteggio sulla sua qualità. Il punteggio è legato ad una griglia rigida per minimizzare le
differenze tra diversi verificatori.

32 Le verifiche erano originariamente ispirate ai lavori del WAI (www.w3c.org/WAI/) che


aveva emanato delle linee guida per la costruzione di siti accessibili. Partendo da queste

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P R I N C I PA L I AT T I V I T À DELLE AMMINISTRAZIONI
PRESENTI NELLA COMMISSIONE

linee guida, modificate dai risultati ottenuti con la metodologia di valutazione con gli
utenti disabili, era stato elaborato un protocollo di analisi, confluito poi, ed in gran parte
recepito, nella legge Stanca e nei suoi decreti attuativi.
Il protocollo consisteva in 29 verifiche differenti, distinte in soggettive ed oggettive. Nel
caso di valutazione oggettiva si deve verificare la presenza di un elemento strutturale o
di una funzionalità su un campione di pagine. La valutazione soggettiva riguarda caratte-
ristiche non strutturali e l’esperto deve valutare il modo in cui la specifica è implementa-
ta. Per esempio, verificare la presenza dell’attributo ALT in un’immagine è una valutazio-
ne oggettiva, valutare la sua significatività è una valutazione soggettiva.
Il protocollo di analisi deve essere progettato in modo da essere il più oggettivo possibi-
le. Ognuna di queste verifiche deve essere eseguita su delle pagine campione, successi-
vamente memorizzate in modo da rendere il test ripetibile. Le pagine rilevanti su cui effet-
tuare le verifiche sono: la home page, le pagine contenenti la mappa e l’indice, il moto-
re di ricerca, le news, la pagina che contiene la descrizione dell’istituzione/azienda, pagi-
ne dalla versione alternativa, una pagina di interazione con l’utente, dieci pagine su per-
corsi diversi e distanza variabile dalla home page.
La sola valutazione con euristiche, come la valutazione automatica, comporterebbe però
dei limiti, proprio perché basata strettamente sulle linee guida.
Gli esperti della Fondazione hanno evidenziato come il rispettare le linee guida esistenti
sia certamente uno sforzo apprezzabile, ma non sufficiente per ottenere una completa
accessibilità del web. Questa sarà sempre piuttosto scarsa finché le esigenze degli utenti
disabili non saranno comprese e considerate sin dal momento della progettazione dei siti.

Analisi con utenti disabili


Per identificare ulteriori e importanti problemi di accessibilità che vanno oltre quelli consi-
derati nelle linee guida si rende necessaria la messa a punto di una metodologia di valuta-
zione con test strutturati che coinvolgono utenti reali, ai quali viene richiesto di svolgere
compiti simili a quelli che svolgerebbero usando Internet per il lavoro o il tempo libero.
Questi test rivestono una particolare importanza nella valutazione dell’accessibilità per-
ché coinvolgono i veri destinatari del sito, ovvero gli utenti disabili, e permettono di com-
prendere le problematiche effettive di navigazione e fruizione delle informazioni da parte
di utenti disabili.
La metodologia consiste nell’assegnare dei compiti ad utenti disabili, e quindi valutare le
difficoltà incontrate nel portarli a termine. I compiti assegnati sono vari e dipendono dalla
disabilità specifica. Alcuni elementi tipici sono l’analisi della comprensibilità della home
page, la verifica delle raggiungibilità delle pagine, una valutazione “pratica” dell’accessi-
bilità delle pagine, la capacità dell’utente di orientarsi nel sito, la ricerca d’informazioni
tramite navigazione e tramite motore di ricerca, l’utilizzazione di un servizio.
Queste raccomandazioni sul coinvolgimento dei veri utenti disabili, così come il distin-
guo tra valutazione oggettiva e soggettiva dell’accessibilità, sono tutti elementi di racco-
mandazione ripresi, e poi spesso superati, nella normativa italiana sul tema.

SUPPORTO ALL’ATTIVITÀ LEGISLATIVA

L’attività della Fondazione si è concretizzata prima con la stesura di contributi per la legge
Stanca e poi con la partecipazione ai lavori della Commissione interministeriale per la defini-
zione del Regolamento d’attuazione e dei Decreti collegati all’implementazione di tale legge. 33
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IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

DIFFUSIONE DEI RISULTATI

Il primo strumento messo a punto per la diffusione dei risultati del progetto è stato il sito
Internet www.webxtutti.it, che contiene i risultati degli studi condotti, le registrazioni
audio e le presentazioni dei convegni organizzati, alcune rubriche su temi specifici del-
l’accessibiltà, e il collegamento (link) al validatore Torquemada, oltre a una ampia scelta
di link a siti nazionali e internazionali sull’argomento.
Durante i tre anni di attività sono stati organizzati diversi convegni sull’accessibilità del
web, ospitati prevalentemente presso l’Aula Magna del Ministero delle comunicazioni.
La Fondazione Bordoni e il Ministero delle comunicazioni hanno inoltre partecipato come
relatori ad un gran numero di convegni nazionali e internazionali, curando anche diver-
se pubblicazioni sull’argomento.

Figura 6 - Parte della Home page del sito webxtutti

Da evidenziare che nello stesso periodo un alto numero di tesisti, tirocinanti e stagisti
(Ingegneria informatica di Roma 3 e Scienze della Comunicazione della Sapienza) hanno
svolto la loro attività sui temi del progetto.

34
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
4. Altri interventi da segnalare

4.1 INPS
L’Inps ha iniziato a studiare le problematiche affrontate dai cittadini disabili per accede-
re ai servizi offerti dall’Istituto fin dal primo avvento della rete Internet.
Per meglio raggiungere l’obiettivo di separare i contenitori dai contenuti, ovvero l’inte-
laiatura di programmazione dai dati consultati e dalla loro presentazione all’esterno, e
quindi poter presentare le medesime informazioni nella forma più gradita all’utente, l’Inps
ha avviato da tempo l’esame delle possibili soluzioni con i propri specialisti ICT. Questi
ritennero subito interessanti le grandi potenzialità di alcune tecniche informatiche, tra cui
l’XML ed i fogli di trasformazione XSLT.
Per approfondire e testare tali nuove tecnologie è stata realizzata una intera applicazione
web, che prevede lo smistamento della posta elettronica alle varie sedi periferiche da
parte di personale disabile. I risultati hanno confermato in pieno le aspettative, dimostran-
do che si possono ottenere delle pagine personalizzate per singole disabilità.
Il lavoro sull’accessibilità è proseguito in parallelo con la realizzazione del nuovo sito
Internet dell’Istituto conforme alle direttive della legge n. 4 del 2004.
A seguito dell’esperienza accumulata nella fornitura di servizi accessibili, è stato possibi-
le poi affrontare un problema inizialmente ritenuto non prioritario: come far accedere ai
servizi quanti non erano in grado di utilizzare un computer. Ostacolo non indifferente
soprattutto laddove, per far questo, sono necessarie sofisticate tecnologie assistive.
Una parte significativa dell’utenza Inps appartiene, come è noto, alle fasce più deboli
della popolazione. Persone disabili, specialmente se ultra sessantacinquenni, difficilmen-
te avranno modo di acquisire le competenze tecniche e i mezzi strumentali per usufrui-
re di questa nuova generazione di servizi. Non si vuole correre il rischio che l’informati-
ca si trasformi da ausilio in ostacolo.
In questa ottica, l’Istituto ritiene opportuno che le informazioni non solo siano accessibi-
li, ma che siano anche veicolate attraverso più canali, tutti accessibili, cosa che le nuove
tecnologie consentono di realizzare.
A titolo esemplificativo, questa impegnativa strategia, che all’interno dell’Inps è stata defi-
nita “La nuova accessibilità”, conta su diverse applicazioni, alcune già realizzate:
• navigazione tramite comandi vocali su siti Internet: sono stati resi navigabili, trami-
te il telefono, i siti dell’Inps, della Regione Lazio, del Comune di Roma;
• web service che trasformano i documenti elettronici in file audio, consultabili tra-
mite qualunque lettore di CD; 35
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IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

• progettazione di una complessa struttura di operatori tecnici che possano essere di


supporto ai dipendenti disabili informaticamente non alfabetizzati, per la realizza-
zione di file audio relativi, ad esempio, ai dati del cedolino dello stipendio o del
prospetto delle presenze, ascoltabili da un lettore di CD;
• sistema di vocalizzazione dei servizi individuali disponibili oggi solo attraverso il
sito Internet, come ad esempio Estratto contributivo, CUD, ecc.

Per risolvere i problemi che non trovano risposta nei soli servizi on line, ma che richie-
dono un accesso diretto alle strutture dell’Istituto, è stato progettato un sistema sinergico
che mette in comunicazione il cittadino che ha difficoltà di movimento con gli uffici
dell’Inps tramite le Associazioni di categoria. Il cittadino potrà così interagire con un fun-
zionario dell’Istituto senza doversi recare fisicamente presso gli uffici. Gli impiegati che
svolgeranno tale attività di consulenza potranno a loro volta essere persone disabili, in
quanto tutte le procedure informatiche che intervengono nel processo sono accessibili in
base alle norme stabilite dalla legge Stanca. È da notare che, laddove anche questo tipo
di contatto non fosse sufficiente per la soluzione del problema, l’Istituto prevede un ser-
vizio a domicilio per i cittadini che, per comprovati motivi di salute, siano impossibilita-
ti a recarsi presso gli sportelli Inps.

4.2 INAIL
LA RIABILITAZIONE ED IL REINSERIMENTO ATTRAVERSO L’INFORMATICA

Gli ausili informatici


Lo sviluppo delle nuove tecnologie, mentre offre nuove soluzioni per complesse problema-
tiche, genera talvolta nuovi problemi per gli utenti disabili e per il mondo degli anziani.
In questi casi il mancato accesso alle tecnologie innovative non consentirebbe a tutti i citta-
dini di godere degli stessi diritti ed aumenterebbe, quindi, il senso di isolamento sociale.
Per le anzidette considerazioni ed in relazione all’evoluzione del concetto di ausilio come
strumento per l’autonomia personale, l’Istituto ha voluto trasmettere un ulteriore segnale
di apertura verso le problematiche che riguardano le persone più svantaggiate, incremen-
tando la diffusione fra gli assistiti di ausili informatici, dove con tale termine si intendo-
no sostanzialmente i Personal Computers, le periferiche ad essi collegate (stampanti,
scanner,….) ed il software necessario per il loro funzionamento e caratterizzazione.
L’Inail eroga prestazioni di assistenza protesica sulla base di una previsione ministeriale
(Decreto Ministero sanità n. 332 del 27 maggio 1999), secondo modalità ed indicazioni
stabilite al proprio interno con specifico Regolamento (delibera del Consiglio di
Amministrazione n. 295 del 1° giugno 2000 - circolare n. 54 del 18 luglio 2000), ed è quin-
di impegnato da alcuni anni, anche tramite il Centro Protesi di Vigorso di Budrio, in una
importantissima opera di assistenza agli invalidi del lavoro che si realizza anche attraver-
so la fornitura di ausili informatici, nella consapevolezza che lo strumento informatico
rende più agevole il graduale recupero psicologico e produttivo del soggetto ed offre
all’interessato più ampie opportunità di reinserimento nel mondo del lavoro.
La proposta di fornitura degli anzidetti ausili informatici, soprattutto Personal Computer,
36 così come l’individuazione del disabile del lavoro destinatario della predetta fornitura,

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
ALTRI INTERVENTI DA SEGNALARE

scaturisce da una valutazione compiuta da specifiche professionalità riunite in gruppi di


lavoro (le cosiddette équipes multidisciplinari), che collaborano per l’attuazione di un
progetto riabilitativo individualizzato.
L’intervento del Centro Protesi è richiesto perché nella maggior parte dei casi sulla forni-
tura informatica devono essere apportati taluni adattamenti ovvero inseriti applicativi
aggiuntivi necessari in ragione della tipologia di disabilità cui è affetto il destinatario del
prodotto informatico, che altrimenti non potrebbe utilizzarlo.
La diffusione della fornitura dei Personal Computer, corredati degli ausili occorrenti per
compensare lo specifico handicap di cui l’invalido è portatore, interessa l’intero territorio
nazionale, con numeri più consistenti, ovviamente, nelle Regioni più estese e popolose.

Ulteriori sviluppi futuri: la formazione a distanza


L’Istituto, a supporto della fornitura di ausili informatici, può concedere anche interventi
di tipo formativo.
La possibilità di usufruire di percorsi formativi a distanza, calibrati in base alle conoscen-
ze possedute ed alle esigenze di ciascun disabile, svolti gratuitamente e con l’assistenza
continua di un tutor, rappresenta un’opportunità in più offerta dall’Istituto al disabile del
lavoro per uscire dall’isolamento e facilitare il suo reinserimento sociale e lavorativo.
A tal proposito è stato realizzato, in sinergia con la Cooperativa “Anastasis”, un progetto
sperimentale, denominato “Imparo ad usare il computer”, con il quale è stata offerta agli
invalidi del lavoro, destinatari di un Personal Computer provvisto degli ausili occorrenti
alle loro specifiche menomazioni (motorie, visive, uditive, ecc.), la possibilità di fruire di
un servizio di formazione a distanza, attraverso il quale, con l’assistenza guidata di un
tutor, conoscere l’ambiente Windows, navigare in Internet e gestire la posta elettronica.
Conclusosi il predetto progetto, è stata ravvisata nel corrente anno l’esigenza di riprende-
re l’iniziativa per consentire sia ai disabili che hanno già seguito il suddetto percorso di
alfabetizzazione informatica, sia a quelli che lo vorranno iniziare, di arricchire le loro
conoscenze, completando la loro preparazione in modo da poter affrontare gli esami per
il conseguimento della Patente europea ECDL (European Computer Driving License).
L’iniziativa, progettata nel 2005 dalla Direzione centrale riabilitazione e protesi dell’Inail
e che sarà avviata pertanto dal prossimo anno, a differenza della precedente, non si limi-
ta all’acquisizione di un servizio di tutoraggio, ma si articola su tre direttrici:
• realizzazione di specifici moduli didattici (definiti unità didattiche multimediali) da
progettare e realizzare in WBT - Web Based Training - secondo le indicazioni
dell’Inail, necessarie all’alfabetizzazione informatica ed alla preparazione all’esame
per il conseguimento della patente informatica europea - ECDL;
• disponibilità di un ambiente dedicato su piattaforma LMS (Learning Management
System) per un periodo pari a 36 mesi;
• servizi di tutoraggio, monitoraggio ed help desk per un uguale periodo (36 mesi).

Progetti formativi di riqualificazione professionale (art.24 D.Lgs 38/2000)


L’attuazione del Decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, ha aperto all’Inail nuovi spazi
di azione che completano il proprio ruolo quale soggetto attivo del welfare italiano, met-
tendo in moto una serie di azioni positive diversificate (sanitarie, riabilitative, sociali e di 37
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

riqualificazione professionale), tutte mirate a sostenere ed affiancare il lavoratore infortu-


nato sino al suo reintegro nel contesto sociale e lavorativo.
In particolare l’art. 24, comma 1, ha previsto la promozione ed il finanziamento di pro-
getti formativi di riqualificazione professionale degli invalidi del lavoro, ai fini di facilitar-
ne il successivo reingresso nel mondo produttivo.
La concreta attuazione della norma, curata dalle Unità territoriali dell’Istituto ed indirizza-
ta prevalentemente verso il settore informatico (corsi di alfabetizzazione informatica, per
operatori di Office Automation, per la patente europea di computer, di informatica avan-
zata, di disegno meccanico Autocad, di progettista e disegnatore CAD/CAM), è prosegui-
ta anche nel 2005.
Riepilogo generale dei progetti di riqualificazione professionale attraverso le nuove tec-
nologie nel periodo di riferimento 1 ottobre 2004 – 30 novembre 2005:
• totale progetti: 41;
• totale disabili coinvolti: 108.

Iniziative in favore dei dipendenti disabili


L’Istituto ha da tempo attivato strumenti tecnologici finalizzati alla utilizzazione da parte
dei propri dipendenti disabili (“voice mail”, mappe tattili, orologi marcatempo accessibi-
li, ossia terminali di rilevazione delle presenze dotati di dispositivi per l’utilizzo autono-
mo da parte del personale non vedente od ipovedente, ecc.).
In aggiunta alle iniziative anzidette, aventi caratteristiche precipuamente tecnologiche, nel
corso del corrente anno, al fine di realizzare una migliore integrazione dei colleghi diver-
samente abili, si è lavorato soprattutto sulla componente risorse umane.
Infatti, sono stati svolti, in particolare nei riguardi dei dirigenti dell’Istituto, due interventi for-
mativi finalizzati a sensibilizzarli, anche in riferimento al loro ruolo di gestori delle risorse
umane, sulle potenzialità delle persone disabili da essi dipendenti e sulle problematiche che
questi ultimi possono incontrare nel corso dell’utilizzo quotidiano delle nuove tecnologie.
Il primo - denominato Simulando - ha avuto un carattere “sperimentale”, essendo stato desti-
nato a soli trenta dirigenti operanti sull’intero territorio nazionale, mentre il secondo è con-
sistito in un Focus group, ossia interviste di gruppo, effettuate sulla base di una scaletta di
temi occorrenti a mettere a fuoco l’argomento, in questo caso la disabilità in azienda.

IL SISTEMA SUPERABILE
A cinque anni dall’avvio del progetto, SuperAbile (Contact center totalmente accessibile,
numero verde 800 810 810 e portale www.superabile.it) mantiene il proprio ruolo inno-
vativo/propositivo perché opera in una logica di “rete” con i soggetti che comunque si
occupano di disabilità (associazioni, istituzioni, ecc.) e concretizza un’esperienza positi-
va, unica nel panorama delle PA, di sinergia pubblico/privato nell’erogazione di servizi.
La formula vincente è dovuta all’autonomia organizzativa e gestionale, elementi indispen-
sabili per mantenere il consenso e l’apprezzamento di tutti coloro che esprimono diretta-
mente esperienze e valori del mondo della disabilità, pur mantenendo in ambito Inail il
coordinamento strategico.
In questo scenario, la elevata specificità dei temi della disabilità trattati da SuperAbile ha
38 offerto l’opportunità di erogare il servizio attraverso professionalità fornite direttamente

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
ALTRI INTERVENTI DA SEGNALARE

dal mondo dell’handicap, in grado di fornire agli utenti informazioni e consulenze deri-
vanti da esperienze dirette (secondo i principi del “peer counseling” e del “peer sup-
port”). In pari tempo vengono concretizzate occasioni di reinserimento lavorativo di per-
sone svantaggiate. Infatti, in proposito, va precisato che l’attuale servizio di call center
occupa esperti ed operatori provenienti dal mondo della disabilità in misura superiore al
50% della forza lavoro impiegata.
Dal monitoraggio dell’andamento del Contact center SuperAbile è emersa, nel tempo, la pre-
ferenza da parte degli utenti per l’utilizzo del portale e della posta elettronica con conseguen-
te contrazione del numero dei contatti telefonici. Ciò in quanto, alle notizie giornalistiche
tematiche, il portale ha affiancato gradualmente una serie di applicazioni (Domande frequen-
ti, rubrica “L’esperto risponde”, Banche dati, ecc.) che mettono a disposizione di una platea
allargata informazioni specialistiche che danno risposta a quesiti individuali, ricorrenti.
Tutto questo è peraltro in linea sia con l’evoluzione della Pubblica Amministrazione in
tema di servizi accessibili on line, per gli utenti in generale e per le persone disabili in
particolare, sia con gli indirizzi politico - strategici dell’Inail in merito alla fornitura di ausi-
li informatici ai disabili da lavoro.

Dati gestionali Contact center nel periodo di riferimento 01 novembre 2004 – 31 ottobre 2005:
• contatti n. 493.908 (quesiti ed ascolto notiziario del Call center ed accessi al portale).

4.3 ABI – ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA


L’Associazione Bancaria Italiana fin dal 2004 ha promosso il progetto “Superamento delle
barriere architettoniche e tecnologiche per i disabili”, con l’obiettivo di elaborare e imple-
mentare raccomandazioni e linee guida per la progettazione e l’allestimento sia degli
spazi aperti al pubblico sia degli spazi utilizzati dai dipendenti delle banche; in questo
contesto si è adoperata per lo sviluppo di tecnologie di sostegno alla libera fruizione del
servizio bancario da parte dei clienti diversamente abili.
Le banche partecipanti al progetto hanno espresso unanime parere sull’opportunità di defi-
nire un codice di autoregolamentazione, condiviso con le Associazioni di rappresentanza dei
disabili, che garantisca una corretta attuazione degli interventi che si profilano all’orizzonte.
Il progetto si inserisce nell’ambito di un impegno che ha già visto l’ABI collaborare con diver-
se Associazioni e realizzare importanti iniziative in materia di accessibilità.
Già nel 2003, “Anno europeo delle persone con disabilità”, l’ABI, in collaborazione con
primarie associazioni (Unione Italiana dei Ciechi e ASPHI - Associazione Sviluppo
Progetti Informatici per gli Handicappati), ha avviato un gruppo di lavoro per rendere i
servizi bancari on line accessibili ai disabili. Il tavolo di lavoro, che si è avvalso anche del
contributo della “Commissione interministeriale permanente per l’impiego delle ICT a
favore delle categorie deboli o svantaggiate”, ha elaborato e diffuso le “Linee guida per
l’accessibilità dei servizi di home banking”, rivolte a tutte le banche che desiderino miglio-
rare l’accessibilità della propria offerta on line. È attualmente in corso una rilevazione per
conoscere quante banche, a seguito dell’emanazione delle suddette linee guida, hanno
reso accessibili i propri servizi on line. Su questa stessa strada, nel 2004 Co.Ge.Ban., il
Comitato di Gestione per il marchio Bancomat promosso dall’ABI, ha emanato un docu-
mento di “Standard per ampliare l’accessibilità agli sportelli ATM – Bancomat”. 39
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

Le esperienze compiute hanno sottolineato l’importanza di istituire, fin dalle prime fasi
del progetto, il compiuto coinvolgimento e confronto con le Associazioni dei disabili e di
cittadinanza attiva, allo scopo di dotare il servizio di un livello di fruibilità elevato e non
limitato alla semplice correttezza formale.
Sono stati firmati anche dei protocolli d’intesa nei quali, tra i punti rilevanti, figura la volon-
tà di “incentivare la nascita di nuovi spazi e servizi accessibili e fruibili da tutti e impedire il
sorgere e la diffusione di nuove barriere”. Saranno anche promossi e realizzati studi e ricer-
che con lo scopo di contribuire all’affinamento delle soluzioni tecniche e della normativa esi-
stente in materia. È infine prevista l’organizzazione di giornate di eventi e raccolta fondi con
il coinvolgimento diretto di Istituzioni, cittadini, forze sociali e produttive.
Su tutti questi fronti, l’ABI supporta costantemente le banche associate con attività di consu-
lenza e assistenza. È in fase di valutazione l’opportunità di progettare dei moduli formativi
destinati al personale bancario sul tema dell’accessibilità dei servizi web della banca.

