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5 – Stati Limite di Esercizio

Stati limite di esercizio (SLE)

Si definisce stato limite di esercizio (SLE) una qualsiasi condizione che comporta la perdita di
funzionalità o il rapido deterioramento del sistema strutturale. Raggiunto uno stato limite di
esercizio, cioè, il sistema strutturale non possiede più i requisiti per il suo corretto utilizzo in
esercizio, anche in termini di durabilità e di estetica.

Per le strutture in calcestruzzo armato gli SLE più importanti sono:


-  stato limite di tensione: elevate tensioni di compressione nel calcestruzzo possono
provocare microfessure longitudinali con conseguenti problemi di durabilità o di eccessive
deformazioni viscose; elevate tensioni nell’acciaio teso possono indurre lesioni troppo
ampie e permanentemente aperte con possibili problemi di durabilità;
-  stato limite di fessurazione: insorgono lesioni di ampiezza tale da compromettere il corretto
utilizzo della struttura;
-  stato limite di deformazione: deformazioni e spostamenti eccessivi possono indurre danni
eccessivi in elementi non strutturali come tramezzature, finiture, ecc ….
Per garantirsi dal raggiungimento degli SLE si devono eseguire le seguenti verifiche:
-  verifica delle tensioni di esercizio;
-  verifica di fessurazione;
-  verifica di deformabilità.
Valutazioni delle azioni di progetto
Nelle verifiche agli stati limite di esercizio i carichi permanenti strutturali e non strutturali sono
sempre considerati con i loro valori caratteristici, Gk. Per i carichi variabili, Qk, si distinguono
le seguenti tre diverse combinazioni:
-  Combinazione caratteristica (rara), che ha la probabilità del 5% di essere superata nel
n
periodo di riferimento
Fd = Gk + Qk1 + ∑ ψ 0 j Qkj
j=2

-  Combinazione frequente, che ha la probabilità del 10% di essere superata nel periodo di
n
riferimento F = G +ψ Q + ψ Q
d k 11 k1 ∑ 2j kj
j=2

-  Combinazione quasi permanente, che ha la probabilità del 50% di essere superata nel
periodo di riferimento, generalmente impiegata per valutare gli effetti a lungo termine
n
Fd = Gk + ∑ ψ 2 j Qkj
j=1
Calcolo delle tensioni di esercizio

Il calcolo delle tensioni in condizioni di esercizio si basa sulle seguenti ipotesi:


- conservazione delle sezioni piane;
- perfetta aderenza tra acciaio e calcestruzzo;
- calcestruzzo non reagente a trazione (secondo stadio);
- comportamento elastico lineare per il calcestruzzo compresso e per l’acciaio teso e
compresso.
Per l’acciaio l’ipotesi di elasticità lineare è sempre verificata, perché la tensione agli SLE è
sempre minore di quella di snervamento.
Per il calcestruzzo, che presenta un comportamento non lineare anche per bassi livelli di
tensione, si tratta invece di un’approssimazione, che può essere accettata per il campo di
tensione considerato, sempre inferiore a 0,60 fck. Nei calcoli, tuttavia, è opportuno introdurre il
modulo di elasticità secante.
Per il calcolo delle tensioni si possono utilizzare i risultati della teoria tecnica della trave
(problema di De Saint Venant) applicati alla sezione reagente omogeneizzata.
Omogeneizzazione dei materiali 1/2
Il concetto di omogeneizzazione dei materiali deriva dall’ipotesi di perfetta aderenza tra
acciaio e calcestruzzo, che implica l’uguaglianza della deformazione tra ogni barra di acciaio e
la corrispondente fibra di calcestruzzo posta alla stessa quota, cioè
εs = εc
Poiché per l’ipotesi di elasticità lineare dei due materiali vale la legge di Hooke, si ha
σs σc
εs = e εc =
Es Ec
da cui, uguagliando le deformazioni, si ottiene
Es
σs = ⋅σ = n ⋅σ c
Ec c
in cui il coefficiente Es
n=
Ec
prende il nome di coefficiente di omogeneizzazione.
Omogeneizzazione dei materiali 2/2
… Es
σ s = n ⋅σ c n=
Ec

Il valore del modulo di elasticità dell’acciaio è costante e pari a Es = 210000 MPa. Il modulo di
elasticità secante del calcestruzzo è funzione della resistenza a compressione ed è dato dalla
relazione
0.3 0.3
⎛ f ⎞ ⎛ f + 8⎞
Ec = 22000 ⎜ cm ⎟ = 22000 ⎜ ck
⎝ 10 ⎠ ⎝ 10 ⎟⎠

