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Scheda del libro 


Autonauti 
alla 
Biennale 
 
 

 
 

Autonauti 
1 Gennaio 2019 
 
Ringraziamenti a: 
Marco Maccarone di Mac auto carrozzeria, che con 
animo generoso e giocoso ha messo a disposizione la 
sua auto officina, la sua disponibilità per giocare insieme 
questa scommessa, tutto gratuitamente per la 
realizzazione della nuova Automare, ed anche al 
prezioso aiuto di suo nipote Lori. 
  
e Lucia notaio in pensione di Torino,  
la sua preziosa spontanea ricca donazione, ha potuto 
rendere questo sogno sempre più reale. 

 
 
 
 
Copyright: 
tutti i diritti sono riservati Autonauti-Amoretti    


 

Indice: 
1. Iniziazione 
2. Roma e il museo Maam 
3. Sicilia il giro di boa 
4. Mar Adriatico 
5. Venezia Conclusione? 
 
 
“L’artista  non  è  solo  colui che: ​scrive,dipinge o compone 
musica,  l’arte  risiede  anche  nello  stile  di  vita  che  un 
uomo  sceglie,  nella  coscienza  di  far  la  sua  scelta,  nell’ 
attuarla,  nell’attenzione  verso  ciò  che  accade  nel 
mondo, nella sensibilità quasi religiosa…” 
.  

 
   


 

Motivazione: 
l’Arte 
Un  solo  messaggio:  tutto  può  essere  qualcos’altro, 
destare  meraviglia  in  sé  e  negli  altri.  E’  quello  che  fa  un 
artista,  appunto.  Trasforma  gli  oggetti  dandone  un  altro 
significato,  a  volte  senza  neppure  trasformarli,  donando 
un’emozione,  una  riflessione  a  chi  ha  l’occasione  di 
ammirarla,  toccarla,  annusarla.  L’arte  è  l’alchimia  che 
trasforma  un’emozione,  un’idea  intangibile  in  qualcosa 
che  ha  forma  e  solidità.  Realizzando  banalizza,  e  rende 
possibile quello che non era stato neppure immaginato,  
Autonauti è un artista, e l’Automare è un’opera d’arte.  
 
Solo  che  -Autonauti-Artemobile- è un arte scomodo, è un 
artista  che  mette  in  discussione  un  sistema  e  lo  fa  con 
azioni  che  risultano  provocatorie  e  polemiche,  ma  che 
non  sono  né  l’una  né  l’altra.  Sprigionano  un  senso  di 
libertà  contagioso  e  il  sistema  vuole  evitare  il  contagio, 
teme  che  possa  ammalarsi  e  che  le  persone  una  volta 
sbrigliate  facciano  quello  che  vogliono  o  meglio, 
scelgano  di  organizzarsi  diversamente  da  quello  che 
impongono  le  istituzioni,  siano  esso  stato,  chiesa, 
economia  dei  consumi  o  comunista.  O  quel  che  diavolo 
volete.  Essere  al  di  fuori  delle  regole,  o  semplicemente 
sceglierne  di diverse, è il massimo affronto per uno stato, 


 

la  massima  minaccia  alla  sicurezza  nazionale.  A  ogni 


regola  corrisponde  una  limitazione  della  libertà 
personale.  Sì,  lo  so,  lo  dice  anche  la  destra  liberale,  ma 
con  un  accento  sulla  libertà  personale  che  è  piuttosto 
diversa  da  quella  di Amoretti, intuibile vero? Quindi più si 
aumentano  le  regole,  più  si  controllano  le  persone. 
Tranne  in  mare,  l’unico  luogo  che  le  istituzioni  faticano a 
controllare  e  dove  è  ancora  possibile  essere  padroni  di 
se  stessi  o  meglio,  liberi  di  se  stessi.  Ve  ne  sono  di 
esempi,  e  non  occorre  andare  lontano,  di  chi  ha  cercato 
nel  mare  una  via  di  fuga  o  di  espressione..  Il  fatto di non 
riuscire  a  governare  il  mare  come  si  vorrebbe  è 
maledettamente  imbarazzante  per  i  governi  mondiali.  E 
quindi  si  ricorre  alla  forza  quando  si  può  per  impedire 
che  qualcuno  faccia  quello  che  vuole  in  quella  terra  di 
nessuno  che  terra  non  è.  In  questo  per  l’autorità 
frustrante  contesto  il  nostro  Amoretti  attira  motovedette 
come mosche. 