4.4 ASPHI
L’ASPHI ha modificato la sua natura sociale in Fondazione senza fini di lucro, sostenuta
da Enti ed Aziende di primaria importanza. Attualmente si configura come una ONLUS
(Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) derivata dalla Associazione ASPHI nata
nel 1980. Ha continuato ad operare per il conseguimento dell’autonomia personale dei
disabili e per il loro inserimento nella scuola, nel lavoro e nella società, attraverso l’im-
piego delle tecnologie avanzate, in particolare informatica e telematica.
Insieme ai suoi partner, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Istituto dei Ciechi F. Cavazza,
Cooperativa Anastasis, ASPHI ha organizzato e promosso attività di formazione professio-
nale per giovani non vedenti, non udenti o disabili motori, al fine di qualificarli come
programmatori di computer, addetti a procedure automatizzate d’ufficio, esperti in edito-
ria da tavolo, specialisti di disegno automatico e, in generale, utenti di tecnologia ICT. Ad
oggi ha preparato nelle sue scuole più di 1000 persone, che operano con qualità e sod-
disfazione in centinaia di aziende.
Tra i più recenti progetti di inserimento lavorativo si segnalano “Impiego Point” che si
basa su una rete di collaborazione tra gli operatori della mediazione dei Centri per
l’Impiego delle Regioni del Sud, ed il progetto di accompagnamento al lavoro per perso-
ne sorde, sviluppato con la Provincia di Bologna.
In collaborazione con Università, Centri di ricerca, Unità specialistiche della organizzazio-
ne sanitaria, ASPHI ha sviluppato diversi prodotti software di alta qualità tecnica e scien-
tifica, volti a facilitare l’apprendimento, l’autonomia personale e la riabilitazione delle per-
sone con disabilità. Questi prodotti sono impiegati in progetti mirati in molte scuole e in
strutture di accoglienza.
In termini numerici si stima che, nel corso dei 25 anni di attività, ASPHI abbia erogato
servizi a circa 40.000 persone e informazioni ad oltre 370.000 individui.
La varietà dei settori di intervento, la quantità di progetti svolti con professionalità ed effica-
cia in Italia ed in Europa (Mosca, Varsavia, Atene…), hanno contribuito alla diffusione e
all’adozione delle metodologie e delle esperienze messe a punto dai suoi specialisti.
Tra le attività di punta dell’ASPHI figura ancora la formazione. Come all’origine, nel 1979,

40 fu tenuto il primo corso di programmazione per persone non vedenti, finalizzato all’inse-
rimento in azienda, così oggi altri corsi mirano a preparare le persone disabili al conse-

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
ALTRI INTERVENTI DA SEGNALARE

guimento della patente ECDL, divenuta ormai un prerequisito per molti concorsi pubbli-
ci e titolo preferenziale per ogni tipo di assunzione. In parallelo l’ASPHI si è preoccupa-
ta di adeguare il materiale didattico alle esigenze delle diverse categorie di disabili.
In questo ambito si segnala un’iniziativa di formazione, rivolta a persone con deficit udi-
tivo, promossa insieme alla Fondazione Gualandi di Bologna ed alla Fondazione Adecco,
il cui obiettivo consiste nel far conseguire la patente ECDL a persone sorde e nel verifi-
care la qualità di specifici prodotti formativi.
Molto interessante l’esempio di “Aula didattica” realizzato dall’ASPHI presso il proprio
laboratorio di Bologna, nel quale una rete di PC personalizzati sulle esigenze del singo-
lo alunno, interagisce con una lavagna informatica guidata dal docente. Le lezioni risul-
tano molto più coinvolgenti ed efficaci, in quanto sfruttano a pieno le potenzialità multi-
mediali, sono automaticamente memorizzabili per una successiva rilettura con eventuali
approfondimenti e soprattutto consentono la reale integrazione dell’allievo disabile in una
classe di normodotati. Si tratta di un classico esempio di applicazione nata per pochi (gli
scolari disabili) e rivelatasi utile per tutti (l’intera scolaresca).
Uno dei programmi di maggiore successo dell’ASPHI si intitola “Linee guida per l’integra-
zione del disabile in azienda, da obbligo a risorsa”. Prendendo spunto dal fatto che i dato-
ri di lavoro erano spesso indotti, dalla vecchia legge 482/68, a vedere le persone disabi-
li come un obbligo, la sfida che oggi ASPHI propone ai dirigenti è quella di rendere
anche questi loro collaboratori una componente produttiva all’interno delle aziende.
Inoltre, nell’ambito della propria attività, gli enti che offrono servizi o le aziende che
offrono prodotti vengono invitati a porsi il problema dell’utenza disabile. Con questo pro-
gramma ASPHI persegue due obiettivi.
Il primo è di valorizzare meglio queste risorse riqualificandole ad attività che, grazie alle
ICT, possono svolgere in maniera efficiente; il secondo è di operare affinché il prodotto
aziendale, anche se rappresentato da un servizio, sia pensato, sin dall’origine, anche per
le persone disabili. Ad esempio, una lavastoviglie che abbia i tasti a rilievo o in Braille
sarà usata più facilmente da persone non vedenti.
Si tenga presente che il 15% della popolazione italiana è stimato direttamente o indiret-
tamente interessato alla disabilità: amici, conoscenti, familiari, diventano un interessante
veicolo promozionale. Se al mondo dei disabili si affianca quello degli anziani, che con
l’aumentare degli anni vedono ridotte le loro abilità e hanno problemi del tutto simili a
quelli dei disabili, l’effetto promozionale sul bacino di utenza, aumenta ancora.
L’ASPHI, ritenendo opportuno promuovere una cultura sociale anche attraverso logiche
economico-aziendali, riferite cioè ad obiettivi di business e di convenienza, ha incorag-
giato a questo fine la costituzione di un gruppo di una trentina di aziende che si incon-
trano periodicamente per uno scambio di idee e di esperienze sui temi prima indicati.
Con riferimento all’accessibilità informatica, in parallelo ad una costante opera di sensi-
bilizzazione, l’ASPHI ha affrontato i vari aspetti operativi del problema, ponendo partico-
lare attenzione alle attività di formazione e di valutazione di accessibilità dei siti web.
Le prime consistono in interventi mirati a fornire conoscenze tecniche sullo sviluppo dei
siti nella rete Internet e sulle problematiche dell’accessibilità.
Le seconde vengono effettuate attraverso una verifica di tipo tecnico ed una verifica di tipo sog-
gettivo, avendo ben chiaro che l’accessibilità è un traguardo che va non solo conquistato, ma
anche mantenuto nel tempo. Infatti, data la dinamica propria dei siti web, il livello di accessi-
bilità deve essere tenuto sotto controllo attraverso revisioni periodiche. La verifica di accessibi-
lità non deve essere quindi un evento episodico ma parte di un processo aziendale. 41
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IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

Le attività di promozione per una cultura dell’inclusione sono state condotte dall’ASPHI
con notevole efficacia anche grazie al rapporto di fiducia e di collaborazione sviluppato
con i propri soci sostenitori, rappresentanti una cinquantina di organizzazioni di grande
prestigio, che hanno spesso voluto sperimentare per primi al proprio interno i più moder-
ni programmi e principi di non discriminazione.
Nell’ottica di “diffusione del sapere” l’ASPHI ha ideato e lanciato degli eventi che sono
divenuti punto di riferimento e modello per iniziative analoghe. Tra tutti primeggia
Handimatica, la Mostra-convegno nazionale per l’integrazione del disabile, che è la prin-
cipale manifestazione del genere in Italia. ASPHI partecipa inoltre al Bardi Web Award17,
per il quale cura la selezione dei siti e la scelta dei vincitori per il premio sull’accessibi-
lità. Altrettanto successo ha riscosso il Premio PA Aperta lanciato nel 2002 insieme al
CNIPA e a Forum PA e giunto attualmente alla sua terza edizione.

4.5 FEDERCOMIN
Federcomin ha partecipato all’audizione del 27 febbraio 2004 presso la “Commissione inter-
ministeriale permanente per l’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunica-
zione a favore delle categorie deboli o svantaggiate” e successivamente ha partecipato ai
lavori per la definizione delle regole tecniche previste dalla legge n. 4 del 2004, insieme alle
Associazioni di categoria Anasin, Aitech ed Assinform (oggi riunite nella nuova realtà Aitech-
Assinform). Alle attività della Segreteria Tecnico-Scientifica, appositamente istituita all’interno
della Commissione interministeriale, hanno partecipato, attraverso i loro rappresentanti ed
esperti tecnici, numerose imprese delle suddette Associazioni.
Ciò ha consentito di pervenire alla definizione di regole tecniche da una parte compati-
bili con le esigenze dei disabili, e dall’altra coerenti con le conoscenze e le soluzioni tec-
nologiche disponibili sul mercato.
La Federazione, le Associazioni e le imprese aderenti sono particolarmente sensibili alle
problematiche dei disabili e delle categorie svantaggiate, non solo perché i progressi della
tecnologia mettono a loro disposizione strumenti idonei a soddisfare le esigenze da essi
manifestate, ma anche perché sono impegnate concretamente a sviluppare iniziative e
politiche per la Corporate Social Responsability.
Tale atteggiamento, espresso con particolare efficacia dalle imprese maggiori, trova una
sua concretizzazione anche per quelle di minori dimensioni attraverso il ruolo svolto dalle
Associazioni e dalla Federazione.
Da sottolineare come per i temi in parola risulti molto efficace la “formula” pubblico-pri-
vato, che ha permesso di portare avanti i lavori con notevole e reciproca soddisfazione.
Le caratteristiche specifiche delle tecnologie interessate rappresentano infatti un’opportu-
nità che va colta dall’Amministrazione pubblica per offrire alla collettività i benefici che,
attraverso l’innovazione, possono essere messi a disposizione di tutti i cittadini, anche se
non totalmente abili; e sono un’occasione per le imprese che possono, in tal modo, dare
ulteriore valore aggiunto alla loro immagine e al loro giro d’affari.
La collaborazione così realizzata offrirà peraltro ulteriori vantaggi, consentendo per il
futuro di individuare soluzioni evolutive ai problemi della collettività.

42 17 Il Bardi Web Award, che è stato istituito dal Comune di Bardi (Parma) nel 2000, premia annualmente i migliori siti web,
con una ventina di riconoscimenti distinti per categoria.

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ALTRI INTERVENTI DA SEGNALARE

4.6 UIC - UNIONE ITALIANA DEI CIECHI


L’Unione Italiana dei Ciechi Onlus, direttamente ed attraverso l’Istituto per la Ricerca, la
Formazione e la Riabilitazione (I.Ri.Fo.R. Onlus), è particolarmente attenta alle problema-
tiche dell’ accessibilità informatica.
In primo luogo l’Unione ha costituito una propria Commissione per l’Osservazione dei
Siti Internet (OSI), che ha monitorato l’accessibilità dei siti, con particolare riguardo a
quelli delle Amministrazioni pubbliche e dei titolari di servizi di pubblico interesse.
A seguito della attività della Commissione OSI molti siti, precedentemente in tutto o in
parte inaccessibili, sono stati resi accessibili, anche per la consulenza che la Commissione
ha fornito a titolo gratuito.
In particolare va ricordato il supporto che la Commissione ha dato all’ABI – Associazione
Bancaria Italiana – per la formulazione delle “Linee guida per l’accessibilità ai servizi bancari
on line”.
Dal canto suo l’I.Ri.Fo.R. ha realizzato vari corsi on line sulle problematiche dell’accessi-
bilità, cui hanno partecipato molti responsabili dei servizi web di enti pubblici.
L’I.Ri.Fo.R. ha anche istituito un albo di esperti di accessibilità.
L’Unione Italiana dei Ciechi ha perciò sostenuto in ogni sede, ed in primo luogo nelle audi-
zioni parlamentari, le iniziative del Ministro per l’innovazione e le tecnologie, Lucio Stanca,
dirette a rendere obbligatorio il requisito dell’accessibilità per gli strumenti ed i servizi infor-
matici delle pubbliche amministrazioni, con particolare riguardo ai siti Internet.
L’Unione, e l’I.Ri.Fo.R., hanno partecipato con propri esperti all’attività della Commissione
interministeriale, presieduta dal prof. Pierluigi Ridolfi, chiamata a definire gli aspetti tecnici
necessari per una concreta applicazione della legge 9 gennaio 2004 n. 4 (cosiddetta legge
Stanca).
L’I.Ri.Fo.R., che tra l’altro è membro del W3C, partecipa inoltre, con propri esperti, al
Comitato Permanente che si interessa dell’European Computing Driving Licence (ECDL)
a favore dei disabili, soprattutto per mettere a punto una procedura automatica accessi-
bile del relativo esame.
Ancora l’I.Ri.Fo.R. ha costituito un proprio gruppo di studio per l’accessibilità dei sistemi
di firma digitale che ha fornito ai certificatori (in particolare Infocamere) il supporto tec-
nico necessario.
Tra le numerose iniziative di informazione va ricordato il Convegno nazionale, organiz-
zato dall’I.Ri.Fo.R. e dall’Università “La Sapienza”, su “Nuove tecnologie, handicap visivo
e pluriminorazione. Accesso alle informazioni, ricerca e strumenti per la didattica.
Esperienze e modelli di intervento”. Il Convegno ha visto la partecipazione istituzionale
di esperti del CNIPA, del Cnr, dell’Inps, del Centro Informatico per la Sperimentazione
degli Ausili Didattici (CISAD).

4.7 SOGEI - SOCIETÀ GENERALE D’INFORMATICA


La Società Generale di Informatica (SOGEI), azienda interamente controllata dal Ministero delle
finanze, ha promosso un’interessante iniziativa per avvicinare i bambini disabili all’informatica.
Nell’ambito della mostra “bit@byte” organizzata dalla stessa SOGEI presso l’Accademia dei
Lincei dal 24 ottobre al 19 novembre 2005 per ricordare le tappe del calcolo automatico in 43
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IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

Italia, è stato presentato un piano didattico rivolto alle scuole primarie di Roma e Provincia,
che ha compreso l’organizzazione di visite guidate e la distribuzione di un libro-gioco. Il libro-
gioco, disponibile sul sito Internet della Sogei, illustra “che cosa è un computer, come ragio-
na, memorizza i dati e comunica”. Esso intende, tra l’altro, sensibilizzare le nuove generazio-
ni sulle potenzialità offerte dalle tecnologie informatiche, che facendo coesistere sul PC il tri-
nomio testo-voce-immagine, contribuiscono a migliorare la qualità della vita anche dei bambi-
ni disabili. È riportata infatti sul libro la seguente lettera, idealmente scritta da un computer:

“Cara bambina e caro bambino,


sono il tuo computer e se vuoi posso parlarti. La mia voce non è bella come quella di
mamma e papà, o di una tua persona cara, ma anch’io posso raccontarti una fiaba.
Posso leggerti ad alta voce quello che passa sul mio schermo o quello che c’è dentro un CD,
ed è quasi come vederlo.
Se occorre posso ingrandire le parole per fartele vedere meglio. Altrimenti puoi “vedere” sul
mio schermo il testo delle “voci” ed è quasi come sentirle.
Posso adattarmi ai tuoi desideri o alle tue esigenze: posso ricevere i tuoi messaggi se me li batti
sulla tastiera, o se me li dici a voce, o se mi “mostri” un tuo disegno, o mi fai qualche cenno,
anche solo con l’occhiolino. Se ne hai bisogno è possibile cambiare la mia tastiera con una
che ha i tasti più grandi e maneggevoli oppure puoi usare un mouse diverso.
Per aiutarti ad imparare a leggere posso fare dei giochi. Ad esempio, posso mostrarti delle
parole che si assomigliano, come mamma e panna, e chiederti le differenze e le somiglian-
ze. La risposta? Tutte e due le parole sono di cinque lettere, si pronunciano in modo simi-
le, hanno di diverso la m, la p e la n, ma entrambe significano una cosa dolce.
E so anche superare eventuali difficoltà per comunicare, giocare, studiare con te: infatti, non
solo so mostrarti sullo schermo le parole scritte, ma anche dei disegni; se preferisci, mentre
leggo posso farti ascoltare le canzoncine che ti piacciono (ma metti la cuffia per non sveglia-
re il gatto che dorme sempre!) o, se vuoi, te le posso scrivere su un foglio di carta, o registrar-
tele su un CD, in modo che tu le possa leggere o ascoltare quando vuoi e quante volte vuoi.
Ma poi, sai, non mi stanco mai, non mi arrabbio se sbagli, non ho mai sonno e sono sem-
pre disponibile.
Tutto questo posso fare per te, se mi offri l’opportunità di insegnartelo. E così tutti, maga-
ri con il mio aiuto se necessario, potete stare insieme, nel gioco, ma anche nella stessa
scuola, coltivando i vostri interessi; e quando sarete più grandi, continuerò ad aiutarvi
nelle vostre attività, nel lavoro, nello svago e nei vostri impegni di tutti i giorni.
Ciao, a presto, aspetto che mi riaccendi, così possiamo continuare.
Il tuo computer”

Il libro contiene anche pagine da ritagliare e incollare per il montaggio di un mini PC al fine
di fare recuperare ai bambini la manualità proprio nell’era di Internet. L’intero testo del libro-
gioco oltre ad essere stato messo a disposizione su Internet è stato riprodotto su CD, in for-
mato word, per poter essere raccontato a ipovedenti e ciechi da un lettore vocale.
44
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
5. Tematiche emergenti

Tra le problematiche che la Commissione ICT disabili si trova ad affrontare ve ne sono alcu-
ne che, per la pervasività e la rapidità evolutiva della tecnologia, creano in breve tempo
nuovi e imprevisti rischi di emarginazione. Spesso le soluzioni ed i rimedi sono difficili da
definire ed ancor più difficili da applicare, soprattutto quando gli attori ed i fattori in gioco
sono numerosi, internazionali ed espressione di interessi poco conciliabili.
Vengono trattate nel seguito alcune di queste nuove tematiche sulle quali la Commissione
dovrà intervenire tempestivamente per riaffermare i principi della non discriminazione e
per contrastare il sorgere di ulteriori barriere digitali.

5.1 E-LEARNING
L’accessibilità dei servizi di formazione offerti attraverso le reti non presenta problemi tecni-
ci sostanzialmente diversi da quella che caratterizza gli altri servizi offerti dalla Pubblica
Amministrazione e regolamentata dalla legge Stanca. Sono però così importanti e peculiari le
implicazioni sociali dell’e-learning da suggerire per questo segmento applicativo una partico-
lare attenzione, che ha trovato negli ultimi tempi ampio risalto sulla stampa specializzata.
La formazione a distanza non è affatto un concetto nuovo. Già nei secoli passati i docen-
ti tenevano corsi tramite l’invio di materiale stampato per corrispondenza e, più recente-
mente, l’avvento della televisione ha visto il fiorire di trasmissioni di taglio educativo.
Oggi la crescente diffusione dei Personal Computer e dei collegamenti di rete nelle case,
negli uffici e nelle scuole ha reso le tecnologie informatiche (posta elettronica, web, CD-
ROM) il mezzo di elezione per l’insegnamento a distanza.
È nato così il “Computer Based Teaching” (CBT), che si può definire come l’insegnamen-
to basato sull’utilizzo di Personal Computer; successivamente l’evoluzione delle tecnolo-
gie Internet ha poi aperto le porte al “Web Based Teaching” (WBT), ovvero alla distribu-
zione di contenuti formativi anche attraverso il Web.
Non basta però che la fruizione del materiale didattico avvenga tramite tecnologie infor-
matiche locali o remote per poter parlare di e-learning.
L’e-learning infatti rappresenta un’evoluzione ulteriore del concetto di formazione a
distanza: esso è un insieme di piattaforma tecnologica, di contenuti e di strumenti di
sostegno all’apprendimento che possono essere calati anche in un contesto misto in cui
le nuove tecniche sono affiancate da metodologie di insegnamento tradizionali.
I vantaggi offerti dall’e-learning nel campo della formazione scolastica, aziendale e per-
sonale sono innumerevoli. 45
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

La fruizione dei contenuti didattici non è vincolata a tempi e a luoghi, essendo sempre
disponibile e raggiungibile da un grande pubblico, comunque distribuito sul territorio;
offre la possibilità di adattarsi ai diversi stili di apprendimento degli utenti, fornendo cana-
li di comunicazione diversificati (del tipo visivo, auditivo, testuale); tiene conto dei pro-
gressi e della velocità di apprendimento del singolo, che può procedere velocemente e
saltare le cose che già conosce, oppure ripeterle indefinitamente, senza impattare con
questo sul ritmo dei compagni di studio.
A ciò si aggiunge la possibilità, tramite strumenti di comunicazione come forum, chat, e-mail
e teleconferenza, di condividere opinioni, dubbi, risultati, ripristinando quindi quel minimo
di interazione umana che è un ingrediente vitale del processo di apprendimento.
È naturale quindi che l’e-learning si configuri come uno strumento educativo congeniale
non solo per chi, potendo scegliere, predilige questa forma di insegnamento flessibile e
interattiva, ma anche per coloro che, appartenendo ad una categoria svantaggiata, ne trar-
rebbero i maggiori benefici.
Nonostante le opportunità di formazione per questi ultimi siano in continua crescita, sono
ancora pochi quelli che, pur disponendo sia di motivazione sia di capacità intellettive, si
avvalgono delle suddette tecniche per accedere a livelli superiori di educazione scolasti-
ca o di qualificazione professionale.
Eppure l’e-learning non solo faciliterebbe l’inserimento di studenti disabili in un contesto
di classe virtuale ma consentirebbe anche la realizzazione professionale di docenti con
disabilità congenite o acquisite che non potrebbero altrimenti svolgere le loro attività in
strutture scolastiche tradizionali.
Trovarsi in un ambiente familiare dotato di tecnologie assistive configurate in base alle
proprie esigenze, poter disporre degli strumenti didattici offerti con flessibilità e contem-
poraneamente sentirsi parte di un contesto esteso e collaborativo, contribuirebbe senza
dubbio a ottenere il massimo dal processo formativo.
Purtroppo le piattaforme di distribuzione e i contenuti di e-learning non sempre sono rea-
lizzati tenendo conto delle esigenze di tutti i potenziali utenti e questo può in alcuni casi
erigere barriere tecnologiche che ne impediscono concretamente la fruizione.
Un esempio di questo inconveniente è rappresentato dalla più comune piattaforma di
discussioni di gruppo on line, la cosiddetta “chat”, che può divenire un ostacolo per alcune
tipologie di disabili. Per partecipare attivamente a tali discussioni occorre infatti esprimere i
propri pensieri senza eccessivi ritardi e un utente con scarsa dimestichezza informatica, con
deficit linguistici o che utilizzi tecnologie assistive, potrebbe non riuscire a leggere o a digi-
tare i testi con sufficiente prontezza; un utente dislessico potrebbe altresì essere intimidito
dall’idea di dover rappresentare i propri pensieri in forma scritta. In casi come questi si
potrebbe pensare di affiancare al mezzo di comunicazione sincrono un canale asincrono,
come una bacheca on line, per consentire un accesso più agevole alla discussione.
Più che lo specifico esempio ed il corrispondente rimedio, è importante sottolineare come
le disabilità visive, uditive, motorie, linguistiche e dell’apprendimento possano condizio-
nare in misura significativa la partecipazione di potenziali discenti e docenti a un corso
di formazione a distanza. Si aggiunga che pianificare la realizzazione di materiale didat-
tico tenendo conto dell’accessibilità in fase di sviluppo è senza dubbio più semplice che
implementare strategie di accomodamento solo nel momento in cui un utente disabile ne
46 richieda la partecipazione.

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
T E M AT I C H E EMERGENTI

Proprio in quest’ottica l’IMS Global Learning Consortium, un insieme di organizzazioni


unite dall’intento di sviluppare specifiche per le tecnologie della formazione, ha rilascia-
to nel giugno 2002 la versione 1.0 delle “Linee guida IMS per lo sviluppo di applicazio-
ni accessibili per la formazione”18.
In tale documento sono raccolte una serie di raccomandazioni e di risorse per la realiz-
zazione di applicazioni di e-learning accessibili. Il testo parte con un’analisi delle varie
disabilità e delle tecnologie assistive, enuncia alcuni principi fondamentali di progettazio-
ne accessibile e prende in esame i mezzi di presentazione dei contenuti e gli strumenti
di supporto all’apprendimento più comuni. In particolare vengono valutati i pro e i con-
tro degli strumenti per la collaborazione e la discussione on line sincroni e asincroni,
degli ambienti interattivi e degli strumenti di verifica dei progressi. Un’ampia sezione è
dedicata infine alle metodologie per rendere accessibili contenuti non solo testuali tra cui
la matematica, la geografia, le scienze, la musica e le lingue.
Realizzare strumenti e contenuti di e-learning che favoriscano anche l’inclusione delle cate-
gorie deboli o svantaggiate è relativamente semplice: basta rispettare alcune buone prassi di
programmazione per garantire che un corso sia accessibile a un ampio ventaglio di utenti
disabili. Ma la cosa più importante da sottolineare è che la progettazione per tutti (“Design
for all”) produce, pure nel caso dell’e-learning, benefici concreti anche per utenti che non
sono disabili o che sono condizionati da temporanee limitazioni tecniche o fisiche.
A tal proposito, la Segreteria Tecnico-Scientifica della Commissione interministeriale per-
manente ICT disabili ha recentemente insediato un gruppo di lavoro col compito di ana-
lizzare lo stato dell’arte dell’e-learning e dei suoi standard alla luce dei requisiti di acces-
sibilità della legge Stanca.
Sarà infatti opportuno dedicare una particolare attenzione agli standard attualmente più dif-
fusi, tra i quali “SCORM 2004”19, visto che molti di questi sono nati in contesti non norma-
lizzati e in epoca precedente alle direttive emanate in ambito europeo e nazionale.