Tuttavia, per tener conto anche degli effetti differiti dei carichi a lungo termine, cioè del
fenomeno della viscosità, si può assumere per il calcestruzzo un modulo di elasticità ridotto.
Per considerare in maniera semplificata questi aspetti, le NTC08 stabiliscono di assumere per il
coefficiente di omogeneizzazione il valore n = 15 (circa il doppio del reale rapporto tra i moduli
elastici), indipendentemente dalla classe del calcestruzzo, dalla durata del carico e dal valore
delle tensioni di compressione.
Calcolo delle tensioni in una sezione sottoposta a sforzo normale centrato

Si consideri una sezione di calcestruzzo armato soggetta a uno sforzo di compressione N


applicato nel suo baricentro G. Lo sforzo normale si ripartisce tra calcestruzzo e acciaio.
Imponendo l’equilibrio alla traslazione in direzione ortogonale alla sezione si ha:
σ c Ac + σ s As = N
m Aic = Ac + nAs
σ c Ac + n ⋅ σ c As = N As = ∑ Asj area ideale di calcestruzzo

( )
j=1 (sezione omogeneizzata)
σ c Ac + nAs = N

σ c Aic = N

N
σc =
Aic
N
σ s = n ⋅σ c = n
Aic

Nel caso di sforzo normale centrato di trazione, molto improbabile, il calcestruzzo non reagisce
(secondo stadio) e lo sforzo nell’armatura vale σ s = N As .
Calcolo delle tensioni in una sezione sottoposta a flessione semplice 1/4
Si consideri una sezione di calcestruzzo armato soggetta a un momento flettente M. I risultati
della teoria tecnica della trave (problema di De Saint Venant) vanno applicati alla sezione
reagente omogeneizzata, costituita dall’area del calcestruzzo compresso e dalle aree di acciaio
teso e compresso, amplificate mediante il coefficiente n.
Per definire la sezione reagente, che non è nota a priori, bisogna specificare la posizione
dell’asse neutro, che separa la parte di calcestruzzo compresso da quella di calcestruzzo non
reagente.
In accordo con la teoria tecnica della trave, la posizione dell’asse neutro può essere individuata
mediante la condizione che esso passi per il baricentro della sezione reagente. A titolo di
esempio, il calcolo viene sviluppato per una sezione rettangolare soggetta a flessione retta, in
cui l’asse di sollecitazione coincide con l’asse di simmetria.
Calcolo delle tensioni in una sezione sottoposta a flessione semplice 2/4

Si assume che il momento flettente sia tale da tendere le fibre inferiori. L’asse di sollecitazione
è verticale e coincide con uno degli assi principali d’inerzia della sezione. Pertanto, la flessione
è retta e l’asse neutro n è orizzontale, e dista della quantità incognita x dal lembo superiore
compresso della sezione. Poiché l’asse neutro deve passare per il baricentro della sezione
reagente, l’incognita x può essere determinata imponendo che il momento statico della sezione
reagente rispetto all’asse neutro sia nullo, cioè

Sn = 0
Calcolo delle tensioni in una sezione sottoposta a flessione semplice 3/4

La relazione precedente si scrive:


bx 2
Sn = −
2
( ) (
− nAs′ x − c + nAs d − x = 0 )
da cui si ottiene
2
x +
(
2n As + As′ ) x − 2n ( As d + As′c ) = 0
b b
che, scartando la radice negativa, fornisce

x=
( )
n As + As′ ⎢
−1+ 1+
(
2b As d + As′c ) ⎤⎥
⎢ ⎥
b
⎢⎣ n As (
+ A′
s
2
) ⎥⎦
Calcolo delle tensioni in una sezione sottoposta a flessione semplice 4/4

Nota la posizione dell’asse neutro, il momento d’inerzia della sezione reagente omogeneizzata
rispetto a tale asse si ottiene dalla formula
bx 3
In =
3
( 2
) (
+ nAs′ x − c + nAs d − x
2
)
Le tensioni massime nel calcestruzzo e nell’acciaio sono date dalle relazioni

σ cmax = −
M
In
x σs = n
M
In
(
d−x ) σ s′ = −n
M
(
In
x−c )
Esempio
Esempio
Sezioni riconducibili alla rettangolare
Calcolo delle tensioni in una sezione sottoposta a flessione composta 1/2

Una sezione è sollecitata a flessione composta, quando in essa agiscono contemporaneamente


uno sforzo normale N e un momento flettente M. Queste azioni equivalgono alla sola forza
assiale N applicata in un punto C, detto centro di sollecitazione, spostato rispetto al baricentro
G della sezione della quantità M
e=
N
che viene anche chiamata eccentricità. La flessione composta si dice anche presso o
tensoflessione, a seconda del segno dello sforzo normale N. Nel seguito sarà considerato solo il
caso di flessione composta retta, di maggiore interesse applicativo. In questo caso, il centro di
sollecitazione C giace su uno degli assi principali d’inerzia della sezione.

