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Le voci dentro

Lo vedo una mattina vicino al giornalaio e là per là non penso che rischio
di buttarmi in un bel guaio. Non faccio caso ai gesti, non vedo nei suoi
occhi l’ombra di un’intenzione e dunque sto tranquilla: quel verbo,
“seduzione”, che riaffiora dopo lunghe attese, lo scarterò senza esitare, pria
che si faccia carne. Anche se per la verità quell’uomo biondo
sfacciatamente bello e forse ricco mi tenterebbe assai, una vocina interna
getta acqua sul fuoco:
“Attenta ai falsi miti, ai veri inganni…” e perdo anche quel poco di fiducia
che riponevo in me. Mi arrendo al Super-Ego, ai suoi sistemi che, pur
brutali, salvano dalle frustrazioni, mi arrendo a malincuore alla realtà, alla
più triste e ovvia delle rivelazioni: non restan che i ricordi, quell’uomo
biondo, bello e forse ricco potrebbe essermi figlio, non ho l’età, non più,
per certe cose. E poi però di contro un’altra voce s’insinua e più benevola
mi chiede:
“È giusto rinunziare a certe suggestioni, specie se quei ricordi non son così
remoti?”
È vero, poco più di un anno fa e sempre di mattina accanto a quello stesso
giornalaio mi abborda un gran bel tipo e subito m’infiamma. Saliamo su da
lui e ci restiamo fin quasi a mezzanotte. Un sol respiro in due, stracolmo di
passione, con la spontaneità di chi si riconosce dopo una vita insieme. Ma
dopo qualche mese s’incrina il grande amore, i sensi hanno l’artrosi, il gran
bel tipo soffre di reumi e i fili del rapporto sono un gomitolo che più non si
dipana. L’anima gli si spezza, il corpo è una collana di acciacchi e di
promesse disattese. Chiuso in sé stesso, privo di forze e voglie, resta più
spesso in casa. E io che sono viva sempre più spesso esco e sola me ne vo
per la città. Ma quando al mio rientro me lo ritrovo triste che sembra che
abbia il cuore stretto in una tenaglia, penso che dopotutto siam sulla stessa
barca, due povere creature partite da una culla, esseri umani che come
vecchie foto di buona qualità nei casi fortunati si fanno vecchi insieme per
rievocare edicole, gesti d’intesa e seduzioni prima che anche i ricordi, come
tutto, finiscano nel nulla.

Claudio Maioli

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