H 6 G 6 A 6 Q.
Cominciamo col provare che la media geometrica è sempre non maggiore della media
aritmetica.
Proposizione 1.1. Siano x1 , . . . , xn , numeri reali positivi. Vale che:
√ x1 + x2 + . . . + xn
n
x1 · x2 · . . . · xn 6 . (1)
n
Inoltre l’uguaglianza in (1) vale se e solo se x1 = x2 = . . . = xn .
Dimostrazione. Ovviamente, se x1 = x2 = . . . = xn allora la (1) vale con l’uguaglianza.
Quindi supporremo che almeno due tra x1 , x2 , . . . , xn siano diversi tra loro.
Per dimostrare la tesi è sufficiente provare che
x1 + . . . + xn = n ⇒ x1 · . . . · xn < 1, (2)
1
che equivale alla (1) nel caso particolare in cui la media aritmetica è pari ad 1, (A=1).
Infatti se A 6= 1, essendo per definizione
x1 + . . . + xn
A= ,
n
la (1) segue immediatamente applicando la (2) alla n-upla
x1 x2 xn
, , ..., .
A A A
Dunque proviamo (2). Utilizziamo il principio di induzione.
Sia n = 2. Allora se x1 + x2 = 2 (con x1 6= x2 e quindi x1 , x2 6= 1),
x1 + x2 + . . . + xn + xn+1 = n + 1, (3)
x1 = 1 − a.
x2 = 1 + b.
(1 − a + b) + x3 + x4 + . . . + xn+1 = n,
(1 − a + b) · x3 · . . . · xn · xn+1 6 1. (4)
x1 · x2 = (1 − a)(1 + b) = 1 − a + b − ab < 1 − a + b,
2
dalla (4) segue che
x1 · x2 · x3 · . . . · xn · xn+1 < 1.
Abbiamo dunque provato che vale (2) per una qualunque (n + 1)-pla, supponendola
vera per una qualunque n-upla.
Il principio di induzione consente allora di affermare che (2) vale per ogni n ∈ N.
3
Esercizio 2. Se x1 , x2 ,. . . ,xn sono numeri reali positivi allora
Xn X 1
! n !
xk > n2 .
xk
k=1 k=1
1 1
, ..., .
x1 xn
Possiamo provare infine che la media aritmetica è sempre non maggiore della media
quadratica ragionando per induzione. Riscriviamo la diseguaglianza come
2ab 6 a2 + b2 . (7)
Supponiamo ora (6) vera per n. Proviamola per n + 1 elementi. Usando l’ipotesi di
induzione e la (7) n volte abbiamo:
4
1.1 Qualche applicazione
x1 = 1 + nx, x2 = . . . = xn = 1,
abbiamo
n−1 volte
z }| {
√
n 1 + nx + 1 + . . . + 1 n(1 + x)
1 + nx 6 = = 1 + x,
n n
che implica la diseguaglianza di Bernoulli.
√
A2 ) Sia a > 0. Allora lim n a = 1.
n→+∞
Il caso a = 1 è banale. Consideriamo il caso a > 1. Applicando (1) a
x1 = a, x2 = x3 = . . . = xn = 1,
abbiamo
√
n a+n−1 a 1
1< a6 = +1− .
n n n
Dal teorema dei carabinieri segue la tesi.
Il caso 0 < a < 1 segue immediatamente da quello precedente osservando che
√
n 1
a= q .
n 1
a
√
n
A3 ) lim n = 1.
n→+∞
Applicando (1) a
√ √
x1 = n, x2 = n, x3 = . . . = xn = 1,
abbiamo
√
√
n 2 n+n−2 2 2
16 n6 = √ +1− .
n n n
Dal teorema dei carabinieri segue la tesi.
5
1 n
A4 ) La successione an = 1 + è strettamente crescente.
n
Applicando (1) alla (n + 1)-upla
1 n
x1 = . . . = xn = 1 + , xn+1 = 1,
n
da (1) abbiamo
n volte
z
}| {
1 1
s 1+ +...+ 1+ +1
1 n
n+1 n n n+2
1+ ·1 < = ,
n n+1 n+1
ossia
1 n
n+1
1
an = 1 + < 1+ = an+1 .
n n+1
1 n+1
A5 ) La successione bn = 1 + è strettamente decrescente.
n
e quindi
n n+1
1 n−1 n 1
= < = .
bn−1 n n+1 bn
6
Dimostrazione. Dalla proprietà A4 ), e ricordando il teorema di regolarità delle succes-
1 n
sioni monotone, la successione an = 1 + n ammette limite. Tale limite è finito, in
1 n+1
quanto an è limitata. Infatti, poiché la successione bn = 1 + n è decrescente,
risulta
1 n 1 n+1
2 = a1 6 1 + < 1+ = bn 6 b1 = 4.
n n
1 6
2 = a1 < e < b 5 = 1 + < 2.986.
