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METAFISICA E TEOLOGIA NEL MEDIOPLATONISMO di Franco Ferrari* Abstract: Metaphysics and Theology in Middle Platonism. This article aims to recon- struct the chief aspects of Middle Platonic metaphysics, with particular reference to the positions of Plutarch, Auicus, Alcinous and Numenius, ‘The Author concentrates on ontology (being-becoming distinction and theory of principles) and theology (hicrar- chy of divine beings: first God and second God). It is shown that Middle Platonic spe- culation on metaphysics rests to a great extent on the exegesis of Plato's Timaeus. Keywords: Middle Platonism, theology, first God, demiurge, theory of forms 1, La “metafisica” medioplatonica, vale a dire la riflessione intorno ai prin- cipi e alle cause intelligibilie divine della realti condotta dagli autori di orien- tamento platonico a partire dalla seconda met& del I secolo a.C. fino all’inizio del III secolo 4.C., non presenta un impianto unitario. I filosofi platonici di questo periodo non facevano capo a un’ istituzione (l’ Accademia aveva cessato di esistere nel secondo decennio del I secolo a.C.) e unico autentico collante che li legava era rappresentato dal riferimento ai testi platonici, i quali poteva- no ovviamente venire interpretati in maniera differente dai singoli autori!, Va tuttavia aggiunto che pressoché tutti questi pensatori furono mossi da un inten- to comune, consistente nella volonta di costruire o restaurare il sistema della filosofia platonica, ossia di attribuire all’autore dei dialoghi un pensiero unita- rio, coerente e propositivo, cio’ “dogmatico”?. Questa tendenza sistematica trovd applicazione anche nel campo della me tafisica, che costitui, probabilmente insieme alla cosmologia, il settore in cui i medioplatonici proposero le concezioni pitt interessanti e originali. Al netto * fr.ferrari@unisu.it; Professore ordinario di Storia della filosofia antica nell" Universita di Salerno. 1. Sul importanza che l’esegesi dei testi platonici assunse nef platonismo imperiale ha scritto cose fondamentali Donini 1994, pp. 5056-63, 5075-82, 5089-94, Si veda anche Fer- rari 2001, passim. 2. Sulle ragioni che determinarono 1a “svolta” dogmatica e sistematica nel platonismo primo-imperiale e sulle strategie che concorsero a dare corpo a tale svolta rinvio a Ferrati 2012a, pp. 77-88. Rivista di storia delta filosofia, n. 2, 2015 322 Franco Ferrari delle dottrine professate dai singoli autori, sulle quali si dovra tornare pid avanti, si possono individuare alcune direttrici comuni, che sembrano definire il profilo generale della metafisica medioplatonica. In estrema sintesi esse sono: a) la riproposizione della dicotomia ontologica ed epistemologica tra Vessere e il divenire, tra I’intelligibile e il sensibile’; b) la tendenza ad operare una sorta di “teologizzazione” della sfera intelligibile, ossia a decretare il pri- mato della diviniti nei confronti dell’essere, della teologia nei confronti del- Vontologia; questo orientamento assunse, come vedremo, diverse forme, che vanno dalla compressione della dimensione intelligibile e divina in un’ unica entita (cui si assegna la funzione di causa efficiente e causa paradigmatica del- Puniverso), alla concezione delle idee come “pensieri di dio” (noemata tow theou), all’ attribuzione alla divinita demiurgica del primato ontologico nei confronti delle idee; c) la formulazione di gerarchie ontologiche (e teologi- che), talora piuttosto complesse, che sembrano in effetti anticipare i sistemi iposiatici sviluppati dai neoplatonici nei secoli successivi*; d) l’assegnazione, sia esplicita che implicita, di un ruolo di assoluta preminenza al Timeo, dalla cui esegesi i filosofi medioplatonici ricavarono gran parte delle loro dottrine relative a dio, al bene, al demiurgo, alV’intelletto, agli d&i minori, al mondo delle idee, al "vivente intelligibile” e all’ anima del mondo; €) il tentativo di in- terpretare il Timeo in accordo con altri testi platonic (in particolare il VI libro della Repubblica, il X libro delle Leggi, il Fedro, il Sofista, il Politico, il File- bo, alcuni passi tratti dalle Epistole I7, Vie Vie, sebbene in misura minore, il Parmenide) e talora anche con le testimonianze aristoteliche relative agli agrapha dogmata di Platone, ovvero con la teoria dei principi platonico-acca- demica, ereditata dalla tradizione pitagorica®; f) l'accostamento, a dire il vero 3. Cli, p. 6s. Plut. Def. orac. 428 B-C (Baust. 103.1 Darrie-Baltes), Apul. De Platone, 1 193-94 (103.2 Dérrie-Baltes) e Numen, frr. 7-8 des Places (103.3 Dérrie-Baltes). Su tutti ‘questi documenti si veda il commento di Baltes 1996, pp. 258-65. La rinnovata consapevo- Jezza da parte dei pensatori medioplatonici della natura “metafisica” ¢ wascendentistica del platonismo é stata evidenziata in modo perentorio da De Voge! 1983, passim. 