Mx
ex =
N

s = asse di sollecitazione

Si osserva che le sollecitazioni di sforzo normale centrato N e di flessione semplice M


rappresentano due casi particolari della sollecitazione di flessione composta. Nel primo
l’eccentricità è nulla, nel secondo è infinita, con il valore dello sforzo normale pari a zero.
Calcolo delle tensioni in una sezione sottoposta a flessione composta 2/2

Per le sezioni in calcestruzzo armato, il calcolo delle tensioni deve essere condotto secondo due
differenti modalità, che corrispondono ai seguenti due casi:
- l’asse neutro è esterno alla sezione che risulta interamente reagente o a compressione (tutta
l’area del calcestruzzo e tutta l’area dell’acciaio), o a trazione (solo l’area dell’acciaio). La
flessione composta si dice di piccola eccentricità. In questo caso si può applicare il principio
di sovrapposizione degli effetti e le tensioni possono essere calcolate considerando
separatamente l’azione di N e di M, sommando infine i risultati;
- l’asse neutro taglia la sezione, individuando una parte di calcestruzzo teso non reagente; la
sezione risulta parzializzata, con la sua parte resistente costituita dal calcestruzzo compresso
e dall’acciaio teso e compresso. La flessione composta si dice di grande eccentricità. In
questo caso non si può applicare il principio di sovrapposizione degli effetti e le tensioni
devono essere calcolate considerando l’azione simultanea di N e di M.

Inoltre, per le proprietà del nocciolo centrale d’inerzia, si ha che:


- se il centro di sollecitazione è interno al nocciolo, l’asse neutro è esterno alla sezione
(piccola eccentricità)
- se il centro di sollecitazione è sul contorno del nocciolo, l’asse neutro è tangente alla sezione
(piccola eccentricità)
- se il centro di sollecitazione è esterno al nocciolo, l’asse neutro taglia la sezione
(grande eccentricità)
Estremi del nocciolo centrale d’inerzia

Per la sollecitazione di flessione composta retta non è necessario conoscere l’intero nocciolo
centrale d’inerzia, ma è sufficiente determinare la posizione dei suoi estremi, C1 e C2, sull’asse
di sollecitazione, cioè le distanze e1 ed e2 dal baricentro.
Ricordando le proprietà del nocciolo si ha:

ρ x2 Ix
e1 = =
dG ,inf A⋅ dG ,inf

ρ x2 Ix
e2 = =
dG ,sup A⋅ dG ,sup

Nel caso di un sezione in calcestruzzo armato, se lo sforzo normale è di compressione: Ix è il


momento d’inerzia dell’intera sezione omogeneizzata rispetto all’asse baricentrico x,
ortogonale all’asse di sollecitazione s, A è l’area dell’intera sezione omogeneizzata, ρ x è il
raggio d’inerzia rispetto all’asse x. La sezione è tutta compressa se C è compreso tra C1 e C2,
altrimenti si parzializza.
Invece, se lo sforzo normale è di trazione: Ix è il momento d’inerzia dell’area delle armature
rispetto a x e A è l’area delle armature. La sezione è tutta tesa se C è compreso tra C1 e C2 e
reagiscono solo le armature, altrimenti si parzializza.
Sforzo normale di trazione interno al nocciolo 1/2
Considerando l’area delle sole armature, si calcola il momento statico rispetto al lembo
superiore e poi la posizione del loro baricentro Gs:

A = As + As′
S = As d + As′c
S As d + As′c
dG ,sup = =
A As + As′
dG ,inf = h − dG ,sup

Le distanze degli estremi del nocciolo C1,s e C2,s dal baricentro Gs si ottengono mediante le
seguenti espressioni:

( ) ( A A′
) ( )
2 2 2
I x = As dG ,inf − c + As′ dG ,sup − c = s s d − c
As + As′

e1 =
Ix A A′
= s s ⋅
( d−c ) 2

A⋅ dG ,inf As + As′ As c + As′d Nel caso particolare in cui As = As′ , risulta

e2 =
Ix A A′
= s s ⋅
( d−c ) 2
e1 = e2 =
( d−c ) 2

A⋅ dG ,sup As + As′ As d + As′c 2h


Sforzo normale di trazione interno al nocciolo 2/2
L’eccentricità ex,s di C rispetto al baricentro delle
armature Gs si ottiene sottraendo all’eccentricità
rispetto al baricentro geometrico della sezione O
(punto di applicazione convenzionale dello sforzo
normale N) la distanza dOG tra Gs ed O. Si ha cioè