5
1 n X n 1 X
n n
1 n(n − 1) . . . (n − k + 1)
an := 1 + = k
= =
n k n k! nk
k=0 k=0
Xn
1
1
2
k−1
= 1− 1− ... 1− .
k! n n n
k=0
X
n
1
an < . (8)
k!
k=0
X
n
n 1 X
m
1 n(n − 1) . . . (n − k + 1)
an = k
> .
k n k! nk
k=0 k=0
7
Tenuto conto che risulta, per ogni fissato k = 0, 1, . . . , m,
n(n − 1) . . . (n − k + 1)
lim = 1,
n nk
otteniamo, per ogni m,
X
m
1
6 lim an = e. (9)
k! n
k=0
Dimostrazione. Si ha
X
n
1 X
+∞
1 1 X
+∞
(n + 1)!
e− = =
k! k! (n + 1)! k!
k=0 k=n+1 k=n+1
1 X +∞
1 1 n+2
< j
= .
(n + 1)! (n + 1) (n + 1)! n + 1
j=0
a X 1
n
!
1
0 < b! − < < 1,
b k! b
k=0
Pn
il che è assurdo in quanto b! a 1
b − k=0 k! è certamente intero.
8
2 teoremi sul limite delle medie
Vogliamo fornire un utile criterio che permette di calcolare il limite della radice n-
esima di una successione positiva conoscendo (se esiste) il limite del rapporto di due
termini consecutivi.
In primo luogo, richiamiamo il criterio del rapporto per le successioni.
Teorema 2.1 (Criterio del rapporto). Sia an una successione tale che an > 0 per ogni
n ∈ N, e tale che
an
lim = `. (10)
n→∞ an−1
Vale che:
lim an = a > 0.
n→+∞
Non può essere a > 0; in tal caso, infatti, passando al limite in (10) si avrebbe
an a
` = lim = = 1,
n an−1 a
bn 1
lim = (0 se ` = +∞).
n→+∞ bn−1 `
Essendo 1/` < 1, per quanto appena dimostrato risulta lim bn = 0 e dunque
n→+∞
lim an = +∞.
n→+∞
9
Osservazione 2.1. Se ` = 1 non si può dire nulla sul limite di an . Alcuni esempi per
cui
an+1
lim =1:
n→∞ an
• an = n;
1
• an = n;
n
• an = ;
n+1
√
• an = 2 + sin n. Si ha:
√
2 + sin n
lim √ = 1.
n 2 + sin n + 1
Poiché
√ √ 1
n+1− n = √ √ → 0,
n+ n+1
√ √
si ha | sin n + 1 − sin n| → 0, e quindi
√ √ √
| sin n + 1 − sin n|
2 + sin n
2 + sin √n + 1 − 1 = √ → 0.
2 + sin n + 1
Tuttavia
√
lim (2 + sin n) non esiste.
n→∞
10
Dimostrazione. Supponiamo ` < 1. Allora posso scegliere ε > 0 tale che ` + ε < 1 (ad
2 ). Esiste quindi ν ∈ N tale che
esempio ε = 1−`
√
n
an < ` + ε, ∀n > ν,
ossia
0 6 an < (` + ε)n .
Poiché ` + ε < 1, si ha lim (` + ε)n = 0. Dal teorema dei carabinieri segue la tesi nel
n→+∞
caso ` < 1.
Similmente, se ` > 1 posso scegliere ε > 0 tale che ` − ε > 1. Per n abbastanza
grande si ha
an > (` − ε)n .
Essendo ` − ε > 1, risulta lim (` − ε)n = +∞, e dal teorema del confronto si ha la
n→+∞
tesi.
Teorema 2.3 (di Cesàro sulle medie aritmetiche). Sia an una successione di numeri reali.
Se an è regolare, allora anche la successione delle medie aritmetiche
a1 + · · · + an
n
è regolare e risulta
a1 + · · · + an
lim = lim an . (12)
n→+∞ n n→+∞
Dimostrazione. Sia ` = lim an . Proviamo il teorema nel solo caso ` ∈ R. I restanti casi
vengono lasciati per esercizio.