5.2 DISPLAY DIGITALI

Le apparecchiature domestiche e di ufficio fanno ormai sistematicamente uso di display digi-


tali che non solo informano l’utente sulle proprie condizioni di funzionamento ma, attraver-
so l’uso di numerosi ed articolati menu, lo guidano nella variegata gamma di opzioni dispo-
nibili. Spesso queste macchine accettano i comandi attraverso tecniche “touch screen”: gli ulti-
mi modelli di distributori automatici e di fotocopiatrici ne costituiscono un tipico esempio.
Questa applicazione della tecnologia crea però seri problemi ai disabili della vista ed addi-
rittura vi sono situazioni in cui ne mettono a rischio il posto di lavoro. È il caso dei fisiote-
rapisti non vedenti che, col rinnovo delle apparecchiature elettromedicali già installate, si tro-
vano improvvisamente di fronte ad una strumentazione per loro inaccessibile, visto che né
i progettisti né i produttori delle suddette macchine hanno tenuto conto delle loro esigenze.

18 La traduzione italiana è disponibile all’indirizzo www.robertoscano.info/files/salt/guidelines


19 SCORM è acronimo di Sharable Content Object Reference Model ed è una raccolta di standard e specifiche afferma-
ta ormai a livello internazionale; essa mira a rendere omogenea e ridistribuibile la produzione di contenuti e-learning.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito in lingua inglese www.adlnet.org/scorm 47
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IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

Occorre prevedere che, o in fase di omologazione o in fase di esperimento della gara


d’acquisto (si tratta di apparecchiature molto usate presso strutture pubbliche), possa
essere richiesta alla ditta fornitrice una interfaccia adeguata alle necessità del lavoratore
disabile coinvolto. Nel caso specifico la soluzione potrebbe, ad esempio, ispirarsi a forme
di vocalizzazione del display o alle esperienze già acquisite da aziende specializzate in
domotica nel caso di ambienti destinati a committenti non vedenti.
Più in generale, soprattutto quando i pulsanti controllano più funzioni selezionabili attra-
verso alternative proposte su display, è necessaria una chiara percezione del messaggio
per non complicare ulteriormente operazioni già abbastanza impegnative per chiunque.
La leggibilità di uno schermo dipende molto dalla tecnologia con cui lo stesso è realiz-
zato (con o senza retroilluminazione, a colori o meno, con pochi o molti pixel per cen-
timetro quadrato…) ma anche dall’attenzione dedicata al problema fin dalla fase di pro-
getto. Ad esempio, nel caso in cui non sia possibile raggiungere livelli ottimali di leggi-
bilità, può essere utile la preventiva memorizzazione delle principali sequenze abitual-
mente usate dall’utente, con possibilità di attivarle nella loro completezza premendo un
solo tasto: si pensi alle lavatrici domestiche, che gran parte degli utenti usa regolarmen-
te solo attraverso due o tre programmi sui moltissimi disponibili.

5.3 TELECOMANDI E TELEFONI PORTATILI

Questi strumenti di uso quotidiano e generalizzato presentano spesso, a causa dei pul-
santi, problemi di fruibilità per diverse categorie deboli (anziani, disabili della vista, per-
sone con controllo poco fine della mobilità manuale...).
I pulsanti sono tra i dispositivi di comando più facili da usare, essendo attivabili con una
semplice pressione, ma l’utente deve sapere dove sono, cosa consentono di fare, se sono
già attivati o meno.
Purtroppo non sempre sono facili da individuare. Spesso infatti i pulsanti sono troppo
piccoli, dello stesso materiale della scocca o disposti in modo decorativo, quasi a volerli
mimetizzare il più possibile, esaltando l’aspetto estetico a discapito di quello funzionale.
Un utilizzo agevole richiede invece tasti leggermente rialzati e di dimensioni adeguate a
quelle delle dita.
Non è sempre facile capire la funzione di un tasto. A volte è un problema di linguaggio
originato da icone e simboli poco comprensibili o da terminologie straniere; più frequen-
temente è questione di leggibilità. La tendenza al mimetismo, più che una ragione eco-
nomica, privilegia simboli e parole incavati nel tasto con conseguente eliminazione dei
contrasti. I disabili della vista possono superare i problemi di individuazione visiva dei
pulsanti grazie al tatto purché questi siano riconoscibili per forma o posizionamento: è
un problema che si presenta a chiunque tenti di usare dei tasti in mancanza di luce.
Analogo disagio prova il normodotato che, trovandosi ad usare il telecomando od il tele-
fonino altrui, è costretto a procedere per tentativi. Ci si rende conto in simili circostanze
di quanto sia importante che i tasti siano raggruppati secondo una logica di funzione e
comunque secondo regole standard, condivise e note a tutti. Ogni raggruppamento per
forma e colore non strettamente legato ad una differenziazione semantica diventa solo un
48 elemento di confusione per l’utente.

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T E M AT I C H E EMERGENTI

Un altro accorgimento volto a migliorare l’usabilità consiste nel distanziare, anche di


poco, gli elementi con funzioni diverse o nel ravvicinare quelli correlati: in tal modo viene
agevolato l’orientamento sulla tastiera e anche la riconoscibilità dei singoli pulsanti.
Altrettanto importante è che il tasto centrale, corrispondente al numero 5, sia contrasse-
gnato da un piccolo punto in rilievo in modo da consentire la ricostruzione, col solo tatto,
dell’intera tastiera. Questo riferimento, peraltro previsto dalle norme internazionali, è però
spesso reso inefficace dal design di molti degli apparecchi in commercio perché posto in
modo tale da risultare, anche se presente, praticamente impercettibile.
Ma non basta che i tasti siano ben individuabili per forma o posizione. La spaziatura tra
i pulsanti deve essere appropriata altrimenti può capitare di premere accidentalmente più
tasti insieme. Questo aspetto ha assunto particolare rilievo con la miniaturizzazione dei
cellulari che, abbinata all’uso di forme e colori sempre più bizzarri, ha esaltato la “perso-
nalizzazione” dello strumento a tutto discapito della standardizzazione.
Problematiche simili sono state già affrontate da aziende specializzate in domotica nel
caso di committenti non vedenti.

5.4 DIGITALE TERRESTRE


L’avvento della televisione digitale e delle sue caratteristiche di interattività con l’utente
ha evidenziato che anche in questo caso occorre porsi il problema della fruibilità, ovve-
ro di come limitare l’emarginazione di larghe fasce di utenza.
Intanto occorre premettere che per la diversa natura tecnica del mezzo televisivo rispet-
to al Personal Computer non è realizzabile una semplice trasposizione delle esperienze
maturate in termini di accessibilità ai siti web.
Primo e fondamentale ostacolo è l’impossibilità di applicare al televisore tecnologie assi-
stive esterne o di personalizzarne il funzionamento. Ne consegue che ogni sforzo diretto
ad aumentare l’accessibilità dei contenuti informativi e dei servizi offerti dalle applicazio-
ni Multimedia Home Platform20 (MHP) deve partire dalla progettazione e dall’implemen-
tazione delle stesse.
La problematica è così recente da rendere praticamente impossibile una strategia basata
su esperienze consolidate. Alcune considerazioni di massima sulla questione dell’accessi-
bilità delle applicazioni MHP sono tratteggiate nel seguito con riferimento alle principali
tipologie di disabilità21.

DISABILITÀ VISIVE
Visto il panorama delle sperimentazioni in corso si evince chiaramente che allo stato
attuale sarebbero esclusi da una qualsiasi fruizione dei servizi MHP categorie di disabili
quali i non vedenti o gli ipovedenti gravi.

20 Si tratta della piattaforma di programmazione standard per i ricevitori digitali terrestri.


21 Le caratteristiche tecniche e funzionali dell’iniziativa italiana sono illustrate nella pubblicazione “Dgtv, per il digitale
terrestre” del settembre 2004, consultabile come “DGTVi D-Book” sul sito www.dgtvi.it 49
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IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

La presenza costante del canale audio dell’emittente di sottofondo renderebbe inutile,


anche qualora fosse realizzabile, la navigazione o la fruizione dei contenuti informativi
attraverso il canale uditivo.
Interessante potrebbe essere la sperimentazione di applicazioni informative o di servizio
orientate ai non vedenti su canali privi di flussi audio-video generati da emittenti televisive.
Per quanto riguarda gli ipovedenti meno gravi è consigliabile tenere in considerazione la
grandezza del testo e il suo contrasto con lo sfondo (preferibilmente opaco).
Per coloro che soffrono di disturbi della percezione del colore potrebbe essere difficile
cogliere informazioni o meccanismi di navigazione legati all’uso dei quattro colori scelti
come standard su applicazioni e telecomandi. Occorre ricordare che tra le varie gradazio-
ni e tipologie di daltonismo esistono casi che portano all’impossibilità di distinguere il
rosso dal verde oppure il blu dal giallo. Sarebbe utile studiare soluzioni diverse per la
navigazione considerando che un individuo di sesso maschile su dodici è affetto da par-
ziale o totale daltonismo.

DISABILITÀ UDITIVE

La comunità dei disabili uditivi è senz’altro quella che maggiormente può trarre vantag-
gio dal potenziamento dei servizi grafico-testuali offerti dalle emittenti televisive digitali.
Occorre in ogni caso puntare su un linguaggio chiaro e poco pesante dal punto di vista
della sintassi del periodo e considerare la possibilità di offrire un equivalente testuale
alternativo per flussi audio recanti informazioni importanti.

DISABILITÀ MOTORIE

Essendo il telecomando l’unico mezzo di interazione con il decoder digitale potrebbero


venirne escluse tutte le categorie di persone che hanno problemi relativi alla mobilità fine.
Esistono tuttavia soluzioni ausiliarie come telecomandi programmabili e adattabili alle
necessità del singolo individuo, pensate già per rendere totalmente accessibili ambienti
domotici.

DISABILITÀ NEURO-COGNITIVE

Raccomandazioni in questo campo sono difficili da delineare, soprattutto per quanto


riguarda i disturbi più gravi.
Si possono dare però delle indicazioni per facilitare l’utilizzo di queste tecnologie da parte
di alcune categorie di persone. Il ricorso a un linguaggio misto testuale-iconografico può per
esempio essere di molto aiuto per indicare i meccanismi di navigazione delle pagine.
Per i dislessici in particolare è importante anche che i testi siano scritti in caratteri chiari
e con sfondi che non interferiscano con la loro percezione.
Le persone con disturbi della concentrazione trarrebbero vantaggio dall’assenza all’inter-
no di una pagina di oggetti in movimento.
Particolare attenzione va anche rivolta all’utilizzo di effetti grafici, quali lampeggiamenti
con frequenze elevate, che potrebbero causare disturbi da epilessia fotosensibile.

ELEMENTI DI USABILITÀ DEL WEB ADATTABILI ALLE APPLICAZIONI MHP


Per quanto riguarda l’usabilità delle applicazioni MHP, tornano in gran parte utili le rac-

50 comandazioni relative ai siti e alle applicazioni del web, di cui si riportano di seguito alcu-
ni punti salienti.

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
T E M AT I C H E EMERGENTI

Percezione: le informazioni e i comandi necessari per l’esecuzione dell’attività devono


essere sempre disponibili e percettibili.
Esempi:
• strutturare l’informazione su più livelli: dalla sintesi al documento completo;
• stabilire una scala di importanza per le informazioni contenute in una pagina e pre-
sentarle in ordine decrescente: prima le più importanti;
• aumentare la leggibilità dei contenuti utilizzando frasi brevi e facilmente identificabili;
• evitare pagine troppo lunghe.

Uso: le informazioni e i comandi necessari per l’esecuzione delle attività devono essere
facili da capire e da usare.
Esempi:
• utilizzare un linguaggio comprensibile alla grande maggioranza dei destinatari;
• prevedere un glossario dei termini tecnici;
• ridurre al minimo possibile le operazioni necessarie al raggiungimento di un
obiettivo.

Consistenza: stessi simboli, messaggi e azioni devono avere gli stessi significati in tutto
l’ambiente.
Esempi:
• presentare informazioni e funzioni simili in maniera consistente in tutta l’applica-
zione: loghi, titoli delle pagine, elementi di navigazione, ecc… ;
• rendere coerente l’impostazione grafica delle pagine in tutta l’applicazione;
• mantenere un aspetto grafico coerente per tutti i collegamenti presenti nell’applica-
zione;
• utilizzare lo stesso tipo di carattere utilizzato per la presentazione di un oggetto in
tutte le sue occorrenze nell’applicazione.

Salvaguardia della salute (safety): capacità dell’ambiente di salvaguardare e promuo-


vere il benessere psicofisico dell’utente.
Esempi:
• assicurarsi che il movimento degli oggetti, se presente, non provochi disturbi da
epilessia fotosensibile;
• assicurasi che la gestione degli elementi grafici e del contrasto testo/sfondo siano
tali da non disturbare la vista;
• scrivere testi in modo tale da non stancare la vista.

Sicurezza: capacità dell’ambiente di fornire transazioni e dati affidabili, gestiti con ade-
guati livelli di sicurezza e riservatezza.
Esempi:
• dichiarare in modo esplicito le politiche adottate per la sicurezza delle transazioni;
• dichiarare in modo esplicito le politiche adottate per la tutela della privacy delle
informazioni. 51
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

Trasparenza: l’ambiente deve comunicare il suo stato e gli effetti delle azioni compiu-
te. All’utente devono essere comunicate le necessarie informazioni per la corretta valuta-
zione della dinamica dell’ambiente.
Esempi:
• fornire agli utenti informazioni (feedback) su: dove si trovano, cosa possono fare,
dove possono andare.

Apprendibilità: capacità dell’ambiente di consentire l’apprendimento del suo utilizzo da


parte dell’utente in tempi brevi e con minimo sforzo.
Esempi:
• creare ambienti che riducano al minimo possibile la necessità di apprendimento.

Aiuto e documentazione: fornire funzioni di aiuto come guide in linea e documenta-


zione relative al funzionamento dell’ambiente. Le informazioni di aiuto devono essere
facili da trovare e focalizzate sul compito dell’utente.
Esempi:
• fornire agli utenti informazioni su dove si trovano, cosa possono fare, dove posso-
no andare;
• prevedere che la documentazione e l’help, quando presenti, siano facilmente rag-
giungibili da ogni pagina e scritti in modo conciso.

Tolleranza agli errori: l’ambiente deve prevenire gli errori e, qualora questi accadano,
devono essere fornite le modalità per recuperare in modo semplice eventuali errori di
interazione e devono essere forniti appropriati messaggi che indichino chiaramente il pro-
blema e le azioni necessarie per recuperarlo.
Esempi:
• guidare l’utente passo passo nelle operazioni complesse.

Gradevolezza: capacità dell’ambiente di favorire e mantenere l’interesse dell’utente.


Esempi:
• presentare la pagina in modo gradevole e con contenuti leggibili a diverse dimen-
sioni dello schermo.

Per concludere, è anche auspicabile da parte dei produttori una maggiore propensione
alla standardizzazione degli strumenti di interazione con il decoder (telecomando), ed un
più meditato ricorso alla miniaturizzazione dello stesso e dei suoi pulsanti. Altrettanto
auspicabile sarebbe da parte delle emittenti concorrenti, un utilizzo più coerente e omo-
geneo dei meccanismi di navigazione delle applicazioni MHP.

52
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
Allegati
La presente pubblicazione vuol consentire un più ampio accesso a norme e politiche riguardanti una
tematica specializzata.
I testi qui riportati potrebbero riflettere errori derivanti dagli archivi elettronici di riferimento ovvero dal
processo di redazione e di stampa; le informazioni di questo quaderno sono quindi soggette ad una
clausola di esclusione di responsabilità.
Per quanto concerne i riferimenti normativi si ricorda che fanno fede unicamente i testi pubblicati
nelle Gazzette Ufficiali, i cui estremi, per comodità del lettore, vengono richiamati quando opportuno.
ALLEGATO 1
I decreti correlati alla legge n. 4 del 9 gennaio 2004

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1° MARZO 2005, N. 75


REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE 9 GENNAIO 2004, N. 4, PER
FAVORIRE L’ACCESSO DEI SOGGETTI DISABILI AGLI STRUMENTI INFORMATICI22

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


Visto l’articolo 87 della Costituzione;
Visto l’articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto l’articolo 10 della legge 9 gennaio 2004, n. 4, recante disposizioni per favorire
l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 agosto 2001, pubblicato
nella G.U. n. 198 del 27.8.2001, recante delega di funzioni del Presidente del
Consiglio dei Ministri in materia di innovazione e tecnologie al Ministro senza por-
tafoglio, dott. Lucio Stanca;
Visto il decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, recante norme in materia di sistemi
informativi automatizzati delle amministrazioni pubbliche, a norma dell’articolo 2,
comma 1, della legge 23 ottobre 1992, n. 421, e successive modificazioni;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 9
luglio 2004;
Sentite le associazioni delle persone disabili maggiormente rappresentative, nonché quelle di
sviluppatori competenti in materia di accessibilità e di produttori di hardware e software;
Acquisita l’intesa della Conferenza Unificata ai sensi dell’articolo 8 del decreto legislativo
28 agosto 1997, n. 281, espressa nella seduta del 23 settembre 2004;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione consultiva per gli atti nor-
mativi nell’adunanza del 25 ottobre 2004;
Esperita la procedura di notifica alla Commissione europea di cui alla direttiva 98/34/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 giugno 1998, modificata dalla direttiva
98/48/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 luglio 1998, CE attuata dalla
legge 21 giugno 1986, n. 317, modificata dal decreto legislativo 23 novembre 2000, n. 427;
Acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 25 febbraio 2005;
Sulla proposta del Ministro per l’innovazione e le tecnologie, di concerto con il Ministro
per le pari opportunità;
22 Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 101 del 3 maggio 2005. 55
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

EMANA
il seguente regolamento:

ART. 1
(Definizioni)
1. Ai fini del presente regolamento s’intende per:
a) accessibilità: ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera a), della legge 9 gennaio 2004,
n. 4, la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle cono-
scenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discrimi-
nazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie
assistive o configurazioni particolari;
b) tecnologie assistive: ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera b), della legge n. 4 del
2004, gli strumenti e le soluzioni tecniche, hardware e software, che permettono alla
persona disabile, superando o riducendo le condizioni di svantaggio, di accedere ai
servizi erogati dai sistemi informatici;
c) valutazione: processo con il quale si riscontra la rispondenza dei servizi ai requisiti di
accessibilità;
d) verifica tecnica: valutazione condotta da esperti, anche con strumenti informatici, sulla
base di parametri tecnici;
e) verifica soggettiva: valutazione del livello di qualità dei servizi, già giudicati accessibi-
li tramite la verifica tecnica, effettuata con l’intervento del destinatario, anche disabile,
sulla base di considerazioni empiriche;
f) fruibilità: la caratteristica dei servizi di rispondere a criteri di facilità e semplicità d’uso,
di efficienza, di rispondenza alle esigenze dell’utente, di gradevolezza e di soddisfa-
zione nell’uso del prodotto;
g) soggetti privati: soggetti diversi da quelli di cui all’articolo 3 della legge n. 4 del 2004;
h) valutatori: soggetti iscritti nell’apposito elenco e qualificati a certificare le caratteristi-
che di accessibilità dei servizi.

ART. 2
(Criteri e principi generali per l’accessibilità)

1. Sono accessibili i servizi realizzati tramite sistemi informatici che presentano i seguen-
ti requisiti:
a) accessibilità al contenuto del servizio da parte dell’utente;
b) fruibilità delle informazioni offerte, caratterizzata anche da:
1) facilità e semplicità d’uso, assicurando, fra l’altro, che le azioni da compiere per
ottenere servizi e informazioni siano sempre uniformi tra loro;
2) efficienza nell’uso, assicurando, fra l’altro, la separazione tra contenuto, presenta-
zione e modalità di funzionamento delle interfacce, nonché la possibilità di rende-
56 re disponibile l’informazione attraverso differenti canali sensoriali;

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
A L L E G AT I

3) efficacia nell’uso e rispondenza alle esigenze dell’utente, assicurando, fra l’altro, che
le azioni da compiere per ottenere in modo corretto servizi e informazioni siano
indipendenti dal dispositivo utilizzato per l’accesso;
4) soddisfazione nell’uso, assicurando, fra l’altro, l’accesso al servizio e all’informazio-
ne senza ingiustificati disagi o vincoli per l’utente;
c) compatibilità con le linee guida indicate nelle comunicazioni, nelle raccomandazioni
e nelle direttive sull’accessibilità dell’Unione europea, nonché nelle normative interna-
zionalmente riconosciute e tenendo conto degli indirizzi forniti dagli organismi pub-
blici e privati, anche internazionali, operanti nel settore, quali l’International
Organization for Standardization (ISO) e il World Wide Web Consortium (W3C).
2. Con apposito decreto del Ministro per l’innovazione e le tecnologie, di concerto con il
Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentiti la Conferenza Unificata e il
Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione (CNIPA), sono dettate
specifiche regole tecniche che disciplinano l’accessibilità, da parte degli utenti, agli stru-
menti didattici e formativi di cui all’articolo 5, comma 1, della legge n. 4 del 2004.

ART. 3
(Valutazione dell’accessibilità)

1. Il CNIPA, con proprio provvedimento, istituisce presso di sé l’elenco dei valutatori, sta-
bilendone le modalità tecniche per la tenuta, nonché garantisce la pubblicità dell’elenco
medesimo e delle citate modalità sul proprio sito Internet.
2. Nell’elenco di cui al comma 1 sono iscritte le persone giuridiche interessate che ne
fanno richiesta dimostrando di possedere i seguenti requisiti:
a) garanzia di imparzialità ed indipendenza nell’esercizio delle proprie attività;
b) disponibilità di una adeguata strumentazione per l’applicazione delle metodologie di
verifica tecnica e di verifica soggettiva di cui all’articolo 1, comma 1, rispettivamente
lettere d) ed e);
c) disponibilità di figure professionali esperte nelle suddette metodologie di verifica e di
figure idonee ad interagire con i soggetti con specifiche disabilità.
3. Ai fini dei requisiti di cui al comma 2, lettera a), il valutatore, all’atto della richiesta di
iscrizione, si impegna:
a) a non esprimere valutazioni su siti o servizi dallo stesso realizzati;
b) a non esprimere valutazioni in tutti i casi in cui queste possano avere un’incidenza
specifica su interessi propri del valutatore o di soggetti allo stesso collegati da rappor-
ti societari;
c) una volta effettuata la valutazione, a non fornire, nell’arco dei ventiquattro mesi suc-
cessivi, attività di implementazione sui siti o servizi per i quali sia stato incaricato di
esprimere la valutazione stessa.
4. Nell’accertamento dei requisiti di accessibilità dei servizi, acquisiti con le procedure o
realizzati tramite i contratti di cui all’articolo 4, commi 1 e 2, della legge n. 4 del 2004, le
amministrazioni interessate possono acquisire il parere non vincolante di un valutatore
iscritto nell’elenco di cui al comma 1. 57
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

5. Con il decreto del Ministro per l’innovazione e le tecnologie, di cui all’articolo 11 della
legge n. 4 del 2004, sono stabiliti:
a) le specifiche tecniche per la sussistenza dei requisiti di cui al comma 2, lettere b) e c);
b) gli importi massimi dovuti dai soggetti privati come corrispettivo per l’attività svolta dai
valutatori di cui al comma 1, tenuto conto dei costi di organizzazione aziendale nella
misura minima, maggiorati del dieci per cento;
c) le somme dovute dai soggetti privati quale rimborso delle spese amministrative soste-
nute dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l’innovazione e le
tecnologie per l’attività di cui all’articolo 4, comma 1, nonché l’entità della quota dovu-
ta al CNIPA nei casi previsti dall’articolo 7, comma 2, per l’espletamento delle funzio-
ni ispettive di cui al medesimo articolo 7.
6. Il venire meno dei requisiti in base ai quali è avvenuta l’iscrizione determina la cancel-
lazione dall’elenco di cui al comma 1; la cancellazione è altresì disposta nel caso di vio-
lazione degli obblighi assunti dal valutatore ai sensi del comma 3.
7. Nei casi di cui al comma 6, il CNIPA comunica al valutatore che intende procedere, tra-
scorsi trenta giorni, alla cancellazione dello stesso dall’elenco; l’interessato può presenta-
re proprie memorie al riguardo. Il CNIPA provvede altresì a dare adeguata pubblicità della
avvenuta cancellazione sul proprio sito Internet.

