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Autonauti
1 Gennaio 2019
Ringraziamenti a:
Marco Maccarone di Mac auto carrozzeria, che con
animo generoso e giocoso ha messo a disposizione la
sua auto officina, la sua disponibilità per giocare insieme
questa scommessa, tutto gratuitamente per la
realizzazione della nuova Automare, ed anche al
prezioso aiuto di suo nipote Lori.
e Lucia notaio in pensione di Torino,
la sua preziosa spontanea ricca donazione, ha potuto
rendere questo sogno sempre più reale.
Copyright:
tutti i diritti sono riservati Autonauti-Amoretti
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Indice:
1. Iniziazione
2. Roma e il museo Maam
3. Sicilia il giro di boa
4. Mar Adriatico
5. Venezia Conclusione?
“L’artista non è solo colui che: scrive,dipinge o compone
musica, l’arte risiede anche nello stile di vita che un
uomo sceglie, nella coscienza di far la sua scelta, nell’
attuarla, nell’attenzione verso ciò che accade nel
mondo, nella sensibilità quasi religiosa…”
.
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Motivazione:
l’Arte
Un solo messaggio: tutto può essere qualcos’altro,
destare meraviglia in sé e negli altri. E’ quello che fa un
artista, appunto. Trasforma gli oggetti dandone un altro
significato, a volte senza neppure trasformarli, donando
un’emozione, una riflessione a chi ha l’occasione di
ammirarla, toccarla, annusarla. L’arte è l’alchimia che
trasforma un’emozione, un’idea intangibile in qualcosa
che ha forma e solidità. Realizzando banalizza, e rende
possibile quello che non era stato neppure immaginato,
Autonauti è un artista, e l’Automare è un’opera d’arte.
Solo che -Autonauti-Artemobile- è un arte scomodo, è un
artista che mette in discussione un sistema e lo fa con
azioni che risultano provocatorie e polemiche, ma che
non sono né l’una né l’altra. Sprigionano un senso di
libertà contagioso e il sistema vuole evitare il contagio,
teme che possa ammalarsi e che le persone una volta
sbrigliate facciano quello che vogliono o meglio,
scelgano di organizzarsi diversamente da quello che
impongono le istituzioni, siano esso stato, chiesa,
economia dei consumi o comunista. O quel che diavolo
volete. Essere al di fuori delle regole, o semplicemente
sceglierne di diverse, è il massimo affronto per uno stato,
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Anagrafe:
Anno 2013 decido di partire, ripartire perché sulla solita
Automare poi? Ma forse per comprendere meglio l’anima
e lo spirito utopico, dovremmo partire dall'inizio di tutta
la faccenda. Indietro indietro negli anni quando sono
nato, quando papà decise di chiedere degli alberi al
Comune di Imperia quando sono nato.
<<…papà così, non mi avrebbe iscritto alla anagrafe se
non gli avessero dato in cambio diciotto alberi, uno per
anno fino alla mia maggiore età. Questo non era perché
papà volesse fare il furbo, o volesse fare l'originale, ma
perché come tutti i genitori di questo mondo, trovava
davvero ingiusto che un bambino non avesse il verde,
non avesse uno spazio e non avesse una società che si
preoccupasse di sviluppare nel futuro una misura e una
dimensione a favore di un bambino.
*Nel 1990, la commissione per l'Agricoltura del Senato
(con 15 anni di ritardo) Ha approvato il provvedimento di
un albero per ogni bambino che nasce.
Quello che mio padre aveva preteso rischiando di
andare in galera, è oggi, dicevo, una legge dello Stato.
Molte volte era andato in mare per richiamare
l'attenzione sulle sue richieste. Comunque, quella volta il
comune di residenza accettò la domanda, e il primo dei
18 alberi fu piantato.
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La Scuola
Perché la disprezzi?>>
<<Perché in genere me ne fanno l'esaltazione, senza
rendersi conto che la scuola ormai manca totalmente di
coerenza ed è piena di contraddizioni con i tempi
post-industriali. Essere istruiti significa pensare con la
propria testa, sviluppare in sé la libertà piena, che è
esattamente il contrario di quello che fa la scuola. La
scuola indottrina, insegna ad obbedire all'autorità<,>
distrugge le pottenzialità umane a favore di quelle
sociali, nasconde e distrugge le nuove "verità" in favore
dei diritti e dei privilegi di chi detiene il potere. Umilia e
rifiuta la lealtà e il coraggio e premia la falsità e il
servilismo. Rimbecillisce la mente con la routine che fa
esplodere la noia, distrugge la creatività e premia il
conformismo. Annega la gioia di vivere in un mare di
d'ansia, di paure, di ricatti... sintetizziamo così: <->cosa
c'è di più felice e allegro di uno sciame di bambini che
corrono fuori da da scuola? Bene quando succederà il
contrario, allora la scuola sarà "vera scuola".>>
<<Ma non è il caso di prendersela troppo.>>
<<Già, ma io non sono un single che semplicemente si
sbarazzano delle questioni sociali girandoci attorno. Io
ho sei figli, e porca vacca, mi girano le scatole quando
vedo certi genitori adagiarsi passivamente sul sofà
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Il Lavoro:
Prima di cominciare questo mio pazzo pazzo viaggio,
vorrei anche cominciare con:
Articolo 1 della Costituzione.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità popolare appartiene al popolo”. Così recita
l’arci noto articolo primo della Costituzione italiana e non
bisogna essere dei costituzionalisti per coglierne la
tensione ideale.