Sia ε > 0 fissato, e ν ∈ N tale che
Per n > ν si ha
a1 + . . . + an a1 + . . . + an − n` (a1 − `) + . . . + (an − `)
− ` =
=
n n n
(a1 − `) + . . . + (aν − `) |aν+1 − `| + . . . + |an − `|
6 +
n n
(a1 − `) + . . . + (aν − `) n − ν
< + ε.
n n
Poiché ν è fisso, si ha
(a1 − `) + . . . + (aν − `)
lim = 0.
n→∞ n
11
Pertanto è possibile determinare un indice ν1 > ν a partire dal quale
(a1 − `) + . . . + (aν − `)
< ε, ∀n > ν1 .
n
n−ν
In definitiva, osservando che < 1, per n > ν1 si ha
n
a1 + . . . + an
− ` < 2ε,
n
Teorema 2.4 (sulle medie geometriche). Sia bn una successione positiva. Se bn è regolare,
allora anche la successione delle medie geometriche
pn
b1 · · · bn
è regolare e risulta
p
lim n b1 · . . . · bn = lim bn . (13)
n→+∞ n→+∞
Osservazione 2.2. Nella Proposizione 1.1 è stato provato che se an è una successione
di numeri positivi, allora
√ a1 + . . . + an
n
a1 · . . . · an 6 . (14)
n
12
Osservazione 2.3. L’esistenza del limite delle medie geometriche o di quelle aritmeti-
che di una successione an non implica la convergenza stessa di an ; dunque la tesi del
Teorema di Cesaro non è più vera se eliminiamo l’ipotesi di esistenza del limite di an .
Per verificare ciò, è sufficiente utilizzare la successione an definita come
1 se n è dispari,
an = (15)
2 se n è pari.
Abbiamo
p
√ n 2 n−1
2 se n è dispari,
n
a1 · · · an = √
2 se n è pari,
e
3n − 1
2n se n è dispari,
a1 + a2 + . . . + an
=
n
3 se n è pari.
2
Risulta quindi
√ √ a1 + a2 + . . . + an 3
lim n
a1 · · · an = 2, lim = ,
n→+∞ n→+∞ n 2
ma
Osserviamo infine che, in tal caso, le due medie in (13), pur convergendo entrambe,
non convergono allo stesso limite.
Teorema 2.5 (Criterio rapporto-radice). Sia an una successione tale che an > 0 per ogni
n ∈ N. Se la successione
an
an−1
√
è regolare, allora n a
n è regolare e
√ an
lim n
an = lim .
n→+∞ n→+∞ an−1
13
è
√
r
n a ·
a2 a3 an
1 · ·...· = n an .
a1 a2 an−1
√
r
a2 a3 an an
lim an = lim n a1 ·
n
· ·...· = lim .
a1 a2 an−1 an−1
Osservazione 2.4. Osserviamo che se an > 0, dal criterio della radice e del rapporto-
radice segue immediatamente il criterio del rapporto.
abbiamo
√
lim n
an = 1, (17)
n→+∞
mentre
an+1
lim non esiste. (18)
n→+∞ an
√
Per verificare la (16) ci basta osservare che la sottosuccessione di n a
n di posto pari e
quella di posto dispari convergono entrambe a 1:
√ n √
q
lim 2n
a2n = lim 2 = 1,
n→+∞ n→+∞
√ √
2n+1
lim 2n+1
a2n+1 = lim 1 = 1.
n→+∞ n→+∞
a2n+1 1 a2n
lim = e lim = 2.
n→+∞ a2n 2 n→+∞ a2n−1
14
a1 + a2 + . . . + an
lim = lim an se il secondo limite esiste
n→+∞ n
√
lim n
a1 · . . . · an = lim an se an > 0 e il secondo limite esiste
n→+∞ n→+∞
√ an
lim n
an = lim se an > 0 e il secondo limite esiste
n→+∞ n→+∞ an−1
an
lim = lim (an − an−1 ) se il secondo limite esiste
n→+∞ n n→+∞
(an − an−1 )
2.1 Applicazioni
√
n
A6 ) lim n = 1.
n→+∞
Applicando il criterio rapporto-radice, il limite è immediatamente provato essen-
do
n+1
lim = 1.
n→+∞ n
√
n
A7 ) lim n! = +∞.
n→+∞
Essendo
(n + 1)!
lim = lim (n + 1) = +∞,
n→+∞ n! n→+∞
15
Infatti, essendo
n
nn
(n + 1)! n 1
lim · = lim = ,
n→+∞ (n + 1)n+1 n! n→+∞ n+1 e
n! √
lim n n √ = 2π.
n→+∞
n
e
Esercizi 1. 1. Calcolare il seguente limite:
s
3n 2016
lim n n ( 27
4 )
n→∞ n
lim(an+2 − 2an+1 + an ) = `,
n
allora
an+1 − an
lim = `.
n n
Soluzione. Posto an+1 − an = bn , l’ipotesi asserisce che (bn+1 − bn ) → `. Quindi,
osservando che la media aritmetica di cn := bn − bn−1 , n > 2, c1 := b1 è
16