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G. T. FECHNER
NANNA
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|
SCASA EDITRICE SONZOGNO — MILANO
della Società An. ALBERTO Matarelli
;Vi# Pnsquirolo, 14 ♦> Printed in llaly
PROPRIETÀ 1 LETTERARIA RISERVATA
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i
NOTA PRELIMINARE
I.
Introduzione.
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6 G. T. FECH.lbR
II.
111.
Fiori ed insetti.
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nella parte larga del tubo, fino a che essi così con le
loro antenne munite di penne abbiano rastrellato il
polline dalle antere e portatolo sulla stimma. Spesso
essi si vedono, se si taglia il fiore a tempo, tutti im¬
polverati in causa di ciò. Ma non appena la feconda¬
zione ha avuto luogo, cessa l’impulso del succo verso
la corolla, i peli si disseccano e cadono e i moscerini
sono liberati dalla loro prigione. — Si può credere
realmente che creature senzienti siano imprigionate a
favore di esseri inanimati per restar rinchiuse sino
a che abbiano adempiuto il fine di questi ultimi?
Nel crespino (Berberis vulgaris) la disposizione de¬
gli stami stimolabili ha manifestamente lo scopo che
questi mediante il contatto degli insetti siano sospinti
a muoversi verso i pistilli. Nello Stylidium grami-
nifolium (1) gli stami che stanno in attitudine di viag¬
gio sulla colonna degli organi genitali si allontana¬
no dalla stimma, invece di avvicinarsele e spandono il
loro polline su certi peli che crescono abbondantemente
sulla cima della colonna, ma che quando la colonna è
ricurvata all’ingiù si trovano sotto la stimma. Quando
la colonna, in seguito al contatto d’un insetto, si slan¬
cia all’insù non solo può così il polline venir facilmente
lanciato dai peli alla stimma, ma avviene anche che i
peli si trovino dopo ciò nella posizione più favorevole
per lasciar cadere dall'aito il polline sulla stimma.
* * $
2.
34 G. T. FECHNER
dei fiori sia soave, esso rimane pur sempre per noi
qualcosa di secondario. Odoriamo un istante, ma non
possiamo tenere il naso su di un fiore per un minuto;
ne abbiamo tosto abbastanza e passiamo oltre ; intanto
il fiore continua a odorare, come se avesse da com¬
piere un importante affare. L’intero fiore è un vaso
di incenso sacro. È esso un’offerta d’incenso innal¬
zata a Dio? Ma che cosa sarebbe un’oblazione che
■ non fosse presentata da un’anima? 11 profumo dei fiori
resta senza spiegazione, se esso ci fosse per fini altrui
e non dei fiori stessi ; se la soavità, che da esso a noi
esteriormente deriva, non fosse una lontana ripercus¬
sione del godimento che da esso i fiori nella loro stessa
vita ricavano. Avviene dei fiori come della musica.
Forse che chi canta una canzone non ha della sua ar¬
monia una sensazione più profonda di colui che la ode?
Ora per di più un calice versa il suo profumo in mille
altri calici e alla sua volta lo riceve da mille altri. Come
nebbia invisibile il profumo va di fiore in fiore e il
vento lo porta anche più in là, oltre le siepi e i con¬
fini dei campi. Così i fiori si fanno reciprocamente vi¬
sita, pur sembrando non muoversi dal loro posto. For¬
se non ci sarà un’anima del flore che riceva, me¬
diante ciò che un altro fiore manda a bussare alla sua
finestra, la sensazione di ciò che Dassa nell’anima di
quest'altro? Le parole sono messaggeri psichici che
ricavano dall’interno la spiritualità. Quello che sono
per noi le parole, sono per le piante gli odori. Certo,
gli odori non avranno da trasmettere nulla di cosi in¬
telligibile come le nostre parole; ma non soltanto un
pensiero, bensì anche un sentimento, può penetrare
da un’anima all’altra.