4, La coalescenza di diviniti demiurgica e paradigma eidetico si incontra molto spesso in Plutarco (eft. i testi citati alla nt. 12), sul quale rinvio a Ferrari 2005a, pp. 14-16; la con- cezione delle idee come “pensieri di dio” conosce la sta formulazione pitt celebre in Alcin. Didasc. 164,27-31 (188.1 Dorrie-Baltes), ma & largamente attestata tra gli autori di questo periods (Attic. fr. 9,40 des Places, ABt, Plac. 13,21, 1 10,3 ¢ Hipp. Philos. 19,2): eft. Ferra- 14 2005b, pp. 240-43 ¢ Dillon 2011; il primato del dio sulle idee viene affermato in modo esplicito da Attico (fr. 34 des Places =131.6 Dérrie-Baltes), sul quale si veda Baltes 1999, pp. 85-6 e soprattutto Zambon 2002, pp. 151-61 5. Il documento pitt antico in cui a Platone viene attribuita la formulazione di una ge- rarchia ontologica piutiosto articolata (I. essere, forse nel senso della sfera intelligibile in generale, del “vivente in sé”, 2. dio, 3. Ie idee trascendenti, 4, le forme immanenti, 5. le cose sensibili, 6. lo spazio e il tempo) & costituito dalla Epist. 58,16-22 di Seneca (105.1 Dérrie-Baltes) il quale riproduce uno schema desunto molto probabilmente da una fonte “platonica” legata all’esegesi del Timeo: eft. Baltes 1996, pp. 291-97. Analoghe gerarchie si ritrovano, mutatis mutandis, nel Didascalicus di Alcinoo ¢ in Numenio: eft. Ferrari 2005», pp. 233-36. 6. L’esempio pid! significativo, ma certamente non unico, che illustra la tendenza a Metafisica e teologia net medioplatonismo 323 non ca tutti promosso, all'intelletto divino platonico del primo motore immo- bile, “pensiero di pensiero”, di cui si parla nel libro XII della Metafisica di Aristotele. All'interno di questo quadro generale si innestarono le opzioni personali, le quali ruotarono sostanzialmente intorno al problema del rapporto tra il demiur- go del Timeo e Videa del bene del VI libro della Repubblica. 2. Molti dei motivi appena richiamati convergono all’interno del celebre discorso che Plutarco attribuisce al suo maestro Ammonio alla fine del dia- logo De E apud Delphos. In questo scritto Plutarco inscena una conversa- zione, che si presume avvenuta a Delfi nel 66-67 4.C., in cui alcuni impor- tanti personaggi, tra i quali lo stesso autore, tentano di fornire una spiega- zione del significato della E che si trova nel tempio delfico di Apollo. L'in- tervento con il quale Ammonio propone la sua soluzione all’enigma della E pud essere considerato Patio inaugurale della metafisica del platonismo im- periale. In effetti il maestro di Plutarco, dopo avere formulato la sua risposta (la quale riconduce la E alla seconda persona singolare del presente indicativo del verbo essere, ei, “Tu sei”, che @ la formula di saluto che i fedeli rivolgono al dio entrando nel tempio, per segnalarne la pienezza ontologica)’, espone qual- cosa di simile a un “bel pezzo di metafisica dogmatica”, come & stata definita qualche tempo fa la seconda parte del suo intervento*, Per Ammonio, dunque, la E delfica allude alla pienezza ontologica della divinita, alla quale si contrap- pone la mutevolezza e la mancanza di stabilitt degli uomini, costantemente immersi nella generazione e nella corruzione. La “personalizzazione” della dicotomia platonica tra essere (on) ¢ divenire (gignomenon), che assume la forma della contrapposizione tra dio ¢ uomini, conduce alla formulazione di una teologia incentrata sull’assegnazione alla di- vinita dei caratteri ontologici attribuiti da Platone all'essere, cio? al mondo delle idee. Per Ammonio "essere autentico, che & eterno, ingenerato e incor- ruttibile, si sostanzia nella divinita (theos), la quale non ha né passato né futu- ro, ma @ raccolta in un presente senza tempo, cio’ in un’eternitd immobile ¢ atemporale. Ammonio identifica questa realtd con il principio dell’uno con mescolate il Timeo con la teoria dei principi (platonico-pitagorica) fu fornite da Budoro di Alessandria, il quale formuld un sistema derivativo che prevedeva al vertice un dio supte- mo, identificato con il principio dell'uno, dal quale deriva la coppia di elememti formata dal (Secondo) uno e dalla diade indeterminata (fir. 3-4-5 Mazzarelli). Sull’ontologia ¢ la teoria dei principi di Eudoro eft. Bonazzi 2005, pp. 119-27. 7, Plat. De E, 391 F-392 A (204.1 Dorrie-Baltes). Cir. il commento di Baltes 2008, pp. 586-88 ¢ le osservazioni di Zambon 2002, pp. 48-50. 8, Donini 201 Ih,pp. 322-23. Non & questa la sede per affrontare la vexata questi rela- tiva alla vieinanza, 0 addirittura all identita, tra le tesi filosofiche attribuite ad Ammonio ¢ quelle di Plutarco, Resto comunque convinto che il discorso di Ammonio rispecchi in larga parte le posizioni dello stesso Plutatco, il cui percorso filosofico pud considerarsi uno svi- luppo delte concezioni apprese dal suo maestro: eft. Ferrari 2010, pp. 71-4.

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