Mx ⎛ h ⎞
ex,s = − ⎜ − dG ,inf ⎟
N ⎝2 ⎠
Se risulta
−e1 < ex,s < e2

la sezione è tutta tesa e la tensione nell’armatura è fornita dall’espressione

N N ⋅ ex,s
σs = + y
A Ix
Esempio
Sforzo normale di compressione interno al nocciolo 1/2
Considerando l’intera sezione omogeneizzata, si calcola il momento statico rispetto al lembo
superiore e poi la posizione del baricentro Gc+s:

(
A = bh + n As + As′ )
bh2
S=
2
(
+ n As d + As′c )
S
dG ,sup =
A
dG ,inf = h − dG ,sup

Le distanze degli estremi del nocciolo C1,c+s e C2,c+s dal baricentro Gc+s si ottengono mediante
le seguenti espressioni:
2
bh3 ⎛ h⎞
( ) ( )
2 2
Ix = + bh ⎜ dG ,sup − ⎟ + nAs dG,inf − c + nAs′ dG,sup − c
12 ⎝ 2⎠

Ix Ix
e1 = e2 =
A⋅ dG ,inf A⋅ dG ,sup
Sforzo normale di compressione interno al nocciolo 2/2
L’eccentricità ex,c+s di C rispetto al baricentro Gc+s
si ottiene sottraendo all’eccentricità rispetto al
baricentro geometrico della sezione O (punto di
applicazione convenzionale dello sforzo normale)
la distanza dOG tra Gc+s ed O. Si ha cioè

Mx ⎛ h ⎞
ex,c+s = − ⎜ − dG ,inf ⎟
N ⎝2 ⎠
Se risulta
−e1 < ex,c+s < e2

la sezione è tutta compressa e le tensioni nel calcestruzzo e nell’armatura sono fornite dalle
espressioni
N N ⋅ ex,c+s ⎛ N N ⋅ ex,c+s ⎞
σc = + y σs = n⎜ + y⎟
A Ix ⎝ A I x ⎠

In caso contrario, si è in presenza di grande eccentricità e la sezione si parzializza.


Esempio
Sforzo normale di compressione esterno al nocciolo 1/3
Se il centro di sollecitazione è esterno al nocciolo, l’asse neutro taglia la sezione, che risulta
parzializzata. Il problema è governato dalle equazioni di equilibrio alla traslazione e alla
rotazione, scritte rispetto all’asse neutro della sezione parzializzata, la cui posizione è
inizialmente incognita. Nel caso di una sezione rettangolare soggetta a pressoflessione, tali
equazioni assumono la forma:
x
∫0 σ c ( y) ⋅ b⋅ dy + σ s′ As′ − σ s As = N σc
c
∫0 σ c ( y) ⋅ b⋅ y ⋅ dy + σ s′ As′ ( x − c ) − σ s As ( d − x ) = N ⋅ en
x
σ s′ n

d
Poiché per la similitudine dei triangoli, risulta
σ c ( y) σ c σc σ s′ σc σs
= = =
y x x n x−c ( ) x (
n d−x ) c
σs n

si può scrivere
σc σc σc
σ c ( y) =
x
y σ s′ = n
x
(
x−c ) σs = n
x
(
d−x )
Sforzo normale di compressione esterno al nocciolo 2/3
… Sostituendo nelle equazioni di equilibrio si ha
σc ⎡ x ⎤
x ⎢⎣ ∫0 b⋅ y ⋅ dy + n A(

s x − c )
− nAs d − x (
⎥⎦ = N ) σc
c
σc ⎡ x 2⎤
x ⎢⎣ ∫0 b⋅ y 2
(
⋅ dy + nAs′ x − c ) 2
( )
− nAs d − x ⎥ = N ⋅ en

σ s′ n

d
Le quantità tra parentesi quadre rappresentano il
momento statico Sn e il momento d’inerzia In della
sezione reagente rispetto all’asse neutro. Si può c
quindi scrivere σs n