   


 

Anagrafe: 
Anno  2013  decido  di  partire,  ripartire  perché  sulla  solita 
Automare  poi? Ma forse per comprendere meglio l’anima 
e  lo  spirito  utopico,  dovremmo  partire  dall'inizio  di  tutta 
la  faccenda.  Indietro  indietro  negli  anni  quando  sono 
nato,  quando  papà  decise  di  chiedere  degli  alberi  al 
Comune di Imperia quando sono nato. 
<<…papà  così,  non  mi  avrebbe  iscritto  alla  anagrafe  se 
non  gli  avessero  dato  in  cambio  diciotto  alberi,  uno  per 
anno  fino  alla  mia  maggiore  età.  Questo  non  era  perché 
papà  volesse  fare  il  furbo,  o  volesse  fare  l'originale,  ma 
perché  come  tutti  i  genitori  di  questo  mondo,  trovava 
davvero  ingiusto  che  un  bambino  non  avesse  il  verde, 
non  avesse  uno  spazio  e  non  avesse  una  società  che  si 
preoccupasse  di  sviluppare  nel  futuro  una  misura  e  una 
dimensione a favore di un bambino. 
*Nel  1990,  la  commissione  per  l'Agricoltura  del  Senato 
(con  15  anni  di  ritardo)  Ha  approvato  il  provvedimento  di 
un albero per ogni bambino che nasce.  
Quello  che  mio  padre  aveva  preteso  rischiando  di 
andare  in  galera,  è  oggi,  dicevo,  una  legge  dello  Stato. 
Molte  volte  era  andato  in  mare  per  richiamare 
l'attenzione  sulle  sue  richieste.  Comunque,  quella volta il 
comune  di  residenza  accettò  la  domanda,  e  il  primo  dei 
18 alberi fu piantato.    


 

La Scuola 
Perché la disprezzi?>> 
  <<Perché  in  genere  me  ne  fanno  l'esaltazione,  senza 
rendersi  conto  che  la  scuola  ormai  manca  totalmente  di 
coerenza  ed  è  piena  di  contraddizioni  con  i  tempi 
post-industriali.  Essere  istruiti  significa  pensare  con  la 
propria  testa,  sviluppare  in  sé  la  libertà  piena,  che  è 
esattamente  il  contrario  di  quello  che  fa  la  scuola.  La 
scuola  indottrina,  insegna  ad  obbedire  all'autorità<,> 
distrugge  le  pottenzialità  umane  a  favore  di  quelle 
sociali,  nasconde  e  distrugge  le  nuove  "verità"  in  favore 
dei  diritti  e  dei  privilegi  di  chi  detiene  il  potere.  Umilia  e 
rifiuta  la  lealtà  e  il  coraggio  e  premia  la  falsità  e  il 
servilismo.  Rimbecillisce  la  mente  con  la  routine  che  fa 
esplodere  la  noia,  distrugge  la  creatività  e  premia  il 
conformismo.  Annega  la  gioia  di  vivere  in  un  mare  di 
d'ansia,  di  paure,  di  ricatti...  sintetizziamo  così:  <->cosa 
c'è  di  più  felice  e  allegro  di  uno  sciame  di  bambini  che 
corrono  fuori  da  da  scuola?  Bene  quando  succederà  il 
contrario, allora la scuola sarà "vera scuola".>> 
<<Ma non è il caso di prendersela troppo.>> 
  <<Già,  ma  io  non  sono  un  single  che  semplicemente  si 
sbarazzano  delle  questioni  sociali  girandoci  attorno.  Io 
ho  sei  figli,  e  porca  vacca,  mi  girano  le  scatole  quando 
vedo  certi  genitori  adagiarsi  passivamente  sul  sofà 


 

dell'ordine  costituito...  Hanno  un  atteggiamento  che 


sembra  sospeso  tra  il  "chi  se  ne  frega"  e  il  "ho  troppe 
cose  da  fare".  Ecco  da  dove  arrivano  le  mie 
arrabbiature?>>  <<Dai  genitori.  Dal  modo  che  hanno  di 
buttare  via  i  loro  figli  credendo  invece  di  fare  per  loro 
chissà  che  cosa.  Quando ai bambini, quello che vogliono 
e  stare  con  i  loro  genitori,  specialmente  da  piccoli,  per 
contro  viviamo  in  una  società  di  genitori  completamente 
latitanti,  e  io penso di sapere perché. La gente preferisce 
pagare  una  tata  e andare fuori a lavorare. Capisco quelle 
coppie  che  senza  due  stipendi  fanno  fatica  a  tirare 
avanti,  quelli  che  a  fatica  riescono  mettere  assieme  il 
pranzo  con  la  cena;  ma le donne in carriera? Cos'hanno? 
Bisogno  di  fare  le  imprenditrici  per  sentirsi  realizzate? 
Ecco  perché  sono  diventato  Casalingo  Padre,  preferisco 
stare con i miei bambini che in ufficio.>>   


 

