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Pubblicato il 13/07/2017
N. 01615/2017 REG.PROV.COLL.
N. 02486/2014 REG.RIC.

R E P U B B L I C A I T A L I A N A

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia

(Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 2486 del 2014, proposto da


Associazione Senza limiti ONLUS, in persona del legale rappresentante pro
tempore, e da Ricco Nunzio, rappresentati e difesi dagli avvocati Francesco
Trebeschi e Alberto Guariso, con domicilio eletto presso lo studio di
quest’ultimo, in Milano, viale Regina Margherita, 30;
contro
il Comune di Assago, in persona del legale rappresentante pro tempore,
rappresentato e difeso dall’avvocato Giuseppe Franco Ferrari, con domicilio
eletto presso il suo studio, in Milano, via Larga, 23;
nei confronti di
ASL – Azienda sanitaria locale Milano 1, in persona del legale rappresentante
pro tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Marino Bottini, con domicilio
presso la Segreteria di questo Tribunale Amministrativo Regionale per la
Lombardia, Sede di Milano, in Milano, via Filippo Corridoni, 39;
Assemblea dei Sindaci dell’Ambito territoriale di Corsico, Regione

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Lombardia, Fondazione di ricovero Martinelli ONLUS, non costituiti in


giudizio;
per l’annullamento
- della nota del Comune di Assago n. prot. 7252 del 7 maggio 2014;
- del “Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate”, approvato
con delibera del Consiglio comunale n. 6 del 28 febbraio 2000;
- di tutti gli atti preordinati consequenziali e connessi non conosciuti o
notificati ai ricorrenti tra cui, in particolare, tutti gli atti ed i provvedimenti
con cui il Comune di Assago e l’Assemblea distrettuale dei sindaci del
distretto di Corsico, 1’ASL MI1 e la Regione Lombardia hanno definito e
comunque previsto la compartecipazione al costo dei servizi socio sanitari
integrati a favore di disabili ed anziani non autosufficienti.

Visti il ricorso e i relativi allegati;


Visti gli atti di costituzione in giudizio del Comune di Assago e della ASL
Milano 1 (ora ATS della Città metropolitana di Milano);
Visti gli atti della causa;
Relatore nell’udienza pubblica del giorno 23 maggio 2017 il dott. Diego
Spampinato e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

FATTO e DIRITTO
Parte ricorrente espone:
- che l’associazione ricorrente è portatrice degli interessi delle persone con
disabilità o anziane e delle loro famiglie per espressa disposizione statutaria;
- che la madre del ricorrente Nunzio Ricco è portatrice di disabilità fisica e
psichica grave ex art. 3, comma 3, della legge 104/92, invalida totale non in
grado di svolgere autonomamente le ordinarie occupazioni della vita
quotidiana e bisognosa di assistenza continuativa, e in lista d’attesa per
l’inserimento presso la Residenza sociosanitaria per anziani (RSA) Martinelli
di Cinisello Balsamo, gestita dalla Fondazione di ricovero Martinelli ONLUS;

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- che il ricorrente Nunzio Ricco, con nota in data 8 aprile 2014 ha formulato
istanza di integrazione al Comune del pagamento della retta di ricovero;
- che con l’impugnata nota n. 7252/14, il Comune intimato ha allegato uno
stralcio del proprio Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali
agevolate che, all’art. 17, prevede il necessario coinvolgimento dei parenti
tenuti agli alimenti nel pagamento della retta di degenza, richiedendo al
ricorrente in quale misura intendesse provvedervi, e confermando comunque,
stante le accertate difficoltà economiche, di erogare, con decorrenza dal mese
di aprile, un contributo di 250,00 euro mensili.
Tanto premesso, impugna gli atti in epigrafe affidando il ricorso ai seguenti
motivi.
1. Violazione degli artt. 3 e 25 Convenzione internazionale sui diritti delle
persone con disabilità, 2, 3, 10, 23, 32, 38 e 53 Cost., 8 comma 2, lett. h), LR
3/2008, 3 comma 2 ter, D. Lgs 109/1998, 1 L. 18/2009; eccesso di potere per
irragionevolezza, disparità di trattamento, sviamento, difetto di istruttoria,
contraddittorietà, violazione del principio di indipendenza della persona
disabile. L’amministrazione comunale prescinderebbe dal principio di
evidenziazione della situazione economica del solo assistito, ed il regolamento
comunale impugnato non contemplerebbe in alcun modo l’applicazione di
tale precetto.
2. Violazione degli artt. 433 e 438 c.c., 1, 2, 3 D.lgs. 109/1998, 1 bis DPCM
221/1999, 4 e 5 DPR 223/1989, 24 DL 112/2008, 4 e 6 e tab. 1 DPCM 14
febbraio 2001, 8, 14 e 25 L. 328/2000, 8 LR 3/2008, 117 comma 2, lett. l) ed
m), Cost.; nullità per difetto assoluto di attribuzione; eccesso di potere per
contraddittorietà, sviamento, difetto di motivazione e di istruttoria. Il
coinvolgimento dei parenti sarebbe illegittimo perché incompatibile con la
disciplina ISEE.
3. Violazione degli artt. 3, 97 e 117, comma 2, lett. m), Cost., 1, 2, 3 D.lgs.
109/1998, 1 bis DPCM 221/1999, 4 e 5 DPR 223/1989, 4 e 6 e tab. 1 DPCM
14 febbraio 2001, 8, 14 e 25 L. 328/2000, 8 LR 3/2008; nullità per difetto