La Repubblica italiana non è fondata sulla libertà, come
ad esempio la Costituzione americana, o sulla fratellanza,
l’uguaglianza, la giustizia, il perseguimento della felicità;
no, è fondata sul lavoro. Ora, tutto può essere il lavoro,
tranne che un principio. Esso è una condizione
dell’esistenza umana, una possibilità, per alcuni come il
sottoscritto una benedizione, per tanti altri che lavorano
in miniera forse è una maledizione.
fonte: Flavio Felice http://www.loccidentale.it
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La preparazione
La preparazione è stata la parte più difficile: soprattutto
dal punto di vista economico. Solo l'aiuto diretto e
umano, del piccolo commerciante del piccolo ferramenta
del piccolo grande uomo, che ancora bene o male
aleggia, più dentro a persone semplici e umili. Alla fine
per poter riuscire a partire, e poter avere un motore fuori
bordo, ho dovuto vendermi il mio super mega computer.
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La partenza:
Finalmente la partenza xxxxxxxxxx.: questa è la prima
foto che scatto dalla partenza del viaggio, dall’interno
dell’abitacolo della nuova Automare.
Finalmente c'è lo fatta, sto navigando tra le onde.
Trattenuto a terra dalla realtà di tutti, quotidiana della
gente, del concreto, dei soldi, del grigio delle città e delle
macchine dell'asfalto grigio. E invece ora finalmente sto
navigando anzi sto volando Sopra infinite storie di
fantasia di colori e libertà.
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Pisa
«M
i spiace se la mia tappa pisana ha creato qualche
problema a polizia e vigili del fuoco. Non era mia
intenzione. Magari chi ha telefonato segnalando un'auto
che stava affondando poteva non essere così
affrettato». L'autonauta Marco Amoretti, 39 anni di
Sarzana, singolare giramondo che ha adattato una
Maserati facendola diventare un mezzo anfibio, senza
volerlo per tutta la giornata di venerdì ha tenuto
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Non ci crederete ragazzi ce l'ho fatta sto navigando
dentro la città antica tra il cupolone di San Pietro, Castel
e Ponte Sant'Angelo.
Non è stato facile e le difficoltà sono state tantissime,
ma dopo che oggi i pompieri sul Tevere mi hanno
fermato per un controllo, e la polizia stradale quasi
arresato è esplosa la notizia!
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Il Museo Maam:
a Roma sul Tevere 30 settembre 2015. Troppo incauto
sarebbe riprendere il viaggio del periplo con l'autunno
alle porte. Cerco e trovo il museo d'arte moderna:
"Maam" acronimo che sta: <Museo dell'Altro e
dell'Altrove Metropoli>. Rimango colpito dagli abitanti del
museo (anche vivente) che hanno costruito
metaforicamente un razzo per andare sulla luna perché
qui sulla terra non c'è più spazio per vivere bene. Wow
penso: un razzo per la luna e un’auto che va a Venezia
via mare. Espongono così la mia ArteMobile biTurbo.
Stretta di mano con Giorgio de Finis curatore del Maam
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Napoli
E Ischia rimase di stucco DALLA REDAZIONE:
La definizione di "Autonauta" se l'è cucita addosso da
solo. Marco Amoretti 39enne di Sarzana, borgo della Val
di Magra, in provincia di Spezia, artista di professione
(«mi occupo di scultura e pittura, amo l'arte») e romantico
visionario per scelta ha un obiettivo tanto ambizioso
quanto folle: quello di raggiungere Genoa in tempo per
la biennale («sarei dovuto arrivare entro fine agosto, ma
forse ho calcolato male i tempi, dovevo partire prima.