Il Lavoro: 
Prima  di  cominciare  questo  mio  pazzo  pazzo  viaggio, 
vorrei anche cominciare con:  
Articolo 1 della Costituzione.  
L'Italia  è  una  Repubblica democratica, fondata sul lavoro. 
La  sovranità  popolare  appartiene  al  popolo”.  Così  recita 
l’arci  noto  articolo  primo  della Costituzione italiana e non 
bisogna  essere  dei  costituzionalisti  per  coglierne  la 
tensione ideale. 
La  Repubblica  italiana  non  è  fondata  sulla  libertà,  come 
ad esempio la Costituzione americana, o sulla fratellanza, 
l’uguaglianza,  la  giustizia,  il  perseguimento  della  felicità; 
no,  è  fondata  sul  lavoro.  Ora,  tutto  può  essere  il  lavoro, 
tranne  che  un  principio.  Esso  è  una  condizione 
dell’esistenza  umana,  una  possibilità,  per  alcuni  come  il 
sottoscritto  una  benedizione,  per  tanti  altri  che  lavorano 
in miniera forse è una maledizione. 
fonte: Flavio Felice ​http://www.loccidentale.it 
   


 

La preparazione 
La  preparazione  è  stata  la  parte  più  difficile:  ​soprattutto 
dal  punto  di  vista  economico.  Solo  l'aiuto  diretto  e 
umano,  del  piccolo  commerciante del piccolo ferramenta 
del  piccolo  grande  uomo,  che  ancora  bene  o  male 
aleggia,  più  dentro  a  persone  semplici  e  umili.  Alla  fine 
per  poter  riuscire  a  partire, e poter avere un motore fuori 
bordo, ho dovuto vendermi il mio super mega computer. 


 

La partenza: 
Finalmente  la  partenza  xxxxxxxxxx.:  ​questa  è  la  prima 
foto  che  scatto  dalla  partenza  del  viaggio,  dall’interno 
dell’abitacolo della nuova Automare. 
 

 
 
Finalmente  c'è  lo  fatta,  sto  navigando  tra  le  onde. 
Trattenuto  a  terra  dalla  realtà  di  tutti,  quotidiana  della 
gente, del concreto, dei soldi, del grigio delle città e delle 
macchine  dell'asfalto  grigio.  E  invece  ora  finalmente  sto 
navigando  anzi  sto  volando  Sopra  infinite  storie  di 
fantasia di colori e libertà.   

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Pisa 

Ricerche Arno, l'autonauta si scusa 


«Mi  spiace  di  aver  creato  disagi,  ma  chi  telefonava  doveva 
verificare meglio»​ PISA_____________ 

«M
​ i  spiace  se  la  mia  tappa  pisana  ha  creato  qualche 
problema  a  polizia  e  vigili  del  fuoco.  Non  era  mia 
intenzione.  Magari  chi ha telefonato segnalando un'auto 
che  stava  affondando  poteva  non  essere  così 
affrettato».  L'autonauta  Marco  Amoretti,  39  anni  di 
Sarzana,  singolare  giramondo  che  ha  adattato  una 
Maserati  facendola  diventare  un  mezzo  anfibio,  senza 
volerlo  per  tutta  la  giornata  di  venerdì  ha  tenuto 

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impegnati  agenti  e  vigili  del  fuoco,  anche  dei 


sommozzatori.  Alle  7  era  sull'Arno  in  zona  Ponte  di 
Mezzo.  A  bordo  dell'autonave  è  salpato  verso  il porto di 
Marina  corredando  la  partenza  con  una  serie  di  scatti 
poi  postati  su  Facebook.  Solo  che  durante  la 
navigazione  è  stato  visto  da  diversi  automobilisti  che 
hanno  equivocato  la  situazione.  Non  era  una  macchina 
che  si  inabissava  in  Arno,  ma  un  natante,  di  sicuro 
bizzarro,  con  cui  Amoretti  vuole  arrivare  fino  a  Venezia 
in occasione della Biennale di settembre. 
<<In  questo  momento  sono a Rosignano - risponde poco 
prima  delle  10  al  cronista  che  lo  informa  delle  ricerche 
scatenate  dal  suo  passaggio  -.  Ho  intenzione  di 
proseguire  fino  in  Calabria  e  poi  risalire  lungo  la  costa 
adriatica.  Sono  dispiaciuto  che  tanta  gente  sia  stata 
coinvolta  per  segnalazioni  non  vere.  Mi  scuso,  ma 
purtroppo,  non  potevo  farci  nulla.  Non  posso  sentirmi 
responsabile  di  chiamate  su  fatti  che  non  vengono 
verificati.  A  proposito,  ma  ora  le  forze  dell'ordine  mi 
stanno cercando per farmi la multa?>> (p.b.) 