4°) L’odore ci conduce al gusto. Moltissimo rimar¬
rebbe nella natura di non gustato, se non lo gustasse¬
ro le piante. La pianta gusta ciò che gli uomini e gli
NANNA O I.’ANIMA DELLE PIANTE 41
Ì
l lo occorre correr dietro agli oggetti nè protendersi ad
essi, come noi. Nei nostri spostamenti noi ci lascia-
itio guidare da un'immagine; ad essa, invece, tutto
quello di cui abbisogna, giunge da sé. Invece di gioi¬
re degli oggetti illuminati dal sole, essa gioisce dello
slesso sole che li illumina, e nel medesimo tempo an¬
che dì essere essa stessa l’oggetto illuminato dal sole.
| Invece di accogliere in sé una variopinta immagine
degli oggetti, come avviene con la nostra retina, essa
’
42 G. T. FECHNER
VII.
I
j laudo tutte le questioni imbrogliate, noi mostreremo
1 semplicemente che la pianta, rispetto alla libertà, non
è nè in diversa nò in peggiore condizione dell’ani¬
male. Chi asserisce che l’animale ò libero deve di¬
chiarar libera anche lu pianta, chi ritiene quello noli
. libero, non può nemmeno a questa attribuire la li¬
bertà; e allora non sì potrà più esigere la libertà co¬
me condizione del possesso dell’anima da parte della
pianta, poiché non la si esige per l’animale. In ogni
46 G. T. FECHNER
Vili.
j
di continuo braccia e gambe per fare o procurarsi
qualcosa di nuovo, essa allo stesso scopo caccia fuori
sempre nuovi rami e nuove foglie; invece di trasfor¬
mare le cose che si trovano nel suo ambiente, essa
trasforma continuamente sò medesima. Parecchie pian¬
te durante unu lunga vitu progrediscono nella loro
crescita in modo spettacoloso, così come molti uomi¬
ni compiono grundi gesta. La pianta in certa guisa è
54 G. T. FECHNER
IX.
X.
viene rl^t^n^K
mva viene mediante scosse meccaniche, bruciau-
r , Mimoh chimici delle più diverse specie, scintille
elettriche, improvviso subentrare della viva luce del
sole dopo una lunsa permanenza nell'oscuriti! rapido
trapasso tanto al caldo quanto al freddo, sùbita immis¬
sione di aria libera dopo una lunga chiusura, eccitata
a movimenti usuali, solo più foni o più deboli secon-
2°)r Un ...uhuìu
membro u d'un
un animale, stimolalo,
stimolato, quando
ilo cessa, ritnrnn n „ .- . v
LnT‘ 0veSSa' r,lt0rna n poco a POCO da sè nel suo
stato primitivo, soltanto più lentamente di quanto oc¬
corse a prodursi lo stato di stimolazione. Cosi un’o-
slnca, quando viene stimolata, chiude rapidamente il
G. T. FECHNER
66
suo guscio, ma lo riapre solo lentamente; 1 tdra ver¬
de stimolata, si raggrinza e solo lentamente si ridi-
stende Lo stesso ha luogo, e con piena concordanza,
in ogni movimento per stimolazione delle p.ante ; le
nani rapidamente mosse ritornano da sè solo molto
lentamente nella precedente posizione.
3») Negli animali la suscettibilitìi alla stimolazio¬
ne in seguito all’applicazione frequente o lunga di
nuèsta viene resa ottusa od esaurita, e colla cessa¬
zione di essa ripristinata, se lo stimolo non è stato
eccessivo. Altrettanto avviene in tutte le piante su¬
scettibili di stimolazione. Uno stame di crespino è
atto a ricevere nuovamente l’effetto dello stimolo dopo
cinciue od otto minuti, la colonna genitale dello Sìy-
Udìum solo dopo dodici a quindici minuti da quando
la precedente stimolazione è stata esercitata ; ma in
seguito a uno stimolo ripetuto la stimolabilitii si esau¬
risce completamente. Anche nelle piante sensitive ,
movimenti avvengono tanto più lentamente e incom¬
pletamente quanto più spesso si fanno compiere. Nel¬
le sensitive e in altre piante si sono pers.no osser¬
vati casi di abitudine allo stimolo. ^
Si potrebbe ricavare un'obbiezione contro 1 inter¬
pretazione psichica dei movimenti por stimolazione da
ciò che essi presentano troppo evidentemente il ca¬
rattere di necessità fisica, se non ci fosse in essi la
somiglianza coi movimenti per stimolazione degli ani¬
mali movimenti che indubbiamente sono accompa¬
gnati dalla sensazione. Un improvviso raggio di luce
0 la puntura d’un ago costringe i nostri occhi o le no¬
stre membra ad una contrazione e nel medesimo tem¬
po ad una sensazione, esattamente così come la punta
d’un ago fa cogli stami del crespino. La volontà può
bensì reprimere quel movimento, ma non crea nè il
movimento nè la sensazione. Nei bambini, dove non
nanna u l’anima delle piante 67
XII.