ART. 4
(Modalità di richiesta della valutazione)

1. I soggetti privati richiedono alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per
l’innovazione e le tecnologie l’autorizzazione ad utilizzare il logo, allegando l’attestato di cui
al comma 2. L’utilizzazione del logo è limitata al periodo di validità dell’attestato.
2. I soggetti privati si rivolgono ad uno dei valutatori che, svolta la sua attività, in caso di
esito positivo, rilascia attestato di accessibilità, con validità non superiore a dodici mesi,
eventualmente indicante il livello di qualità raggiunto di cui all’articolo 5.
3. La Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l’innovazione e le tecnolo-
gie, ai fini dell’adozione del provvedimento di cui al comma 1 si avvale, tramite apposi-
ta convenzione, del CNIPA.
4. All’attuazione del presente articolo si provvede nell’ambito degli ordinari stanziamenti
di bilancio, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

ART. 5
(Logo attestante il possesso del requisito di accessibilità)

1. Il logo che attesta il superamento della sola verifica tecnica raffigura un Personal
Computer di colore terra di Siena, unito a tre figure umane stilizzate rispettivamente, da
sinistra, di colore celeste, azzurro e amaranto, le quali fuoriescono dallo schermo a brac-
cia levate; all’esito della verifica soggettiva, il diverso livello di qualità raggiunto dal ser-
vizio è indicato mediante asterischi, da uno a tre, riportati nella parte del logo raffiguran-
58 te la tastiera del Personal Computer.

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2. La corrispondenza tra il logo, eventualmente corredato da asterischi, ed il diverso livel-


lo di qualità dei servizi, nonché il modello del logo stesso sono indicati nel decreto di cui
all’articolo 11 della legge n. 4 del 2004.

ART. 6
(Casi di aggiornamento della valutazione di accessibilità)

1. In caso di modifiche sostanziali dei siti o servizi e nel caso del rinnovo dell’autorizza-
zione di cui all’articolo 4, comma 1, i soggetti privati richiedono tempestivamente un
aggiornamento della valutazione dell’accessibilità ad uno dei valutatori iscritti nell’elenco.
Il valutatore, effettuata la verifica, rilascia un nuovo attestato al soggetto richiedente
inviandone contestualmente copia all’Amministrazione per l’aggiornamento della durata
e del livello di qualità del logo; in caso di rinnovo dell’autorizzazione l’invio della copia
deve avvenire almeno quindici giorni prima della scadenza dell’autorizzazione stessa.

ART. 7
(Poteri ispettivi di controllo sui soggetti privati)

1. Nei riguardi dei soggetti privati, il CNIPA, previa comunicazione inviata al soggetto interes-
sato, verifica il mantenimento dei requisiti di accessibilità dei siti e dei servizi, anche avvalen-
dosi di valutatori iscritti nell’elenco di cui all’articolo 3, comma 1, purché questi ultimi risultino
estranei alla realizzazione, manutenzione o certificazione del sito o servizio, e adegua eventual-
mente il logo al livello di accessibilità riscontrata aggiornandone la validità temporale.
2. In caso di riscontro di un livello di accessibilità inferiore a quello del logo utilizzato
sono a carico del soggetto privato i costi effettivi dell’avvenuta ispezione, nonché una
quota di partecipazione ai costi per l’espletamento delle funzioni ispettive determinata ai
sensi dell’articolo 3, comma 5, lettera c), e comunque di importo non superiore al dop-
pio del costo effettivo dell’ispezione.

ART. 8
(Modalità di utilizzo del logo da parte dei soggetti
di cui al comma 1, dell’articolo 3 della legge n. 4 del 2004)

1. Le amministrazioni pubbliche e comunque i soggetti di cui all’articolo 3, comma 1, della


legge n. 4 del 2004, che intendono utilizzare il logo sui siti e sui servizi forniti, provvedono
autonomamente a valutare l’accessibilità sulla base delle regole tecniche definite con il decre-
to del Ministro per l’innovazione e le tecnologie, di cui all’articolo 11 della legge n. 4 del
2004; la valutazione positiva, previa segnalazione al CNIPA, consente l’utilizzo del logo.

ART. 9
(Controlli esercitabili sui soggetti di cui al
comma 1, dell’articolo 3 della legge n. 4 del 2004)

1. Per l’attuazione della legge ogni amministrazione pubblica centrale nomina un respon-
sabile dell’accessibilità informatica, da individuare tra il personale appartenente alla qua- 59
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lifica dirigenziale già in servizio presso l’amministrazione stessa, la cui funzione, in assen-
za di specifica designazione, è svolta dal responsabile dei sistemi informativi, di cui all’ar-
ticolo 10 del decreto legislativo n. 39 del 1993; dall’attuazione del presente comma non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico delle amministrazioni interessate e per lo svol-
gimento di tale funzione non è previsto compenso aggiuntivo.
2. Ai sensi dell’articolo 7, comma 1, lettera b), della legge n. 4 del 2004, la Presidenza del
Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie, avvalendosi del
CNIPA, previa comunicazione inviata all’amministrazione statale interessata, verifica il
mantenimento dei requisiti di accessibilità dei siti e dei servizi forniti e dà notizia dell’e-
sito di tale verifica al dirigente responsabile; qualora siano riscontrate anomalie, viene
richiesta all’amministrazione statale medesima la predisposizione del relativo piano di
adeguamento con l’indicazione delle attività e dei tempi di realizzazione.
3. Le regioni, le province autonome e gli enti locali organizzano autonomamente e secon-
do i propri ordinamenti la vigilanza sull’attuazione del presente decreto.
4. Il Ministro per l’innovazione e le tecnologie, sulla base degli esiti delle verifiche di cui
al comma 2, riferisce annualmente al Parlamento dandone altresì comunicazione alla
Conferenza unificata.

Il presente decreto, munito del sigillo di Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli
atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e
di farlo osservare.

Dato a Roma, addì 1° marzo 2005

CIAMPI
BERLUSCONI, Presidente del Consiglio dei Ministri
STANCA, Ministro per l’innovazione e le tecnologie
PRESTIGIACOMO, Ministro per le pari opportunità

Visto, il Guardasigilli: CASTELLI

Registrato alla Corte dei conti il 15 aprile 2005


Registro n. 4 Ministeri istituzionali, foglio n. 319

Note:

Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato è stato redatto dall’amministrazione competente per
materia, ai sensi dell’art. 10, commi 2 e 3, del testo unico delle disposizioni sulla promul-
gazione delle leggi, sull’emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985,
al solo fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali è ope-
60 rato il rinvio. Restano invariati il valore e l’efficacia degli atti legislativi qui trascritti.

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Per le direttive CE vengono forniti gli estremi di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
della Comunità europea (G.U.C.E.).

Note alle premesse:


- L’art. 87 della Costituzione conferisce, tra l’altro, al Presidente della Repubblica il pote-
re di promulgare le leggi e di emanare i decreti aventi valore di legge e i regolamenti.
- Si riporta il testo dell’art. 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina
dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri):
«1. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei
Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato che deve pronunziarsi entro novanta
giorni dalla richiesta, possono essere emanati regolamenti per disciplinare:
a) l’esecuzione delle leggi e dei decreti legislativi, nonché dei regolamenti comunitari;
b) l’attuazione e l’integrazione delle leggi e dei decreti legislativi recanti norme di prin-
cipio, esclusi quelli relativi a materie riservate alla competenza regionale;
c) le materie in cui manchi la disciplina da parte di leggi o di atti aventi forza di legge,
sempre che non si tratti di materie comunque riservate alla legge;
d) l’organizzazione ed il funzionamento delle amministrazioni pubbliche secondo le
disposizioni dettate dalla legge;
e)...»
- Si riporta il testo dell’art. 10 della legge 9 gennaio 2004, n. 4 (Disposizioni per favorire
l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici):
«Art. 10 (Regolamento di attuazione).
1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con rego-
lamento emanato ai sensi dell’art. 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400,
sono definiti:
a) i criteri e i principi operativi e organizzativi generali per l’accessibilità;
b) i contenuti di cui all’art. 6, comma 2;
c) i controlli esercitabili sugli operatori privati che hanno reso nota l’accessibilità
dei propri siti e delle proprie applicazioni informatiche;
d) i controlli esercitabili sui soggetti di cui all’art. 3, comma 1.
2. Il regolamento di cui al comma 1 è adottato previa consultazione con le associazio-
ni delle persone disabili maggiormente rappresentative, con le associazioni di svilup-
patori competenti in materia di accessibilità e di produttori di hardware e software e
previa acquisizione del parere delle competenti Commissioni parlamentari, che devo-
no pronunciarsi entro quarantacinque giorni dalla richiesta, e d’intesa con la
Conferenza unificata di cui all’art. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281».
- Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 agosto 2001 reca: «Delega di fun-
zioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di innovazione e tecnologie al
Ministro senza portafoglio Lucio Stanca».
- Il decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, reca: «Norme in materia di sistemi infor-
mativi automatizzati delle amministrazioni pubbliche, a norma dell’art. 2, comma 1, lette-
ra mm), della legge 23 ottobre 1992, n. 421».
- Il decreto legislativo 23 novembre 2000, n. 427 reca: «Modifiche ed integrazioni alla
legge 21 giugno 1986, n. 317, concernenti la procedura di informazione nel settore delle
norme e regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell’in- 61
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
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formazione, in attuazione delle direttive n. 98/34/CE (pubblicata nella G.U.C.E. 21 luglio


1998, n. L 204) e n. 98/48/CE (pubblicata nella G.U.C.E. 5 agosto 1998, n. L 217)».

Note all’art. 1:
- Si riporta il testo dell’art. 2, comma 1, della legge 9 gennaio 2004, n. 4:
«1. Ai fini della presente legge, si intende per:
a) «accessibilità»: la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti
dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza
discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tec-
nologie assistive o configurazioni particolari;
b) «tecnologie assistive»: gli strumenti e le soluzioni tecniche, hardware e software, che
permettono alla persona disabile, superando o riducendo le condizioni di svantaggio,
di accedere alle informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici».

Note all’art. 2:
- Si riporta il testo dell’art. 5, della legge 9 gennaio 2004, n. 4:
«Art. 5 (Accessibilità degli strumenti didattici e formativi):
1. Le disposizioni della presente legge si applicano, altresì, al materiale formativo e
didattico utilizzato nelle scuole di ogni ordine e grado.
2. Le convenzioni stipulate tra il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricer-
ca e le associazioni di editori per la fornitura di libri alle biblioteche scolastiche pre-
vedono sempre la fornitura di copie su supporto digitale degli strumenti didattici fon-
damentali, accessibili agli alunni disabili e agli insegnanti di sostegno, nell’ambito delle
disponibilità di bilancio».

Note all’art. 3:
- Si riporta il testo dell’art. 4, commi 1 e 2, della legge 9 gennaio 2004, n. 4:
«1. Nelle procedure svolte dai soggetti di cui all’art. 3, comma 1, per l’acquisto di beni
e per la fornitura di servizi informatici, i requisiti di accessibilità stabiliti con il decre-
to di cui all’art. 11 costituiscono motivo di preferenza a parità di ogni altra condizio-
ne nella valutazione dell’offerta tecnica, tenuto conto della destinazione del bene o del
servizio. La mancata considerazione dei requisiti di accessibilità o l’eventuale acquisi-
zione di beni o fornitura di servizi non accessibili è adeguatamente motivata.
2. I soggetti di cui all’art. 3, comma 1, non possono stipulare, a pena di nullità, con-
tratti per la realizzazione e la modifica di siti Internet quando non è previsto che essi
rispettino i requisiti di accessibilità stabiliti dal decreto di cui all’art. 11. I contratti in
essere alla data di entrata in vigore del decreto di cui all’art. 11, in caso di rinnovo,
modifica o novazione, sono adeguati, a pena di nullità, alle disposizioni della presen-
te legge circa il rispetto dei requisiti di accessibilità, con l’obiettivo di realizzare tale
adeguamento entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del medesimo decreto».

- Si riporta il testo dell’art. 11 della legge 9 gennaio 2004, n. 4;


«Art. 11 (Requisiti tecnici).
1. Entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge il Ministro
per l’innovazione e le tecnologie, consultate le associazioni delle persone disabili mag-

62 giormente rappresentative, con proprio decreto stabilisce, nel rispetto dei criteri e dei
principi indicati dal regolamento di cui all’art. 10:

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
A L L E G AT I

a) le linee guida recanti i requisiti tecnici e i diversi livelli per l’accessibilità;


b) le metodologie tecniche per la verifica dell’accessibilità dei siti Internet, nonché i
programmi di valutazione assistita utilizzabili a tale fine».

Note all’art. 5:
- Per il testo dell’art. 11 della legge 9 gennaio 2004, n. 4, si veda la nota all’art. 3.

Note all’art. 8:
- Si riporta il testo dell’art. 3, comma 1, della legge 9 gennaio 2004, n. 4:
« 1. La presente legge si applica alle pubbliche amministrazioni di cui al comma 2 del-
l’art. 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, agli
enti pubblici economici, alle aziende private concessionarie di servizi pubblici, alle
aziende municipalizzate regionali, agli enti di assistenza e di riabilitazione pubblici,
alle aziende di trasporto e di telecomunicazione a prevalente partecipazione di capi-
tale pubblico e alle aziende appaltatrici di servizi informatici».
- Per il testo dell’art. 11 della legge 9 gennaio 2004,n. 4, si veda la nota all’art. 3.

Note all’art. 9:
- Si riporta il testo dell’art. 10 del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39 (Norme in
materia di sistemi informativi automatizzati delle amministrazioni pubbliche, a norma del-
l’art. 2, comma 1, lettera mm), della legge 23 ottobre 1992, n. 421):
«Art. 10 - 1. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, ogni
amministrazione, nell’ambito delle proprie dotazioni organiche, individua, sulla base
di specifiche competenze ed esperienze professionali, un dirigente generale o equipa-
rato, ovvero, se tale qualifica non sia prevista, un dirigente di qualifica immediatamen-
te inferiore, quale responsabile per i sistemi informativi automatizzati.
2. Il dirigente responsabile di cui al comma 1 cura i rapporti dell’amministrazione di
appartenenza con l’Autorità e assume la responsabilità per i risultati conseguiti nella
medesima amministrazione con l’impiego delle tecnologie informatiche, verificati ai
sensi dell’art. 7, comma 1, lettera d). Ai fini della verifica dei risultati, i compiti del
nucleo di valutazione di cui all’art. 20, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio
1993, n. 29, sono attribuiti all’Autorità.
3. In relazione all’amministrazione di appartenenza, il dirigente responsabile per i
sistemi informativi automatizzati, oltre a contribuire alla definizione della bozza del
piano triennale, trasmette all’Autorità entro il mese di febbraio di ogni anno una rela-
zione sullo stato dell’automazione a consuntivo dell’anno precedente, con l’indicazio-
ne delle tecnologie impiegate, delle spese sostenute, delle risorse umane utilizzate e
dei benefici conseguiti».
- Si riporta il testo dell’art. 7, comma 1, della legge 9 gennaio 2004, n. 4:
«1. La Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l’innovazione e le tec-
nologie, anche avvalendosi del Centro nazionale per l’informatica nella pubblica
amministrazione di cui all’art. 4, comma 1, del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n.
39, come sostituito dall’art. 176 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196:
a) effettua il monitoraggio dell’attuazione della presente legge;
b) vigila sul rispetto da parte delle amministrazioni statali delle disposizioni della pre-
sente legge; 63
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

c) indica i soggetti, pubblici o privati, che, oltre ad avere rispettato i requisiti tecnici
indicati dal decreto di cui all’art. 11, si sono anche meritoriamente distinti per l’impe-
gno nel perseguire le finalità indicate dalla presente legge;
d) promuove, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, proget-
ti, iniziative e programmi finalizzati al miglioramento e alla diffusione delle tecnologie
assistive e per l’accessibilità;
e) promuove, con le altre amministrazioni interessate, sentita la Conferenza permanen-
te per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano,
l’erogazione di finanziamenti finalizzati alla diffusione tra i disabili delle tecnologie
assistive e degli strumenti informatici dotati di configurazioni particolari e al sostegno
di progetti di ricerca nel campo dell’innovazione tecnologica per la vita indipendente
e le pari opportunità dei disabili;
f) favorisce, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e con il
Ministro per le pari opportunità, lo scambio di esperienze e di proposte fra associa-
zioni di disabili, associazioni di sviluppatori competenti in materia di accessibilità,
amministrazioni pubbliche, operatori economici e fornitori di hardware e software,
anche per la proposta di nuove iniziative;
g) promuove, di concerto con i Ministeri dell’istruzione, dell’università e della ricerca
e per i beni e le attività culturali, iniziative per favorire l’accessibilità alle opere multi-
mediali, anche attraverso specifici progetti di ricerca e sperimentazione con il coinvol-
gimento delle associazioni delle persone disabili; sulla base dei risultati delle speri-
mentazioni sono indicate, con decreto emanato di intesa dai Ministri interessati, le
regole tecniche per l’accessibilità alle opere multimediali;
h) definisce, di concerto con il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza
del Consiglio dei Ministri, gli obiettivi di accessibilità delle pubbliche amministrazioni
nello sviluppo dei sistemi informatici, nonché l’introduzione delle problematiche rela-
tive all’accessibilità nei programmi di formazione del personale.
2. Le regioni, le province autonome e gli enti locali vigilano sull’attuazione da parte
dei propri uffici delle disposizioni della presente legge».

DECRETO MINISTERIALE 8 LUGLIO 2005


REQUISITI TECNICI E I DIVERSI LIVELLI PER L’ACCESSIBILITÀ AGLI STRUMENTI
23
INFORMATICI

IL MINISTRO PER L’INNOVAZIONE E LE TECNOLOGIE

Vista la legge 9 gennaio 2004, n. 4, recante disposizioni per favorire l’accesso dei sogget-
ti disabili agli strumenti informatici ed in particolare l’art. 11;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 1° marzo 2005, n. 75, recante regolamen-
to d’attuazione della legge 9 gennaio 2004, n. 4;

64 23 Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 183 dell’8 agosto 2005 e consultabile sul sito www.pub-
bliaccasso.gov.it

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Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 maggio 2005, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 117 dell’11 maggio 2005, recante delega di funzioni del
Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di innovazione e tecnologie al Ministro
senza portafoglio, dott. Lucio Stanca;
Visto il decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, recante norme in materia di siste-
mi informativi automatizzati delle amministrazioni pubbliche, a norma dell’art. 2,
comma 1, della legge 23 ottobre 1992, n. 421 e successive modificazioni ed inte-
grazioni;
Esperita la procedura di notifica alla Commissione europea di cui alla direttiva 98/34/CE
del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 giugno 1998, modificata dalla diretti-
va 98/48/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 luglio 1998, CE attuata
dalla legge 21 giugno 1986, n. 317, modificata dal decreto legislativo 23 novembre
2000, n. 427;

DECRETA

ART. 1
(Definizioni e ambito d’applicazione)

1. Ai fini del presente decreto s’intende per:


a) accessibilità: capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle
conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza dis-
criminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecno-
logie assistive o configurazioni particolari;
b) ambiente operativo: insieme di programmi e di interfacce utente che consentono
l’utilizzo delle risorse hardware e software disponibili sul computer;
c) applet: programma autonomo, in genere scritto in linguaggio Java, che può essere
inserito in una pagina Web per fornire informazioni o funzionalità;
d) applicazione: programma informatico che consente all’utente di svolgere specifici
compiti;
e) applicazione Internet: programma sviluppato adottando tecnologie Internet, in
particolare utilizzando il protocollo HTTP (HyperText Transfer Protocol) per il trasfe-
rimento dei dati e il linguaggio a marcatori (X)HTML (eXtensible HyperText Markup
Language) per la presentazione e la struttura dell’informazione;
f) browser: programma informatico che consente di accedere alle risorse presenti su
un sito Web;
g) CD-ROM (Compact Disc – Read Only Memory) e DVD (Digital Versatile Disc): parti-
colari tipi di supporto ottico di memorizzazione;
h) em: unità di misura tipografica che prende a riferimento la larghezza del carattere M;
i) esperto di fattori umani: soggetto in possesso di diploma di laurea, anche trienna-
le, comprendente un anno di formazione in discipline ergonomiche, quali ergono-
mia dell’ambiente, ergonomia dell’hardware, ergonomia cognitiva, macroergonomia,
che abbia svolto un tirocinio documentato di almeno un anno;
l) esperto di interazione con persone disabili: soggetto in possesso di diploma di
laurea, anche triennale, esperto di problematiche di comunicazione e di utilizzo delle 65
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che abbia maturato un’esperien-


za professionale biennale nel settore;
m) esperto tecnico: soggetto esperto in tecnologie Web e problematiche dell’accessibilità;
n) focus: elemento attivo in un’interfaccia utente;
o) fogli di stile: strumento per mezzo del quale è possibile separare i contenuti di una
pagina Web dalle modalità tipografiche con le quali essi vengono presentati;
p) frame: struttura di una pagina Web costituita da due o più parti indipendenti;
q) fruibilità: caratteristica dei servizi di rispondere a criteri di facilità e semplicità d’uso,
di efficienza, di rispondenza alle esigenze dell’utente, di gradevolezza e di soddisfa-
zione nell’uso del prodotto;
r) gestore di evento: parte di programma informatico che si attiva al verificarsi di un
evento logico o dipendente dal dispositivo di input;
s) gruppo di valutazione: gruppo di utenti, anche disabili, che svolgono compiti asse-
gnati dall’esperto di fattori umani per l’effettuazione della verifica soggettiva;
t) homepage: prima pagina che viene resa disponibile all’utente quando si accede a
un indirizzo corrispondente a un sito Web;
u) interattività: caratteristica del programma informatico che richiede l’intervento del-
l’utente per espletare le sue funzionalità;
v) interfaccia utente: programma informatico che gestisce l’output e l’input dell’uten-
te da e verso un computer in modo interattivo, realizzato attraverso una rappresen-
tazione basata su metafore grafiche (interfaccia grafica) oppure attraverso comandi
impartiti in modo testuale (interfaccia testuale);
z) interfaccia di programmazione (API, Application Program Interface): insieme
di programmi che consentono ad applicazioni diverse di comunicare tra loro;
aa) Internet: rete mondiale di computer basata sulla famiglia di protocolli di comunica-
zione TCP/IP (Transmission Control Protocol/Internet Protocol);
bb) Intranet: rete di computer basata sugli stessi protocolli di Internet, riservata all’uso
esclusivo di una organizzazione, o gruppo di utenti;
cc) legge: legge 9 gennaio 2004, n. 4, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 13 del 17
gennaio 2004, recante disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli
strumenti informatici;
dd) linguaggio a marcatori: modalità di rappresentazione delle informazioni che utiliz-
za indicatori (marcatori) per qualificare l’informazione stessa;
ee) moduli di interazione o form: strumenti mediante i quali l’utente interagisce con
il sito Web fornendo e ricevendo specifiche informazioni;
ff) pagina Web: elemento informativo di base di un sito Web, realizzato mediante un lin-
guaggio a marcatori che può contenere oggetti testuali e multimediali ed immagini;
gg) prodotti a scaffale: applicazioni preconfezionate da utilizzarsi anche senza svilup-
pare appositi programmi di adattamento;
hh) regolamento: decreto del Presidente della Repubblica 1 marzo 2005, n. 75, pubbli-
cato nella Gazzetta Ufficiale n. 101 del 3 maggio 2005;
ii) script: sequenza di istruzioni in linguaggio di programmazione che può essere inse-
66 rita in una pagina Web per fornire funzionalità aggiuntive;

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A L L E G AT I

ll) sito Web: insieme strutturato di pagine Web utilizzato per veicolare informazioni o
erogare servizi, comunemente definito anche sito Internet;
mm)task: compito specifico che l’esperto di fattori umani assegna ad un componente del
gruppo di valutazione per simulare situazioni concrete di interazione con il sistema
informatico;
nn) tecnologie assistive: strumenti e soluzioni tecniche, hardware e software, che per-
mettono alla persona disabile, superando o riducendo le condizioni di svantaggio,
di accedere alle informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici;
oo) tecnologie Web: insieme degli standard definiti dall’ISO e delle “Recommendation”
del Consorzio W3C finalizzato a veicolare informazioni o erogare servizi su reti che
utilizzano il protocollo http, comunemente definite anche tecnologie Internet;
pp) verifica tecnica: valutazione condotta da esperti, anche con strumenti informatici,
sulla base di parametri tecnici;
qq) verifica soggettiva: valutazione del livello di qualità dei servizi, già giudicati acces-
sibili tramite la verifica tecnica, effettuata con l’intervento del destinatario, anche
disabile, sulla base di considerazioni empiriche.