   

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Roma sul Tevere 

 
 
Non  ci  crederete  ragazzi  ce  l'ho  fatta  sto  navigando 
dentro  la  città  antica  tra  il  cupolone  di  San  Pietro, Castel 
e Ponte Sant'Angelo.  
Non  è  stato  facile  e  le  difficoltà  sono  state  tantissime, 
ma  dopo  che  oggi  i  pompieri  sul  Tevere  mi  hanno 
fermato  per  un  controllo,  e  la  polizia  stradale  quasi 
arresato è esplosa la notizia!     

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Il Museo Maam: 
a  Roma  sul  Tevere  30  settembre  2015.  Troppo  incauto 
sarebbe  riprendere  il  viaggio  del  periplo  con  l'autunno 
alle  porte.  Cerco  e  trovo  il  museo  d'arte  moderna: 
"Maam"  acronimo  che  sta:  <Museo  dell'Altro  e 
dell'Altrove  Metropoli>.  Rimango colpito dagli abitanti del 
museo  (anche  vivente)  che  hanno  costruito 
metaforicamente  un  razzo  per  andare  sulla  luna  perché 
qui  sulla  terra  non  c'è  più  spazio  per  vivere  bene.  Wow 
penso:  un  razzo  per  la  luna  e  un’auto  che  va  a  Venezia 
via mare. Espongono così la mia ArteMobile biTurbo. 

 
Stretta di mano con Giorgio de Finis curatore del Maam   

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Cosa è il museo “Maam” 


Museo  dell'Altro  e  dell'Altrove  il  fenomeno.  Duecento 
abitanti  una  tribù  di  artisti  e  una  messe  di  opere  da 
salvaguardare.  Non  si  tratta  di  un  giudizio  di  valore,  ma 
tant'è:  l'avanguardia,  quella  di  valore,  da  sempre  non 
chede  permessi.  E  spesso  gioca,  ha  giocato  (e  la  storia 
dell'arte  lo  insegna)  sul  filo  della  legalità.  Motivo  per  cui 
non  stupisce  poi  più  di  tanto  che  l'unica  vera  fucina 
creativa  contemporanea,  di  certo  e  di  gran  lunga 
l'esperimento  collettivo  più  interessante  che  si  stia 
verificando  a  Roma  ormai  da  un  lustro,  abbia  per 
scenario  uno  spazio  occupato,  quotidianamente intimato 
da minacce di sgombro e denunce: l'ex fabbrica di salumi 
e  insaccati  Fiorucci  sulla  via  Prenestina,  periferia  sudest 
di  Roma,  un'area industriale di tre ettari abbandonata per 
molti  anni  al  civico  913  della  grande arteria, suburbio Tor 
Spienza.  Qui,  dove  fino  a  vent'anni  fa  si  producevano 
salami  e  si  squartavano  maiali  (quel  che  resta  di  ganci, 
vasche  e  rugginosi  macchinari  ricorda  le  funzioni  di  un 
tempo)  e  dove  coabita  una  variopinta  comunità  di  circa 
duecento  tra  italiani,  stranieri,  rom,  ha  infatti  sede  anche 
il  Maam,  acronimo  che  giocando  evidentemente  con  le 
sigle  di  moda  tra  i  musei  ufficiali  (Macro,  Maxxi  ecc),  sta 
per  <<Museo  dell'Altro  e  dell'altrove  di  Metropoliz_città 
meticcia>>.   

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Fine 2015 inizio 2016 


Espongono  così  la  mia  ArteMobile  biTurbo  da  dicembre 
2015  a  giugno  2016.  Lascio  quidi  automare  costudita  in 
esposizione  al museo maaam, il giorno 8 dicembre per la 
santa  immacolata  concezione,  prendo il treno verso casa 
chiudendo  così  il  primo  -  capitolo di un gioco che non so 
ancora  dove  mi  avrebbe  ancora  portato  <>  passa 
l'autunno  e  l'inverno  trascorre  con  sali  e scendi di buone 
e  meno  buone  notizie  <>  così  in  primavera  alle  porte 
dell'estate,  nonostatente  i  belli  incontri  e  buoni  contatti 
presi  <>  e  la  buona  visibiklità  avuta  con  lo  sbarco  sul 
tevere  tutto  rimane  persoche  <>  così  riprendole  mie 
qiattro  stralci  scatiole  e  quattro  soldi,  e  così  il  21  maggio 
mi  rivvio  verso  la  capitale  <>  sperando  che  possa 
sucedere  qualcosa  <>  decido  la  parrenza  per  il  18  <> ma 
sono  arrabbiattisio  e  dellusissimo  non ho neanche i soldi 
per  un  impianto  foltovoltaico  sull'automare  che  mi 
permetterebbe  <>  di  conettermi  in  navigazione  in  diretta 
con  i  social  e  dirette  live  <>  adesso  <>  a  salerno  decido 
di  comprarmi  finalmente  una  benedetta  fottuta 
delecamera,  è  in offerta in un centro comerciale a €.99 è 
tipo  un  ago  pro  ma  sotto  marca  <>  ma  poi  nella  tappa 
successiva  a  gxxxx  rimango  completamente  senza  soldi, 
ne  per  mangiare  <>  e  ne  tanto  meno  per  fare  benzian, 
visto  che  ogni  tappa  sono  dalle  €.50  a  €.70 l'unica cosa 