σc σc
S =N I = N ⋅ en
x n x n
Dalla prima si ottiene
N
σc = x
Sn

che sostituita nella seconda fornisce

I n = S n ⋅ en in cui en = x + dC
Sforzo normale di compressione esterno al nocciolo 3/3
… I n = S n ⋅ en
Da questa relazione, tenendo conto che σc

bx 2 c σ s′ n
Sn = − − nAs′ (x − c) + nAs (d − x) =
2 d
b
( ) (
= − x 2 − n As + As′ x + n As d + As′c
2
) c

bx 3
In = + nAs′ (x − c)2 + nAs (d − x)2 = σs n
3
b
( ) ( ) (
= x 3 + n As + As′ x 2 − 2n As d + As′c x + n As d 2 + As′c 2
3
)
e che en = x + dC , dopo alcuni passaggi si ottiene l’equazione dell’asse neutro

x 3 − 3dC x 2 +
6n
b ⎣
( ) ( ⎦ ) 6n
( ) (
⎡ As d − dC + As′ c − dC ⎤ x − ⎡ As d d − dC + As′c c − dC ⎤ = 0
b ⎣ ⎦ )
Determinata, con un procedimento numerico, la posizione dell’asse neutro, la tensione massima
nel calcestruzzo compresso e le tensioni nell’acciaio compresso e teso si ottengono dalle
relazioni
σc =
N
Sn
x σ s′ = n
N
Sn
x−c ( )σs = n
N
Sn
d−x ( )
Verifica delle tensioni di esercizio
Per limitare la fessurazione longitudinale del calcestruzzo compresso, le NTC08 prescrivono
che, per la combinazione dei carichi rara, la tensione massima nel calcestruzzo non sia
superiore al 60% della resistenza caratteristica cilindrica, cioè
σ c ≤ 0,60 ⋅ f ck

Per limitare le deformazioni viscose del calcestruzzo compresso, le NTC08 prescrivono che,
per la combinazione dei carichi quasi permanente, la tensione massima nel calcestruzzo non sia
superiore al 45% della resistenza caratteristica cilindrica, cioè
σ c ≤ 0,45⋅ f ck

Per evitare fessurazioni eccessive del calcestruzzo teso, le NTC08 prescrivono che, per la
combinazione dei carichi rara, la tensione massima nell’acciaio non sia superiore all’80% della
resistenza caratteristica di snervamento, cioè
σ s ≤ 0,80 ⋅ f yk
Stato limite di fessurazione 1/2
Il comportamento di una trave in calcestruzzo armato è governato da fenomeni fessurativi che,
a causa della limitata resistenza a trazione del calcestruzzo, si manifestano anche per bassi
livelli di carico e quindi anche in condizioni di esercizio.
Sottoponendo una trave a un carico verticale crescente, nella parte tesa cominciano a formarsi
fessure verticali nelle zone dove prevale la sollecitazione di flessione, e fessure inclinate dove
prevale la sollecitazione di taglio.
Le fessure si formano progressivamente all’aumentare del carico, fino a che la loro distanza
non raggiunge un valore limite. A questo punto la fessurazione è stabilizzata: al crescere del
carico non si formano altre lesioni, ma aumenta l’ampiezza di quelle che si sono già formate.

(Video 1 – 2 – 3)
Stato limite di fessurazione 2/2
La fessurazione deve essere limitata a un livello tale da non pregiudicare il funzionamento
della struttura e/o il suo aspetto estetico. Si distinguono i seguenti tre stati limite:
a)  Stato limite di decompressione
Corrisponde a non ammettere alcuna tensione di trazione; è una condizione richiesta in
ambienti molto aggressivi; il calcolo si riconduce a un’analisi elastica verificando che non
si manifestino tensioni di trazione.
b) Stato limite di formazione delle fessure
Corrisponde a considerare il calcestruzzo reagente a trazione; anche in questo caso il
calcolo si riconduce a un’analisi elastica, verificando che la tensione massima non superi la
resistenza a trazione, eventualmente ridotta secondo un opportuno coefficiente di sicurezza.
c) Stato limite di apertura delle fessure
Si accetta che la resistenza a trazione sia superata e che si possano formare delle fessure; la
verifica consiste nel controllo dell’ampiezza delle fessure, poiché la loro eccessiva apertura
può favorire la corrosione dell’armatura per effetto di agenti esterni aggressivi.
La formazione delle fessure 1/4
In una trave inflessa, il comportamento della parte di calcestruzzo teso al di sotto dell’asse
neutro si può assimilare a quello un tirante in cui si sono aperte delle fessure.