ART. 2
(Requisiti tecnici e livelli di accessibilità)

1. Il presente decreto definisce negli allegati A, B, C e D, che ne costituiscono parte inte-


grante, le linee guida recanti i requisiti tecnici e i diversi livelli per l’accessibilità, ai sensi degli
articoli 11 e 12 della legge e nel rispetto dei criteri e dei principi indicati dal regolamento.
2. Il primo livello di accessibilità dei siti Web è accertato previo esito positivo della veri-
fica tecnica che riscontra la conformità delle pagine dei medesimi siti ai requisiti tecnici
elencati nell’allegato A, applicando la metodologia ivi indicata.
3. I requisiti tecnici si applicano anche nei casi in cui i soggetti di cui all’articolo 3, comma
1 della legge forniscono informazioni o erogano servizi mediante applicazioni Internet
rese disponibili su reti Intranet o su supporti, come CD-ROM, DVD, utilizzabili anche in
caso di Personal Computer non collegato alla rete.
4. Il secondo livello di accessibilità riguarda la qualità delle informazioni fornite e dei ser-
vizi erogati dal sito Web e si articola in primo, secondo e terzo livello di qualità; tali livel-
li di qualità sono accertati con la verifica soggettiva attraverso i criteri di valutazione di
cui all’allegato B, applicando la metodologia ivi indicata.

ART. 3
(Accessibilità per i Personal Computer, l’ambiente operativo, le applicazioni e i prodotti a scaffale)

1. I requisiti di accessibilità per i Personal Computer sono indicati nell’allegato C.


2. I requisiti di accessibilità per l’ambiente operativo, le applicazioni ed i prodotti a scaf-
fale sono indicati nell’allegato D.
3. Il soggetto produttore o fornitore dichiara il livello di conformità del prodotto o servi-
zio ai requisiti di cui al presente articolo. 67
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

ART. 4
(Specifiche tecniche per la sussistenza dei requisiti dei soggetti valutatori)

1. Le persone giuridiche interessate alla iscrizione nell’elenco dei valutatori di cui all’articolo
3, comma 1 del regolamento presentano documentazione idonea a comprovare la disponibi-
lità di risorse strumentali tali da consentire l’effettuazione delle verifiche tecnica e soggettiva.
2. Le persone giuridiche di cui al comma 1 forniscono altresì elementi idonei a compro-
vare la disponibilità delle seguenti risorse professionali, anche se non legate alle medesi-
me da rapporto di lavoro dipendente:
a) esperto di fattori umani,
b) esperto tecnico,
c) esperto di interazione con i soggetti disabili,
d) gruppo di valutazione.

Art. 5
(Svolgimento delle verifiche e determinazione degli importi massimi dovuti dai soggetti privati)

1. Gli importi dovuti dai soggetti privati come corrispettivo per l’attività svolta dai valuta-
tori, sono determinati sulla base dei costi sostenuti per lo svolgimento della verifica tec-
nica e della verifica soggettiva.
2. Nella verifica tecnica l’esperto tecnico, applicando la metodologia di cui all’allegato A,
paragrafo 2:
a) svolge le attività previste alla lettera a) del medesimo paragrafo 2 su tutte le pagine del sito;
b) svolge le attività previste alle lettere b), c) e d) del medesimo paragrafo 2 sulla home
page, su tutte le pagine del sito direttamente raggiungibili dalla home page, su tutte le
tipologie di pagine che presentano form e di pagine di risposta, nonché su un cam-
pione statistico di pagine, non rientranti in quelle esaminate precedentemente, pari al
5% delle stesse;
c) redige il rapporto di cui alla lettera e) del medesimo paragrafo 2.
3. La verifica soggettiva consta delle attività, previste dalla metodologia di cui all’allegato
B, svolte dall’esperto in fattori umani, dall’esperto di interazione con le persone disabili
e dal gruppo di valutazione; il costo complessivo della verifica tiene anche conto dei
tempi di utilizzo delle tecnologie assistive impiegate.
4. Ai sensi dell’articolo 3, comma 5, lettera b) del regolamento, gli importi massimi dovu-
ti dai soggetti privati come corrispettivo per l’attività svolta dai valutatori sono riportati
nell’Allegato F che costituisce parte integrante del presente decreto.

ART. 6
(Logo attestante il possesso del requisito di accessibilità)

1. Il modello del logo e la corrispondenza tra il logo stesso, eventualmente corredato da


asterischi, ed il diverso livello di qualità del servizio sono indicati nell’Allegato E che costi-
68 tuisce parte integrante del presente decreto.

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
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ART. 7
(Utilizzo del logo)

1. La richiesta di autorizzazione ad esporre il logo viene presentata alla Presidenza del


Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie per via telematica
tramite il sito del Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione
(CNIPA), ai sensi dell’articolo 4, comma 3 del regolamento.
2. Ai fini del comma 1, i soggetti di cui all’art. 3, comma 1 della legge ed i soggetti privati
che intendono esporre il logo attestante il possesso del requisito di accessibilità sul proprio
sito Web si registrano preventivamente nell’apposita sezione del sito Web del CNIPA.
3. La richiesta di autorizzazione di cui al comma 1 è corredata dall’attestato di accessibi-
lità, in formato elettronico, relativo ad ogni pagina del sito esaminata, nonché da copia
statica, riferita al momento della valutazione, di tutte le pagine analizzate indicate all’ar-
ticolo 5, comma 2; il modello di attestato di accessibilità è disponibile, per i soggetti regi-
strati, nella citata sezione del sito Web del CNIPA.
4. Ai fini del rilascio o del rinnovo dell’autorizzazione ad esporre il logo, il CNIPA prov-
vede a:
a) predisporre una sezione del proprio sito Web per ricevere le richieste di registrazione;
b) acquisire la richiesta di autorizzazione di cui al comma 1 e la documentazione di
cui al comma 3;
c) costituire e tenere aggiornata la banca dati dei soggetti autorizzati ad esporre il logo,
dei codici elettronici di riconoscimento rilasciati agli stessi soggetti ai fini della registra-
zione e della documentazione inerente a ciascuna richiesta di autorizzazione;
d) riferire gli esiti dell’istruttoria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri –
Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie.
5. La Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’innovazione e le tecnolo-
gie, sulla base dei risultati dell’istruttoria di cui al presente articolo, rilascia l’autorizzazio-
ne all’utilizzo del logo, dandone comunicazione al soggetto richiedente.

ART. 8
(Rimborso delle spese amministrative sostenute dalla Presidenza del Consiglio dei
Ministri per le attività inerenti l’utilizzo del logo e le funzioni ispettive)

1. I soggetti privati che richiedono l’autorizzazione all’utilizzo del logo allegano alla
richiesta la ricevuta del versamento effettuato, anche in via telematica, quale rimborso
delle spese amministrative sostenute dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per le atti-
vità inerenti il rilascio dell’autorizzazione; l’importo del versamento è indicato
nell’Allegato F.
2. Ai sensi dell’articolo 7 del regolamento, in caso di riscontro di un livello di accessibi-
lità inferiore a quello del logo utilizzato sono a carico del soggetto privato i costi effetti-
vi dell’avvenuta ispezione, nonché una quota di partecipazione ai costi per l’espletamen-
to delle funzioni ispettive complessivamente svolte dal CNIPA sui soggetti privati; l’impor-
to della quota, comunque non superiore al doppio del costo effettivo dell’ispezione, è
indicato nell’Allegato F. 69
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

3. Con decreto del Ministro per l’innovazione e le tecnologie di natura non regolamenta-
re, gli importi di cui ai commi 1 e 2 sono aggiornati annualmente.

Il presente decreto è inviato ai competenti organi di controllo e pubblicato nella Gazzetta


Ufficiale della Repubblica italiana.

Roma, 8 Luglio 2005

IL MINISTRO PER L’INNOVAZIONE E LE TECNOLOGIE

ALLEGATO A

VERIFICA TECNICA E REQUISITI TECNICI DI ACCESSIBILITÀ DELLE APPLICAZIONI BASATE SU TECNO-


LOGIE INTERNET

1. Premessa
La definizione dei requisiti tecnici di accessibilità nonché l’articolazione delle attività pre-
viste per la verifica tecnica sono stabilite sulla base di:
a. quanto indicato nelle Recommendation del World Wide Web Consortium (W3C) ed
in particolare in quelle del progetto Web Accessibility Initiative (WAI);
b. standard definiti nel paragrafo 1194.22 della Sezione 508 del Rehabilitation Act degli USA;
c. standard e specifiche tecniche definite in materia di accessibilità dalla International
Organization for Standardization (ISO);
d. esperienze acquisite nell’ambito della Pubblica Amministrazione ed in particolare,
tra quelle già maturate, quelle relative all’attuazione della Circolare Aipa del 6 set-
tembre 2001 recante “Criteri e strumenti per migliorare l’accessibilità dei siti Web e
delle applicazioni informatiche a persone disabili” e della Direttiva del Presidente
del Consiglio dei Ministri 30 maggio 2002 per la conoscenza e l’uso del dominio
Internet “.gov.it” e l’efficace interazione del portale nazionale “italia.gov.it” con le
pubbliche amministrazioni e le loro diramazioni territoriali.

2. Metodologia per la verifica tecnica


La verifica tecnica si articola nelle seguenti attività:
a) riscontro, con sistemi di validazione automatica, della rispondenza alla sua definizio-
ne formale del linguaggio a marcatori utilizzato;
b) verifica dell’esperto tecnico sul corretto utilizzo semantico degli elementi e degli attri-
buti secondo le specifiche del linguaggio a marcatori impiegato, anche mediante l’uso
di strumenti semiautomatici di valutazione allo scopo di evidenziare problemi non
riscontrabili dalle verifiche automatiche;
c) esame della pagina con varie versioni di diversi browser grafici in vari sistemi opera-
tivi allo scopo di verificare che:
1. il contenuto informativo e le funzionalità presenti in una pagina siano gli stessi nei
vari browser;

70 2. la presentazione della pagina sia simile nei browser che supportano le tecnologie
indicate al requisito n. 1 di cui al paragrafo 4 del presente allegato;

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
A L L E G AT I

3. il contenuto informativo e le funzionalità della pagina siano ancora fruibili in caso


di disattivazione del caricamento delle immagini;
4. i contenuti informativi di eventuali file audio siano fruibili anche in forma testuale;
5. i contenuti della pagina siano fruibili in caso di utilizzo delle funzioni previste dai
browser per definire la grandezza dei caratteri;
6. la pagina sia navigabile con il solo uso della tastiera e l’impiego di una normale abilità;
7. i contenuti e le funzionalità della pagina siano ancora fruibili, anche in modalità
diverse, in caso di disattivazione di fogli di stile, script e applet ed altri oggetti di
programmazione;
8. i contenuti e le funzionalità continuino a essere disponibili con un browser testua-
le e i medesimi contenuti mantengano il proprio significato d’insieme e la corretta
struttura semantica;
d) verifica delle differenze di luminosità e di colore tra il testo e lo sfondo secondo i
seguenti algoritmi:
1. differenza di luminosità: calcolo della luminosità dei colori di testo e di sfondo con la
formula: ((Rosso X 299) + (Verde X 587) + (Blu X 114)) / 1000, in cui Rosso, Verde e
Blu sono i valori decimali dei colori; il risultato deve essere non inferiore a 125.
2. differenza di colore: calcolo della differenza di colore con la formula [Max (Rosso1,
Rosso2) - Min (Rosso1, Rosso2)] + [Max (Verde1, Verde2) - Min (Verde1, Verde2)] +
[Max (Blu1, Blu2) — Min (Blu1, Blu2)], in cui Rosso, Verde e Blu sono i valori deci-
mali dei colori e Max e Min il valore massimo e minimo tra i due presi in conside-
razione; il risultato deve essere non inferiore a 500;
e) redazione di un rapporto nel quale l’esperto tecnico indica la conformità, la non confor-
mità o l’eventuale non applicabilità di ogni singolo requisito della pagina esaminata.

3. Programmi di valutazione assistita


Sul mercato sono disponibili numerosi programmi in grado agevolare l’attività di verifica
tecnica dell’accessibilità dei siti Web. Tali programmi, in particolare, devono essere in
grado di garantire idonee prestazioni a supporto dell’attività dell’esperto tecnico. Degli
stessi non viene fornito un puntuale elenco nel presente Allegato; si segnalano, comun-
que, ai sensi dell’articolo 11, comma 1, lettera b) della legge n. 4 del 2004, il programma
automatico fornito dal W3C e i programmi indicati nella lista degli strumenti più diffusi
presente nella pagina Evaluation, Repair, and Transformation Tools for Web Content
Accessibility dello stesso sito del W3C.

4. Requisiti di accessibilità per i siti Internet


Per ciascun requisito viene indicato il numero d’ordine, l’enunciato, il riferimento ai
punti di controllo delle Web Content Accessibility Guidelines - versione 1.0 (WCAG
1.0) del W3C-WAI, nonché il riferimento agli standard definiti nella Sezione 508 del
“Rehabilitation Act”.
I punti di controllo del W3C-WAI e gli standard della Sezione 508 eventualmente
richiamati nei singoli requisiti, sono da intendersi soltanto come elementi di riferimen-
to, al fine di consentire un più facile riscontro con gli standard già impiegati e per faci- 71
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litare l’utilizzo degli strumenti informatici di valutazione della accessibilità attualmen-


te disponibili sul mercato.
L’espressione “In sede di prima applicazione”, presente nell’enunciato di alcuni requisiti,
consente di effettuare un percorso alternativo di adeguamento di siti pubblici particolar-
mente complessi.

ELENCO DEI REQUISITI DI ACCESSIBILITÀ PER I SITI INTERNET

Requisito n. 1
Enunciato: realizzare le pagine e gli oggetti al loro interno utilizzando tecnologie defi-
nite da grammatiche formali pubblicate nelle versioni più recenti disponibi-
li quando sono supportate dai programmi utente. Utilizzare elementi ed
attributi in modo conforme alle specifiche, rispettandone l’aspetto semanti-
co. In particolare, per i linguaggi a marcatori HTML (HypertText Markup
Language) e XHTML (eXtensible HyperText Markup Language):
a) per tutti i siti di nuova realizzazione utilizzare almeno la versione 4.01
dell’HTML o preferibilmente la versione 1.0 dell’XHTML, in ogni caso con
DTD (Document Type Definition - Definizione del Tipo di Documento)
di tipo Strict;
b) per i siti esistenti, in sede di prima applicazione, nel caso in cui non sia pos-
sibile ottemperare al punto a) è consentito utilizzare la versione dei linguag-
gi sopra indicati con DTD Transitional, ma con le seguenti avvertenze:
1. evitare di utilizzare, all’interno del linguaggio a marcatori con il quale
la pagina è realizzata, elementi ed attributi per definirne le caratteristi-
che di presentazione della pagina (per esempio, caratteristiche dei
caratteri del testo, colori del testo stesso e dello sfondo, ecc.), ricor-
rendo invece ai Fogli di Stile CSS (Cascading Style Sheets) per ottene-
re lo stesso effetto grafico;
2. evitare la generazione di nuove finestre; ove ciò non fosse possibile,
avvisare esplicitamente l’utente del cambiamento del focus;
3. pianificare la transizione dell’intero sito alla versione con DTD Strict del
linguaggio utilizzato, dandone comunicazione alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie e
al Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione.
Riferimenti WCAG 1.0: 3.1, 3.2, 3.5, 3.6, 3.7, 11.1, 11.2
Riferimenti Sec. 508: non presente
Requisito n. 2
Enunciato: non è consentito l’uso dei frame nella realizzazione di nuovi siti. In sede di
prima applicazione, per i siti web esistenti già realizzati con frame è consen-
tito l’uso di HTML 4.01 o XHTML 1.0 con DTD frameset, ma con le seguen-
ti avvertenze:
a) evitare di utilizzare, all’interno del linguaggio a marcatori con il quale la
pagina è realizzata, elementi ed attributi per definirne le caratteristiche di
presentazione della pagina (per esempio, caratteristiche dei caratteri del
testo, colori del testo stesso e dello sfondo, ecc.), ricorrendo invece ai Fogli
72 di Stile CSS (Cascading Style Sheets) per ottenere lo stesso effetto grafico;

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A L L E G AT I

b) fare in modo che ogni frame abbia un titolo significativo per facilitarne
l’identificazione e la navigazione; se necessario, descrivere anche lo
scopo dei frame e la loro relazione;
c) pianificare la transizione a XHTML almeno nella versione 1.0 con DTD
Strict dell’intero sito dandone comunicazione alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri – Presidenza del Consiglio dei Ministri –
Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie e al Centro nazionale per
l’informatica nella pubblica amministrazione.
Riferimenti WCAG 1.0: 12.1, 12.2
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (i)
Requisito n.° 3
Enunciato: fornire una alternativa testuale equivalente per ogni oggetto non di testo
presente in una pagina e garantire che quando il contenuto non testuale di
un oggetto cambia dinamicamente vengano aggiornati anche i relativi con-
tenuti equivalenti predisposti; l’alternativa testuale equivalente di un ogget-
to non testuale deve essere commisurata alla funzione esercitata dall’ogget-
to originale nello specifico contesto.
Riferimenti WCAG 1.0: 1.1, 6.2
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (a)
Requisito n.° 4
Enunciato: garantire che tutti gli elementi informativi e tutte le funzionalità siano dispo-
nibili anche in assenza del particolare colore utilizzato per presentarli nella
pagina.
Riferimenti WCAG 1.0: 2.1
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (c)
Requisito n.° 5
Enunciato: evitare oggetti e scritte lampeggianti o in movimento le cui frequenze di
intermittenza possano provocare disturbi da epilessia fotosensibile o distur-
bi della concentrazione, ovvero possano causare il malfunzionamento delle
tecnologie assistive utilizzate; qualora esigenze informative richiedano
comunque il loro utilizzo, avvertire l’utente del possibile rischio prima di
presentarli e predisporre metodi che consentano di evitare tali elementi.
Riferimenti WCAG 1.0: 7.1, 7.2, 7.3
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (j)
Requisito n.° 6
Enunciato: garantire che siano sempre distinguibili il contenuto informativo (fore-
ground) e lo sfondo (background), ricorrendo a un sufficiente contrasto (nel
caso del testo) o a differenti livelli sonori (in caso di parlato con sottofondo
musicale); evitare di presentare testi in forma di immagini; ove non sia pos-
sibile, ricorrere agli stessi criteri di distinguibilità indicati in precedenza.
Riferimenti WCAG 1.0: 2.2
Riferimenti Sec. 508: non presente 73
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Requisito n.° 7
Enunciato: utilizzare mappe immagine sensibili di tipo lato client piuttosto che lato ser-
ver, salvo il caso in cui le zone sensibili non possano essere definite con una
delle forme geometriche predefinite indicate nella DTD adottata.
Riferimenti WCAG 1.0: 9.1
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (f)
Requisito n.° 8
Enunciato: in caso di utilizzo di mappe immagine lato server, fornire i collegamenti di
testo alternativi necessari per ottenere tutte le informazioni o i servizi rag-
giungibili interagendo direttamente con la mappa.
Riferimenti WCAG 1.0: 1.2
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (e)
Requisito n.° 9
Enunciato: per le tabelle dati usare gli elementi (marcatori) e gli attributi previsti dalla
DTD adottata per descrivere i contenuti e identificare le intestazioni di righe
e colonne.
Riferimenti WCAG 1.0: 5.1, 5.5, 5.6
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (g)
Requisito n.° 10
Enunciato: per le tabelle dati usare gli elementi (marcatori) e gli attributi previsti nella
DTD adottata per associare le celle di dati e le celle di intestazione che
hanno due o più livelli logici di intestazione di righe o colonne.
Riferimenti WCAG 1.0: 5.2
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (h)
Requisito n.° 11
Enunciato: usare i fogli di stile per controllare la presentazione dei contenuti e organiz-
zare le pagine in modo che possano essere lette anche quando i fogli di stile
siano disabilitati o non supportati.
Riferimenti WCAG 1.0: 3.3, 6.1
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (d)
Requisito n.° 12
Enunciato: la presentazione e i contenuti testuali di una pagina devono potersi adatta-
re alle dimensioni della finestra del browser utilizzata dall’utente senza
sovrapposizione degli oggetti presenti o perdita di informazioni tali da ren-
dere incomprensibile il contenuto, anche in caso di ridimensionamento,
ingrandimento o riduzione dell’area di visualizzazione o dei caratteri rispet-
to ai valori predefiniti di tali parametri.
Riferimenti WCAG 1.0: 3.4
Riferimenti Sec. 508: non presente
Requisito n.° 13
Enunciato: in caso di utilizzo di tabelle a scopo di impaginazione, garantire che il conte-
74 nuto della tabella sia comprensibile anche quando questa viene letta in modo

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linearizzato e utilizzare gli elementi e gli attributi di una tabella rispettandone il


valore semantico definito nella specifica del linguaggio a marcatori utilizzato.
Riferimenti WCAG 1.0: 5.3, 5.4
Riferimenti Sec. 508: non presente
Requisito n.° 14
Enunciato: nei moduli (form), associare in maniera esplicita le etichette ai rispettivi con-
trolli, posizionandole in modo che sia agevolata la compilazione dei campi
da parte di chi utilizza le tecnologie assistive.
Riferimenti WCAG 1.0: 10.2, 12.4
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (n)
Requisito n.° 15
Enunciato: garantire che le pagine siano utilizzabili quando script, applet, o altri ogget-
ti di programmazione sono disabilitati oppure non supportati; ove ciò non
sia possibile fornire una spiegazione testuale della funzionalità svolta e
garantire una alternativa testuale equivalente, in modo analogo a quanto
indicato nel requisito n. 3.
Riferimenti WCAG 1.0: 6.3
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (l), 1194.22 (m)
Requisito n.° 16
Enunciato: garantire che i gestori di eventi che attivano script, applet o altri oggetti di
programmazione o che possiedono una propria specifica interfaccia, siano
indipendenti da uno specifico dispositivo di input.
Riferimenti WCAG 1.0: 6.4, 9.2, 9.3
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (l), 1194.22 (m)
Requisito n.° 17
Enunciato: garantire che le funzionalità e le informazioni veicolate per mezzo di oggetti di
programmazione, oggetti che utilizzano tecnologie non definite da grammati-
che formali pubblicate, script e applet siano direttamente accessibili.
Riferimenti WCAG 1.0: 8.1
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (l), 1194.22 (m)
Requisito n.° 18
Enunciato: nel caso in cui un filmato o una presentazione multimediale siano indispensabi-
li per la completezza dell’informazione fornita o del servizio erogato, predispor-
re una alternativa testuale equivalente, sincronizzata in forma di sotto-titolazione
o di descrizione vocale, oppure fornire un riassunto o una semplice etichetta per
ciascun elemento video o multimediale tenendo conto del livello di importanza
e delle difficoltà di realizzazione nel caso di trasmissioni in tempo reale.
Riferimenti WCAG 1.0: 1.3, 1.4
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (b)
Requisito n.° 19
Enunciato: rendere chiara la destinazione di ciascun collegamento ipertestuale (link) con
testi significativi anche se letti indipendentemente dal proprio contesto oppu- 75
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re associare ai collegamenti testi alternativi che possiedano analoghe caratteri-


stiche esplicative, nonché prevedere meccanismi che consentano di evitare la
lettura ripetitiva di sequenze di collegamenti comuni a più pagine.
Riferimenti WCAG 1.0: 13.1, 13.6
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (o)
Requisito n.° 20
Enunciato: nel caso che per la fruizione del servizio erogato in una pagina è previsto
un intervallo di tempo predefinito entro il quale eseguire determinate azio-
ni, è necessario avvisare esplicitamente l’utente, indicando il tempo massi-
mo consentito e le alternative per fruire del servizio stesso.
Riferimenti WCAG 1.0: 7.4, 7.5
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (p)
Requisito n.° 21
Enunciato: rendere selezionabili e attivabili tramite comandi da tastiere o tecnologie in
emulazione di tastiera o tramite sistemi di puntamento diversi dal mouse i col-
legamenti presenti in una pagina; per facilitare la selezione e l’attivazione dei
collegamenti presenti in una pagina è necessario garantire che la distanza ver-
ticale di liste di link e la spaziatura orizzontale tra link consecutivi sia di alme-
no 0,5 em, le distanze orizzontale e verticale tra i pulsanti di un modulo sia di
almeno 0,5 em e che le dimensioni dei pulsanti in un modulo siano tali da ren-
dere chiaramente leggibile l’etichetta in essi contenuta.
Riferimenti WCAG 1.0: non presente
Riferimenti Sec. 508: non presente
Requisito n.° 22
Enunciato: per le pagine di siti esistenti che non possano rispettare i suelencati requi-
siti (pagine non accessibili), in sede di prima applicazione, fornire il colle-
gamento a una pagina conforme a tali requisiti, recante informazioni e fun-
zionalità equivalenti a quelle della pagina non accessibile ed aggiornata con
la stessa frequenza, evitando la creazione di pagine di solo testo; il collega-
mento alla pagina conforme deve essere proposto in modo evidente all’ini-
zio della pagina non accessibile.
Riferimenti WCAG 1.0: 11.4
Riferimenti Sec. 508: 1194.22 (k)