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ache  mi  fa  riuscire  a  continuare  questo  gioco  o 


scomessa  è  lo  spontaneo  entusiasmo  della  gente  degli 
incontri.  Sabato  18  giugno  2016  la  metto  sul Tevere e lo 
ridiscendono… 

[ischia testo finale] 

Adesso  la  circumnavigazione  della  Penisola, 


accompagnato  dagli  occhi  increduli  di marinai, pescatori, 
skipper  e  bagnant.  E  dai  rimbrotti  delle  Capitanerie  di 
Porto,  che  lo  scambiano  per  un  alieno  ogni  volta  che 
mette  piede  in un porto. «Non sanno come com- portarsi, 
poverini.  Mi  hanno  classificato  come  "Natante da diporto 
sperimentale",  che  vuol  dire  tutto  e  niente.  Quando  mi 
fermano  per  i  controlli  racconto  la  mia  storia  e  di  fatto 
non  trovano  nulla  di  irregolare  e  quindi  continuo  il  mio 
percorso.  Ed  é una gran soddisfazione entrare nei porti e 
trovarsi  in  mezzo  a  Yacht da centinaia di migliaia di euro, 
e  accorgersi  però  che  tutti  guardato  te:  la  mia  è 
sicuramente  l'imbarcazione  più  fotografata  in  questa 
estate>>.  
 

   

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Napoli 
E Ischia rimase di stucco DALLA REDAZIONE:  
La  definizione  di  "Autonauta"  se  l'è  cucita  addosso  da 
solo.  Marco  Amoretti  39enne  di  Sarzana, borgo della Val 
di  Magra,  in  provincia  di  Spezia,  artista  di  professione 
(«mi  occupo  di  scultura e pittura, amo l'arte») e romantico 
visionario  per  scelta  ha  un  obiettivo  tanto  ambizioso 
quanto  folle:  quello  di  raggiungere  Genoa  in  tempo  per 
la  biennale  («sarei  dovuto  arrivare  entro  fine  agosto,  ma 
forse  ho  calcolato  male  i  tempi,  dovevo  partire  prima. 
Arriverò a Festival concluso, però c'é sempre la Biennale, 
e  li  magari  trovo  uno  spazio  per  esporre  l'idea  del  mio 
film  »  ammette  sorridendo).  Non  ci  sarebbe  niente  di 
strano  se  non  fosse  per  il  mezzo  di  locomozione  che  ha 
scelto.  Perché  Amoretti  sta  circumnavigando  lo  Stivale  a 
bordo  di  una  Maserati  Biturbo  dell'80  trasformata  in  un 
improponibile  mezzo  galleggiante.  II  suo  obiettivo quello 
di  arrivare  a  Venezia  per  di  trovare  i  fondi  per  realizzare 
un  documentario  su  un'altra  impresa  portata  a  termine 
del  1999  da  Marco,  insieme  a  due  fratelli  e  un  amico:  la 
prima  traversata  in  automobile  dell'  Atlantico.  Un 
visionario,  degno  di  imprese  folli  e  romantiche  come 
quella  che,  per  un  giorno,  ha  coinvolto  anche  Ischia. 
Perché  ieri,  tra  lo  stupore  dei  bagnanti,  la  Maserati  di 
Amoretti  ha  fatto  il  suo  ingresso  trionfale  nel  porto  di 

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Ischia,  accolto  da  una 


folla  incredula  di  curiosi 
che,  smartphone  alla 
mano,  ne  hanno 
documentato  l'approdo 
sull'isola.  Ha  impiegato 
un  giorno  a  coprire  la 
tratta  da  Gaeta  con  il 
suo Mercury 4 tempi che 
gli  consente  di  navigare 
a  5  nodi  l’ora.  E  per  il 
progetto  si  affidato  alle 
idee  del  padre.  Perché 
essere  "autonauta"  è 
una  questione  di 
famiglia,  in  casa  Amoretti.  Quando  il  padre  scomparve 
per  un  brutto  male,  i  figli  decisero  di  realizzare  il  suo 
sogno:  quello  di  navigare  a  bordo  di  un'auto 
impermeabilizzata  con  il  polistirolo  e  trainata  da  un 
paracadute ascensionale. Con due Ford attraccarono a la 
Martinica  partendo  da  La  Palma.  119  giorni  in  balia  delle 
onde  per  dimostrare  al  padre  defunto  che  il  suo  sogno 
era realizzabile.  
 