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assoluto di attribuzione; eccesso di potere per contraddittorietà, sviamento,


difetto di motivazione e di istruttoria. L’art. 16 dell’impugnato regolamento
prevedrebbe l’incameramento dei redditi di qualsiasi natura e del patrimonio
mobiliare del ricoverato, facendo salva solo una quota di risparmi pari a Lire
10.000.0000 (€ 5.164,57), oltre a prevedere il necessario impegno di
corrispondere al Comune quanto necessario per pagare la retta mediante la
messa a reddito del proprio patrimonio immobiliare, così prescindendo dalle
indicazioni della legislazione nazionale e regionale, che imporrebbero
l’applicazione del criteri ISEE di cui al D. Lgs 109/1998 e al DPCM
221/1999.
4. Violazione degli artt. 3 Convenzione di New York sui diritti delle persone
con disabilità, 2, 3, 32, 38 e 53 Cost., 2, 3, 6, 22, 24 L. 328/2000, 1 D.Lgs
109/1998, 14 L. 328/2000, 4 DPCM 159/2013, e della DGR 3779/2012;
eccesso di potere per violazione principio di proporzionalità, sviamento,
illogicità, contraddittorietà, perplessità, carenza assoluta di motivazione e di
presupposti, violazione del principio di indipendenza della persona disabile,
difetto di istruttoria. Una tariffa non rapportata alla situazione economica del
richiedente comporterebbe la violazione del principio di proporzionalità e la
totale assenza di istruttoria in relazione agli effetti che la richiesta comunale
avrebbe sul soggetto richiedente e sulla sua famiglia.
5. Violazione degli artt. 3, 32 e 117, comma 2, lett. m), Cost., 4 comma 2, tab.
1 DPCM 14 febbraio 2001; DPCM 29 novembre 2001, all. 1C e 4, 1 L.
833/1978, 3 septies D.Lgs 502/1992, 54 L. 289/2002; incompetenza; eccesso
di potere per sviamento, carenza di motivazione, disparità di trattamento.
Sarebbe illegittimo richiedere al privato somme che oltrepassino il limite del
30% della retta; inoltre il Comune avrebbe dovuto richiedere il rispetto da
parte della regione e dell’ASL della corretta ripartizione degli oneri tra sanità e
assistenza.
Le Amministrazioni costituite hanno spiegato difese in rito e nel merito; in
particolare il Comune ha fra l’altro eccepito l’improcedibilità del ricorso per

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sopravvenuta carenza di interesse posto che non sussisterebbe alcun concorso


dei familiari alle spese per la quota residenziale, né vi sarebbe stato alcun
provvedimento successivo che ponesse a carico del ricorrente una
compartecipazione alle spese per il ricovero della madre.
Il ricorso è improcedibile.
Giova precisare in punto di fatto che, a tenore degli atti di causa, risulta:
- che l’impugnata nota 7252/2014 sia relativa ad istanza di integrazione della
retta, in previsione del ricovero presso RSA della signora, presentata dal
ricorrente Nunzio Ricco in data 8 aprile 2014 (allegato al ricorso sub 4);
- che la signora sia stata ricoverata solo a far data dal marzo 2015 (memoria di
parte ricorrente depositata in data 28 aprile 2017, pagg. 2-3);
- che in relazione a tale ricovero sia stata presentata dal ricorrente Nunzio
Ricco in data 21 aprile 2015 una richiesta di partecipazione alla retta di
ricovero «…A decorrere dal mese di aprile 2015…»;
- che il Comune abbia provveduto su tale richiesta, ciò risultando dalla nota
prot. 22086/15 (depositata dal comune in data 12 aprile 2017 sub 14), senza
che nei confronti di tale provvedimento risulti essere stata proposta
impugnazione.
Conseguentemente, l’impugnata nota 7252/2014 (relativamente alla quale il
regolamento comunale per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate risulta
impugnato quale atto presupposto), peraltro relativa ad un ricovero non
ancora effettuato, risulta superata dalla nuova istanza presentata in data 28
aprile 2017, in relazione alla quale risulta che il Comune abbia provveduto e
non risulta che il provvedimento sia stato impugnato.
Il Collegio, ritenuto che sussistano i presupposti di cui all’art. 22, comma 8,
del D.lgs. 196/2003, manda alla Segreteria di procedere, in qualsiasi ipotesi di
diffusione del presente provvedimento, all’oscuramento delle generalità
nonché di qualsiasi dato idoneo a rivelare lo stato di salute delle parti o di
persone comunque ivi citate.

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Il Collegio è dell’avviso che, in ragione della natura degli interessi sottesi alla
presente controversia e della decisione di improcedibilità, sussistano
eccezionali ragioni, ai sensi degli artt. 26, comma 1, cpa e 92 cpc, per disporre
l’integrale compensazione delle spese del presente giudizio tra tutte le parti in
causa (in punto di compensazione si rinvia alla sentenza di questa Sezione 2
febbraio 2015, n. 355).
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia (Sezione III),
definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto: a) lo
dichiara improcedibile; b) manda alla Segreteria di procedere, in qualsiasi
ipotesi di diffusione del presente provvedimento, all’oscuramento delle
generalità nonché di qualsiasi dato idoneo a rivelare lo stato di salute delle
parti o di persone comunque ivi citate; c) compensa le spese di lite fra le parti.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.
Così deciso in Milano nella camera di consiglio del giorno 23 maggio 2017
con l’intervento dei magistrati:
Ugo Di Benedetto, Presidente
Diego Spampinato, Consigliere, Estensore
Valentina Santina Mameli, Primo Referendario

L'ESTENSORE IL PRESIDENTE
Diego Spampinato Ugo Di Benedetto

IL SEGRETARIO

In caso di diffusione omettere le generalità e gli altri dati identificativi dei soggetti interessati
nei termini indicati.

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