ALLEGATO B

METODOLOGIA E CRITERI DI VALUTAZIONE PER LA VERIFICA SOGGETTIVA DELL’ACCESSIBILITÀ


DELLE APPLICAZIONI BASATE SU TECNOLOGIE INTERNET

1. Metodologia per la verifica soggettiva


La metodologia di verifica soggettiva delle applicazioni basate su tecnologie Internet si
articola in quattro principali fasi:
76 a) - Analisi da parte di uno o più esperti di fattori umani

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La valutazione da parte di uno o più esperti di fattori umani consiste essenzialmente nel
metodo della simulazione cognitiva attraverso il quale l’esperto definisce contesti, scopi
e modi di interazione dell’utente, presente nel gruppo di valutazione, con il sito e costrui-
sce scenari d’uso che simulano a livello cognitivo il comportamento dell’utente.
L’esperto di fattori umani conosce i servizi che il sito intende erogare, le informazioni che
può fornire, le azioni richieste all’utente per raggiungere tali obiettivi per mezzo dell’in-
terfaccia, nonché le informazioni sugli utenti potenziali e sulla esperienza e conoscenza
a loro richieste per interagire con il sito.
Questa parte della valutazione, in coerenza con quanto già effettuato in fase di progetta-
zione, è finalizzata ad assegnare a ciascuno dei criteri indicati, ove applicabili, un giudi-
zio su una scala crescente di valori da 1 a 5 in cui:
1 corrisponde a nessuna rispondenza dell’ambiente al criterio in esame;
2 corrisponde a poca rispondenza dell’ambiente al criterio in esame;
3 corrisponde a sufficiente rispondenza dell’ambiente al criterio in esame;
4 corrisponde a molta rispondenza dell’ambiente al criterio in esame;
5 corrisponde a moltissima rispondenza dell’ambiente al criterio in esame.

b) - Costituzione del gruppo di valutazione


La seconda parte della valutazione prevede la costituzione del gruppo di valutazione i cui
componenti disabili utilizzano le proprie tecnologie assistive; fanno parte del gruppo di
valutazione utenti rappresentativi dei diversi tipi di disabilità: sordità, ipovisione, daltoni-
smo, cecità, disabilità motoria agli arti superiori, distrofia spastica, disabilità cognitiva,
nonché soggetti appartenenti a diverse categorie di utenti interessate ad accedere al sito.
c) - Esecuzione dei task da parte del gruppo di valutazione
L’esecuzione dei task da parte dei componenti del gruppo di valutazione avviene sia in
contesti usuali (casa, ambiente di lavoro), sia in contesti appositamente costituiti (ambien-
te di laboratorio).
Il gruppo di valutazione esegue una serie di prove basate sulla interazione con l’ambien-
te. Le prove vengono svolte in forma libera, cioè senza compiti specifici, ovvero per
obiettivi, se eseguite secondo compiti specifici.
Nella esecuzione delle prove, il gruppo di valutazione è guidato dall’esperto di fattori umani.
Nel corso della navigazione libera, l’esperto raccoglie i commenti dell’utente, anche ver-
bali, e le osservazioni sul suo comportamento.
Nella prova su compiti specifici, l’esperto registra il tipo di compito, la quantità di tempo
impiegata per svolgerlo e gli eventuali errori commessi ed annota i commenti dell’utente
e le osservazioni sul suo comportamento.
d) - Valutazione dei risultati ed elaborazione del rapporto conclusivo
La verifica soggettiva si conclude con la predisposizione di un rapporto nel quale l’esperto
di fattori umani indica la valutazione su scale soggettive ricavata dalla simulazione cognitiva
dallo stesso effettuata, le proprie considerazioni sulle caratteristiche qualitative del sito, i dati
relativi alle prestazioni degli utenti in relazione ai compiti affidati: performance, commenti,
osservazioni comportamentali le risposte a questionari di valutazione compilati dagli utenti
la valutazione complessiva del livello di qualità raggiunto secondo il seguente schema:
1. valore medio complessivo minore di 2 = assenza di qualità;
2. valore medio complessivo maggiore o uguale a 2 e minore di 3 = primo livello di qualità; 77
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3. valore medio complessivo maggiore o uguale a 3 e minore di 4 = secondo livello di qualità;


4. valore medio complessivo maggiore o uguale a 4 = terzo livello di qualità.

2. Criteri di valutazione
I criteri essenziali su cui basare la verifica soggettiva dei siti web e delle applicazioni rea-
lizzate con tecnologie Internet sono:
1. percezione: informazioni e comandi necessari per l’esecuzione dell’attività devono
essere sempre disponibili e percettibili;
2. comprensibilità: informazioni e comandi necessari per l’esecuzione delle attività
devono essere facili da capire e da usare;
3. operabilità: informazioni e comandi devono consentire una scelta immediata della
azione adeguata per raggiungere l’obiettivo voluto;
4. coerenza: simboli, messaggi e azioni devono avere lo stesso significato in tutto
l’ambiente;
5. salvaguardia della salute (safety): l’ambiente deve possedere caratteristiche ido-
nee a salvaguardare il benessere psicofisico dell’utente;
6. sicurezza: l’ambiente deve possedere caratteristiche idonee a fornire transazioni e
dati affidabili, gestiti con adeguati livelli di sicurezza;
7. trasparenza: l’ambiente deve comunicare all’utente lo stato, gli effetti delle azioni
compiute e le informazioni necessarie per la corretta valutazione della dinamica del-
l’ambiente stesso;
8. apprendibilità: l’ambiente deve possedere caratteristiche di utilizzo di facile e rapi-
do apprendimento;
9. aiuto e documentazione: funzioni di aiuto, quali le guide in linea, e documenta-
zione relativa al funzionamento dell’ambiente devono essere di facile reperimento e
connesse al compito svolto dall’utente;
10. tolleranza agli errori: l’ambiente, pur configurandosi in modo da prevenire gli
errori, ove questi, comunque, si manifestino, deve fornire appropriati messaggi che
individuino chiaramente l’errore occorso e le azioni necessarie per superarlo;
11. gradevolezza: l’ambiente deve possedere caratteristiche idonee a favorire e mante-
nere l’interesse dell’utente;
12. flessibilità: l’ambiente deve tener conto delle preferenze individuali e dei contesti.

ALLEGATO C

REQUISITI TECNICI DI ACCESSIBILITÀ PER I PERSONAL COMPUTER DI TIPO DESKTOP E PORTATILI

Per ciascun requisito viene indicato il numero d’ordine, l’enunciato e il riferimento agli
78 standard definiti nella Section 508 del Rehabilitation Act.

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Requisito n.° 1
Enunciato: il computer deve potersi collegare mediante canali standard a sistemi di
accensione remota.
Riferimenti Sec. 508: non presente
Requisito n.° 2
Enunciato: i tasti e i pulsanti devono essere raggiungibili ed operabili con minima abi-
lità e con una forza massima di 2,3 Kg (pari a circa 22,2 N).
Riferimenti Sec. 508: 1194.26 a; 1194.23 (k2)
Requisito n.° 3
Enunciato: i tasti e i pulsanti devono essere tattilmente percepibili, senza necessità di
attivarli.
Riferimenti Sec. 508: 1194.26 a;1194.23 (k1)
Requisito n.° 4
Enunciato: in presenza della funzionalità di ripetizione dei tasti, l’intervallo di tempo sia
per la prima ripetizione che per le ripetizioni successive, deve essere confi-
gurabile in almeno 2 secondi.
Riferimenti Sec. 508: 1194.26 a;1194.23 (k3)
Requisito n.° 5
Enunciato: il diverso stato di attivazione dei tasti selezionati o bloccati deve essere per-
cepibile, oltre che visivamente, anche attraverso il tatto o l’udito.
Riferimenti Sec. 508: 1194.26 a;1194.23 (k4)
Requisito n.° 6
Enunciato: deve essere presente almeno una porta di comunicazione conforme agli
standard industriali.
Riferimenti Sec. 508: 1194.26 d
Requisito n.° 7
Enunciato: qualora venga utilizzata una forma di identificazione biometrica, deve esse-
re fornita una forma alternativa di identificazione.
Riferimenti Sec. 508: 1194.26 c

ALLEGATO D

REQUISITI TECNICI DI ACCESSIBILITÀ PER L’AMBIENTE OPERATIVO, LE APPLICAZIONE E I PRODOT-


TI A SCAFFALE

Per ciascun requisito viene indicato il numero d’ordine, l’enunciato, il riferimento agli
standard definiti nella Section 508 del Rehabilitation Act.
Requisito n.° 1
Enunciato: le funzioni previste dall’interfaccia utente devono poter essere attivate anche
attraverso comandi da tastiera nei casi in cui possa essere fornita una descri-
zione della funzione stessa o del risultato della sua esecuzione.
Section 508: 1194.21 (a) 79
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Requisito n.° 2
Enunciato: comandi e funzionalità dell’interfaccia utente non devono limitare o disabi-
litare le caratteristiche e le funzionalità di accessibilità dell’ambiente opera-
tivo documentate e rese disponibili dal produttore dell’ambiente stesso.
Section 508: 1194.21 (b)
Requisito n.° 3
Enunciato: l’applicazione deve rendere disponibili sufficienti informazioni, quali gli ele-
menti identificativi, le operazioni possibili e lo stato, sugli oggetti contenuti
nell’interfaccia utente affinché le tecnologie assistive possano identificarli
interpretandone le funzionalità.
Section 508: 1194.21 (d)
Requisito 4
Enunciato: nel caso di simboli grafici utilizzati per identificare controlli, indicatori di
stato o altri elementi di programma, il significato assegnato a tali simboli
deve essere coerente nell’ambito dell’intera applicazione, ivi compresa l’in-
terfaccia utente.
Section 508: 1194.21 (e)
Requisito 5
Enunciato: le informazioni di tipo testuale devono essere fornite utilizzando le funzio-
nalità dell’ambiente operativo previste per la visualizzazione del testo; in
particolare devono essere disponibili il contenuto testuale, la locazione del
punto di inserimento e gli attributi del testo.
Section 508: 1194.21 (f)
Requisito 6
Enunciato: l’applicazione che utilizza segnalazioni audio deve prevedere una funziona-
lità equivalente di tipo visivo, seguendo le eventuali convenzioni dell’am-
biente operativo.
Section 508: 1194.31 (c)
Requisito 7
Enunciato: per fornire informazioni, per indicare o per richiedere azioni non devono
essere utilizzati unicamente animazioni, elementi grafici o sonori e differen-
ze di colori.
Section 508: 1194.21 (i) (h)
Requisito 8
Enunciato: le applicazioni non devono sovrapporsi alle scelte effettuate dall’utente
riguardo a livelli di contrasto, colori ed altri attributi di visualizzazione.
Section 508: 1194.21 (g)
Requisito 9
Enunciato: l’interfaccia utente non deve contenere elementi di testo, oggetti o altri ele-
menti lampeggianti aventi una frequenza di intermittenza maggiore di 2Hz
e minore di 55Hz.
80 Section 508: 1194.21 (k)

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Requisito 10
Enunciato: l’elemento attivo “focus” di una interfaccia utente deve essere chiaramente
identificabile; la identificazione e la variazione del focus devono essere
segnalate a livello di interfaccia di programmazione (API) affinché le tecno-
logie assistive possano gestirle; vanno altresì adeguatamente segnalati gli
elementi che richiedono obbligatoriamente un’azione da parte dell’utente.
Section 508: 1194.21 (c)
Requisito 11
Enunciato: la documentazione di supporto al prodotto e le caratteristiche di accessibi-
lità devono essere rese disponibili anche in formato elettronico accessibile.
Section 508: 1194.41

ALLEGATO E

LOGO DI ACCESSIBILITÀ DEI SITI WEB E DELLE APPLICAZIONI REALIZZATE CON TECNOLOGIE
INTERNET

1. Logo senza asterischi


Consiste nella sagoma di un Personal Computer di colore terra di Siena unito a tre figu-
re umane stilizzate rispettivamente, da sinistra, di colore celeste, azzurro e amaranto le
quali fuoriescono dallo schermo a braccia levate.
Detto logo risponde al primo livello di accessibilità, legato alla conformità ai requisiti pre-
visti per la verifica tecnica.

2. Logo con asterischi


Consiste nello stesso disegno sopra descritto con l’aggiunta di asterischi; esso garantisce
la conformità ai requisiti della verifica tecnica e l’ulteriore livello di qualità raggiunto dal
sito a seguito dell’esito positivo della verifica soggettiva, secondo quanto previsto
nell’Allegato B, paragrafo 1.
Tale livello di qualità è indicato da uno, due o tre asterischi riportati nella parte del logo
raffigurante la tastiera del Personal Computer.
In particolare:
a) logo che riporta nella parte raffigurante la tastiera un solo asterisco:
corrisponde al livello di accessibilità che attesta il superamento della verifica tecnica e l’at-
tribuzione, a conclusione della verifica soggettiva, di un valore medio complessivo pari
o maggiore di 2 e minore di 3;

81
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b) logo che riporta nella parte raffigurante la tastiera due asterischi:


corrisponde al livello di accessibilità che attesta il superamento della verifica tecnica e
l’attribuzione, a conclusione della verifica soggettiva, di un valore medio complessivo
maggiore o uguale a 3 e minore di 4;

c) logo che riporta nella parte raffigurante la tastiera tre asterischi:


corrisponde al livello di accessibilità che attesta il superamento della verifica tecnica e
l’attribuzione, a conclusione della verifica soggettiva, di un valore medio complessivo
maggiore o uguale a 4.

ALLEGATO F
IMPORTI MASSIMI DOVUTI DAI SOGGETTI PRIVATI COME CORRISPETTIVO PER L’ATTIVITÀ SVOLTA
DAI VALUTATORI

1. Gli importi massimi per l’anno 2005 dovuti dai soggetti privati come corrispettivo per
l’attività svolta dai valutatori, sono:
euro 900,00 per le attività di verifica tecnica di cui all’Allegato A, paragrafo 2; lettere a) ed e);
euro 22,00 per ciascuna pagina, per le attività di verifica tecnica di cui all’Allegato A,
paragrafo 2; lettere b), c) e d);
euro 8.980,00 per la verifica soggettiva di un sito.

2. L’importo dovuto all’Erario da parte dei soggetti privati quale rimborso delle spese
amministrative sostenute dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’attività inerenti
il rilascio dell’autorizzazione di cui all’articolo 4, comma 1 del DPR, per l’anno 2005, è
stabilito in euro 500,00.
3. L’importo dovuto all’Erario dai soggetti privati in caso di riscontro, effettuato ai sensi
dell’articolo 7, comma 2 del DPR, di un livello di accessibilità inferiore a quello del logo
utilizzato, è pari ai costi effettivi dell’avvenuta ispezione determinati sulla base degli
importi definiti al comma 1, maggiorati di una quota di partecipazione ai costi per l’esple-
tamento delle funzioni ispettive complessivamente svolte dal CNIPA sui soggetti privati;
tale quota, per l’anno 2005, è stabilita nella misura del 75%.
4. Con decreto del Ministro per l’innovazione e le tecnologie di natura non regolamenta-
re, gli importi di cui ai commi 1 e 2 e la percentuale di cui al comma 3 sono aggiornate
entro il mese di febbraio di ciascun anno.

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N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
A L L E G AT I

DELIBERAZIONE CNIPA 15 SETTEMBRE 2005


ISTITUZIONE DELL’ELENCO DEI VALUTATORI DI CUI ALL’ART.
3, COMMA 1, DEL
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1° MARZO 2005, N. 75, E DEFINI-
ZIONE DELLE MODALITÀ TECNICHE PER LA TENUTA (DELIBERAZIONE N.
25/2005)24

IL COLLEGIO
Vista la legge 9 gennaio 2004, n. 4, recante “Disposizioni per favorire l’accesso dei sog-
getti disabili agli strumenti informatici” ed in particolare l’articolo 11;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 1 marzo 2005, n. 75 recante
“Regolamento di attuazione della legge 9 gennaio 2004, n. 4, per favorire l’accesso
dei soggetti disabili agli strumenti informatici”;
Visto il decreto del Ministro per l’innovazione e le tecnologie dell’8 luglio 2005 “Requisiti
tecnici e i diversi livelli per l’accessibilità agli strumenti informatici”, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 183 dell’8 agosto 2005;
Visto il decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, recante “Norme in materia di sistemi
informativi automatizzati delle amministrazioni pubbliche, a norma dell’art. 2, comma
1, lettera mm), della legge 23 ottobre 1992, n. 421”;

DELIBERA:

ART. 1
Definizioni
1. Ai fini della presente delibera si intende per:
a. “legge”, la legge 9 gennaio 2004, n. 4;
b. “regolamento”, il decreto del Presidente della Repubblica 1 marzo 2005, n. 75;
c. “decreto”, il decreto del Ministro per l’innovazione e le tecnologie dell’8 luglio 2005
“Requisiti tecnici e i diversi livelli per l’accessibilità agli strumenti informatici”, pub-
blicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana 8 agosto 2005, n. 183;
d. “CNIPA”, il Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione;
e. “elenco”, l’elenco di cui all’art. 3 del regolamento.

2. Sempre ai fini della presente deliberazione, si applicano le definizioni di cui alla legge,
al regolamento ed al decreto.

ART. 2
Istituzione dell’elenco pubblico dei valutatori
1. È istituito presso il Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione
l’elenco pubblico dei valutatori di cui all’art. 3, comma 1, del regolamento.

24 Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 220 del 21 settembre 2005. 83


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IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

ART. 3
Richiesta di iscrizione all’elenco
1. Ai sensi dell’art. 3, comma, 2, del regolamento, possono essere iscritte all’elenco esclu-
sivamente persone giuridiche.
2. Le persone giuridiche interessate all’iscrizione nell’elenco presentano apposita richie-
sta al CNIPA, dimostrando di possedere i seguenti requisiti:
a) garanzia di imparzialità ed indipendenza nell’esercizio delle proprie attività;
b) disponibilità di una adeguata strumentazione per l’applicazione delle metodologie
di verifica tecnica e di verifica soggettiva di cui all’articolo 1, comma 1, rispettiva-
mente lettere d) ed e), del regolamento;
c) disponibilità di figure professionali esperte nelle suddette metodologie di verifica e
di figure idonee ad interagire con i soggetti con specifiche disabilità.
3. Al fine di comprovare il possesso dei requisiti di cui alla lettera a) del punto 2, il richie-
dente allega alla domanda di iscrizione una dichiarazione, sottoscritta dal legale rappre-
sentante, con la quale il richiedente medesimo si impegna:
a. a non esprimere valutazioni su siti o servizi dallo stesso realizzati;
b. a non esprimere valutazioni in tutti i casi in cui queste possano avere un’incidenza
specifica su interessi propri del valutatore o di soggetti allo stesso collegati da rap-
porti societari;
c. una volta effettuata la valutazione, a non fornire, nell’arco dei ventiquattro mesi
successivi, attività di implementazione sui siti o servizi per i quali sia stato incarica-
to di esprimere la valutazione stessa.
4. Al fine di comprovare il possesso dei requisiti di cui alla lettera b) del punto 2, il richie-
dente allega alla domanda di iscrizione idonea documentazione e/o apposita dichiarazione
che dimostri analiticamente la disponibilità di risorse strumentali tali da consentire la effet-
tuazione delle verifiche tecnica e soggettiva di cui all’articolo 1, comma 1, rispettivamente,
lettere d) ed e), del regolamento e come specificate agli articoli 2 e 5 del decreto. Sia la docu-
mentazione che la dichiarazione sono sottoscritte dal legale rappresentante del richiedente.
5. Al fine di comprovare il possesso dei requisiti di cui alla lettera c) del punto 2, il richie-
dente allega alla domanda di iscrizione una relazione, sottoscritta dal legale rappresen-
tante, che deve contenere almeno i seguenti elementi:
a. descrizione della struttura organizzativa per quanto riguarda le funzioni di verifiche
tecnica e soggettiva;
b. il profilo delle risorse professionali di cui all’art. 4, comma 2, del decreto e delle even-
tuali ulteriori risorse, anche se non legate al richiedente da rapporto di lavoro dipen-
dente, impiegate per lo svolgimento delle verifiche tecnica e soggettiva, corredato da
un’adeguata descrizione dell’esperienza maturata dalle citate risorse professionali; tale
profilo dovrà essere idoneo ad attestare il possesso della competenza e dell’esperien-
za rispettivamente richieste dall’art. 1, comma 1, lettere i), l) e m) del decreto.

ART. 4
Modalità di esame delle domande

84 1. L’istruttoria delle domande di iscrizione all’elenco e della relativa documentazione sarà


svolta a cura dei competenti uffici del CNIPA.

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
A L L E G AT I

2. Al termine dell’istruttoria sulla richiesta di iscrizione nell’elenco, sarà adottata dal CNIPA,
entro novanta giorni dalla data di presentazione della richiesta medesima, su proposta for-
mulata dal componente designato, motivata deliberazione di accoglimento o di reiezione.
3. Il termine di cui al precedente comma può essere sospeso una sola volta entro trenta
giorni dalla data di presentazione della domanda, esclusivamente per la motivata richie-
sta di documenti e informazioni che integrino o completino la documentazione presen-
tata e che non siano già nella disponibilità del CNIPA o che questo non possa acquisire
autonomamente. In tal caso, il termine riprende a decorrere dalla data di ricezione della
documentazione integrativa.
4. Il soggetto, la cui domanda di iscrizione sia stata oggetto di provvedimento di reiezio-
ne, non può presentare una nuova istanza se non siano trascorsi almeno sei mesi dalla
data di comunicazione del provvedimento stesso e, comunque, prima che siano cessate
le cause che hanno determinato il non accoglimento della precedente domanda.
5. Eventuali richieste di delucidazioni e/o chiarimenti potranno essere inoltrate al CNIPA
– Area Regolazione e formazione – Ufficio Accessibilità sistemi informatici – Via Isonzo
21 B – 00198 – Roma.
6. Il CNIPA si riserva di richiedere integrazioni alla documentazione presentata e di effet-
tuare le opportune verifiche su quanto dichiarato.

ART. 5
Verifica del possesso dei requisiti
1. Al verificarsi di ogni variazione dei requisiti di cui all’art. 3, comma 2, del regolamen-
to e, comunque, entro il 31 dicembre di ciascun anno, il valutatore deve confermare per
iscritto al CNIPA la permanenza dei requisiti per l’esercizio dell’attività di valutazione.
2. Per l’esercizio delle attività di verifica e controllo previste dalla presente deliberazione, il
CNIPA può corrispondere con tutte le amministrazioni nonché con i soggetti iscritti nell’e-
lenco e chiedere ad essi notizie ed informazioni utili allo svolgimento dei propri compiti.

ART. 6
Cancellazione dall’elenco
1. Il venir meno di uno o più requisiti tra quelli indicati all’art. 3, comma 2, del regolamen-
to è causa di cancellazione dall’elenco. La cancellazione è altresì disposta nel caso di viola-
zione degli obblighi assunti dal valutatore ai sensi dell’art. 3, comma 3, del regolamento.
2. Nei casi di cui al comma precedente, il CNIPA comunica al valutatore, con lettera racco-
mandata con avviso di ricevimento, che intende procedere, trascorsi trenta giorni dalla rice-
zione della comunicazione da parte del valutatore medesimo, alla cancellazione dello stes-
so dall’elenco; l’interessato può presentare proprie memorie al riguardo. Il CNIPA provvede
altresì a dare adeguata pubblicità dell’avvenuta cancellazione sul proprio sito Internet.