Pertanto, l’analisi del fenomeno fessurativo di una trave si può ricondurre a ciò che accade in un
prisma di calcestruzzo armato alle cui estremità sono applicate forze di trazione.
La formazione delle fessure 2/4
Si consideri un elemento strutturale in calcestruzzo di classe C25/30, avente sezione trasversale
quadrata di lato pari a 20 cm, armato con 4 barre φ 14 di acciaio B450C, sottoposto a uno sforzo
di trazione N.
f ctk = 0.7 f ctm f ctm = 0.30 3 f ck2
0.3
⎛ f ⎞
Ec = 22000 ⎜ cm ⎟ f cm = f ck + 8
⎝ 10 ⎠
La resistenza caratteristica a trazione del calcestruzzo è pari a fctk = 1,80 MPa, mentre i moduli
di elasticità del calcestruzzo e dell’acciaio valgono Ec = 31476 MPa ed Es = 210000 MPa
rispettivamente.
Per bassi valori del carico: (i) non si aprono lesioni e la sezione è ovunque tutta reagente, (ii)
vale l’ipotesi di perfetta aderenza tra barre di armatura e calcestruzzo, (iii) il legame costitutivo
del calcestruzzo può essere assunto lineare.
In questa fase, in cui il comportamento del calcestruzzo è quello del cosiddetto “primo stadio”,
tutti i punti dell’asta sono soggetti alla medesima deformazione
ε = εc = εs
e, di conseguenza, la tensione nell’acciaio è n volte maggiore di quella del calcestruzzo, dove il
coefficiente di omogeneizzazione n assume il valore
Es 210000
n= = = 6,67
Ec 31476
La formazione delle fessure 3/4
Il comportamento lineare continua fino al raggiungimento della tensione di rottura nel
calcestruzzo, che si assume pari al suo valore caratteristico fctk = 1,80 MPa, cui corrispondono
la deformazione f 1,80
ε c = ε s = ctk = = 5,71⋅10−5
Ec 31476
e la tensione nell’acciaio
σ s = n σ c = 6,67 ⋅1,80 = 12,01 MPa
Il valore della forza assiale per cui si raggiunge tale tensione è denominato sforzo normale di
fessurazione, Nr, e vale
( ) ( )
N r = f ctk Ac + nAs = 1,80 20 ⋅ 20 + 6,67 ⋅ 4 ⋅1,54 ⋅102 = 79396 N = 79,4 kN

12,01
La formazione delle fessure 4/4
Raggiunta la tensione di rottura nel calcestruzzo, il tirante si fessura. Poiché la tensione è
ovunque la stessa, la fessurazione dovrebbe avvenire nello stesso istante in tutte le sezioni.
Tuttavia, poiché il materiale è per sua natura eterogeneo, le sue proprietà sono diverse da punto
a punto. La prima fessura si aprirà, quindi, nella sezione meno resistente, la cui posizione non
può essere determinata a priori per via teorica.
In corrispondenza della fessura, poiché le due facce di calcestruzzo si sono distaccate, lo sforzo
di trazione è applicato direttamente alle barre di acciaio. Il comportamento corrisponde a quello
che viene chiamato “secondo stadio”. La tensione e la deformazione nell’acciaio risulta:
Nr 79396 σs 128,9
σs = = = 128,9 MPa εs = = = 61,4 ⋅10−5
As 4 ⋅1,54 ⋅102 Es 210000

128,9
128,9
La propagazione delle fessure 1/3

128,9
128,9

In prossimità della lesione le barre sono immerse nel calcestruzzo integro e sono soggette a una
forza di trazione che tende a sfilarle. Pertanto, nascono tensioni di aderenza tra acciaio e
calcestruzzo, che si possono assumere costanti e pari al loro valore caratteristico fbk.
Si può ritenere che la diffusione delle tensioni nel calcestruzzo riguardi solo una parte della sua
area, Act,eff, da definire in maniera opportuna, che in tale area la tensione σ c sia uniforme e che
cresca al crescere della distanza dalla fessura. Per l’equilibrio a una distanza Δz dalla fessura si
m
ha
σ c Act,eff = f bk Δz ∑ πφi
i=1
da cui, poiché le barre hanno tutte lo stesso diametro,
f Δz f Δz As 4 f Δz As 4f
σ c = bk mπφ = bk = bk = bk ρ eff Δz
Act,eff Act,eff φ / 4 φ Act,eff φ
in cui ρ eff è la percentuale geometrica di armatura.
La propagazione delle fessure 2/3
… 4 f bk
σc = ρ eff Δz
φ
Si nota che la tensione di trazione nel calcestruzzo cresce linearmente con la distanza dalla
fessura, fino a raggiungere nuovamente il valore fctk a una distanza lr pari a
σ c f ctk 1 f ctk φ
= lr =
Δz lr 4 f bk ρ eff
Contemporaneamente la tensione nell’acciaio si riduce fino al valore che aveva prima della
fessurazione.

