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Glaudia $anti

La Divinazione nel iinguaggro


Tecnico Sacrale Greeo e Latino

Analigi omparativa di alcuni termini del lessiao della divinazione in Grecia e a ffoma

^ANTEMNAE
It{corfîBo coil
MENSILE DELL'ASSOCIAZIONE
rARcHEoLoctA . tJ.c" |ÌINERAR| tURtSnCO CUITURAU
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emento al n.l0 del!'anno trl
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Glaudia Santi

La Diviniazione nel linguaggro


Tecnico Sacrale Greco e Latino

Analigi oomDarativa di alcuni termini del lessio della divinazione in Grecia


e a Roma
'È't
Queste brevi note s i propongono di ri costrui re parte
deI complesso i deol ogi co soggi acente al ì a di vi nazi o-
ne in Grecia e a Roma, a partire dall'esame di alcu-
ne espressi oni propri e del I i nguaggi o tecni co-sacra-
I e. Un'anal i si condotta secondo questo cri teri o ac-
quista la sua legittimità ove si consideri che I'e-
spressione costituisce il più elementare, ffia non per
questo 'i I meno importante, I i vel I o di concettual i zzg
zi one. Paragonando I 'espres s i one I i ngui sti ca ad un
foglio di carta in cui il pensiero sia il reeto e il
suono si a i t ue?eo, come gi à notÒ Ferdi nand de Saus-
sure (t),ogni tingua, per cosi dire, ritaglia questo
foglio in modo originale.
Il complesso divinatorio greco è,relle sue lin€€,or-
mai noto, dopo gli esimi studi dedicati da H.hl .Parke
(2) ai pri nci pa1 i santuari oracol ari el I enì ci .
Non a'l trettanto puÒ di rs i per Roma . Dopo I a f ondamen
taì e opera di P. Catal ano " Contnibuto aLLo stud.ío del
d.initto augurale" (3) l'attenzione degli studiosi si
è soffermata soprattutto sul I 'esame del sacerdozio
degl i Auguri ., Compl etamente trascurato è stato i nve-
ce it collegio dei Quíndeeimodri saerís faeiundís,
che erano demandati i sti tuzi ona'lmente al I a consul ta-
zione dei libri Sibillini. Era questa una raccolta
di testi oracol ari , I a cu i redazi one era tradi zi onal
mente attri bui ta al I a profetessa greca Si bi I I a. La
I oro I ettura era ordi nata dal Senato ai Qui ndecemvi ri
in relazione al verificarsi di prodigi aventi inte-
E

resse per l'intera c omuni tà (prod.igia pubLieal .Dalla


consultazione dei libri sibiltini scaturiva i1 re-
sponso del collegio sacerdotale che prescriveva i
riti con cui placare l'ira degli dei (4).
La nostra ri cerca svi I upperà, i n pgrti col are una com
parazione tra i t lessico sacrale proprio del I'isti-
tuto sacerdotale dei Quindecimviri e queIlo costi-
tuente del complesso oracol are-di vi natori o greco.
Una posizione privilegiata sarà conferita al santua
ri o del fi co, che,per i I suo carattere panell eni co
presenta un Ti vel I o el ettivo di comparabi I i tà con i1