ART. 7
Modalità tecniche per la tenuta dell’elenco
1. L’elenco è predisposto e tenuto aggiornato a cura del CNIPA ed è consultabile in via
telematica sul sito Internet del CNIPA medesimo. 85
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

2. Le modalità tecniche per la tenuta dell’elenco, anch’esse consultabili in via telematica


sul sito Internet del CNIPA, sono come di seguito stabilite:
a. l’elenco è pubblicato in un’apposita sezione del sito Internet del CNIPA;
b. nell’elenco sono riportati, in ordine alfabetico, i valutatori iscritti e sono fornite
altresì le seguenti informazioni per ciascun valutatore:
1. denominazione;
2. data di iscrizione;
3. sede legale;
4. sede operativa (se diversa dalla sede legale);
5. recapito telefonico e/o fax;
8. indirizzo di posta elettronica;
9. eventuale sito Internet di riferimento;
10. eventuale data di cancellazione dall’elenco

3. Il CNIPA si riserva di adottare modalità alternative di consultazione, come la suddivi-


sione dei valutatori per regione in base alla loro sede operativa.
4. L’elenco è redatto e aggiornato sul sito in conformità ai requisiti di accessibilità di cui
al decreto.

La presente deliberazione trova applicazione dal giorno successivo alla sua pubblicazio-
ne nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Roma, 15 settembre 2005

Il Presidente: ZOFFOLI

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N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
ALLEGATO 2

Elementi di informazione sulla disabilità tratti


dai rapporti Istat

In base alle stime ottenute dall’indagine sulla salute e il ricorso ai servizi sanitari, emer-
ge che in Italia le persone con disabilità sono 2.615.000, pari al 5% circa della popola-
zione di età superiore a 6 anni che vive in famiglia25.
La stima si basa su un criterio molto restrittivo di disabilità, quello secondo cui vengono
considerate persone con disabilità unicamente quelle che, nel corso dell’intervista, hanno
riferito una totale mancanza di autonomia per almeno una funzione essenziale della vita
quotidiana. Se si considera una definizione più ampia, riferita alle persone che abbiano
manifestato un’apprezzabile difficoltà nello svolgimento di una o più di queste funzioni,
la stima sale a 6.980.000 individui, pari al 13% della popolazione sopra detta, un dato in
linea con quello rilevato nei principali paesi industrializzati.
Il numero di persone disabili in età da lavoro, cioè nella classe d’età compresa fra i 15 e i 64
anni, ammonterebbe a 584.000 unità, delle quali oltre il 55% donne. In accordo ai risultati
della Rilevazione trimestrale sulle forze di lavoro26, 577.000 sarebbero coloro che denunciano
una qualche riduzione continuativa nell’autonomia della vita quotidiana, in concomitanza con
un problema di salute o un handicap, che dura da più di sei mesi o che essi pensano possa
durare per più di sei mesi. Il 37,6% di queste persone apparterrebbe alla classe d’età fra i 15
e i 44 anni, mentre il restante 62,4 alla classe 45-64. Accanto a questo gruppo, comparirebbe-
ro ben 1.951.000 persone che, pur denunciando un problema di salute o un handicap, che
dura da più di sei mesi o che pensano possa durare per più di sei mesi, non sperimentano
difficoltà oppure solo difficoltà saltuarie nelle attività di tutti i giorni. In questo secondo caso,
il 31,9% di essi apparterrebbe alla classe 15-44 ed il restante 68,1% a quella 45-64.
Il tasso di disabilità si distribuisce in maniera molto differente fra le varie aree della
Penisola ed oscilla da un massimo del 68,9 per mille in Sicilia ad un minimo del 35,5 nella
Provincia Autonoma di Bolzano.
L’ultimo studio dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) fa il punto sull’integrazione
sociale e lavorativa: ne risulta una fotografia molto interessante sui temi della partecipa-
zione sociale, dell’istruzione e della presenza di barriere architettoniche.

25 Istat, Le condizioni di salute della popolazione. Indagine Multiscopo sulle famiglie “Condizioni di salute e ricorso ai ser-
vizi sanitari”. Anni 1999-2000, Istat, Roma, 2001.
26 Istat, Rilevazione trimestrale sulle forze di lavoro, Istat, Roma, 2002. Nell’Indagine sono stati definiti diversi livelli di
riduzione di autonomia. Le persone che hanno un problema di salute con riduzione di autonomia continuativa sono
coloro che hanno un problema di salute o un handicap, che dura da più di sei mesi o che pensano possa durare per più
di sei mesi, che crea difficoltà in modo continuativo al punto di chiedere l’aiuto di altre persone. Le persone che hanno
un problema di salute senza riduzione o con riduzione di autonomia saltuaria, sono coloro che, pur avendo un proble-
ma di salute o un handicap, che dura da più di sei mesi o che pensano possa durare per più di sei mesi, non hanno dif-
ficoltà oppure hanno difficoltà in modo saltuario nelle attività di tutti i giorni. Il terzo gruppo è composto da coloro
che non hanno alcun problema di salute o di handicap. 87
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

Solo il 26,5 per cento degli intervistati risulta occupato e oltre la metà non ha usufruito di
alcun tipo di intrattenimento nei 12 mesi precedenti l’indagine. La metà delle persone con
disabilità lamenta risorse economiche scarse o insufficienti, il 91,5% di esse vive in famiglia
e poco più di un terzo intrattiene relazioni assidue con amici o parenti non conviventi.
Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine sull’integrazione sociale delle persone disabili
condotta dall’ISTAT nel corso del 2004 e pubblicata il 4 luglio 2005. Realizzato nell’ambi-
to del progetto “Sistema di informazione statistica sulla disabilità”, lo studio ha coinvolto
un campione di 1.632 persone tra i 4 e i 67 anni, rappresentativo di una popolazione di
1 milione 641 mila individui nella stessa fascia d’età.
Relazioni familiari e amicali, istruzione, lavoro, tempo libero, partecipazione sociale, barriere
architettoniche: queste le macro aree sulle quali si è maggiormente concentrata l’analisi, dalla
quale emerge un quadro relativamente positivo, seppure con diverse criticità. Il 9% delle per-
sone disabili, ad esempio, vive senza il potenziale supporto di conviventi senza disabilità,
mentre si osserva una tendenza a rimanere nella famiglia di origine più spesso di quanto gene-
ralmente accada (resta in casa con i genitori il 26,9% delle persone disabili con età compresa
tra i 35 e i 49 anni, percentuale che scende al 7,3% rispetto al complesso della popolazione
della stessa fascia d’età). Poco più di un terzo delle persone disabili, inoltre, intrattiene rela-
zioni assidue con persone non conviventi, mentre il 16,6% ha contatti poco frequenti. Una
situazione di maggior svantaggio relazionale si osserva tra le persone con disabilità più grave,
mentre circa il 13% delle persone intervistate riferisce di aver avuto bisogno - nei tre mesi pre-
cedenti la rilevazione - di aiuti di cui non ha usufruito (in oltre la metà dei casi ciò è accadu-
to per problemi di carattere economico, nel 18,3 % per mancanza di strutture).
Passando dal tema dell’integrazione sociale a quello dell’integrazione scolastica, i dati
confermano la tendenza ad inserire i ragazzi con disabilità in scuole normali: il 92,8%
delle persone con disabilità che frequentano corsi scolastici non è infatti inserito in clas-
si speciali, mentre il 18% degli gli studenti con disabilità di tipo motorio o visivo frequen-
ta una scuola con barriere che possono rendere difficile o addirittura impossibile l’acces-
so. Il 32,7% degli iscritti usufruisce infine di un insegnante di sostegno.
Segnali relativamente positivi, poi, in tema di inserimento lavorativo. Tra le persone con disa-
bilità, il 26,5% è occupato in organizzazioni private (56,1%) o pubbliche (il 36,6 %), ma solo
l’82,3 % degli occupati dichiara di avere un contratto a tempo indeterminato, a fronte dell’87%
che si registra invece nel complesso della popolazione della stessa fascia d’età. Scoraggianti
i dati relativi ad altri aspetti: se il 14,6% del campione intervistato dichiara di essere stato vit-
tima di discriminazioni sul lavoro, solo il 27,7% si dichiara soddisfatto per il suo guadagno.
Significativi, poi, i dati relativi all’impiego del tempo libero da parte delle persone con
disabilità: se è vero infatti che il rapporto con i mezzi di comunicazione e l’abitudine alla let-
tura non si discostano molto da quanto si osserva per il totale della popolazione, è altrettan-
to certo che l’utilizzo del computer, la fruizione di alcuni tipi di spettacoli e la pratica di sport
risultano decisamente meno diffusi. La fruizione di intrattenimenti, in particolare, diminuisce
al crescere dell’età ed è ulteriormente inferiore al Sud e tra le persone con titolo di studio
più basso. Oltre la metà delle persone intervistate (50,6%) dichiara infine di non aver fruito
di nessun tipo di intrattenimento nei 12 mesi precedenti la rilevazione. Una percentuale che
raggiunge il 58,8% tra le persone con disabilità più grave.
Resta un problema, infine, la presenza di barriere architettoniche: oltre i due terzi delle

88 persone intervistate hanno evidenziato come non siano ancora stati installati dei disposi-
tivi per il superamento dei gradini di accesso alla loro abitazione.

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
ALLEGATO 3

Relazione della segreteria tecnico-scientifica


sull’editoria accessibile

PREMESSA
Un documento digitale, e quindi anche un testo scolastico, si definisce accessibile quan-
do ogni sua parte (oggetto), testi, immagini, didascalie, tabelle, formule e così via, è facil-
mente individuabile da un sistema informatico.
Un formato è l’insieme delle regole con cui le parti (oggetti) di un documento vengono
aggregate al fine di una comunicazione.
Un documento è fruibile quando le regole con cui vengono aggregate le sue parti con-
sentono all’utente l’efficiente ed efficace impiego del documento stesso.
Un formato è pubblico quando le regole per il riconoscimento delle parti e per la loro
aggregazione sono disponibili per chiunque. È invece proprietario quando sono note solo
al suo ideatore. Esempi di formati pubblici sono il Rich Text Format (RTF), lo Hyper Text
Markup Language (HTML), l’eXtensible Markup Language (XML). Sono invece proprieta-
ri i formati come il .doc di Word, l’Xpress o il .lit di Microsoft Reader.

EDITORIA ACCESSIBILE PER I DISABILI

REQUISITI NECESSARI PER TIPO DI DISABILITÀ

Al fine di adattare un documento ad esigenze diverse da quelle degli utenti per cui il
documento stesso è stato progettato è necessario poter agire, sia in termini legali sia in
termini tecnici, sulle regole con cui questo è stato originariamente composto.
Lo scopo della legge è quello di rendere disponibili tutti i testi in un formato pubblico, a
cominciare da quelli adottati nella scuola dell’obbligo. Ipotizzando un raggiungimento
graduale di questo obiettivo gli scenari possibili sono tre:
a) la casa editrice inizialmente possiede il documento organizzato soltanto secondo un
formato proprietario non trasformabile in uno pubblico (è, per esempio, il caso del
.lit). In questo caso il documento dovrà essere reimpostato ed i costi relativi saran-
no a carico della struttura incaricata della conversione;
b) gli editori forniscono i testi in un formato proprietario riconvertibile in uno pubblico.
In questo caso il lavoro di conversione, a carico delle istituzioni predisposte, non è
altrettanto gravoso ma deve tener conto dei costi per l’istallazione del software pro-
prietario con cui il documento è stato composto e dell’istruzione degli operatori neces-
saria al suo utilizzo finalizzato alla conversione nel formato pubblico; 89
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

c) gli editori forniscono la versione informatica del libro già organizzata secondo un for-
mato pubblico. È questo il caso preferibile perché richiederebbe un semplice adatta-
mento del documento, processo che talvolta potrebbe essere reso del tutto automati-
co attraverso opportuno software. Anche nel caso in cui sia necessario l’intervento
umano, a carico dell’istituzione intermediaria resterebbe solo la realizzazione di auto-
matismi che consentano all’insegnante, o al disabile stesso, di scomporre il documen-
to nelle sue parti elementari per poi riassemblarlo secondo le specifiche esigenze.

Gli utilizzatori, in particolare gli studenti disabili, interessati ad avere libri in formato elet-
tronico strutturato o accessibile, sono portatori di necessità diverse che possono essere
riassunte, in prima approssimazione, secondo il seguente schema:

TIPO DI DISABILITÀ CARATTERISTICHE DEL FILE

- accessibile agli screen reader


ciechi - trasferibile per la stampa braille e per la gestione delle
esercitazioni al computer

- possibilità di ingrandire i caratteri, di reimpostare la pagina


(evitando zoom fissi), di gestire esercitazioni al computer
ipovedenti - con porzioni di testo stampabili a caratteri ingranditi
- riconoscibile dalla sintesi vocale associata al software
ingrandente

- possibilità di “sfogliare” il testo in modo alternativo


mediante tecnologie assistive che permettono di sostituire
gravi minorazioni motorie agli arti superiori tastiera e mouse (esempio: periferiche particolari, coman-
di vocali…)
- esercitazioni gestibili

- lettura visiva sostenuta da sintesi vocale che agevoli la


dislessici
comprensione del testo

- adattamento che richiede la manipolazione del documen-


to, sia nel contenuto che nella formattazione. Sono impor-
difficoltà cognitive o linguistico-lessicali tanti quei programmi che permettono l’apprendimento
(esempio: sordi) della lingua o della matematica tramite sequenze preordi-
nate ed uso di immagini

audiolesi - sottotitolazione

A questo schema di riferimento occorre aggiungere le seguenti considerazioni:


• i libri di testo per le scuole richiedono di norma un formato aperto, liberamente
manipolabile dall’utente, sia alunno sia insegnante di sostegno;
• esistono discipline con particolari esigenze di grafica o formattazione (ad esem-
pio: matematica, chimica, musica, greco...) per le quali non è agevole produrre
una versione testuale equivalente. Per alcuni tipi di disabilità (ad esempio quella
motoria) potrà essere funzionale una versione in un formato che riporta a video
la pagina stampata, come il Pdf. Sono in corso ricerche per rendere accessibili e
convertibili per i disabili visivi alcuni formati tecnici, come il Type Setting

90 Extension (TeX) o il Leslie Lamport Advanced TeX (LaTeX), per cui le soluzioni
sono attualmente in divenire.

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
A L L E G AT I

ADATTAMENTO DEL LIBRO DI TESTO IN FORMATO DIGITALE

Oltre che tecnicamente “accessibile” un libro di testo in formato digitale deve essere real-
mente fruibile da parte dell’alunno destinatario; non solo accessibilità, quindi, ma anche
usabilità, comprensibilità, semplicità di navigazione.
Ciò significa che, quando viene usato come strumento di lavoro dell’alunno, il testo deve
essere adattato in modo da consentirne l’uso autonomo ed efficiente.
In particolare:
• per tutti deve essere attivata e riconoscibile la struttura gerarchica del testo (ad
esempio organizzazione in parti, capitoli, paragrafi...) con idonei strumenti di sele-
zione e navigazione;
• per i disabili visivi vanno riorganizzati e collegati in modo logico al testo principale
tutti gli oggetti secondari della pagina ad esempio: note, riquadri, schemi, tabelle...;
• per i ciechi va inserita una descrizione testuale delle immagini. L’approfondimento
di questa descrizione dipenderà dall’importanza dell’immagine, dalla sua funzione
informativa e dalla quantità di informazioni fornita dalla didascalia originale.

L’adattamento può non essere necessario. Infatti:


• non serve se il testo viene sempre elaborato dall’insegnante di sostegno prima di
fornirlo all’alunno;
• non serve per alcuni studenti più adulti, esperti ed esigenti, che preferiscono esegui-
re da soli l’adattamento del testo, in base alle loro preferenze o al loro stile di lavoro.

L’adattamento può essere una operazione delicata e complessa, soprattutto in presenza


di testi dall’impaginazione molto articolata e variamente strutturata (cosa abbastanza fre-
quente con certe discipline e certi ordini di scuola). Indipendentemente da chi svolgerà
questo compito, sarebbe auspicabile un coordinamento a livello nazionale per evitare che
lo stesso lavoro venga eseguito più volte, da persone diverse, sullo stesso libro.

TUTELA DEL DIRITTO D’AUTORE

Analogamente a quanto già accade per i testi a stampa e per l’editoria musicale o cine-
matografica, non esistono oggi sistemi di protezione che possano impedire la riproduzio-
ne illecita dei documenti elettronici garantendo contemporaneamente la loro piena acces-
sibilità e fruibilità secondo le esigenze descritte sopra.
La tutela del diritto d’autore dovrà basarsi soprattutto sul controllo delle procedure di dis-
tribuzione e sulla diretta assunzione di responsabilità di chi riceve i file (dirigente scola-
stico, famiglia). Un sistema simile è già adottato, con piena soddisfazione degli editori,
per la distribuzione di libri elettronici per i non vedenti da parte di alcune delle maggio-
ri organizzazioni nazionali: Biblioteca dei Ciechi di Monza, Istituto Cavazza di Bologna,
Fondazione Galiano di Catanzaro.
Esiste peraltro la possibilità di rendere identificabile ogni singola copia del file di testo in
modo da poter ricostruire il percorso distributivo in caso di uso improprio. Anche se
restano da valutare gli impatti d’immagine, un accorgimento di questo tipo avrebbe una
notevole azione dissuasiva verso comportamenti scorretti. 91
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

Dal punto di vista degli editori, la maggiore garanzia sarebbe fornita dai formati che non
consentono, o che rendono molto onerosa, la riproduzione illegale dell’opera a fini commer-
ciali. Tenuto conto che il testo in formato elettronico è tanto più facilmente ed efficientemen-
te usabile per scopi illegali quanto meglio è codificato e strutturato, si capisce come i due
punti di vista, quello degli utenti e quello degli editori, risultino difficilmente conciliabili.
Un editore è più garantito se fornisce un testo povero, privo di indicazioni di struttura
(titoli, paragrafi, note, didascalie ecc..), oppure se il testo stesso è congelato in un forma-
to rigido, come Pdf bloccato, o addirittura in formato non riutilizzabile, come Braille stam-
pato su carta o registrazione audio.
La differenza di “valore commerciale”, ma anche di interesse per un utilizzatore disabile,
fra un testo ricco di codifica strutturale, ovvero completamente privo di tali informazio-
ni, cresce con la complessità della struttura; può risultare insignificante per un breve testo
letterario, come un racconto, ma può essere enorme per una grande opera, come un’en-
ciclopedia.
Da queste considerazioni si conclude che è difficile pensare ad una soluzione tecnica
capace da sola di conciliare così opposte esigenze. Sembra quindi opportuno regolamen-
tare la materia anche attraverso la responsabilizzazione degli utilizzatori, prevedendo san-
zioni in caso di accertata violazione dell’impegno all’uso personale del materiale ricevu-
to. Va inoltre previsto un ragionevole costo dei testi in formato elettronico, visto l’onere
a cui vanno incontro gli editori nel preparare copie elettroniche di testi oggi generalmen-
te non distribuiti in questo formato.
Occorre tener presente che esiste un problema oggettivo di fornitura di testi in formato
accessibile ed efficiente in modo generalizzato da parte degli editori. Spesso questi ulti-
mi hanno disponibili solo formati di “publishing”, concepiti per la produzione delle matri-
ci per la fotocomposizione, ed in quanto tali non facilmente convertibili in formati del
tipo sopra descritto. Questo rende in molti casi onerosa la conversione in un formato più
orientato alle necessità degli utilizzatori disabili.

ORGANIZZAZIONE
Tenuto conto che l’obiettivo è quello di rendere ogni libro di testo adottato nelle scuole
italiane disponibile anche in formato elettronico, accessibile e aperto, qualsiasi soluzione
risulta più efficace con la collaborazione delle case editrici.
L’organizzazione può prevedere:
• rapporto diretto tra singole case editrici e singole scuole;
• uno o più centri di “smistamento” che raccolgono i file dagli editori e li consegna-
no alle scuole interessate.

A volte le case editrici dispongono solo di file in formato editoriale, non gestibile da
comuni PC. In una prima fase sarà necessario operare una conversione.
Questo lavoro potrebbe essere svolto da chi si occupa anche dell’adattamento.
È importante che le case editrici informino con il dovuto anticipo le scuole sulle disponibili-
tà e sulle modalità di erogazione dei file dei libri che hanno in catalogo, in modo da consen-
92 tire alle scuole interessate di considerare anche questo aspetto al momento dell’adozione.

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
A L L E G AT I

ACCESSIBILITÀ PRODOTTI MULTIMEDIALI

Nella scuola è particolarmente sentito il problema dell’accesso alle opere di consultazio-


ne (dizionari ed enciclopedie), soprattutto per quegli studenti che non possono usare i
tradizionali prodotti su carta (disabili visivi e motori).
La problematica riguarda anche:
• i prodotti didattici multimediali (ad esempio i corsi di lingua);
• i sistemi autore usati dalle scuole (programmi per realizzare prodotti multimediali)
che devono generare prodotti accessibili ed essere accessibili loro stessi;
• i siti Internet delle scuole.

In tutti questi casi le norme di accessibilità sono quelle definite dal regolamento emana-
to dal Ministro dell’innovazione (non ci sono esigenze particolari per le scuole).
Sarà necessaria un’azione di informazione e sensibilizzazione rivolta specificatamente
alle scuole.

CONSIDERAZIONI FINALI

Alla luce dell’art. 5 della legge n. 4 del 2004 appare opportuno un accordo quadro con
gli editori, sotto il patrocinio del Miur. Si potrebbe partire dal precedente accordo fra
Associazione Italiana Editori (AIE), Biblioteca Italiana Ciechi ed Unione Italiana Ciechi
(UIC), per estenderne l’applicazione ad altre disabilità, in aggiunta a quelle visive e per
individuare uno o più altri referenti.
Questo nuovo accordo dovrebbe integrare e non sostituire quello citato, dato che il ser-
vizio di trascrizione Braille dei testi scolastici è già svolto da una serie di centri specializ-
zati, molti dei quali sono coordinati dalla BIC e i cui costi sono sostenuti dai comuni di
appartenenza dei ragazzi disabili visivi integrati nelle scuole normali. Non volendo inter-
ferire con un servizio già funzionante, si potrebbe affiancare a questo un altro servizio di
fornitura dei testi in formato elettronico, come richiesto dalla legge n. 4 del 2004.
A tale proposito occorre rilevare che il servizio erogato dagli attuali centri di trascrizione
è in larga misura rivolto alla fornitura di testi in Braille, ai quali si sono aggiunti di recen-
te testi stampati a grandi caratteri per gli ipovedenti. Per quanto concerne il Braille, con-
siderato il numero assoluto e percentuale dei non vedenti che ne fanno uso, nonché la
voluminosità ed i costi di conversione dei testi, si raccomanda come alternativa di privi-
legiare, in tutti i casi possibili, l’uso delle tecnologie digitali, oggi più comode, efficienti
ed economiche.
Per quanto concerne le trascrizioni, queste richiedono professionalità specifiche poiché
non si tratta quasi mai di semplici conversioni di formato o di codice realizzabili con pro-
cedure automatiche, ma di vere e proprie re-interpretazioni dei testi da adattare alle capa-
cità percettive dei destinatari. La lettura tattile, e in certa misura anche quella visiva a
basso livello di visus o di campo visivo, ha peculiarità proprie che non permettono di
apprezzare molte delle caratteristiche dei testi scolastici, nei quali si fa molto uso di strut-
ture grafiche finalizzate alla didattica. Questo è particolarmente evidente per materie
come la matematica, la chimica e altre scienze, ma riguarda anche quelle materie lettera- 93
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

rie a contenuto testuale. Si pensi ai testi della scuola elementare e media, ricchi di grafi
e illustrazioni che realizzano una struttura didattica fortemente orientata alla percezione
visiva. Per essere considerata “equivalente” alla versione normale, la versione alternati-
va va spesso ripensata completamente.
L’accordo con gli editori dovrebbe prevedere in questa fase anche le modalità di fornitu-
ra dei testi, tenendo conto delle limitazioni oggettive oggi esistenti riguardo alla effettiva
disponibilità dei testi scolastici in formato elettronico coerente con quanto previsto dalla
legge n. 4 del 2004.
È opportuno concordare con gli editori un avviamento graduale della legge utilizzando
in un primo tempo i supporti magnetici (file) che questi saranno in grado di fornire, visto
che né loro né i centri di trascrizione Braille sembrano in grado di produrre sin dal primo
momento versioni elettroniche efficienti, data la specificità di questo prodotto e la varie-
tà di necessità degli utenti che, giova ricordare, non sono solo i disabili visivi. Per i nuovi
compiti vanno previste dunque nuove professionalità e nuove strumentazioni che posso-
no essere allocate anche nei centri di conversione già esistenti.
Come previsto dalla stessa legge n. 4 del 2004, lettera g), art. 7, i Ministri interessati (MIT,
Miur, Beni e attività culturali) dovrebbero avviare un progetto per la definizione delle
regole di accessibilità delle “opere multimediali”, comprendendo in questa denominazio-
ne tutta l’editoria elettronica, sia quella costituita da prodotti commerciali di questo tipo
sia la produzione delle versioni alternative per gli studenti disabili.
In prospettiva, una volta chiarite le problematiche e messe a punto le regole generali di
accessibilità, dovrebbe essere prevista la produzione di testi elettronici accessibili diretta-
mente da parte degli editori, in modo da aprire il mercato a questa nuova alternativa
anche al di fuori del ristretto ambito scolastico.