[ sm^deHe'plante^mostrasseeffenb ^ “ Vw*mi-
;^ir„r,,ctllUs“s7mura
. °di iu,,i
. ’ c,,e mosti» I organismo degli uomini e'ile
eli animali, e ,n cui irovit espressione II fatto che l'or'
rr„son Fu ...
^cir;^;s^vSn:aSrn:n
nulla in esso che formi un punto centrale unificatore di
nnpor aiuta dominante, come il cervello degli animali
La sola torma esteriore non basta per fare della ninn
«un tutto. Nessuna pane della pian, si p eo^l
ciò che avviene in un'altra. So si strappa da essa
ramo e lo si pmnla in lerra. il ramo cresce nei-
corno suo, e la piami,, da eh è staio sirappato con¬
tinua a crescere come se nulla fosse accaduto’ Ciò
non da I impressione d'un'unità connettiva ma'piut-
OSIO: (l'ianle toglie vi sono in un albero altrettanti
XIII.
pe^i^eilaenscS^^^rr^
gioni per cui ad esse occhi non sono stati dati. Sia
pure che i] niondo potesse riprodursi in immagine su
qualche parte del corpo della pianta come sulla retina
dell occhio umano e elle le piante potessero divenir
conscie come noi dei colori e delle linee di tale im-
i plagine; questa però rimarrebbe per esse altrettanto
incomprensibile quanto pel cieco appena operato. E
poiché la pianta non può nemmeno imparare a com¬
prenderla, 6 più semplice far completamente a meno
in essa dell’immagine e della camera oscura dell’oc¬
chio per questa necessaria, c lasciar risplendere la
pura luce del sole sulla membrana del suo corpo.
5°) Si chiede infine ; cito scopo può avere met¬
tere nel mondo esseri che non possono riflettere nò su
se stessi nò sul loro passato o futuro e elle sono, del
lutto e senza volontà propria, in preda al flusso sensi¬
bile delle sensazioni e degli impulsi. Invero una si-,
mile domanda si affaccia anche riguardo agli attintali.
; Poiché quand’anche le rappresentazioni psichiche che
gli animali posseggono giungono avanti c indietro nel
tempo più lungi che non quelle delle ’ piante, ben
poco con ciò si guadagna. Noi dovremmo considerare
gli animali un'appendice del mondo altrettanto super¬
flua quanto le piante. Ma la cosa cambio aspetto se si
considerano le anime degli animali e delle piante non
semplicemente come individui l'uno di fronte all'al¬
tro e tutti di fronte a un Dio che sta fuori di essi, ma
si concepiscono le anime degli animali c delle piante
come momenti dell'anima di Dio, concatenati nell'uni¬
versale unità divina, cosicché tutta l'ampiezza e la
complessità della vita psichico appartiene completa¬
mente a Dio stesso. Il frazionamento, che noi come
individui sentiamo uno rispetto all’altro, non tocca il
grande Iddio, in cui tutti i frammenti si congiungono
insieme come lo fibre d'un albero vivo.
82 G. T. FECHNER
Nota preliminare
I. Introduzione.
” 5
II. PoBizione del problcmn. » 7
III. lui questione del sistema nervoso. >■ 17
IV. lui finalità. » 2}
V. Fiori ed insetti. >* 28
VI. Le piante, fine a sò della Natura. » 51
VII. I.a questione dclln libertà. » 44
Vili. I movimenti della crescila.
» 51
IX. Movimenti d'altra natura.
» 55
X. Movimenti per stimolazione. » 63
XI. Animali e piante nella Beala 'degli organismi » 67
XII. Unità dell’organismo delle pianto. >■ 71
XIII. Precisazioni circa l’anima delle piante . . . « 76