   

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Sicilia Giro di Boa  


Tramonto dalla Sicilia: ​ si vede lo stretto e sullo sfondo la 
costa della Sicilia! Wow siamo vicinissimi!... domattina 
presto presto si attraversa lo stretto!.. 

Che eccitazione c'è lo fatta sono arrivato fino alla punta 


più a sud della penisola!  

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Suggerimento di Reading Rainbow:  

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Giornale di Sicilia 3 agosto 2016 

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EOLIE. Auto trasformata in barca con


fuoribordo di 15 cavalli sanzionata
perché «navigava vicino alla costa»
Maserati in mare, multa dalla guardia
costiera:
LIPARI Dopo un mese con la sua «Maserati
Biturbo» Marco Amoretti via... mare ha
raggiunto le Eolie. Navigando attorno
alle coste dello «Stivale». Ma e
arrivata anche la multa dalla guardia
costiera. «Navigava vicino alla costa».
Verbale di quasi 180 euro. L'auto
trasformata in barca, ha un fuoribordo
di 15 cavalli ed ha una velocità di 4
nodi. Ora il tour proseguirà alla volta
di Venezia dopo punta ad arrivare entro
30 giorni. E spera di venderla 100 mila
euro. Anche a Lipari grande accoglienza
a suon di musica... al pontile
galleggiante «la Buona Fonda» di
Antonino La Greca. «É una mia creatura —
dice orgoglioso il giovane genovese
mentre sventola il tricolore — cosi la
mia auto è divenuta una barca. E ci giro
l'ltalia» . Ora l'obiettivo è la
Biennale di Venezia. La «Maserati

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Biturbo», anno 1980, è stata sigillata


per il viaggio in mare e dispone di
galleggianti. Le ruote sono ancora
incorporate. Ha ottenuto
l'autorizzazione provvisoria del Rina.
«Non è facile governare una Maserati con
le onde alte ma fino ad ora ho sempre
trovato mare calmo. Spero sia cosi anche
per il ritorno». Alessandro De Tommaso,
quando mise sul mercato la Maserati
biturbo, pensò a tutto. Ai rivestimenti
Missoni, all'orologio dalla forma unica,
mai mai ad un uso marino. Così il
viaggio via mare Genova-Venezia con
toccata a Lipari un sogno a quattro
ruote con l'aggiunta di un fuoribordo.
Maserati galleggia bene, regge il mare
di prua col cofano e la poppa ha un
comodo portabagagli. Dopo 36 anni di
vita su tutte le strade del mondo,
questa ex biturbo a carburatore,
riuscita a donare ancora un sogno al suo
autista-marinaio genovese.

25 
 

Reggio Calabria: 

   

26 
 

Tappe viaggio 
1. 05 m: La partenza con tante incertezze e dubbi. La Spezia 
2. 06 g: Partenza ore 6:00 tappa a Viareggio e 
arrivo a Pisa. 
3. 07 v: Partenza ore 7: dall'Arno "Ponte di Mezzo" 
Pisa. Tappa a Livorno ore 12:00. Arrivo a 
Castiglioncello ore 17:00 

Suggerimento di Reading Rainbow:​ ​ ​EOLIE. Auto trasformata


a dalla guardia costiera N/A​ agli eventi più importanti della  

il libro.   

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GENOVA 2015 LA SPEZIA AGOSTO 


 
5 d: Viareggio 
6 l: Pisa 
7 m: Castiglioncello 
8 s: Castglioncello - Rosignano 
9 d: fermo a castiglioncello per brutto tempo 
10 l: catiglioncello - puntala 
11 m: 
   

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Intervista Ancona
intervista “Il Resto del Carlino
========================================
GIOVEDI' 15 SETTENBRE 2016 il Resto del
Carlino - ANCONA PRIMO PIANO 5
________________________________________
_STORIE& PERSONAGGI IL 5 GIUGNO E'
PARTITO DA LA SPEZIA ALLA VOLTA DI
VENEZIA CON TAPPE DA 30-50 CHILOMETRI
CIRCA
________________________________________
TIMONE E FUORIBORDO AL POSTO DELLE GOMME
________________________________________
_Ecco chi è -
Marco Amoretti, 39 anni, ligure, fabbro
di professione e 'autonauta' per
passione si è costruito un'automare: una
macchina-barca, lavorando su un modello
Maserati acquistata da uno
sfasciacarrozze. Ha assemblato tutti i
componenti necessari alla navigazione
aggiungendo un timone e le giuste
zavorre e il 5 giugno è partito alla
volta di Venezia con tappe da 30-50
chilometri. Un tour utopico che però si