compl esso facente capo al I a 1 ettura dei I i bri Si bi t


I i ni , che potrebbero quas i consi derars i un equi va-
lente in Roma dell'oracolo di Stato: ad eos (seL.Li-
broe ) quasi ad o?aeuLum quindeeimttirí adeunt sc ri ve
infattri Aulo Gellio (5).
Prenderemo lo spunto iniziale dal la qual ificazione
, data ai detegati uffi ciali ad un oracolo in Grecia:
Sparta ed Atene aveva no dei coì I egi permanenti di
consul tatori del I 'ora col o di Del fi , che erano chi a-
mati ri spetti vamente Pythio-i (6) e Pythaistai (7),
con una forma derivat a dall'epiteto cultuale Pythios,
conferi to al I 'Apol I o Del fi co.
Più in generale i del egati ufficiaìi greci incarica
ti per conto di una p oLis di cons ul tare un oracol o
erano detti theonoi ( 8). Tale nome risulta formato
sulla base dì due ver bi i ndi canti " vedere " rtheaonwí
ed ona6, e semb ra qu i n di opporsi alf idetn,al "vede-
re co" propri o del mantis. ci muovi amo quind'i
prof eti
nell'ambito della "Jog'i ca della visione" in cui ad
un "vedere profano" si contrappone un "vedere pro-
fetico", da cui derivano i due diversi modi di per-
cepi re rappresentati dal I 'opposi zi one theoretn/idetrt
Entrambi i verbi , i nol tre, rimandano ad un " mondo
del1'oratità", in quanto questo " vedere" imptica
anche un "pronunci are" ed un "senti re" i l responso.
A Roma I a mancanza de I I a pos sess i one profeti ca com-
porta I'assenza di un corrispettivo semantico del-
f ideîn greco. It uídére tatino, che deriva dalla
stessa radice i.e. da cui viene idetn, è infatti un
"vedere fenomenico" che inerisce ad un universo per
cettivo costi tui to di Tes. L'assenza del I a manti ca o
racol are impl i ca come corol I ari o anche I a mancanza
del livello del'l 'oralità. I libri Sibitlini conten-
gono i respons i scri tti ai primord.ía da un personag
gio mitico, la Sibilta, €d i1 compito dei Quindecim
vtrr è quelto di Lí,bros inspieere ft0). Viene intrO
dotta quindi una quarta quatità del "vedere" con cs
ratteristiche diverse s'i a del uidére latino sia dal
f id,eV.n e dal theoreîn greci.
L'inspíeere dei Quindecimviri si configura come un
"decifraief' nel vero senso della parola, e cioè co-
me un "leggere" le eífre sibíLline in relazione ai
prodigi verificatisi . Questo inspíeere/Legere non
trova i1 suo opposto dialettico in un'altra attivi-
tà vi s i va di segno contrari o come accade i n Gre-
'"!É'l
"r{.

cia e presupposta im
plicitamente dal "leggere,, come suo momento necessa
rio: 1o " scri vere".
La contrapposizione nel caso di Roma è duplice in
guanto si presentano nella sfera sacrale, due atti-
vi tà di " scri ttura " , che si trovano i n rel a zione di a
lettiea-co.n I'attività di "lettura" dei Quindecimvi
ri. Da una parte infatti abbiamo it regere"il segna
re ti pi co det modo di scri ttura degt i Auguri , dal -
l'altra abbiamo lo seríbere, o anche il grapheín,
del I a stori ografi a annal i sti ca dei Pontefi ci .

I1 termine tecnico per designare l'attività degli


Auguri è, come abbi amo detto, regere.! verb i negere/
Legere ri sul tano presentano una di a1 etti ca i nterna
anche a livetlo fonetico, in quanto vi si trova ap-
pl i cata guel 1 'opposi zi one funzi onal e perti nente al
patrimonio fonematico latino tra 1a liquida rotata
/r/ e la'l iquida ìaterale l1/.
Quanto al I 'ideol ogi a soggiacente al I e due prati che
divinatorie noteremo che gti Auguri scrivono le Te-
giones entro I e qual i degl i dei devono mandare i sg
gni di assenso o di di ssenso, stabrillendo (negere)
quali segni debbano essere mandati perchè siano si-
gni fi cati vi ( 1 I ) . Nel nome di questa operazi one ,che
si chì ama LeQum dietío, compare i 1 radi cal e Leg.
I Quindecimviri leggono nei libri Sibillin'i e rispo!
dono per i s eri tto al I a domanda posta dal senato c i r