Arriverò a Festival concluso, però c'é sempre la Biennale,
e li magari trovo uno spazio per esporre l'idea del mio
film » ammette sorridendo). Non ci sarebbe niente di
strano se non fosse per il mezzo di locomozione che ha
scelto. Perché Amoretti sta circumnavigando lo Stivale a
bordo di una Maserati Biturbo dell'80 trasformata in un
improponibile mezzo galleggiante. II suo obiettivo quello
di arrivare a Venezia per di trovare i fondi per realizzare
un documentario su un'altra impresa portata a termine
del 1999 da Marco, insieme a due fratelli e un amico: la
prima traversata in automobile dell' Atlantico. Un
visionario, degno di imprese folli e romantiche come
quella che, per un giorno, ha coinvolto anche Ischia.
Perché ieri, tra lo stupore dei bagnanti, la Maserati di
Amoretti ha fatto il suo ingresso trionfale nel porto di
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Reggio Calabria:
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Tappe viaggio
1. 05 m: La partenza con tante incertezze e dubbi. La Spezia
2. 06 g: Partenza ore 6:00 tappa a Viareggio e
arrivo a Pisa.
3. 07 v: Partenza ore 7: dall'Arno "Ponte di Mezzo"
Pisa. Tappa a Livorno ore 12:00. Arrivo a
Castiglioncello ore 17:00
il libro.
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Intervista Ancona
intervista “Il Resto del Carlino
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GIOVEDI' 15 SETTENBRE 2016 il Resto del
Carlino - ANCONA PRIMO PIANO 5
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_STORIE& PERSONAGGI IL 5 GIUGNO E'
PARTITO DA LA SPEZIA ALLA VOLTA DI
VENEZIA CON TAPPE DA 30-50 CHILOMETRI
CIRCA
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TIMONE E FUORIBORDO AL POSTO DELLE GOMME
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_Ecco chi è -
Marco Amoretti, 39 anni, ligure, fabbro
di professione e 'autonauta' per
passione si è costruito un'automare: una
macchina-barca, lavorando su un modello
Maserati acquistata da uno
sfasciacarrozze. Ha assemblato tutti i
componenti necessari alla navigazione
aggiungendo un timone e le giuste
zavorre e il 5 giugno è partito alla
volta di Venezia con tappe da 30-50
chilometri. Un tour utopico che però si
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LA GRANDE FUGA
<<Ho trasformato l'auto in una barca
affidabile
L'obiettivo e Venezia>>
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_Signor Amoretti, qual è la sua storia?
<<Sono un 'autonauta', un termine che ho
coniato io e che spero un giorno possa
entrare a far parte del vocabolario.
Lavorando con il ferro, facendo sculture
e riciclaggio, ho voluto cimentarmi in
qualcosa fuori dal quotidiano e creare
queststa 'automare' che alla fine, è una
scultura modificata>>.
Dunque, ha una storia anche la sua
automare...
<<Cercavo un'auto pensando inizialmente
a un viaggio utopico e ho trovato questo
modello. Era messo maluccio ma mi ha
colpito subito il tridente Maserati. Ho
pensato quindi a Nettuno e mi son detto:
'E' lei, mi proteggerà'>>.
Poi ci ha lavorato sopra...
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<<
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Venezia Conclusione
Nel frattempo sono arrivato da un pezzo a Venezia: dopo
quattromila chilometri di navigazione, in tempo per la
Biennale. Entra in pompa magna nel Canale della
giudecca, questa volta non in retromarcia però, grazie al
motore fuoribordo montato nel culo della Maserati.
Parcheggia, ops ormeggia davanti a Piazza San Marco e
metto in mostra l’opera d’arte itinerante. Ci starebbe
benissimo dentro l’Arsenale, in uno degli antichi cantieri
che ai tempi della Repubblica di Venezia sfornava una
nave da guerra al giorni anticipando di gran lunga il
principio base della rivoluzione industriale, la catena di
montaggio. L’automare ne rappresenta quasi l’antitesi,
una catena di smontaggio per creare un’opera che
sostiene il passo del tempo, ma lasso e lento. Sono certo
che non solo avrebbe attirato la curiosità dei distratti
consumatori d’arte di massa di un distratta arte di massa,
ma anche empatia e un senso di appartenenza che è
esprimibile solo con i sensi, intraducibile in parole o
pensieri, una pura astrazione emotiva. Arte allo stato
puro. Ma non sono classificato come “artista”. Un artista
non è solo colui che produce arte ma è anche un ruolo
che viene riconosciuto da chi si muove nel mondo
dell’arte. Il confine tra un opera d’arte e un manufatto è
quello che intercorre tra un artista e un artigiano. E il
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Tornando a noi e abbandonando i sogni criminali, entro a
Venezia proprio per far riconoscere la propria opera al di
fuori dei canali ufficiali, ma a quanto pare sono costretto
ad accontentarmi solo di quelli di Venezia.
All’ultimo esponente di una famiglia di Autonauti non mi
resta altro che ripartire. Dopo l’Arno e il Tevere, ora
tocca al Po.
FINE
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