29 
 

è realizzato ed è ormai a pochi mesi


dalla fine.
<<Giro l'Italia via mare su una
Maserati>>
L'<<autonauta>> Marco Amoretti avvistato
ieri al largo della costa tra tanta
curiosità
CIRCUMNAVIGARE
l'Italia in automobile. Eh già, non si
tratta di un refuso ma dell'impresa di
Marco Amoretti, 39enne orignario di
Imperia ma residente a La Spezia, al
'timone' di una Maserati biturbo 222, 3
porte, del 1980. Fabbro e scultore di
professione; <<Autonauta>>, come lui
stesso si definisce, per passione e
<<sana follia>>. A bordo della propria
<<Automare>>, il 5 giugno è partito da
Genova per raggiungere Venezia. Ieri,
l'approdo ad Ancona dove in molti non
hanno potuto fare a meno di notare
quell'auto che viaggiava al largo delle
coste. I primi avvistatori a Portonovo,
quindi i saluti dei bagnanti del
Passetto e, infine L'accoglienza dei
frequentatori di Marina Dorica dove

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Amoretti si è fermato in attesa di


ripartire questa mattina all'alba.

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________________________________________
LA GRANDE FUGA
<<Ho trasformato l'auto in una barca
affidabile
L'obiettivo e Venezia>>
________________________________________
_​Signor Amoretti, qual è la sua storia?
<<Sono un 'autonauta', un termine che ho
coniato io e che spero un giorno possa
entrare a far parte del vocabolario.
Lavorando con il ferro, facendo sculture
e riciclaggio, ho voluto cimentarmi in
qualcosa fuori dal quotidiano e creare
queststa 'automare' che alla fine, è una
scultura modificata>>.
Dunque, ha una storia anche la sua
automare...
<<Cercavo un'auto pensando inizialmente
a un viaggio utopico e ho trovato questo
modello. Era messo maluccio ma mi ha
colpito subito il tridente Maserati. Ho
pensato quindi a Nettuno e mi son detto:
'E' lei, mi proteggerà'>>.
Poi ci ha lavorato sopra...

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<<A pezzi e bocconi, nel tempo libero,


l'ho modellata. Ho aggiunto un timone e
un fuoribordo>>.
Ma per metterla in mare?
<<L'ho omologata come 'natante
sperimentale da diporto' e iscritta al
Registro Navale Italiano>>.
Quanto consuma?
Con un pieno faccio 50 miglia. Vado
avanti con piccole tappe perché comunque
è stancante>>.
Dopodiché 'parcheggia'...
<<Esatto; e chiedo ospitalità in qualche
porto per ripartire poi all'alba. Prima
però faccio una piccola spesa:
mozzarella, tonno, e pane dopodiché
benzina>>.
Ha incontrato molta gente durante il
viaggio?
<<Tanti curiosi. All'inizio ero anche in
difficoltà perché mi sentivo osservato e
non c'era interazione da parte né di me,
ne della gente. Allora, ho deciso di
lasciarmi andare io per primo in grandi
saluti e sorrisi... ed ecco che ho fatto
anche amicizie.

33 
 

I saluti mi tengono alto il morale così


come la musica del mio maxi impianto
stero>>.
Questo è il primo viaggio in automare?
<<Il primo è stata la traversata
dell?Atlantico nel 2000. Questo è il
secondo>>.
Come si guida l'automare?
<<Bisogna stare ovviamente concentrati.
Quando piove forte o si torna indietro
come sucesso a Rocella e Otranto>>.
Per questa impresa ci vuole coraggio. Ha
anche mollato tutto...
<<Non ho mogli, ma forse troverò una
sirena. Quello che vorrei reaNellizzare
è un docufilm. Nel frattempo tengo un
diario di bordo alla vecchia maniera:
carta e penna, che mi piacerebbe un
giorno pubblicare>>.
Come si sovvenziona?
<<Quelche donazione da parte di chi mi
segue sulla pagina Facebook 'autonauti'
o dal sito www.autonauti.it ma anche
grazie alle persone che incontro e che
mi danno spontaneamente qualcosa per
aiutare la mia 'impresa' poiché

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rappresenta per loro qualcosa che non


osano: l'allontanarsi degli schemi>>.
[X]
TRA SOLIDARIETA' E SORPRESA
E a Marina Dorica l'accoglienza è di
cuore
ARRIVATO a Marina Dorica, Marco Amoretti
è stato accolto da un capannello di
curiosi armati di cellulare. Nessuono
poteva credere ad una Maserati che
entrava non dall'ingresso principale, ma
dal mare per poi ormeggiare vicino a
tutte le altre imbarcazioni.
Per rompere il ghiaccio, è stato lui il
primo a salutare tutti sventolando il
cappello in aria e subito si è
conquistato la simpatia del porticciolo.
Dopo aver effettuato tutte le
registrazioni neccessarie per la
permanenza presso lo scalo al bar della
Marina gli è stato offerto il pranzo e
in tanti hanno voluto poi lasciare al
bancone del bar qualcosa per
sovvenzionarlo nell'impresa Il tutto, a
sua insaputa.

