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Nel suo ultimo libro, La loro parte (Augh!

Edizioni),
Marco Di Carlo racconta la storia di Massimo e della
sua metamorfosi da zio a padre.
Oggi il nostro caffé letterario è ben lieto di presentarvi un volto nuovo della letteratura
italiana: è con noi Marco Di Carlo per una breve intervista. Conosciamolo meglio!

Buongiorno Marco, benvenuto e grazie per avere scelto il nostro web magazine
culturale Gli Scrittori della Porta Accanto. Per rompere il ghiaccio, visto che ci
troviamo in un caffè letterario virtuale, permettimi di offrirti virtualmente un
caffè, un tè, una tisana, una bibita fresca o… cosa preferisci?

Buongiorno a voi. In un altro frangente avrei optato per un calice di vino rosso, ma in
questo caso (ci tengo a darmi un tono salutista) prendo volentieri una tisana allo
zenzero, piccante e depurativa, grazie!

Per scrivere un libro è necessario avere una storia da raccontare: qual è stata
quell’alchimia, quella scintilla interiore che ti ha spinto a scrivere La loro parte?

La loro parte nasce dallo sguardo fugace tra due persone, per età e stile di vita,
lontanissime tra loro, dalla volontà d'indagare, e quindi raccontare con passione e
leggerezza, di quanto, malgrado tutto ciò, sia esigua la “distanza umana” che le divide,
di come, inoltre, possa essere sorprendente il risultato ottenuto dall'atto volontario di
valicare i “propri confini”, di aprirsi all'altro privi di timori, di mettersi alla prova senza
aspettarsi nulla in cambio.

Ci ricordi i titoli delle tue precedenti pubblicazioni?

Volentieri. Dal basso, una raccolta di racconti, e L'imperatore di Marta, un romanzo.


Con maggiore piacere e entusiasmo vi parlerei di quelle che (spero) verranno (almeno a
livello letterario mi piace sempre guardare avanti), ma per una blanda forma di
scaramanzia tacerò, incrociando le dita naturalmente.

Uno scrittore è prima di tutto un lettore: Marco Di Carlo preferisce il classico libro
di carta o meglio gli ebook?

Sono un romantico, nonché un uomo di quarant'anni con la poco felice tendenza a


sentirsene parecchi di più sulle spalle, per giunta del tutto refrattario a un certo modo
“2.0” d'intendere il prodotto “libro”. Con buona pace delle a me care foreste non ho mai
letto un ebook, né, credo, mai lo farò. Sì, la carta ingiallisce, può ammuffire o essere
divorata dai tarli, ma è la pelle di un'opera letteraria e, come quella di un uomo,
invecchiando, conferisce carattere, racconta una storia, spesso non solo quella di chi ha
scritto il libro, ma anche quella di chi lo ha letto.

Hai ancora qualche sogno nel cassetto da realizzare?

Moltissimi. In primis dare ossigeno a tutte le “cronache” di cui sono padre, quelle già
scritte e quelle che forse verranno, chiuse nel cassetto. È buio, e c'è un'aria stantia, lì
dentro, e loro, le mie care e vecchie storie, hanno una gran voglia di vedere la luce del
mondo, di respirare a pieni polmoni.

Aspettiamo con ansia quel momento, allora! Marco Di Carlo, ti ringrazio


tantissimo per essere stato con noi e, a nome de Gli scrittori della porta accanto ti
faccio i complimenti per il tuo libro, augurandoti che sia un vero successo! In
bocca al lupo per i tuoi progetti futuri!

https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2019/01/scrittori-intervista-marco-di-
carlo-le-mie-storie-vogliono-vedere-la-
luce.html?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=whatsapp&utm_source=im

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