Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
che sono stati scritti in modo “differenziale” che quindi si concentrano sulle differenze tra le due lingue,
non dandoci quindi un quadro generale ma solo una vizione parziale sui fatti grammaticali e lessicali.
Dobbiamo anche tenere conto del fatto che i testi toscani vanno esaminati in modo diverso dal resto
delle altre regioni, per arrivare quindi a capire anche gli altri dialetti dobbiamo eliminare le loro
peculiarità, i miscugli con i dialetti vicini, l’aiuto del latino e da quale punto ci possiamo aiutare con i
modelli toscani.
Grafia
La frafia del 300 è piu instabile della nostra, i più difficili da distinguere sono i suoni palatali e quelli
velari: pace o pacie, degno o dengno, figlio o filglio.
Un altro problema è quello se bisogna applicare o no la grafia del volgare anche alle parole colte: rapto o
ratto, letizia o letiti, teatro o theatro.
Non siamo neanche siguri dove le doppie siano presenti o no,in particolare dopo i prefissi a- pro-.
Petrarca passa da giaqque negli abbozzi a giacque nel manoscritto.
L interpunzione (punteggiatura) nei manoscritti volgari è quasi assent, è presente solo il punto alla fine
delle frasi. Esempio nel Trivulziano della commedia si ha un punto alla fine delle terzine.
L’uso delle maiuscole rimane lo stesso, nei nomi propi o adoperati come tali. C’è molto raramente
l’accento acuto, o il punto alla fine della frase che serve per cancellarla.
Ci sono differenze nei dialetti locali e regionali riguardo i suoni palatali e velari, in toscana la s sonora è
rappresentata con la z, nella padani ce,ci valgono come ze,zi; a genova c palatale è scritta con ih ( sihavo-
sc avo)
Suoni
E possibile che la c toscana di aceto,dieci sia passata da schiacciata a spirante unendosi alla c di
bacio,brucio.
Fuori dalla toscana si inizia ad imitale le sue caratteristiche,Tristano Corsiniano ha fiede per fede, ciede
per crede. Prodenzani da orvieto estende il dittongo uo a roco da raucus e ne fa ruoco.
Forme
Le varianti del plurale cambiano non essendo più condizionate dalle parole che seguivano, queste
possono essere cambiate da ogni scrittore per creare degli effetti artisctici. Raggio plu raggi o rai, danaio
plu danari .
I sostantivi e aggettivi in co- abbiamo plur diversi da quelli che prevarrano: fisichi, grammatichi,
salvatichi.
Il plu invariabile dei nomi in e: le parte, le chiave, verde fronde Petrarca lo sostituisce in verdi fronde.
Gli aggettivi possessivi : mie,tuo,suo usati per tutti i generi e numeri : al mie cor, e mie desiri, la tuo
veste, la suo camera.
Come articolo si oscilla tra il e el, lo è usato dopo consonante: per lo fresco, per lo pane, messer lo frate
si usano anche le forme plurali con i, li, gli
Come verbi si distinguono il tema tonico e tema atono: io aiuto alterna con aiutate, atare; io manuco
con manicare.
Le forme tronche perdè, salì sono normali ma si conservano anche perdeo,salio, di tono aulico oppure
plebeo.
Le forme sincopate sono facoltative: il Pucci usa menerò e menrò secondo la misura del verso, sarrò per
salirò.
Avere ha ancora molte forme: aggio nella lingua poetica, abbo- a lucca.
L’ausiliare avere si usa con vari riflessivi: s’avea messi dinanzi da la fronte, Dante; ora te l’hai
dimenticato; s’avea posto in cuore di non lasciarla mai.
I testi napoletani si usano i gerundi e gli infiniti coniugati: medici li quali sencza alchuna caritate
domandano essereno pagati.
Costrutti
Il di partitivo: e domandar del pane, tra li uccelli a di valenti medici, di valentissimi vini.
E ancora libero l’uso dell’articolo piu il di del complemento di materia, se precede l’articolo det si
preferisce la prep articolata: le colonne del porfido, invece dopo diventera obbligatorio l uso della prep
semplice.
Il superlativo in -issimo può avere talvolta valore di superl relativo: la rettorica è soavissima si tutte
l’altre scienze. Ammette anche accanto altre parole intensive: di sì nobilissima virtu, assai piccolissima
cosa.
Il trapassato remoto puo essere usato in preposizioni principali: e questo detto, alzata alquanto la
lanterna,ebber veduto il cattivel d’Andreuccio, prima che a Monaco giungessero, il giudice e le sue leggi
le furono uscite di mente.
Il verbo impersonale è spesso introdotto da un egli soggetto: egli trapassavano poche mattine che iio,
levata, non salissi, el mi restava molte cose a dire.
Si usano spesso due imperativi: va trogli quel canestro, che poi rimmarrà solo nell uso popolare.
Molti usi modali di dovere,venire,volere: Pirro adunque cominciò ad aspettare quello che far dovesse la
gentil donna, gli venne veduta una giovinetta assai bella, di cosi fatte femine non si vorrebbe aver
misericordia.
Un tipo di proposizioni concessive è retto da per che, perché: non andare mai a casa di niuna femina
mondana.. per ch’ella mandi per te; tu, per ch’io m’ adiri; da amare,perchè io voglia, non mi posso
partire.
Alcune regole sono state impostate nel 300 come l’ordine del gruppo sostantivo aggettivo, talvolta quasi
obbligatorio, altre libero. L’ordine delle parole nelle preposizioni principali e in quelle indipendenti,
molto importante in Boccaccio.
Giampaolo Salvi
Lorenzo Renzi