Si inginocchiò appoggiando le mani sulle mia ginocchia. Percepì i tremori che la percorrevano, gli stessi che notavo nella sua voce quando mi rispose: — Non mi respingere, non cacciarmi via dalla tua vita. — Sei tu che lo ha fatto per prima. Sapeva quanto me che non era la verità, che ero io che avevo messo un termine alla nostra relazione partendo lontano, rifiutando ogni contatto con lei dopo. Julia non disse niente, ma vedevo la tristezza offuscare il suo sguardo. — Non posso fare questo, Blake. Ti ho mentito ieri, svuotò il sacco e questo mi sorpresi. Non posso vivere senza di te. Ho già provato. Ho provato con tutte le mie forze ad amare qualcun’altro , ma non era la stessa cosa. Amo i miei genitori, i miei amici ma loro non sono te. Era troppo doloroso vivere questa vita lontana da te, così vuota, insipida. Da quando ti ho ritrovato, provo delle cose, mi sento di nuovo viva. Ho lasciato perdere tutto, incluso il mio lavoro che adoro, solo per essere vicino a te, quindi per favore, non cacciarmi. Non sopportavo di vederla in questo modo, di sentire queste parole che avevo temuto, mi raddrizzai, poi mi allontanai da lei. Tuttavia non lasciai la camera. Le mani nelle tasche anteriori dei miei jeans, camminavo avanti e dietro con un passo nervoso. La sua confessione erano giuste e riassumevano la mia vita da quando ci eravamo separati anche se tentavo di ignorarli Insipida e vuota, tale era stata la mia vita lontana da lei. Avevo tentato di riempirla, di trovare uno scopo, come questa nomina a questo posto di direttore,ma mi era sempre mancato qualcosa e questa cosa era lei. « Devo smettere di credere che potrei vivere senza di lei. » Le mani sui fianchi, la testa chinata in avanti, tirò un sospiro profondo . Anche se provavo a respingerla, ad affermare che non provavo niente per lei, i miei sentimenti per lei erano intensi quanto i suoi. Era rimasta, lottava per noi, per me. Al modo mio, anche io, combattevo non contro l’essere amato per dimostrargli il mio amore, ma contro me stesso. Contro i miei dubbi, le mie paure e colui che nascondevo agli sconosciuti; una parte scura che faceva parte del mio essere. « Non posso lasciarti andare via. La voglio abbracciare, rannicchiarmi dentro di lei ogni volta che ne avrò voglia. Il pericolo sarà sempre presente con o senza di lei allora perché impedirci di essere insieme ? » Decisi di accettare una volta per tutte quello che c’era tra di noi, accettare quello che mi veniva dettato dal mio cuore ed amarla. In effetti, non avevo mai smesso di amarla dall’inizio del nostro rapporto. Avevo cercato nelle altre donne che erano passate velocemente nella mia vita qualcosa di lei, sia fisicamente che nel modo di fare, di essere. La cercai con gli occhi, Aveva raggiunto il letto e si era seduta sul bordo, la testa e le spalle basse. Andai con un passo determinato verso di lei che aveva saputo scatenare dei sentimenti così violenti dentro di me tra passione e odio, quando aveva respinto il mio profondo. Perché di fatti, mi aveva respinto anche se per poco tempo. Alzò il viso verso di me. C’era così tanto amore nel suo sguardo in questo istante e questo cancellò i miei ultimi dubbi. Davanti a lei, sbottonò i miei jeans prima di sbarazzarmene. Nudo, appoggiai un ginocchio sul materasso e strinsi il suo viso tra le mani percorrendolo di baci. Ebbe un brivido. Questo collegamento intangibile tra di noi persisteva tra di noi. Bastava un breve contatto per provocare immediatamente una reazione fisica, anche diec’anni dopo il nostro incontro. Non era solo sessuale. Mi sporsi, obbligandola a sdraiarsi. Adoravo