35 
 

<<E' stata una grande sorpresa - ha


detto - Qui ho avuto un'accoglienza
magnicica. Sono stato felice di mostrare
la mia automare a chiunque me lo
chiedesse>>.
La voce del suo arrivo si è presto
sparsa tanto che intorno all'ora di
prnzo in molti si sono radunati attorno
a lui. Nonostante avesse di fronte
un'insalata e succo di pomodoro, non si
è tirato indietro nei confronti di chi
gli chiedeva di poter visionare il suo
mezzo, trasformandosi subito in una
stravagante guida. Nel pomeriggio,
infine, ha poi voluto andare a visitare
la Mole. In autobus? Ovviamente no,
direttamente in automare.
________________________________________
_
INSIEME Marco Amoretti a Marina
________________________________________
_
CIRCUMNAVIGANDO DALLE PARTI DI PORTONOVO
Marco Amoretti intercettato ieri mattina
nelle acque di Portonovo tra stupore,
curiosità e fotografie

36 
 

<<

   

37 
 

Venezia Conclusione 
Nel frattempo sono arrivato da un pezzo a Venezia: ​dopo 
quattromila  chilometri  di  navigazione,  in  tempo  per  la 
Biennale.  Entra  in  pompa  magna  nel  Canale  della 
giudecca,  questa  volta  non  in  retromarcia  però,  grazie al 
motore  fuoribordo  montato  nel  culo  della  Maserati. 
Parcheggia,  ops  ormeggia  davanti  a  Piazza  San  Marco e 
metto  in  mostra  l’opera  d’arte  itinerante.  Ci  starebbe 
benissimo  dentro  l’Arsenale,  in  uno  degli  antichi  cantieri 
che  ai  tempi  della  Repubblica  di  Venezia  sfornava  una 
nave  da  guerra  al  giorni  anticipando  di  gran  lunga  il 
principio  base  della  rivoluzione  industriale,  la  catena  di 
montaggio.  L’automare  ne  rappresenta  quasi  l’antitesi, 
una  catena  di  smontaggio  per  creare  un’opera  che 
sostiene  il  passo del tempo, ma lasso e lento. Sono certo 
che  non  solo  avrebbe  attirato  la  curiosità  dei  distratti 
consumatori  d’arte  di  massa di un distratta arte di massa, 
ma  anche  empatia  e  un  senso  di  appartenenza  che  è 
esprimibile  solo  con  i  sensi,  intraducibile  in  parole  o 
pensieri,  una  pura  astrazione  emotiva.  Arte  allo  stato 
puro.  Ma  non  sono  classificato  come  “artista”.  Un  artista 
non  è  solo  colui  che  produce  arte  ma  è  anche  un  ruolo 
che  viene  riconosciuto  da  chi  si  muove  nel  mondo 
dell’arte.  Il  confine  tra  un  opera  d’arte  e  un  manufatto  è 
quello  che  intercorre  tra  un  artista  e  un  artigiano.  E  il 

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valore  di  mercato  di  un’opera  è  la  risultante  di  quanto 


uno  è  disposto  a  pagare  per  averla.  Se  fossi  un 
corruttore  di anime vedrei nel mercato dell’arte un ottimo 
sistema  per  pagare  le  tangenti,  ad  esempio,  drogandolo 
al  limite  dell’overdose.  Si  organizza  una  galleria  d’arte  e 
l’imprenditore  di  turno  paga  una  cifra  esorbitante  per  un 
quadro  di  un  artista  anonimo.  In  quel  momento 
l’imprenditore  sta  pagando  una  tangente  al  proprietario 
del  quadro  che  la  stornerà  a  chi  di  dovere,  all’artista 
rimarrà  una  percentuale  e  un  aumento  della  quotazione 
delle  sue  opere  nel  mercato  dell’arte.  Sono un genio del 
male, eh? 
   

39 
 

 
Tornando a noi e abbandonando i sogni criminali, entro a 
Venezia  proprio  per  far riconoscere la propria opera al di 
fuori  dei  canali  ufficiali,  ma  a  quanto  pare  sono  costretto 
ad accontentarmi solo di quelli di Venezia. 
All’ultimo  esponente  di  una  famiglia  di  Autonauti  non  mi 
resta  altro  che  ripartire.  Dopo  l’Arno  e  il  Tevere,  ora 
tocca al Po. 

FINE 

   

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Progetto: Venezia Milano 2019 

Seguici e supporta questa nuova scommessa degli 


Autonauti... 

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