6
ca i riti da compiersi (saera faeiunda come è neJ
nome dei sacerdoti ) per espi are i segni di cri s i con
gli dei. Anche nella pratica Quindecimvirale, compg
r'€, nella redazione del responso collegialerl'atti-
vità di scrittura (12).
Fuori delìa dialettica tra Auguri e Quindecimvi ri ,
che rimane compresa tutta net I 'ambi to det I a divi na-
zioo€r va notato che, id un certo punto della sto-
ria romana, con la cacciata-del F€, il regere -c.he
era anche lo "scrivere" posseduto dal ?eî la cui at
tivi tà è quel la di ?ege?e ossi a di defi ni re i I suo
regnum viene per cosi dire assunta dal popolo e
diviene lo seríbere. Regere quindi diventa "governa
re" e ceSSa di S i gni fi Care " sCri vere" " mantenendo i l
suo ori g i nari o val ore semanti co sol o ri guardo al I a
attività degli Auguri.
Con il passaggio dal rege?e allo seribere si apre
una nuova di aletti ca rappresentata dal 1 'opposi zi one
Pontefi ci -Qui ndeci mvi ri .
I Pontefi ci i nfatti scrivono negt i AnnaI i I e ?e8
gestae populi Romani, mentre i Quindecimviri leggono
nei-libri.sibillini i riti da officiare, quando, P€r
la crisi con gli dei, sembra mancare I'individuazio
ne delle ?es gerendae deStinate a divenire:res gestae.
Nei momenti di crisi si rinuncia quindi a scrivere
e si leggono dei libri sacri che, Fipristinando la
pa& deor.um, apranO all'aZiOne. Le res gestae COSi
compi ute vengono fi ssate dai Pontefi ci negl i Annal i
che sono, al pari dei libri sibillini, materia sa-
cra.

L' i ntera dialettica vegere-seyibere/Legere si svol -


ge al I i vel I o sacerdotal e t imi tatamente ai tre col -
legi pubblici degli Auguri, dei pontefici e dei Quin
decimvi ri , al contrario di quanto abbiamo vi sto av-
veni re i n Greci a dove, ad un vedere i spi rato del sa
cerdote-vate, si contrappone un vedere profano del
mag i strato consul tante .
In realtà anche ín Grecfa è" possibile rinvenire una
di al etti ca i nterna agl i operatori sacral i , c0ntenu-
ta nell'opposizione tra it mantis-veggente ed i chre
smoLogoi-.Esegeti-raccogl itori e commentatori di ora
col i . Questi ul tim'i operavano sul I a base di reperto
ri di vi natori tradi zionalmente attri bui ti ad anti -
chi veggenti, dalla cui lettura traevano i responsi
per i loro clienti (13).
--In particolare il nome di questi esegeti di oracoli
con la sua componente Log - gradazione apofonica dal
la radice Lng per una sorta di circolarità, da
una par:te si unisce al Legere dei Quindecimviri,dal
I 'al tra s i oppone al verbo tecni co del veggente i -
spirato ideín da cui abbiamo preso le mosse.

Theorein --l idein --, uidere ---) inspíeere


,t I e
"eae?e
uf,n'i., <----- ,nf,no"!
\ seribere
î{ote

t) F. de Suassure, Cours de Lingaistiqte généraLrtF. it.


Bari, pag . 137
2l H.hl. Parke e D. E,hl. lrlormel l , The Delphie _oraeler0xford
t956; H.hl. Parke, Gneek onaeLes, London 1967

3) P. Catalano, Contributo aLLo sLudt)o del diritto antguraLe,


Tori no t 960
4) Dion. Hal. IV,6?.
5) A. Gell. I, l9
6 ) Herod, f , 67; VI , 57 ; Ci c. ùiu. I ,43; Sui d. s.r). Pythi oi

7') Strab. IX,2,11


-8) Plat. Leg. 650
9 ) La rel azi one vedere profeti ca/ í.dein non è bi uni voca i n
quanto aoristo di ora6.
etdon è usato ccrne
l0) Liv. VII, 27,1; XXII, l,16; XXII,36,6; XL,37,2;XLII'2,
6.

1l ) Cfr. D. Sabbatucci, Ditsinazione e eosrnoLogh, dispense


A.A. 1978-79

12l, Per il responso scritto cfr. Liv. XLII , ?,7


13) Clem. Alex. Strom. lr 21 , 133,3.

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