61,4 ⋅10−5

128,9

12,01
La propagazione delle fessure 3/3
Al crescere, anche di poco, dello sforzo normale si formeranno progressivamente altre fessure.
La distanza sr tra due lesioni successive non può essere inferiore a lr, perché entro tale distanza
la tensione nel calcestruzzo è inferiore alla resistenza a trazione. Se due fessure si formano a
distanza superiore a 2lr, tra loro si potranno formare altre fessure perché esiste un tratto in cui
la tensione nel calcestruzzo è pari a quella di rottura. Al contrario, se la distanza è inferiore a
2lr, tra loro non si potrà formare un’ulteriore fessura, perché il calcestruzzo non raggiunge la
tensione di rottura. Risulta quindi lr ≤ sr ≤ 2lr .
La fessurazione in elementi inflessi
Per gli elementi inflessi la fessurazione si manifesta quando al lembo teso la tensione di
trazione massima è pari alla resistenza a trazione del calcestruzzo, assunta pari alla resistenza
media fctm. Il corrispondente momento prende il nome di momento di prima fessurazione, Mcr.
Tale momento si può calcolare assumendo la sezione tutta reagente e imponendo che al lembo
teso la tensione sia pari a fctm ( fctm = 0.30 3 fck2 ), cioè

M cr f ctm ⋅ I n
f ctm =
In
( h− x ) M cr =
h− x

Secondo le NTC08, lo stato limite di


fessurazione si raggiunge quando nella fibra
più sollecitata a trazione la tensione è pari a:
f fctm
σ t = ctm
1,2

Analogamente al caso del tirante, quando al crescere del carico il momento supera il valore di
prima fessurazione, Mcr, altre fessure si formeranno a una certa distanza dalla prima, fin quando
si raggiungerà una condizione di fessurazione stabilizzata, in cui può crescere solo l’ampiezza
delle fessure esistenti.
Osservazioni

-  La fessurazione è un fenomeno discontinuo, che interessa solo un numero limitato di


sezioni, la cui posizione è legata all’eterogeneità del calcestruzzo.
-  La separazione dell’elemento in più conci definiti dalle fessure, fa sì che le barre in
corrispondenza di ogni fessura siano sollecitate dall’intero sforzo di trazione.
-  Le tensioni tangenziali di aderenza, che nascono nelle zone limitrofe alle fessure lungo
l’interfaccia tra calcestruzzo teso e barre di acciaio, (i) si oppongono allo sfilamento delle
barre indotto dallo sforzo di trazione e (ii) riducono le tensioni nelle barre, trasferendole al
calcestruzzo integro.
Calcolo dell’ampiezza delle fessure 1/2
Indicando con εsm ed εcm le deformazioni delle barre di acciaio e del calcestruzzo, l’ampiezza
delle fessure può essere calcolata tenendo conto che nel tratto compreso tra una fessura e la
successiva, di lunghezza sr, le barre di acciaio si allungano di srεsm, mentre il calcestruzzo si
allunga della quantità minore srεcm. Pertanto, il valore di calcolo dell’ampiezza delle fessure è
dato dalla relazione
(
wd = sr,max ε sm − ε cm )
in cui sr,max è il valore caratteristico superiore della distanza tra le fessure. Quando la distanza
( )
tra le armature è inferiore a 5 c + φ 2 , dove c è il copriferro e φ è il diametro medio delle
barre, la Circolare 617 fornisce per sr,max la seguente espressione
φ
sr,max = k3c + k1k2 k4
ρ eff
in cui k1 = 0,8 per barre ad aderenza migliorata, k2 = 0,5 nel caso di flessione e 1,0 nel caso di
trazione pura, k3 = 3,4 e k4 = 0,425. Inoltre, ρ eff è la percentuale geometrica di armatura,
definita in precedenza
As
ρ eff =
Act,eff
Calcolo dell’ampiezza delle fessure 2/2

La differenza tra le deformazioni può essere calcolata mediante la seguente relazione