94
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
ALLEGATO 4

Il premio PA Aperta 2005

Il premio “PA Aperta” approda nel 2005 alla sua terza edizione. In questa occasione è
stato deciso di porre particolare attenzione sugli utenti finali o, meglio, sulle iniziative
prese dalle Amministrazioni pubbliche per migliorare, attraverso le ICT, la qualità dei ser-
vizi e le opportunità di lavoro per i cittadini più svantaggiati. Nel bando si esplicitava
chiaramente che il concetto di svantaggiato andava inteso nella più ampia accezione: non
solo disabili quindi, ma anche anziani, immigrati, emarginati sociali.
È opportuno ricordare, come è già stato evidenziato in altre occasioni, che nel momento
in cui una Pubblica Amministrazione offre servizi o postazioni di lavoro utilizzabili anche
dai meno fortunati, essa è in realtà in grado di servire meglio l’intero parco dei propri
utenti, ovvero tutti i cittadini. In altre parole una PA attenta alla reale fruibilità è una PA
migliore per tutti.
Gli obiettivi prioritari di “PA Aperta” si confermano quindi nel valorizzare gli interventi
promossi a favore dell’inclusione sociale e della non discriminazione e nel far conoscere
queste stesse realizzazioni, agevolando la circolazione del sapere e delle esperienze al
fine di realizzare una società senza esclusi.
Ciò premesso, il concorso 2005 è stato articolato in quattro sezioni:
1. didattica, dedicata alla scolarizzazione – preferibilmente con iniziative innovative –
delle categorie deboli; questa tematica si ispira alla proclamazione da parte del
Consiglio europeo del 2005 come “Anno europeo della Cittadinanza attraverso l’istru-
zione” e vuol porre l’accento sul ruolo cruciale svolto dall’educazione per lo sviluppo
di una società democratica, attenta al rispetto per la diversità e ai diritti umani;
2. lavoro, dedicata all’utilizzo ottimale dei dipendenti disabili presenti nelle
Amministrazioni attraverso la realizzazione di concrete pari opportunità e processi
di riqualificazione professionale derivanti da una più attenta analisi dei bisogni e
delle potenzialità; lo slogan “da obbligo a risorsa” rende bene i risvolti non solo
sociali ma anche economici che ne derivano;
3. integrazione, dedicata ai progetti finalizzati ad offrire migliori opportunità di inseri-
mento sociale, sempre col supporto delle ICT;
4. servizi, dedicata ad iniziative volte a favorire l’utilizzo semplificato e diffuso dei ser-
vizi, tra cui quelli forniti tramite siti web, anche per quei cittadini che incontrano
oggettive difficoltà dovute a caratteristiche fisiche, formative o di altro genere.

Sono stati presentati alla giuria ben 158 progetti. Per quanto concerne i proponenti, la
maggioranza è, quest’anno, rappresentata dai Comuni (44 %), seguiti a distanza dalle isti-
tuzioni educative (16 %); d’altra parte sono le strutture a più diretto contatto con i citta- 95
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

dini, che costituiscono al tempo stesso i destinatari ed i committenti dei servizi offerti. Il
decentramento delle competenze, la diffusione delle ICT, con il conseguente abbattimen-
to dei costi, hanno posto fine al predominio, in termini di qualità e quantità di applica-
zioni pilota, dei grandi enti centrali.
Una seconda osservazione di tipo statistico riguarda la dislocazione geografica. Prevalgono
ancora le iniziative delle regioni del nord, tradizionalmente più attente alle politiche sociali,
anche se questa volta un buon 50 % è equamente suddiviso tra Centro e Sud. Può darsi,
come molti sostengono, che le cause siano individuabili in una diversa scala di priorità,
imposta dall’ ambiente e dal contesto sociale, ma si conferma una distribuzione abbastanza
squilibrata, almeno in termini di popolazione servita, a favore del nord.
Per quanto concerne più specificamente il contenuto dei progetti colpisce la cura
posta nella compilazione della modulistica di partecipazione. Poiché il bando di gara
prevedeva anche applicazioni ed iniziative in corso di realizzazione e non ancora com-
pletate, purché già finanziate ed avviate, i concorrenti si sono soffermati con dovizia
di particolari nell’analisi del problema, nella descrizione degli obiettivi, nonché dei
risultati attesi e conseguiti; fenomeno immediatamente percepibile dal supporto carta-
ceo trasmesso, molto più voluminoso di quello dello scorso anno. Queste descrizioni
così dettagliate manifestano una condivisione ed una motivazione nei confronti del
progetto tipica più di un operatore sociale o di un esponente politico piuttosto che di
un tecnico informatico addetto ai lavori. Impressione confermata dal fatto che l’atten-
zione non viene posta quasi mai sulla soluzione tecnica o sulle caratteristiche dell’
hardware o del software utilizzati bensì sull’obiettivo sociale, su quello che costituisce
in ultima analisi il vero fine del servizio; ciò assegna alle nuove tecnologie una dimen-
sione molto più reale e corretta, quella di strumento eccezionalmente valido e poten-
te, ma pur sempre semplice strumento.
Per quanto concerne la strategia ispiratrice dei progetti presentati è emerso un indirizzo
caratterizzato da una crescente attenzione all’utente. Sta prendendo sempre più piede il
concetto che la Pubblica Amministrazione si giustifica in funzione del servizio offerto al
cittadino. Questo servizio può essere l’istruzione, la sicurezza, la salute, l’amministrazio-
ne o quant’altro ma è pur sempre condizionato da vincoli di qualità e di costi. Ciò signi-
fica che la Pubblica Amministrazione per motivi economici, di tempestività, di capillariz-
zazione, deve utilizzare necessariamente le nuove tecnologie ICT. Detto in altre parole,
se la Pubblica Amministrazione vuole erogare dei servizi, che siano al tempo stesso di
qualità ed economici, deve far ricorso alle reti informatiche e telematiche e deve trovar
modo di offrire all’intera comunità, e non solo ad una parte di essa, quelle opportunità
che, essendo pagate da tutti, devono essere fruibili da tutti, anche perché sarebbe trop-
po costoso garantirle in parallelo con strutture e mezzi tradizionali.
Risulta sempre più chiaro ai cittadini ed ai governanti che la possibilità da parte di cia-
scun singolo individuo di poter accedere ai servizi, anche se provvisoriamente focalizza-
ta sulle categorie svantaggiate, in realtà riguarda tutti, non solo perché siti e servizi “aper-
ti” avvantaggiano l’intera utenza, ma perché la categoria debole che sta crescendo col
ritmo più rapido è quella degli anziani, ed è ovvio che nel giro di pochi anni l’innalza-
mento dell’età media renderà più sensibile l’intera società civile alle problematiche della
reale fruibilità dei servizi in rete. D’altra parte i criteri guida per la valutazione dei pro-
96 getti sono stati individuati nei seguenti valori:

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
A L L E G AT I

1. esemplarità, intesa come originalità dell’idea e sua condivisione da parte dell’utenza;


2. estensività, intesa come numero di utenti toccati e trasferibilità dell’azione;
3. sostenibilità, intesa come efficacia dei risultati a fronte di costi e risorse ragionevoli.

Va evidenziato che la qualità media dei progetti presentati è stata notevole. Si può dunque
affermare che gli obiettivi perseguiti da “PA Aperta” sono stati raggiunti: lo testimoniano il
crescente interesse per questo appuntamento annuale, il numero e la qualità dei partecipan-
ti, le iniziative sempre più numerose di premi specializzati ispirati a questa stessa tematica.
A titolo di esempio di best practices vengono elencate nel seguito le realizzazioni che, tra
quelle presentate, sono state ritenute più interessanti e perciò premiate.

AZIONI DEDICATE ALLA SCOLARIZZAZIONE DELLE CATEGORIE SVANTAGGIATE


ATTRAVERSO LE TECNOLOGIE ICT
PROGETTO “AURORA”. Il progetto è stato promosso dall’Assessorato alle politiche sco-
lastiche unitamente all’Assessorato ai sistemi informativi della Provincia di Parma. Esso ha
reso possibile la partecipazione in videoconferenza alle attività scolastiche, attraverso le
tecnologie wireless, di una bambina di 5 anni, affetta da una sindrome fortemente inva-
lidante, residente in un piccolo comune montano non servito da collegamenti Adsl.
LA LIBERTÀ DEL SAPERE. L’Università “La Sapienza” di Roma ha istituito lo “Sportello
per i diritti delle persone disabili” attraverso il quale gli studenti disabili possono usufrui-
re di una serie di servizi quali prenotare gli esami, utilizzare vari tipi di tecnologie assi-
stive, richiedere il disbrigo di pratiche burocratiche e didattiche, eliminando così ogni tipo
di barriera tra studenti ed Università.
LA STORIA DI CAPPUCCETTO ROSSO. La Scuola elementare “P. Casciani”, Direzione
didattica di Montecatini Terme, ha realizzato un CD-ROM interdisciplinare e interattivo,
che, attuando principi di progettazione universale, favorisce l’integrazione scolastica di
tutti i bambini all’interno della classe, ed in particolare di un alunno affetto da grave
disabilità motoria.

AZIONI FINALIZZATE ALL’INTEGRAZIONE SOCIALE DELLE CATEGORIE SVANTAGGIA-


TE ATTRAVERSO LE TECNOLOGIE ICT
ISIS - INFORMATION SOCIETY PER L’INCLUSIONE SOCIALE. Il progetto, promosso dal
Ministero della giustizia - Dipartimento per la giustizia minorile, Direzione generale per gli
interventi di giustizia minorile e l’attuazione dei provvedimenti giudiziari – ha reso possibili
attività di socializzazione e di inclusione socio-lavorativa di giovani presi in carico dai servi-
zi della giustizia minorile o a rischio di coinvolgimento in attività criminose, attraverso l’atti-
vazione di laboratori multimediali di comunicazione. Grazie alle competenze acquisite nel
campo dell’ICT e della rete, i soggetti coinvolti hanno realizzato inoltre un giornalino web.
SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI DOMICILIARI APERTI. Il Centro regionale S. Alessio -
Margherita di Savoia per i ciechi di Roma, Dipartimento formazione, assistenza, riabilitazione 97
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

si qualifica come Centro di eccellenza nel settore. Utilizzando le nuove tecnologie il Centro
ha realizzato un sistema integrato informatizzato comprendente tutti i soggetti coinvolti in
questa complessa rete di relazioni; attraverso la condivisione di informazioni, documenti,
metodologie è stato possibile ottenere un innalzamento qualitativo del servizio offerto.
CASA EDUCATIVA PER UTENTI CON RITARDO MENTALE. Iniziativa promossa
dall’Università degli studi di Trento - Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale. Il
progetto riguarda la messa a punto di appartamenti che consentano di condurre una vita
il più possibile autonoma anche a coloro i quali presentano delle disabilità fisiche e men-
tali, interpretando le necessità ed i bisogni impliciti ed espliciti dei singoli individui. La
sperimentazione ipotizzata per lo sviluppo di un progetto di appartamento domotico si
pone l’obiettivo di condurre una ricerca sul campo, ossia di verificare le condizioni reali
di utilizzo per la realizzazione di un modello applicabile anche in altri contesti.
DISACONTROL & C.: PC, E NON SOLO, PER TUTTI. Proponente: Università degli studi
di Padova - Area trasferimento di tecnologie. Il progetto è stato sviluppato attraverso la
creazione di tre prodotti applicativi: Disacontrol, un sistema integrato Hw e Sw che con-
sente di emulare il funzionamento della tastiera e del mouse attraverso pulsanti esterni,
utile soprattutto ai disabili motori; DisaMath, un programma che consente ai bambini
delle scuole elementari di effettuare operazioni matematiche; DisaBook, un applicativo
che, tramite sintesi vocale, legge libri o testi in formato rtf.

AZIONI PER L’ACCESSIBILITÀ DEI SITI E DEI SERVIZI ON LINE DELLA PA


“PER USARE IL COMPUTER VECCHIO SARAI TU!”. Progetto della Regione Liguria -
Direzione centrale del segretario generale. Il progetto nasce dalla volontà di effettuare
interventi concreti per avvicinare la terza età alle tecnologie ICT fornendo servizi specifi-
ci. Le attività sono state pertanto avviate attraverso l’alfabetizzazione informatica, la crea-
zione di un Call center innovativo per la terza età, l’attivazione di servizi e sportelli spe-
cifici ed infine la stesura della “Carta regionale dei servizi per la terza età”.
UN PORTALE SENZA BARRIERE. Presentato dalla Regione Campania – Ufficio Ricerca
scientifica, Statistica, Sistemi informativi ed informatica. Il progetto si rivolge a persone affet-
te da disabilità fisiche, cognitive e sensoriali consentendo, nel rispetto del regolamento attua-
tivo della Legge Stanca, a tutti gli utenti l’accesso alle informazioni pubblicate dalla Regione
Campania, attraverso l’utilizzo di tecnologie open source. Sono state apportate inoltre alcu-
ne fondamentali modifiche, come l’adattabilità della composizione grafica della pagina
(layout), in modo da consentire la visualizzazione delle informazioni indipendentemente
dalla risoluzione video dell’utente, facilitando la lettura delle diverse tipologie di pagina e
consentendo inoltre di cogliere velocemente le diverse opportunità offerte dal portale.
L’ENEA PER LA WEB ACCESSIBILITY. L’Unità comunicazione dell’ Ente per le Nuove tec-
nologie, l’Energia e l’Ambiente (ENEA) ha avviato nel corso del 2003-2004 una serie di espe-
rienze progettuali di realizzazione di siti web accessibili. La progettazione, tesa a raggiunge-
re il livello di priorità AAA indicato dal W3C, si è basata su due aspetti fondamentali: da un
lato una grande attenzione nella predisposizione del codice html e dall’altro un notevole
98 sforzo per la semplificazione dei contenuti e della navigazione all’interno dei siti, pur nel

N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
A L L E G AT I

rispetto della loro precisione scientifica. Si è optato quindi per un concetto allargato di acces-
sibilità, che non mira semplicemente all’implementazione delle specifiche tecniche richieste
dalle linee guida, ma che tenta anche di perseguire una impostazione generale del sito e dei
suoi contenuti finalizzata ai diversi segmenti di utenti ai quali si rivolge.

AZIONI PER L’ACCESSO AL LAVORO PUBBLICO E L’INSERIMENTO OTTIMALE DELLE


PERSONE CON DISABILITÀ

LABORATORIO DI ERGONOMIA DEL SOFTWARE E DELLE TECNOLOGIE ASSISTIVE


INPS. Realizzato dal Gruppo di lavoro per l’attuazione delle politiche generali sulla disabili-
tà in Istituto. Il progetto nasce dalla consapevolezza che la maggior parte dei lavoratori con
disabilità operano in ruoli di medio - basso profilo, anche in presenza di curricula formativi
di tutto rispetto. La causa principale di questo fenomeno risiede nella mancanza di protocol-
li di intervento atti a favorire il reale inserimento lavorativo, soprattutto in presenza di gravi
menomazioni sensoriali, nonché dalla mancanza di tecnologie assistive adatte. Su tali assun-
ti nasce il progetto di un laboratorio con postazioni di lavoro modulari ed interamente ricon-
figurabili in modo da essere adattate, attraverso l’impiego delle più moderne tecnologie assi-
stive, all’uso da parte di personale con disabilità visive, motorie ed uditive.
PERCORSO DI ORIENTAMENTO AL LAVORO PER SOGGETTI DISABILI “KIT’ORIEN-
TA”. Proposto dalla Regione Abruzzo - Direzione politiche attive del lavoro della forma-
zione e dell’istruzione, Servizio sviluppo sistemi e comunicazione. Il progetto ha inteso
attuare un percorso di orientamento per disabili che desiderano inserirsi nel mondo del
lavoro. Tale percorso contenuto all’interno del Kit’Orienta, è corredato di strumenti ope-
rativi tra i quali: modelli, schede strutturate, di sintesi e di autovalutazione, griglie, que-
stionari, situazioni stimolo per simulate, manuali “cerca lavoro”, ad uso degli utenti e degli
orientatori, da utilizzare sia nell’approccio individuale sia in contesti di gruppo.
Il manuale di “orientamento al lavoro”, i cui contenuti sono stati riportati su un CD-ROM, è dis-
ponibile anche in versione Braille ed in audiocassetta (libro parlato) per i soggetti non veden-
ti. Sulla base dell’impiego delle nuove tecnologie ICT il progetto verrà completato attraverso la
predisposizione di smart card, per una maggiore fruibilità dei servizi di orientamento.
DELTA-V (Task force di Validatori Disabili). Regione Emilia – Romagna, Direzione
generale organizzazione, Sistemi informativi e telematica. Il progetto Delta-V (Disabili -
Valutatori) ha come obiettivo la riqualificazione del lavoro delle persone disabili nei
diversi uffici regionali e il miglioramento della qualità dei siti regionali stessi. Si tratta di
coinvolgere lavoratori provenienti da diverse strutture, per costituire un gruppo compe-
tente in vari ambiti, quali: la validazione dei testi da pubblicare, la redazione dei conte-
nuti delle strutture di appartenenza, la consulenza nello sviluppo e nell’ aggiornamento
di servizi basati su tecnologie Internet.
Durante tutto il periodo di vita del progetto, il gruppo Delta sarà un punto di riferimen-
to sia per lo sviluppo, sia per l’accessibilità delle applicazioni informatiche in uso alla
Regione. La costituzione di un gruppo interno, che dovrebbe avvenire entro il marzo del
2006, metterà in grado la Regione di rendere e mantenere pienamente fruibili i propri ser-
vizi presenti e futuri senza investimenti in nuove risorse. 99
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
ALLEGATO 5
Comunicato stampa UWEM:
prima versione, definita da 24 organizzazioni europee, di una
metodologia unificata per valutare l’Accessibilità nel web

I controlli dell’Accessibilità possono essere condotti in modi differenti, anche se basati sulle
stesse linee guida. La metodologia di valutazione web unificata, la Unified Web Evaluation
Methodology (UWEM), si basa sulle Web Content Accessibility Guidelines 1.0 definite dal
World Wide Web Consortium (W3C) Web Accessibility Initiative (WAI) ed è sviluppata per
promuovere una metodologia di valutazione dell’Accessibilità comune in Europa.
Un gruppo di 24 organizzazioni che collaborano a 3 progetti di ricerca europei (FP6 IST)
nell’aerea dell’e-inclusion ha sviluppato la prima versione della UWEM. I progetti sono
stati riuniti all’interno del EU Web Accessibility Benchmarking Cluster - WAB Cluster.
Lo scopo è proporre UWEM come la base per la valutazione e la certificazione
dell’Accessibilità europea. Lo sviluppo della UWEM è supportato finanziariamente dalla
Commissione europea, DG Information Society e Media.
La metodologia dovrebbe assicurare che il monitoraggio su larga scala e le valutazioni
locali siano confrontabili fra loro e coerenti con la Web Accessibility Initiative del
W3C/WAI. La metodologia sarà sincronizzata e si adatterà alle modifiche che avverranno
nella fase di adattamento e transizione dalle WCAG 1.0 alle WCAG 2.0. In questo modo,
UWEM intende migliorare il supporto e gli strumenti per la valutazione, certificazione e
benchmark dei contenuti web.
La versione 0.5 di UWEM è stata distribuita per commenti il 14 ottobre 2005.
Maggiori informazioni sulla metodologia ed il documento sono disponibili on line
www.wabcluster.org/uwem05.
È possibile partecipare allo sviluppo della succitata metodologia commentando il docu-
mento direttamente dal sito, dove a breve sarà disponibile un forum di confronto al quale
inviare i propri commenti e suggerimenti.
I tre progetti che sta sviluppando UWEM sono:
EIAO. Il progetto EIAO svilupperà una macchina in grado di eseguire misurazioni auto-
matizzate per la creazione di un prototipo dell’Osservatorio Europeo dell’Accessibilità
Internet. Misurazioni ripetute frequentemente saranno disponibili on line grazie ad un
dataware house che consentirà benchmark su larga scala e fornirà una base per la crea-
zione di politiche, ricerche e azioni rivolte al miglioramento dell’accessibilità dei conte-
nuti Internet.
Support-EAM proporrà una strategia per creare un Web Accessibility Quality Mark per
i servizi web a partire dalla fine del 2005, come richiesto del piano d’azione eEurope
2005: Una società dell’informazione per tutti.
Il progetto fa esplicito riferimento alla Council Resolution sull’eAccessibility - migliorare
l’accesso delle persone disabili alla società basata sulla conoscenza (doc. 5165/03) - che 101
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
IL RAPPORTO 2005 – COMMISSIONE INTERMINISTERIALE ICT DISABILI

invita la Commissione e gli stati membri a “considerare misure per un marchio


dell’eAccessibility per beni e servizi conformi ai principali standard per l’Accessibilità”. Il
progetto analizzerà la possibilità di utilizzare UWEM come framework per un processo di
analisi unificato come parte integrante dello schema di certificazione europeo dell’acces-
sibilità web.
www.support-eam.org
BenToWeb è un progetto di ricerca finalizzato a supportare il settore pubblico e privato
fornendo nuovi moduli software e metodologie per l’accessibilità web che non possono
essere misurate dalle applicazioni esistenti a causa delle complessità intrinseche. Tra gli
aspetti presi in considerazione, particolare attenzione verrà dedicata al contrasto dei colo-
ri, alle problematiche legate all’ipovisione e a patologie che influiscono sulla percezione
del colore, alla consistenza della navigazione e alla semplicità linguistica.
www.bentoweb.org/home

102
N. 20 I QUADERNI - Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione - GENNAIO 2006
“I QUADERNI” CNIPA
ULTIMI NUMERI PUBBLICATI:

N. 19 NOVEMBRE 2005
VOICE OVER IP NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ITALIANA

N. 18 NOVEMBRE 2005
3 RD
WORKSHOP ON LEGISLATIVE XML
N. 17 SETTEMBRE 2005
LINEE GUIDA PER L’IMPIEGO DELLE TECNOLOGIE BIOMETRICHE
NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
INDICAZIONI OPERATIVE

N. 16 LUGLIO 2005
DIGITALE TERRESTRE ED E-GOVERNMENT

N. 15 MARZO 2005
LA BIOMETRIA ENTRA NELL’E-GOVERNMENT

N. 14 MARZO 2005
VADEMECUM SULL’IMPIEGO DELLE NUOVE TECNOLOGIE
A BANDA LARGA NELLE AREE PERIFERICHE

N. 13 GENNAIO 2005
LINEE GUIDA SULLA QUALITÀ DEI BENI E DEI SERVIZI ICT
ESEMPI DI APPLICAZIONE

N. 12 GENNAIO 2005
LINEE GUIDA SULLA QUALITÀ DEI BENI E DEI SERVIZI ICT
APPALTO PUBBLICO DI FORNITURE ICT

N. 11 GENNAIO 2005
LINEE GUIDA SULLA QUALITÀ DEI BENI E DEI SERVIZI ICT
STRATEGIE DI ACQUISIZIONE DELLE FORNITURE ICT

N. 10 GENNAIO 2005
LINEE GUIDA SULLA QUALITÀ DEI BENI E DEI SERVIZI ICT
PRESENTAZIONE DELLE LINEE GUIDA

N. 9 NOVEMBRE 2004
LINEE GUIDA PER L’IMPIEGO DELLE TECNOLOGIE BIOMETRICHE
NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

N. 8 NOVEMBRE 2004
“TANTE LEGGI: COME ORIENTARSI?”

N. 7 OTTOBRE 2004
L’E-LEARNING NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
LE LINEE GUIDA
LA DIRETTIVA MINISTERIALE

N. 6 SETTEMBRE 2004
L’E-LEARNING NELLA FORMAZIONE CONTINUA DELLA PA
N. 5 MAGGIO 2004
SISTEMA PUBBLICO DI CONNETTIVITÀ (SPC)

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