percepire la dolcezza della sua pelle contro la mia, i suoi seni contro il mio petto, le sue gambe che si arrotolavano intorno alle mie. Si tirò in dietro con i gomiti per potersi mettere in mezzo al letto. Seguì il suo movimento senza smettere di baciarla, poi la esortò a mettersi pancia in giù per poter riempire la sua schiena di baci. Sospirò di piacere quando le mie labbra cominciarono a vagare sul suo sedere tondo; quindi mi sdraiai sulla sua schiena e bloccai il mio sesso in erezione tra le sue chiappe. Tentai di moderare i miei ardori continuando ad accarezzare le sue spalle e la sua nuca con le labbra. Ma dopo poco tempo, la penetrò ; in appoggio sulle mani, tornai da lei nel momento in cui sollevava il bacino. Grugnai mentre mi tuffavo nel più profondo del suo covo così caldo e stretto. Entravo e uscivo da lei con più velocità attaccandomi sempre di più a Giulia che ansimava sotto di me. Girò il viso di lato, per metà seppellito nel cucino che reggeva sotto di lei. Quello che mi piaceva quando facevamo l’amore è che lei non si tratteneva più. Gemeva, gridava il mio nome ancora e ancora e il su corpo esprimeva non solo parole ma i sentimenti che provava per me. Uscii da lei giusto il tempo di potere rigirarla. Avevo bisogno di vederla, di radicare il mio sguardo nel suo nel momento in cui si sarebbe lasciata andare al suo piacere. Mi sorrise prima di arrotolare le sue gambe intorno alle mie mentre la penetravo di nuovo. Lessi così tante emozioni nelle sue iride bluastre che accelerai improvvisamente, dimenticando che volevo fare durare il piacere. Con lei, perdevo sempre il controllo. Le strappai un primo grido tra dolore e piacere mentre la penetravo con forza. Questo non mi spinse ad essere più dolce ma mi rese ancora più selvaggio. Le sue mani si aggrapparono ai miei fianchi per trattenermi. Per compensare la mia bruschezza, staccai l’una dopo l’altra le sue mani da me per poter intrecciare le mie dita alle sue che erano appoggiate vicino alla sua testa. Le sue mani si irrigidirono nelle mie ad ogni colpo forte che le somministravo molto più forti delle volte precedenti. I suoi seni che sobbalzavano, le piccole grida che emetteva non facevano nient’altro che eccitarmi di più. Le sue labbra si aprirono e venne. Con un bacio, aspirai il suo grido mentre acceleravo il ritmo sempre di più. Con un grugnito sordo,venni dentro di lei, abbandonandomi al mio piacere. Rimasi nel letto, abbracciato a Julia. Questi ultimi anni mi ero abituato a partire subito dopo aver preso il mio piacere con una scusa quando la ragazza si era già svegliata. Questa volta non avevo nessuna voglia di lasciare la donna che stringevo tra le braccia. La sua gamba non smetteva di salire e scendere tra le mie, accarezzava l’interno della mia coscia destra fino a sfiorare il mio sesso. Il suo movimento rallentò e seppi che stava per rompere il silenzio che mi faceva comodo. — Questa volta, è stata... Mi aspettavo una sua osservazione riguardo la mia bruschezza. Non avrei dovuto aprirmi così tanto, non subito dopo averla ritrovata. Nel corso degli anni, ero cambiato, mi ero affermato, anche sul piano sessuale. Sulla difensiva, risposi un po’ troppo bruscamente: — Questo non ti ha impedito di venire. — In effetti, disse lei piano. — Julia non disse nient’altro. Come per scusarmi, le accarezzai la schiena. Decisi di cambiare argomento per sapere che cosa si aspettava dal futuro, le chiesi : — Immagino che ti piacerebbe trovare un impiego se intendi sempre trattenerti. La senti inrigidirsi. Poi si tirò su per guardarmi. Le restituì il suo sguardo riempito di speranza.