σs ⎛ σ sr ⎞
ε sm − ε cm = 1− β
Es ⎜⎝ σ s ⎟⎠

in cui

β = 0,6 per carichi di breve durata


β = 0,4 per carichi di lunga durata
σsr è la tensione nelle barre di acciaio allo stato limite di fessurazione
σs è la tensione nelle barre di acciaio all’atto dell’apertura delle fessure
Es è il modulo di elasticità dell’acciaio
Stato limite di apertura delle fessure
La verifica allo stato limite di apertura delle fessure viene eseguita per limitare il rischio di
corrosione dell’armatura. La verifica è legata alle condizioni ambientali, alla durata del carico
e alla sensibilità dell’armatura alla corrosione. Si considerano poco sensibili alla corrosione
gli acciai per il calcestruzzo ordinario, mentre si considerano sensibili quelli per il calcestruzzo
precompresso. La verifica, a seconda dei casi, è riferita a uno dei seguenti valori nominali
w1 = 0,2 mm w2 = 0,3 mm w3 = 0,4 mm
e si esegue secondo le indicazioni riportate nella seguente tabella
Verifica dell’ampiezza delle fessure senza calcolo diretto
Le NTC08 precisano che la verifica dell’ampiezza di fessurazione può anche essere condotta
senza calcolo diretto, limitando la tensione di trazione nell’armatura, valutata nella sezione
parzializzata per la combinazione di carico pertinente, ad un massimo correlato al diametro
delle barre e alla loro spaziatura.
La verifica consiste nel determinare la tensione nell’armatura per ogni condizione di carico da
considerare, e controllando che questa sia compatibile con i diametri e le spaziature prescelte,
indicate nelle tabelle seguenti
Si nota che per limitare l’ampiezza
delle fessure è opportuno:
a)  ridurre la tensione nell’acciaio
b)  impiegare barre di piccolo
diametro
c)  disporre un’armatura
opportunamente diffusa
Area minima di armatura in zona tesa 1/2
Per evitare che all’atto della fessurazione un elemento strutturale possa manifestare un
comportamento fragile, è necessario che l’armatura sia sufficiente a sopportare elasticamente la
forza di trazione che il calcestruzzo teso era in grado di assorbire.
1) Sezione interamente tesa
Si deve garantire che
N y > N cr

cioè
( )
f yk As > f ctm Act + nAs ! f ctm Act

da cui si ottiene
f ctm
As > A
f yk ct
Area minima di armatura in zona tesa 2/2
2) Sezione inflessa
Si deve verificare che M y > M cr
In una sezione rettangolare di base b e altezza h si ha

M y ! 0,9 ⋅ d ⋅ f yk As ! 0,8⋅ h ⋅ f yk As
bh2 h bh f ctm ⋅ h ⋅ Act
M cr ! f ctm = f ctm =
6 3 2 3
avendo posto Act = bh/2. Risulta quindi
f
As > 0,4 ctm Act
f yk

Le NTC08 forniscono la relazione


f ctm
As > 0,26 bt d
f yk
che per le costruzioni in zona sismica diventa
1,4
As > bd
f yk t
in cui bt è la larghezza della zona tesa di calcestruzzo.
Stato limite di deformazione 1/2
Un’eccessiva deformazione degli elementi strutturali può comportare l’insorgere di problemi
di funzionalità. Tuttavia, per le strutture in calcestruzzo armato è molto complicato calcolare in
maniera rigorosa spostamenti e deformazioni. Si preferisce pertanto eseguire verifiche
semplificate, che consistono nel rispettare adeguati limiti del rapporto tra la luce degli elementi
strutturali e l’altezza della loro sezione trasversale. A tale scopo la Circolare 617 fornisce la
relazione
l ⎛ 0,0015⋅ f ck ⎞ 500 As,eff
≤ k ⎜ 11+
h ⎝ ρ + ρ ′ ⎟⎠ f yk As,cal
in cui As,eff e As,cal sono l’area dell’armatura tesa effettivamente disposta e l’area di quella
calcolata, mentre
As As′
ρ= ρ′ =
bd bd

sono le percentuali geometriche dell’armatura tesa e compressa. Il coefficiente k è riportato


nella tabella seguente in funzione del tipo di sistema strutturale cui si riconduce l’elemento
strutturale considerato.
Stato limite di deformazione 2/2
Nella seguente tabella, oltre ai valori del coefficiente k, sono riportati i valori limite del
rapporto l/h per elementi strutturali poco (0,5%), mediamente (1,0%) o molto (1,5%) armati,
con riferimento a un calcestruzzo di classe C25/30 e a un acciaio di tipo B450C.
Nel caso di elemento strutturali di luce superiore a 7,00 m, i valori limite devono essere ridotti
del rapporto 7/l.
Riferimenti bibliografici

1.  D.M. 14 gennaio 2008. Norme tecniche per le costruzioni. Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti, G.U. n. 29 del 4 febbraio 2008, Supplemento Ordinario n. 30, 2008, (NTC08).

2.  Circolare 2 febbraio 2009 n. 617. Istruzioni per l’applicazione delle Nuove norme tecniche
per le costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008, approvata dal Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici.

3.  Mezzina Mauro (a cura di), Fondamenti di Tecnica delle Costruzioni, Città Studi Edizioni,
2013.

4.  Ghersi Aurelio, Il cemento armato (seconda edizione), Dario Flaccovio Editore, 2010.

5.  Cosenza E., Manfredi G., Pecce M., Strutture in cemento armato, basi della progettazione
(seconda edizione), Ulrico Hoepli Editore, 2015.

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